Dott.ssa Denise Spalice - Psicologa

Adesso è forse il tempo della cura.
Dell’aver cura di noi, di dire
noi. Un molto largo pronome
in cui tenere insieme i vivi,
tutti: quelli che hanno occhi, quelli
che hanno ali, quelli con le radici
e con le foglie, quelli dentro i mari,
e poi tutta l’acqua, averla cara, e l’aria
e più di tutto lei, la feconda,
la misteriosa terra. È lì che finiremo.
Ci impasteremo insieme a tutti quelli
che sono stati prima. Terra saremo.
Guarda lì dove dialoga col cielo
con che sapienza e cura cresce un bosco.
Si può pensare che forse c’è mancanza
di cura lì dove viene esclusa
l’energia femminile dell’umano.
Per quella energia sacrificata,
nella donna e nell’uomo, il mondo
forse s’è sgraziato, l’animale
che siamo s’è tolto un bene grande.
Chi siamo noi? Apriamo gli occhi.
Ogni millimetro di cosmo pare
centro del cosmo, tanto è ben fatto
tanto è prodigioso.

Chi siamo noi, ti chiedo, umane e
umani? Perché pensiamo d’essere
meglio di tutti gli altri? Senza api
o lombrichi la vita non si tiene
ma senza noi, adesso lo sappiamo,
tutto procede. Pensa la primavera scorsa,
son bastati tre mesi – il cielo, gli animali
nelle nostre città, la luce, tutto pareva
ridere di noi. Come liberato
dall’animale strano che siamo, arrivato
da poco, feroce come nessuno.
Teniamo prigionieri milioni e milioni
di viventi e li maltrattiamo.
Poi ce li mangiamo, poveri malati
che a volte non sanno stare in piedi
tanto li abbiamo tirati su deformi –
per un di più di petto, per più latte.
Chi siamo noi ti chiedo ancora.
Intelligenze, sì, pensiero, quelli con le
parole. Ma non vedi come non promettiamo
durata? Come da soli ci spingiamo fuori
dalla vita. Come logoriamo lo splendore
di questo tiepido luogo, infettando
tutto e intanto confliggiamo fra di noi.
Consideriamo il dolore degli altri
e delle altre specie.
E la disarmonia che quasi ovunque portiamo.
Forse imparare dall’humus l’umiltà. Non è
un inchino. È sentirsi terra sulla nobile terra
impastati di lei. Di lei devoti ardenti innamorati.

Dovremmo innamorarci, credo. Sì.
Di ciò che è vivo intorno. E in primo luogo
vederlo. Non esser concentrati
solo su noi. Il meglio nostro di specie
sta davanti, non nel passato. L’età
dell’oro è un ricordo che viene
dal futuro. Diventeremo cosa? È una
grande avventura, di spirito, di carne,
di pensiero, un’ascesa ci aspetta.
Eravamo pelo musi e code.
Diventeremo cosa?
Diremo io o noi? E quanto grande il noi
quanto popolato? Che delicata mano
ci vuole ora, e che passo leggero, e mente
acuta, pensiero spalancato al bene. Studiamo.
Impariamo dal fiore, dall’albero piantato,
da chi vola. Hanno una grazia che noi
dimentichiamo. Cura d’ogni cosa,
non solo dell’umano. Tutto ci tiene in vita.
Tutto fa di noi quello che siamo.

(Mariangela Gualtieri – “Adesso”)

Liberati… libera il tuo dolore,
fallo vibrare nell’aria
in un giorno assolato e caldo pieno di bellezza
ma non disperare di non essere felice e tranquilla
come tutti vorrebbero che fossi,
fai emergere tutto il male che hai dentro
senza filtri e senza timori.
DESIDERO far pace con me stessa,
NONOSTANTE la perenne lotta dentro di me,
DESIDERO amarmi,
NONOSTANTE la mia critica severa
DESIDERO trovare il mio posto,
NONOSTANTE penso non ci sia davvero uno spazio per me
DESIDERO accogliere tutte le mie sfumature
anche quelle più scabrose,
NONOSTANTE temo che le mie versioni peggiori possano esplodere
dirompere come un fiume in piena
senza alcun controllo
ma per un attimo il tempo si ferma
in quella casa accogliente e silenziosa
mentre il mondo fuori continua a girare
e le persone proseguono le loro attività
noi protette raccogliamo le nostre emozioni e le nostre lacrime
in un abbraccio delicato
proviamo a curare noi stesse
in una vicinanza mai percepita prima.

senso di gratitudine
voglia di riparare
desiderio di perdonare.

La nascita di un figlio porta con sé cambiamenti profondi ed importanti, che potrebbero mettere in discussione la coppia genitoriale.

Nel mio articolo, pubblicato sul sito elpsenzah, discuto sul come affrontare tale cambiamento e imparare a costruire giorno dopo giorno la propria famiglia a partire dalla coppia.

