Elena Ostanel
Nata a Motta di Livenza, vivo a Padova e lavoro a Venezia. Eletta Consigliera Regionale in Veneto.
Sui Colli Euganei giovani di Azione Studentesca celebrano il fascismo con canti e croci celtiche. Lunedì scorso la città di Padova è stata attraversata da un corteo nero, con saluti romani e appelli camerateschi.
Oggi in Commissione cultura, della quale sono vicepresidente, i rappresentanti di Fratelli d'Italia sono usciti dall'aula pur di non votare il rifinanziamento di una legge sacrosanta che prevede il finanziamento di iniziative culturali e di ricerca sulla Resistenza e l’antifascismo in Veneto.
Tutto questo non è più accettabile e serve che lo diciamo in tanti e in tante. Tutto questo è preoccupante e non è il futuro che vogliamo per questo Paese.
Per questo ho aderito alla manifestazione organizzata da Coalizione Civica e che ha avuto già tantissime adesioni per sabato 29 giugno: dalle ore 10 in Via Santa Lucia 39, davanti alla targa alle vittime della rappresaglia nazifascista del 17/08/1944, ribadirà che Padova e l'Italia sono antifasciste. Ieri, oggi e sempre.
Rovigo, Schio e Bassano del Grappa da oggi hanno una opposizione forte, compatta, preparata e competente. La voce di chi ha votato per il centrosinistra sicuramente non rimarrà inascoltata.
Purtroppo Edoardo Gaffeo, Cristiano Eberle e Roberto Campagnolo non hanno vinto le elezioni comunali nei loro comuni, nonostante delle belle campagne, condotte sui temi, strada per strada.
Sono stata in tutti questi comuni e ho potuto conoscere i candidati sindaco e le loro liste. Credo che il risultato di ieri non sarà la fine ma l’inizio di un percorso che porterà a cinque anni di lavoro che mettono le fondamenta nei territori.
Un abbraccio in particolare va a Carlo Cunegato (portavoce del Veneto che Vogliamo e più votato a Schio!) e alla squadra di Coalizione Civica Schio, al Forum dei Cittadini e Civica per Rovigo e a Paolo Retinò e tutta la sua squadra.
Un nuovo inizio, per lavorare insieme.
Tre belle notizie da questi ballottaggi: i nuovi sindaci e sindache di Vittorio Veneto, Rubano e Spinea!
Conosciamo Mirella da quando è stata candidata con il Veneto che Vogliamo. Avevo sentito nella nostra bellissima assemblea a Vittorio Veneto che un cambiamento era in arrivo.
Grazie Mirella e grazie a tutta la squadra che ci ha creduto e ha lavorato tantissimo per rendere tutto questo possibile.
A Rubano abbiamo sostenuto Chiara e le sue giovani liste perché sapevamo che era il cambiamento che la città cercava. Pochi giorni fa avevamo fatto un incontro con i vari candidati e l'energia che ho sentito era quella giusta. Come ci siamo promessi ci vedremo prestissimo.
Franco a Spinea ha la forza di chi in questi anni da osservatore all’opposizione ha studiato i principali temi della città, pronto con le sue liste a rinnovare il governo della città.
Continuiamo a costruire relazioni che producono cambiamento. Un grazie a tutti e tutte voi, noi rimaniamo a disposizione.
Edoardo Gaffeo a Rovigo, Mirella Balliana a Vittorio Veneto, Cristiano Eberle a Schio, Chiara Buson a Rubano, Roberto Campagnolo a Bassano del Grappa, Franco Bevilacqua a Spinea e Antonio Bertoncello a Portogruaro.
Domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15 avremo l'opportunità di votarli al ballottaggio per dare ai Comuni una guida come si deve.
Sono settimane che girando i Comuni al voto incontro persone che si sono messe in prima linea per cambiare i propri territori e le città. Una cosa che mi emoziona sempre, che mi fa pensare che la rete che stiamo costruendo è di vero valore.
