Associazione San Francesco Onlus

Pagina ufficiale dell'Associazione San Francesco Onlus di Modena.

23/08/2024

NATUZZA EVOLO
I MIRACOLI DI UNA VITA

Ricorre oggi il 23 agosto 2024 il 100° anniversario della nascita della serva di Dio Natuzza Evolo.

“Mamma Natuzza trascorre una quotidianità ordinaria, straordinariamente protesa alle necessità dei più bisognosi. La Vergine Maria le preannuncia a Paravati la costituzione della Villa della Gioia”. Una cittadella che, a completamento, sarà costituita da una casa per anziani, un centro per la riabilitazione, un grande auditorium e un hospice, strutture che faranno da corona alla chiesa.

“La chiesa, dedicata il 6 agosto del 2022 da mons. Attilio Nostro, vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, è stata elevata, dallo stesso vescovo, a dignità di santuario il 23 agosto nell’occasione del centenario della nascita di Natuzza, durante una solenne celebrazione eucaristica”.
La Fondazione, “sorta per portare a compimento l’opera voluta dalla Madonna, ricorderà il centenario di Natuzza Evolo, nel corso dell’anno dedicato, con una serie di manifestazioni”. Ad aprire le iniziative, già oggi 23 agosto, una mostra fotografica e il 31 agosto alle 18.30 un concerto/testimonianza di lode alla Madonna della corale Theotokos.

CHI ERA NATUZZA EVOLO

Fortunata Evolo, "Mamma Natuzza" come la chiamava chi la conosceva, era nata, in Calabria, a Paravati il 23 agosto 1924, in una realtà desolata e povera dove la crisi agricola che interessava tutto il Sud costringeva molti ad emigrare. Tra questi c’era il padre, Fortunato Evolo, partito per l’Argentina a un mese dalla sua nascita e mai più tornato.

Per questo l’infanzia di Natuzza è stata molto difficile; spesso in casa non c’era nulla da mangiare, neppure un pezzo di pane.
Inoltre la gente mormorava: "Come può la madre di Natuzza, da sola, crescere tutti quei figli nati dopo la partenza del marito?".

Fin da piccolissima, Natuzza sviluppa un istinto protettivo non solo verso i fratelli, di cui riesce a prendersi cura perfettamente durante le assenze della mamma, ma anche verso tutti i piccoli amici.
All’età di 5-6 anni iniziarono per lei una serie di visioni e altri inspiegabili fenomeni come i primi contatti con quella realtà soprannaturale che ne avrebbe pervaso l’intera esistenza, anche se, come molti anni dopo spiegherà lei stessa ai suoi padri spirituali,

non aveva capito che quella bella ragazza che le appariva era la Madonna, mentre aveva sempre sospettato che quel bambino bellissimo che giocava con lei e con i suoi fratellini fosse Gesù.

***
Quando riceve il Sacramento dell’Eucarestia, la bocca le si riempie di sangue; è il primo segno di quelle sofferenze mistiche che cominceranno a manifestarsi di lì a poco sul suo corpo.
Su segnalazione di Vincenzo Cirianni, un massaro di buon cuore, arrivò alla ragazzina la provvidenziale offerta dell’avvocato Silvio Colloca, un affermato professionista della vicina Mileto, il quale aveva bisogno di una collaboratrice domestica per la moglie, Alba.
Natuzza avrebbe avuto vitto e alloggio, più una modesta paga con cui poter aiutare i familiari. Ed è in questa casa che si accentueranno i fenomeni della visione dei defunti, della bilocazione e dei dialoghi con l’Angelo Custode al punto che Natuzza comunica "messaggi" inauditi e impossibili per un’analfabeta.

A far precipitare gli eventi in questa direzione, subentra un fatto nuovo: la Madonna dice a Natuzza che il 26 luglio farà la "morte apparente".

