Tradizioniefolklore

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23/09/2023

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08/07/2023

Un esperto incantatore non conosce quale nemico aspetti dietro ogni soglia. Prima di varcarla, la osserva attentamente e ne comprende la vera natura. Al contrario, per l'occhio poco attento tutto è un mistero da scoprire con animo poco accorto ed ardito, un segreto da rivelare al soldo della propria vanità.

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03/07/2023

Guarda. Fenrir si libera e l'antico Yggdrasill trema al suo passare. Lungo la strada degli inferi l’oscura ombra del terrore si diffonde nella mente degli uomini. La stirpe di Surtr si avvicina divorando tra le fiamme tutto quanto incontra sul suo cammino. È il Ragnarǫkr - Dagr, non una fine, ma l'inizio di una nuova era.

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30/06/2023

Immagina un mondo inesplorato, immerso nel silenzio del tempo primordiale. Immagina Ymir, il custode di un universo ancora senza forma. Nessuna traccia di sabbia dorata, nessuna onda fredda del mare. Terra e cielo non sono ancora delineati, sospesi nell'oscurità senza confini. L'erba non germoglia e il vuoto domina in modo imponente. Ma la creazione attende il suo momento per dipingere una storia e dare un volto al mito. La tradizione orale dona vita dall'Edda poetica, raccontando la nascita del cosmo e le gesta degli dèi. Antiche parole accompagnano il sogno e celebrano l'immensità della conoscenza.

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15/05/2023

In 👑 𝐆𝐚𝐥𝐝𝐫𝐚𝐬𝐭𝐚𝐟𝐢𝐫 - 𝐋𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐨𝐠𝐡𝐞 𝐢𝐬𝐥𝐚𝐧𝐝𝐞𝐬𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐚 👑 disponibile anche in Amazon: https://tinyurl.com/ytmkzah6 è possibile trovare la dettagliata scomposizione del galdrastafur conosciuto con il nome di "Rotascross di re Ólafur" riconducibile al "Globo del Sovrano" sorretto da re Carlo III durante la sua investitura.

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Photos from Tradizioniefolklore's post 21/04/2023

18/04/2023

Il folclore e la cura del bestiame

La tradizione sarda ricorda che un vecchio contadino di Cabras, nei pressi di Oristano, volendo diventare ricco, si recò presso un nuraghe ove abitava una fata. Questa lo volle accontentare; salì su un nuraghe della pen*sola sarda del Sinis, estrasse dalla sua tasca un pugno di grano e lo sparse sul terreno. Appena i chicchi toccarono il suolo, si tramutarono in tante mucche nere che rapidamente raddoppiarono di numero in quanto da ciascuna nasceva nell’immediato un vitello nero. Il vecchio si credette ricco, quando le bestie incominciarono improvvisamente a scomparire. Provato dall’accaduto, si rivolse alla fata chiedendole cosa fosse successo. Lo ascoltò pazientemente, poi replicò il prodigio e svelò all’uomo il segreto per cui queste non sarebbero più scomparse. L’incanto consisteva nel toccarle tutte con la mano destra e fare su ciascuna un segno della croce, cosa che il vecchio fece. Dove era stata tracciata una croce spuntò una macchia bianca sul nero manto dei bovini che presero a pascolare tranquillamente, senza più scomparire. In Toscana una certa Orlica da Radda, inquisita nel 1650 presso il tribunale di Chianni, svelava alcuni rimedi per curare gli animali. “Il bue con il collo grosso” diceva la donna “deve essere stropicciato con paglia di segale. Per trattare il piede sconvolto di un bue basta prendere alcuni legnetti di olivo e portarli in casa, adagiarli vicino ad un’immagine della Madonna e pregare”.

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16/04/2023

Tradizioniefolklore® è la perfetta opportunità per chi vuole aggiungere valore al proprio bagaglio culturale e acquisire conoscenze e competenze in modo interessante ed innovativo. Visita il nostro sito www.tradizioniefolklore.it e leggi gli articoli costantemente aggiornati! Unisciti ai nostri incontri di studio online esclusivi!

