Io Parlo Da Sola
Mamma separata e maestra, mi contorno di bambini per plagiare giovani menti e conquistare il mondo.
Comunque è ufficiale: tira più una finestra che un carro di buoi...
Almeno duecento commenti di donne che odiano le donne. Ma non rispondetemi voi, vorrei parlare con vostro marito.
Buon sabato sera.
Devo cambiare le finestre.
Quando sono venuta ad abitare in questa casa, ne ho cambiata solo una perché una era rotta, c'erano altre priorità: tipo i muri gialli e sopravvivere ad un trasloco con due bimbi piccoli.
Poi le faremo...e con questo mood sono andata avanti per altri sei anni, prima sentivo gli spifferi del cuore e non badavo a quelli delle finestre, ora il torcicollo chiede aiuto ma il tempo è sempre poco, pertanto ho chiesto alcuni preventivi online per agevolare la situazione già abbastanza imbarazzante.
Ieri mi ha chiamata una ditta:
"buonasera signora"
" Signorina"
" Si va bene. Senta signora allora lei ha chiesto un preventivo per le sue finestre"
" Si"
" Quante sono?"
" Ve l' ho scritto"
" Ah sì giusto e come sono disposte?"
" Ah boh nord sud ovest est? E forse quel che cerchi neanche c'è?"
" Ok nord sud ovest e est. Senta noi non siamo una ditta della sua città. Di dov'è?"
" Ve l' ho scritto "
" Ah giusto signora. Di Genova . Ecco noi siamo di Forlì ma abbiamo i nostri consulenti in giro per l'Italia quindi il nostro potrebbe ve**re da lei ecco già lunedì. Va bene?"
" Guardi ora son fuori casa e non ho l'agenda dietro"
" Come non ha l'agenda dietro?"
" Eh...."
" Vabbè senta, una cosa importantissima! Quando verrà il nostro consulente dovrebbe esserci anche suo marito"
" Non ho marito"
" Il suo compagno allora"
" Non ho compagno che abiti con me.... Ma poi scusi ma che c'entra?? Potrei essere sola o avere una fidanzata magari per quanto ne possa sapere lei. Perché richiedete la presenza di un uomo?"
" Eh sa per gli acquisti di casa..."
" Ma per gli acquisti di casa cosa?? In che anno pensa di essere? Dica al suo manager marketing che non siamo nel 1948. Buona serata"
E pensare che mi avrebbero fatto pure il 75% di sconto in fattura...ma la lotta al patriarcato è più forte di qualsiasi risparmio. ( E son pure di Genova).
E anche quest'anno le finestre le faremo il prossimo anno. Se invece avete qualcuno da indicarmi ditemelo, ma assicuratevi prima che sappiano che siamo nel 2023.
Alè
WINTER IS COMING
Mi accorgo dell'inverno, quando sento l'impellente bisogno di far svegliare i miei ragazzi così: Con la loro roba sopra al calorifero.
Ricordo lo faceva anche mia mamma con noi e le giornate prendevano decisamente un'altra piega.
Credo che sia uno dei gesti più belli che un calorifero possa farci e a cui un genitore possa pensare.
Ci meriteremmo tutti dei vestiti riscaldati, le mattine d'inverno.
Ci meriteremmo tutti qualcuno che metta le nostre mutande sopra al calorifero, ogni santo giorno, da novembre a marzo.
Perché non diventa solo un mero gesto, diventa l'incipit per una nuova storia, diventa l'inizio di una buona giornata, diventa quel pensiero che riscalda quando le 24 ore si inceppano.
I bambini crescono, ora i termosifoni sono diventati due perché i femori si allungano, le mani ingrandiscono, e i piedi avanzano di numero , certe cose, però, non cambiano mai...
Canzone del post. https://youtu.be/TiCxqhu9cio
"Chi è la mamma di Aida? Ottima domanda! La mamma di Aida è una donna che di lavoro fa la maestra di asilo, ha 23 nanetti che le corrono tra le gambe e bada a questi nani per metà della sua giornata per pagare i cibi che mangiamo, la luce che sprechiamo io e mio fratello, i vestiti da mettersi…e tante altre cose.
Adesso mamma parlo con te, il il mio più grande desiderio non è diventare mamma o avere un cane , ma diventare una donna forzuta e con la ca****ma di sfidare il mondo ogni giorno come te"
Dicembre 2023
Caro Babbo Natale, sono la mamma di Aida.
Ho tutto grazie.
