Fabiana Guardi, Psicologa

"𝘐𝘰 𝘳𝘪𝘵𝘦𝘯𝘨𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘦𝘴𝘴𝘶𝘢𝘭𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘢 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘢𝘴𝘴𝘪𝘮𝘪𝘭𝘢𝘵𝘢 𝘢𝘭𝘭'𝘦𝘴𝘵𝘢𝘴𝘪 𝘢𝘥𝘰𝘭𝘦𝘴𝘤𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘭𝘦. 𝘈𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘪𝘭𝘦 𝘮𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘰𝘯𝘥𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘢𝘱𝘦𝘷𝘰𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢, 𝘢𝘶𝘵𝘰𝘭𝘪𝘮𝘪𝘵𝘢𝘵𝘢 𝘦 𝘢𝘶𝘵𝘰𝘤𝘳𝘪𝘵𝘪𝘤𝘢, 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘶𝘯'𝘢𝘭𝘵𝘳𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢, 𝘶𝘯𝘪𝘵𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘢𝘱𝘦𝘷𝘰𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘮𝘪𝘴𝘵𝘦𝘳𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘦𝘱𝘢𝘳𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢 𝘥𝘢𝘭𝘭'𝘢𝘭𝘵𝘳𝘢; 𝘢𝘤𝘤𝘦𝘵𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘳𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘮𝘢𝘪 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘳𝘴𝘪, 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘻𝘻𝘰 𝘥𝘢 𝘱𝘢𝘨𝘢𝘳𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘴𝘪 𝘵𝘰𝘵𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘧𝘧𝘪𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘢 𝘤𝘩𝘪 𝘴𝘪 𝘢𝘮𝘢: 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘧𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘦𝘴𝘴𝘶𝘢𝘭𝘦"

Otto F. Kernberg, RELAZIONI D'AMORE, Raffaello Cortina Editore

Viaggi di andata, viaggi di ritorno, paesaggi nuovi, persone, o luoghi carichi di affetti e di ricordi e, compagnia sempre preziosa, i libri, che ci fanno riflettere, comprendere, immaginare, aprire a svariate possibilità di esistere...

"𝘋𝘪 𝘤𝘰𝘭𝘱𝘰, 𝘴𝘱𝘢𝘳𝘪𝘴𝘤𝘦 𝘤𝘪𝘰̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘦𝘪 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰, 𝘤𝘪𝘰̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘳𝘦𝘥𝘦𝘷𝘪 𝘥𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘢 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦. 𝘋𝘪 𝘤𝘰𝘭𝘱𝘰, 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘪𝘯𝘦 𝘵𝘳𝘢 𝘪𝘭 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘦 𝘪𝘭 𝘥𝘰𝘱𝘰 𝘦̀ 𝘥𝘦𝘧𝘪𝘯𝘪𝘵𝘪𝘷𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘢𝘯𝘤𝘦𝘭𝘭𝘢𝘵𝘰"

UNA MINIMA INFELICITÀ di Carmen Verde, Neri Pozza Editore 2022

“𝘗𝘰𝘵𝘦𝘵𝘦 𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘢𝘳𝘦, 𝘤𝘳𝘦𝘢𝘳𝘦 𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘳𝘶𝘪𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘭𝘶𝘰𝘨𝘰 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘮𝘦𝘳𝘢𝘷𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰𝘴𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘢 𝘮𝘢 𝘰𝘤𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘪𝘭 𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘵𝘢̀.”

Walt Disney

Un percorso di 𝗣𝗦𝗜𝗖𝗢𝗧𝗘𝗥𝗔𝗣𝗜𝗔 funziona nel momento in cui entrambi i protagonisti, paziente e psicoterapeuta, si impegnano ognuno per la sua parte nel processo: il paziente venendo alle sedute secondo quanto concordato e portando i suoi pensieri, il più possibile senza censura; il terapeuta rispettando il piano di lavoro stabilito e aiutando il paziente a comprendere meglio se stesso. Nell'ambito di questi confini si gioca la possibilità di
✔️costruire un'alleanza
✔️sperimentare una relazione emotiva, che permetta di modificare alcune modalità relazionali acquisite e non funzionali al benessere
✔️realizzare un cambiamento.