01/04/2023

Il tamburo rituale negli incantamenti

Reykjavík è custode del manoscritto di origine islandese "Galdrastafir - Lbs 4375 8vo" della prima metà del XX secolo, a sua volta tratto da un'opera precedente del lontano 1676, in cui è contenuto il galdrastafur “Ganðreidarstafur”. Una sua attenta scomposizione evidenzia la presenza di tre quadrati concentrici, di differenti dimensioni, che indicano una forte valenza spirituale del lavoro magico rispetto a quella materiale, capace di propagare l’onda sonora dalla sorgente circolare posta al centro, il mondo di Miðgarðr dove lo stesso incantatore si trova verso i restanti otto. Questi sono rappresentati dai bracci che si irradiano verso l’esterno, sviluppandosi in altrettante espressioni, nell’intenzione di una vera e propria diffusione del suono su più livelli di percezione, di differenti frequenze. Il galdrastafur è a simbolo di una "cavalcata selvaggia" e propizia un rapido viaggio per raggiungere qualsiasi meta desiderata. Descrive in sé l’atto del suonare di un tamburo rituale, tanto da predisporre in corrispondenza dei quattro punti cardinali coppie di lacci utili a gestire il tiraggio della pelle dell’animale una volta montato sul proprio supporto circolare, ovvero il cerchio più grande che ne delinea il profilo esterno, con la chiara intenzione di modularne il timbro musicale, nell’unione della vibrazione dei corpi fisici, energetici ed animici.

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29/03/2023

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22/03/2023

Nel giugno del 2021 il sito Islanda.it 🐧 ha presentato "𝐆𝐚𝐥𝐝𝐫𝐚𝐬𝐭𝐚𝐟𝐢𝐫 - 𝐋𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐨𝐠𝐡𝐞 𝐢𝐬𝐥𝐚𝐧𝐝𝐞𝐬𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐚" riconoscendolo come "uno strumento utile ed indispensabile per comprendere l'Islanda".

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18/03/2023

La polarità fisica delle rune esiste?

Nell’Edda poetica la complessa verità storica e culturale della tradizione nordica insegna che Bjarkan è sì strettamente legata per antonomasia al principio femminile di fertilità ed abbondanza, il cui profilo ricorda l’immagine di una gravida in procinto dell’atto del parto, ma in sé la runa non possiede alcuna polarità fisica intrinseca, se non simbolica. Qualsiasi tipo di ritualistica deve essere praticata con la dovuta attenzione, grazie ad una significativa, profonda e consapevole connessione con la natura, nel pieno rispetto degli elementi oltre che delle fasi lunari. In Bjarkan, oggetto inanimato, non risiede alcuna forza capace di farla né vibrare né polarizzare. Un esperto incantatore sa che tale energia proviene non altro che dallo stesso uomo in quanto parte integrante della natura e da questi "riflessa" attraverso il simbolo del quale si serve per la realizzazione del proprio intento magico.

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12/03/2023

Ti aspettiamo su www.tradizioniefolklore.it - La qualità al servizio della cultura 😍 Immergiti in una coinvolgente esperienza lasciandoti piacevolmente sorprendere dai nostri articoli unici e sempre aggiornati 🖤 Non perdere altro tempo e scopri oggi stesso il mondo incredibile che abbiamo creato per te attraverso le nostre proposte di studio e i nostri libri disponibili anche in Amazon 📕 Impara il potere delle Rune, del Seiðr, dei Galdrastafir e di molto altro ancora in modo semplice, chiaro, innovativo e rivoluzionario 🧙‍♂️

10/03/2023

Non esistono segreti né misteri sulle rune, ma solo una ricca e affascinante tradizione magica da esplorare e sperimentare. 🔥

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09/03/2023

Ægishjálmur - L' Elmo del terrore

Qui trovi una dettagliata scomposizione del galdrasftafur:
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"Æirz hialmur hn sk giorast a blij þrickia J eni si þa m a uön a ouin sijnu ad hn mæti hm muntu han Jfuinna (hn er so s hi ept filg)" -> traslitterazione -> "Ægis hjálmur. Hann skal gjörast á blý og þrykkja í enni sér þá maður á von á óvin sínum, að hann mæti honum. Og muntu hann yfirvinna (Hann er svo sem hér eftir fylgir)" -> traduzione -> "Elmo del terrore. Deve essere fatto in piombo, e quando un uomo si aspetta i suoi nemici lo imprima sulla fronte. E li conquisterà. (È il seguente)"

08/03/2023

𝐓𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢𝐞𝐟𝐨𝐥𝐤𝐥𝐨𝐫𝐞® è in 𝐎𝐩𝐞𝐧𝐒𝐞𝐚

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24/02/2023

Sequenza magica del “fuÞark antico” a 24 segni - Terza “ætt” ⏳ è uno dei numerosi 𝐀𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢𝐞𝐟𝐨𝐥𝐤𝐥𝐨𝐫𝐞® - La qualità al servizio della cultura. Seguici su www.tradizioniefolklore.it 😉

