Museogiocando

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A Piticchio di Arcevia (Ancona) Museo di 800 metri quadri dedicati a: giocattoli d'epoca, modelli st

14/06/2024

Picnic di fine anni '50 con Fiat 1100.

07/06/2024

Questa enorme locomotiva giocattolo, lunga più di 60 centimetri, appartenente alla categoria tipicamente americana dei cosiddetti “Hill Climber” (arrampicatori), dotati di pesanti e robustissimi motori a frizione.
Come potrete leggere nella scheda dedicata ai fabbricanti, questi giocattoli hanno avuto una storia molto travagliata, passando per tre diverse ragioni sociali: dal 1898 al 1909 D. P. Clark & Co e quindi Dayton Friction Toy Works oppure Schieble toy & Novelty. Sovente si tratta proprio del medesimo articolo, che nasce Clark e poi continua ad essere prodotto da una delle altre due aziende.
Poiché nella maggior parte dei casi (fino all’incirca agli anni ’20) questi Hill Climber non recano alcun marchio, è praticamente impossibile dar loro una precisa attribuzione. Solo gli esemplari dotati di volano orizzontale sono riconducibili con certezza al marchio Dayton.
La nostra locomotiva, prodotta verosimilmente intorno al 1910 e provvista di motore a frizione con volano verticale, è un modello esistente in molte varianti, con rodiggio (per dirla all’americana) 2-4-0, 2-4-2 oppure 2-6-0, quasi sempre in livrea rossa con filetti dorati e ruote anch’esse color oro.
Si tratta di un oggetto che ha il potere di rimandarci ai primordi dei giocattoli a soggetto ferroviario, quando questi non correvano ancora sulle rotaie ma direttamente sul pavimento. Essendo peraltro gli Hill Climber Train praticamente indistruttibili, ne sono rimasti parecchi in giro, per cui non è troppo difficile reperirne qualcuno, al giorno d’oggi, negli Stati Uniti.

06/06/2024

Questo giocattolo di latta un po’ arrugginito, che rappresenta un autocarro Aec Mammoth, è stato scovato diversi anni fa dal sottoscritto su una bancarella del famoso “mercato dei ladri” di Bombay, in India. Lungo 32 cm, fa parte della vasta produzione della britannica Mettoy, la nuova azienda fondata nel 1933 dall’ebreo tedesco Philip Ullmann dopo che era stato costretto dall’avvento del nazismo a lasciare la Germania e abbandonare la Tippco, la fabbrica di giocattoli di Norimberga da lui rilevata nel 1912.
Forte è infatti la somiglianza di questo camion rispetto agli analoghi prodotti che la Tippco, requisita dal governo di Hi**er, continuerà a commercializzare per tutti gli anni Trenta sotto la guida di Ernst Horn, un ex funzionario della Bing, altra grande azienda tedesca di giocattoli chiusa per via delle leggi razziali.
Se tuttavia la Tippco di Horn, convinto nazista, privilegia la realizzazione di veicoli militari, Ullmann indirizza invece la Mettoy esclusivamente alla riproduzione di automezzi civili, come questo camion articolato con movimento ad orologeria, simile nella concezione a quelli da lui prodotti in precedenza in Germania, ma modellato su un caratteristico prototipo britannico, il Mammoth, introdotto dalla Aec (Associated Equipment Company) nel 1930.
Dopo la seconda guerra mondiale, Ullmann abbandonerà la costruzione di giocattoli di latta e nel 1956 lancerà i modellini pressofusi Corgi Toys.

05/06/2024

Questo giocattolo di latta lungo 16 cm risale ai primordi dell’automobilismo. Si tratta infatti di un articolo prodotto nei primi anni del secolo XX dalla tedesca Bing, la cui immagine compare in un catalogo della ditta pubblicato nel 1904.
Dotato di un meccanismo ad orologeria e di sterzo ad assale rigido, è dipinto a pennello (le prime lamiere litografate appariranno qualche anno più tardi) con le rifiniture applicate sapientemente a mano e rappresenta lo stato dell’arte raggiunto all’epoca dai costruttori di giocattoli meccanici di Norimberga, già famosi in tutto il mondo per la qualità dei loro prodotti.
Il pregio maggiore di questo giocattolo è dato dal fatto che come la maggior parte della produzione Bing riproduce abbastanza fedelmente un prototipo reale, in questo caso una De Dion-Bouton modello Populaire, probabilmente la Type J, dotata di un motore monocilindrico di 700 cm³ da 6 cavalli, costruita dal 1902 al 1907.
E’ la dimostrazione che gli automobili (ancora di genere maschile, assai prima che Gabriele D’Annunzio ne stabilisca la femminilità) entrano in pratica contemporaneamente nel mondo degli adulti e in quello dei bambini.