Andiamo domenica tutte e tutti a votare e fate girare questo messaggio a chiunque possa farlo.
Un grande in bocca al lupo a noi.
Satnam Singh è l’ennesima vittima del lavoro e di quel modello di impresa che mette il profitto davanti a tutto, anche alla vita dei lavoratori. Singh è morto alla vigilia della Giornata Mondiale del Rifugiato, ricordandoci ancora una volta dell’Italia parallela, degli invisibili senza diritti che esistono solo quando devono essere sfruttati dai caporali.
La giustizia farà il suo corso e chiarirà le responsabilità di chi non l’ha voluto soccorrere, di chi l’ha voluto nascondere. La politica però oggi deve interrogarsi e cercare delle risposte a come sia possibile che nel nostro Paese ci siano ancora delle persone che dalla mattina alla sera lavorano i campi, e hanno un ruolo fondamentale nel comparto agricolo, che non hanno un salario e una casa dignitosi né l’accesso ai diritti basilari come la sanità.
Decenni di norme fallimentari sul diritto di asilo hanno prodotto solo invisibilità, criminalizzazione, sfruttamento. L'immigrazione non può diventare un fenomeno catastrofico che porta alle morti in mare, alle torture nei CPR, agli omicidi e alle morti sul lavoro. Dobbiamo credere e lavorare per un sistema di accoglienza diverso.
Il lavoro, in ogni sua forma, deve essere la nostra priorità, perché non possiamo pensare che in Italia in molti comparti ci siano ancora classi predominanti: chi lavora per uno o due euro all’ora e chi incassa tutto il guadagno senza dare alcuna tutela ai suoi dipendenti.
Oggi, intanto, sia anche il giorno del cordoglio per l’ennesima vittima del lavoro, che in Italia continua a essere una strage quotidiana.
In Veneto non c’è un reale piano di investimento sulla gestione delle emergenze sanitarie. Devono farci riflettere anche i recenti casi di cronaca, come quello che ha purtroppo riguardato una bambina di soli 18 mesi del Lido di Venezia e che ha provocato una reazione preoccupata dei cittadini che si sono attivati per denunciare l'abbandono da parte delle istituzioni, prima di tutto quella regionale, con servizi sanitari e di emergenza sempre più "lontani" dai bisogni dei cittadini.
Per questo, insieme alle colleghe e ai colleghi Lorenzoni, Baldin, Camani, Luisetto, Zottis, Bigon, Zanoni e Guarda, ho voluto presentare una interrogazione per chiedere alla Giunta come intenda intervenire per migliorare i servizi sanitari e di emergenza nelle isole veneziane.
Negli anni ho cercato di tenere alta l’attenzione della Giunta sul tema della crescente difficoltà della Regione di affrontare le carenze, oramai strutturali, dei servizi di urgenza ed emergenza medica in Veneto. I problemi sono tanti, a partire dall'incapacità di "attrarre" nuovo personale arrivando ad esternalizzare sempre di più i servizi, come nel caso, evitato in extremis grazie ad una mobilitazione sindacale, del personale sanitario coinvolto nel SUEM a Camposampiero.
L'emblema dell'incapacità della Giunta regionale ad affrontare i problemi è il fenomeno dei cosiddetti "medici a gettone" nei Pronti Soccorso. Che la Giunta ha prima contribuito ad alimentare, creando disparità e malumori rispetto al personale strutturato, e adesso sta tentando con fatica di arginare.
Come abbiamo sempre fatto notare, la sanità è la priorità dei cittadini e lo dimostrano le numerose e partecipate manifestazioni dal basso organizzate in questi anni da Comitati e cittadini. Per questo sono certa che la popolazione veneziana parteciperà numerosa anche alla manifestazione che si terrà al Lido domenica 23 giugno alle 10.
