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Muqtada al-Sadr: da signore della guerra a leader populista 15/10/2021

Le elezioni che si sono tenute la scorsa settimana in Iraq hanno visto prevalere Muqtada al-Sadr, religioso importante e conosciuto in Iraq e all’estero.

Al-Sadr è sciita, ha 48 anni, ed è al centro delle vicende irachene da un paio di decenni.

È stato prima a capo di una violentissima milizia antiamericana durante la presenza USA in Iraq ed attualmente è la figura populista di riferimento per la classe operaia sciita.

L’articolo mette bene in luce la poliedricità di al-Sadr inquadrato nei complessi e instabili equilibri iracheni e mediorientali:
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/muqtada-al-sadr-da-signore-della-guerra-leader-populista-15160

Muqtada al-Sadr: da signore della guerra a leader populista Era il leader di una delle più sanguinose milizie durante la guerra in Iraq, oggi Muqtada al-Sadr è alla testa di un movimento che porta in piazza migliaia di persone. Con toni populisti, chiede la fine della corruzione del governo del premier sciita Haider al-Abadi e riforme. I manifestanti che p...

Accoglienza e cooperazione: un costante e profondo impegno • Xenia Srl Impresa Sociale 08/10/2021

Che cosa significa emergenza e quanto è legata al tema immigrazione?

Cerchiamo di fare un po' di chiarezza visto che, nonostante l’impegno di Xenia in ambito accoglienza e cooperazione è costante e profondo, molto è ancora da fare per supportare chi arriva, per aiutare chi è in viaggio e per sostenere chi decide di restare nel proprio paese per cambiare le cose.

Accoglienza e cooperazione: un costante e profondo impegno • Xenia Srl Impresa Sociale Molto è ancora da fare, per supportare chi arriva, per aiutare chi è in viaggio e per sostenere chi decide di restare per cambiare le cose.

Sari Kani’s displaced children to miss third school year 06/10/2021

Viviyan Fetah porta all'attenzione la situazione di migliaia di bambini in seguito alla fuga da un'invasione guidata dai turchi nel nord-est della Siria (Rojava) nell'ottobre 2019.

Riporta la storia di Cihan Hassan, bambina di nove anni, che è fuggita da Sari Kani (Ras al-Ain) con la sua famiglia quando la Turchia e i suoi alleati siriani hanno attaccato le forze curde nella loro città natale e nella vicina Gire Spi (Tal Abyad).

"Siamo andati a scuola per un po', circa una settimana", nel 2019, ha detto. "Ma è finita e loro [le forze sostenute dai turchi] sono arrivate e hanno preso il sopravvento".

La traduzione dell'articolo mette in evidenza Ankara che considera le forze curde in Rojava una minaccia alla sua sicurezza nazionale.

«Ha condotto due importanti operazioni militari contro di loro, una ad Afrin nel 2018 e la seconda su Sari Kani e Gire Spi, dove voleva respingere le forze curde dal suo confine. L'offensiva si è conclusa con il cessate il fuoco mediato da Stati Uniti e Russia che hanno ceduto il controllo delle due città alla Turchia.»

Una scuola è in costruzione nel campo, ma i lavori procedono a rilento e non dovrebbero essere completati nel prossimo futuro.

I dati sono allarmanti e, secondo le Nazioni Unite, sono 2,5 milioni i bambini siriani che non vanno a scuola dopo un decennio di conflitto.

Fonte con anche il video: https://www.rudaw.net/english/middleeast/syria/03102021

Sari Kani’s displaced children to miss third school year SARI KANI CAMP, Syria - Thousands of children who fled a Turkish-led invasion in northeastern Syria (Rojava) in October 2019 are now missing their third year of school. Nine-year-old Cihan Hassan fled Sari Kani (Ras al-Ain) with her family when Turkey and its Syrian proxies attacked Kurdish...

01/10/2021

Il presidente della Tunisia Kais Saied ha conferito l’incarico di primo ministro, prima volta nella storia del paese, ad una donna, Nejla Bouden Ramadan.

Qui trovi più informazioni e gli articoli completi:
https://www.xeniasrl.org/2021/09/30/nuovo-primo-ministro-in-tunisia-nejla-bouden-ramadan/

La Serbia, il Kosovo e la "guerra delle targhe" | Sicurezza internazionale | LUISS 29/09/2021

L'indipendenza del Kosovo è una bomba a orologeria?

Da una parte l'Unione europea, non compatta pro Kosovo, dall'altra la Russia pro Serbia. In pratica una situazione non risolta con continue prove di innesco di guerra.

