Aiutiamo CHI AIUTA
Siamo un gruppo di liberi professionisti attivi sul territorio ligure in ambito sanitario.
Abbiamo deciso di unire le nostre forze e metterle a disposizione di chi,ogni giorno,sta combattendo in prima linea questa nostra guerra chiamata COVID -19.
«Il Centro Studi CNOP ha rilevato che il 51% della popolazione ha un livello di stress psicologico tra 70 e 100 su 100. Un livello analogo a quello del lockdown ma con caratteristiche molto peggiori, allora dominava la componente ansiosa, sorretta da una prospettiva, oggi rabbia, depressione e forte disorientamento.
Occorre superare l’idea che su questo non si possa far nulla di valido e concreto, che non ci siano strategie di sistema, e mettere invece in campo programmi psicologici che hanno alle spalle documentati studi di efficacia e costo-benefici. A partire dalle categorie più a rischio, come i malati o ex malati Covid, le persone in isolamento, i parenti delle vittime, gli operatori sanitari più esposti».
Virus biologico e virus psicologico, la seconda pandemia Durante l’ultimo terremoto nel centro Italia abbiamo assistito al fatto che il disagio psicologico, e la richiesta di aiuto, sono aumentati progressivamente nel periodo successivo, a distanza di...
«Oggi si stima che i 264 milioni di persone affette da depressione nel mondo siano raddoppiati: siamo passati dal 6% del totale di persone con depressione, al 13%. Questo perché siamo anche di fronte a un impatto senza precedenti nella storia recente sulla struttura economica e sociale globale, paragonabili forse solo al periodo dell'immediato dopoguerra».
Covid, Guerra (Oms): "Raddoppiati i casi di depressione" "Siamo anche di fronte a un impatto senza precedenti nella storia recente sulla struttura economica e sociale globale, paragonabili forse solo al periodo del'immediato dopoguerra"
Lo hanno osservato gli psichiatri del San Martino analizzando gli accessi al pronto soccorso e agli ambulatori. L'appello è a non trascurare sintomi prolungati di ansia o depressione che potrebbero rischiare di peggiorare 👇
Allarme dopo il lockdown: a Genova in aumento attacchi di panico, alcol e tentativi di suicidio - Genova 24 A rilevarlo gli psichiatri della clinica del San Martino. Aumentano gli accessi di persone mai seguite per disturbi mentali
«Prima c’è stato il momento dell’azione, ora che il pericolo sembra scemato tendono a prevalere sconforto, stanchezza, viene fuori lo stress e negli operatori anche la paura legata al senso di incertezza».
Medici e infermieri, rischio crollo «Spariti i segni delle maschere ma restano le cicatrici dentro» C’è stata una fase 1, dove c’era da lavorare tantissimo e dove per medici e infermieri non c’era tempo per avere paura.
Le Nazioni Unite hanno presentato un rapporto con delle linee guida sulla salute mentale e il covid-19. Gli esperti sottolineano l’importanza di sostenere psicologicamente i più vulnerabili. Dal liveblog di Internazionale.
L’Onu avverte che la salute mentale è a rischio in tutto il mondo L’Onu avverte che la salute mentale è a rischio in tutto il mondo
Ecco l'organizzazione settimanale, in cui potete , siamo a disposizione del .
Offriamo e per poter gestire al meglio il vortice emotivo conseguente a questa situazione emergenziale (ansia, stress, paura, umore depresso, angoscia, panico, pensieri ruminanti, insonnia, alterazioni dell'umore..) grazie alla professionalità di e , e un attraverso professionisti che si occupano di , , , e rilassamento oculare,
Il Presidente nazionale dell’Ordine David Lazzari: "Ogni settimana che passa i problemi si aggravano, con ricadute sulla salute e sui relativi costi"
Coronavirus fase 2: per 8 italiani su 10 fondamentale l'aiuto degli psicologi
Su Lancet Psychiatry un gruppo di 42 esperti mondiali che hanno formato la International Covid-19 Su***de Prevention Research Collaboration ha recentemente lanciato l’allarme. È facilmente prevedibile, e non credo serva spiegarne i motivi, che ciò che è accaduto e sta accadendo in Italia e nel mondo porti a un rapido incremento nei prossimi mesi di disturbi da stress post-traumatico, ansia per le malattie, disturbi ossessivo-compulsivi, abuso di sostanze, depressione e forse persino tassi di suicidio.
Post-lockdown: aumenta la forbice tra il bisogno di terapie psicologiche e chi potrà permettersele Un grave gap a cui il Governo dovrebbe porre rimedio.
