Luana Sanvidotto Naturopata

Luana Sanvidotto Naturopata

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CAPELLI&Co.
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Consulenze e Trattamenti Naturopatici per ritrovare Benessere e Salute.

10/09/2024

Fact Checking

Quando incontriamo un argomento o una notizia, indipendentemente dalla nostra opinione personale, è importante verificarne l'attendibilità attraverso il fact checking per non cadere in credenze non necessarie e divulgare delle notizie fasulle.

Partiamo dal significato di fact checking:
è la verifica dei fatti (anche verifica delle fonti, spesso indicato con l'anglicismo fact-checking), nel lessico del giornalismo, è il lavoro di accertamento degli avvenimenti citati e dei dati usati in un testo o in un discorso.

Perché è utile il fact checking?

1 - Il tempo impiegato alla ricerca dei fatti o delle fonti ci permette di modulare l'emotività eccessiva che ci impedisce di ragionare con buonsenso e che aumenta l'euristica dell'affettività.

2 - Ci fa rendere conto che la maggior parte delle volte ci fermiamo davanti a una immagine o a un titolo che confermano le nostre ragioni personali.
Tuttavia molto spesso sono informazioni fallaci e create appositamente per ricevere un gran numero di click.

3 - Impariamo ad entrare in contatto anche con idee diverse che possono confutare, con fatti e non con opinioni personali, i nostri ragionamenti.

4 - Sviluppiamo l'abitudine al pensiero lento e alla riflessione piuttosto che al pensiero veloce e reattivo.

5 - Diminuiamo l'attaccamento a persone o simboli e guardiamo i contenuti.

6 - Smettiamo di credere ciecamente ed iniziamo a costruirci una opinione personale più ponderata.

Ricordiamoci che l'emotività è più forte dell'intelletto e che il secondo va allenato.

Piccoli suggerimenti di vita più serena senza tanti nemici da abbattere.

Fuori la p**a, la lente di ingrandimento ed il costume da Sherlock Holmes o se preferite da Jessica Fletcher... ma il finale potrebbe essere un po' diverso 🤣

~ Luana Sanvidotto

10/09/2024

Quando si inscatolano gli oggetti durante i traslochi si riscoprono reperti che erano usciti dalla memoria: alcuni piacevoli ed altri spiacevoli.

Come dei fulmini si inizia a scegliere quale oggetto sia degno o meno di proseguire con noi il viaggio.

Mi viene da sorridere nel pensare che il trasloco attiva la modalità "dio" normativo: tu si, tu no.

Forse nelle relazioni facciamo lo stesso:
all'inizio ci piacciono le persone,
poi c'è la piacevole frequentazione
e infine l'amara scoperta:
non tutti i lati delle persone ci piacciono.

Ecco che si sviluppa il rifiuto.

La mente veloce getta nel cestino tutto ciò che non piace più, oggetti o relazioni.

Il pensiero lento ci pone verso la riflessione:

Vale la pena gettare l'oggetto oppure lo posso regalare, rivendere, ecc?

Vale la pena proseguire questa relazione, nonostante alcune parti non in linea con me,
e dedicare del tempo a risolvere queste divergenze
oppure chiudo e basta?

Riflessioni su consumismo, fastidio e neuroplasticità.

~ Luana Sanvidotto

08/09/2024

Meditazione e buonsenso

La meditazione non può guarire
i traumi e le ferite profonde,
per questi ci vuole il tempo e, a volte,
una buona psicoterapia.

La meditazione può darci la corretta visione delle cose, il che non è poco, anzi direi che è fondamentale.

Imparare a convivere con il nostro dolore è un compito arduo, ma a noi resta una scelta importante: far si che le nostre ferite ci facciano diventare persone migliori e, soprattutto, ci inducano ad aprirci agli altri.

~ Giancarlo Shinkai Carboni

07/09/2024

Segnalare i problemi è opportuno solamente se è in funzione a voler risolvere o cambiare le modalità che li hanno creati, sia a livello individuale che collettivo.

Altrimenti è solo una modalità dicotomica in cui si vuole segnalare quale parte è giusta (la nostra) e quale è sbagliata (la loro).

Mi chiedo, se tutti i "giusti" si prendessero la responsabilità delle loro affermazioni ed azioni continuerebbero ancora a volerlo essere?

