Dott. Giulio Castronovo - Psicologo

Dott. Giulio Castronovo - Psicologo

Giulio Castronovo. Psicologo Clinico. Riceve per appuntamento telefonico in provincia di Catania.

11/02/2024

La volontà di cambiamento è essa stessa cambiamento.

(G. Castronovo)

28/01/2024
07/01/2024

Ammettere i propri sbagli nella vita è la sana attitudine a volersi migliorare.

04/01/2024

Un'aquila amava frequentare i cortili perché voleva avere galli e galline come amici.
Un giorno un'altra aquila le chiese incuriosita: "Come mai preferisci stare in mezzo a questi pennuti che non appartengono nemmeno alla tua specie?".
L'aquila quasi compiaciuta rispose: "Perché stare accanto a questi sgraziati e goffi uccelli non fa altro che esaltare la mia bellezza".
Un giorno, quasi per caso, le due aquile si ritrovarono in mezzo ad una radura ciascuna accompagnata dai propri sodali: una attorniata da polli, l'altra da altre aquile.
All'improvviso si udì uno sparo. Era un cacciatore che, vista la moltitudine di volatili, non esitò ad imbracciare il fucile e sparare nel mucchio.
Il proiettile, per un tragico gioco del destino, colpì ad un'ala prima l'una e poi l'altra aquila.
A questo punto i polli iniziarono a fuggire impauriti in tutte le direzioni abbandonando la loro amica aquila sul terreno, morente.
L'altra aquila invece venne sostenuta dalle altre amiche aquile che, librandosi in cielo non senza difficoltà, la portarono al sicuro in un luogo lontano.

Morale: la mediocrità che ha alimentato il vostro narcisismo prima o poi sparirà insieme a voi.
Circondatevi di persone migliori di voi, solo così potrete spiccare il volo.

( Giulio Castronovo )

19/11/2023

È UN BRAVO RAGAZZO.

Quante volte abbiamo sentito dire queste parole. Questa frase, apparentemente confortante, oggi mi mette paura. Una frase con la quale si mente a se stessi cercando di giustificare ciò che non è più giustificabile.
Siamo arrivati al punto da non comprendere più quale sia la linea di demarcazione tra l'essere e l'apparire, tra giusto e sbagliato, tra amore e odio.
Mi spaventa il fatto di pensare che siamo immersi in una società che partorisce potenziali Mr. Hyde, bombe ad orologeria dal viso angelico e dalla laurea appesa al muro.
Mi rattrista pensare che dietro questi lupi camuffati da agnelli ci siano storie tremende fatte di abbandoni, violenze, privazioni, diseducazione ed emozioni inespresse. Sì, perché ogni essere umano - soprattutto quando è bambino - ha diritto ad essere felice. Ma soprattutto chi lo educa ha il dovere di compiere questo passaggio fondamentale, di empatizzare e saper dire "No" quando è necessario.
Quando le basi vacillano si apre la strada ad un futuro altrettanto precario dove si è alla continua ricerca della propria identità, del riconoscimento del proprio essere nel mondo o, al contrario, della narcisistica conferma del proprio ego.
Si diventa così carnefici, mostri assetati di altrui emozioni.
Si diventa abili nel manipolare l'altro, nel fargli indossare quelle redini che non gli daranno tregua in un gioco perverso tra gatto e topo. E chi l'avrà vinta, purtroppo, sarà sempre il gatto.
Temo per i miei figli e per le nuove generazioni perché che dovranno fare i conti con queste tremende maschere dietro le quali è celato un vuoto siderale e di fronte alle quali qualsiasi negazione diventa l'innesco per una violenza senza fine.
Mi rendo conto che sperare in una società migliore è oramai pura utopia.
Possiamo solo sperare di piantare i semi buoni e di coltivarli con tutto l'amore e il rispetto possibile affinché nessuno, lungo la loro strada, ne colga i frutti avvelenati.

(Giulio Castronovo)

19/10/2023

La vita è fatta di compensazioni.

Il bambino, dall'illusoria "età dell'oro" connotata dalla sua onnipotenza, prende gradualmente coscienza del mondo e con esso della paura della propria fine.
Questa disillusione progressiva da uno stato simbiotico materno al concepimento di se stesso come "altro", si rivolge al bambino come un evento traumatico che lo accompagnerà per il resto della vita. Ciò comporterà una vera e propria sopravvivenza nel mondo: l'evitamento della paura della fine avviene tramite compensazioni che spesso assumono connotati patologici.
Nella nostra esistenza tutto gira attorno alla paura mortifera della nostra fine, all'annullamento del nostro ego, al timore di non essere riconosciuti e quindi di non essere nel mondo. Nasciamo deboli e ci adoperiamo per restare a galla.
Ogni mancanza, ogni squilibrio necessitano di una forza corrispettiva che possa ricreare un equilibrio dentro di noi.
Tutto ciò che manca viene compensato ma non sempre ciò che compensa è la scelta migliore.