Ansia, stress, solitudine: la catastrofe psicosociale provocata dalla pandemia che dobbiamo affrontare La fase 2 è cominciata, alcune restrizioni vengono allentate e gli italiani acquistano qualche libertà in più. Ma la pandemia ancora incombe sulla Pen*sola e porta con sé una grande crisi psicosociale. Perché mentre il covid-19 mieteva vittime, riempiendo le terapie intensive degli ospedali e m...
Le analisi condotte in Cina mostrano che gli operatori sanitari direttamente coinvolti nella pandemia a Whuan e nella provincia di Hubei sono stati esposti a livelli elevati di eventi stressanti o traumatici e presentano sintomi legati allo stress, alla depressione, all’ansia e all’insonnia. Viviamo la stessa situazione in Europa? Probabilmente.
Metà degli operatori sanitari in prima linea per il Covid con sintomi da stress post traumatico - Quotidiano Sanità Il dato si basa su un questionario realizzato dall’Università Tor Vergata di Roma e compilato tra il 27 e il 31 marzo da quasi 1.400 operatori. Inoltre il 25% denuncia depressione grave, il 20% ansia, l’8% insonnia e quasi il 22% stress. Sono più a rischio medici e infermieri in prima linea, l...
Condividiamo un articolo del sull'emergenza e i possibili risvolti psicologici e non, che questo periodo difficile potrebbe portare nelle nostre vite...
La crescita dopo il trauma. Impareremo a rivedere le priorità L’altruismo e il supporto sociale ne rappresentano un’anticipazione
Damiano Rizzi, psicologo e presidente di Fondazione Soleterre, ha condiviso con Fanpage.it il frutto del primo mese e mezzo di lavoro della onlus all’interno del Policlinico San Matteo di Pavia, dove un team di 10 psicologi offre sostegno a medici e infermieri impegnati in prima linea contro il Coronavirus: “Sviluppano una sorta di sindrome del sopravvissuto: sono talmente esposti alla minaccia di morte o alla morte che la sensazione è quella di chiedersi perché loro stanno sopravvivendo. C’è l’idea di non aver fatto abbastanza e anche di non meritarsi di sopravvivere. Noi stiamo riconducendo medici e infermieri alla dimensione del lavoro – spiega Rizzi – Per aiutarli abbiamo creato un modello di intervento nuovo”.
continua su: https://milano.fanpage.it/gli-psicologi-che-assistono-i-medici-tra-sindrome-del-sopravvissuto-e-lincubo-che-torni-il-virus/
https://milano.fanpage.it/
Gli psicologi che assistono i medici: “Tra sindrome del sopravvissuto e l’incubo che torni il virus” Damiano Rizzi, psicologo e presidente di Fondazione Soleterre, ha condiviso con Fanpage
Informazioni utili agli operatori in prima linea, sanitari e operatori del soccorso! Ecco a cosa fare attenzione! Noi ci siamo!
"Penso che, a prescindere da come i rispettivi paesi stiano affrontando il COVID-19 tutto ciò che possiamo fare come terapeuti, è di essere onesti rispetto a quanto le cose siano emotivamente difficili in questo momento. La principale consolazione che possiamo offrire ai nostri pazienti, persino in tempo di quarantena, è un’intima connessione con qualcuno che rinunci alle distorsioni difensive di una terrificante, dolorosa realtà. Tale prestazione non si avvicina minimamente alle nostre fantasie sull’essere salvatori onnipotenti, ma è di certo una cosa preziosa."
Nancy Mc Williams
Psicoterapia durante una Pandemia - Una lettera da Nancy McWilliams - Ordine Psicologi della Regione Siciliana L'Ordine degli psicologi è l'ordine professionale che riunisce tutti gli esercitanti la professione di psicologo. È un ente di diritto pubblico a base associativa vigilato dal Ministero della Salute ed istituito ai sensi della Legge n° 56 del 18 febbraio 1989.
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Coronavirus, allarme depressione per medici e infermieri Sono esposti a ansia e stress. E spesso costretti a un isolamento ancor più rigido di quello che affronta il resto della popolazione
Proponiamo la lettura di questo articolo, pubblicato alcuni giorni fa su , che pone l'accento sulla necessità di un intervento si di ascolto e sostegno psicologico nell'immediato, ma anche di un pensiero orientato "al dopo"... Cosicché possa essere una occasione per ripensare "al senso della salute e della cura" !
https://www.facebook.com/755788397862740/posts/2862157817225777/
"Chi cura va curato e chi accudisce va accudito"
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Covid-19: La psiche a dura prova - Istituto Piepoli “Gli italiani hanno bisogno di messaggi chiari sia sulla situazione attuale sia sulle prospettive economiche e occupazionali del post emergenza”. Lo Stressometro realizzato dall’Istituto Piepoli per conto del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi rileva che il perdurare dell’emergenza C...
