Movimento Beni Comuni - Milano
Unisciti a Noi !
Il Movimento per i beni comuni (Milano) è un soggetto civico pluralista che agisce per la tutela e la valorizzazione dei Beni Comuni del nostro territorio combinando l’azione giuridica , culturale e politica .
"La città non può essere delle macchine"
Oggi pubblichiamo un articolo molto puntuale che pone la domanda se lo spazio pubblico sia cultura. Noi rispondiamo ovviamente di sì, visto che è sulla costruzione della cultura della mobilità che da anni lavoriamo.
Nonostante sia agli occhi di tutti che quando si libera uno spazio dalle auto questo viene immediatamente riempito di persone, nella realtà di tutti i giorni non riusciamo ad immaginare uno scenario diverso. Perchè la cultura delle auto non conosce declino, nonostante le gravi conseguenze sulla nostra qualità di vita.
Quindi sì, dobbiamo costruire la consapevolezza che lo spazio pubblico è lo spazio della comunità, dell’interazione, dell’incontro. Lo spazio a misura di persona, di bambino, di anziano e di tutti. “La città non può essere delle macchine” dice l’articolo. E’ urgente costruire una cultura di comunità e di restituire identità alle nostre città e ci vuole appunto consapevolezza di quanto stiamo perdendo vivendo dentro parcheggi a cielo aperto.
Qui l'articolo completo: https://www.genitoriantismog.it/lo-spazio-pubblico-e-cultura/
Siamo primi !
La (triste) classifica delle 10 città più inquinate d’Italia Una nuova indagine condotta da Ener2Crowd ci rivela quali sono le città italiane con il tasso d’inquinamento più elevato: alcune sono insospettabili.
Berlino - "Politici che discutono sul cambiamento climatico" di Isaac Cordal (1974 -Pontevedra, Spagna)
Il cambiamento climatico e i mali del capitalismo sono spesso citati come due delle più grandi minacce per la società, ma molti di noi hanno difficoltà a immaginare minacce così lontane. L'artista Issac Cordal ci offre una nuova prospettiva su questi problemi attraverso la sua provocatoria serie di piccole sculture in cemento che sfidano la nostra visione della società. Organizzate con cura senza la necessità di esposizione, queste scene miniaturizzate sono spesso organizzate come interventi di street art site-specific.
da inhabitat
Guerra e crisi climatica. I governi sono fuori di testa
Di Guido Viale
I governi di quasi tutto il mondo (quelli grandi e importanti come quelli piccoli e insignificanti, compreso chi governa una grande o piccola banda armata) marciano come sonnambuli verso una guerra mondiale sempre meno “a pezzi”, sempre più prossima a una conflagrazione generale. Irresponsabili e criminali.
Ma marciano anche, doppiamente irresponsabili e doppiamente criminali, verso una catastrofe climatica e ambientale irreversibile… Il dilemma sembra ormai solo quello di vedere quale di quei due eventi si realizzerà per primo, rendendo superfluo l’avvento dell’altro.
E’ vero però anche il contrario: se nell’affrontare la crisi climatica e ambientale, il cui decorso è noto ai governi di tutto il mondo da almeno 30 anni (Vertice di Rio: 1992), fossero state impegnate tutte le risorse economiche, tecnologiche e “umane” spese per le armi – ormai oltre i 2.000 miliardi di dollari all’anno – quella marcia insensata verso la guerra si sarebbe arrestata: perché un processo non si può combatterlo e accelerarlo contemporaneamente. Così, entrambe le catastrofi sarebbero state messe in mora.
Si parla da tempo della necessità di una Costituzione della Terra, ma una costituzione non può essere solo un insieme di norme. Deve essere innanzitutto un progetto condiviso, che oggi non può essere che l’impegno di tutte le risorse disponibili, situazione per situazione, per arginare il decorso della crisi climatica e ambientale: una cosa che non può essere fatta solo da alcuni, perché richiede il concorso di tutti. Questa è l’unica vera urgenza del nostro tempo: quella da cui dipendono tutte le altre, a partire dalla lotta contro le gigantesche diseguaglianze economiche e sociali.