Era il 26 luglio del 1938. Natuzza non comprende il significato della parola "apparente" e avvisa la signora Alba che finalmente raggiungerà il suo Gesù.
Cadrà in un lungo sonno che durerà sette ore, attorniata da tanti medici, che erano là ad aspettare la morte…

Racconterà, al suo risveglio, che si è trovata in Paradiso, al cospetto di Gesù che le chiese di dividersi i compiti: portare a Lui le anime. Amare e compatire. Amare e soffrire.
È il giorno della promessa, il giorno più bello della sua vita, che la segnerà per sempre. Quell’incontro sarà la luce e la forza che animerà di amore ogni suo gesto e l’offerta di tutta la sua vita.
Il 29 giugno del 1940, festa dei Santissimi Pietro e Paolo, mentre Natuzza riceve dal Vescovo monsignor Paolo Albera il sacramento della Cresima, avverte un brivido profondo in tutto il corpo e qualcosa di gelido scorrerle dietro: sulla sua camicia si era disegnata una grande croce di sangue.

Le autorità religiose invitano alla prudenza, mentre la questione viene sottoposta all’attenzione dei medici e dal vescovado di Mileto viene inviata una lettera ad Agostino Gemelli che liquida sbrigativamente la questione consigliando l’isolamento in una casa di cura. Andrà a Reggio Calabria, dove resterà sott’osservazione del Professore Puca per due mesi.

All’uscita dall’ospedale psichiatrico Natuzza si unisce in matrimonio con Pasquale Nicolace nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Natuzza diventerà madre di 5 figli e, diversamente da quanto diagnosticato dal medico, le manifestazioni del sacro continueranno a verificarsi come prima del ricovero e delle cure.

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La vita di Natuzza è stata semplice e umile, povera e nascosta, ma allo stesso tempo straordinaria, per il nascere e crescere di alcuni fenomeni di cui lei è stata ignara spettatrice e docile strumento.
Ha il dono della bilocazione. Vede Gesù, la Madonna, San Francesco di Paola, Padre Pio e altri santi. Vede i defunti e conversa con loro. Ma è la Settimana Santa il periodo in cui le manifestazioni si fanno più intense. Nei giorni che precedono la Pasqua, infatti, la mistica di Paravati rivive sul proprio corpo la Passione del Signore; cade in uno stato di estasi e le stimmate si trasformano a contatto con bende e fazzoletti in testi di preghiere in lingue diverse, ostie ed ostensori, corone di spine e cuori.

Natuzza non era mai andata a scuola, non sapeva né leggere né scrivere.
Fin da bambina ha avuto il dono di vedere e di parlare con l’angelo custode, un bambino di otto/nove anni, che la guidava e la consigliava nel rispondere in lingue straniere, nel diagnosticare malattie con una terminologia medica che solo una persona colta poteva dare.

Fin da ragazza Natuzza capì che la sua missione sarebbe stata quella di dare una parola di conforto alla gente.
Riceve per anni centinaia di persone al giorno. Da lei sono passati tutti: colti, ignoranti, potenti, poveri, religiosi e laici, affidandole sofferenze, angustie, invocando conforto e luce. E lei, facendosi carico delle loro sofferenze, ha dato a tutti una parola di conforto, di speranza e di pace, una risposta certa, il sorriso e la gioia.
In un passato ormai lontano, l’atteggiamento della Chiesa non era favorevole a Natuzza. Svanirà invece la prudente diffidenza delle autorità ecclesiastiche, di fronte all'ottima impressione ricevuta dalla sua vita umile, povera e obbediente.
La tomba di Natuzza è meta di pellegrinaggio. Segno che le sue parole si realizzano quotidianamente: "Quando sarò dall’altra parte farò più rumore".

(biografia a cura della Fondazione Natuzza Evolo)
(foto da zoom 24)

21/08/2024

Un'auto per don Ernesto Marciò

La notizia è riportata dal giornale web Oglio Po news, assai lento nelle zone tra il cremonese e il mantovano.

In questi giorni è stato inviato un messaggio a tutti i residenti di Cividale, Spineda e Rivarolo Mantovano dal Consiglio Pastorale Unitario nonché dai Consigli degli Affari Economici.

Attraverso una lettera infilata nelle casette postali delle varie abitazioni si ricorda che a breve il parroco dei tre paesi, don Ernesto Marciò subirà un trasferimento attraverso un nuovo incarico ricevuto dal Vescovo si Cremona Mons. Antonio Napolioni.

