Riconquistare l'Italia - Vibo Valentia
Questa pagina svolge attività di promozione e divulgazione dei principi ispiratori del partito Rico
PARTITO POLITICO DEMOCRATICO, NEOSOCIALISTA, ANTIEUROPEISTA E PATRIOTTICO
Sezione della provincia di Vibo Valentia di
Riconquistare l'Italia.
Il simbolo di ITALIA SOVRANA e POPOLARE è stato presentato al Ministero Interni stamani, con la presenza di Francesco Toscano, Marco Rizzo, Stefano D’Andrea, Antonio Ingroia, Antonella D’Angeli, Igor Camilli, Emanuele Dessì ed il capo politico Giovanna Colone, lavoratrice della scuola sospesa perché non vaccinata. Il programma della lista è insito nel nome: vogliamo una ITALIA SOVRANA, cioè indipendente e libera di commerciare e relazionarsi con tutti i paesi del mondo, dagli USA alla Russia, dalla Cina all’Europa. E POPOLARE, cioè destinata a rappresentare tutto il popolo, i lavoratori e tutti quelli discriminati da questo modello di sistema. La raccolta di oltre 50mila firme di sottoscrizione alle liste si sta ultimando. Oltre ai leader, saranno in corsa personalità come il corrispondente di guerra Giorgio Bianchi, il filosofo Andrea Zhok, l’avvocato Fabio Pasquinelli, il giornalista Fulvio Grimaldi, il medico Daniele Giovanardi, lo scrittore Paolo Borgognone, il blogger Lambrenedetto, il saggista Enzo Pennetta, il professor Alberto Lombardo, l’editore di Byo Blu Claudio Messora e tanti altri. Ci troverete nelle piazze e nelle lotte.
ITALIA SOVRANA e POPOLARE. Siamo pronti. Le liste sono praticamente ultimate. Siamo e saremo sempre unitari con chi si ribella al sistema, riteniamo comunque alleati futuri anche quelli che, per ora, non vogliono esserci. Abbiamo incontrato e visto tutti. Ora facciamo quello che richiede la fase politica. Oltre ai partiti e alle organizzazioni di Ancora Italia, Partito Comunista, Riconquistare l’Italia, Azione Civile, Rinascita Repubblicana, Comitati No Draghi, Italia Unita e tanti altri. Assieme ai leader Francesco Toscano, Marco Rizzo, Stefano D’Andrea, Antonio Ingroia, Francesca Donato, Igor Camilli, Antonella D’Angeli e Francesco Nappi avremo la presenza e l’appoggio di personalità delle lotte no Green Pass e contro l’atlantismo guerrafondaio come: Giorgio Bianchi, Paolo Borgognone, Daniele Giovanardi, Fulvio Grimaldi, Lambrenedetto, Enzo Pennetta, Gianni Vattimo, Andrea Zhok e tanti altri. Tra poche ore sarà ufficiale. Adesso dobbiamo provare a ba***re il sistema che ha creato questa trappola del tempo, con la data del 20 agosto per raccogliere 40 mila firme in ogni angolo d’Italia. Tra pochissimi giorni la palla passa a Voi, passa a noi…ce la faremo tutti assieme. Al lavoro, alla lotta!
Marco Rizzo
Dall'esperienza di Uniti per la Costituzione nasce Italia Sovrana e Popolare, l'alleanza che vuole riconquistare la sovranità disintegrando il mostro europeista.
Piena occupazione, Stato sociale, servizi pubblici, protezione della piccola impresa e del mercato interno.
Noi ci siamo. Ora tocca a voi. Aiutateci a raccogliere le firme e sosteneteci in una campagna elettorale rivoluzionaria 🇮🇹
Draghi se ne va? Bene. Draghi resta? Ci ba***remo per cacciarlo. Lui, il governo ed i partiti tutti complici, M5S compresi. Nemici dell’Italia, del popolo, dei lavoratori. NOI SIAMO PRONTI. Uniti per la Costituzione. Uniti per l’Italia che lavora. Per un Paese Sovrano, fuori da UE e Nato. Aspettiamo il contributo di tutti, per costruire assieme.