03/06/2024

Anche in Gran Bretagna, a partire dagli anni ’50 la televisione irrompe nelle case ed inizia a modificare abitudini e stili di vita. Il fenomeno non viene trascurato dalla più popolare marca di automodelli del periodo, la Dinky Toys, che prontamente inserisce nel proprio catalogo le fedeli riproduzioni di alcuni veicoli speciali che la British Broadcasting Corporation (l’arcinota Bbc) impiega per le riprese televisive in esterni.
Uno di questi, contrassegnato dal numero di catalogo 969, è l’Extending Mast Vehicle fedele riproduzione di un furgone Leyland della Bbc attrezzato con un’antenna parabolica estensibile ed orientabile attraverso un sistema di giroscopi azionati elettricamente, in grado di trasmettere agli studi centrali dell’emittente di stato britannica i segnali emessi da una telecamera mobile.
Il modello Dinky, correttamente rifinito nella livrea verde scura dei veicoli della Bbc, è realizzato in lega metallica con ruote in gomma, in corretta scala 1:43. E’ lungo circa 20 cm e riproduce in modo accurato lo speciale automezzo, incluso il traliccio dell’antenna, che grazie ad una manovella posta sul lato sinistro può essere, come al vero, sollevata e allungata.
Rimasto in catalogo dal 1959 al 1974, questo bell’esemplare di Dinky Supertoy (i modelli di maggiori dimensioni fra quelli prodotti dalla casa di Liverpool, i cui numeri di catalogo iniziano per 9), fa parte di una serie che comprende anche il Bbc Mobile Control Van (967) e il Bbc Transmitter Van (968).

02/06/2024

Questo ingegnoso giocattolo meccanico di latta degli anni Trenta, denominato Clown auf Esel, ovvero clown sull’asino, è uno degli articoli di maggior successo fra quelli fabbricati prima della seconda guerra mondiale dalla ditta tedesca Blomer & Schuler.
Caratteristico del piccolo balocco è il meccanismo ad orologeria, simile a quello istallato dalla stessa azienda sul suo celebre elefante Jumbo, che una volta caricato con l’apposita chiavetta in dotazione consente all’asino di trotterellare goffamente, facendo sobbalzare il clown con un effetto assai divertente.
Ciò che rende attraente il Clown auf Esel è anche la ricercata litografia, specialmente nel coloratissimo costume di scena del personaggio. Si tratta insomma di un tipico esempio dell’elevato livello tecnico raggiunto dai giocattolai tedeschi nei primi decenni del Novecento.
Se pienamente funzionante e in buono stato di conservazione, soprattutto riguardo la brillantezza dei colori, può raggiungere quotazioni piuttosto elevate.

02/06/2024

Uno dei plastici di Museogiocando.

31/05/2024

Una parte dei plastici ferroviari di MUSEOGIOCANDO.

29/05/2024

La prima automobile prodotta dalla francese Rochet-Schneider risale al 1895 ed è manifestamente ispirata alle coeve vetturette fabbricate a Mannheim da Karl Benz, nonché alle agili e leggere Peugeot mosse da piccoli motori bicilindrici Daimler.
Nel 1898 vede la luce la prima Rochet-Schneider che in luogo delle sottili ruote ciclistiche bordate in gomma piena adotta ruote più larghe dotate dei nuovi pneumatici brevettati dal britannico Dunlop.
Capace di raggiungere la rispettabile (per l’epoca) velocità massima di 35 kmh, questa vetturetta mossa da un motore monocilindrico con trasmissione a catena, caratterizzata da una notevole semplicità costruttiva, conquista in breve il mercato grazie alla sua robustezza. E’ talmente affidabile che il giornalista di una rivista motoristica la definisce “monotona”!
Rapidamente, gli ordini si moltiplicano e a tutto il 1901 ne vengono venduti più di 400 esemplari, ponendo le basi del vertiginoso successo del marchio lionese, che nel giro di un decennio diventa uno dei maggiori dieci produttori mondiali di automobili.