Tiwaz è la runa promessa di un sicuro successo al servizio di una nobile impresa, forgiata da colui che non lascia nulla al caso. Berkana è la runa del parto legata al principio femminile di fertilità ed abbondanza. Ehwaz parla dell’intervento del sovrannaturale all’interno della sfera dell’individuo nel vivere la “dualità” di ogni emozione trascendente. Mannaz è a simbolo del razionale e del processo acquisitivo in una più vasta percezione del tutto. Laguz è la visione dell’intero cosmo ed il sostegno nell’arte della divinazione. Ingwaz è la capacità di vivere ciò che si eredita dai propri antenati, al fine del compimento ed ampliamento di una trasformazione lungo il filo del destino. Othila dona la piena consapevolezza della possibilità di una rigogliosa sopravvivenza. Dagaz è la runa del grande risveglio, del profondo cambiamento e dell’illuminazione a realizzazione della completa trasformazione del corpo, dell’anima e dello spirito dopo un lungo percorso esistenziale; non una fine, ma la fine del principio.

18/02/2023

Sequenza magica del “fuÞark antico” a 24 segni - Seconda “ætt” 🌙 è uno dei numerosi 𝐀𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢𝐞𝐟𝐨𝐥𝐤𝐥𝐨𝐫𝐞® - La qualità al servizio della cultura. Seguici su www.tradizioniefolklore.it 😉

Hagalaz è il simbolo distrutto al singolare e rigenerato al plurale in altrettanti simboli a rappresentazione dell’infinito. Nauthiz è una fine propedeutica all’inizio di un nuovo prossimo risveglio. Isa è il distacco meditato attraverso la percezione del sapere che porta ad un’analisi introflessa e necessaria per entrare in contatto con il proprio essere. Jera è l’espressione di crescita e sviluppo. Eihwaz racconta le radici del frassino mitologico che affondano profondamente nella terra, sorreggendo l’intero cosmo, nell’atto di una funzionale elevazione. Perthro è il ventre di “Madre Terra” nel quale “la magia viene creata”. Algiz è l’atto dell’elevazione, un’intima e continua ricerca di pensiero, di emozioni e di azioni. Sowilo esprime l’intento magico in rapporto con i mondi, la raffigurazione archetipale del Sole.

12/02/2023

Sequenza magica del “fuÞark antico” a 24 segni - Prima “ætt” ☀️ è uno dei numerosi 𝐀𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢𝐞𝐟𝐨𝐥𝐤𝐥𝐨𝐫𝐞® - La qualità al servizio della cultura. Seguici su www.tradizioniefolklore.it 😉

Fehu è il silenzio primordiale e rituale necessario ad una vita che nasce ed il nutrimento funzionale alla sua crescita. Uruz è l’istinto necessario alla sua sopravvivenza, fortifica il corpo e dona vigore. Thurisaz reagisce fiduciosa ad ogni più ardua difficoltà nella soddisfazione dell’immediato. Ansuz racchiude in sé l’energia archetipale nella quale la percezione del divino si manifesta. Raidho è il viaggio intrapreso nella ciclicità degli eventi che indica il giusto percorso nella comprensione tra il sé e gli altri. Kenaz è la pura luce interiore che illumina la via. Gebo incarna il principio di equilibrio, l’integrazione di forze opposte e complementari. Wunjo è il gioioso dono degli dèi attraverso il quale gli stessi trovano una propria realtà, nel riconoscimento continuo dell’uomo nel dio e del dio nell’uomo.

09/02/2023

07/02/2023

04/02/2023

“L'oca bianca e il Noce di Benevento” 🦢 è uno dei numerosi 𝐀𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢𝐞𝐟𝐨𝐥𝐤𝐥𝐨𝐫𝐞® - La qualità al servizio della cultura. Seguici su www.tradizioniefolklore.it 😉