Si sente spesso dire che la Russia sia isolata, ma più le settimane passano e più è evidente che a essersi isolato è il cosiddetto Occidente. Per citare l'esempio più eclatante, in questi ultimi mesi l'India ha aumentato nettamente le importazioni di petrolio russo, mentre non è chiaro quanto e se avremo gas russo durante il prossimo inverno.
Ciò che dicevamo già da febbraio è oggi senso comune: le sanzioni euroamericane stanno colpendo molto più chi le ha imposte di chi le ha ricevute.
Dobbiamo azzerare la classe dirigente di fanatici che ha taciuto per anni all'opinione pubblica la probabile reazione russa, e ci ha poi condotto di fatto in una guerra che non ci dovrebbe minimamente appartenere.
Daremo un futuro degno all'Italia, ma ciò accadrà solo se militiamo nei partiti popolari che stanno nascendo, a partire da Riconquistare l'Italia.
La leggerezza con la quale il Ministro degli Esteri italiano insulta personalmente il vertice politico di una potenza nucleare, dichiarando che è peggio di un animale, rende l'idea dell'incapacità e della pericolosità della nostra classe dirigente.
Di Maio unisce in sé tutte le qualità negative di chi ci ha governato negli ultimi trent'anni: fanatismo atlantista e dunque europeista, sprezzo delle istituzioni repubblicane e della democrazia, cinismo esasperato, totale mancanza di spessore politico.
A tutto ciò il miracolato di Grillo aggiunge una imbarazzante ignoranza che lo porta a saltare a piedi pari qualsiasi prudenza e mettere a rischio la stessa sicurezza degli italiani, coprendo il suo bullismo dietro al servilismo del sistema mediatico e politico nazionale.
L'obiettivo del teatrante grillino è chiaro: accreditarsi maldestramente agli apparati americani, che di certo non brillano per equilibrio.
Riconquistare l'Italia si dissocia radicalmente dall'atteggiamento sconsiderato del governo e da chiunque si permetta di giocare con la guerra alle spalle degli italiani.
È sempre più urgente rimettere al centro delle istituzioni l'interesse nazionale, che non potrà mai coincidere con deliri guerrafondai.
Per farlo occorre fornire al popolo italiano una alternativa democratica, anti europeista, neosocialista. In due parole, Riconquistare l'Italia.
Il nemico interno e quello esterno
di ANDREA D’AGOSTO
Il populismo dell’antipolitica è il primo e più potente alleato del vincolo esterno UE/euro ed è la vera causa di tutti i disastri sociali ed economici, che affliggono da 30 anni l’Italia.
È grazie ad esso se prima la Costituzione e poi la democrazia popolare sono state integralmente svuotate. Un popolo che si dichiara impolitico non può che avere in cambio la perdita della propria sovranità politica.
L’antipolitico è il primo nemico interno, ben più pericoloso del nemico esterno, è colui che ha minato dalle fondamenta la nostra democrazia popolare.
Il secondo nemico è il conservatorismo europeista, che sostiene direttamente il nemico esterno, la quinta colonna dei traditori. Il primo nemico del fronte è l’antipolitico, il secondo la quinta colonna, vanno nell’ordine snidati ed annientati, con la loro sconfitta il nemico esterno crolla impietosamente.
Giornata nazionale NODRAGHI - Sabato 26 Febbraio 2022, ore 15:30 - Piazza Berlinguer - Crotone.
La crisi del settore energetico è frutto dell'assenza di una vera strategia nazionale.
La produzione, la distribuzione e l’approvvigionamento di energia sono fondamentali per qualsiasi paese moderno e sviluppato, dal punto di vista geopolitico, economico e sociale.
Riconquistare l'Italia intende riportare sotto il controllo di un unico soggetto pubblico la generazione, la trasmissione, la distribuzione e la commercializzazione dell’energia elettrica e del settore dell’importazione e distribuzione del gas naturale, attuando inoltre un grande progetto di adeguamento e aggiornamento tecnologico di impianti e reti, così come da più di vent’anni non viene eseguito.
Come ci ha insegnato Enrico Mattei, la sovranità nazionale passa necessariamente da un progetto di indipendenza nel settore energetico.
L'Italia è una. Gli italiani esistono. Noi siamo italiani.