Chiara Gentili per il quotidiano Sicurezza Internazionale descrive l'attuale situazione partendo dallo stato di allerta delle truppe serbe «da quando il governo di Belgrado ha denunciato una serie di “provocazioni” da parte del Kosovo in seguito al dispiegamento di unità speciali di forze di polizia al confine».

«“Dopo le provocazioni delle forze di polizia speciale, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha dato l’ordine di aumentare l’allerta per alcune unità dell’esercito e della polizia serbe”, ha affermato il ministero della Difesa di Belgrado con una nota. Secondo l’agenzia di stampa Agence France Presse, alcuni caccia serbi sarebbero stati visti sorvolare i cieli della regione di confine, sabato 25 e domenica 26 settembre.»

«Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno chiesto un allentamento delle tensioni e hanno invitato le due parti a tornare al tavolo dei colloqui di normalizzazione, che l’UE ha mediato per circa un decennio.»

Per approfondire:
https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/09/27/la-serbia-kosovo-la-guerra-delle-targhe/

La Serbia, il Kosovo e la "guerra delle targhe" | Sicurezza internazionale | LUISS Le truppe serbe sono in stato di allerta da quando il governo di Belgrado ha denunciato una serie di "provocazioni" da parte del Kosovo in seguito al dispiegamento di unità speciali di forze di polizia al confine. Le relazioni tra la Serbia e la sua ex regione separatista sono tese soprattutto per ...

Rights groups accuse Taliban of rolling back civil liberties 22/09/2021

L'articolo di Ali M Latifi uscito lunedì su alJazeera riporta alcuni punti chiave di un report in cui i gruppi per i diritti umani accusano i talebani di ridurre le libertà civili.

Amnesty International, la Federazione internazionale per i diritti umani (FIDH) e l'Organizzazione mondiale contro la tortura (OMCT) hanno accusato i talebani di una serie di violazioni dei diritti tra cui:
- limitazione alla libertà di stampa
- restrizioni sulle donne
- uccisioni mirate di civili ed ex funzionari di governo

Il report aggiunge che "i messaggi riguardanti i diritti delle donne che sono stati comunicati dai talebani da quando hanno preso il potere, sono stati poco chiari e incoerenti e hanno lasciato le donne in Afghanistan terrorizzate".

Ecco la dichiarazione di Dinushika Dissanayake, vicedirettore di Amnesty International per Asia del sud:
"Dato il clima prevalente di paura, la mancanza di connettività mobile in molte aree e i blackout di Internet imposti dai talebani, è probabile che questi risultati rappresentino solo un'istantanea di ciò che sta accadendo sul campo."

Qui trovate l'articolo completo:
https://www.aljazeera.com/news/2021/9/20/rights-groups-accuse-taliban-of-rolling-back-civil-liberties

Rights groups accuse Taliban of rolling back civil liberties Report accuses armed group of several rights violations ranging from limits on press freedom to restrictions on women.

Il dramma dell’Afghanistan raccontato attraverso l’universo femminile della street artist Shamsia Hassani. Immagini - Arte Magazine 17/09/2021

Per mantenere alta l'attenzione su cosa sta succedendo alle donne in questo momento a Kabul e in tutto l'Afghanistan, il link di un articolo di ArteMagazine .
L'articolo parla di Shamsia Hassani, graffitista e professoressa di scultura presso l'Università di Kabul, che attraverso il suo lavoro denuncia e si oppone all'oppressione delle donne afgane.
https://artemagazine.it/2021/08/22/il-dramma-dell-afghanistan-raccontato-attraverso-l-universo-femminile-della-street-artist-shamsia-hassani/

Il dramma dell’Afghanistan raccontato attraverso l’universo femminile della street artist Shamsia Hassani. Immagini - Arte Magazine Le immagini delle donne della prima graffitista afgana impazzano sui social, da Instagram a Twitter a Facebook, centinaia le condivisioni delle sue opere in questi giorni drammatici