Credo sia facile giocare alle squadre di calcio quando si pensa di non essere perseguibili
o di non causare dei danni agli altri
perché guidati, a nostro parere,
da "conoscenza" o "coscienza".

Anni fa, uno studente chiese all’antropologa Margaret Mead quale riteneva che fosse il primo segno di civiltà in una cultura.

Margaret Mead rispose che il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito.

Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi.

Aiutare qualcun altro nelle difficoltà
è il punto in cui la civiltà inizia.

Più che indicare voracemente, forse,
necessitiamo di incontrare il mondo
con occhi nuovi ed il cuore aperto.

È questa la vera magia.

~ Luana Sanvidotto

06/09/2024

Iper Responsabilità

Essere persone responsabili ci rende liberi: riconosciamo le nostre scelte, le nostre azioni e i movimenti che immettiamo nel mondo e le eventuali conseguenze.
Riconosciamo dunque il nostro creato che in libertà abbiamo prodotto.

Tuttavia c'è una manifestazione che possiamo sperimentare che ci ingabbia: ovvero l'eccesso di responsabilità, che si amplia non solo al nostro operato ma a quello di tutti.

Iniziamo a sentirci "responsabili", o meglio in colpa, per questioni che non ci riguardano, vogliamo risolvere i problemi di tutti, desideriamo che le cose vadano in "un certo modo" e così diventiamo invadenti anche con gli estranei.

Il vero punto è l'Ansia.

L'ansia che non ci fa accettare che le cose accadono e non Ci accadono.
L'ansia che vorrebbe tutti in buona salute e immortali.
L'ansia che ci fa credere di essere gli unici in grado di risolvere le situazioni.
L'ansia che ci porta a dire a tutti quello che dovrebbero fare.
L'ansia che non ci fa sperimentare vie nuove.
L'ansia che non ci permette di essere noi stessi e di accettare il prossimo o gli eventi.

Ed è li che manifestiamo atteggiamenti ossessivo compulsivi mascherati da "Eroe".

In realtà non sopportiamo che la vita sia anche fallimento, perdita, imprevedibilità, impermanenza e soprattutto non controllabile.

E questo ci esaurisce, ci affanna, ci mette in crisi.

È proprio in questi momenti, in cui ci sentiamo letteralmente in ginocchio,che possiamo alzare lo sguardo verso nuove prospettive.

Non esiste controllo.
Nessuno ha il controllo.
Nessuno è abilitato al controllo.
Il controllo è una forma mentale costruita e fasulla.

Possiamo però re-imparare a gestire emozioni, reazioni, pensieri ed esprimerci ed ascoltare meglio.

Si sprecano meno energie e si è più lucidi.

La Vita è una ed è possibile viverla al meglio.
Non al massimo - che è un traguardo finto.
Al meglio delle nostre capacità.
Con grazia, bellezza e gioia.

Prendiamoci il nostro tempo,
lasciamo andare il ruolo di Atlante,
lasciamo che il mondo si muova
ricco di esperienze ed avventure.

Un bel respiro profondo e godiamoci il momento.

~ Luana Sanvidotto

04/09/2024

"Se noi cambiamo allora il mondo intorno a noi cambierà!"

O forse, se noi iniziamo a prendere coscienza delle nostre funzionalità psicobiologiche, ad ascoltare e legittimare le nostre emozioni vivendole e regolandole nella giusta misura, miglioriamo la nostra soglia di tolleranza e l'ascolto interno-esterno insieme alla capacità riflessiva vivremo il mondo (che non cambia) in altro modo?

Credo sia arrivato il momento di abbandonare l'idea di essere "straordinari" per iniziare a Vivere con rilassatezza il nostro essere ordinari.

È nella semplicità la chiave per un buon vivere.

Benedetti piedi per terra.

~ Luana Sanvidotto

03/09/2024

Oceano, allora, non è un luogo e tantomeno un oggetto, è semmai la matrice impensabile di ogni pensiero e di ogni discorso.

In effetti la prima filosofia è acquatica:
come sostiene Talete di Mileto
«l’acqua è il principio di tutto»

Ma che cosa vuol dire, propriamente, che al principio c’è l’acqua, e non, come invece sostiene la nostra tradizione teologica, «In principio erat Verbum»?