Qualche giorno fa con Figlio1 siamo andati per negozi. Mentre stavamo parlando di sneakers e di filosofia, guardandoci negli occhi senza badare troppo a dove stessimo andando, ci siamo imbattuti in un uomo, dopo aver chiesto scusa, abbiamo sbattuto il muso contro un altro uomo, sembrava di essere nel labirinto di Arianna ma solo con tanti Icaro perché le Arianna erano tutte in un negozio. Un negozio di make-up. Niccolò ha iniziato a ridere tantissimo quando ha capito che quelli erano tutti fidanzati, mariti, papà che stavano aspettando fuori, il ritorno delle loro Clio. “ entriamo anche noi “ mi ha detto. Gli ho risposto “ figlio, tua madre certe cose non le fa” “ madre è l’ora di iniziare “ non so bene cosa avesse voluto dire, ma siamo entrati.
Io non mi trucco come ben sapete, il massimo che posso mettermi è un po’ di rossetto, ma è più solo un vessillo femminista post trauma da separazione che altro a dir il vero, quindi per me, entrare in un negozio di trucchi o entrare da Leroy Merlin nel reparto elettronica è praticamente la stessa cosa ma sono anche genovese e appena ho letto “compra 3 prodotti e te ne regaliamo altri 3” non potevo di certo farmi sfuggire l’occasione.
Quindi, tre prodotti… sicuramente il primo sarà un rossetto. Pensavo fosse semplice sceglierne uno, ma non avevo messo in conto le 50 sfumature di rosso che hanno creato dopo la mia quinta elementare a questo punto, ai miei tempi esistevano il rosso carminio e il rosso magenta, che c***o e successo dopo?? Ora c’è il rosso Blood ( che è sangue ma in inglese fa più chic), il rosso rabbia, il rosso relativo, il rosso del mar rosso che intanto non è rosso, il rosso semaforo, il rosso comunismo, il rosso comunismo prima di Occhetto, il rosso un amore che non posso, il rosso ciclo, il rosso Milva, il rosso pustole della rosolia, il rosso sole al tramonto alle ore 17 di una giornata fredda e invernale. Insomma, già al primo acquisto mi sono trovata spiazzata, così spiazzata che ne ho presi poi due uguali, per non sbagliare. Sul terzo prodotto sono andata abbastanza tranquilla: un bel correttore che mi cancellasse le brutture della vita segnate sotto gli occhi. Per la sua carnagione sarebbe perfetta la tinta “mi dispiace non m’ ero accorta che sei morta” “ aggiudicato”.
“ Bene signora, ora può scegliere altri tre prodotti gratis”
“ come scegliere altri tre prodotti??”
“ eh si, ne ha presi 3 ha diritto ad altri 3, i meno costosi non li paga”
“ ah. Vabbè ma no io non so scegliere, non posso avvalermi della facoltà di non rispondere? Regalare altri 3 prodotti ai meno abbienti, non avete il trucco sospeso? “
“ allora l’aiuto io signora. Lei si trucca?”
La ragazza gentile, dall’eye linee impeccabile mi guarda e “ no, non si trucca è evidente. Lei fa la skin care?”
“ la skin cosa? L’unica skin che conosco è la cantante degli Skunk Anansie “
“ ok ho capito. Ha detto che ha una figlia, sua figlia usa qualcosa?”
“ di certo più cose di me però ha nove anni non mi va di comprarle dei trucchi sinceramente “
Mentre Figlio1 continuava a sghignazzare mi proponeva le cose più inverosimili: ciglia finte, rimmel ( si io lo chiamo ancora rimmel) glitterati, smalti miracolosi che fanno crescere le unghie, creme esfolianti pubblicizzate da Scarlett Johansson e io, che cercavo di darmi un tono, senza evidentemente riuscirci, alla fine sono uscita da lì con due rossetti rossi, un correttore, una maschera rivitalizzante da 4 euro che non so se funzioni con la pelle ma con il portafoglio perlomeno si, un’altra maschera per il contorno occhi e un burrocacao da due euro e novantanove che ho dato prontamente a mia figlia una volta tornati a casa.
