Altro Calcio
Il Calcio giocato con una "tecnica" e "tattica" diversa..!
Le 14 regole del calcio secondo Crujiff.
1-Gioco di squadra: per fare le cose dovete farle insieme.
2-Responsabilità: prendetevi cura delle cose come se fossero le vostre.
3-Rispetto: rispettatevi gli uni con gli altri.
4-Integrazione: coinvolgere gli altri nelle vostre attività.
5-Iniziativa: abbiate il coraggio di provare qualcosa di nuovo.
6-Allenamento: aiutatevi sempre l'uno con l'altro all'interno di una squadra.
7-Personalità: siate voi stessi.
8-Impegno sociale: cruciale nello sport è ancora di più nella vita in generale.
9-Tecnica: è la base.
10-Tattiche: sappiate cosa fare.
11-Sviluppo: lo sport sviluppa corpo e anima.
12-Imparare: cercate di imparare qualcosa di nuovo ogni giorno.
13-Giocare insieme: è una parte essenziale del gioco.
14-Creatività: è la bellezza dello sport.
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Non ha gradito la sostituzione di suo figlio, undicenne giocatore di calcio della categoria Pulcini e così è entrato in campo insieme alla moglie per insultare l'allenatore e un suo collaboratore. Ma non gli è bastato. Dalle offese è passato alla violenza fisica ➡️ https://tinyurl.com/yz7hkhe3
https://www.calcioefinanza.it/2015/09/23/quanto-costa-andare-allo-stadio-la-serie-a-e-tra-i-campionati-piu-cari-al-mondo/ #:~:text=I%20numeri%20parlano%20chiaro%3A%20il,cuore%2C%20in%20casa%20e%20fuori.
Quanto costa andare allo stadio: la Serie A è tra i campionati più cari al mondo | Calcio e Finanza I numeri parlano chiaro: il prezzo medio del biglietto è di 69 euro, mentre quello di una trasferta supera i 200. a spiegarlo è uno studio spagnolo
A ''Mediterraneo'' Natali Shaheen e la libertà nel pallone L'ex capitana della nazionale di calcio palestinese vive e allena in Sardegna
Sport e integrazione a Caltanissetta: in prefettura la nuova formazione dell'Atletico Nissa Esordio domenica 29 ottobre in Terza categoria per la squadra di calcio che comprende tra i giocatori ospiti del Cara
Manuale del perfetto telecronista di calcio La figura del telecronista di calcio, diversamente da quanto si crede, non nasce col calcio, bensì con la televisione. Senza di essa, il telecronista e il libro che ora vi accingete a leggere non esisterebbero. Probabilmente non esisterebbero neanche un sacco di altre cose, come le scuse delle TV.....
Definirlo un miracolo sarebbe poco. Già, perché quella scritta dal Loughgall è un'autentica pagina di storia del calcio moderno. La squadra nordirlandese è stata infatti promossa in Prima Divisione dopo aver condotto un campionato a dir poco perfetto che l'ha portata alla promozione diretta nella massima serie calcistica del Paese. Una promozione ottenuta con merito e che ha fatto scalpore. Non tanto per le qualità della rosa o la bravura di giocatori e allenatori, quanto per la città che rappresenta questa squadra.
Si tratta infatti di un paesino di soli 282 abitanti che mai si sarebbe aspettato che la propria squadra di calcio un giorno avrebbe giocato nella massima serie del calcio nazionale. La Premiership è dunque pronta ad accogliere il Loughgall che sarà la società più piccola tra tutte quelle presenti nei campionati di massima serie. Un primato a dir poco straordinario che conferma come i miracoli spesso possono davvero accadere. Un successo arrivato dopo anni di fatica e di lotta per raggiungere questa storica promozione che il Covid aveva cancellato già nel 2020.
Secondo quanto riferito da Marca, che ha messo in evidenza questa incredibile storia, all'interno della squadra c'è quasi il 10% della popolazione cittadina. A capo della squadra c'è l'allenatore Dean Smith, che si è unito alla squadra sei stagioni fa e l'ha portata dalla penultima posizione alla promozione. "La trasformazione del club è stata totale: quando sono arrivato a Loughgall non c'era nemmeno un campo di allenamento" ha detto l'allenatore al quotidiano spagnolo.