Se all’inizio c’è il verbo, cioè il linguaggio e il ragionamento, allora al principio c’è qualcosa o qualcuno in grado di articolare pensieri, cioè di fare distinzioni e attribuire nomi a ciò che è stato pensato come distinto.

Vuol dire, in sostanza, che al principio c’era un essere umano, anche se travestito da Dio. Se al principio invece c’è l’acqua, allora non c’era nessuna parola e nessun ragionamento.

C’era solo acqua.
E l’acqua dell’oceano è continua, scorre incessantemente, e soprattutto tiene insieme tutto il pianeta.

Se già sulla superficie terrestre i confini fra gli stati risultano incongrui e artificiali, nel mare diventano del tutto ridicoli.

Se già dire la “mia” terra suona presuntuoso e puerile, dire la “mia acqua” è del tutto insensato.

~ Simone Regazzoni

02/09/2024

Identità reali e virtuali

Nella vita sviluppiamo una identità personale e una sociale.

L'identità non la possiamo costruire da soli.
Si sviluppa in relazione con gli altri e con ciò che esprimono su di noi.

La nostra identità personale è fatta di quelle poche nozioni basilari che servono a dare un’idea di ciò che, almeno a livello superficiale e grossolano, rappresentiamo.

L’identità sociale rappresenta la tendenza dell’individuo a sentirsi appartenente ad un gruppo o categoria e con l'identificazione con esso.

Ecco perché è importante imparare a cercare le qualità nell'altro piuttosto che i difetti.

Se ci sono dei problemi è corretto segnalare i difetti per poter risolvere la situazione di disagio, tuttavia, se passiamo la maggior parte del tempo a vedere solo i difetti, non aiutiamo nessuno: ne l'identità dell'altro, ne la nostra.

Anzi, quei difetti diventeranno anche i nostri perché staremo sempre lì con mente, parole, visceri.

Facciamo un esempio:
un bambino ci espone i suoi disegni.
È ovvio che abbiano i limiti della sua età e che non siano opere di Monet.

Possiamo scegliere se elogiare il bambino per i suoi lavori, ascoltando anche la sua descrizione delle opere, oppure dirgli che non ci piacciono e che non sono belli.

Se il secondo caso viene ripetuto il bambino crescerà con l'identità IO NON VALGO NIENTE.

Lo stesso processo succede con gli adulti.

Le critiche aspre continue , ricevute o fatte, ci creano una crisi di identità.

Con l'avvento dei social è nata un'altra forma di identità, quella virtuale: qui l’individuo presenta se stesso in una forma di identità desiderata e, per così dire, ideale piuttosto che per quella reale.

I social network sono diventati, quindi, reti "emotive" fatte di conoscenza, condivisione, contatto.

Quando desideriamo esprimere una opinione riflettiamo su questo molto bene:

Facciamo bene all'altro o a noi stessi cercando sempre i difetti altrui e mettendolo alla gogna?

In verità non ci guadagna nessuno.

Come comunità umana stiamo dimostrando che, sia nella vita "reale" sia in quella "virtuale", non sappiamo comunicare senza distruggere l'altro e che siamo proiettati costantemente verso la mancanza piuttosto che verso la ricerca di angoli di bellezza.

Quanti "Io non valgo" abbiamo ancora intenzione di attivare?

~ Luana Sanvidotto

28/08/2024

Litigi, rotture e aspettative dolorose

Vi è mai capitato di aspettarvi dalle persone con cui avete avuto un litigio queste parole?

"Scusami, ti ho fatto del male e mi dispiace".

A una prima occhiata sembra legittima come aspettativa, giusto?

Eppure nasconde una gabbia verso noi stessi così grande che può incatenarci per mesi, anni.

La nostra mente rimane in attesa di quelle parole,
a volte una vita intera.
Un incubo vivente.

La persona che ci ha procurato dolore non può guarire la ferita che si è aperta.
Possiamo guarirla solo noi.
Noi e nessun altro.

Diamoci il permesso di sentire, esprimere, riconoscere quel dolore indipendentemente se chi ci ha ferito riconosce i suoi passi.

