Tre Vagabonde tra le righe

L'uomo incappucciato gli si avvicinò a Rodolfo e gli sussurrò all'orecchio: "Sono il fantasma di Napoli Centrale. Sono qui per vendicare i miei fratelli."

Silvia Faletto Baciorda



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“Alzò gli occhi e guardò fuori dalla piccola finestra che affacciava su Piazza del Plebiscito: non si era mai visto un Ottobre così pieno di vita e colori. Le temperature non accennavano a voler cedere il passo all’inverno. Napoli era più bella che mai: le strade gremite di turisti riuniti intorno ai locali, un gran vociare e brulichio in ogni angolo. Sembrava in festa.
E ad Amanda arrivava già una grande ondata incontenibile di emozioni.”
Sara De Mori



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"Sono arrivata a Napoli a metà aprile, e nonostante fosse primavera, con gli alberi che fiorivano, un clima mite ma piacevole, io avevo una tristezza nel cuore che mi rendeva perennemente angosciata. Sono andata via da Roma, senza avvisare nessuno. Nè tantomeno senza salutare Riccardo. Che senso avrebbe avuto salutarlo?"



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Toc... Toc... Toc.
Tre rimbalzi, qualche giravolta, un paio di secondi lunghi un'eternità.
Toc.
Il dado si arrestò sull'immagine di sei rose vermiglie.
Il sussurro sogghignò mentre il cancello si sigillò con un tonfo secco.
Silvia Faletto Baciorda


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“Davanti alla meraviglia di una perfezione classica, sorrideva e piangeva, chiedendosi come avessero potuto permettere che tutto questo andasse distrutto.”
Sara De Mori



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"Ci misi 3 giorni per trovarla. Una sua amica, Lisa, aveva detto di lavorare in una libreria in centro, ma non ricordavo quale. Per due giorni girai tutte le librerie della zona (non so se avete presente il centro di Roma!) quando finalmente la trovai. Dopo un’ora di suppliche, Lisa, che comunque non cedette nel darmi il numero di Giulia, acconsentì nel darle un bigliettino che scrissi sul momento."



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(...)
Giovanni bussò alla porta della cella.
"Che c'è?" chiese l'uomo tra le lacrime.
"Stai bene?" domandò la guardia.
"No" rispose il detenuto. "Ho paura."
"Di cosa hai paura?"
"Ho paura dei fantasmi." replicò ancora l'uomo.

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Un racconto di Silvia Faletto Baciorda

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"Ma era arrivato il giorno della partenza. Dopo aver passato tre settimane come due adolescenti innamorati, era arrivato il giorno della partenza. Mi ero talmente vissuta pienamente i nostri momenti, mi ero talmente lasciata andare in questa nuova conoscenza, che non avevo minimamente focalizzato l’idea che lui dovesse rientrare a Torino."

'

Ille Pollice

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"Ma era arrivato il giorno della partenza. Dopo aver passato tre settimane come due adolescenti innamorati, era arrivato il giorno della partenza. Mi ero talmente vissuta pienamente i nostri momenti, mi ero talmente lasciata andare in questa nuova conoscenza, che non avevo minimante focalizzato l’idea che lui dovesse rientrare a Torino."











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"Il reticolato era fatto da sbarre sottili ed intrecciate molto f***e. Al loro interno erano
imprigionate bellissime farfalle, con ali tanto dense da sembrare polpa di uva fragola.
Giacevano a terra, inermi e senza colore, come vecchie coperte sgualcite."

Sara De Mori



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Grimlius fissa i grandi occhi chiari della bambina, uguali a quelli di sua madre, di cui ora percepisce lo sguardo proprio sulla nuca.
Prende in braccio la figlia, sente le gambe deboli eppure desiderose di correre.
Si volta, lui e sua moglie si guardano negli occhi.
Sa bene cosa le ha promesso, tempo prima.
La famiglia, il villaggio prima di tutto.
Solo così si sopravvive, solo così non si soccombe all’apocalisse che avanza.
Un cenno, ed è deciso. https://trevagabondetraler.wixsite.com/3vagabondetralerighe/post/cella-2093

Silvia Faletto Baciorda

“Due torri,
il susseguirsi delle stagioni:
cristalli nel gelo, profumi nei fiori
i colori delle foglie, la meraviglia del calore
il tempo.”
Sara De Mori



https://trevagabondetraler.wixsite.com/3vagabondetralerighe/post/le-due-torri

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"La voce di Claudia mi riporta alla realtà. Non ci credo ancora che siamo riuscite a ve**re al concerto. Fino all’ultimo momento sembrava ci fossero mille contrattempi che per poco non ci facevano perdere il treno. Ma siamo qua. Non mi sembra vero. Non mettevo piede in questa parte dell’Italia da almeno 15 anni"