Il sacerdote, si legge nella missiva, in questi anni di permanenza ha percorso circa 350 mila chilometri con la sua vettura e per questo si è pensato di regalargli una nuova automobile considerando che “tutta quella strada l’ha percorsa per la nostra comunità per coprire le distanze che dividono le nostre tre parrocchie“.

L’invito oltre che ai parrocchiani è esteso anche alle aziende, alle attività produttive e commerciali, alle associazioni per partecipare a questa raccolta fondi per dimostrare a don Ernesto la gratitudine per l’impegno e il cuore messi in campo affinché le tre parrocchie si sentissero una unica famiglia Pastorale.

Per l'occasione sono stati aperti tre conti correnti in tutte e tre le parrocchie

20/08/2024

CAMMINARE NEL NOME DI PADRE PIO

Si svolgerà mercoledì 21 e giovedì 22 agosto la XVI edizione del “Cammino a piedi sulla via dei conventi di Padre Pio attraverso i suoi luoghi spirituali”.

Una iniziativa che unisce, in un unico cammino a piedi di oltre 650 km, diverse diocesi tra di loro, cinque Province e tre Regioni attraverso i Comuni dove Padre Pio è vissuto per brevi e lunghi periodi: Pietrelcina, Morcone, Sant’Elia a Pianisi, Campobasso, San Marco La Catola, Serracapriola, Montefusco, Gesualdo, Venafro, Foggia San Giovanni Rotondo e Benevento dove è stato ordinato sacerdote, nel duomo, il 10 agosto 1910.

L’itinerario di questa edizione 2024 partirà, come le altre, dalla chiesetta dell’olmo delle Stimmate di Padre Pio a Piana Romana di Pietrelcina e attraverserà Benevento, Montefusco, Carpignano e Gesualdo.

Il Cammino è promosso ogni anno dall’Associazione “La via dei conventi di Padre Pio” con la collaborazione del Comune di Pietrelcina, del locale convento dei Frati minori cappuccini, della parrocchia “Santa Maria degli Angeli”, dalla locale Pro Loco e dalla Pastorale del turismo della diocesi di Campobasso-Bojano.

Il prossimo anno l’itinerario comprenderà Pietrelcina, San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo. Un itinerario, questo del “Cammino a piedi sulla via dei conventi di Padre Pio attraverso i suoi luoghi spirituali” inserito nell’elenco dei cammini di fede e religiosi della Conferenza episcopale italiana e nel catalogo dei cammini religiosi del turismo patrocinati dai comuni itineranti, dalla Regione Campania e della Provincia di Benevento e Avellino.

(agensir)

13/08/2024

A LE GRAZIE DI CURTATONE TORNANO I MADONNARI

Sarà dedicata alla Divina Commedia la 50ª edizione dell’Incontro nazionale dei madonnari, in programma il 14 e 15 agosto nel borgo di Grazie di Curtatone, in provincia di Mantova. Sono attesi 135 artisti, di cui una quarantina provenienti dall’estero, che sul sagrato del santuario da domani mattina e fino al tramonto di Ferragosto saranno impegnati nella realizzazione delle loro opere. A giudicarle saranno giornalisti, esponenti ecclesiastici, storici dell’arte ed esperti d’arte madonnara.

(Agensir)