La nostra vita non può e non deve dipendere dall'inconsapevolezza altrui ma può migliorare attraverso la nostra consapevolezza.

Non possiamo impedire che le persone ci feriscano, che sia per buona fede oppure no.

Possiamo imparare a vivere con queste ferite, accudirle, ascoltarle, curarle, integrarle, liberarle, trasformarle.

Possiamo.
Concediamocelo.

Se intervengono in modo importante nelle nostre vite, impedendoci di Vivere in modo soddisfacente, è bene rivolgersi ad uno psicoterapeuta per liberarci da questo circuito doloroso.

Nella vita a volte basta un cerotto,
altre volte servono i punti di sutura.

Vogliamoci bene.

~ Luana Sanvidotto

27/08/2024

Bisogna imparare ad allargare orizzonti
di mente e di cuore.

La mente ristretta è facile da individuare
ma non per chi la possiede,
negherà con tutte le sue forze questa condizione
in nome di una verità che persegue.

Il cuore ristretto è difficile da scovare,
mantiene sempre quella parvenza di "umanità"
ma in realtà si sta inaridendo in tutte le sue fibre
e sta dimenticando lo scopo del noi.

Si parla di guaritori, di illuminazione,
di consapevolezza, di maestria...eppure...
le menti son ristrette, i cuori son aridi
e gli orizzonti son sfumati.

Come ritornare con i piedi per terra
in questo momento storico umano
che vuol giocare a mosca cieca
credendo di aver trovato la via?

Non credo esista un'unica risposta.

Punterei da un inizio.

Perché non iniziamo ad aprire gli occhi,
stare in silenzio, ascoltare l'altro
ed uscire dalla gabbia che ci fa credere di essere migliori per ammorbidire mente e cuore
ed abbracciare le fragilità?

Come diceva Albert Einstein:
"Più imparo, più mi rendo conto di quanto non so".

È nell'umiltà e nel desiderio di scoprire
che attiviamo l'intelligenza curiosa
e smettiamo di utilizzare l'intelligenza ignorante
che ci impone di rimanere nella propria zona di comfort e di pregiudizio.

~ Luana Sanvidotto

26/08/2024

Un po' di Humor ! 🤣
Ora ritorniamo a Vivere?

24/08/2024

I social sono il male in terra?

No, nella giusta misura e con un codice comunicativo comune efficace e non fraintendibile.

I social hanno portato alla luce, badate bene non CREATO, molte problematiche sociali già esistenti come la difficoltà di comprendere, esprimersi e rispondere in modo adeguato.

Se nella vita "reale" possiamo incontrare durante la giornata un numero limitato di persone, sui social, ovvero nella vita "virtuale" possiamo trovarne miliardi.

I gruppi social, pro o contro, diventano branchi aggressivi armati di "verità", che si scatenano contro i nemici con idee diverse.

Alla fine poco importano le argomentazioni: quello che davvero interessa è AVER RAGIONE anche se si appoggia l'assurdo.

Gli screzi, le divisioni e i litigi causano dipendenza per via della produzione di adrenalina, cortisolo e noradrenalina.

Attenzione, questo ormoni hanno la funzione di aiutarci a gestire lo stress e normalmente, con il giusto rilassamento alla fine del ciclo, non provocano dipendenza.

Il problema nasce quando, inconsciamente, la sensazione di potenza che ci donano ci procura piacere.

Quindi andiamo costantemente a ricercare il litigio, di colpire aggressivamente, sminuire, sbeffeggiare, insultare, mandare a morte le persone "nemiche" perché non abbiamo sviluppato tabù o limiti nel mondo virtuale.

In quel frangente crediamo di poter dire tutto quello che nella Vita reale non avremmo MAI il coraggio di esprimere.

Erroneamente pensiamo che nulla sia perseguibile e tutto concesso per il nostro piacere.

Conclusione:

1 - La comunicazione umana è ancora a uno stato embrionale e andrebbe migliorata partendo dal codice.

2 - La mancanza di comprensione del testo è oggettivamente un problema sociale enorme riscontrato.
Pertanto bisognerebbe migliorare leggendo testi complessi, ampliando il vocabolario e ricercando il significato delle parole senza ripeterle a pappagallo.