Il giorno seguente poi, ho trovato il tempo di guardarmi un po’ allo specchio, ho visto i miei 42 anni disegnati sopra, ho ritrovato le cicatrici lasciate lì da piccola e ho conosciuto segni del tempo del tutto nuovi, le donne quando invecchiano, invecchiano, gli uomini quando invecchiano diventano più affascinanti. Sono cresciuta sentendo queste parole e forse è anche vero, per questo le donne occupano negozi di profumeria per ore mentre i loro uomini le attendono fuori senza neanche sbuffare troppo, io però son cresciuta in una famiglia di donne che non si sono mai truccate, l’unica cosa truccata della mia infanzia erano i motorini, nel contempo mi rendo conto, ogni giorno che passa, che i segni del tempo iniziano a fasi vedere, quindi non so cosa succederà… se tra qualche mese mi vedrete per strada con il rimmel glitterato o se continuerò a girare con la maglia al contrario e le borse sotto gli occhi, nel contempo ho dato un taglio ai capelli, mi farò le maschere che ho comprato e sorriderò ogni volta che penserò a quegli uomini in attesa dei miracoli, perché non ho mica capito se quelle che si fanno sequestrare da questi negozi lo fanno per chi le aspetta fuori o lo fanno per loro stesse perché poi la differenza sta tutta lì. Io al massimo lo farò per i miei figli perché so già che tornando a casa e vedendomi rifasciata di cellophane con i cetrioli sugli occhi e la crema alle alghe sulle cosce, diranno “ chi ha ordinato il sushi??” e rideremo, rideremo tantissimo e sarò sicura che la mia skin care sarà quella.
Alè
Per il giorno contro la violenza sulle donne, sono stata con mio figlio. Maschio.
Ci siamo dedicati del tempo ieri io e Figlio1, nel marasma delle cose che succedevano intorno a noi, ne abbiamo approfittato per conoscerci un po’ di più, fino a ridere allo sfinimento, fino a litigare e a chiederci scusa. Tutto nel giro di due ore.
Questo era il mio we con i bambini, un tempismo perfetto visto che solitamente nei we non faccio un par di ciufole se non pulire casa e invece la giornata di ieri poteva essere paragonabile ad un sabato qualunque nell’agenda di Obama. E allora, invece che lasciare i bambini ai nonni, ho portato i bimbi a vivere i miei stessi momenti.
La mattina sono venuti a scuola da me, mentre inauguravamo la prima Panchetta Rossa in una scuola infanzia, loro toccavano, annusavano e parlavano con la mia quotidianità, quel mondo in cui quando loro sono a scuola, fa parte della mia vita per 7 ore al giorno, quel mondo che gli racconto a cena , ma di cui non conoscono bene le dinamiche.
E così, mi han conosciuto un po’ di più.
Poi, dopo un pranzo celere dai nonni, Figlio1 giocava nella giornata più fredda degli ultimi mesi, nella valle genovese più fredda degli ultimi secoli. Non era Mordor ma ci andava molto vicina. Mentre calava il sole e guardavo la passione tra i suoi piedi, mi si congelavano le mani ma mi si scaldava il cuore. A inizio partita hanno letto anche un comunicato contro la violenza sulle donne, non so se sarà la soluzione per il loro futuro e per una loro educazione, ma mettere in campo ( letteralmente) anche queste strategie di certo male non fa. Perlomeno a me, che mentre 24 ragazzini di 12 anni si stringevano in un abbraccio, mi sono emozionata.
E così, li ho conosciuti un po’ di più.
Abbiamo proseguito la serata facendo prima un giro per negozi e poi andando al concerto di Madame insieme. Il suo primo vero concerto in un teatro. E gli ho visto gli occhi illuminarsi, seguire le luci, cantare a squarciagola che non sapevo neanche quanto fiato avesse mai avuto, l’ho visto sorridermi e annuire mentre cantava aranciata ( che un po’ ci ricorda la nostra storia), l’ho visto alzarsi in piedi e iniziare a ba***re le mani e ad essere seguito dalla moltitudine, l’ho visto studiare la batterista e i suoi movimenti, l’ho visto abbracciare il mio collo dicendomi grazie.
E così l’ho conosciuto un po’ di più.
La serata si è conclusa facendo sosta in una di quelle focaccerie aperte di notte dove vanno solitamente i ragazzi prima di fare serata o a serata conclusa o i lavoratori che iniziano la giornata o quelli che l’hanno appena finita. Un ragazzino di dodici anni che tornava da un concerto, in mezzo a questi ragazzoni e a queste ragazze che si prendevano per mano ordinando un euro di focaccia.
E così, ci siamo conosciuti un po’ di più.
Perché l’educazione passa di generazione in generazione, saper vedere la donna come essere umano, la madre come compagna di esperienze, saper vedere le sorelle come confidenti, le amiche come persone, le batteriste, le cantanti che dicono no al patriarcato, forse non sarà la soluzione, ma magari farà diventare tutti un po’ più femministi.
Per questo la giornata contro la violenza sulle donne, io l’ho passata insieme a mio figlio. Maschio.
NON UNA DI MENO
Avevo 16 anni, era estate, lavoravo in un bar per mantenere un pochino di autonomia, qualora volessi fare una vacanza.