Tutti, tranne i cretini e i politici in malafede, danno ormai per certa la crisi ambientale in corso, ma nessuno, né al vertice né alla base della piramide sociale mondiale, ritiene di avere la possibilità, o che valga la pena, di impegnare veramente tutte le proprie risorse per affrontarla. Bisogna innanzitutto salvaguardare l’economia! Cioè questa economia: la crescita, lo sviluppo, l’accumulazione del capitale. E varare, per poi magari ritirarle subito dopo, solo le misure ritenute compatibili con l’economia, con la conseguenza di renderle inefficaci e inutili, di danneggiare alcuni e inimicarsi altri e di lasciare così campo libero alla guerra: è la vicenda, tra le altre, dell’European Green Deal. Così la corsa verso il baratro procede a ritmo sempre più accelerato.
Anche quando la crisi climatica e ambientale planetaria colpisce nel vivo, e sempre più spesso un territorio che abitiamo o una regione lontana, su cui comunque ci informano i telegiornali – con un uragano, un’alluvione, la siccità, l’erosione della costa, la scomparsa di un ghiacciaio, un’ondata di calore, un incendio incontrollabile, la scomparsa di una o di tante specie – nessuno fa lo sforzo di collegare questi fenomeni a una tendenza generale, per capire come cambierà la nostra vita mano a mano che questi eventi si faranno più frequenti e più gravi.
I nostri e gli altrui politici vivono nel presente come se mentre i territori franano, si allagano, si disseccano o bruciano, tutto potesse e dovesse continuare come sempre. Vivono dentro una bolla e ciascuno ha la sua: chi pensa a nuove autostrade, nuovi porti, nuovi ponti, nuove grandi opere, nuovi grandi eventi e chi a nuove auto, nuove barche, nuove crociere, nuove vacanze esotiche, nuove case ai monti o al mare. Senza tener conto delle persone – qui milioni; nel mondo già miliardi – che da tutte queste cose, e da altre ancora, a partire dalla possibilità di sopravvivere, vengono lasciate indietro…
E’ la bancarotta totale delle classi dirigenti di tutto il mondo, cresciute nel clima di un neoliberismo condiviso o imposto: una bancarotta che rende evidente la necessità di un radicale ricambio generazionale che lasci il passo a coloro che sanno di essere le vittime designate della loro inerzia o delle loro complicità.
Neanche ai pochi intellettuali con le cui opinioni spesso concordo capita mai di esprimersi sulla crisi climatica e ambientale: si limitano, a volte, a nominarla in una lunga lista di problemi. Vivono anche loro nella bolla che questa crisi non riesce a forare.
La deflagrazione delle guerre e la crisi climatica sembrano riflettersi sulla percezione che abbiamo delle nostre vite solo attraverso le migrazioni, con la pressione di un numero crescente di profughi cacciati da terre rese invivibili.
Non ci si rende conto che i “flussi” che investono oggi il mondo sviluppato sono solo l’anticipazione di uno tsunami destinato a mettere in moto verso l’emisfero settentrionale, nel giro dei prossimi decenni, miliardi di esseri umani. E che le difese che oggi vengono apprestate contro quello tsunami – dalle destre, in modo ostentato e da tutti gli altri in forme sopite, ma sostanzialmente con gli stessi mezzi e gli stessi obiettivi – sono votate a trasformare le mete di quei viaggi in “fortezze” occupate da popolazioni sempre più vecchie e incapaci di badare a se stesse. Ma anche sempre più isolate e odiate dal resto del mondo, sempre più impegnate a gestire un’impossibile difesa del proprio stile di vita “non negoziabile” con una guerra di sterminio praticata spostando sempre più in là le proprie frontiere. E con esse i confini di un mondo consegnato per questo a bande che lo rendono inabitabile per tutti, compresi coloro che oggi sono là solo per sfruttarlo meglio. Come sono già oggi la Libia, la Siria, il Sudan, il Congo, ecc.
Ma anche trasformando l’accoglienza resa ineludibile dalla nostra senescenza biologica e spirituale in un regime di apartheid si svilupperanno focolai di conflitti etnici e sociali che renderanno anche da noi la vita quotidiana di tutti sempre più sgradevole e feroce.