La 𝘮𝘰𝘵𝘪𝘷𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 al percorso è quindi un elemento importante da valutare e monitorare per entrambe le parti, poiché sia nel primo contatto sia nel corso della psicoterapia resistenze e difese possono indurre, tra le altre cose, evitamento, fuga, delega. Il 𝘱𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 esplicito tra paziente e terapeuta diventa allora uno strumento di lavoro e di comunicazione importante, una 𝘣𝘶𝘴𝘴𝘰𝘭𝘢 che entrambi i protagonisti possono periodicamente utilizzare e prendere in mano, anche per rivedere la rotta.

Piccole 𝗣𝗔𝗨𝗦𝗘 di sole, natura, movimento, per ricaricarsi di energia durante una giornata di lavoro... Il prendersi cura di sé è fatto anche di questi momenti di contatto e bellezza.

“𝘐𝘰 𝘤𝘩𝘪𝘶𝘥𝘰 𝘪 𝘮𝘪𝘦𝘪 𝘰𝘤𝘤𝘩𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘳 𝘷𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦.”
Paul Gauguin

Anche in una seduta di 𝗣𝗦𝗜𝗖𝗢𝗧𝗘𝗥𝗔𝗣𝗹𝗔 chiudere gli occhi permette a volte di "vedere" quello che l'altro ci sta dicendo. Possiamo davvero chiudere gli occhi oppure "rivolgerli" all'interno, osservando le immagini che le parole dell'altro evocano e favorendo il dialogo, sommesso e misterioso, tra i due inconsci.

Il 𝗧𝗘𝗠𝗣𝗢 𝗜𝗡 𝗦𝗧𝗨𝗗𝗜𝗢 è un tempo di incontro, dialogo e contatto con le persone che scelgono di intraprendere un camminano insieme a me, ma è anche un tempo di dialogo e contatto con il mio personale mondo interno e con le domande che ci interrogano tutti sul senso della vita.

Generazioni scorrono nello spazio fisico e mentale dello studio, ognuno con il proprio personalissimo sguardo sul mondo, sulle relazioni e su se stesso; ognuno con il proprio tempo di vita, in cui scoprire, soffrire, andare in crisi, sentirsi delusi, fuggire, stare.

E non ci sono certezze assolute, bensì tanti piccoli mattoncini, mappe e bussole, con cui ricostruire il proprio paesaggio interiore in un modo che consenta di stare nella vita con più libertà, fiducia e con la possibilità di sentirsi fluidi e stabili quanto serve per fare fronte alle piccole e grandi tempeste della vita; per imparare a sostare nell'incertezza fino a trovare il pezzo di strada che si desidera percorre.

A volte 𝗦𝗢𝗧𝗧𝗢𝗩𝗔𝗟𝗨𝗧𝗜𝗔𝗠𝗢 𝗟𝗘 𝗙𝗘𝗥𝗜𝗧𝗘 che alcune delle esperienze della nostra vita ci hanno procurato. In questo modo trascuriamo noi stessi, non diamo importanza o il giusto valore alla nostra persona.

Le ferite restano là, dolenti, e non ci badiamo, come fosse normale…perché "non è nulla", "in fondo non è successo granché", "vuoi mettere con quello che vivono gli altri". Eppure tante "cose da nulla" possono scavare solchi profondi, o un gesto maldestro lasciare il segno su una pelle più delicata.

Se scegliamo di guardarla quella ferita, di ammorbidire la cicatrice che ormai ha lasciato o di curarne i lembi, piano piano la riconosceremo come parte di noi, ci vorremo più bene per come siamo, con tutta la storia vissuta e la fragilità che ci appartiene, insieme alla forza e alla bellezza che ci caratterizza.

“𝗖𝗔𝗠𝗠𝗜𝗡𝗔𝗥𝗘 è un modo magnifico di 𝘀𝗴𝗼𝗺𝗯𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 senza tentare di sgombrarla. Non dici: «Ora sto per praticare la meditazione!» o «Ora mi accingo a non pensare!». Ti limiti a camminare e, mentre ti concentri sul camminare, gioia e consapevolezza arrivano naturalmente.”