Ci opponiamo alla falsa narrazione post-storica che ci vorrebbe diversi, divisi, monadi del mercato globale, individui consumatori, e non cittadini, comunità radicata in un territorio.
Noi italiani abbiamo una lingua, una cultura, una storia comune popolare e millenaria. In definitiva, siamo una nazione e dobbiamo tornare a perseguire il nostro interesse nazionale.
MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO IL GOVERNO DRAGHI
Sabato 26 febbraio Riconquistare l'Italia, a fianco del comitato No Draghi, manifesterà la sua radicale opposizione al governo in carica e a tutto ciò che rappresenta.
Ci troverete in venti grandi città, in tutte le regioni d'Italia.
Per il Lavoro, la Sanità pubblica e universalistica, lo Stato sociale, la sovranità popolare, contro il vincolo esterno, l'Unione Europea e il cinico affarista che guida il governo del Partito Unico.
Modificano la Costituzione come se fosse carta straccia, senza degnarsi di stimolare alcun dibattito pubblico. E poco importa che in questo caso il fine sia, almeno apparentemente, nobile, anche se i precedenti non lasciano per nulla tranquilli.
Il punto è che la Seconda Repubblica, sotto impulso europeo, ha stravolto a ripetizione la Costituzione nella forma e nella sostanza, dal titolo V nel 2001 alla riduzione della rappresentanza parlamentare fino ai tentativi di abolizione del bicameralismo perfetto e al principio del pareggio di bilancio inserito durante il governo Monti nel 2012.
Adesso si va addirittura oltre, perché modificando l'articolo 9 questa scellerata classe dirigente va a toccare i principi fondamentali, contenuti nei primi 12 articoli della nostra Carta. Un precedente pericoloso, a cui si aggiunge la modifica dell'articolo 41, che disporrebbe un modello dirigista in forza del quale la legge indirizza l'attività economica pubblica e privata a fini sociali (e ora anche ambientali), ma che di fatto è disapplicato da decenni a causa dell'incompatibilità con i Trattati europei. Ciò che dimostra ancora una volta la sciatteria istituzionale a cui siamo condannati da tempo.
Dobbiamo spazzarli via e Riconquistare l'Italia, per ripristinare la Costituzione del 1948 e tornare finalmente ad applicarla.
Gli alti costi delle bollette in Italia sono responsabilità diretta dell’attuale classe dirigente.
Le bollette nel 2021 sono aumentate a dismisura rispetto al 2020, che ovviamente era un anno particolare, ma aumenteranno ancora nel 2022, come è già chiaro dalle stime ufficiali, le quali prevedono un +55% per la luce e un +41,8% per il gas. Per una famiglia media gli aumenti del 2022 significheranno oltre 1.000 euro annui in più per il gas e oltre 500 per la luce, con un raddoppio della spesa complessiva rispetto al 2021.
Le responsabilità della classe dirigente che ci governa da trent'anni sono enormi.
In primis, a incidere è l'adesione fanatica al verbo europeista. Unione Europea significa, tra le altre cose, liberalizzazione e privatizzazione del settore energetico, smantellamento della grande industria pubblica e dunque perdita del controllo diretto dello Stato sulla produzione, la distribuzione e l'approvvigionamento di energia. Un danno sotto vari profili: geopolitico, economico, sociale.
In seconda battuta c’è l'attuale governo guidato dal cinico affarista Draghi e sostenuto da tutto l'arco parlamentare, che ha stanziato contro il caro-bollette meno di un quinto degli aumenti previsti, comprendendo anche l'ultimo trimestre 2021.
La prossima scomparsa del cosiddetto "mercato tutelato", già di per sé appaltato a una autorità indipendente (l'Arera), non potrà che esasperare ulteriormente le tensioni sulle bollette che già emergono periodicamente.
Uno Stato privato della sua sovranità è uno Stato fragile, che non può garantire equità, sviluppo e democrazia. L’obiettivo primario della strategia energetica nazionale che noi di Riconquistare l'Italia vogliamo portare in Parlamento nel 2023 è di garantire il rifornimento di energia acquisendo una sempre maggiore indipendenza per proteggerci dalle turbolenze internazionali, evitando, nel contempo, un approccio neo-coloniale nei confronti dei paesi produttori.