Avevo 16 anni, i 16 anni degli anni '90 dove l’innocenza e la poca malizia erano molto più evidenti di adesso.
Avevo 16 anni e quell’estate avrei dato il mio primo bacio, vero bacio.
Tutte le mattine in quel bar veniva un uomo che all’epoca avrà avuto una cinquantina d’anni, si fermava e si soffermava spesso a fissarmi fin quando una sera mi offrí dei soldi per andare a casa sua “ voglio solo guardarti dormire, non voglio far altro” mi disse, io ovviamente non ci andai.
Avevo 16 anni, sono passati venticinque estati da quel momento ma io lo ricordo come se fosse ieri, quella volta non feci e non dissi nulla, a nessuno.
Nessuna scusa, anche questa è Violenza.
Avevo 10 anni circa quando sentìi parlare mia madre con mia zia, di una qualche amica che si ritrovava sempre con costole rotte o occhi neri “ Lui la picchia” dicevano e mentre le mie Barbie e Ken si baciavano in continuazione, nella mia testa e nella mia cameretta, mi chiedevo perché questa persona, non potesse scappare. Ero troppo piccolina ancora per capire che non era così facile, che non è così scontato.
Nessuna scusa, anche quella è Violenza.
Avevo 15 anni quando mia mamma mi chiese se il marito della figlia della cugina della zia mi avesse mai “toccata”, “ perché a qualcuno, molto vicina a noi, era successo”. No, la mia risposta fu no, ma un senso di inadeguatezza e di angoscia per tutte le volte che avevo passato il tempo con questa persona durante i pranzi di famiglia,mi pervase, chiedendomi tutt’ora, come possa esistere gente del genere.
Nessuna scusa, anche quella è Violenza.
Avevo 35 anni quando una mia amica mi raccontava di cosa facesse il suo fidanzato “mi chiede di fargli vedere il telefono o di fargli sapere precisamente tutti i miei spostamenti, mi viene a prendere tutti i giorni a lavorare e mi accompagna a far la spesa, è premuroso” disse. Ad oggi, non sono ancora riuscita a farle capire che questo non si chiama “ senso di protezione” ma “ bisogno di controllo” che lei ormai, non controlla più.
Nessuna scusa, anche questa è Violenza.
Ogni volta che sentiamo dire: glielo mettiamo, glielo facciamo, la prenderei così, la metterei pomí, su, giù a destra, a sinistra, sta v***a, sta st***za, sta zo***la. Ogni volta che lo sentiamo o lo vediamo scritto, sappiamo che al mondo esiste qualcuno che vorrebbe possedere qualcun altro, esattamente in quel modo.
Nessuna scusa, anche questa é violenza.
E per tutte le volte che uno sguardo indugia sul nostro decolleté o per tutte le volte che passi davanti ad un cantiere e mille occhi si posano sul tuo c**o, per quelli che fischiano al tuo passaggio come se fossi un cane, per tutti " Ah ma pure le maestre trombano?" per tutte le donne tradite, umiliate, declassate, “figlie uniche”, per tutte le volte che “ questo non lo puoi fare” o “ questo non sei capace a farlo”.
Nessuna scusa, anche questa è Violenza.
Anni fa l’artista contemporanea Marina Abramovic posò all’interno di una mostra, completamente nuda, con una serie di oggetti, dai più innocui a vere e proprie armi, a disposizione dei visitatori. Avevano libero arbitrio, potevano fare di quel corpo tutto quello che avrebbero voluto e nessuno avrebbe detto loro, nulla.
L’artista, dopo questo esperimento disse “ All’inizio nessuno usò violenza contro di me, c’era chi mi baciava, chi mi abbracciava, chi mi carezzava i capelli, chi mi passò una piuma facendomi il solletico, poi quando capirono davvero che avrebbero potuto fare tutto ciò in loro potere che intanto non avrei fatto opposizione alcuna, iniziarono.
Qualcuno mi trafisse con degli aghi, altri mi puntarono la pi***la alla testa, venni addirittura tagliata con delle lamette e palpeggiata”.
L’animo umano non si controlla davanti ad un telo bianco su cui poter fare qualsiasi cosa e se stiamo ferme non cambierà la situazione, se rimaniamo zitte non cambierà la situazione, se assecondiamo, non cambierà mai la situazione.
Creare scompiglio, muoversi, urlare, denunciare, questo si, cambierà la situazione, perché non ci sia mai più alcuna scusa a coprire certe violenze, perché non ci sia mai più bisogno di difendersi da chi dice di amarci.
Mai più alcuna scusa.
Mai più alcuna violenza.