Thích Nhất Hạnh

Una piccola dose di 𝗣𝗘𝗡𝗦𝗜𝗘𝗥𝗢 𝗣𝗔𝗥𝗔𝗡𝗢𝗜𝗖𝗢 è presente pressoché in tutti. Essa è testimonianza del bisogno che abbiamo di collocare fuori di noi ciò che riteniamo non essere buono. Quando riusciamo a riconoscere e ad accogliere, insieme agli aspetti positivi, anche quelli che riteniamo negativi di noi stessi, allora si riduce il bisogno di attribuire quegli stessi aspetti agli altri.

Dall'𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 dentro di noi nasce la possibilità di vedere e accogliere integralmente l'altro.

La 𝗖𝗨𝗟𝗧𝗨𝗥𝗔 in cui siamo cresciuti e ci troviamo immersi condiziona il nostro modo di guardare noi stessi e le nostre esperienze. Prenderne consapevolezza ci può permettere di relativizzare alcuni vissuti e accogliere modi di essere e di pensare diversi dal nostro. Allenarci ad 𝘂𝘀𝗰𝗶𝗿𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗲, oltre a regalarci più leggerezza, ci libera dal giudizio, favorisce l'empatia e ci avvicina all'altro. È un esercizio che apre alla scoperta, alla sorpresa, qualche volta al dolore oppure alla gioia; è un esercizio che ci fa incontrare la realtà, che è sempre più complessa, articolata, incontenibile di quello che riusciamo a vedere.

"Colui che non riesce a 𝗣𝗘𝗥𝗗𝗢𝗡𝗔𝗥𝗘 gli altri, rompe il ponte su cui lui stesso deve passare"

Confucio

Anno 𝗡𝗨𝗢𝗩𝗢, vita nuova?

Il nuovo anno - con il seguito di buoni propositi - è iniziato da due settimane!

Ricordiamoci che ogni tempo è buono per comprendere qualcosa di nuovo o riconoscere aspetti di noi e degli altri, che prima ci erano oscuri.

Ogni tempo è buono per sperimentare, per allargare i propri orizzonti e aprire il pensiero.

Ogni tempo è buono per dare il via al cambiamento, quando quello che viviamo non ci calza più!

E teniamo sempre a mente che il nuovo e più bell'abito che possiamo indossare è quello dell'accoglienza e dell'accettazione di sé, di quello che sentiamo e siamo, della nostra storia, delle parti di noi che amiamo e di quelle che abbiamo odiato o negato.

🎄 ℕ𝔸𝕋𝔸𝕃𝔼 𝟚𝟘𝟚𝟚 🎄

Ogni qualvolta riusciamo a domandare all'altro e a fare spazio a quello che ha da dire, a parlare di noi e di quello che sentiamo, ogni volta che siamo davvero curiosi di chi abbiamo di fronte e di quello che proviamo, diamo vita a una relazione autentica.

🎁 Con l'𝔸𝕌𝔾𝕌ℝ𝕀𝕆 a ciascuno di noi di rendere sempre più autentica la propria vita ❤️

L'𝗢𝗦𝗧𝗜𝗡𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘, la risolutezza, la resistenza sono atteggiamenti e posture che aiutano a perseguire degli obiettivi, personali o di gruppo. Quegli stessi atteggiamenti possono però anche essere dei modi che ci impediscono di vedere altre prospettive, di guardarci intorno, di vedere davvero gli altri o alcuni aspetti di noi, non permettendoci di vivere in modo davvero aperto le nostre esperienze.
E allora abbiamo bisogno che qualcuno, amorevolmente, ci aiuti a riconoscere dove la nostra ostinazione ci limita.

"𝘓'𝘶𝘰𝘮𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘶𝘯𝘢 𝘤𝘳𝘦𝘢𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘮𝘢𝘯𝘴𝘶𝘦𝘵𝘢, 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰𝘴𝘢 𝘥’𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦, 𝘤𝘢𝘱𝘢𝘤𝘦 𝘢𝘭 𝘮𝘢𝘴𝘴𝘪𝘮𝘰 𝘥𝘪 𝘥𝘪𝘧𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘴𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘦̀ 𝘢𝘵𝘵𝘢𝘤𝘤𝘢𝘵𝘢; 𝘦̀ 𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘪𝘯𝘷𝘦𝘤𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘰𝘤𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦 𝘢𝘵𝘵𝘳𝘪𝘣𝘶𝘪𝘳𝘦 𝘢𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦𝘥𝘰 𝘱𝘶𝘭𝘴𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘣𝘶𝘰𝘯𝘢 𝘥𝘰𝘴𝘦 𝘥𝘪 𝙖𝙜𝙜𝙧𝙚𝙨𝙨𝙞𝙫𝙞𝙩𝙖̀".
Sigmund Freud, 1922