Da ieri chi ha più di 50 anni e non è guarito di recente dal Covid non può lavorare se non è vaccinato (o se il green pass è scaduto).
Siamo ampiamente fuori dalla Costituzione, anche in virtù del fatto che nella stessa fascia di età oltre il 90% dei cittadini sono già stati vaccinati (non c'è dunque alcun pericolo di saturazione ospedaliera) e che il vaccino non garantisce alcuna significativa protezione dal contagiare e dal contagiarsi (e quindi ogni forma di green pass è ingiustificabile anche solo scientificamente).
Tocca ribadire l'ovvio: il lavoro è un diritto costituzionale, richiamato più volte all'interno dei dodici principi fondamentali su cui si regge la nostra Carta. L'articolo 4 riconosce il lavoro come diritto di TUTTI i cittadini e impone alla Repubblica di promuovere le condizioni per renderlo effettivo.
Una Repubblica che discrimina sul diritto fondamentale per eccellenza su cui fonda la sua stessa esistenza si è già trasformata in un regime.
Per fortuna il mondo sta cambiando direzione sulla gestione pandemica e persino il "governo dei peggiori" prima o dopo dovrà adeguarsi. Ma non dimenticheremo. Il Covid è stata l'ennesima emergenza ingigantita dalle criminali politiche anti democratiche e anti costituzionali portate avanti da tutte le maggioranze liberal-europeiste degli ultimi trent'anni.
La soluzione è solo una: riportare nelle istituzioni una classe dirigente plasmata dai valori costituzionali. Militare e votare per Riconquistare l'Italia.
Il presidenzialismo è l'ennesimo cavallo di T***a dell'europeismo e Giorgia Meloni si conferma ancora una volta burattino di regime.
Sono bastati pochi giorni di trattative sul Quirinale perché il presidenzialismo tornasse alla ribalta come soluzione di ogni male.
La tesi della Meloni grida vendetta: siccome il Presidente della Repubblica ha assunto negli ultimi anni un ruolo determinante, trasformandosi in un garante attivo dei vincoli europei, indirizzando l'azione di governo e ponendo veti a ministri ritenuti scomodi, si tratterebbe di prenderne atto, rassegnarsi, e trasformare il Presidente della Repubblica in una sorta di imperatore investito dal voto popolare.
È una tesi insidiosa perché strizza l'occhio ai cittadini promettendogli di decidere il nome dell'imperatore, ma in cambio li spoglia di qualsiasi potere di indirizzo politico, svuotando di significato il Parlamento e la sovranità popolare che attraverso di esso dovrebbe esprimersi.
È vero che già oggi funziona nei fatti così, eppure fino a che il Parlamento rimarrà almeno formalmente l'organo sovrano ci sarà sempre la possibilità di fare entrare nelle istituzioni partiti popolari, fedeli allo spirito costituzionale, radicalmente democratici e ostili al mostro europeo. Quei partiti che sono venuti a mancare da oltre trent'anni ma che nei decenni precedenti il popolo italiano aveva costruito e votato, permettendogli di indirizzare il destino della nazione.
Anche altri esponenti del Partito Unico Neoliberale si sono espressi a favore del presidenzialismo. Da Conte a Letta fino a Salvini e al nuovo Presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato, a dimostrazione che la proposta della Meloni è perfettamente in linea con le necessità della classe dirigente europeista.
Dobbiamo resistere alle parole d'ordine delle élite, anche quando sono presentante in modo subdolo. Dopo aver ridimensionato il Parlamento tagliando brutalmente i parlamentari, ora si vuole infliggere il colpo di grazia finale alla democrazia concepita dai Padri Costituenti.
Il nostro compito è ricostruire grandi partiti popolari e portarli al potere, non accentrare quest'ultimo nella mani di una sola persona. Per questo abbiamo fondato Riconquistare l'Italia e stiamo lavorando duramente per presentarci al Popolo nelle elezioni politiche del 2023.
Il Mattarella bis è l'ennesima forzatura costituzionale a cui ci tocca assistere dall'inizio della Seconda Repubblica.