Covesap - Coordinamento Veneto Sanità Pubblica Movimento per la difesa della Sanità Pubblica Veneziana
Dopo ogni naufragio diciamo sempre tutti “mai più” ma puntualmente dopo lo sdegno e la rabbia il Mediterraneo si porta via altre vite nell’indifferenza generale. È successo di nuovo ieri con oltre 50 persone migranti disperse mentre altre dieci sono morte su una barca soccorsa dalla ONG Resqship.
Negli ultimi 20 anni si sono susseguiti Governi di ogni colore politico ma nessuno ha mai seriamente lavorato per delle norme sull’accoglienza e le migrazioni che fossero umane, sicure e sostenibili, né in Italia né in Europa. È questa la sfida del decennio, sapere gestire i movimenti di chi in Europa vuole stabilirsi o è costretto a farlo.
Secondo la Banca mondiale, entro il 2050 i migranti ambientali potrebbero arrivare a 220 milioni di persone. Avremmo dovuto capire da tempo che la migrazione è un fenomeno strutturale.
Per questo dicevamo che le recenti elezioni europee erano decisive. Perché oltre ai poteri degli Stati è dall'Europa che dovrebbe partire una riforma seria dei trattati sull’accoglienza. Perché “mai più” non deve essere uno slogan o una frase fatta, ma una speranza ed un imperativo politico.
In Italia ci sono tremila industrie che producono e lavorano la canapa che danno impiego a trentamila persone e fatturano 500 milioni di euro all’anno. Ora rischiano di chiudere tutte per colpa di un emendamento che il Governo ha proposto al DDL Sicurezza, che non ha nessuna base scientifica ed è completamente irrazionale.
Ho presentato, insieme alla collega Guarda, una risoluzione in Consiglio regionale per impegnare la Giunta a chiedere al Governo un ripensamento sull’emendamento presentato, che obbligherebbe le aziende del territorio a chiudere per sempre. Nella risoluzione abbiamo ricordato che in Veneto dal 2019 esiste una legge che tutela, sostiene e promuove la coltivazione e la filiera della canapa e che già nel 2021 il Consiglio si era impegnato all’unanimità a sostenere il settore.
A scapito di quanto dice il Governo non stiamo parlando semplicemente di cannabis light ma di un settore che da anni va avanti nonostante la costante criminalizzazione e che produce in ogni settore, dalla bioedilizia all’oggettistica ma anche nella cosmesi e nell’agroalimentare.
Come ricordano due importanti sentenze della Corte europea di Giustizia e del TAR del Lazio il legislatore nel tutelare l’interesse pubblico deve basarsi su dati scientifici certi ed evitare il sensazionalismo, il contrario di quello che sta facendo il Governo.
Oggi intervengo su 'Il Mattino' con un commento sull'esito delle elezioni europee e amministrative.
Perché se le guardiamo bene ci indicano la strada per costruire un'alternativa valida in Veneto, e non solo, dove i movimenti civici giocano un ruolo fondamentale dentro un campo progressista che sa parlare di temi concreti ed essere credibile.
Questa mattina ero a Venezia insieme all’Associazione Famiglie Arcobaleno e Francesca Benciolini Comune di Padova al sit-in in vista dell’inizio delle udienze di appello per la trascrizione degli atti di nascita delle loro figlie e figli.
Ancora una volta le famiglie arcobaleno sono in tribunale perché il Governo, nonostante la sentenza del Tribunale di Padova che dava ragione alle mamme, ha voluto fare ricorso portando avanti questa battaglia puramente ideologica che colpisce solo le famiglie.
Sin dal primo giorno ho sostenuto le famiglie e di recente ho depositato una risoluzione in Consiglio per chiedere che la Giunta si attivi presso il Governo per avere finalmente una legge nazionale sul tema. Perché non possiamo lasciare da soli i sindaci senza una legge e continuare a chiedere loro di fare scelte politiche contro le quali il Governo si scaglia. In attesa delle sentenze continuiamo a chiedere con forza che si esprima il Parlamento.
