Irene Musolino - NaturopaticaMente
Naturopatia è educazione al benessere mente/corpo. Stile di vita funzionale ai ritmi personali
Prevenzione, alimentazione naturale, puericultura psicosomatica, fitoterapia, integrazione nutraceutica, gestione di ansia e stress, qualità della vita, autostima, consapevolezza, presenza nell'istante.
✨ Serata indimenticabile!
Abbiamo seminato i semi della consapevolezza sulla prevenzione naturale secondo le Sacre Scritture.
"Un corpo sano, un tempio operoso" è un progetto innovativo partito proprio con questa serata.
Abbiamo esplorato insieme il mondo della naturopatia, scoprendo come alimentazione, benessere intestinale e microbiota influenzano il nostro cuore dono del Signore ❤️
Grazie al pubblico meraviglioso per la vostra partecipazione attiva! Un ringraziamento speciale a Emanuela per le stories live che hanno catturato ogni istante e ad Alby per le riprese.
Non perdere il prossimo appuntamento con la multiforme grazia e la prevenzione naturale! Iscriviti ora per rimanere aggiornata/o sui prossimi eventi.
La mia naturopatia 💖
-4 giorni alla presentazione. Hai visto l'evento?
REFLUSSO GASTRICO: LA CAUSA PRINCIPALE?
È ALLERGIA AL SOLFATO.
L'allergia al Ni rappresenta un importante problema sanitario e socio-economico: la sua prevalenza NELLA POPOLAZIONE GENERALE può essere anche uguale o superiore al 30% (20 milioni di italiani).
Oltre alle manifestazioni dermatologiche, i sintomi correlati al Ni nei pazienti sensibili al Ni sono principalmente gastrointestinali, come dolore addominale, gonfiore, diarrea, stitichezza, ulcere orali, nausea, vomito e malattia da reflusso gastroesofageo (GERD).
La MUCOSITE ALLERGICA DA CONTATTO al Ni (ACM) è suggerita come causa di sintomi SIMILI ALLA SINDROME del "colon (intestino, prego) irritabile" (IBS): è un'infiammazione gastrointestinale di basso alimentare da NICHEL.
Il gastroprotettore è inutile.
Cambia dieta.
Cambia l'acqua che bevi e con cui cucini.
Ne riparliamo, insieme alla .ssa Livia Emma al festival di Cesena (21-22 Settembre)
Perché la tua salute vale 😉
REFLUSSO GASTRICO: LA CAUSA PRINCIPALE?
È ALLERGIA AL SOLFATO.
L'allergia al Ni rappresenta un importante problema sanitario e socio-economico: la sua prevalenza NELLA POPOLAZIONE GENERALE può essere anche uguale o superiore al 30% (20 milioni di italiani).
Oltre alle manifestazioni dermatologiche, i sintomi correlati al Ni nei pazienti sensibili al Ni sono principalmente gastrointestinali, come dolore addominale, gonfiore, diarrea, stitichezza, ulcere orali, nausea, vomito e malattia da reflusso gastroesofageo (GERD).
La MUCOSITE ALLERGICA DA CONTATTO al Ni (ACM) è suggerita come causa di sintomi SIMILI ALLA SINDROME del "colon (intestino, prego) irritabile" (IBS): è un'infiammazione gastrointestinale di basso alimentare da NICHEL.
Il gastroprotettore è inutile.
Cambia dieta.
Cambia l'acqua che bevi e con cui cucini.
Ne riparliamo, insieme alla .ssa Livia Emma al festival di Cesena (21-22 Settembre)
Perché la tua salute vale 😉
Dalla ottima Patrizia Gaballo Dietista ❤️
L' EQUILIBRIO GLICEMICO È LA CHIAVE PER PERDERE PESO E MIGLIORARE LA NOSTRA SALUTE!
📍Non esistono formule magiche...diete del momento miracolose...ormai ci si inventa di tutto! Marketing puro per fare credere alle persone che possono ingannare la loro voglia sfrenata di dolci e carboidrati in genere con " PRODOTTI" ( quindi nulla a che fare con ) che ti fanno saziare con gusto.
Un’importante ricerca pubblicata dal *Journal of American Medical Association* e dal *New England Journal of Medicine* nel 2007 ha dimostrato che le diete a basso indice glicemico, ricche di proteine, sono le uniche che funzionano a lungo termine.
Queste diete aiutano a mantenere stabili i livelli di glicemia e insulina, evitando di riprendere il peso perso. L' importante è combinare proteine, grassi sani e carboidrati vegetali ricchi di fibre, riducendo l'assunzione di zuccheri e carboidrati raffinati.
Un semplice trucco? Non mangiare mai i carboidrati da soli!
➡️ Accompagnali sempre con proteine e grassi sani: una mela con qualche noce o un piatto di cereali integrali con pesce e verdure ricche di fibre.