3 - Essere cortesi non ha lo scopo di "diminuire i litigi" oppure di far finta di esseri buoni.

È un'arte comunicativa necessaria da apprendere fin dall'infanzia, che ha la funzione di regolare gli impulsi aggressivi della nostra specie animale, di darci il tempo dell'ascolto e della riflessione, di misurare le parole e di esprimere come si deve le nostre argomentazioni invece di vomitare addosso alla gente "il nostro aver ragione".

4 - "Io sono così e non cambio" è una espressione paradossale: tutti i giorni cambiamo senza accorgercene sia a livello fisiologico che psicologico.
Forse esprimere con onestà la PAURA del cambiamento (o della morte) può liberarci da questo personaggio fintamente congelato.

5 - È importante l'io ma è altrettanto importante il noi.
Quando esprimiamo una opinione personale ricordiamoci che dall'altra parte ci sono persone vere e no, non sempre le opinioni sono NECESSARIE.
Il mondo non gira attorno a noi e la nostra opinione non vale più o meno di quella degli altri.
Le opinioni sono una cosa e le argomentazioni sono un'altra cosa e non coincidono.

Se ogni giorno compissimo piccoli passi per migliorarci, aprendo anche lo sguardo verso gli altri, potremmo scoprire che la Vita, reale o virtuale, può essere decisamente più gradevole.

Cosa è, quindi, questo "male in terra"?

~ Luana Sanvidotto

22/08/2024

Sorella morte

Quante verità mi riveli mentre mi sfiori nella vita: orgogli, paure, negazioni, rifiuti, disprezzi, decadenze e follie.

Dove si trova l'amore in questi momenti?

Forse la domanda è sbagliata...bisognerebbe chiedersi:
"Come si mostra l'amore in questo mantello oscuro e indefinito d'Io?"

Il dolore è solo per chi rimane
perché colui che viaggia sta esplorando mondi.

Certo, ci si può perdere nel dolore
oppure si ravviva il senso della Vita.

Sorella morte,
con grazia mi ricordi il valore del tempo,
del suo scorrere impetuoso,
della Vita e dei momenti importanti.

Ogni incontro,
ogni cosa,
ogni pagina letta,
ogni cuore spezzato,
ogni gioia profonda
rimarrà qui a nutrir terra e cielo
come ispirazione per le persone che verranno.

Sarebbe bello seminare bellezza e cura,
ma a volte son spine e rovi intrecciati.

Un respiro di fine estate.

~ Luana Sanvidotto

20/08/2024

Facciamo un esperimento olistico: la riuscita dipende da te, dalla tua forza di volontà!

Pensa intensamente "sono una coccinella" e ripetilo tante tante volte con convinzione.
Immagina il tuo corpo trasformarsi, le ali che si muovono, il dorso rosso con i puntini neri.

È incredibile come si percepisce diversamente il corpo, vero?

Ora sei una coccinella! È fantastico!

Buttati dal primo piano e vola su un albero per mangiare i pidocchi che lo infestano!
Il tuo cibo preferito!

Ah no?
Ti disgustano i pidocchi e hai paura di farti male?

Con il tuo impegno, sforzo e immaginazione non sei riuscito a diventare una coccinella?

Come mai?
Basta così poco e al corso di meditazione mi hanno insegnato che si può fare!

Possiamo trasformare noi stessi in tutto ciò che desideriamo, dipende unicamente da noi!

Sicuramente è il tuo karma oppure hai una energia bassa!

Non ti sei impegnato abbastanza!

È colpa tua!

🐞🐞🐞🐞🐞🐞🐞🐞🐞🐞🐞🐞🐞🐞🐞🐞🐞🐞

Proviamo a sostituire coccinella con "persona di successo", "persona ricca", "persona magica", "sciamano", ecc ecc e aggiungiamo la narrazione che ne consegue.

Percepiamo la costruzione forzata?
Riconosciamo la manipolazione in cui stiamo cadendo?

Bisogna prendere atto che questo linguaggio non ha nessuna utilità se non creare frustrazioni e spingere le persone verso il delirio di onnipotenza.

Possiamo davvero diventare ciò che non siamo?

Possiamo cambiare senza conoscere i nostri funzionamenti?