L’unico modo per realizzare un’Unione europea che unisce giustizia sociale ed ambientale, che delega potere ai cittadini, che lavora per la pace e che non impone assurdi vincoli di bilancio agli stati membri è andare a votare oggi e domani.
La disaffezione è indubbiamente tanta e non votare sarebbe la scelta più semplice, delegare, lasciar scegliere a qualcun altro. Ma il nostro voto a queste elezioni può contribuire a creare una Europa senza muri, di accoglienza, di pace e di inclusione. E quindi facciamolo, andiamo a votare, per l’Europa, per noi e per il nostro futuro.
In tanti comuni, anche in Veneto, si voterà per eleggere sindaci e sindache. In queste settimane di campagna elettorale ho conosciuto tanti candidati e candidate validi sul territorio che ogni giorno si impegnano per il loro comune e per la collettività.
Per riprenderci la politica, per ripartire dal basso andiamo a votare. Facciamo sentire la nostra voce.
“Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini. Con la fiducia per le battaglie che abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati e siamo, è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro, del progresso della nostra civiltà!”
40 anni fa Enrico Berlinguer teneva a Padova il suo ultimo comizio e pronunciava una frase che è rimasta nella storia e che ancora oggi ci indica la via giusta di fare politica, tra le persone, con le persone.
Ricordiamo oggi uno degli ultimi grandi politici della prima Repubblica che ancora oggi fanno da faro e da guida per la nostra azione.
Questa sera dalle 18.00 in Piazza della Frutta a Padova, proprio nel luogo del suo ultimo comizio, lo ricorderemo insieme a tante persone che l’hanno amato e conosciuto e a chi ancora oggi a lui si ispira. Vi aspetto.
La sfida per conquistarsi l’elettorato di estrema destra tra la Lega di Vannacci e Fratelli d’Italia porta a dichiarazioni aberranti come quelle dell’Assessora Donazzan che ora ha come bersaglio i matrimoni tra persone di religioni differenti.
L’Assessora dovrebbe ricordarsi del ruolo che ricopre ed evitare uscite come queste, pensando anche alla sua delega alle pari opportunità e all'istruzione.
La religione non c’entra nulla. Quelle di Donazzan sono solo parole di odio che fanno trasparire quale è la sua idea di Europa e con quali pensieri si candida: un’Europa di muri e di sospetto che si contrappone all’Europa di pace e di serena convivenza alla quale tutte e tutti dovremmo ambire.
Oggi ricordiamo il giorno in cui 78 anni fa 25 milioni di italiani, uomini e per la prima volta donne, fecero la loro scelta democratica: quella di una Repubblica antifascista, libera, una e indivisibile.
Da quel giorno nacque la Costituzione che è da faro per tutte e tutti noi. La libertà, l’uguaglianza, il ripudio della guerra e i diritti come il lavoro, la sanità, l’istruzione, la cultura.
78 anni fa gli italiani fecero una scelta lungimirante che ancora oggi ci unisce ed è la base della nostra vita democratica.
Buon 2 giugno a tutte e tutti!
Che bella Padova con tutti i suoi colori e con il suo orgoglio 🌈
Avevo sfidato in aula Luca Zaia lo scorso dicembre.
Leggendo le pagine dei suoi libri di fronte a lui, quella volta all'anno che siede con noi in aula, gli avevo chiesto una cosa semplice: perché scrivere di giovani sui libri se poi per i giovani in Regione non si fa nulla?
E oggi quella sfida è stata colta. Abbiamo discusso finalmente, dopo quasi 4 anni di attesa, la mia proposta di legge quadro per i giovani, assieme a due proposte della maggioranza, compresa la sua.
Cosa succederà ora?
Chiederò siano fatte audizioni di tutte le realtà giovanili e di giovani amministratori con delega alle politiche giovanili nei comuni, perché la legge che spero approveremo sarà la loro e non la nostra.
E come ho detto in aula basta parlare di giovani senza fare nulla di concreto per loro. Nella mia proposta ho trovato 7 milioni di euro l'anno da dedicare alle politiche giovanili.