Non una di meno, ma tante, tante, in più.
Ph. Donato Acquaro
Canzone del post. https://youtu.be/JyPLGFM2-6U?feature=shared
“Mamma oggi abbiamo fatto un minuto di silenzio a scuola “
“Si per Giulia e per tutte le vittime “
“E com'è stato?”
“Un bel momento”
“Poi la maestra ci ha spiegato cosa fosse successo. Mamma ma perché gli uomini uccidono le donne?”
“È un discorso ampio, antico, ma semplice. Perché c'è una cultura che ha permesso sinora di far fare al maschio tutto ciò che voleva, a differenza delle femmine sempre giudicate, malpagate, frustrate. Tutti fratelli quando vogliamo, ma noi figlie uniche nei secoli dei secoli.”
“E quindi cosa facciamo?
“Facciamo che ci agitiamo. Va bene aver fatto il minuto di silenzio oggi, così erano le direttive, ma forse sarebbe meglio urlare, denunciare, muoversi, arrabbiarsi”
“Mamma ma scusa ma perché l'ha uccisa se l'amava?”
“No Aida non confondiamoci, non l'amava , aveva solo bisogno di controllo e possesso e il possesso non ha nulla a che vedere con l'amore. La libertà ha a vedere con l'amore. Quindi se un giorno incontrerai e ho paura che lo incontrerai, qualcuno che ti dirà come vestirti, dove andare, quanto trucco metterti, vorrà guardarti il telefono, sappi che non va bene e se ti dirà amore ti faccio i biscotti e nel frattempo ti impedirà di uscire con le amiche digli che quei biscotti se li può infilare nel...”
“Si si ho capito mamma”.
“Ma come si può fare a cambiare tutto questo?”
“Eh servirebbe una bella rivoluzione ”
“Ma mamma perché sai, io quando diventerò presidenta, come si dice? Presidenta no?”
“Presidenta va benissimo”
“Ecco, tipo Mattarella... bene, io vorrei cambiarle ste cose però poi ho paura che mi uccidano”
“Ma tu non devi avere paura Aida, ne abbiamo avuta già troppa ed è ora di voltare pagina, non con un opuscolo nelle scuole però”
“Un opuscolo? Ma che cavolata mamma, quelli di prima elementare mica sanno leggere”
“Eh, evidentemente non solo quelli di prima elementare non sanno leggere… ( oltre…)”
E ascoltate sta canzone https://youtu.be/JyPLGFM2-6U?feature=shared
. Quando è uscito l'articolo della scomparsa dei ragazzi, noi lo sapevamo già tutte come sarebbe andata a finire, sfido chiunque a dire che non sia così. E non lo sapevamo perché siamo molto perspicaci, lo sapevamo perché figlie di una cultura patriarcale e la storia ce lo ha insegnato, purtroppo.
Giulia si stava per laureare, aveva dei sogni che non contemplavano il suo ex fidanzato, poi è uscito quel video. È obrobrioso, un incubo.
Così, mi sono fermata a riflettere sulle madri, la madre di lei che di sicuro le avrà insegnato a stare attenta, a non fidarsi troppo, a proteggersi e la madre di lui, che di sicuro gli avrà insegnato il rispetto. Perché, a meno che non ci si trovi in un qualche film medievale, o ci siano situazioni particolarmente disagiate, io sono convinta che nessuno possa sapere come e cosa diventeranno i propri figli.
Io posso fare del mio meglio, ma non basta.
Io potrò mai dire con sicumera:" mia figlia sceglierà bene con chi stare" o " mio figlio rispetterà sempre tutti"? No, non potrò dirlo. Me lo auguro ovviamente, ma non ne ho la certezza. Posso gettare le basi e le fondamenta giuste, ma se poi loro vogliono costruirci un casinò invece che una casa sicura, non sarà colpa mia, né del loro padre.
La verità è che nella vita ci vuole c**o, molto c**o e soprattutto la verità è che nessuno insegna a far del male, le scelte, le compagnie, i disturbi mentali non curati, ciò che la cultura trabocca, questi sono gli indiziati principali.