25/07/2024

IN AUSTRIA SUONANO LE CAMPANE CONTRO LA FAME NEL M0NDO

Venerdì 26 luglio alle 15:00 nelle parrocchie cattoliche di tutta l’Austria le campane delle chiese suoneranno per cinque minuti in segno di protesta contro la fame nel mondo. Lo ha deciso la Conferenza episcopale austriaca durante l’assemblea generale di giugno. La campagna, lanciata dalla Caritas, intende – nell’ora della morte di Gesù – attirare l’attenzione sul fatto che le persone continuano a morire ogni giorno di fame o per le conseguenze della fame. Allo stesso tempo, il suono della campana vuole invitare all’impegno contro la fame. Le organizzazioni della Caritas diocesana di tutta l’Austria hanno iniziato quest’estate la loro campagna annuale di soccorso contro la fame. In un comunicato stampa, Alexander Bodmann, vicepresidente di Caritas Austria, descrive l’aumento della fame nel mondo come uno degli sviluppi più drammatici degli ultimi decenni: “È una palese ingiustizia che il numero delle persone che soffrono la fame, che diminuiva da 20 anni, ora sono già diversi anni che aumenta di nuovo.” Secondo la Caritas, 783 milioni di persone in tutto il mondo soffrono attualmente di fame cronica, un numero ancora significativamente superiore rispetto a prima della pandemia del coronavirus. La fame colpisce attualmente il 9,2% della popolazione mondiale, rispetto al 7,9% prima della pandemia. Ciò significa che il numero delle persone che vivono in tutta l’Austria è 87 volte superiore. La crisi climatica sta peggiorando drammaticamente la situazione. Bodmann: “Con il suono annuale delle campane contro la fame, vogliamo attirare l’attenzione su questo scandalo. Non dobbiamo dimenticare i milioni di persone che sono direttamente colpiti dalla fame. Dobbiamo lottare per loro, per il nostro futuro comune senza fame. Un mondo senza fame è possibile!” La Caritas sarà lieta di ricevere qualsiasi supporto per quanto riguarda il suono delle campane: chi desiderasse attirare l’attenzione sulla campagna tramite i social media, potrebbe pubblicare un video in cui suona un campanello della bicicletta o un campanaccio o la campana della chiesa locale usando l’hashtag .

(da agenzia SIR)

23/07/2024

UNA SERATA SPECIALE PER L'ABBAZIA DI NONANTOLA

In occasione della giornata internazionale della felicità, l’Abbazia di Nonantola ed il Museo Benedettino e Diocesano ospitano una serata speciale per valorizzare il proprio millenario patrimonio. Giovedì 8 agosto 2024 verranno aperte le porte ai visitatori in orario serale con la possibilità di partecipare ad un pic nic nella cornice del giardino abbaziale e a seguire ad una visita guidata curata dalle guide del museo a tema artistico.



L’iniziativa è su prenotazione ed è rivolta ad un numero limitato di partecipanti. Si può a tal proposito inviare la propria prenotazione, indicando il numero di partecipanti, alla mail [email protected] o chiamare per informazioni il numero telefonico 059 549025 (dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12).

Il primo momento, dalle ore 19, sarà ospitato nel giardino abbaziale, dove i visitatori saranno accolti ed accompagnati dalle guide in basilica. Il focus della visita sarà artistico: un viaggio a tappe nella storia dell'arte attraverso epoche che hanno lasciato un segno indelebile a Nonantola.



Il momento successivo sarà ospitato nel giardino dove si potrà fare un pic nic con un cestino fornito e si potrà ammirare, sul far della sera, l’illuminazione di valorizzazione architettonica, inaugurato nel 2020 e realizzato con i fondi ministeriali del “Giubileo della luce”.



Al termine ci si recherà nel Museo Benedettino e Diocesano, dove il visitatore sarà condotto alla scoperta del patrimonio millenario ancora oggi conservato a Nonantola. Si potranno ammirare importanti opere pittoriche (come il grande Polittico quattrocentesco di Michele di Matteo e la Pala di San Carlo Borromeo di Ludovico Carracci), pergamene di Carlo Magno, Matilde di Canossa, Federico Barbarossa, codici miniati, ed il Sacro Tesoro Abbaziale contenente eccezionale opere medievali, testimoni di un passato glorioso. Anche nel museo il tema di conduzione sarà quello storico-artistico: tra opere pittoriche, codici miniati, pergamene di famosi imperatori potrà ammirare un patrimonio che ha avuto origine in secoli lontani ma che ancora oggi trasmette un messaggio sempre attuale per la nostra epoca.

Il costo è di 20 € per gli adulti, 15 € per i bambini dai 5 ai 12 anni, gratuito fino a 5 anni e comprende un cestino con cibo e bevande per persona, ingresso al museo e visita guidata. Ad ogni partecipante sarà offerto un gadget-ricordo dell'esperienza.





Informazioni e prenotazioni

Museo Benedettino e Diocesano d’Arte Sacra

Piazza Caduti Partigiani, 6 41015 Nonantola (MO)

059 549025, [email protected]

www.abbazianonantola.it

18/07/2024

RIAPRE LA CHIESA DI TRAMUSCHIO A MIRANDOLA
Domenica 21 luglio, alle 11, la celebrazione solenne presieduta dal vescovo di Carpi Erio Castellucci. Si tratta della terza chiesa riaperta dopo il sisma nel territorio comunale di Mirandola.