E’ inevitabile che tutte le manifestazioni della crisi climatica e ambientale già note siano destinate a crescere e ad approfondirsi, anche se i governi invertissero la rotta domani, cosa che non faranno. Ciò pone all’ordine del giorno, al di là degli ipocriti programmi di mitigazione varati e rimangiati dai governi, gli obiettivi dell’adattamento alle condizioni sempre più ostiche in cui si verranno a trovare gli abitanti di ogni territorio nei decenni a ve**re.
Le misure per l’adattamento sono il nesso che può collegare il globale (la crisi climatica e ambientale planetaria) e il locale (le condizioni della coesistenza in un ambiente manomesso), l’inerzia dei governi e l’attivismo di comunità grandi e piccole che si auto-organizzano, come già oggi succede nei territori colpiti da un disastro ambientale: per garantire comunque livelli essenziali di mobilità, di approvvigionamento, di produzione, di funzionamento delle reti – energia, telecomunicazioni, acque, rifiuti – di gestione comune dell’ordine pubblico, ecc.
In questa prospettiva, una vera accoglienza dei profughi orientata alla piena valorizzazione della loro presenza, delle loro culture, del loro lavoro e dei loro collegamenti con le comunità e i territori di origine, può riprodursi e moltiplicarsi a livello regionale, nazionale e continentale. Oggi, come alternativa praticabile alla guerra ai migranti, costosa, inconcludente, ipocrita e criminale, quella che le destre sbandierano senza saperne né poterne ve**re a capo. Domani, per garantire la convivenza tra mondi destinati altrimenti a distruggersi
Guido Vale
COMUNICATO STAMPA
Studentati extra lusso.
L’ennesima presa in giro da parte dell'assessorato alla casa e uno schiaffo in faccia al diritto allo studio degli studenti fuori sede.
Gli studenti hanno protestato per mesi alloggiati nelle tende davanti al Politecnico contro il caro affitti a Milano e la risposta del Comune non si è fatta attendere.
L’Amministrazione comunale ha concesso a Coima volumetrie in centro città per costruire un villaggio olimpico che dovrebbe ospitare 1.400 atleti olimpici e paraolimpici con un consumo di suolo di 40.000mq.
Con la promessa di essere riconvertito in studentato, per "un aiuto al diritto allo studio" e per avere "nuovi spazi a prezzi bassi per gli studenti" è stata firmata una convenzione che parrebbe degna delle politiche abitative perpetuate in questi anni.
Stiamo parlando di gentrificazione applicata agli universitari: mini alloggi che vanno da 740 € per una stanza doppia a 1.000 per una singola con una gestione diretta da parte di Coima assicurata per 30 anni.
Se la notizia fosse confermata, ci chiediamo con che coraggio Coima ha presentato un piano per compensare i circa 40 milioni di extra costi alle autorità competenti (i Ministeri, il Comune e la Regione) dopo che a marzo Cassa Depositi e Prestiti ha investito altri 50 milioni di € nell’operazione immobiliare.
Oltre al danno pure la beffa.
Altro che "uno spazio primario per che diventerà poi un bene restituito alla comunità cittadina".
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà agli studenti fuori sede per questa ennesima presa in giro da parte dell'assessorato alla casa a guida Maran e ci auguriamo che tale convenzione venga immediatamente rivista a favore del diritto allo studio con affitti sostenibili per gli universitari.
Facciamo l'appello
Schierarsi - Milano
Movimento Beni Comuni - Milano
Rete Ambiente Lombardia
Coordinamento Democrazia Costituzionale - Milano
Forestami e poi Dimenticami?
Che ne sarà di Città Studi?
Lambrate-Rubattino Riparte
Salviamo il Parco Bassini
Comitato la Goccia
Comitato Milanese Acquapubblica - CMA
Parco Piazza d’Armi Le Giardiniere, Milano
Amici Parco Nord - Associazione
Comitato Difesa Ambiente Milano Zona 5
Forum civico metropolitano
ComitatoAlberiperMilano
E poi sarebbero gli africani gli arretrati ?
I nostri politici non dovrebbero pensare ad altro!
SIAMO TUTTI BARBACETTO
Firma la petizione https://chng.it/68srB6nxSk
Apprendiamo da notizie stampa della denuncia per diffamazione e risarcimento danni della Giunta di Milano, verso il giornalista Gianni Barbacetto de Il Fatto Quotidiano.