Non è un caso. Il proliferare dei governi tecnici, le riforme strutturali di matrice neoliberale, le cariche pubbliche trattate come proprietà privata, coincidono perfettamente con l'adesione all'Unione Europea e ai suoi soffocanti vincoli.
Nel caso del Quirinale, il bivio è stato fin dall'inizio tra l'ascensione di Draghi e il Mattarella bis. Da un lato il Presidente del Consiglio che lascia in corsa il suo incarico per salire al Colle, dall'altro il Presidente della Repubblica uscente che come nulla fosse viene riconfermato, consolidando una prassi iniziata con Napolitano appena 9 anni fa. Una prassi del tutto sconosciuta nella Prima Repubblica, quando a ti**re le fila erano i grandi partiti popolari e il valore supremo non era la stabilità dell'ordine europeo, ma l'equilibrio democratico tra le istanze popolari espresse attraverso il voto e la partecipazione dei cittadini alla vita economica e sociale.
Se la politica nazionale abdica e si lascia comandare da poteri esterni, attraverso la clava dei mercati, non c'è spazio per la dialettica democratica, vige la guerra tra bande per assicurarsi i ruoli chiave nella gestione ordinata del "pilota automatico".
Riconquistare l'Italia è il solo partito in Italia a voler recuperare lo spirito della migliore Prima Repubblica e la lettera della Costituzione repubblicana. L'unica via concreta è azzerare questa indegna classe dirigente e terminare la ridicola sceneggiata tra figuranti dell'Unione Europea.
Fino a che accetteremo questa lenta morte dovremo pendere dalle labbra del Cottarelli di turno, ma deve essere chiaro che la scelta è politica e che non tutti stanno a guardare.
Riconquistare l'Italia vuole entrare nelle istituzioni per riaccendere la fiammella democratica e trasformarla in un incendio. Cercheremo l'aiuto e il consenso del popolo italiano su un programma neosocialista e costituzionale, fondato su una premessa ineludibile: disintegrare il mostro europeo.
Cibo sostenibile o cibo locale?
di MARCO TROMBINO
Le mode dei cibi esotici perché considerati “ecologici”, “sostenibili”, “verdi”, ecc. faticano a morire. Si va dalla moda dello zenzero a quella del tofu alla più recente della quinoa; prodotti vegetali, talora con contenuto proteico e quindi buoni sostituti della carne. Ma siamo certi che sia davvero una scelta “ecosostenibile” consumare prodotti coltivati ed esportati dall’altra parte del pianeta?
Questi prodotti, oltre che subire coltivazioni non sempre “ecologiche” (per esempio l’uso di pesticidi e fertilizzanti), oltre che essere lavorati da manodopera palesemente sottopagata – in fondo provengono quasi tutti da paesi sottosviluppati – vengono soprattutto trasportati con vettori molto inquinanti: ricordiamo che i 20 più grandi cargo portacontenitori del mondo inquinano più di tutto il traffico automobilistico mondiale. Questo dato è già più che sufficiente per squalificare come “ecologico” un prodotto che magari ha davvero interessanti proprietà alimentari, ma che prima di arrivare sulle nostre tavole deve percorrere parecchie migliaia di chilometri. Inquinando.
Qual è l’alternativa allora? Il prodotto locale, che magari non ha proprio “chilometri zero” ma che di miglia alle spalle ne conta molto meno di quelle del tofu. E non si sta parlando tanto della scatola che sull’etichetta ha scritto “Made in Italy”, in quanto la materia prima potrebbe non essere nostrana e la ditta potrebbe essere la filiale di qualche multinazionale che si intasca e fa volare all’estero l’utile netto; in alcuni casi sì in altri no, dipende dal prodotto stesso.
Stiamo parlando proprio del prodotto locale, regionale, coltivato o allevato nella propria provincia o regione o a poca distanza da casa propria; magari lavorato da qualche piccola o piccolissima azienda alimentare. Questo genere di acquisti – il nostro grano, il nostro olio, il nostro latte, il nostro vino, i nostri fagioli – portano anche a ricadute occupazionali importanti, che in un momento di grave crisi economica come quella che stiamo vivendo (per l’ennesima volta da Maastricht ad oggi…) consente di mantenere l’occupazione il più possibile stabile proprio nella provincia o nella regione di provenienza dell’alimento stesso. Un contributo importante che ciascuno di noi, già da domani, può incominciare a dare.