23/08/2023

Come un sarto sei proprio tu a cucirti addosso l'abito della tua esistenza.
Ogni trama del tessuto si unirà all'altra e sei tu a decidere come vestirti.

19/07/2023

Non esistono bambini cattivi ma solo emozioni inespresse.

31/12/2022

Vivere "il qui ed ora" non significa escludere il passato ed il futuro dalla tua vita.
Il passato è la nostra storia e determina chi siamo oggi.
Il futuro permette di proiettarci in avanti col tempo, spesso grazie alla nostra fantasia.
Quindi vivi il tuo "qui ed ora" ma non dimenticare chi sei e dove vuoi andare.

14/12/2022

Vi spiego in due parole perché, secondo me, l'incapacità di intendere e di volere dovrebbe essere eliminata dal codice penale italiano (articoli 85, 88 e 89) liberando finalmente la giustizia da un tragicomico, ridicolo e annoso fardello.
Sarò breve. Anzi brevissimo.

L'essere umano ha costituzionalmente un'origine animale e come tale i suoi istinti - seppur adagiati da secoli sul terreno della morale e della civile convivenza - sono finalizzati alla sopravvivenza.
Distruzione, fagocitazione, attacco e fuga sono pertanto requisiti che ogni animale su questo pianeta (uomo compreso) possiede per dare continuità a se stesso e alla propria progenie.
Ecco qui, in soldoni, la mia conclusione: se l'uomo è un animale dall'innegabile istinto belluino, che azione avrebbe allora il vizio di mente su una condotta, per natura, preesistente?
Semplice: la malattia mentale, in caso di reato, non farebbe altro che esacerbare una tendenza già connaturata all'uomo pertanto non costituirebbe un'attenuante bensì un'aggravante.
L'uomo che commette reato per vizio totale o parziale di mente non va giustificato quanto piuttosto sarebbe opportuno guardare alla propria azione come qualcosa di naturale che nel caso specifico è stata acutizzata e slatentizzata proprio da uno squilibrio psichico.
In questo modo si eviterebbe di lasciare impuniti soggetti dalla natura profondamente distruttiva ma soprattutto si darebbe dignità alle vittime e alle proprie famiglie.

26/10/2022

Non ho mai condiviso l'idea del "vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo". Mi mette tristezza.
Piuttosto sono dell'idea che bisognerebbe vivere ogni giorno come se fosse il primo. Sì, il primo di una lunga serie. Bisognerebbe viverlo con lo stesso entusiasmo, la stessa sorpresa e la stessa motivazione di chi affronta qualcosa per la prima volta.
Sostenerlo con esperienza ma con la stessa ingenuità di un bambino o la curiosità di un adolescente.
Vivere ogni giorno come se fosse un'alba, non un tramonto.
Solo così possiamo aggirare la trappola del tempo.

31/07/2022

Il vizio di mente non può e non dovrebbe essere più un'attenuante per chi commette reati che implichino violenza di qualsiasi tipo.

Facciamo un passo indietro.
L'essere umano ha un'innegabile origine "animale" e come tale i comportamenti di attacco (o di fuga) messi in atto sono tipici del regno di cui fa parte. Tuttavia la violenza umana si connota come l'evoluzione di quegli istinti animali votati alla sopravvivenza e all'autoconservazione.
Pertanto a differenza di ogni prodotto appartenente al regno animale, l'essere umano - in virtù delle implicazioni derivanti dallo sviluppo della coscienza - è l'unico ad infliggere sofferenza in maniera voluta e deliberata. Dunque se in natura l'uccisione dell'Altro (che sia un rivale, che sia la prole propria o altrui o che sia semplicemente una preda) ha una finalità meramente "di sopravvivenza" (o di proseguo delle propria progenie), nell'essere umano questo schema tenderebbe a saltare letteralmente.
La violenza umana è dunque un sottoprodotto tipicamente antropologico giacché l'uomo possiamo considerarlo come un risultato anomalo della natura (attenzione all'etimologia di "anomalo": dal greco ἀνώμαλος, composto da ἀν- cioè "privo di" e da ὁμαλός ossia "uguale"; significa quindi "privo di uguaglianza" in questo caso nei confronti di tutte le altre specie viventi).
Da queste premesse possiamo ben dedurre come la natura umana sia inscindibilmente legata ad un agire violento che, in caso di mancato equilibrio psichico, tenderebbe a slatentizzarsi ed esplodere.
Pertanto se l'uomo è violento per natura che senso avrebbe trovare un'attenuante a tale condotta?
La malattia psichica (e ricordiamo che non tutte le malattie della mente implicano agiti distruttivi) non sarebbe altro che un modo per, eventualmente, accentuare una condotta onnipresente lungo il continuum evolutivo umano.
In altre parole un raptus o un qualsiasi obnubilamento della coscienza che implichi la messa in atto di un reato non dovrebbero essere più valutati come condizioni eccezionali (o transitorie) quanto piuttosto come agiti tipicamente umani.
Ergo ogni forma di "squilibrio" (mancato equilibrio) che implichi violenza va condannato sempre e comunque.