La denuncia verte su supposte diffamazioni via social, in merito a giudizi o vignette inerenti la politica urbanistica del Comune, politica urbanistica peraltro sotto la lente della Procura di Milano con procedimenti in corso e rinvii a giudizio.
Conosciamo e apprezziamo l’impegno di Gianni Barbacetto, che facendo onore alla sua professione, ha contribuito a che fossero note le denunce della cittadinanza milanese e dei comitati che da anni si battono contro scelte di urbanistica che deturpano ampie aree della città, ed oggettivamente finiscono per favorire alcune spregiudicate operazioni immobiliari a vantaggio di alcuni costruttori e a danno dell'interesse collettivo. Nel merito su questo la Magistratura sta già indagando e farà il suo corso, come peraltro anche la Corte dei Conti che valuterà la sussistenza dei danni erariali nel frattempo denunciati.
Pensiamo in ogni caso che l’Amministrazione Sala, compia un grave errore denunciando un giornalista che svolge il suo lavoro.
Troviamo particolarmente inspiegabile che tale denuncia sia fatta “ad personam” e non in quanto giornalista. È un metodo che mai avremmo pensato possibile a Milano. Con i giornalisti critici e la cittadinanza ci si confronta e non si cerca di "intimidire" pensando e sperando di zittire.
Chiediamo quindi alla Giunta Comunale di ritirare responsabilmente tale denuncia.
Chiediamo alle forze politiche democratiche del Consiglio Comunale di agire con altrettanta responsabilità e saggezza per arrivare a tale ritiro.
PRIMI FIRMATARI:
Patrizia Bedori, Gianni Belli, Adriana Berra, Anna Camposampiero, Valerio Calzone, Veronica Dini, Mattia Gatti, Gabriele Mariani, Lorenzo Murray, Irene Pizzocchero, Matteo Prencipe, Lucia Tozzi, Basilio Rizzo
https://chng.it/68srB6nxSk
Siamo tutti Barbacetto !
Giusto provare con i disegni per far comprendere ai più recalcitranti la verità sulle polveri sottili causate dal traffico veicolare
"Tutti gli occhi puntati su Rafah": questa è la frase che milioni di utenti in tutto il mondo stanno condividendo sulle piattaforme social ⬇️
…E ancora più sconcertante è che l’1% più ricco, un gruppo composto da soli 600mila individui, genera una quota di emissioni pari ai 12 milioni di italiani più poveri.
Questo è il capitalismo!
Crescere sempre più senza devastare l’ambiente?
Impossibile: anche se aumenta l’efficienza, questa può persino produrre un consumo di energia maggiore. Le rinnovabili? Non risolvono il problema se vanno solo a coprire un aumento generale dell’energia. E con una economia in continua espansione, non ci salverà neanche l’economia circolare. Ecco perché, secondo Riccardo Mastini, ricercatore in Economia ecologica al Politecnico di Milano, la soluzione è un’altra. Cioè la decrescita, che non è recessione ma “una riduzione pianificata del consumo di energia e risorse naturali”. Accompagnata, anche, dalla tassazione di chi inquina di più: ovvero, al di là delle ideologie, di chi detiene grandi patrimoni.
L’ideologia della crescita verde è basata sull’assunto che vi possa essere un ‘disaccoppiamento assoluto’ fra Pil e impatti ambientali, ossia una situazione nella quale mentre il Pil cresce gli impatti ambientali diminuiscono. Tuttavia le evidenze scientifiche sono sempre più inconfutabili: non ci sono prove empiriche per supportare l’esistenza di un disaccoppiamento della crescita economica dagli impatti ambientali.
Ad esempio, gli incrementi di efficienza delle automobili comportano una riduzione nella spesa per l’energia che le alimenta (sia questa benzina o elettricità) e tale risparmio può indurre il guidatore a utilizzare più frequentemente l’automobile o a percorrere maggiori distanze, oppure può indurre le persone a spendere i soldi risparmiati per acquistare beni o servizi che a loro volta consumano energia, come ad esempio un biglietto aereo per un weekend all’estero. Ma, anche: automobili più efficienti rafforzano un sistema dei trasporti basato sull’automobile a spese di alternative più ecologiche come il trasporto pubblico e le biciclette.