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"La voce di Claudia mi riporta alla realtà. Non ci credo ancora che siamo riuscite a ve**re al concerto. Fino all’ultimo momento sembrava ci fossero mille contrattempi che per poco non ci facevano perdere il treno. Ma siamo qua. Non mi sembra vero. Non mettevo piede in questa parte dell’Italia da almeno 15 anni"

 



 

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ATLANTIDE PER TURISTI

"La Torre Pendente svettava sulla superficie, poco lontano dalla cupola della Cattedrale di quella che anticamente era stata la Piazza dei Miracoli".

https://trevagabondetraler.wixsite.com/3vagabondetralerighe/post/atlantide-per-turisti

Silvia Faletto Baciorda

“Il suo corpo, da alto e ingombrante, si fece modesto ed elegante. Gli occhi erano di un blu intenso, come i lapislazzuli della volta del Duomo. La malinconia vibrava attorno all’iride, creando delle onde, con le lacrime, nel bianco, intorno alle pietre preziose.”





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Il suo corpo, da alto e ingombrante, si fece modesto ed elegante. Gli occhi erano di un blu intenso, come i lapislazzuli della volta del Duomo. La malinconia vibrava attorno all’iride, creando delle onde, con le lacrime, nel bianco, intorno alle pietre preziose.

Sara De Mori

Luce e Ombra nella Luna Non c’era una ragione apparente per la quale provasse un’attrazione così forte per quella cittadina sperduta tra colline di terra ondulata e verde e profumi variegati. Era a San Gimignano, il piccolo borgo medioevale che sembrava aver fermato le lancette degli orologi. L’unico indizio del tra...

"Fu una nottata molto impegnativa e caotica, dove erano tutti impegnati a cercare di salvare più vite possibili.
Mia madre ricorda, o meglio ricordava quella notte dettaglio per dettaglio, attimo per attimo. Raccontava di sentire gente che urlava dal dolore, i dottori che correvano da una parte all’altra cercando di fare il possibile per aiutare tutti, c’era tanta confusione, ma anche tanta paura. Era tangibile ad occhi chiusi."



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C'è una ragazza, lì nel vetro, che si stringe le gambe e guarda verso l'alto, rassegnata al suo destino.
Potevo essere io, se solo fossi nata qualche secolo fa.
Poteva essere la mia trisavola, e io non sarei qui.
Nei sotterranei controlliamo tutto, ma siamo comunque figli del caso, della fortuna.

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Silvia Faletto Baciorda

“Secondo te com’è possibile che tanta bellezza e armonia, di colori e profumi, non sia sufficiente a proteggere tutta l’umanità dall’infelicità?”, chiese al marito. “Guarda che sole stupendo che c’è oggi. E’ rigenerante.”
Gerardo la fissava, non sapendo bene cosa aspettarsi: “Dimmi, a questo stai lavorando? A come mettere il sole nei medicinali?”
“...sì. No. Più o meno. Ci andrebbe… una magia.”



Sara De Mori

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☺️

"E uscì dal bagno chiudendo la porta. Talmente era successo tutto velocemente e talmente era stata una cosa inaspettata, che io non reagì per alcuni minuti. Rimasi li ferma impietrita cercando di capire cosa fosse appena successo.
Quando uscì dal bagno, credo almeno un’ora dopo, lui si era addormentato, e ciò mi fece sentire più sollevata."



https://trevagabondetraler.wixsite.com/3vagabondetralerighe/post/il-tempo-perduto



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"E uscì dal bagno chiudendo la porta. Talmente era successo tutto velocemente e talmente era stata una cosa inaspettata, che io non reagì per alcuni minuti. Rimasi li ferma impietrita cercando di capire cosa fosse appena successo.
Quando uscì dal bagno, credo almeno un’ora dopo, lui si era addormentato, e ciò mi fece sentire più sollevata."

Ille Pollice



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Stiamo finendo di preparare la valigia…
Ci vediamo a maggio!

Stiamo finendo di preparare la valigia... Caro lettore, Nel mese di aprile ci prendiamo un paio di settimane per preparare la valigia e ripartire con i vagabondaggi nel mese di maggio. Speriamo che la nostra incursione "infernale" ti sia piaciuta: noi ci siamo divertite così tanto da decidere di riaprire la lettura a tutti quanti, in modo ...