Ma soprattutto, è necessario cambiare oppure serve semplicemente migliorare il nostro rapporto interno-esterno ed esterno-interno?

Un piccolo gioco di gabbia e liberazione.

~ Luana Sanvidotto

20/08/2024

Stare da soli e sentirsi soli non sono sinonimi

In inglese ci sono due espressioni che portano sfumature diverse: alone e lonely.

Alone significa "solo" ma non isolato.
È una dimensione di stare soli per piacevolezza, di incontro con sé stessi, un momento di silenzio, di raccoglimento, di meditazione.
È un momento di grazia, una scelta.

Lonely significa "solo" ma anche abbandono, è un essere isolati.
Esprime una modalità dolorosa che non viene scelta in autonomia.
È stare in mezzo alla gente e sentirsi soli.

Molte persone, purtroppo, si ritrovano nella seconda definizione e soffrono parecchio.
La sofferenza è causata dal non sentirsi ascoltati, dal dover abbassare il capo, dal non riuscire a integrarsi, dal non sentirsi accettati.

Vivono costantemente con il cuore spezzato perché sono stanche di ricucire ciò che verrà rotto più e più volte.

Ascoltano e "riconoscono" più di tutti per la loro iper attenzione ai cambiamenti emotivi degli altri.

Non si sentono al sicuro.

Sorridono ma hanno lo sguardo triste.

Abbiamo creato una società umana che schiaccia invece di abbracciare, che ci vuole furbi invece di ascoltatori, che ci vuole individualisti.

Credo nella grazia del cuore e della mente,
forse dovremmo coltivarle di più per riaccendere gli sguardi di coloro che si sentono perduti e isolati.

~ Luana Sanvidotto

17/08/2024

Mentre mi abbandono alle onde del mare,
ed al loro abbraccio,
sento un richiamo vibrare in me
che trascende tempo e spazio:
"Tutti i luoghi son sacri
se la poesia è presente nel nostro cuore."

La Natura non richiede o rilascia iniziazioni,
né titoli, né gerarchie.

Siamo natura e la natura è in noi.
Siamo oceano e l'oceano è in noi.

Inspiro,
rilascio,
ritorno,
sono,
ascolto,
espiro.

Semplicemente vivere.

~ Luana Sanvidotto

17/08/2024

Risvegli Autoreferenziali

"Quando si sveglieranno capiranno!"

"Ma chi si deve svegliare?"

"I dormienti!"

"E tu sei sveglio?"

"Ovvio!"

"E chi l'ha deciso che sei sveglio?"

"Io, lo so, lo sento!"

"E se fosse il sogno?"

"...."

~ Luana Sanvidotto

15/08/2024

Fare un bagno nel mare di notte
è come immergersi in un velluto
scuro e semi trasparente.

Si perde la visione del blu,
che non si vede ma c'è.

I sensi si amplificano.

La luna si riflette nello specchio nero
e fa da testimone.

I suoni dei flutti salati cambiano,
o forse finalmente si percepiscono.

Nella notte c'è vita,
è una iniziazione alla natura selvatica.

Ed è in queste occasioni che ritroviamo
il nostro essere Esseri Umani animali.

Si rientra nel grande cerchio della Vita.

~ Luana Sanvidotto

12/08/2024

Si può essere in disaccordo su alcuni punti, rispettarsi e volersi bene.

Non è necessario condividere tutto nella Vita,
è così vasta e multisfacettata.
Proprio come gli esseri umani.

L'importante è comunicare rispettosamente, ascoltare la diversità senza innervosirsi.

Non è una battaglia.

È uno scambio.

Immaginate di ricevere un dono non proprio in linea con voi ma fatto con grande attenzione e cuore.

È importante il dono o il gesto?

Quanti doni "perfetti" avete ricevuto senza che ci fosse del sentimento?

Come insegna il monaco shaolin Shi Heng Yi:
abbiamo bisogno di equilibrio tra le mani di demone ed il cuore di Buddha.

Entrambi sono necessari.

~ Luana Sanvidotto

11/08/2024

Dialoghi con Confucio

Un giorno un discepolo chiese a Confucio:
Maestro, se vi fosse affidato un regno da governare secondo i vostri princìpi, che fareste per prima cosa?

Confucio rispose:
Per prima cosa rettificherei i nomi.