Le soluzioni tecnologiche a un problema ambientale possono spesso peggiorarne altri o crearne di nuovi. Ad esempio, la produzione di biocombustibili può esacerbare la deforestazione in zone tropicali. Dobbiamo avere chiaro il fatto che sostituire un impatto ambientale con un altro non è un modo di risolvere la crisi ecologica.
Ad oggi l’economia globale necessita di circa 100 gigatonnellate di materie prime ogni anno per produrre tutti i beni e servizi sul mercato. Nel 2023 il riciclo forniva solo l’8% di tutte queste materie prime, il restante 92% erano risorse vergini estratte dagli ecosistemi. I processi di riciclo generalmente richiedono ancora una quantità elevata di energia e materie prime. È un cerchio che non si può chiudere.
L’uso di fonti rinnovabili non sta sostituendo l’uso di combustibili fossili, ma piuttosto si sta sommando a esso. A livello globale produciamo 8 miliardi di megawattora di energia rinnovabile in più rispetto a quanta ne producevamo nell’anno 2000. Ma esattamente nello stesso arco temporale, ossia dal 2000 ad oggi, la crescita economica ha fatto aumentare la domanda di energia a livello globale di 48 miliardi di megawattora. In altre parole, tutta l’energia rinnovabile che produciamo in più ogni anno rispetto al 2000 copre solo una piccola parte dell’incremento complessivo del consumo energetico. Decarbonizzare la nostra società significa innanzitutto ridurre l’uso aggregato di energia.
Sebbene il Pil italiano sia cresciuto di circa il 25% dal 1988 ad oggi, il 70% degli italiani non ha goduto di alcun incremento nel proprio reddito in termini reali. Questo perché i più ricchi si sono accaparrati la stragrande maggioranza di tale crescita. Siamo stati disposti a sacrificare la nostra salute, i nostri diritti come lavoratori, il tempo libero, siamo stati disposti ad accettare lo smantellamento dello stato sociale in nome del rilancio della crescita economica. Una crescita considerata misura del benessere collettivo mentre in verità sacrifica le vite di molti per il profitto di pochi.
Il censo è la singola variabile con la più stretta correlazione con l’impronta ecologica di un individuo. Focalizzandoci sul cambiamento climatico, scopriamo che in Italia il 10% più ricco è responsabile per una quota di emissioni pari a quella del 50% più povero. E ancora più sconcertante è che l’1% più ricco, un gruppo composto da soli 600mila individui, genera una quota di emissioni pari ai 12 milioni di italiani più poveri.
Questo è il capitalismo!
Oggi alle 17.30!
Riguardo a ieri sera…
Cittadini in piazza contro la norma salva-Milano: «Colpo di spugna vergognoso». IL VIDEO Flash mob dei cittadini dei comitati civici e ambientalisti milanesi davanti a Palazzo di Giustizia nella giornata odierna, mercoledì 22 maggio, per protestare contro la norma salva-Milano: non intendono infatti «lasciar passare sotto silenzio un fatto gravissimo per la città, se verrà approvata...
"L’amministrazione comunale ora non deve più rispondere a delle percezioni ma a dei numeri. Può decidere di fare finta di nulla oppure può sfruttare questo dato per pianificare il superamento di uno scempio che non ha eguali in nessuna altra città occidentale a cui Milano ambisce confrontarsi. I cittadini, anche organizzando una iniziativa di scala straordinaria come questa, hanno già detto la loro: non se ne può più".