Ecco un Podcast da ascoltare per ritagliarsi qualche minuto di spensieratezza e per imparare cose nuove in un momento così difficile e particolare come quello attuale.
Sto a casa ma non ci sto a caso “Sto a casa ma non ci sto a caso” è un progetto che ha lo scopo non solo di dare un senso al tempo che dobbiamo trascorrere a casa, ma soprattutto quello di trovare un modo nuovo per condividere e restare uniti, in un momento in cui tante cose non sono più possibili e le nostre abitudini sono ...
Alza la mano se anche tu, più o meno frequentemente, ti senti spossato e privo di energia, completamente scarico come il tuo smartphone a fine giornata, affaticato come Bruce Thomas Patrick Wayne quando si toglie il costume da Batman dopo aver salvato l’intera Gotham City. (Per i pigroni e le pigrone che non hanno alzato la mano, sappiate che non è altro che una conferma di quanto siate stanchi ed esausti.) Siamo sinceri, tutti avremmo bisogno di fermarci un attimo per alleggerirci un po’ e scrollarci di dosso la stanchezza, come fanno i Grizzly strofinandosi sugli alberi per liberarsi della pelliccia che non serve più. La colpa però, o per meglio dire, la responsabilità non è la nostra: la vita di oggi, con i suoi ritmi frenetici e le sue continue sollecitazioni, sottopone costantemente il nostro fisico e la nostra mente a pressanti richieste, che non sempre ci sentiamo in grado di soddisfare. Un ottimo metodo per recuperare le energie e ricaricare le pile (il fatto che facciate un minimo di attività fisica, che ripuliate la dispensa dagli snack dolci e salati e che dormiate almeno sei ore per notte lo diamo per scontato) è praticare con costanza i cinque esercizi tibetani. Basati sull’antica disciplina dello yoga, i “cinque tibetani” consistono in una serie di esercizi di stretching e di sforzo isometrico (contrazione muscolare statica) ed isotonico (contrazione muscolare dinamica) abbinati al controllo della respirazione. Se praticati con regolarità, ci consentono di armonizzare il nostro flusso di energia e di riequilibrare il rapporto tra mente e corpo, producendo inoltre una serie di vantaggi riscontrabili sia sul piano fisico che su quello psichico:
– Miglioramento della flessibilità muscolare
– Miglioramento della tonicità muscolare
– Aumento dell’ossigenazione dei tessuti
– Incremento della consapevolezza e della concentrazione
– Mantenimento di una respirazione e di una postura corrette
– Induzione di uno stato mentale di calma
– Induzione di uno stato di rilassamento globale
Non male no? Prima di vederli ad uno ad uno nel dettaglio, sono necessarie però alcune informazioni di base. Per prima cosa, i “cinque tibetani” vanno praticati con regolarità: non mi aspetto che tu riesca ogni giorno a ritagliarti il tempo per praticare (in quanti di noi saltano addirittura la pausa pranzo?), ma almeno tre sessioni alla settimana sono indispensabili per poter ottenere qualche beneficio. Il momento migliore per svolgere gli esercizi è al mattino, prima della colazione: non preoccuparti, non ci vogliono più di quindici minuti ed è proprio ad inizio giornata che hai bisogno, oltre che del caffè, di una buona ricarica di energia che ti consenta di sopravvivere fino a sera (Gotham City non è mica Bargagli). Ciascun esercizio, secondo la tradizione tibetana, andrebbe ripetuto per 21 volte prima di passare a quello successivo: il mio consiglio è ovviamente quello di iniziare con un numero inferiore di ripetizioni, 7 ad esempio, ed andare via via aumentando di settimana in settimana (anche Batman è andato a scuola guida prima di salire al volante della sua super Batmobile, giusto?). Infine, è importante non solamente lo svolgimento corretto degli esercizi che, come vedrai tra poco, sono davvero di facile esecuzione, ma anche e soprattutto la consapevolezza con cui ci approcciamo alla pratica: l’atteggiamento corretto è, per citare lo psicoanalista Wilfred Bion, quello di porsi “senza memoria e senza desiderio”, vale a dire assumendo un’apertura mentale che ci liberi dalle aspettative e dai pregiudizi (avrei voluto citare Batman ma “sono l’incubo peggiore che tu abbia mai avuto” non mi pareva un buon mantra motivazionale).