"Siamo in una nuvola. Abbiamo passato diverse stagioni rimanendo sull'orlo della promozione e finalmente siamo riusciti a raggiungerla", dice Mark Pierson, segretario generale del club che poi sottolinea come la società abbia obiettivi ben chiari: "Vogliamo essere competitivi, anche se per ora speriamo di evitare la retrocessione". Ma in questo momento c'è solo la voglia di sognare e vivere una realtà assolutamente difficile da spiegare…
Sparito nella notte un intero campetto da calcio. Rubate porte, pali di sostegno, recinzioni.
La denuncia del sindaco: “Senza parole, non ci arrenderemo”
Un intero campetto da calcio rubato nella notte ad Aversa Sparito il campetto di via Brachelet ad Aversa (Caserta): rubate porte, pali di sostegno, recinzioni
- Il 15 gennaio 1950, nel corso della partita Fiorentina-Juventus, il fotografo Corrado Bianchi realizza questo scatto, che ben presto diventerà il "marchio di fabbrica" di una mitica raccolta di figurine. Ma chi era il calciatore immortalato? (Non si trattava di un attaccante che "sforbiciava" per ti**re in porta, ma di un difensore che liberava la propria area di rigore...)
Chi è il calciatore della rovesciata delle figurine? - Focus.it La storia della foto del calciatore che compie una rovesciata spettacolare, immortalata da decenni sulle bustine delle figurine e diventata mitica.
Per tanti anni è stato trattato come una figura "comica" del calcio.
Era il giocatore che "non conosceva nemmeno le regole elementari del calcio...
Era il giocatore che aveva spostato indietro di 25/30 anni le lancette dell'orologio della storia del calcio africano.
Era Joseph Mwepu Ilunga, terzino dello Zaire, il giocatore della punizione più famosa dei mondiali del 1974.
In quel mondiale, lo Zaire fu sconfitto prima dalla Scozia e poi dalla Jugoslavia con un incredibile 9-0.
L'ultima partita era contro il Brasile, campione del mondo in carica, che per qualificarsi doveva vincere almeno 3-0.
La partita andò proprio così anche se passò alla storia per una punizione.
Non è una punizione a giro sotto il sette, ma una punizione battuta al contrario.
All'85esimo i verdeoro hanno la possibilità di aumentare il vantaggio con una punizione dal limite.
Se ne incarica Rivelino, con il suo mancino fantastico, che parlotta con i compagni allungando i tempi di battuta.
Così dalla barriera schierata si stacca Mwepu, che corre verso il pallone e lo scaglia il più lontano possibile.
Tutti i giocatori restano straniti, il terzino si becca un giallo tra le risate e le ironie dei brasiliani e degli spettatori.
Anni dopo si capì, che in realtà, c'era ben poco da ridere.
Mobutu, il dittatore dello Zaire, non aveva "gradito" il 9-0 subito contro la Jugoslavia.
Un risultato troppo pesante per l'orgoglio di uno dei tiranni più pericolosi della storia, e prima della gara con il Brasile era arrivata la minaccia alla squadra: "Se perdete per più di 3-0 nessuno tornerà a casa vivo".
Fu proprio Mwepu a confermarlo in un'intervista:
"Eravamo già sul 3-0, fui preso dal panico e calciai il pallone lontano. I brasiliani ridevano, ma non capivano cosa io provassi in quel momento"
Quella punizione "battuta al contrario" non era un gesto comico di un "ignorante" delle regole del calcio, era solo il gesto di un uomo disperato che temeva per la propria vita..
Oggi sarebbe stato il suo settantatreesimo compleanno.
Tanti auguri Mwepu
“Speriamo che l’arbitro ci faccia giocare!”
“Se la incominciamo la finiamo!”
La foto ha poca qualità.
Ma chi ha giocato o gioca sa.
Sa cosa vuol dire giocare su un campo così.
Vuol dire svegliarsi la domenica e pensare:
“Speriamo che l’arbitro ci faccia giocare!”