Oltre 64mila auto in sosta vietata: cosa ho visto mappando le strade di Milano Duemila persone, 800 squadre, video tutorial impeccabili, organizzazione da grande corporation multinazionale, una app progettata alla perfezione. La pazienza contro la sosta selvaggia è terminata
Facciamo due conti : 5 milioni al giorno per 365 giorni sono oltre 1 miliardo e mezzo (1.500.000.000 €!!!) che potrebbero servire per il trasporto pubblico universale e gratuito…
più attiviEuropa Verde - Verdi MilanoAnpi ATM MilanoMilano InMovimentola Repubblica MilanoMilano in ComuneRete Ambiente LombardiaRete dei Comitati della Città Metropolitana di MilanoIo Amo MilanoCoordinamento Democrazia Costituzionale - MilanoTgcom24Corriere MilanoFFF MilanoPD BusseroResidenti in Piazza Santa Maria del Suffragio - Milano - Social StreetForestami e poi Dimenticami?Fridays For Future MilanoMovimento Diritti dei PedoniCritical Mass MilanoSchierarsi - MilanoLorenzo MurrayFacciamo l'appelloPatrizia Bedori
La data. Oggi è l’“Overshoot day” per l’Italia: finite le risorse naturali per l’anno
https://www.avve**re.it/attualita/pagine/la-dataoggi-e-l-overshoot-day-per-l-italila-fini?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR0n871ZoNcmwwkl9JS2PJOwBfM9NPjW2h2VAl76LDkMJGcfVxenSjFPMTA_aem_AUPyzuc2XT9BUcJQc2O5Nm6--IRCNRZ2Cea7C0ZA5k_6giTAqVjzacdpzJ3Ti1Mq_UzW7hdiLFIKVbZm1JYtfYeI
La data. Oggi è l’“Overshoot day” per l’Italia: finite le risorse naturali per l’anno È il giorno del sovrasfruttamento: da questo momento siamo in deficit ecologico, terminano le risorse in grado di rigenerarsi naturalmente in un anno e iniziamo a usare le fonti dell’anno prossimo
Auto sui marciapiedi, agli incroci, nelle aiuole. A Milano la prima mappatura della sosta selvaggia: “Una giungla, restituiamo lo spazio alle persone”
Auto sui marciapiedi, agli incroci, nelle aiuole. A Milano la prima mappatura della sosta selvaggia: "Una giungla, restituiamo lo spazio alle persone" - Il Fatto Quotidiano 2500 cittadini hanno setacciato la città per fare una mappa della "sosta selvaggia" e i risultati sono sconfortanti: le auto sono ovunque. "È una questione di sicurezza e di giustizia sociale. Dobbiamo restituire restituire lo spazio pubblico alle persone"
Una ecatombe :
Oltre ai 1.600 morti per l’effetto delle polveri, ve ne sono altri 1.400 per l’effetto del biossido d’azoto. Quindi questa mobilità costa 3.000 morti all’anno solo a Milano!!
Carlo MonguzziMilano in ComuneGabriella Bruschila Repubblica MilanoMilano InMovimentoCorriere MilanoIo Amo MilanoVeronica DiniAnpi ATM MilanoEuropa Verde - Verdi MilanoRete Ambiente LombardiaFFF MilanoRete dei Comitati della Città Metropolitana di MilanoResidenti in Piazza Santa Maria del Suffragio - Milano - Social StreetCritical Mass MilanoSchierarsi - MilanoMovimento Diritti dei PedoniFridays For Future MilanoForestami e poi Dimenticami?Lorenzo MurrayComitato Difesa Ambiente Zona 5PD BusseroPatrizia BedoriCoordinamento Democrazia Costituzionale - MilanoTgcom24
Ci si sorprende poi che ci siano polveri sottili ed esondazioni
Ecco le altre italiane in classifica, tempo e soldi spesi per gli ingorghi, orari e giorni peggiori
➡️ mdst.it/3UWuC8b
L’automobilismo è una ideologia nefasta.
Le nostre non sono profezie di sventura, bensì adesione alle analisi scientifiche.
COMUNICATO STAMPA
Finalmente a Milano interviene la Procura
La Rete dei comitati esprime il proprio apprezzamento sul lavoro della Procura in merito alla deriva urbanistica milanese
La notizia del sequestro di un cantiere nel quartiere Isola, dove in un cortile di via Lepontina si sta costruendo un palazzo di sette piani al posto del fabbricato di due piani preesistenti, lascia sgomenti.
Il progetto incriminato prevede la costruzione di un nuovo edificio residenziale a torre di 7 piani (21,95 metri) per 61 appartamenti.
Il motivo del sequestro sta nel fatto che è stato approvato dal Comune come semplice ristrutturazione, quindi con una dichiarazione amministrativa SCIA, Segnalazione Certificata di Inizio Attività, invece di essere classificato come nuova costruzione.
Sia la Procura che il GIP affermano chiaramente, nel contestare le violazioni, che non si tratta di difficoltà di interpretazione delle norme, come dichiarato dagli indagati, ma di norme effettivamente stabilite per essere aggirate. Si parla di “deliberata torsione dei principi basilari delle leggi”.