Perché è troppo facile scrivere pagine di libri, ma non mettere in campo azioni concrete. L'iter è cominciato, ora andiamo avanti per dare a questa regione una legge quadro a tutela delle future generazioni.
L’attacco di Israele a Rafah e addirittura, l’altro giorno, ad un campo profughi definito ‘sicuro’ dallo stesso esercito israeliano dimostra ancora una volta la volontà del governo israeliano di non rispettare le richieste e le risoluzioni della comunità internazionale.
Il nostro appello per un cessate il fuoco immediato, votato anche dal Consiglio Regionale del Veneto, è più urgente che mai, dal momento che gli incessanti bombardamenti e l’assedio di Israele hanno decimato Gaza e lasciato la popolazione civile palestinese alla fame, alla carestia e alle malattie, ostacolando le spedizioni di aiuti umanitari destinati ad alleviare la fame.
Tutto questo, oltre che atroce, si può configurare come una grave violazione del diritto internazionale umanitario. Di fronte a tutto questo non possiamo stare inermi. E per fortuna, in particolare le generazioni più giovani, ci stanno spingendo a ulteriore consapevolezza.
Quanto accade a Rafah ha i connotati di violenza cieca che ha come unico risultato una enorme carneficina. Un modo di agire che non può e non deve entrare a far parte della normalità con la quale gestiamo le controversie internazionali. In Palestina come in nessun’altra parte del mondo.
Mentre Spagna, Norvegia, Irlanda hanno appena riconosciuto lo Stato di Palestina, e sempre più paesi bloccano le forniture di armi ad Israele il Governo italiano tace, scegliendo di fatto da che parte stare.
Dobbiamo, con forza, chiedere il cessate il fuoco in ogni sede perché ogni vita persa è un futuro interrotto, compromesso, e non possiamo continuare a guardare. Così come abbiamo fatto dal Consiglio Regionale del Veneto verso il Governo Italiano e il Parlamento Europeo, tutti dobbiamo spingere con ogni nostra forza per la fine della guerra.
Questa mattina ero a Venezia, davanti al Consiglio regionale, insieme a tante cittadine e cittadini al presidio organizzato dal COVESAP e dai Comitati per la tutela della sanità pubblica per la presentazione degli sportelli sulle liste d’attesa.
Nel frattempo, in Commissione Sanità stiamo discutendo dell’aggiornamento del piano regionale delle liste d’attesa. Con 42.000 cittadini veneti in attesa di una visita e il 6% delle famiglie venete che paga più del 20% del loro reddito per curarsi, il piano che la Giunta presenta in Commissione non è sufficiente.
Sono stati ad esempio tolti i tempi massimi nei quali una persona può stare in galleggiamento, alla faccia del rispetto dei tempi di impegnativa. Oggi ho inviato una proposta di modifica che inserisce nuovamente le tempistiche massime e le riduce a 24 ore come da normativa nazionale.
Tra le mie proposte inoltre ho chiesto che le ULSS monitorino il rispetto della norma nazionale che vieta la chiusura delle aziende di prenotazione perché in Veneto sta accadendo che ai cittadini che cercano di prenotare viene detto di richiamare perché non c'è posto. Ho poi chiesto che la Giunta regolamenti una volta per tutte la possibilità da parte dei cittadini di chiedere il rimborso delle prestazioni effettuate in libera professione a fronte della mancanza del pubblico.
Rimane ancora aperto, e domani chiederò chiarimenti, il tema della modalità con cui noi diamo i dati al Ministero per il monitoraggio dei tempi di attesa. Com'è possibile che i dati ci dicano che i tempi sono rispettati ma i veneti non trovano posto? Serve avere strumenti concreti e reali che ci permettano di monitorare perché è l'unico modo che abbiamo per garantire il diritto alla salute, diritto costituzionale
Un fine settimana di incontri e dibattiti tra Padova e Camponogara, passando per Vittorio Veneto e Casier. Grazie alle tante cittadine e cittadini che hanno partecipato e che hanno portato preziose testimonianze e contributi.