Vuol dire arrivare al campo con la tensione che venga tutto sospeso.
Ma perché questa tensione?
È un lavoro? No.
È questione di vita o di morte? Forse.
La partita, per un dilettante, è un premio.
Il premio della settimana.
Il premio per essere uscito in fretta dal lavoro per allenarsi.
Chi con la camicia, chi con i vestiti sporchi di vernice, chi con il grasso sulle mani.
E via dicendo.
Il premio per andare avanti, nonostante tutto.
Nonostante i campi più larghi che lunghi.
Nonostante le trasferte autofinanziate.
Nonostante la vita sia sempre piena di doveri.
Ecco perché, ogni qualvolta capita un campo del genere, si pensa sempre la stessa cosa:
“Speriamo che l’arbitro ci faccia giocare!”
E ci si sistema tutti sulla porta degli spogliatoi.
Compagni e avversari.
Per veder la palla rimbalzare tra l’arbitro e i due capitani.
Per aspettare quel cenno con la testa.
Quello che vuol dire: “sì giochiamo!”.
Quello che da finalmente vita alla domenica.
La domenica che ti svuota di fiato e ti riempie di vita.🖋
“CI ALLENIAMO ANCHE SE PIOVE?”
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A Venezia il docu-film
sulle badanti calciatrici
Le autrici di «Las Leonas», prodotto da Moretti: «Storia di libertà e riscatto»
Giuseppina Manin
Manette sul calcio ⚽
Ossi di Seppia - S2E26 - Manette sul calcio - Video - RaiPlay Il 23 marzo 1980 sulla pista rossa dello stadio Olimpico di Roma arrivano all'improvviso le macchine della Guardia di Finanza. Si è appena conclusa la partita Roma - Perugia, un incontro sportivo poco emozionante, ma quell'immagine, così anomala, sarà destinata a diventare il simbolo dello scanda...
UN CALCIO AL SOLE
Krutik Thakur è un fotografo indiano che interpreta i tramonti in un modo tutto suo. Gli piace usare le silhoutte delle persone in controluce per creare scene incredibili, catturandole con la sua fotocamera. Ha iniziato ad occuparsi di questo tipo di scatti dopo che questa foto è diventata virale. Non potevamo non condividerla oggi, per molti un giorno dedicato al calcio.
UN CALCIO AL SOLE
Krutik Thakur è un fotografo indiano che interpreta i tramonti in un modo tutto suo. Gli piace usare le silhoutte delle persone in controluce per creare scene incredibili, catturandole con la sua fotocamera. Ha iniziato ad occuparsi di questo tipo di scatti dopo che questa foto è diventata virale. Non potevamo non condividerla oggi, per molti un giorno dedicato al calcio.
Buona Domenica! 🙂
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Foto: Krutik Thakur
La foto virale
I palloni smarriti
di un’Italia che non c’è più
di Beppe Severgnini
Ad Ascoli la pulizia del tetto di una chiesa ne ha restituiti a decine (anche degli anni ‘70)
Memoria di un Paese senza cellulari che giocava di più per strada. E andava ai Mondiali
Sono giorni di immagini memorabili. Immagini che restano stampate nel nostro cervello, anche se non vogliamo. Dall’Ucraina arrivano orrore, sopraffazione e morte: cadaveri sul ciglio delle strade, edifici distrutti, bambini in uno scantinato, colonne di sfollati. Chi considera la guerra un risiko di cui parlare al bar o in televisione pensi all’uomo che ha provocato tutto questo. Se lo giustifica, si vergogni.
Improvvisamente, ecco: un’immagine completamente diversa.
Quella che vedete in pagina è una fotografia che ha colpito molti di noi al Corriere — diversi per età, esperienza, sensibilità. Un’immagine che sembra sbucare dall’infanzia di alcuni, dai sogni di altri, dai desideri di tutti.
Un’immagine che strappa un sorriso e una constatazione: l’Italia è un luogo formidabile, dove la poesia, la bellezza e il genio sono, spesso, preterintenzionali. Non lo facciamo apposta a essere così bravi, quando siamo bravi. Neppure le nostre sciatterie sono sempre volontarie; molte sì, però.