Era la tredicesima Luna ed il tempo era fermo. Solo il rumore delle onde faceva compagnia e lontano, da qualche parte, gli occhi erano così grandi che il tutto ed il niente erano la stessa cosa. Da sotto un'impalcatura, vestito di buio, comparve una figura che fumava una sigaretta al contrario. Disse “buona sera” passando oltre. Ancora oggi mi chiedo se quell'uomo fosse vero. Seduto sulle sue ginocchia, mi raccontò di quella notte in cui la incontrò per la prima volta lungo la strada che da quell'albero riportava alla fontana del paese, dopo solo un'ora di cammino a dispetto della lunga distanza, seguendo la chiara via del cielo, fino a raggiungere il mare, a piedi scalzi, passo dopo passo, per non far rumore. All'improvviso, al filo di un muro di tufo lavorato a mano, un flebile starnazzo sbucò dall'angolo rompendo di stupore il silenzio. L'oca bianca la guardò e le disse: “Mi sono persa. Portami a casa con te”. Fu così che la raccolse da terra e per non farla scappare la chiuse nella cassapanca della rimessa dove d'estate ribolliva il calderone del pomodoro in compagnia delle reti da pesca appese nell'attesa di essere riparate. Il mattino seguente andò a portarle da mangiare bucce di melone e lupini ma, aprendo la porta, ne uscì una bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi “nuda e pallida come la Luna Santa”.

28/01/2023

“Gli úlfheðnar, i guerrieri di Óðinn” 🐺 è uno dei numerosi 𝐀𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢𝐞𝐟𝐨𝐥𝐤𝐥𝐨𝐫𝐞® - La qualità al servizio della cultura. Seguici su www.tradizioniefolklore.it 😉

La tribù degli Arii viene descritta da Tacito capace di una forza superiore rispetto agli altri popoli di stirpe germanica, più forti e torvi per natura. All'innata ferocia viene in aiuto il truce aspetto e la scelta del tempo dello scontro nelle notti senza Luna. Dipingono il corpo di nero e con il supporto dell'oscurità l'esercito di spettri incute un puro terrore al nemico. Nessuno è in grado di sopportare la loro visione poiché “in tutte le battaglie sono gli occhi ad esser vinti per primi”. Nel poema “Vǫlundarkviða”, l'“Edda poetica” testimonia come il muoversi con la Luna sia di fondamentale importanza per la riuscita di un'azione inaspettata, anche favorendo combattimenti guidati da intenti malvagi e da forze sovrannaturali. Níðuðr, signore dei Níari, invia i propri uomini dagli scudi scintillanti in Luna calante contro il fabbro Vǫlundr solo in Úlfdali, la “Valle del Lupo”, con l'intento di rapirlo per via della bravura nel forgiare armi e gioielli. Così come i berserkir, anche gli úlfheðnar indossano pelli di animali. Dalle fonti storiche il loro nome può essere associato alle casacche di pelo di lupo dalle magiche proprietà. “Hildólfr”, uno dei numerosi epiteti di Óðinn, è infatti un “saggio guerriero” il cui nome significa “lupo della battaglia”.

21/01/2023

“Il sambuco nel marchigiano e nel mito nordico”🌺 è uno dei numerosi 𝐀𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢𝐞𝐟𝐨𝐥𝐤𝐥𝐨𝐫𝐞® - La qualità al servizio della cultura. Seguici su www.tradizioniefolklore.it 😉

La tradizione marchigiana attribuisce al sambuco virtù e proprietà sovrannaturali che richiamano le dinamiche di una concreta conoscenza dell'arte magica. La saggezza del contado racconta che quando è piantato nei pressi in cui sono deposte le spoglie mortali di un omicida, ne è il custode del suo tormentato animo. Alcuni uomini sembrano possedere la “capacità” di individuare fonti d'acqua o filoni di metallo prezioso utilizzando bacchette di sambuco che vibrano nelle loro mani quando questi vi si avvicinano. La pianta è difatti lungo tutte le diverse credenze italiane associata all'oscurità, agli abissi del mondo del sottosuolo, alla morte e alla pratica della divinazione. Anche la realtà magica nordica ha avuto una forte influenza sulla tradizione e sul folclore europeo, compreso quello italiano, e viceversa, mettendo radici in un territorio capace di acquisirne rapidamente il valore ed egualmente le potenzialità, in un certo qual modo indirizzandone le abitudini e le idee, andando sempre più in profondità per poi rifiorire in inaspettata magnificenza. Si nota che ugualmente nella pratica stregonica territori così fisicamente distanti presentano comunque delle similitudini, a volte evidenti, altre volte accarezzate. La stanza 137. dello “Hávamál” racchiude, oltre che preziose informazioni riguardo il potere magico dell’elemento terra in grado di placare gli effetti di un’assunzione di birra trascendente il modo, la misura ed il necessario equilibrio, anche indicazioni sull'uso del sambuco nel seiðr, invocato per placare “l'alterco”.