15/09/2021

Libertà di informazione?
Da quando i talebani sono saliti al potere, il gruppo islamista ha rilasciato ripetute dichiarazioni sul suo impegno per una informazione libera in Afghanistan. In una conferenza stampa tenuta solo due giorni dopo la fuga dell'ex presidente Ashraf Ghani dal Paese, il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid ha dichiarato: “I media dovrebbero essere imparziali. L'imparzialità dei media è molto importante. Possono criticare il nostro lavoro, in modo che possiamo migliorare”.
Tuttavia si stima che da metà agosto, cioè da quando i talebani hanno preso il controllo del paese, almeno 153 organizzazioni e società che si occupavano di media e informazione abbiano cessato le proprie attività.
Il gruppo islamista è stato molto criticato per il trattamento riservato ai giornalisti ed ai media in generale ed è stato accusato di aver confiscato le attrezzature degli operatori , imprigionato e persino di aver fatto violenza e torturato giornalisti, principalmente nella capitale, Kabul.
Questi ripetuti attacchi a operatori, giornalisti e reporter hanno attirato l'attenzione delle organizzazioni internazionali; l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha rilasciato una dichiarazione, invitando i talebani “a cessare immediatamente l'uso della forza e la detenzione arbitraria di coloro che esercitano il loro diritto di riunione pacifica e dei giornalisti che seguono le proteste”.
Anche Human Rights Watch ha denunciato e condannato gli attacchi ai giornalisti dichiarando "Comandanti e combattenti talebani sono stati a lungo coinvolti in una serie di minacce, intimidazioni e violenze contro i membri dei media e sono stati responsabili di uccisioni mirate di giornalisti".
Per le giornaliste donne la situazione è, se mai fosse possibile, ancora più complicata e pericolosa.
Durante il regime dei talebani dal 1996 al 2001, le donne erano state bandite dalla vita pubblica, i media rigorosamente controllati e la televisione e altre forme di intrattenimento vietate.
Ad oggi, per esempio, Tolo News è una delle poche emittenti ancora attive a Kabul che ha continuato a trasmettere e ad inserire nei propri palinsesti molte giornaliste. Il suo destino, sotto il regime dei talebani, è visto come una cartina di tornasole per capire se il gruppo islamista garantirà le libertà di comunicazione ed informazione fondamentali.
Il problema è che, avendo bisogno di un riconoscimento internazionale per accedere agli aiuti, i talebani hanno interesse a presentare un volto il più liberale possibile alle potenze occidentali; sono molti tuttavia gli osservatori internazionali che affermano che i primi giorni del nuovo regime hanno sollevato false speranze per il futuro dei media liberi.
Avinash Paliwal, del Soas Institute dell'Università di Londra, ha affermato che "La massima leadership talebana vede Tolo News come un potenziale strumento da sfruttare per curare la propria immagine a proprio piacimento nei mesi a ve**re. Data la potente voce internazionale di Tolo, i talebani gli stanno concedendo privilegi per aiutare ad ammorbidire la loro immagine. Quei privilegi però potrebbero cambiare”.

Gli scenari mondiali vent’anni dopo l’11 settembre 10/09/2021

11 settembre 2001 - 11 settembre 2021
Sono passati 20 anni da una data che ha segnato un momento di shock, crisi, confusione e molto altro.
Dal giorno dopo il mondo non è stato più lo stesso.
Questo articolo di Internazionale presenta velocemente alcune tappe cruciali degli ultimi 50 anni di storia.
Molti cambiamenti ma anche molti punti in comune.
Qualche volta la storia si ripete.
Purtroppo, come ha detto Antonio Gramsci, "La storia è maestra di vita, ma non ha scolari."

Gli scenari mondiali vent’anni dopo l’11 settembre La nostra è un’epoca di confusione, in cui si cerca di stabilire nuovi rapporti di forza. Ma è anche un’era pericolosa. E l’Europa non ha ancora deciso che ruolo giocare. Leggi

Afghanistan: voli commerciali operativi e timori per le intimidazioni talebane | Sicurezza internazionale | LUISS 10/09/2021

Afghanistan: voli commerciali operativi e timori per le intimidazioni talebane | Sicurezza internazionale | LUISS Il primo volo commerciale internazionale è partito dall'Afghanistan, il 9 settembre, grazie al supporto di Turchia e Qatar presso l'aeroporto di Kabul. Intanto, le Nazioni Unite denunciano intimidazioni e violenze contro donne, giornalisti e personale dell'ONU

08/09/2021

Dall'Afghanistan la prima notizia è, giustamente, la formazione di un governo monocolore talebano, fatto di duri e ricercati. La seconda sono le manifestazioni delle donne. La terza riassume le prime due: i talebani hanno distrutto gli strumenti della prima e unica orchestra femminile del paese.

Un primo passo verso il futuro • Xenia Srl Impresa Sociale 06/09/2021

Un primo passo verso il futuro • Xenia Srl Impresa Sociale La capitale irachena Baghdadha ha ospitato sabato scorso un meeting regionale volto ad allentare, per quanto possibile, le tensioni in Medio Oriente Tra i capi di stato presenti all’incontro c'erano il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, il re Abdullah II di Giordania, l'emiro del Qatar Shei...

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Medio Oriente, Iraq, KRG.

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Sulla rotta dei Balcani.

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