Annalisa Scolari
LISA
“Sono stata fortunata nella vita. Sono stata con Raimondo dal '62, ma prima siamo stati fidanzati per tre anni, quindi sono 50 anni. Mi invitò a cena e si dichiarò davanti a una cotoletta. Mi guarda e mi dice: “Lo sai che sono innamorato di te?”. Dopo di che si volta verso Gino Bramieri e comincia a parlare del più e del meno, come se non esistessi. Non abbiamo mai smesso di ridere, è il segreto per stare bene insieme: noi ridevamo delle stesse cose. Poi abbiamo portato il nostro modo di essere in televisione. Poi quando c'è stato il momento dell'esplosione della volgarità siamo stati alla finestra a guardare, non abbiamo accettato compromessi. Siamo di quella generazione in cui l'attore sapeva di entrare nelle case senza suonare il campanello, e quindi ci entrava con la cravatta e con garbo".
Sandra Mondaini ❤
Web
Lui è Alex, sta crescendo i suoi figli da solo perché sua moglie è morta dopo il parto.
I suoi parenti gli hanno consigliato di darli in affido perché non sarebbe stato in grado di crescerli da solo. Alex ha chiuso i rapporti con i suoi parenti e cresce i suoi figli da solo senza chiedere aiuto a nessuno!
Bravo 😍❤❤❤
Nella vita dire quello che si pensa attira antipatie, ma seleziona le persone. Quelle che restano al tuo fianco, le puoi chiamare "Amiche".
Sei una grande ti voglio bene !🤗
«L’ignorante sa molto. L’intelligente sa poco. Il saggio non sa niente, ma l’imbecille sa sempre tutto».
Vi ho raccontato di quando a causa di una diagnosi errata venni rinchiusa in manicomio. Al che una signora piena di odio mi ha detto: «Bugiarda! I manicomi sono stati chiusi nel 1978». E ha iniziato ad attaccarmi! Ecco, tutti sanno che i manicomi sono stati chiusi grazie alla legge Basaglia. Anche i bambini lo sanno. Neanche un id**ta mentirebbe su una cosa simile. Perché allora nel titolo del mio post ho parlato di manicomi?
Perché per me la realtà che ho vissuto non è diversa da quella dei manicomi. Certo oggi hanno un nome diverso, OPG, Rems, case di cura, reparti psichiatrici. ma quando ti impongono dei trattamenti coercitivi contro la tua volontà, quando ti legano al letto e ti annullano la ragione con dosi talmente elevati di farmaci tali da stordire un elefante, quando sei lì in un luogo in cui nessuno ti ascolta, un luogo che riconosce il tuo corpo ma non la tua voce, il tuo sintomi ma non la tua anima, quello per me si chiama MANICOMIO. In quel luogo conobbi tante persone definite «matte», ma come diceva Alda Merini, «spesso i veri dementi li ho incontrati nel mondo di fuori.
Soprattutto qui sui social ne ho incontrati parecchi. Usi un dipinto che per qualche ragione non piace al maleducato di turno? Sei un id**ta. Scrivi qualcosa che urta il moralismo di un altro? Ciò che scrivi è pericoloso. Parli degli scrittori russi? Semplice, stai promuovendo una propaganda filo putiniana. E sapete cosa ho capito? Che gli idioti, i presuntuosi e gli arroganti sono tanti, ma non vale la pena abbassarsi al loro livello.
Per me non è stato facile rivivere quel trauma, raccontarvi la vera storia che dietro «Intervista con un matto» ma l’ho fatto nella speranza di poter smuovere qualche coscienza. E a coloro che vorrebbero ferirmi con la loro cattiveria rispondo così: «Tacere non significa che non abbia niente da dire, o che quello che vedo mi sta bene. Il mio tacere vuol dire: Ho capito chi sei e non vali nemmeno la mia attenzione.»
➡️ Se volete leggere anche voi Intervista con un matto, potete leggerne un estratto gratuito o ordinarlo qui: https://www.amazon.it/Intervista-matto-Guendalina-Middei/dp/883205597X/
Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X
E si 🤗
____ "Ma ci sono cose
che non si possono capire con la
riflessione, bisogna viverle..."🧡
~Michael Ende~
Un vizio tutto umano quello di puntare l’indice verso chiunque, tranne verso se stessi.
Imparare a essere responsabili delle proprie scelte è il vero sentiero della crescita, per guardare la verità in faccia e provare a cambiare alcune dinamiche esistenziali, così da non dover più sfuggire alle paure ancestrali e a non andare più in giro con addosso mille scuse rattoppate.
😊🐞🍀
Nelle sue fabbriche si suonavano persino concerti. C’erano biblioteche, aree dedicate all’arte, altre per promuovere dibattiti. Tutto senza divisioni interne: operai e ingegneri assieme. E tutti con enormi benefici garantiti dall’azienda stessa. Tra cui asili e case costruite ad hoc per i dipendenti, salari nettamente più alti della media, convenzioni.