Domenica 21 luglio riaprirà al culto la chiesa parrocchiale di Tramuschio, frazione di Mirandola. Alle 11, il vescovo di Carpi Erio Castellucci presiederà la celebrazione solenne. Seguirà un momento di festa nei locali dell’annesso Oratorio.

Dalle 10 alle 13, saranno in distribuzione lo speciale annullo filatelico e le cartoline numerate a cura del Servizio Filatelico di Poste Italiane in collaborazione con Amici della Consulta Aps e Comitato Sala Trionfini di Mirandola.

Si tratta della terza chiesa riaperta dopo il sisma nel territorio comunale di Mirandola. “La chiesa di Tramuschio, intitolata alla Visitazione della Beata Vergine Maria alla cugina Elisabetta - afferma il parroco, don Flavio Segalina - è di piccole dimensioni, in un contesto rurale a nord dell’area cittadina di Mirandola ai confini con la Lombardia.

Non per questo, però, è di secondaria importanza. Anzi l’edificio ha un forte valore identitario per l’intera comunità, 325 residenti. Anche chi non partecipa attivamente alla vita della parrocchia, guarda con entusiasmo alla riapertura della chiesa e si sente coinvolto dall’evento di domenica 21 luglio”.

La visita della chiesa in anteprima, svoltasi lo scorso 1° giugno, nell’ambito dell’iniziativa “Cantieri Aperti”, organizzata dall’Ufficio Patrimonio Immobiliare della Diocesi di Carpi, ha permesso di conoscere e di apprezzare i lavori di restauro a seguito del sisma, realizzati con il contributo regionale del Piano delle Opere Pubbliche. In quell’occasione, l’architetto Sandra Losi, direttore dell’Ufficio Diocesano Patrimonio Immobiliare, e i tecnici, ingegner Gianni Bertozzi e architetto Luca Brunamonti, hanno spiegato come l’impegnativo intervento eseguito abbia restituito chiesa e campanile riparati e consolidati nelle loro strutture, ripristinandone sostanzialmente l’aspetto originario ma ottenendo un significativo miglioramento sismico.

Ripristinato anche l’apparato decorativo, anche se con alcune “lacune” negli affreschi, che si presentano frammentari perché parzialmente andati perduti a causa del terremoto.
Grazie alla generosità dei parrocchiani e del tessuto economico del territorio, come fa sapere don Segalina, è stato possibile coprire le spese per gli interventi che hanno interessato gli arredi interni, non comprese nei finanziamenti stanziati dalla Regione.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola ha erogato un importante contributo per la sistemazione dell’apparato campanario e per il nuovo impianto di amplificazione della chiesa.

17/07/2024

LA CHIESA DI MODENA RICORDA
DON LUIGI LENZINI

Ricorre domenica 21 luglio l’anniversario di morte di don Luigi Lenzini, ucciso nel 1945 nell’ambito delle violenze che seguirono dopo la Seconda guerra mondiale.
Nell’occasione, l’Arcivescovo Erio Castellucci presiederà, alle 20.30, una celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale della Beata Vergine assunta di Crocette di Pavullo, presso la quale il beato Lenzini visse i suoi ultimi quattro anni di servizio pastorale e di vita.

Don Lenzini è nato il 28 maggio a Fiumalbo, ordinato sacerdote il 19 marzo 1904 da monsignor Natale Bruni, allora Arcivescovo di Modena-Nonantola. Prima di arrivare a Crocette, don Lenzini esercitò il proprio servizio pastorale nelle comunità di Casinalbo, Finale Emilia, Roncoscaglia e presso il sanatorio di Gaiato.
Fu proclamato beato il 28 maggio 2022 in piazza Grande a seguito del decreto emanato da papa Francesco nel 2020, che lo riconobbe come martire in odium fidei.
Prima della beatificazione sono state realizzate diverse iniziative in sua memoria: una via cittadina intitolata a suo nome nel comune di Pavullo del Frignano e l’apposizione, nel 2005, di una targa in sua memoria sul sagrato della chiesa parrocchiale di Crocette. Inoltre, nel 2021, in vista del processo di beatificazione, la biblioteca diocesana allestì una mostra intitolata “Sui passi di don Lenzini” e realizzata con le carte originali provenienti dagli archivi dei seminari di Fiumalbo e di Modena.