29/05/2024

La francese Rami (Retrospective Automobile Miniature) è fra le prime aziende a specializzarsi, all’inizio degli anni Sessanta, nella riproduzione in miniatura di auto d'epoca. Marcel Malartre, uno dei tre soci fondatori della ditta, è un appassionato restauratore di vetture antiche e questo modellino in scala 1/43 riproduce la prima veterana da lui salvata, una Rochet Schneider del 1898.
Introdotto nel gennaio del 1960 con il numero 9, il modellino è composto da 20 pezzi diversi e colpisce per la sua colorazione in un brillante giallo-arancio. Malgrado sia presentato come un vis-a-vis, mostra entrambi i sedili orientati nel senso di marcia, ma non si tratta di un errore: nel veicolo originale, l’orientamento del sedile anteriore può infatti essere cambiato, grazie a un pratico sistema che consente di spostarne lo schienale. Al pari della vettura reale, il modellino mostra le pedane ribaltabili sulle quali i passeggeri del sedile anteriore possono appoggiare i piedi quando dalla disposizione contrapposta si passa a quella fronte marcia.

24/05/2024

Questo bel modellino in scala 1:24 di un camion americano Kenworth W900A con semirimorchio per il trasporto di automobili è stato ricavato assemblando un kit in plastica della statunitense Monogram.
Una volta m***ato, il modellino risulta lungo 62 cm, sufficienti a suggerire l’imponenza del veicolo originale, un “Conventional”, cioè a cofano lungo, costruito con estetica praticamente immutata per quasi trent’anni, a partire dal 1956.
Quasi tutti i camion pesanti che circolano negli Stati Uniti sono in conformazione trattore per semirimorchio, con doppio asse posteriore. Anche la stragrande maggioranza dei Kenworth W900A rientra in questa tipologia. L’esemplare riprodotto nella dettagliatissima scatola di m***aggio è del 1975, allorché è considerato il re delle strade dell’America del Nord, e m***a il caratteristico “sleeper”, il vano cuccetta agganciato posteriormente alla cabina.

24/05/2024

Questo modellino in scala 1/43 della francese Solido riproduce la 246 SP, la prima Ferrari Sport a motore posteriore (di 2400 cc) vincitrice della Targa Florio del 1962 con l’equipaggio Olivier Gendebien – Wolfgang von Trips.
Il modellino, realizzato in pressofusione di lega metallica, fa parte della famosa Serie 100 (reca infatti il numero di catalogo 129), è lungo circa 9 cm e risulta ben rifinito per la sua epoca (è stato prodotto dal 1964 al 1969, prima con le classiche ruote a disco e poi a raggi). Come tutta la produzione Solido della stessa serie, è assai ricercato dai collezionisti di modelli obsoleti.

23/05/2024

Questo modellino della Isotta Fraschini 8A del 1925 è il risultato dell’assemblaggio di un kit in plastica della Aviomodelli di Cremona, una delle primissime aziende italiane a cimentarsi in questo campo, all’inizio degli anni Sessanta.
Lungo 185 mm, il modellino è in scala 1/32 e pur nella sua essenzialità riproduce fedelmente le poderose linee della vettura originale, dotata di un propulsore ad otto cilindri in linea di 7370 cm³, con albero motore a nove supporti di banco e valvole in testa comandate ad aste e bilancieri della potenza di 115 cavalli.
Come era costume all’epoca, il costruttore offriva il telaio n**o e il motore. Erano poi i più prestigiosi carrozzieri europei ed americani a completare la vettura secondo le richieste dei facoltosissimi clienti, fra cui si annoveravano regnanti, magnati della finanza e divi di Hollywood.
Il prototipo riprodotto nel modellino è una Isotta Fraschini 8A torpedo allestita dalla carrozzeria Sala nel 1924.