Alcuni componenti della Commissione Paesaggio, si legge nel provvedimento, sarebbero anche in situazione di conflitto di interesse, il che potrebbe aver influito sulle loro valutazioni e sulle loro decisioni.
Inoltre, la Procura evidenzia che non c’è stata una pianificazione urbanistica attuativa per compensare gli standard dei residenti attuali.
Questo modo di operare ricade sulla città intera, in termini di carico urbanistico abnorme, distruzione del poco verde rimasto, aria irrespirabile.
Tutto il nostro apprezzamento va quindi espresso per il lavoro della Procura.
La Rete dei comitati ha più volte denunciato questa deriva e, finalmente, anche la Procura ha aperto nuove finestre sull’urbanistica a Milano.
Chiediamo che vengano garantite legalità e trasparenza, che ci si assuma le proprie responsabilità e non si implori una sanatoria salva grattacieli da parte del Governo. Milano non si merita questo.
Chi governa la città deve farlo nel rispetto degli interessi delle cittadine e dei cittadini e non solo di quelli degli immobiliaristi e della finanza. O vogliamo che continui a essere solo la magistratura a ricordarci che le leggi e la legalità vanno rispettate?
Poiché a Milano è allo studio proprio la revisione del PGT, Piano di Governo del Territorio, riteniamo che questo sia l’appuntamento fondamentale per ridare corso al rispetto delle leggi e restituire dignità a questa città.
Rete dei comitati della città metropolitana di Milano
Milano 9 Maggio 2024
Piccolo quiz del Lunedì con cui iniziare bene la settimana: nella foto c’è qualcuno che non sta rispettando le regole della strada.
Indizio: ha più di diciott’anni!
Il Comune di Milano decide lo sfalcio ridotto delle aree verdi "per tutelare la biodiversità". Ok, benissimo. Ma le auto che infestano ogni quartiere in sosta vietata rimangono, invece?
L'editoriale di Massimiliano Tonelli ✒️
Non tagliamo l'erba per l'ambiente, ma i parcheggi selvaggi ci vanno benissimo La giunta decide lo sfalcio ridotto delle aree verdi per "tutelare la biodiversità". Come mai la città continua a essere disseminata di aree verdi sulle quali viene tollerato il parcheggio abusivo di decine di migliaia di autovetture ogni giorno?
Clicca qui per richiedere la tua inserzione sponsorizzata.
Video (vedi tutte)
Digitare
Sito Web
Indirizzo
Milan
Via Brusuglio 70
Milan, 20131
Circolo di Milano dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti
Piazza Ospedale Maggiore, 3
Milan, 20162
Centro Clinico per la presa in carico di persone affette da patologie neuromuscolari quali la distrofia muscolare, la SMA, la SLA. ONLUS con sede presso l'AO Niguarda di Milano. Pe...
Milan
La Fondazione Maimeri e’ nata nel 1997 in nome di Gianni Maimeri La Fondazione organizza mostre ed eventi per divulgare l’opera di artisti nazionali ed internazionali
Via Marsala 9
Milan, 20121
DESTINA IL 5 x 1000 ALL'ANA indicando nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale 97329810150
Via Legnone 4
Milan, 20158
Recuperiamo eccedenze dalla filiera alimentare e le ridistribuiamo gratuitamente a strutture caritative in Italia.
Via Virtuvio 41
Milan, 20124
Da più di cent'anni siamo al Gonzaga per aiutare chi ne ha bisogno con viveri, vestiti e ascolto. o
Via Canonica 72
Milan, 20154
Fondata nel 2004 con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita di bambini ed adolescenti in difficoltà, sia in Italia che all’estero, in particolare in Romania. Ufficio virtu...
Via Boccaccio 32
Milan, 20123
Tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale della Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli. www.fondazionecarlocolla.it
Corso Magenta, 46
Milan, 20123
Fonte di Speranza è attiva nei paesi più poveri del mondo con progetti a favore di donne e bambini.
Via Andrea Salaino, 7
Milan, 20144
Dal 1979 accogliamo e curiamo minori vittime di abusi e maltrattamenti e offriamo un importante sostegno alle loro famiglie in crisi.