Salvini è un vile europeista. Ha ingannato milioni di elettori promettendo l'uscita dall'euro, per poi sostenere il Governo di Mario Draghi, l'uomo che da Presidente della BCE irrise il voto popolare sostenendo candidamente che a governare è in ogni caso il "pilota automatico dei mercati".
Spazzeremo via Salvini e tutta questa classe politica di inetti e collusi.
Stiamo costruendo un grande partito popolare per uscire dalla gabbia neoliberale dell'Unione Europea, per riconquistare la sovranità e tornare ad applicare la Costituzione, così da Riconquistare l'Italia.
Il presunto leader della Lega chiede ad Enel di "mettersi una mano sulla coscienza" per ridurre i prezzi finali dell'energia e ve**re incontro ai cittadini.
La politica ridotta a mendicante del capitale privato.
Con i prezzi delle fonti energetiche in rapida crescita e le bollette pronte ad esplodere, avremmo bisogno come l'ossigeno di un partito popolare strutturato, capace di imporre democraticamente le ragioni della maggioranza della popolazione.
Invece ci toccano Salvini e i 5Stelle, con la Meloni che vivacchia all'opposizione.
Non è sempre stato così. Enel è stata fondata nel 1962 per contribuire allo sviluppo economico dell'Italia e a una crescente indipendenza energetica. Lo ha fatto da società pubblica interamente controllata dallo Stato, riunendo sotto il suo cappello tutte le precedenti società private produttrici di energia, indennizzate dallo Stato come da dettato costituzionale. Nei decenni successivi Enel è diventata un gigante multinazionale, con i piedi ben piantati in Italia e l'interesse collettivo come orizzonte.
Almeno fino alla trasformazione in società per azioni, avvenuta nel 1992 sotto la spinta della neonata Unione Europea, e alla successiva quotazione in borsa del 1999, imposta dallo scellerato decreto Bersani sulle liberalizzazioni, che recepì una direttiva della solita Unione Europea.
Di fronte a questo scempio tutto quello che sa fare Salvini è supplicare un'azienda ormai nei fatti privata, senza mettere minimamente in discussione il contesto giuridico che svuota di poteri e senso il Parlamento e i partiti.
Riconquistare l'Italia non vuole avere nulla a che fare con questi ipocriti politicanti. Dobbiamo entrare nelle istituzioni per riportare nel dibattito pubblico e nelle stanze del potere l'interesse popolare. Enel deve tornare ad essere controllata dallo Stato, con il compito di mettere in pratica la politica energetica che il governo e il Parlamento della Repubblica gli affidano.
Sta per finire il tempo dei mendicanti del capitale.
La nostra condanna al Green Pass, in ogni sua forma, è totale e senza appello.
La questione è politica molto prima che sanitaria. Non è sbagliato vaccinarsi di per sé, ed è anche razionale per chi fa parte delle fasce a rischio (anziani e fragili); ad essere pericolosissimo, invece, è il principio secondo cui i diritti costituzionali sarebbero legati alla scadenza di una protezione vaccinale. Una deriva che dovrebbe apparire inquietante anche a chi ha scelto liberamente di vaccinarsi perché un giorno non lontano potrebbe estendersi ben oltre l'obbligo vaccinale (peraltro subdolo).
La contrapposizione mediatica "vax - no vax" risponde a una tecnica di governo sempre attuale, oggi esasperata dallo strapotere dei mezzi di comunicazione di massa: divide et impera.
L'obiettivo della propaganda religiosa sul vaccino è distrarre l'attenzione dei cittadini e dei lavoratori dalla gestione classista e anti scientifica della pandemia, mettendoli l'uno contro l'altro.
VERITA' BANALI
Di STEFANO ROSATI
9 gennaio 2022
Anche di fronte a 100mila nuovi positivi al giorno moltissimi non riescono ad accettare che il vaccino non interrompa la circolazione del virus né accettano la banale ma evidente realtà che la carica virale dei vaccinati e dei non vaccinati è uguale, altrimenti i suddetti 100mila casi al giorno con l’80% di vaccinati proprio non sarebbero spiegabili per la contraddizione “che nol consente”.