Poi ho sentito gridare alle punizioni più becere per quell'essere ma non sarà la sedia elettrica, l'impiccagione in pubblica piazza, la pena di morte, la tortura a risolvere una situazione italiana, ma direi anche mondiale, così complessa, qua serve la scuola, servono sportelli psicologici sin da bambini, serve un controllo serrato di ciò che vedono o sentono, serve che se le insegnanti si accorgono di qualcosa che non va in un loro alunno, ci sia una rete pronta ad attivarsi nell'immediato e invece ora si aspettano mesi se non anni, servono pedagogisti, educatori, serve arte e cultura, serve chi crede in loro e che non li lasci allo sbando, servono centri di aggregazione per lasciarli liberi di esprimersi ma sempre contornati da abbracci contenitivi, servono genitori presenti che se il proprio figlio dà segno di qualche squilibrio mentale, possano stare a casa con lui per tirarlo fuori da quella m***a, serve uno stato che raccolga i cocci di una politica stupida, assurda e patriarcale, serve una repubblica, fondata sul lavoro, ma soprattutto fondata sulla consapevolezza e che non faccia finta di niente, servono giovani che riprendano in mano la propria dignità, perché siano felici, perché un giorno noi non dovremmo più leggere notizie come questa. Perché i genitori sono sempre più spesso soli e a volte non ce la fanno a rimettere in carreggiata il figlio che si sta perdendo.
Io non so se i miei figli impareranno il rispetto per sé e per gli altri, me lo auguro. Ma se dovessero un giorno perdersi, mi aspetto che tutti voi mi aiutiate a riportarli indietro, perché sarebbe troppo doloroso sentir dire che si meriterebbero la morte e spero con tutto il cuore, che prima o poi le cose possano cambiare, che l'educazione possa ve**re dal basso ma anche dall'alto e che non sia responsabilità solo di una madre e di un padre, ma di tutto il villaggio.
Stamattina la scuola di mio figlio era chiusa per lo sciopero. Anche io ero chiusa, per lo stesso motivo. A dir il vero io son chiusa, metaforicamente parlando, già da un po' di giorni, ma questa è un'altra storia.
La piccola invece era in gita e visto che alle 7.30 ero già in giro e visto che non volevo che la giornata venisse sprecata e visto che alle 8 era già sveglio anche lui, gli ho proposto una colazione al bar.
Io poi sono tornata a casa convinta di dover fare quelle mille mila cose che durante il weekend non riesco mai a fare, lui invece è andato a giocare ai giardini con alcuni suoi compagni. Entrambi abbiamo fatto qualcosa che non ci è permesso di fare nella quotidianità, però agli antipodi :lui ha giocato a calcio fino allo sfinimento in una mattinata settimanale, autunnale ma soleggiata, io invece, al contrario di quello che mi ero prefissata, non ho fatto un caxxo.
Ma quanto è bello vivere qualche volta lentamente? Senza correre, senza pensare troppo a ciò che viene dopo? Quanto sarebbe necessario, poi, poter passare del tempo sano con i propri figli senza destreggiarsi tra l'aritmetica e le progettazioni di lavoro? Se un giorno diventerò ministro del lavoro, istituirò la giornata del riposo, lo giuro.
E mentre pulivo il bagno, con i guanti di gomma gialli, una spugnetta in mano e le mie cuffie, ad un certo punto Figlio1 mi si è avvicinato, ha preso un mio auricolare, mi ha stretto forte e abbiamo iniziato a ballare, siamo stati così per dieci minuti, io sempre con i miei guanti fino al gomito e la spugnetta stretta nella mano destra, lui con la tuta da casa e i capelli spettinati, ma son sicura che fossimo molto belli, così belli che non ci siamo fatti neanche una foto per non disturbare quel momento.
E io penso che quella sensazione me la porterò per sempre negli occhi e nel cuore, forse uno dei momenti più complici e intimi che abbia mai avuto.
Insomma, anche quando a noi mamme ci sembra di non aver fatto niente, alla fine, facciamo sempre qualcosa...Per esempio, cresciamo figli.
BECAUSE THE NIGHT
Ho sempre dormito poco. La notte, se prima mi faceva paura, poi è diventata mia amica.. C'è stato un periodo non ben definito in quel buco transizionale che è il post adolescenza, in cui uscivo da casa, vagavo per i vicoli genovesi sfidando lampioni rotti i e miei limiti e tornavo a casa felice di essere sopravvissuta, poi ho avuto dei figli e quando hai dei figli la notte dev'essere per forza tua sorella e allora inizi a sentire i suoi rumori, i suoi odori, i suoi sapori, te la fai amica mentre combatti con il sonno, il buio diventa luce e nella luce, dormi.
Quando mi son separata non ho dormito per 3 giorni di seguito, il cuore batteva all'impazzata e sentivo il vuoto sotto la schiena, mi sembrava di vivere la scena di trainspotting in loop senza neanche drogarmi. Le prime notti che i bimbi non erano con me, andavo a letto tardissimo, poi tra un respiro e l'apnea, mi lasciavo cullare dalla stanchezza accumulata e crollavo.