Sono trascorsi cento anni da questa affermazione di Freud, e ancora spesso ci dimentichiamo o rifiutiamo di riconoscere che siamo fatti di pulsioni tra loro opposte e che in ciascuno di noi convivono 𝗔𝗠𝗢𝗥𝗘 e 𝗢𝗗𝗜𝗢. E quando proviamo sentimenti d'amore tendiamo a dimenticare che in noi coesistono per quella stessa persona anche sentimenti di odio.

Così come dimentichiamo che l'aggressività non è solo distruttiva, ma ci permette di agire con forza e di 𝗔𝗙𝗙𝗘𝗥𝗠𝗔𝗥𝗘 𝗡𝗢𝗜 𝗦𝗧𝗘𝗦𝗦𝗜.

Nello spazio del 𝗚𝗜𝗢𝗖𝗢 la relazione con l'altro può farsi davvero intima perché mette in contatto parti profonde di noi.
Come ho già scritto in altre occasioni il gioco è, paradossalmente, una cosa seria. Paradossalmente perché per essere tale richiede libertà, leggerezza, basso controllo, apertura; ma è così necessario alla nostra vita per cui va ricercato, costruito, ricreato laddove manchi. E lo spazio della psicoterapia non viene meno a questa "regola".

“𝘓𝘢 𝙋𝙎𝙄𝘾𝙊𝙏𝙀𝙍𝘼𝙋𝙄𝘼 𝘩𝘢 𝘭𝘶𝘰𝘨𝘰 𝘭𝘢̀ 𝘥𝘰𝘷𝘦 𝘴𝘪 𝘴𝘰𝘷𝘳𝘢𝘱𝘱𝘰𝘯𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘶𝘦 𝘢𝘳𝘦𝘦 𝘥𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘰, 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘱𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘢𝘱𝘦𝘶𝘵𝘢. 𝘓𝘢 𝘱𝘴𝘪𝘤𝘰𝘵𝘦𝘳𝘢𝘱𝘪𝘢 𝘩𝘢 𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘥𝘶𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘢𝘯𝘰 𝘪𝘯𝘴𝘪𝘦𝘮𝘦.”
Donald Winnicott

Ogni volta che in seduta incontro una persona, ne considero la sua assoluta 𝗨𝗡𝗜𝗖𝗜𝗧𝗔̀' ed è questo che mi apre verso un approccio curioso, attento e rispettoso. Da lì avvio il mio dialogo interno tra l'essere unico della persona che ho di fronte e ciò che la connette e accomuna alla nostra umanità e a quanto su di essa abbiamo appreso e scoperto.

𝘖𝘨𝘯𝘪 𝘶𝘰𝘮𝘰 𝘱𝘦𝘳𝘰̀ 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘴𝘰𝘭𝘵𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘭𝘶𝘪 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘦̀ 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘶𝘯𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘪𝘤𝘰, 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘪𝘴𝘴𝘪𝘮𝘰, 𝘪𝘯 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘤𝘢𝘴𝘰 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦, 𝘤𝘶𝘳𝘪𝘰𝘴𝘰, 𝘥𝘰𝘷𝘦 𝘪 𝘧𝘦𝘯𝘰𝘮𝘦𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘴𝘪 𝘪𝘯𝘤𝘳𝘰𝘤𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘢, 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘳𝘪𝘱𝘦𝘵𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦.
Hermann Hesse