Verità banali ma fondamentali perché, appunto, fondano le misure prese nell’ultimo anno e quelle che verranno prese a breve (ossia l’obbligo vaccinale). Misure che hanno creato e creeranno danni enormi che pagheremo tutti. Non solo chi è a favore di ogni cosa venga proposta, perché è terrorizzato e vive nella rimozione.
Fauci mesi fa dovette ammettere questa banale verità – che vaccinati e non vaccinati hanno la stessa carica virale – ma i giornali ci tennero a farci sapere cosa voleva ‘veramente’ dire Fauci.
Ora, non so se i giornali vorranno dirci cosa voleva veramente dire questo studio pubblicato su “The Lancet” che conferma l’ovvio, ossia che vaccinati e non vaccinati hanno la stessa carica virale ( “fully vaccinated individuals with breakthrough infections have peak viral load similar to unvaccinated cases and can efficiently transmit infection in household settings, including to fully vaccinated contacts”).
Ma, in fondo, a persone che continuano a pretendere la vaccinazione totale, perenne e tombale urbi et orbi perché hanno paura di trovare le terapie intensive piene in caso potessero servire a loro (anche per una qualunque altra malattia) e che vogliono vaccinare “il mondo” perché, a loro dire, le varianti si formerebbero dove ci sono meno vaccinati che cosa gli vuoi dire?
A futura memoria di qualcuno che magari volesse scrivere un articolo su cosa volesse dire ‘veramente’ lo studio sopra citato metto link anche ad altri studi che dicono la stessa cosa.
https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMc2102507
https://www.medrxiv.org/con10.1101/2021.09.28.21264262v1
Ringrazio un caro amico che me li ha segnalati. In televisione vanno solo i buffoni e sui giornali scrivono perlopiù buffoni sedicenti giornalisti.
Viral Dynamics of SARS-CoV-2 Variants in Vaccinated and Unvaccinated Persons | NEJM Correspondence from The New England Journal of Medicine — Viral Dynamics of SARS-CoV-2 Variants in Vaccinated and Unvaccinated Persons
Il Covid ha portato all'esasperazione un fenomeno già in atto da almeno trent'anni: lo strapotere dei mezzi d'informazione di massa nell'influenzare, quotidianamente, paure e istinti di gran parte della popolazione.
Per due anni non si è parlato d'altro, trasferendo nella vita reale la paranoia prodotta dal terrorismo mediatico.
Terrorizzare è una tecnica di governo che dobbiamo imparare a respingere, singolarmente e collettivamente, opponendo uno stile diverso.
Dobbiamo diffondere uno stile istituzionale, riflessivo, razionale, fondato su una analisi equilibrata e aderente ai principi costituzionali, che tenga in conto le dimensioni reali dei problemi e distingua la complessità dei fenomeni.
Basta catastrofismi, uno dei compiti prioritari del nuovo partito popolare che stiamo costruendo è trasformare il dibattito pubblico nel confronto, aspro ma esplicito, tra visioni del mondo differenti.
Il Covid poteva essere gestito molto diversamente, come altre nazioni dimostrano. Perché non succeda più qualcosa di simile, dobbiamo Riconquistare l'Italia.
14 NOVEMBRE 2021
Chi è, oggi, il nostro nemico?
di BRUNO ZERBO (RI Catania)
Fino a qualche secolo fa era semplice individuare il nemico del popolo. Esso era il nobile di ogni villaggio, colui che viveva di rendita e che non era quindi costretto a lavorare. Colui che riscuoteva le tasse ma che non le pagava, colui che girava a cavallo per il villaggio e ti guardava dall’alto in basso, colui che spesso aveva anche funzione di giudice. Oggi non è così semplice individuare contro chi dobbiamo lottare.