Bene, se la tua lettura non è ancora stata interrotta dal cellulare che squilla o dal trillo delle notifiche di gmail, oltre ad essere molto fortunato, sei pronto per scoprire insieme a me i cinque esercizi:
1) Primo tibetano – La ruota: mettiti in piedi, divarica leggermente le gambe e solleva le braccia all’altezza delle spalle, portandole parallele rispetto al terreno e volgendo i palmi delle mani
verso il basso. In questa posizione, mentre inspiri ed espiri lentamente, comincia a ruotare in senso orario guardando un punto fisso davanti a te, fino a compiere un cerchio completo. Ripeti per 21 volte.
2) Secondo tibetano – L’angolo: stenditi sulla schiena, con le braccia lungo i fianchi. Appoggia le tue mani al pavimento con i palmi rivolti verso l’alto e solleva la testa, avvicinando il collo al tuo petto. Inspirando solleva le gambe fino a formare un angolo retto (90°) con il terreno e poi espirando stendile nuovamente fino a toccare terra. Ripeti per 21 volte.
3) Terzo tibetano – L’arco: mettiti in ginocchio, punta le dita dei tuoi piedi per terra e con le mani afferra le basi dei glutei. Inspirando inclina il collo, avvicinandolo al tuo petto ed espirando porta il collo all’indietro, piegando la testa ed inarcando tutto il busto. Ripeti per 21 volte.
4) Quarto tibetano – Il ponte: siediti sul pavimento, con le gambe distese e leggermente divaricate ed appoggia le tue mani per terra, in corrispondenza del bacino. Inspirando inclina il collo, avvicinandolo al tuo petto, ed espirando sollevati dal pavimento, facendo leva su mani e talloni fino a creare un ponte. Ripeti 21 volte.
5) Quinto tibetano – La montagna: mettiti carponi ed appoggia le tue mani a terra, posizionandole un po’ più avanti rispetto alle tue spalle. Inspirando, alza la testa e volgila all’indietro ed espirando solleva il bacino verso l’alto, facendo leva su mani e talloni e mantenendo braccia e gambe ben tese, fino a formare una V. Ripeti per 21 volte.
Facile, no? La pratica di questi cinque esercizi, stimola inoltre un’attivazione armonica dei sette chakra, vale a dire dei sette centri energetici che si trovano posizionati in diverse parti del nostro corpo (Chakra corona, Chakra terzo occhio, Chakra gola, Chakra cuore, Chakra plesso solare, Chakra sacrale, Chakra radice). Quando i nostri chakra non si trovano in equilibrio oppure sono bloccati, possiamo risentirne a livello fisico e psichico sperimentando sensazioni sgradevoli di disagio, dolore e tensione. Inserire i “cinque tibetani” insieme ai fiocchi di avena nel tuo rituale mattutino, ti consente di riallineare gradualmente i sette chakra, favorendo una circolazione fluida e benefica della tua energia psicofisica (anche Batman si cimenta nella pratica dei “cinque tibetani” quando sa di dover incontrare Harvey Dent).
Quindi se pratichi i “cinque tibetani” ogni giorno risolverai tutti i tuoi problemi? Ovviamente no, ma sicuramente ne otterrai un beneficio. La qualità della nostra vita è legata all’interazione tra innumerevoli fattori (lavoro, relazioni, condizione abitativa, alimentazione, situazione economica, supporto sociale…) molti dei quali, sfortunatamente, non dipendono da noi né dalla nostra volontà. Spesso non possiamo scegliere a quali sollecitazioni verremo sottoposti, ma possiamo indubbiamente scegliere come reagire ad esse o come, al netto di un risultato negativo, rimodulare la nostra strategia d’azione. È questo infatti ciò che si intende per comportamento intelligente: la capacità dell’essere umano di adattarsi nel modo più proficuo e funzionale all’ambiente ed alle stimolazioni che esso produce (credi forse che il cavaliere oscuro abbia potuto scegliere i suoi nemici?). Il mio consiglio è quindi quello di provare a ritagliarti un piccolo spazio per te stesso, possibilmente al mattino, per concederti la possibilità di sperimentare una pratica nuova dalla quale puoi trarre un concreto giovamento. È importante la motivazione: chi ben comincia è a metà dell’opera! Quindi…prendi in mano il tuo smartphone ed imposta la sveglia per domani mattina quindici minuti prima rispetto al solito orario. Quando suonerà è possibile che, ricordandoti di me e di questo articolo, ti venga in mente la citazione di Batman di cui sopra invece che quella di Bion, ma sono certa che, se non perderai la costanza e la motivazione, tra qualche settimana sarai contento di aver rinunciato a quel quarto d’ora di sonno.