Buon lavoro e in bocca al lupo a Antonio Fusato Sindaco di Camponogara, Mirella Balliana Sindaco e Progetta Casier!
È iniziato ieri in Commissione sanità l’iter per l’approvazione del nuovo Piano regionale di governo delle liste d’attesa. Come ho detto ieri il lavoro che la Giunta sta facendo non è sufficiente, perché siamo in una situazione di emergenza, con più di 40.000 cittadini ancora in lista d’attesa.
Le criticità che ho sollevato ieri, e sulle quali proporrò delle modiche, sono diverse. Prima di tutto resta in vigore il pre-appuntamento, o galleggiamento, ma oltre a questo vengono tolti i tempi massimi di attesa nei quali si può rimanere in lista. Già ora questi limiti non vengono rispettati e i cittadini aspettano un appuntamento anche per mesi, serve quindi lavorare per risolvere il problema, non togliere i sistemi che ci permettono perlomeno di avere un limite massimo di 'galleggiamento'.
Ieri ho avuto la conferma che sentirsi dire dal CUP "non abbiamo posto" non è possibile per il Piano che sarà approvato perché in contrasto con il Piano regionale e anche nazionale. Bene. Ma siccome tutto questo è quotidianità oggi, voglio che siano date garanzie ai cittadini a cui questo diritto è stato violato.
Inoltre, non è ancora ben chiaro come sia possibile che nei dati che la Regione invia al Ministero la performance sulle lista d’attesa è buona, ma nel frattempo i cittadini non riescono a curarsi nei tempi. Anche sul monitoraggio chiederò un approfondimento.
Abbiamo discusso molto poi della circolare del Direttore dell’area Sanità, che non è ancora pubblica, sul rimborso delle visite private dei cittadini che non riescono a rivolgersi al pubblico. Ieri ho avuto conferma che non ci saranno fondi aggiuntivi alle ULSS e quindi non ci sono reali garanzie dei fondi che verranno usati per rimborsare i cittadini.
Insomma, le questioni sono tante, assieme a tutte quelle poste da Covesap - Coordinamento Veneto Sanità Pubblica in una nota che proprio ieri ho ripreso.
Il piano sarà probabilmente al voto settimana prossima. Continuiamo a lavorare per correggere il tiro.
Una serata bellissima quella di ieri.
Con Fabrizio Barca in Piazza Gasparotto LAB+ è stato un sogno che si avvera.
Grazie alle tante persone che sono state con noi, per una bella discussione sul futuro dell'Europa e di come possiamo scegliere di incidere per renderla migliore.
Grazie a chi ha aiutato ad organizzare la serata: Forum Disuguaglianze Diversità Circolo Nadir Il Veneto che vogliamo
Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.
32 anni fa la strage di Capaci che uccise Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. A 32 anni dalle bombe che hanno aperto uno squarcio nella storia del nostro paese resta viva la memoria del coraggio di Falcone e oggi giorno la portiamo avanti.
In questo paese non può esserci spazio per zone d’ombra sulla legalità, nessuna forma di mafia, corruzione, ricatto è accettabile. Tutte e tutti dobbiamo essere cittadini consapevoli e batterci ogni giorno contro le mafie nella memoria di chi ha pagato con la vita la propria determinazione.
Anche oggi, come ogni anno, ricordiamo un magistrato forte e convinto, un uomo che credeva in un’Italia diversa, libera dalla criminalità e da ogni mafia. Nel suo ricordo ci impegniamo ogni giorno per completare il suo lavoro.
Ancora una volta gli effetti della crisi climatica si sono abbattuti sulla nostra Regione, lasciandosi alle spalle danni e distruzione nei nostri comuni. Potevamo evitarlo?
Quello che dobbiamo fare ormai è chiaro. Investire davvero su corretta prevenzione, su interventi di adattamento e su una pianificazione territoriale che non consumi ulteriore suolo. Però questa volta c'è anche altro: parliamo di sistemi di allerta.