22/05/2024

Questo modellino che rappresenta una autocisterna è tutto ciò che resta di una ricca confezione della serie Autocostruzioni, varata nel 1946 dalla torinese Mercury.
Era il set numero 51, il più completo, che comprendeva due chassis identici, dotati di assali già m***ati e ruote gommate, sui quali era possibile assemblare quattro diverse “carrozzerie” per ottenere rispettivamente una roadster, una filante berlina, un autocarro a cassone aperto e un’autocisterna (questa, appunto).
Completavano la scatola una roulotte ed una gru a manovella che poteva essere avvitata sul cassone dell’autocarro.
Alcuni pezzi della serie Autocostruzioni sono stati venduti separatamente, fino ai primi anni ’50, ma si differenziano per la rivettatura al posto delle viti di assemblaggio.
E’ sempre arduo cercare di risalire al prototipo reale di un giocattolo di fantasia, e in questo caso di veicoli anfibi, mezzi auto e mezzi camion lo è ancora di più. Si può azzardare, nondineno, una qualche parentela con l’autocarrro Fiat 634N del 1938, nella quale ipotesi ci troveremmo di fronte a un modellino in scala 1:55 circa.

03/05/2024

Sul plastico "Anni '50" di Museogiocando è arrivata la gru a ponte della Wiad. E' da ragazzino che me la sognavo.

24/09/2023

Appena rientrati da un bel giro negli Stati Uniti, con tanti nuovi giocattoli americani.

28/08/2023

Comunicato di servizio.

28/08/2023
12/08/2023

Sul plastico D di Museogiocando è arrivato il Fiat 690 N1 in versione Millepiedi.

04/07/2023

Tra gli abitanti di Piticchio (dove ha sede Museogiocando) e quelli del vicino paese di Montefortino esiste una forte rivalità. “Quando voialtri di Piticchio stavate ancora sugli alberi – dicono quelli di Montefortino – noi avevamo la necropoli celtica”. Vero: dalle loro parti, nel 1891, fu trovata la tomba della cosiddetta Regina di Montefortino, una donna molto alta, seppellita con una corona d’oro sul capo e altre due sul petto. “Noi – aggiungono quelli di Montefortino – avevamo già l’insediamento paleolitico di Conelle”. Vero anche questo: sempre nei paraggi è venuto alla luce un villaggio fortificato risalente al 3.000 avanti Cristo.
Ok: quindi, nella ipotetica stazione ferroviaria di Montefortino, riprodotta in scala 1:87 su uno dei plastici di Museogiocando, abbiamo messo ad aspettare il treno i personaggi che riteniamo più appropriati al contesto storico locale.

14/06/2023

Ohne mich!

12/06/2023

Abbiamo messo su le insegne, quindi non avete più scuse: se passate di qui non potrete fare a meno di notarci...

22/05/2023

Piticchio di Arcevia, il paesino delle Marche dove ha sede Museogiocando, è obiettivamente un gran bel posto, ma per attirare un maggior numero di turisti avrebbe bisogno di un campeggio.
Noi ci siamo permessi di aggiuncercene uno, situato ai margini di un uliveto secolare, non lontano dalle mura del borgo fortificato...

21/05/2023

Anche il plastico di Piticchio adesso ha il suo sfondo definitivo. Ci sono treni parcheggiati in piena linea perché nella stazione retrostante è in corso il m***aggio dei pali della linea aerea.

19/05/2023

Finalmente è arrivata l'insegna. Per ra la mettiamo al sicuro, poi penseremo a trovare il modo di m***arla sul muro accanto all'ingresso.

16/05/2023

Bella giornata al camping Piticchio (plastico F di Museogiocando).

07/04/2023

Buona Pasqua a tutti!