Buona pratica!
Debora Rossi
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Il Rilassamento Muscolare Progressivo (RMP) è una tecnica di rilassamento ideata agli inizi degli anni ’30 del secolo scorso dal medico e psicofisiologo statunitense Edmund Jacobson, basata sull’alternanza tra contrazione e rilasciamento di alcuni gruppi muscolari. Lo scopo della tecnica, che è particolarmente indicata per chi ha difficoltà ad approcciarsi ad altre pratiche di rilassamento che richiedono di mantenere una posizione di immobilità per un tempo prolungato ( es: Training Autogeno, Meditazione ed alcune forme di Mindfulness), è quello di indurre molto rapidamente uno stato di rilassamento globale, utile ad alleviare tensione, ansia e stress. Ciò che caratterizza e distingue il RMP dalle altre tecniche di rilassamento è il particolare focus sull’aspetto neuromuscolare, più che psicologico, del rilassamento: attraverso il metodo Jacobson lo stato di rilassamento si ottiene sfruttando la corrente somato-corticale (dal corpo al cervello), vale a dire la correlazione tra la messa a riposo del tono muscolare e l’attivazione della corrispettiva area della corteccia celebrale. In altri termini, la contrazione di un distretto muscolare mantenuta per alcuni secondi (tipicamente sei) e la successiva decontrazione dello stesso, abbinate ad una respirazione diaframmatica, agiscono retroattivamente a livello cerebrale, inducendo non solamente un rilassamento fisico ma anche uno stato di calma mentale. I distretti su cui viene esercitata la pratica durante una sessione completa coinvolgono il corpo nella sua interezza: volto, nuca, dorso, spalle, braccia, mani, addome, bacino, glutei, gambe e piedi. Tuttavia, in occasione della prima seduta è sufficiente concentrarsi sui muscoli del viso e delle mani, sia per favorire un approccio graduale del paziente alla tecnica, sia perché proprio tali muscoli sono quelli maggiormente rappresentati a livello della area motoria primaria e dell’area somestesica primaria. Come si può comprendere osservando il cosiddetto homuncolus, vale a dire la rappresentazione grottesca e sproporzionata del corpo umano che raffigura i distretti corporei con dimensioni proporzionali al numero di recettori cutanei in essi presenti, bocca, lingua e mani risultano essere le parti più estese, perché più sensibili e capaci di movimenti più fini. Con il procedere delle sessioni, viene via via ampliato il numero di distretti muscolari coinvolti fino ad includerli nella loro totalità, fermo restando il presupposto che il conduttore si soffermerà con particolare attenzione e concentrazione sulle parti del corpo in cui il paziente riconosce la propria tendenza a somatizzare la tensione. Per praticare con efficacia il RMP sono necessarie, oltre ad una disposizione mentale di apertura ed accoglienza tanto da parte del conduttore quanto da parte del paziente, una stanza silenziosa e lievemente illuminata, un materassino o stuoino (è disponibile anche una versione praticabile da seduti per chi avesse difficoltà nello sdraiarsi) ed almeno una mezz’ora di tempo a disposizione, di cui i minuti iniziali e finali sono da destinarsi al “warming-up” (ingresso graduale nella pratica e ritiro dei sensi) ed al “cooling-down” (uscita graduale dalla pratica e ripristino del contatto con la realtà). Un esercizio costante ed un allenamento di almeno tre volte alla settimana consentono sin da subito di osservare i primi benefici, sia a livello corporeo (diminuzione della tensione muscolare, aumento della percezione di rilassamento fisico), sia a livello psichico (aumento del rilassamento mentale, miglioramento delle strategie di “coping” nei confronti di ansia e stress, focalizzazione dell’attenzione, incremento delle prestazione cognitive). Se sei interessato ad approfondire il metodo Jacobson, puoi consultare la bibliografia di riferimento:
– G. Andrews, C. Hunt, M. Jarry, P. Morosini, R. Roncone, G. Tibaldi – “Disturbi mentali. Competenze di base, strumenti e tecniche per tutti gli operatori” – Centro scientifico editore
– D. Ohm – “Rilassamento muscolare progressivo. Il metodo Jacobson per una terapia ed efficace distensione muscolare”- Red Edizioni
– F. Ricciardi – “Tecniche di rilassamento muscolare: aiuto immediato grazie al rilassamento muscolaree progressivo, per un profondo benessere e relax” – Create Space Independent Publishing Platform
Buona lettura e buona pratica!
Debora Rossi
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