“𝘓𝘦 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘦 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘦 𝘳𝘦𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘵𝘦𝘯𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘨𝘦𝘯𝘦𝘳𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘵𝘪𝘱𝘰 𝙎𝙊𝙈𝘼𝙏𝙄𝘾𝙊, 𝘦 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘦 𝘳𝘦𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘳𝘪𝘮𝘢𝘯𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘢 𝘧𝘰𝘯𝘥𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘮𝘰𝘥𝘰 𝘥𝘪 𝘳𝘦𝘢𝘨𝘪𝘳𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘴𝘪𝘵𝘶𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘨𝘦𝘯𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘵𝘦𝘯𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦: 𝘭𝘦 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘴𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘳𝘦𝘴𝘴 𝘵𝘪𝘱𝘰 𝘭𝘰𝘵𝘵𝘢, 𝘧𝘶𝘨𝘢 𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘨𝘦𝘭𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘰 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘪𝘯𝘯𝘢𝘵𝘦; 𝘢𝘳𝘳𝘰𝘴𝘴𝘪𝘳𝘦 𝘦̀ 𝘶𝘯𝘢 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘴𝘵𝘢 𝘢𝘶𝘵𝘰𝘮𝘢𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘦𝘳𝘨𝘰𝘨𝘯𝘢; 𝘥𝘶𝘳𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘶𝘯 𝘵𝘳𝘢𝘶𝘮𝘢 𝘪𝘭 𝘤𝘦𝘳𝘷𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘦̀ 𝘪𝘯𝘰𝘯𝘥𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘢 𝘨𝘭𝘶𝘤𝘰𝘤𝘰𝘳𝘵𝘪𝘤𝘰𝘪𝘥𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘥𝘶𝘤𝘰𝘯𝘰 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘦𝘱𝘭𝘪𝘤𝘪 𝘦𝘧𝘧𝘦𝘵𝘵𝘪 𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘮𝘪𝘤𝘪; 𝘪𝘭 𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘮𝘢 𝘨𝘢𝘴𝘵𝘳𝘰𝘪𝘯𝘵𝘦𝘴𝘵𝘪𝘯𝘢𝘭𝘦, 𝘪𝘭 𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘮𝘢 𝘤𝘪𝘳𝘤𝘰𝘭𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪𝘰, 𝘪𝘭 𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘮𝘢 𝘦𝘯𝘥𝘰𝘤𝘳𝘪𝘯𝘰, 𝘭𝘢 𝘱𝘦𝘭𝘭𝘦, 𝘪𝘭 𝘳𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰, 𝘪𝘭 𝘣𝘢𝘵𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘤𝘢𝘳𝘥𝘪𝘢𝘤𝘰 𝘷𝘦𝘯𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘢𝘵𝘵𝘪𝘷𝘢𝘵𝘪 𝘪𝘯 𝘷𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘮𝘰𝘥𝘰 𝘥𝘪 𝘧𝘳𝘰𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘦𝘮𝘰𝘵𝘪𝘷𝘦”.
Nancy Mc Williams

E’ necessario imparare a descrivere attraverso il linguaggio le esperienze all’origine percepite come forme di attivazione corporea, affinché il corpo non resti l’unico modo che abbiamo per esprimere i nostri stati di attivazione emotiva.

Il 𝗦𝗢𝗚𝗡𝗢 è un'occasione preziosa che abbiamo per avvicinare parti di noi, a cui nella veglia non abbiamo pieno accesso: perché ci fanno paura o sono difficili da accogliere ed accettare, perché esprimono desideri o emozioni che non ci riconosciamo.
Durante il sonno le componenti del nostro cervello deputare al controllo si spengono e noi possiamo immaginare di tutto, incontrando così i nostri desideri e le emozioni più profonde.

In 𝗣𝗦𝗜𝗖𝗢𝗧𝗘𝗥𝗔𝗣𝗜𝗔 i sogni facilitano l'accesso alla personalità più profonda e il paziente, attraverso le associazioni e l'ascolto di sé, si avvicina con l'aiuto del terapeuta a ciò che più intimamente gli appartiene.

𝗚𝗜𝗢𝗖𝗔𝗥𝗘 è una parola davvero meravigliosa; richiama il piacere, la leggerezza, il gusto dell'impegno, senza il freno della troppa coscienza.

Li avete visti i bambini giocare? Vi ricordate l'immersione in una scena del 'far finta che', le rincorse per il nascondino o una sfida a calcetto? Giocano i bambini, 'giocano' gli attori a teatro…è una cosa seria il gioco: è lasciarsi andare al flusso, a se stessi, agli altri, mantenere la presenza, quasi inconsapevoli di noi, aperti alla scoperta e al contatto.

Non scordiamo di regalarci e di offrire la possibilità di giocare!

È solo su 𝗡𝗢𝗜 𝗦𝗧𝗘𝗦𝗦𝗜 che possiamo intervenire per ottenere un 𝗖𝗔𝗠𝗕𝗜𝗔𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢 profondo nella nostra vita.