Persino sul congedo di maternità l’Olivetti fu pioniera: fu la prima grande azienda a garantirlo per 9 mesi e mezzo con l’80% di retribuzione.
Tutto questo avvenne per volontà di Adriano Olivetti. Uomo di grandi doti intellettuali e capacità manageriali, ma anche dotato di un grande lato umano. Un imprenditore diverso che vedeva l’azienda come una comunità. Diceva infatti che “la fabbrica non può guardare solo all'indice dei profitti, ma deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia".
E così fu per tutto il tempo in cui Adriano Olivetti fu alla guida.
Nasceva oggi, 11 aprile.
Ricordandone la memoria, portiamolo a esempio. Che se in tanti facessero come faceva lui, tante cose sarebbero ben diverse.
“Volevo che le città fossero splendide, piene di luce, irrigate d’acque limpide, popolate da esseri umani il cui corpo non fosse deturpato né dal marchio della miseria o della schiavitù, né dal turgore d’una ricchezza volgare; che gli alunni recitassero con voce ben intonata lezioni non fatue; che le donne al focolare avessero nei loro gesti una sorta di dignità materna, una calma possente; che i ginnasi fossero frequentati da giovinetti non ignari dei giochi né delle arti; che i frutteti producessero le più belle frutta, i campi le messi più opime. Volevo che l’immensa maestà della pace romana si estendesse a tutti, insensibile e presente come la musica del firmamento nel suo moto; che il viaggiatore più umile potesse errare da un paese, da un continente all’altro, senza formalità vessatorie, senza pericoli, sicuro di trovare ovunque un minimo di legalità e di cultura; che i nostri soldati continuassero la loro eterna danza pirrica alle frontiere; che ogni cosa funzionasse senza inciampi, l’officina come il tempio; che il mare fosse solcato da belle navi e le strade percorse da vetture frequenti; che, in un mondo ben ordinato, i filosofi avessero il loro posto e i danzatori il proprio. A questo ideale, in fin dei conti modesto, ci si avvicinerebbe abbastanza spesso, se gli uomini vi applicassero una parte di quell’energia che vanno dissipando in opere stupide o feroci.”
Marguerite Yourcenar (1903-1987), Memorie di Adriano
Il 4 aprile del 1968 veniva assassinato Martin Luther King, aveva 39 anni.
Ancora una volta la violenza più bruta fece fuori un uomo buono, e coraggioso, che aveva tentato di insegnare che solo la non violenza può sradicare l'odio dai nostri cuori, e conquistare la vera libertà.
Io avevo 13 anni, e fui tanto colpito da quell'evento che scrissi la mia tesina di terza media proprio su quel pastore protestante la cui voce tonante era sempre piena di risonanze poetiche, bibliche, spirituali.
Oggi molti ne celebrano la memoria, magari proprio gli stessi che un minuto prima hanno esaltato la necessità di incrementare la produzione di armi, perché solo la guerra può essere una risposta adeguata alla violenza.
Ebbene anche oggi, a 55 anni dalla sua morte, io desidero ricordare il suo vero pensiero, che tuttora dovrebbe interrogarci.
Esattamente un anno prima di essere ucciso, il 4 aprile del 1967, in un famoso discorso tenuto a New York, Martin Luther disse:
"Noi, come nazione, dobbiamo sottoporci a una rivoluzione radicale nel campo dei valori. Dobbiamo iniziare a passare da una società orientata alle cose a una società orientata alle persone. Quando le macchine e i computer, le ragioni del profitto e i diritti di proprietà sono considerati più importanti delle persone, è impossibile sconfiggere la gigantesca triade formata dal razzismo, dal materialismo estremo e dal militarismo".
Questa è la rivoluzione che anche noi vogliamo portare avanti, riprendere, e rilanciare in questa fase ancora più oscura della storia della terra.
Marco Guzzi
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MENTANA È TORNATO A FARE IL GIORNALISTA
Finalmente Enrico Mentana si è vergognato del suo ruolo di squallido censore, ed ha ritirato Open dalla lista dei “fact-checkers” di Facebook. Era ora.
Sulla sua pagina Facebook Mentana scrive: “Da oggi Open torna a fare un semplice servizio di giornalismo. Dopo lunghe riflessioni, mi sono reso conto di aver abusato della mia celebrità come giornalista, e di essermi prestato ad un ruolo che non mi compete: quello del censore delle idee altrui. E’ vero che Facebook ci pagava profumatamente per questo servizio, ma esiste anche un limite che un serio professionista non dovrebbe mai superare: ritengo che la libertà altrui di esprimere le proprie idee – qualunque esse siano - valga molto di più di una qualunque bustarella che ci aiuti a pagare l’affitto.