Di lui fu scritto, nel libro Don Luigi Lenzini, martire della fede e della verità scritto da Francesca Consolini e Fausto Ruggeri (Ed. Artestampa 2022): «Volle farsi prete e affrontò ogni sacrificio per diventarlo, senza mirare a privilegi sociali o a vantaggi economici collegati allo stato clericale. Riuscì a diventare prete e visse da prete». E ancora: «di famiglia povera, restò povero per tutta la vita. Da povero quale era, condivise quel poco che aveva con chi era più povero di lui».

14/07/2024

La Tavola di San Domenico (con il più antico ritratto del volto del Santo taumaturgo) è ora visibile a Bologna

Venerdì 12 luglio nel coro della Basilica di San Domenico (piazza San Domenico, 13) a Bologna l’Arcivescovo Card. Matteo Zuppi è intervenuto all’inaugurazione della mostra con la restituzione della “Tavola di San Domenico della Mascarella” al termine dei lavori di restauro e dei rilievi scientifici realizzati dall’Opificio delle pietre dure di Firenze. La Tavola, che è anche reliquia, rimarrà lì esposta fino al prossimo 1 novembre, quando farà ritorno alla chiesa di Santa Maria e San Domenico della Mascarella (via Mascarella, 48).

All’evento è intervenuto anche padre Fausto Arici, Op, Priore del Convento domenicano di Bologna, padre Gianni Festa, Op, docente di Storia della Chiesa alla Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna (Fter), Mauro Felicori, Assessore alle Politiche e interventi per la Conservazione e valorizzazione dei Beni e del Patrimonio culturale, artistico, naturale, architettonico e paesaggistico della Regione Emilia-Romagna, e Lucia Bresci, restauratrice dell’Opificio delle pietre dure.

«Il più antico ritratto conosciuto di Domenico di Caleruega a pochi passi dall’arca che ne accoglie le spoglie: accade oggi per la prima volta dopo 800 anni». Sono le parole di Loris Rabiti, fra i massimi esperti circa la storia e l’iconografia della «Tavola di San Domenico», pronunciate venerdì scorso nel coro della Basilica domenicana in occasione della cerimonia di restituzione del prezioso manufatto.

La reliquia, che fu l’asse sulla quale il primo nucleo domenicano consumava i pasti e sul quale sarebbe avvenuto il miracolo dei pani, è infatti tornato a Bologna dopo tre anni trascorsi a Firenze e precisamente all’Opificio delle pietre dure per alcuni lavori di restauro.

10/07/2024

FINE SETTIMANA NEL RICORDO DI SANTA CLELIA BARBIERI

Tantissimi fedeli e pellegrini provenienti da tutta Italia si recheranno nei prossimi giorni al Santuario delle Budrie (via Budrie 95) per ricordare l’anniversario della morte di Santa Clelia Barbieri, giovane catechista vissuta nella località persicetana a metà dell’Ottocento, beatificata nel 1968 e santificata nel 1989. La venerazione della Santa è molto forte nel bolognese e non solo, il santuario è infatti meta di visite e pellegrinaggi da tutta Italia durante tutto l’anno.

Il programma prevede per venerdì 12 luglio alle ore 20.30 la Santa Messa presieduta da Monsignor Ermenegildo Manicardi, vicario generale della Diocesi di Carpi.

Sabato 13 luglio, ricorrenza della morte della Santa, la giornata inizia alle ore 7.30 con la celebrazione delle Lodi. Alle ore 8 si tiene la Santa Messa presieduta da Monsignor Giovanni Silvagni, vicario generale della Diocesi di Bologna. Alle ore 10, Santa Messa presieduta da Don angelo Baldassarri, vicario episcopale per il settore Comunione. Alle ore 16 è prevista l’Adorazione eucaristica, alle ore 18 la celebrazione dei Vespri e la benedizione eucaristica, presieduta da Monsignor Stefano Ottani, vicario generale della Diocesi di Bologna. Alle ore 20 segue il Santo Rosario e alle ore 20.30 la solenne concelebrazione eucaristica presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (possono concelebrare tutti i sacerdoti che lo desiderano). Per tutta la giornata vari confessori saranno a disposizione dei fedeli.