Museogiocando

MUSEOGIOCANDO vuole assomigliare alla caverna dei nipotini di Alì Babà, nella quale sia possibile non solo ritrovare quegli stessi balocchi che un tempo avevamo, e recuperare così la magia della nostra infanzia, ma anche incontrare gli altri trastulli che hanno fatto la gioia di tutti gli umani che hanno avuto la fortuna di essere bambini, in ogni tempo e in ogni luogo.
Abbiamo avuto l'ardire di immaginare non un museo tradizionale, statico e silenzioso, dove i reperti rimangano preclusi ed immobili, bensì uno spazio in cui buona parte del materiale esposto funzioni realmente (o virtualmente, in una ricostruzione digitale) e i vecchi giocattoli tornino ad essere concreti strumenti del gioco per il quale erano stati concepiti. Un ambiente in cui non solo si vedano ancora correre i trenini e le automobiline che erano familiari a noi, ai nostri padri o ai nostri nonni, ma dove sia consentito di tornare a giocarci, proprio come quando noi e loro eravamo bambini.
Nei suoi circa 800 metri quadri di superficie, MUSEOGIOCANDO ospita gli oltre 4.500 pezzi della collezione accumulata dal sottoscritto, frutto della passione per il modellismo e di svariate decadi di ricerche in varie parti del mondo, a margine della mia attività di corrispondente dell'agenzia ANSA.
Gli oggetti esposti a MUSEOGIOCANDO appartengono a diverse tipologie: giocattoli d'epoca (circa 500), modelli statici di auto e treni (circa 4.000), diorami (cinque) e ferrovie in miniatura (sette grandi plastici).
Ciascun pezzo esposto è accompagnato da una esauriente documentazione (testuale, iconografica ed eventualmente filmica) relativa all'oggetto stesso, a chi lo ha realizzato, a quale prototipo reale è ispirato e al contesto in cui è stato originato. Per approfondimenti, anche a carattere didattico, è possibile attingere al materiale cartaceo custodito nella biblioteca, dove trovano acconcia sistemazione centinaia di libri sui giocattoli e la storia dei trasporti, nonché migliaia di riviste e cataloghi.
Tutto il materiale di documentazione, con le immagini di tutti i pezzi della collezione, viene progressivamente riversato in questo sito internet, destinato a fungere da interfaccia virtuale e promozionale della struttura di MUSEOGIOCANDO, dove ai visitatori basterà digitare il codice di un oggetto esposto, per esempio il modellino di una automobile o di una locomotiva, per visionare sullo schermo del proprio smartphone (o su uno dei display distribuiti nelle sale) tutte le informazioni riguardanti quel giocattolo, il suo prototipo reale e le ditte che li hanno rispettivamente costruiti.
Un'avvertenza: se questo sito vi sembra esorbitante di parole, è perché l'estensore ha fatto il giornalista per 40 anni e ritiene che la parola scritta sia tuttora il mezzo più indicato per trasmettere informazioni. Chi la pensa diversamente potrà comunque limitarsi a guardare le figure.
MUSEOGIOCANDO consta di tre distinte aree espositive: una per i giocattoli di più remota origine, vale a dire i soldatini e le bambole, nonché per i primi giocattoli prodotti industrialmente; una seconda dedicata alle ferrovie in miniatura e a determinate tipologie di giocattoli d'epoca e una terza sala, al piano inferiore dell'edificio, che racconta la storia dei veicoli stradali attraverso migliaia di modellini. In più è già operativo il grande laboratorio, dove si terranno corsi di modellismo e si rinverdirà l'antica arte di fabbricarsi da soli gli strumenti del gioco.
Dei sette plastici ferroviari che coprono complessivamente una superficie di 50 metri quadri, realizzati in varie scale e tutti funzionanti (tranne il primo, riservato ai trenini a molla dei nostri bisnonni) sei sono "storici", ovvero relativi ad altrettanti periodi del fermodellismo, dagli inizi del Novecento ai giorni nostri. In più, grandi convogli in scala 1:22 (LGB) corrono su due lati della sala, al di sopra delle ampie vetrine contenenti i giocattoli d'epoca.
Al piano inferiore, con sullo sfondo un enorme affresco di Bruno d'Arcevia, c'è la sala che illustra l'evoluzione dei veicoli stradali, dal carro di Cugnot del 1767 ai giorni nostri, attraverso più di 3.000 modellini in scale che vanno dall'1:160 all'1:8, esposti in una serie di bacheche, in alcuni grandi diorami e in vetrine collocate lungo il ballatoio, destinate alle auto da corsa, agli autoveicoli industriali, ai mezzi agricoli e a quelli militari. Alla base dell'affresco prende inoltre posto una grande pista di slot-cars, dove i visitatori possono cimentarsi a gareggiare.

Videos (show all)

A tutto vapore!
Il clown a testa in giù.
Li'l Abner
Traffico intenso davanti al luna park
Incrocio da brivido fra pullman sul plastico D!

Telephone

Opening Hours

Monday 10:00 - 13:00
16:00 - 20:00
Tuesday 10:00 - 13:00
18:00 - 20:00
Wednesday 10:00 - 13:00
Thursday 10:00 - 13:00
16:00 - 20:00
Friday 10:00 - 13:00
15:00 - 20:00
Saturday 10:00 - 13:00
15:00 - 20:00
Sunday 10:00 - 13:00
15:00 - 20:00