Alcuni ci fanno credere che il nemico sia l’immigrato, altri che il problema sia la delinquenza, il clima di insicurezza, la mafia… tutti fenomeni, a mio parere, minoritari. Altri ci distraggono con la fantomatica “corruzione” oppure ci dicono che il nemico è il politico con i suoi privilegi. Altri ancora dicono che non c’è un nemico ma semplicemente siamo noi (meridionali o più in generale italiani) ad essere inferiori; dunque il nemico siamo noi stessi.
Io dico che il nemico è ancora colui che campa di rendita, colui che gestisce immensi capitali e li investe ora qua e ora dall’altra parte del mondo. Non lo conosciamo perché non vive più vicino a noi, magari vive in qualche attico di Manhattan ma dobbiamo avere chiaro in mente che poche persone che movimentano enormi capitali ci tengono in scacco.
Essi sono i capi delle grandi multinazionali che, per fare liberamente i loro affari, corrompono (o seducono) la politica affinché questa annulli gli Stati che sono le uniche entità di cui hanno paura. Essi temono gli Stati perché questi hanno gli strumenti per tassarli, per comprimere le rendite, per togliere ai loro capitali la libertà di movimento transnazionale. Li temono perché gli Stati possono fare politiche di piena occupazione e possono costringere i capitalisti ad aumentare gli stipendi con cui pagano i loro dipendenti. Li temono soprattutto perché gli Stati hanno persino il potere di prendere il posto del capitale nel fare gli investimenti, nel creare aziende che producano i beni e i servizi che oggi produce il privato e di cui il popolo ha bisogno.
Ecco chi è il nostro nemico: il capitale transazionale. Ed ecco chi può diventare nostro amico (mentre oggi è al servizio del capitale): lo Stato. Dobbiamo riconquistare lo Stato e le sue istituzioni per mettere a cuccia il capitale.
Viva la democrazia e il socialismo. Viva la Repubblica sovrana.
LA MALATTIA E' L'UE
di ROBERTO IONNI (RI Teramo)
13 NOVEMBRE 2021
I quattro grandi paesi dell’Europa Occidentale non sono riusciti a ti**re fuori un vaccino, azienda privata o pubblica che sia. L’hanno tirato fuori UK, Cina, India, Russia e la reietta Cuba. Noi stiamo trasferendo miliardi di soldi pubblici ad aziende private USA per vaccini la cui efficacia crolla dopo tre mesi (e non sto qui a parlare della differenza della farmacovigilanza tra USA e Europa, ma c’è e invito a informarvi sui siti istituzionali) e in nome di uno scientismo ottocentesco abbiamo vaccinato gente alla soglia dell’estate e siamo pronti a fare un salto nel buio coi minorenni.
Le percentuali differenti di vaccinati tra i vari stati occidentali non possono spiegare la differenza tra Germania e Spagna, Austria e Italia. Possono spiegarle quelle dell’Europa dell’Est, ma qui il covid ha picchiato duro ora come ha picchiato duro prima da noi.
Spiegazioni “scientifiche” non ce ne sono per nessuno: l’Irlanda smentirebbe il provax, la Romania il novax. Stagionalità, comportamenti sociali, approccio culturale ad un problema tale, paure ecc. sembra non vogliano essere messi nell’equazione di un discorso democratico che di scientifico ha solo la pretesa di una cittadinanza piena con il giornalista come poeta moderno, anziché pubblicista.
Stiamo per vivere il terzo inverno con una classe dirigente continentale incapace di cambiare rotta, che quindi si appiglia fideisticamente all’unico strumento che reputa salvifico e perciò inventa dispositivi autoritari per piegare i renitenti. Però la crisi corre (il PIL sta semplicemente rimbalzando), le regole di politica monetaria rimangono le stesse, la sanità viene ancora tagliata, invece di un rafforzamento del pubblico si va verso la privatizzazione generalizzata, al confine orientale la UE non sa che dire e che fare, la democrazia postbellica è svuotata ormai di senso e di forme, il linguaggio di odio è trasversale (anche tra gli ipocriti progressisti, non solo i reazionari), si preferisce diffondere uno strisciante sciovinismo contro russi e cinesi pur di non guardarsi allo specchio.
Si stanno mettendo le fondamenta per un incubo, abbiamo perso una grande opportunità e ne stiamo uscendo mostruosi! Il covid è il sintomo di una malattia molto più pericolosa!