A questa risposta il discepolo rimase molto perplesso:
Rettificare i nomi? Con tanti impegni gravi e urgenti che toccano a un governante voi vorreste sprecare il vostro tempo con una sciocchezza del genere?

Confucio dovette spiegare:
Se i nomi non sono corretti, cioè se non corrispondono alla realtà, il linguaggio è privo di oggetto.
Se il linguaggio è privo di oggetto, agire diventa complicato, tutte le faccende umane vanno a rotoli e gestirle diventa impossibile e senza senso.
Per questo il primo compito di un vero uomo di Stato è rettificare i nomi.

I nomi, cioè i termini con cui denominiamo le cose e gli eventi, devono essere corretti: devono, dunque, corrispondere alla realtà.

Se ciò non accade, le faccende umane vanno a rotoli, perché naturalmente le parole inesatte producono una visione deformata della realtà.

È innegabile: le parole hanno un impatto straordinario sulle nostre idee, e quindi sulle nostre vite, sia individuali che collettive.

I nostri giudizi si fondano spesso su parole che, come sa bene chi ha il potere, possono far apparire il bianco nero e il nero bianco.

Occorre, perciò, prestare la massima attenzione alle parole in uso, specialmente a quelle diffuse dai governanti o dalle persone di rilievo.

Nel mondo olistico, per esempio, vi è un chiaro abuso delle parole ego, giudizio, amore, energia, vibrazione, separazione e guarigione.

Si utilizzano questi termini senza conoscere il loro significato multisfacettato.

Ampliare il vocabolario e migliorare l'uso della nostra lingua ci aiuta a comunicare in modo più preciso e ricco.

La ricchezza di cui si parla è culturale, creativa, etica, energetica, responsabile e bilancia l'ego perché non ha lo scopo di "apparire" ma di avvicinare cuore e mente.

Le parole possono essere armi di distruzione o costruzione di massa.

~ Luana Sanvidotto

09/08/2024

SUGLI ABUSI E LA SPIRITUALITÀ

"Hai causato il tuo dolore perché lo volevi o lo meritavi."

"Se pensi di avere un problema con le parole o il comportamento di qualcuno, sei sempre TU ad essere confuso."

"Tutto è sempre solo una tua proiezione. È tutto nella tua mente".

"Libera la tua vibrazione e smetterai di attrarre cose cattive verso di te."

"Sei troppo attaccato al corpo. Vai oltre il corpo. Non è ciò che sei. "

"Se hai dubbi, paure, resistenza, dolore, rabbia, allora sei nel tuo ego e sei completamente privo di illuminazione."

"Il passato è un'illusione. Liberalo subito! ".

Sono così stanco di tutta questa m***a new age.

Sono stufo di QUALSIASI spiritualità che non onori pienamente la nostra confusa, irrisolvibile, incarnata esperienza umana in prima persona, in tempo reale.

Che non si inchina profondamente alla lotta dei nostri cuori duri e teneri.
Questo senso di colpa ci fa inciampare a causa delle nostre imperfezioni e ci fa vergognare a causa dei nostri limiti.

No, non è sempre una tua proiezione.

Sì, a volte altre persone ti trattano davvero male e hai bisogno di andartene o stabilire dei limiti più chiari.

No, non è sempre "nella tua mente".

Sì, il tuo corpo conta. Anche i tuoi sentimenti.

No, i tuoi dubbi e le tue paure non sono "sbagliati", "cattivi" o "non evoluti".

No, non stai "attirando" abusi attraverso la "frequenza vibrazionale" sbagliata.

No, non meriti di essere costretto in alcun modo, in nome della Verità, in nome di Dio, in nome dell'Amore o QUALSIASI ALTRO NOME.

Sì, i tuoi limiti meritano di essere rispettati, il tuo "sì" e anche il tuo "no".

No, non va bene che gli insegnanti spirituali abusino delle persone "per il loro stesso beneficio" - per scioccarle, per svegliarle, per illuminarle, per aiutarle a liberarsi del loro "ego".

Gli insegnanti che usano la violenza come strumento sono solo degli abusatori, non degli insegnanti.

Rifiuto ogni spiritualità che rifiuti la nostra umanità gentile, vulnerabile e fragile.