Sappiamo infatti tutti benissimo - continua Mentana - che il moderno ‘fact-checking’ altro non è che censura travestita. Nei paesi non democratici, infatti, praticare la censura è molto semplice: si prende il personaggio scomodo e lo si sbatte in galera. Oppure, se si tratta di una testata che dà fastidio, semplicemente la si chiude. Da noi invece, nel cosiddetto occidente democratico, dobbiamo procedere con i piedi di piombo. Abbiamo prima dovuto inventare il concetto di ‘fake news’, dopodichè abbiamo creato questa curiosa legione di ‘controllori dei fatti’, dotati di poteri divini, che nel nome della ‘lotta alle fake news’ possono arbitrariamente cancellare qualunque cosa ritengano inopportuna. (Si troverà sempre una scusa per appiccicare l’etichetta di ‘falso’, oppure ‘infondato’, oppure ‘fuori contesto’ a qualunque notizia possa dare fastidio).
Ma ultimamente la mia posizione è cambiata: la patetica figuraccia che abbiamo fatto nel tentare di sbugiardare Seymour Hersh con argomentazioni ridicole, e il recente caso Bechis – beccato a mentire in modo clamoroso, nel caso della censura a Mazzucco – sono stati per me un campanello di allarme, e la valanga di lettere di protesta che abbiamo ricevuto mi ha convinto a riconsiderare il nostro ruolo.
Da oggi Open sarà una semplice testata giornalistica, come tutte le altre. La verità conosce comunque le sue strade per essere rivelata, così come la menzogna, da sola, è destinata ad affossare sè stessa. Non c’è bisogno di censori e di controllori nella società moderna, la popolazione è abbastanza matura per decidere da sola a cosa credere e a cosa no.
Buon lavoro a tutti.
Firmato: Enrico Mentana – 1 aprile 2023”.
Lui è Alex, sta crescendo i suoi figli da solo perché mamma e morta dopo la nascita.
I suoi parenti gli consigliarono di darli ad un orfanotrofio perché non sarebbe stato in grado di crescerli da solo. Alex ha smesso di comunicare con i suoi parenti e di crescere i suoi figli da solo senza chiedere aiuto a nessuno!
Web
Non mi piacciono le chiacchere inutili,
le invidie, le polemiche pretestuose,
i pettegolezzi e i giudizi superficiali
delle persone aride e insensibili.
Nulla è più elegante del silenzio,
di fronte alle provocazioni
di chi parla e giudica senza conoscere
e delle persone invidiose..
Quando le parole alimenterebbero
inutili polemiche,
il silenzio le stronca sul nascere.
(Audrey Hepburn)
In Finlandia la scuola inizia quando il bambino ha compiuto i 7 anni di età. È considerato il sistema scolastico migliore al mondo.Le lezioni hanno la durata di 60 minuti di cui 45 +15 di pausa. Dal lunedì al giovedì 8 ore al giorno, il venerdì fino alle 13 e sabato libero. In Finlandia, l'istruzione scolastica è assolutamente gratuita. I genitori non pagano un centesimo per niente. È tutto a spesa dello stato. Ogni bambino riceve dallo stato un tablet gratis,e tutti i libri di testo sono apposti sul tablet in modo che i ragazzi non debbano portare zaini pesanti. Il cibo scolastico è gratis, vario e pulito ed ogni studente può ottenere ciò che vuole e quanto vuole. Ogni investimento nell'istruzione di un paese è un investimento nel suo futuro. Questo è l' investimento più importante. La nazione istruita è il motore sia dell'economia che della sanità e della giustizia...
Dal web
I vecchi lo sapevano.
Quando nasceva un bambino, una donna di casa o non di casa, si trasferiva a casa della puerpera e la aiutava in tutto.
Oggi si deride e offende la mamma che dice "non ce la faccio più"
Le si dice, nel migliore dei casi, "hai voluto la bicicletta? Pedala".
Ci son bambini che non dormono per mesi, ma la mamma è la mamma e Deve farcela.
Come se la mamma fosse un'entità astratta e magica che si impossessa della donna e tutto sa e tutto può.
Andateci piano con le mamme che non ce la fanno, ma soprattutto prima di andare a trovare il piccolo, andate a trovare lei e anziché darle da fare in più (fosse solo il caffè per tutti) ditele "Vai a riposare, lo/la tengo io per un po'".
Chiedetele se ha da fare una lavatrice o la cena e fatelo voi.
Le mamme non sono supereroi, nonostante vi piaccia pensarlo e pretenderlo.
Fonte: La Sorgente e la Dea
"Chi salva una vita, salva il mondo intero."
[Schindler's List]
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