È di nuovo un periodo di insonnia, non dovuto a chissà quale motivo, forse tutti, forse niente, forse sto facendo pace con l'universo o forse semplicemente quando arriva la notte e resto sola con me, la testa parte e fa il giro eccetera eccetera... Molto probabilmente, però, è che qualche sera fa ho sognato il mio compagno che mi tradiva e deve avermi risvegliato pensieri e incubi sopravvissuti, come una piramide fatta di scatole di zuppa che se ne scontri una, poi cadono tutte.
Ho degli irrisolti da risolvere o dei maschi da sterminare non so...
Anni fa quando non dormivo, facevo ricerche sull'internet, ho scoperto che fine abbiano fatto le Tatú, ho scoperto l'etimologia della parola famiglia, ho scoperto che l'orgasmo di un maiale dura 30 minuti(so in cosa rinascere), poi è arrivata la fase degli acquisti compulsivi, roba di bellezza e trucchi che non avrei mai usato, vestiti taglia s che non avrei mai usato, bijoux confezionati dai watussi del Michigan che non avrei mai usato. Ma stamattina ho capito davvero cosa voglia dire invecchiare quando mi sono ricordata che stanotte, durante l'ennesima ora di insonnia, ho tentato di prenotare una risonanza magnetica per la diastasi. Non tenendo conto che avevo a che fare con la Regione Liguria.
Meglio continuare a sapere che fine ha fatto Luca Dirisio.
Alé
Buona giornata!
ph. Donato Aquaro
Canzone del post. https://youtu.be/UtF6Jej8yb4
Reeeeepost
Allegro con Biro - il blog di Sara Tassara Emiliano Miliucci
( Son già passati due anni)
MANUALE DI SOPRAVVIVENZA PER UOMINI
Chi ha esperienze di relazioni di coppia di Medio lungo periodo lo sa:
Ci sono cose che un uomo, non deve fare.
MAI.
L’uomo non deve chiedere, MAI.
Sì, come il machissimo spot anni ’80 della Denim.
Non deve mai chiedere cosa c’è per cena.
Deve solo mugolare di soddisfazione, qualunque cosa lei ti metta nel piatto, fossero anche i 4 salti in padella diventati 4 santi perché da chissà quanto erano in freezer.
Non deve chiedere mai a lei in quale ristorante preferisce cenare.
Deve saperlo.
Deve sapere quale è il suo locale preferito, il suo cibo preferito, di cosa ha voglia quella sera, solo leggendole nella mente.
L’uomo deve essere deciso, non deve titubare. In macchina, mentre aggiusta una finestra, mentre fa il sugo, mentre fa sesso.
“Scusa, posso toccarti le t***e“ non è contemplato.
E deve sganciare il reggiseno con una mano sola.
Possibilimente con il rapido tocco di Joey.
L’uomo non deve esitare, MAI.
Se lei ti chiede se è ingrassata.
Se lei ti chiede se tizia ha le t***e più grosse o il sedere più bello.
La risposta dev' essere pronta, ferma, priva di ogni indugio.
Nell’ordine:
Assolutamente no
Ma nooooo. (Attenzione alle o non devono essere troppe ma nemmeno poche. Lei se ne accorgerà.)
Nel dubbio, “amore mio tu sei stupenda, stasera cucino il tuo piatto preferito” va bene sempre.
Se lei ti chiede com’è il vestito che ha appena indossato, come sta con il nuovo taglio di capelli o con i suoi nuovi occhiali, puntate sul desiderio carnale.
“Amore mi fai un sangue che non hai idea”, “amore ti sba***rei come un uovo” ”amore andiamo in camerino e facciamo vedere al mondo le nostre natiche”.
Lei dirà che sei scemo, ma poi si sentirà lusingata e si dimenticherà di qualsiasi conferma chiesta prima.
Tutto ciò però non vale se lei è di fretta.
Se lei è di fretta perché, ha qualche impegno, dovrete avvicinarvi, darle un bacio veloce e casto sulle labbra, scostarsi e dirle :“sei la donna più bella che abbia mai visto e io sono l’uomo più fortunato del mondo. Vuoi che ti accompagni al tuo appuntamento così non prendi freddo?”
Risposta perfetta in molte occasioni.
(Attenzione: cambiare la parola “freddo” in “caldo” a seconda delle stagioni.)
Se dovete aspettare la vostra partner da qualche parte, appena la scorgete, non andatele incontro correndo, a meno che non siano 8 mesi che non la vedete, ma non statevene neanche in macchina, anche se ci sono meno 8 gradi o più 45 e non state al telefono a discutere di chissà cosa anche se fosse per lavoro. Lei è la vostra priorità.