Quando ciò avviene guardiamo indietro un po' increduli e osserviamo quello che abbiamo di fronte con nuova e quasi infantile 𝗠𝗘𝗥𝗔𝗩𝗜𝗚𝗟𝗜𝗔.

Imparare a guardarsi con 𝗦𝗚𝗨𝗔𝗥𝗗𝗢 𝗔𝗠𝗢𝗥𝗘𝗩𝗢𝗟𝗘 è fondamentale per riuscire a vivere un'esistenza piena e soddisfacente; e per poter guardare gli altri con quello stesso sguardo che permette alle persone di fiorire.

Quando si vuole cambiare qualcosa nella nostra vita, si sa che un ruolo importante lo gioca la 𝗠𝗢𝗧𝗜𝗩𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 . È allora utile chiedersi a che punto siamo con la nostra motivazione al cambiamento:

✔️Siamo davvero interessati e preoccupati rispetto a ciò che vogliamo cambiare?
✔️Ne stiamo valutando costi e benefici?
✔️Siamo determinati a farlo e quindi pianifichiamo azioni e valutiamo ostacoli?
✔️Stiamo monitorando i nostri obiettivi?

Il cambiamento è un percorso che presenta difficoltà e fatiche, che è opportuno non negare bensì considerare come parte integrante del processo. E come tale esso comporta passi avanti e retrocessioni, in cui anche la nostra motivazione cambia.

I benefici ci permetteranno di godere di un maggior benessere e il raggiungimento degli obiettivi ci farà sentire più "capaci". Le difficoltà potranno invece portarci a rinunciare per un po' o chiedere aiuto all'esterno o a cercare il supporto delle persone a noi vicine, che nel percorso verso il cambiamento giocano sempre un ruolo importante, anche quando magari non ce ne rendiamo conto.

Oggi per fortuna è facile recuperare 𝗜𝗡𝗙𝗢𝗥𝗠𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗜 su molti argomenti, anche se occorre sempre prestare attenzione alle fonti e tenere conto che ogni contenuto può essere più o meno approfondito e richiede di essere inserito in un contesto, per essere il più correttamente compreso e interpretato. Quando si parla di psicologia, certamente leggere e informarsi su come funzioniamo è un buon primo passo, perché aiuta a chiarire, relativizzare, contestualizzare alcune "esperienze psichiche". Informarsi soltanto non basta però per realizzare un cambiamento profondo. Il 𝗖𝗔𝗠𝗕𝗜𝗔𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢 avviene quando ci si connette con l'emozione, quando riconosciamo come ci siamo protetti nel tempo con modalità che non sono più utili, quando all'interno di una 𝗥𝗘𝗟𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 che cura facciamo un'esperienza che ci permette di sperimentare un modo diverso di stare con noi stessi.

Pensieri brevi 🅟🅞🅢🅣-🅛🅘🅑🅡🅞
IL PICCOLO PRINCIPE, di Antoine de Saint-Exupery.

Contemplare, avvicinarsi, ascoltare, attendere, prendersi cura, essere presenti, condividere rituali sono azioni che creano legame e il legame nutre a sua volta il desiderio e il bisogno dell'altro.
E qualche volta proprio questo fa un po' paura, perché porta con sé aspetti di dipendenza, rischio di perdita, sentimenti ambivalenti con cui quando si vive un legame è inevitabile fare i conti.



“𝘛𝘶, 𝘧𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘥 𝘰𝘳𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘦, 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘦𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘶𝘯 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘪𝘯𝘰 𝘶𝘨𝘶𝘢𝘭𝘦 𝘢 𝘤𝘦𝘯𝘵𝘰𝘮𝘪𝘭𝘢 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘪𝘯𝘪. 𝘌 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘰 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘵𝘦. 𝘌 𝘯𝘦𝘱𝘱𝘶𝘳𝘦 𝘵𝘶 𝘩𝘢𝘪 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘮𝘦. 𝘐𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘵𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘱𝘦 𝘶𝘨𝘶𝘢𝘭𝘦 𝘢 𝘤𝘦𝘯𝘵𝘰𝘮𝘪𝘭𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘱𝘪. 𝘔𝘢 𝘴𝘦 𝘵𝘶 𝘮𝘪 𝘢𝘥𝘥𝘰𝘮𝘦𝘴𝘵𝘪𝘤𝘩𝘪, 𝘯𝘰𝘪 𝘢𝘷𝘳𝘦𝘮𝘰 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘶𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘭𝘵𝘳𝘰. 𝘛𝘶 𝘴𝘢𝘳𝘢𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘦 𝘶𝘯𝘪𝘤𝘰 𝘢𝘭 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰, 𝘦 𝘪𝘰 𝘴𝘢𝘳𝘰̀ 𝘱𝘦𝘳 𝘵𝘦 𝘶𝘯𝘪𝘤𝘢 𝘢𝘭 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰.”
Antoine de Saint-Exupery