15/06/2022

QUANDO LA MADRE UCCIDE I PROPRI FIGLI.

In natura non sono rari i casi di animali che uccidono la propria prole.
Questa - dal nostro punto di vista - aberrante pratica ha tuttavia una finalità legata alla continuità della specie. Dunque in natura "distruzione" non è sempre sinonimo di "devastazione" quanto piuttosto di vita, di sopravvivenza: gli individui deboli vengono così sacrificati in nome del proseguo di una progenie sana.
Questa dinamica istintuale, negativizzata dal giudizio umano, è dunque garante di vita. E dove si parla di istinto è palese escludere ogni forma di divisionismo che risiede invece nella coscienza e dunque nella morale dell'uomo. In breve, in natura non esiste malvagità, non sussiste la differenza tra bene e male poiché tutto è retto da un meccanismo di base finalizzato ciclicamente al proseguo della vita.
Nell'essere umano tale istinto di sopravvivenza si sublimerebbe in quel sentimento profondo che chiamiamo "amore". Quella spinta recondita a desiderare la vita altrui che negli animali,come detto, attribuiamo ad un mero processo automatico (almeno fino a quando l'animale non sarà dotato di parola per poterci smentire).
Ma l'essere umano è l'unico essere vivente a infliggere deliberata sofferenza in virtù dei capricci del proprio Ego. Una distruttività volutamente inflitta che va oltre il puro processo istintuale che domina la vita animale.
Pertanto quando una genitrice opera la "distruzione" della propria prole, la sua coscienza è tanto obnubilata dal proprio Ego da trascendere persino ogni meccanismo istintuale. Un'azione talmente innaturale da scostarsi grandemente da qualsiasi comportamento belluino presente in natura.
Si esce letteralmente fuori dagli schemi di una continuità inconscia col mondo naturale dove un tempo eravamo invischiati.
La letteratura psicologica associa questa azione nefasta al mito greco di Medea (Complesso di Medea, per l'appunto) la quale uccide i suoi figli per vendetta nei confronti dell'amato Giasone.
Quella vendetta che da secoli rende cieco il mondo disconoscendo persino l'amore per i propri figli.
Un amore che porta il peso di un cordone mai reciso.

14/02/2022

QUANDO UNA RELAZIONE NON VA AVANTI.

Ciascuno di noi ha una propria, unica e irripetibile gradazione di colore.
Quando entriamo in intimo contatto con l'Altro il nostro colore tenderà ad amalgamarsi e compenetrarsi con quello altrui. Da questa miscellanea si originerà un ulteriore cromia che chiameremo "relazione".
È evidente che non tutte le mescolanze di colori generano risultati gradevoli: possono scaturire bellissime tinte così come possono nascere pessime sfumature.
Pertanto non bisogna colpevolizzarsi se una relazione non è andata come speravamo, addossandoci colpe che non abbiamo.
Ciascuno di noi detiene un proprio bellissimo colore che risplende nella sua unicità.
Sono le mescolanze che a volte non vanno, non siamo noi ad essere del colore sbagliato.

26/12/2021

Non siete inadeguati.
Siete solo nel contesto sbagliato.

21/11/2021

L'inconscio è quell'istanza mentale che funge da filtro per esprimere ciò che per la coscienza sarebbe inesprimibile. Esso rende concrete quelle afferenze che permeano il Tutto che vivifica ogni cosa, sopra e sotto, dentro e fuori.
L'inconscio si serve di simboli archetipici, immagini primordiali e mitiche comuni nel tempo e nello spazio ad ogni umana civiltà.
L'inconscio lancia i suoi strali alla mente cosciente che, come accecata da un bagliore improvviso, trova asilo sulle secolari stratificazioni della morale,della società e della religione.

02/10/2021

IO CI RIUSCIRÒ!
Poiché ciò che desidero esiste già: è immerso nelle infinite possibilità che mi circondano.
Basta solo intraprendere la strada che mi conduce ad esso.

27/07/2021

Siamo tutti pervasi dalla stessa energia.
Dirigerne il potenziale significa scegliere il nostro destino.
(Giulio Castronovo)

06/07/2021

Nella vita disprezziamo due tipi di persone:
quelle che avremmo voluto essere e quelle che abbiamo temuto di diventare.

18/06/2021

La parola CRISI deriva dal greco "krísis" ovvero "scelta", "decisione".
Per quanto questo concetto e tutte le sue implicazioni si possa connotare negativamente, in realtà la CRISI rappresenta un momento fondamentale in ogni percorso esistenziale.
Senza una "scelta" importante e mirata, maturata innanzi ad un problema, non avremmo infatti margini di crescita o miglioramento.
La CRISI incarna l'ingranaggio alla base della ciclicità di ogni cosa, rappresenta il motore della nostra vita senza la quale saremo passivamente sospinti alla deriva.
Accogliere la CRISI significa essere votati al dinamismo piuttosto che alla staticità.

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