Chi è Clelia Barbieri

Clelia Barbieri nasce alle Budrie di San Giovanni Persiceto il 13 febbraio 1847. Nel 1862 entra fra le “Operaie della dottrina cristiana”, attraverso il servizio catechistico chiarisce la sua vocazione ed elabora un piano di vita con un progetto contemplativo e apostolico -“Riuniamoci insieme per vivere una vita raccolta e fare del bene” dice lei stessa- ideando una nuova forma di vita comune basata sul Vangelo. Il 1° maggio 1868 si costituisce il piccolo “ Ritiro della Provvidenza” nella “casa del maestro”. Nonostante il periodo storico acuto e travagliato a causa del passaggio dal dominio pontificio allo Stato unitario italiano, il 1° maggio 1868 Clelia e le sue amiche riescono a realizzare il loro progetto. È l’inizio della famiglia religiosa di Clelia Barbieri che, in seguito, diventerà la congregazione delle “Suore Minime dell’Addolorata”. Il gruppo cresce presto e attorno a esso anche il numero dei poveri, dei malati, dei ragazzi e ragazze da catechizzare e istruire. A poco a poco la gente vede Clelia come una guida, una maestra nella fede, e comincia a chiamarla “Madre” nonostante abbia solo 22 anni. La tisi, malattia con cui Clelia convive da quando aveva 20 anni, esplode violenta appena due anni dopo la fondazione della congregazione. Il 13 luglio 1870 Clelia muore profetizzando: “Io me ne vado ma non vi abbandonerò mai… Vedi, quando là in quel campo d’erba medica accanto alla chiesa sorgerà la nuova casa, io non ci sarò più… Crescerete di numero e vi espanderete per il piano e per il monte a lavorare la vigna del Signore.” La profezia di Clelia si è avverata. La Congregazione delle Suore Minime dell’Addolorata si è sviluppata e continua a svilupparsi: è diffusa in Italia, in India, in Tanzania e in Brasile. Il 27 ottobre 1968 Clelia viene proclamata Beata da Paolo VI. Il 9 aprile 1989 Giovanni Paolo II la proclama Santa alla Chiesa universale.

Maggiori informazioni sul Santuario di Santa Clelia Barbieri
Per informazioni sulla congregazione e su santa Clelia Barbieri: Suore Minime dell’Addolorata tel. 051.950125, [email protected], www.minimesantaclelia.it

05/07/2024

UNA CROWFUNDIG PER IL CINEMA TATRO DI ANTONIANO A BOLOGNA

E' partito in questi giorni e sarà attivo fino al 31 agosto il crowdfunding per la rinascita del Cinema Teatro di Antoniano, un nuovo spazio ricreativo dedicato alla città di Bologna, per realizzare l’idea che la cultura sia un bene di tutti e uno strumento di coesione sociale, un luogo dove creare momenti di condivisione, solidarietà e fare nuove amicizie.

BPER Banca, nell’ambito delle iniziative di BPER Bene Comune, l’unità dedicata al Terzo Settore e alla Pubblica Amministrazione, promuove e sostiene la raccolta fondi di Antoniano su Produzioni dal Basso, prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation.

Per ogni donazione raccolta in crowdfunding, BPER erogherà 5 euro, per un contributo massimo di 1.500 euro. Il nuovo Cinema Teatro sarà uno spazio polifunzionale ma soprattutto di aggregazione, per accogliere i cittadini di Bologna e promuovere valori quali la condivisione, l’ascolto, il dialogo e la cura che da sempre animano Antoniano.

L’obiettivo della raccolta fondi è quello di ristrutturare gli spazi interni, rinnovare gli ambienti per renderli luoghi di coesione sociale e solidarietà, e proporre una programmazione di valore di film, eventi, incontri e spettacoli. Inoltre, il nuovo centro permetterà di avvicinare la cittadinanza ai già numerosi progetti sociali e alle opere di solidarietà promosse da Antoniano, e aumentare la consapevolezza sui temi dell’ecologia integrale e del welfare culturale.