Com'è possibile che molti Sindaci abbiano ricevuto un'allerta 'solo' gialla dalla Regione? Pensate ad un piccolo comune che senza un'adeguata previsione mercoledì sera si trova a dover organizzare una squadra di emergenza in poche ore, senza avere davvero i dati corretti per prendere le decisioni.
Ancora una volta i Sindaci hanno dovuto agire in autonomia, a difesa dei cittadini. Potevamo avere conseguenze ancora più gravi. E questo non è più accettabile.
Eventi di questo tipo non sono più straordinari. Dovremmo averlo capito che serve un cambio di passo.
È ora quindi che il consumo di suolo zero smetta di essere uno slogan ma diventi un vero impegno da parte di tutti. Come hanno ribadito diversi studiosi anche in questi giorni non possiamo pensare di poter reagire efficacemente alla crisi climatica se continuiamo a cementificare e rimandiamo il rispetto dei nostri impegni ogni volta più in avanti.
Questa mattina sono stata a Palazzo Bo per incontrare gli studenti che stanno occupando l’ateneo per chiedere l’immediato cessate il fuoco e la fine dell’atroce massacro a danno della popolazione palestinese.
Penso che la politica abbia il compito di ascoltare, in particolare di chi oggi a diversi livelli e in particolare nelle università ci sta mettendo di fronte ad una situazione inaccettabile che chiama ognuno noi a fare la propria parte per una risoluzione del conflitto.
Non credo servano muri contro muri, né aiutino dichiarazioni tranchant. Credo invece che serva mettersi in discussione e in ascolto di tutte le libertà studentesche che hanno diritto a manifestare la propria critica, sempre pensando che si possa trovare una soluzione comune.
Sta nella nostra capacità di creare spazi di dialogo perché sono le persone più giovani oggi che ci stanno indicando, con la loro indignazione, l’urgenza di agire e per questo li ringrazio.
Anche il recepimento di alcuni punti nella mozione votata oggi dal Senato fa parte di questo processo di dialogo e confronto, anche conflittuale, perché sta nella natura dei processi che innovano e ci fanno crescere come comunità. Penso si debba ancora fare tutti e tutte noi tanta strada, pensando prima di tutto alla vita quotidiana dei civili massacrati in questi conflitti.
Alla fine non è andata come speravamo, Mhadi dovrà ritornare in Germania, tra la rabbia e lo sgomento di tutta la comunità locale con la quale ha condiviso gli ultimi anni.
La politica non ha mai avuto il coraggio di riformare seriamente le normative sull'asilo e sull'immigrazione, sia a livello nazionale che comunitario, ed a pagarne le spese sono sempre e soprattutto le persone che scappano e migrano e le comunità che li ospitano. Non possiamo continuare a dirci che l’immigrazione è un problema e chi richiede asilo è un peso. Servono norme capaci di gestire il fenomeno e dare diritti.
Perdiamo un concittadino. Perdiamo un operatore sanitario. E invece avremmo potuto tenerlo con noi.
Niente lieto fine per Madhi, dovrà ritornare in un centro di accoglienza in Germania Il giovane di origine afhana, integrato ormai da 6 anni in Alpago, nonostante la mobilitazione della comunità e dell'opinione pubblica, sarà costretto a ripa...
Una bella assemblea regionale quella di ieri a Rovigo. Un'assemblea tematica che si era data l’obiettivo di raccogliere proposte e azioni condivise sulla sanità dai territori. Dal dibattitto con i tanti ospiti e iscritti posso dire che l’obiettivo è stato centrato.
La sanità pubblica è sotto attacco e ne siamo sempre più consapevoli, basta sentire tutti i problemi comuni alle diverse province del Veneto.
Abbiamo voluto parlare di sanità a Rovigo perché i territori marginali e periferici subiscono maggiormente le difficoltà di accesso alla sanità pubblica, e troppo spesso sono trattati come territori di serie b da chi governa la Regione.