➡️Mangia regolarmente, ogni tre-quattro ore, per mantenere attiva la “fornace metabolica” e sentirti pieno di energia.
Il primo passo? ???Elimina zuccheri e dolcificanti artificiali, e punta su proteine sane, grassi buoni e carboidrati integrali. Non saltare mai la colazione e mantieni un ritmo costante durante la giornata. Il tuo metabolismo ti ringrazierà!
Foto: informazione IA
Dietro il sapore della pasta si nasconde un mondo che pochi conoscono. La furosina è una sostanza che si forma durante la produzione e può influenzare la qualità nutrizionale.
Scopri come scegliere la pasta giusta e gustala in tutta serenità.
Il Narcisista Patologico: Tratti Salienti e Propensione al Tradimento
Il narcisista patologico (ovviamente vale anche al femminile) è caratterizzato da un profondo senso di grandiosità, un bisogno eccessivo di ammirazione e una mancanza di empatia. Questi individui tendono a vedere se stessi come superiori agli altri, a manipolare le situazioni a proprio vantaggio e a sfruttare gli altri per soddisfare i propri bisogni.
Perché il Tradimento?
Il tradimento, per il narcisista, rappresenta un potente strumento di controllo e manipolazione. Ecco perché:
Affermazione del proprio valore: Tradire conferma al narcisista la sua irresistibilità e il suo potere di sedurre. È un modo per alimentare il proprio ego e sentirsi ancora più speciale.
Punizione del partner: Il tradimento può essere visto come una forma di vendetta nei confronti del partner, percepito come colpevole di non fornire l'ammirazione e l'attenzione costante che il narcisista ritiene di meritare.
Distruzione dell'autostima del partner: Il tradimento infligge un duro colpo all'autostima del partner, lasciandolo confuso, ferito e dipendente. Questo permette al narcisista di mantenere il controllo sulla relazione.
Nuove fonti di approvvigionamento: Il narcisista ricerca costantemente nuove fonti di ammirazione e approvazione. Tradire gli permette di espandere il proprio cerchio di ammiratori e di ottenere nuove "vittime".
Il Tradimento come Vampirismo Energetico
Il narcisista può essere paragonato a un vampiro energetico, che si nutre dell'energia vitale degli altri. Il tradimento rappresenta una delle sue armi più potenti per drenare l'energia del partner:
Distruzione della fiducia: Tradire distrugge la fiducia del partner, creando un vuoto emotivo che il narcisista può sfruttare per manipolare e controllare la vittima.
Creazione di dipendenza: La vittima del tradimento spesso si sente confusa e disorientata, cercando disperatamente di riconquistare l'affetto del narcisista. Questa dipendenza fornisce al narcisista un costante flusso di attenzione e conferma.
Sfruttamento del dolore: Il narcisista può trarre piacere dal dolore inflitto al partner, alimentando il proprio ego e sentendosi ancora più potente.
In sintesi
Il tradimento, per il narcisista, è un atto di controllo, manipolazione e sfruttamento. È un modo per affermare il proprio valore, punire il partner, distruggere l'autostima della vittima e ottenere nuove fonti di approvvigionamento energetico.
Cosa fare se si sospetta di essere vittima di un narcisista?
Riconoscere il problema: Il primo passo è comprendere che si sta vivendo una relazione tossica.
Cercare supporto: Parlare con un terapeuta o con persone di fiducia può aiutare a mettere a fuoco la situazione e a elaborare il dolore.
Stabilire dei limiti: È fondamentale stabilire dei limiti chiari con il narcisista, limitando i contatti e proteggendo la propria integrità psicologica.
Lavorare sulla propria autostima: Ricostruire la propria autostima è fondamentale per superare la relazione e riprendere in mano la propria vita.
Avvertenza: Questa è una descrizione generale del narcisismo patologico e del tradimento. Ogni situazione è unica e complessa. Se sospetti di essere vittima di un narcisista, è fondamentale rivolgersi a un professionista per una valutazione accurata e un supporto personalizzato.
Per esperienza personale ho studiato molto l'argomento. Se hai bisogno di approfondire scrivimi. Ti fornirò materiale online molto utile a conoscere gli schemi e imparare a difenderti.
Hai mai provato la sensazione di non essere veramente compreso? Pirandello, nel suo capolavoro "Sei personaggi in cerca d'autore", ci invita a riflettere sulla complessità della comunicazione umana. Scopri come la naturopatia, attraverso l'ascolto profondo, offre una via d'uscita a questo labirinto comunicativo.
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https://www.linkedin.com/pulse/lascolto-profondo-al-cuore-della-naturopatia-un-viaggio-musolino-gryuf
Questo è un post di gratitudine.
La vita mi ha fatto tanti doni. Sono grata per ogni frattura dell'anima, per ogni notte insonne, per ogni lacrima versata, per i pensieri mortiferi, per la sofferenza che mi ha forgiato. Sono profondamente grata.