Cosa vedete, nella parte bassa della fotografia? Palloni. Ne hanno trovati a dozzine, pulendo il tetto della chiesa di San Tommaso ad Ascoli Piceno, in vista del restauro della struttura, lesionata nel terremoto del 2016.
Generazioni di ragazzini li hanno spediti lassù, giocando a calcio nella piazza. I telecronisti, ancora oggi, parlano di «un tiro alla viva il parroco» o di «un campanile» quando il pallone — in un rinvio, in un contrasto — si alza in verticale. Ecco: chissà chi era il parroco, chissà chi ha tirato, chissà quando sono finiti sotto il campanile, quei palloni.
Sono rimasti lì per decenni. Un piccolo museo sportivo del Novecento: modelli di plastica e di cuoio (c’è anche quello prodotto in occasione dei mondiali d’Argentina del 1978) che hanno resistito a pioggia, vento, sole d’estate e gelo d’inverno. Dice il sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti: «Tra quei palloni, molti erano recenti. Ci sono bambini che si trovano a giocare in piazza ancora oggi. Meno di una volta, ma ci sono».
Vogliamo credergli, nessuno chiederà la datazione dei palloni. Ma l’impressione, a giudicare dalle reazioni, è che rappresentino un rimpianto collettivo. Quei palloni — bianchi, blu, arancioni, a scacchi, gonfi, sgonfi, coperti di muffa, incrostati di fango — sono il racconto di un Paese dove i ragazzini correvano sulle piazze, i nonni guardavano, il curato bofonchiava ma lasciava fare, l’Italia andava ai Mondiali, e magari li vinceva.
Oggi quei ragazzini hanno in mano un cellulare, i nonni guardano la guerra in tv, e sulle piazze italiane vigili e cartelli vietano di giocare a calcio. In quanto ai Mondiali, be’, lo sapete.
Chiudiamo con un sorriso, in questi giorni serve. Tra i molti commenti apparsi sui social, sotto la fotografia, ecco il migliore: «Gli attaccanti italiani non hanno mai avuto una buona mira».
I nuovi obblighi in Francia complicano la trasferta dei blues
Chelsea, i calciatori no vax a rischio per la sfida di Champions a Lille | Calcio e Finanza Prosegue il nodo degli atleti no vax nel mondo calcio. Secondo quanto riportato da The Times, il Chelsea corre il rischio di giocare senza i calciatori non vaccinati durante la sfida con il Lille di Champions League. Infatti, la Francia ha varato l’obbligo vaccinale per tutti gli atleti (link). Tu...
Report: Le carte false di Lotito per comprare Alitalia
CalcioMercato.com: news calcio – notizie e dirette – scoop mercato calcio Leggi Calciomercato.com: news sulla tua squadra, notizie e scoop, risultati di calcio italiano e internazionale in diretta. Calcio giocato e calciomercato.
Il calcio secondo Pier Paolo Pasolini | Storie di Calcio «I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara (giocavo anche sei-sette ore di seguito, ininterrottamente: ala destra, allora, e i
https://www.comingsoon.it/film/crazy-for-football-matti-per-il-calcio/59826/scheda/
La storia di un gruppo di pazienti psichiatrici che, insieme al loro psichiatra fuori dalle regole, trovano nella passione per il calcio e per la maglia azzurra una nuova forma di cura al dolore.
Crazy for Football - Matti per il calcio - Film (2021) Crazy for Football Matti per il calcio, scheda del film di Volfango De Biasi, con Sergio Castellitto, Antonia Truppo e Max Tortora, leggi la trama e la recensione, guarda il trailer, ecco quando, come e dove vedere il Film in TV e in Streaming Online.
Nazionale donne, c'è il lieto fine. Le calciatrici afghane lasciano Kabul per l'Australia
Nazionale Afghanistan, c'è il lieto fine. Le calciatrici lasciano Kabul per l'Australia "Siamo grati al governo australiano per aver evacuato un gran numero di calciatrici e atlete dall'Afghanistan" - si legge nella nota della Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori
My name is Ada
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Il traffico di baby calciatori
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