Per maggiori informazioni: https://www.produzionidalbasso.com/project/sostieni-la-rinascita-del-cinema-teatro-di-antoniano-il-tuo-contributo-conta/Ufficio

Photos from Associazione San Francesco Onlus's post 04/07/2024

Nuove testimonianze dalla Diocesi di Aversa
Scoperti nuovi affreschi nella prima e più antica chiesa dedicata al Santo di Padova

La città di Aversa continua a stupirci con testimonianze sempre nuove della sua ricca storia.

In particolare, le ultime importantissime scoperte in ordine di tempo hanno colto di sorpresa gli addetti ai lavori che stanno affrontando il delicato recupero del chiostro del complesso conventuale di Sant’Antonio al Seggio in Aversa in cui si sta lavorando dal mese di dicembre 2023. Tali attività sono state avviate dalla Prefettura di Caserta, competente nella gestione del Fondo Edifici di Culto della provincia.

Alcuni anni addietro nel complesso conventuale si verificarono dissesti strutturali che resero necessaria la dichiarazione di inagibilità, costringendo i Frati Francescani ad abbandonare l’antica dimora. Pertanto, vennero affidati alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento i lavori per il restauro del complesso.

Dopo le operazioni destinate a mettere in sicurezza le parti a rischio del fabbricato, il Direttore dei Lavori, ing. Oreste Graziano, ha intrapreso le opere necessarie per restituire decoro alla fabbrica; e, fra queste, il ripristino del Chiostro gotico del complesso. Nel predisporre il trattamento delle volte, al di sotto dell’attuale imbiancatura, il tecnico si è reso conto che stavano emergendo in più punti tracce di colore che progressivamente si sono rivelate molto estese e attribuibili, sulla base di un primo esame, ad una delle ristrutturazioni dei secolo XVI e successivi.

I diversi saggi effettuati hanno consentito al momento di vedere, parti di un’ampia decorazione a fogliami, all’interno della quale sono posizionate immagini di santi e sante dell’ordine francescano. Si intravede il dolcissimo volto di una suora, con l’abito delle clarisse, forse proprio santa Chiara, riconoscibile dal libro della regola che la santa stringe sul cuore e una figura di frate giovane la cui mano destra presenta il segno delle stimmate, cosa che ci consente di identificare l’immagine come san Francesco, fondatore dell’ordine serafico.
Le fonti attestano che il complesso conventuale di Sant’Antonio al Seggio è uno dei più antichi insediamenti francescani della Campania, e la chiesa è la più antica fra quelle dedicate a Sant’Antonio, dal momento che alcune fonti documentarie – come il Codice di san Biagio – la riportano fin dal 1232, anno della canonizzazione del Santo di Padova, morto nel 1231.

Il convento fu fondato nel XIII, contemporaneamente all’arrivo dei francescani in città, probabilmente favorito dal vescovo diocesano Giovanni Lamberto che fu amico di S. Francesco. Ampliato ed arricchito in varie fasi, in seguito ai terremoti del XV e XVII secolo, fu restaurato e adattato secondo le esigenze del tempo, sempre conservando le originarie strutture gotiche, come nel chiostro trecentesco che conserva le arcate e le volte ogivali. Nel corso del XIX secolo, molte delle chiese ex conventuali: tra queste, la Chiesa di Sant’Antonio, furono trasferite al patrimonio dello stato ed incamerate nel FEC – Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno. Da questo fu poi concessa in uso alla Diocesi di Aversa e affidata ai Frati Conventuali della Provincia Francescana Napoletana.

“Ora con il convento trecentesco in restauro si intende offrire alla città uno spazio di fraternità, un luogo di memoria e di cultura” , aggiunge il Direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali della diocesi di Aversa. “Aggiungo che il ritrovamento di una vasta decorazione gotica sotto l’intonaco del chiostro della prima chiesa al mondo intitolata al Santo di Padova, rappresenta un forte segnale di rinascita culturale per i cittadini aversani e per l’intera umanità, in un tempo difficile, ma ricco di bellezza e di speranza”.

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