Per questo è stato importante esserci ieri per ascoltare le nostre attiviste ed attivisti e i preziosi contributi di amministratori come Edoardo Gaffeo e Jacopo Rosatelli, i rappresentanti dei comitati, come Pietro Tosarello del Covesap, i nostri portavoce Carlo Cunegato e Vania Trolese e le diverse civiche che abbiamo riunito oltre ad amministratori locali.
Grazie alla bella comunità che siamo con il Veneto che Vogliamo
Abolire il lavoro povero. È da questa richiesta che partiremo sabato 11 maggio per presentare il libro di Alessandro Somma con lo stesso titolo, insieme a Fabrizio Russo e Maurizio Busacca al Forte Marghera all’interno di ‘Indomita’ il festival della Cgil Veneto.
Nel 2022 5.7 milioni di lavoratrici e lavoratori hanno guadagnato l’equivalente mensile di 850 euro netti, altri 2 milioni di dipendenti arrivano ad appena 1.200 euro al mese. Sono dati che, uniti all’inflazione galoppante, non permettono a milioni di italiani di arrivare a fine mese. Nel nostro paese sono tante e tanti a dover scegliere se pagare le bollette o, per esempio, accedere alla sanità.
Tutto questo è inaccettabile per un paese dell’Unione europea e colpisce ancora più che non sia una priorità per chi ci governa. La politica deve tornare a governare i mutamenti che caratterizzano il lavoro e ascoltare le richieste delle lavoratrici e dei lavoratori, sempre meno pagati e sempre più precari.
Di tutto questo parleremo sabato a Marghera, vi aspetto.
Nella nostra Regione c’è una grave carenza di personale sociosanitario (Oss) e questa non sembra essere una priorità per la Giunta, per questo ho presentato una mozione, firmata da tutti i colleghi di minoranza, per sbloccare lo scorrimento delle attuali graduatorie e per garantire la funzionalità dei servizi di assistenza.
Il personale non mancherebbe dato che ad ogni bando di assunzione si candidano molti più operatori di quanti ne vengano poi assunti lasciando di fatto ad ogni selezione centinaia di persone fuori dalle graduatorie. Una situazione che è stata ben spiegata dalla mobilitazione degli operatori e operatrici che ho incontrato a Venezia qualche settimana fa.
È per questo che abbiamo chiesto con una mozione alla Giunta di impegnarsi a sbloccare le graduatorie attuali e di prevedere per il futuro misure che aumentino la dotazione organica del personale.
Chiederò a tutti i consiglieri, anche trasversalmente alle forze politiche, di votare questo impegno perché non possiamo più attendere.
A giugno si voterà per le elezioni europee con le quali decideremo che Europa vogliamo nei prossimi anni. Con Fabrizio Barca e il Forum Disuguaglianze e Diversità abbiamo organizzato una tappa di discussione in Veneto, proprio a Padova, per discutere del libro “Quale Europa. Capire, discutere, scegliere".
L’8 e il 9 giugno con il nostro voto decideremo se vogliamo una Europa divisa e rinchiusa da muri e filo spinato o una Europa sociale, libera e che risponde crisi climatica.
È proprio in questa direzione che il volume che presentiamo ha raccolto il contributo di numerose esperte ed esperti per creare un metro per giudicare – prima e dopo le elezioni – programmi, partiti, candidature ed eletti, una bussola per il monitoraggio civico delle azioni che l’Unione realizzerà nella prossima legislatura.
Sono felice di potervi invitare a discutere del futuro dell’Unione e capire come le scelte dei parlamentari che eleggeremo a giugno influiranno anche sulla nostra Regione.
Ringrazio soprattutto Fabrizio Barca che sarà a Padova con noi, assieme a Giacomo Gabbuti e Lorenzo Zamponi.
Ci vediamo in Piazza Gasparotto il 23 Maggio, ore 19.