Selene rimane interdetta. Non… Non se l’aspettava.
E poi… Una lacrima, poi due, poi tre.
Lei voleva morire, intendeva davvero farlo.
Ma ora?
Desidera, brama soltanto un altro bacio così.
Milo la afferra per la vita, le butta via quelle orecchie orribili e la trascina fuori dalla porta.
Devono scappare, lo sanno.

Silvia Faletto Baciorda

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Unico erede di una stirpe antica e nobile, si godeva lo stato di grazia della sua personale estate, anche in questo: non vi era donna, fata, mezza fata o musa che potesse resistergli se sussurrava loro all’orecchio.

Sara De Mori

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"Passarono mesi da quella notte, senza più vedersi o sentirsi e la vita di entrambi andò avanti come sempre, con i loro festini, con i loro rispettivi incontri d’amore, con il loro lavoro.
Ma, nessuno dei due aveva completamente dimenticato l’altro.
Il destino volle dare loro una seconda possibilità per far capire ad entrambi chi avevano davvero davanti"

Ille

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Un’anima nuova, senza battesimo. Originale. Non ricordava nulla, a parte il dolore subito. Non poteva certo restare lì.
“Cosa vuoi?”
“La libertà.”

Silvia Faletto Baciorda

Tre Vagabonde tra le righe

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«Mi scusi, ha l’ora? Temo che il mio orologio si sia fermato e non riesco a trovare il mio telefono.».
«No, mi dispiace. Non porto più l’orologio.».
«E’ in pensione? La prima cosa che fece mio padre, quando andò in pensione, fu prendere tutti gli orologi e metterli via, in un cassetto.».
«No. E’ che trovo un inutile spreco di tempo chiedersi costantemente se sia tempo, capisci cosa voglio dire?».

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Sara De Mori

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"Era il 27 gennaio quando ho avuto l’incidente. Non ricordo molto di quella sera. Uscì tardi dal negozio perché avevo una scadenza per una consegna: dovevo finire 20 centrotavola con rispettivo bouquet e arco di fiori per un matrimonio entro il giorno dopo.
C’era nebbia, e il freddo era pungente, ci misi un attimo a far partire la mia vecchia pandina, e per vederci qualcosa, dovetti passare il solito panno sul vetro".

https://trevagabondetraler.wixsite.com/3vagabondetralerighe/post/limbo-tra-la-vita-e-la-morte





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"Era il 27 gennaio quando ho avuto l’incidente. Non ricordo molto di quella sera. Uscì tardi dal negozio perché avevo una scadenza per una consegna: dovevo finire 20 centrotavola con rispettivo bouquet e arco di fiori per un matrimonio entro il giorno dopo.
C’era nebbia, e il freddo era pungente, ci misi un attimo a far partire la mia vecchia pandina, e per vederci qualcosa, dovetti passare il solito panno sul vetro."
Ille Pollice

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“Oggi è la Vigilia di Natale, probabilmente l’ultima che si vedrà su questo pianeta.
Un asteroide dal diametro di 2,58 chilometri si avvicina alla Terra, e nessuno può fare più niente per fermare la catastrofe.
Non che non ci abbiamo provato”.

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Silvia Faletto Baciorda

L'ultimo Natale 24 dicembre 2156, Torino - Italia Mi chiamo Zeno Silvestrini, sono ricercatore in astrofisica presso il dipartimento di astronomia dell’università, qui a Torino. Oggi è la Vigilia di Natale, probabilmente l’ultima che si vedrà su questo pianeta. Un asteroide dal diametro di 2,58 chilometri si...

“In una bellissima notte che odorava di mu**hi verdi, iniziò la storia di Goffrino, un piccolo
gnomo dal cappello argentato.”

De Mori

Goffrino dei cappelli ritrovatori A Settembre, ogni anno, nella casetta di Babbo Natale, viene data una grande festa. Tutti gli gnomi attendono con grande fermento quella data: un’occasione gioiosa, con musica allegra, sciroppo di mele in grandi caraffe e bacche di agrifoglio caramellate su tanti vassoi mai vuoti. Durante la serat...