Pensieri brevi 🅟🅞🅢🅣-🅕🅘🅛🅜

Serie tv LOVE LIFE
Creata da Sam Boyd

Il modo in cui viviamo le relazioni sentimentali ci dice molto di noi.
Spesso però viviamo dandoci per "scontati", pensando che "siamo così", "funzioniamo in questo modo", pensando che quello che cerchiamo è in fondo ciò che tutti cercano e ci farà sentire appagati. Poi un evento, un dolore, un fastidio - che è impossibile non ascoltare - ci interrogano e, riflettendo su ciò che ci ha portato ad essere come siamo, riconoscendo i piccoli/grandi traumi della nostra vita, capiamo che cosa stiamo veramente cercando. E allora il nostro modo di guardare le cose non può più essere lo stesso di prima e il cambiamento diventa pressoché inevitabile.

Nel sesto episodio un esempio interessante di seduta insieme ad una psicologa, che apre la protagonista a nuove consapevolezze.

“𝘓𝘢 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘷𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘴𝘪𝘤𝘰𝘵𝘦𝘳𝘢𝘱𝘪𝘢 𝘦̀ 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘦𝘯𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘚𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘢 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯 𝘢𝘱𝘱𝘳𝘰𝘤𝘤𝘪𝘰 𝘰 𝘵𝘦𝘤𝘯𝘪𝘤𝘢 𝘱𝘴𝘪𝘤𝘰𝘵𝘦𝘳𝘢𝘱𝘦𝘶𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘩𝘢 𝘴𝘦𝘯𝘴𝘰 𝘰 𝘦̀ 𝘦𝘧𝘧𝘪𝘤𝘢𝘤𝘦 𝘢 𝘭𝘪𝘷𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘰𝘯𝘥𝘰. 𝘚𝘰𝘭𝘰 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘳𝘦𝘯𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘪 𝘦̀ 𝘪𝘯 𝘨𝘳𝘢𝘥𝘰 𝘥𝘪 𝘰𝘧𝘧𝘳𝘪𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘢𝘪𝘶𝘵𝘰 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘦. 𝘛𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪 𝘱𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘶𝘯 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘪 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘴𝘤𝘢".
Alexander Lowen

Alcune 𝗜𝗡𝗦𝗜𝗖𝗨𝗥𝗘𝗭𝗭𝗘 profonde derivano dal non essere stati riconosciuti nel proprio sentire.

È importante riuscire a vedere e rispettare ciò che il bambino prova, empatizzare con lui per porre le basi della sua capacità di riflettere, offrendogli il proprio apparato di pensiero e lasciando che egli possa via via esprimere e formulare un pensiero proprio, che abbia basi salde nel suo mondo emotivo.

Senza quel 𝗥𝗜𝗖𝗢𝗡𝗢𝗦𝗖𝗜𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢 iniziale, si favoriscono insicurezza e disorientamento e non si permette al bambino di dare a sua volta valore a quello che prova, e quindi a se stesso.

Quando una persona incontra i momenti inevitabili di 𝗩𝗨𝗢𝗧𝗢 esistenziale, ha bisogno di sentire empatia, di sentire che qualcuno sta con lei in questa esperienza, che la comprende. Le frasi consolatorie o quelle che vogliono riempire, con il proprio senso della vita, il vuoto sentito dall'altro scivolano via come l'acqua sul vetro.

Cercare il 𝗦𝗘𝗡𝗦𝗢 della vita è un compito che appartiene al singolo, non sono gli altri che possono farlo per lui.
E forse nella vita ci accompagna una continua ricerca di senso, che dà essa stessa senso alla vita.