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Il nostro più grande valore è l'unicità del nostro essere.

Siamo tutti diversi ed è ciò che ci rende autentici.

Ognuno di noi percorre un sentiero ed ha una storia personale. Confrontarla con le vite e le esperienze degli altri, può risultare poco funzionale, in quanto le condizioni, le scelte e i comportamenti non sono mai uguali.

Bisogna apprezzare la propria diversità, tutto ciò che siamo e che portiamo dentro.

La vera bellezza sta nelle differenze.

Il proverbio dice: la speranza è l'ultima a morire.

Ieri finalmente sono riuscita a fare la prima dose del vaccino, ma voglio raccontarvi la mia esperienza.

Il nostro Ordine regionale ha dato la possibilità, a tutti gli iscritti, di aderire al piano vaccinale come personale socio-sanitario (Gennaio 2021).
Le vaccinazioni per gli psicologi sono partite a Febbraio, per quanto riguarda le ASL Napoli 2 e 3, e a Marzo ASL Napoli 1.
Mi arriva sms per la prima convocazione, ma purtroppo, quel giorno, ero impossibilitata ad andare. Mi reco nei giorni successivi presso il punto vaccinale, chiedendo preoccupata, alle guardie giurate all' ingresso, informazioni. Mi tranquillizzano, spiegandomi che le convocazioni sono 3 e che sarei stata ricontattata dopo 15 giorni. Aspetto, ma non mi arriva nessun messaggio. Accompagno mia nonna per la seconda dose e riuscendo ad accedere e a chiedere all'accettazione, mi viene spiegato che sono presente in piattaforma e che probabilmente non verrò richiamata. Ovviamente questa notizia mi sorprende e mi innervosisce, non riuscendo a capire in che modo posso essere stata eliminata dalla piattaforma, essendo già stata convocata. Nel contempo mi sento persa, perché non so a chi chiedere spiegazioni ed aiuto. Chiamo l' ordine degli psicologi della Campania, ma loro mi dicono che hanno inserito tutti e che l'elenco è stato inviato alla regione, mando un email di sollecito all ASL Napoli 1 e faccio una segnalazione sulla piattaforma di adesione vaccini. Dopo tutti questi tentativi sono stata riconvocata senza sapere quale tentativo sia andato a buon fine.
Mi sono sentita davvero spaesata ed impotente, ma ho cercato di non arrendermi e trovare una soluzione. Non bisogna mai arrendersi! Specialmente quando si è in pieno diritto! Per quanto riguarda la vaccinazione, non vi nascondo momenti di intensa preoccupazione ed agitazione per tutte le informazioni divulgate sui vari vaccini, ma ho sempre pensato che sia l'unica via per combattere questo covid-19. E voi che ne pensate ? 💬

Ognuno di noi porta con sé delle ferite importanti, dei colpi di martello che hanno segnato in modo indelebile il nostro cuore.
Ma sta a noi decidere in che modo utilizzare il dolore.
Possiamo farci travolgere da esso e subirlo passivamente, oppure trasformarlo in una risorsa, in un insegnamento per diventare più forti; Convertirlo in una esperienza significativa che rende la nostra storia ancor più unica ed irripetibile, come un'opera d'arte.

Prendersi cura di sé è molto difficile, eppure quando si comincia a farlo a goderne non sei solo tu, ma anche chi ti sta attorno.

Magari sai occuparti benissimo della tua famiglia, del tuo lavoro, ma ti manca la capacità di aver cura di te stesso.

Inizia a fermarti e a ascolta i tuoi bisogni e ciò che oggi ti sembrerà complicato da mettere in pratica, non tarderà a diventare più semplice e di grande beneficio.

Nel post ti suggerisco alcune idee pratiche da applicare nella vita di tutti i giorni.

Oggi è la Giornata Mondiale della consapevolezza dell’Autismo istituita nel 2007 dall'assemblea generale dell'ONU.
La ricorrenza richiama l’attenzione di tutti I diritti delle persone nello spettro autistico.

I disturbi dello spettro autistico appartengono alla categoria dei disturbi del neurosviluppo e sono caratterizzati da una compromissione nelle aree dell’interazione sociale in piu contesti, della comunicazione e da modelli ripetitivi e stereotipati di comportamento, interessi e attività.

L'esordio avviene nella prima infanzia e presenta diversi livelli di gravità.
Una forma lieve di autismo è la sindrome di Asperger.

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Quando i genitori si separano, inevitabilmente i figli sperimentano sentimenti forti e contrastanti come dolore, rabbia, senso di impotenza, e di colpa assimilabili a quelli sperimentati dopo una perdita.

Affinché i bambini e i ragazzi ci riescano è fondamentale che i genitori restino collaborativi, pensando a tutelare prima di tutto il benessere dei figli, ma ad oggi le separazioni “pacifiche” purtroppo sono davvero poche.

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