Rifiuto ogni spiritualità che ci umilia per i nostri preziosi pensieri e sentimenti umani.

Rifiuto ogni spiritualità che inizia ogni frase con "Se fossi illuminato..."

Rifiuto ogni spiritualità che si separa dal non-sé, dal divino dall'umano, dal sacro dal mondano, dall'assoluto dal relativo, dal cielo dalla terra, dalla dualità dalla non-dualità, dal materiale dallo spirituale.

Una volta ho visto un famoso insegnante spirituale rivolgersi a una donna recentemente in lutto.

Ha detto: "Il tuo cuore spezzato è un'illusione ed è solo un'attività del Sé separato".
Un giorno il me separato scomparirà, insieme a tutta la sofferenza. "
E in quel momento ho visto una profonda, profonda malattia e disumanità nel cuore della spiritualità moderna. Il rafforzamento del trauma, false promesse, giochi di potere, la repressione delle donne.

E ho giurato di adorare questo dannato cuore spezzato come se fosse Dio stesso.
Fino alla fine del mondo.

~ Jeff Foster

09/08/2024

Dedicato alle "persone forti"

Quando collochiamo una persona nel cassettino mentale "persona forte" smettiamo di chiederle "come stai?" e "Posso esserti di aiuto?".

Se nasce un problema subito ci si rivolge alla "persona forte" e se non è disponibile ci sentiamo particolarmente offesi.

Lei è colei che "risolve tutto sempre" perché non è a mia disposizione per risolvere i miei problemi?

Nei momenti di fragilità chiamiamo immediatamente la "persona forte" e se non dimostra disponibilità immediata per ascoltare le nostre narrazioni diventa "egoista e narcisista".

Lei sa sempre cosa fare in questi momenti, perché non mi ascolta? Allora non le importa di me?

Se la "persona forte" si ammala non serve che la aiuti perché sa come risolvere i problemi e molto probabilmente non è così grave.

Se la "persona forte" non desidera sentire nessuno è sicuramente una egoista ed egocentrica perché non si occupa degli altri.

Dietro l'etichetta "persona forte" c'è innanzitutto una PERSONA che molto probabilmente è diventata autonoma ed autosufficiente in giovane età e non ha ricevuto un giusto sostegno.

Dietro una "persona forte" c'è una persona altamente sensibile che lotta tutti i giorni con sé stessa per non farsi sommergere dalle richieste dalla Vita e dalle persone.

Dietro una "persona forte" c'è una persona che può sgretolarsi come polvere nel vento.

Se apriamo gli occhi ed il cuore per un attimo forse smetteremmo di dividere le persone in forti e deboli e vedremmo solamente Persone.

Le Persone non sono pozzi da cui attingere e basta.
Il pozzo va riempito di nuovo se si desidera bere l'acqua che contiene.

La gentilezza ci aiuta in questo.

~ Luana Sanvidotto

07/08/2024

Le polemiche non sono argomentazioni e non hanno la funzione di creare una comunicazione con gli altri.

Semplicemente emettono un monologo-sentenza in modo violento e se accompagnate da insulti diventano ulteriormente aggressive.

Perché la polemica non ha una funzione comunicativa?

Perché parte dal presupposto che l'unica risposta corretta sia una sola, la nostra.

Se ci rendiamo conto di esprimerci, nella realtà o nei social, normalmente in questo modo pensando di "essere persone vere" dobbiamo prendere atto che non lo siamo affatto.

Manifestiamo una ipertrofia dell'ego.

Sia chiaro, l'ego è indispensabile per tutti gli esseri umani nella giusta misura in cui ci permette di relazionarci con gli altri.
Nella giusta misura ci appaga, ci fornisce il senso del limite, ci permette di scegliere, ci rende autonomi.

Un ego smisurato ci rende egocentrici,
di conseguenza limita la nostra capacità comunicativa e relazionale.

In questa modalità non abbiamo nessuna intenzione di ascoltare ma vogliamo solamente avere ragione perché seguiamo un unico d'IO.

Qualsiasi comunicazione è inutile perché non ci sarebbe uno scambio alla pari.

Vale la pena quindi rispondere a una polemica con ragionevolezza ed assertività?

No

~ Luana Sanvidotto

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