Potrete star in auto per un po’ ad attenderla, ma appena la scorgete, uscite, poggiate il vostro c**o alla portiera e mostratele il più bel sorriso appena incrocia il vostro sguardo come a dire “ è tutta la vita che ti aspetto “.
Quando litigate, lei ha sempre ragione, anche quando ha torto.
Ha ragione a prescindere, quindi per controba***re ad ogni suo rimbrotto, rispondete “Si amore, è come dici tu…” e ricacciatevi in gola il “però…” che certamente stavate per aggiungere in fondo alla frase.
Se lei ti dice con voce tremula “amore, ma perché non riesco a dimagrire!”, mentre addenta il terzo bignè con aria da Rosalina di FabioConcatiana memoria, tu non ridere.
Non avvicinarti ad abbracciarla
Non rispondere “io ho appena perso 2 kg” mentre ti scofani un hamburger
Non dire “hai provato a pesarti dopo aver fatto la c***a? Con me funziona!”
Non guardarla con gli occhi sconsolati.
Non dirle “eh sai anche io ho preso qualche chilo”.
Quest’ultima affermazione potrebbe davvero condurvi a morte certa e dolorosa.
E sappiate che una donna ha sempre un’amica che sa come far sparire un ca****re e creare l’alibi perfetto.
E spesso quell’amica è lei.
Mai dire “pensavo lo volessi”, “pensavo ti piacesse”, “pensavo”.
Voi non potete pensare per loro.
Voi non potete pensare.
Punto.
Se al ristorante a fine cena ordinate il dolce e lei dice “no grazie, sono piena. Magari ne mangio un po’ del tuo.”
Voi abbozzate con un sorriso, e allungate 50€ al cameriere perché vi faccia una porzione doppia di torta al cioccolato.
Se lei esordisce con “dobbiamo parlare”, sorridete, abbassate il tablet o il cellulare, fatele posto sul divano e rispondete “Vieni qui amore, siediti vicino a me e raccontami.”
Da quel momento potete mettere il cervello in modalità Homer Simpson, e solo quando lei ha finito di parlare concludere con un “Certo amore, è così”.
Che fa fine e non impegna.
Ma se per caso dovesse proseguire con un “però tu adesso dimmi la verità…”, ecco a quel punto un’opzione valida potrebbe essere prenotare un biglietto aereo solo andata per lo Yemen, perché è chiaro che lei la verità la conosce già da almeno tre giorni.
Se lei ha il ciclo, non fateglielo notare con battute becere, mettetele la sua serie tv preferita, una brioche al cioccolato in una mano e un fazzoletto nell’altra e non rompetele i co****ni.
Se lei invece rompe i co****ni, chiedere “ma ti devono ve**re?” non migliorerà la situazione.
Si chiama “ciclo” non a caso, perché nel giro di pochi minuti il nostro umore può variare dagli istinti omicidi, al sesso animalesco, alla voglia di coccole per concludersi con una depressione perché la tazzina di caffè è sbeccata.
Siamo così, dolcemente complicate, e non ci voleva la Mannoia a ricordarcelo.
“Hai pulito casa”, “che buon profumo da mangiare”, “hai cambiato ammorbidente? “, “sei andata dalla parrucchiera”, “ho letto il tuo intervento in quella pagina Facebook sui no Vax e sei stata straordinaria”, “sei bellissima”, “ma sei dimagrita?”, “ti ho comprato il gelato preferito”, “ho visto un vestito che sarebbe perfetto per te”, “passo a prenderti in macchina”, “belin, volevo mettere quel chiodo ma ci hai già pensato tu, arrivo sempre tardi vero?“ ma soprattutto “non ti preoccupare ci penso io” in un mondo in cui, soprattutto, della famiglia, figli, scuola, casa, libri, auto, fogli di giornale, ci pensa lei, fa mettere a posto un po’ quel caos storico socio esistenziale che per anni ci ha messo in secondo piano, regalandoci di nuovo, il nostro posto giusto, quello in cui, abbiamo sempre ragione. Fatevene una ragione.
Nessun uomo è stato maltrattato per la stesura di questo post.
Non ringraziateci, dovere.
Canzone del post
https://youtu.be/Q4moA9XszR8
(Questo post è stato scritto a quattro mani da me e Allegro con Biro - il blog di Sara Tassara , su ispirazione di un paio
di uomini che non citerò, che alla veneranda età di svzanta anni non hanno ancora capito un c***o delle donne, vero Manuel Bova e Miliucci?)
Alé
ph. OfficineCalzeLunghe
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