"Passeggiando nei viali del Valentino, Rebecca respirava a pieni polmoni l’aria pungente e fredda di dicembre, sentiva profumo di neve, e pensò che sicuramente, in montagna stava nevicando. Anche Cloe si godeva la sua passeggiata: sentiva molti più odori del solito, ma nonostante tutto aveva un’andatura calma. Oltre ai nuovi visi che stavano incontrando, erano aumentate anche le bancarelle, di ogni tipo, che sotto il periodo natalizio invadevano tutti i viali.Cercò una panchina libera, con una bella vista e si accomodò. Cloe si sedette vicino ai suoi piedi, e la guardò. Rebecca tirò fuori dalla borsa il suo piccolo quaderno rilegato, la penna, e iniziò a scrivere."

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"Passeggiando nei viali del Valentino, Rebecca respirava a pieni polmoni l’aria pungente e fredda di dicembre, sentiva profumo di neve, e pensò che sicuramente, in montagna stava nevicando. Anche Cloe si godeva la sua passeggiata: sentiva molti più odori del solito, ma nonostante tutto aveva un’andatura calma. Oltre ai nuovi visi che stavano incontrando, erano aumentate anche le bancarelle, di ogni tipo, che sotto il periodo natalizio invadevano tutti i viali.
Cercò una panchina libera, con una bella vista e si accomodò. Cloe si sedette vicino ai suoi piedi, e la guardò. Rebecca tirò fuori dalla borsa il suo piccolo quaderno rilegato, la penna, e iniziò a scrivere."

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Ille Pollice

“Era il 1890. Di Torino si trovano solamente foto in bianco e nero o seppia di quei giorni lontani. Eppure, di colore, ce n’era molto nella città, che tutti etichettano come grigia.
La Liquoreria Principe Umberto era sempre gremita di gente tanto che si diffuse la voce che i loro distillati avessero il potere di far avverare i sogni.”…

de mori

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"Uscì dalla porta laterale, chiusi il soprabito, aveva smesso di piovere, ma il vento era ancora prepotente e gelato. Mi accesi una sigaretta e ispirai il fumo godendomi il sapore di tabacco sulla lingua. Iniziai a camminare lungo il marciapiede, pensando a dove saremo potuti andare, a dove l’avrei portata. Era giunto il momento di dichiararmi. Avevo rischiato di perderla troppe volte. Misi una mano in tasca e trovai il sassolino che mi aveva donato. Sorrisi. Avevo fatto bene a portarlo con me, aveva portato fortuna"

-Ille-












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Isabel si guardò intorno.
Non le pareva di avere alcun brandello di carne mancante; la sua anima sembrava intatta.
Tuttavia, qualcosa era cambiato.

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Silvia Faletto Baciorda

Svegliarsi da un incubo? Isabel si guardò intorno. Non le pareva di avere alcun brandello di carne mancante; la sua anima sembrava intatta. Tuttavia, qualcosa era cambiato. Il panorama, fuori dalla finestra, era differente. Il sole metallico e il cielo nebbioso erano rimasti i medesimi, ma le pareti di mattone rossastre e ...

Linda, era questo il suo nome, arrivò all’Accademia all’età di 14 anni, dopo aver toccato una corniola rossa brillante. Le venne spontaneo prenderla tra le mani, dal banco di un mercatino, durante la festa del borgo. E la pietra la guidò alle porte della scuola, avendo risvegliato in lei un richiamo profondo e impossibile da ignorare.

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Sara De Mori

Pura magia Vi siete mai chiesti come mai le sale interne del Castello di Moncalieri siano andate a fuoco? Oh ma certo che ve lo sarete chiesti. E i giornali, la tv, internet vi avranno anche risposto, ne sono certa. Una bella descrizione dell’accaduto, guarnita di falsità e menzogne. Il vero perché è da r...

"Ho visto per moltissimi anni Susanna ve**re fino a qui da sola. Rimaneva per un tempo indefinito seduta vicino all’ingresso, e piangeva. Un pianto silenzioso, quasi per non farsi vedere o sentire da nessuno.​ Spesso veniva con un quaderno, e passava il tempo a scrivere. Poi, si alzava, mandava un bacio nel vento, e andava via.
Mi ha sempre fatto molta tenerezza vedere e sentire l’amore di una giovane donna per l’uomo che aveva perso."












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"Ho visto per mo­ltissimi anni Susanna ve**re fino a qui da sola. Rimaneva per un tempo indefinito seduta vicino all’­ingresso, e piangeva. Un pianto silenzio­so, quasi per non fa­rsi vedere o sentire da nessuno.​ Spesso veniva con un quad­erno, e passava il tempo a scrivere. Poi, si alzava, mandava un bacio nel vento, e andava via.
Mi ha sempre fa­tto molta tenerezza vedere e sentire l’a­more di una giovane donna per l’uomo che aveva perso."

Ille Pollice

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