Ho esperienze che mi hanno svuotato e le benedico!
Si. Le benedico per lo spazio che hanno fatto. Per la voglia di rinascere dalle ceneri. Per il ritorno al mio seme originario. Per la forza intrinseca della vita, che scorre tra i ventricoli del mio cuore. Per la gioia di anime speciali, guerrieri di luce, che il mio FANTASTICO lavoro mi ha fatto incontrare.
Un viaggio di supporto. Conoscenza. Fiducia. Rispetto. Stima. Ammirazione profonda.
Oggi voglio celebrare voi. Sieta la manifestazione che la giustizia esiste. Che le cose belle, accadono. Che DIO è fedele e la gratitudine è un potere divino, è un sentimento che guarisce.
Grazie docs.
Con stima e affetto la vostra naturopata social.
"SOLITUDINIZZARSI"
– Jung: Così è accaduto nei momenti cruciali della mia vita. Ho accettato di lasciarmi trasportare dalla corrente, senza sapere dove mi avrebbe portato. Tentavo di resistere, di oppormi alla forza che mi trascinava, ma ogni volta ero vinto non sapendo dove mi avrebbe condotto. Ho sperimentato quanto sia faticoso opporsi a questa corrente e quanto invece sia benefico affidarvisi senza regole, ho imparato, con gli anni, a lasciarmi portare.
– Sandler: Lei dice, dunque, che dovremmo credere che esista questa forza, e che sia dalla nostra parte, proprio in quei momenti in cui tutto sembra perduto.
– Jung: Non so se dobbiamo crederci. Io stesso non ci credo. Ne sono consapevole, è diverso. So che c’è una forza che sa dove condurci: essa ci porta esattamente là dove dobbiamo realizzare il nostro divenire. Conoscere se stessi è un imperativo noto, ma da molti dimenticato. Divenire se stessi non è solo un imperativo, è il telos della nostra esistenza! Se il significato della vita è che essa ci ha posto un problema, questo problema, è il nostro divenire.
– Sandler: Che dire allora dei nostri progetti, dei nostri piani per il futuro? Dovremo abbandonarli tutti?
– Jung: Non è questo il senso di ciò che intendo dire. Noi possiamo fare le nostre cose, decidere i nostri traguardi, o, come si preferisce, fare il nostro dovere. Resta il fatto, che tutto ciò corrisponde ad un’idea di sé che rappresenta solo quell’immagine dell’Io cosciente alle prese con l’opera del mondo. Al di sotto si svolge tutt’altra storia. Sicché le due vicende possono andare perfettamente d’accordo, ma è molto difficile che ciò accada. Ad un certo punto, il timone con il quale l’Io conduce le sue faccende vorrà sfidare la corrente: così potrebbe entrare in contrasto con il vento o forse il vento stesso potrebbe improvvisamente mutare. Una pianta che debba essere portata alla massima fioritura deve poter crescere nel suo terreno. Il suo terreno è qualcosa di più intimo di quanto potrebbe mai essere ogni progetto autoimposto, di così intimo come solo può essere il nostro Sé. La nevrosi è una frattura con sé, una profonda incrinatura del tempo vissuto. La sua cura consiste nella restituzione e nella riconquista del nostro tempo.
– Sandler: Ma cosa vuol dire riprendersi il tempo?
– Jung: Occorre evitare di pensare che riprendersi il tempo voglia dire dedicarsi all’ozio. L’ozio è un’illusione alimentata da coloro che vogliono prenderci il nostro tempo riempiendolo del loro nulla. In questo senso è la polarità opposta di quella di essere completamente assorbiti dall’Io e dal suo progetto: non c’è alcun equilibrio né in un caso né nell’altro. Dobbiamo svelare la trappola: sono gli altri che ci condannano al loro egoismo se accettiamo il loro tempo. Ed è in primo luogo in famiglia, che ciò può accadere. Non è possibile vivere troppo lungamente nei dintorni infantili senza mettere la propria salute in pericolo. Se venisse un giorno in cui fosse possibile protrarre la permanenza in famiglia sarebbe un giorno infausto. La vita ci chiama in avanti verso l’indipendenza e chiunque non facesse attenzione a questa chiamata, per pigrizia o per timidezza infantile, sarebbe già contagiato dalla nevrosi.
– Sandler: Ciò che lei sostiene è assai convincente, ma resta il fatto che pare anche assai impegnativo e costoso. Qual è il prezzo da pagare per la propria indipendenza?
– Jung: il prezzo da pagare per tutto questo non è altro che la solitudine. Affermare la propri indipendenza, non soggiacere al tempo degli altri e affidarsi alla corrente del divenire, sono tutte operazioni che hanno per oggetto la conoscenza di sé. Conoscere sé, è conoscere la solitudine. Più si avanza nella conoscenza di sé, più si scopre che si è soli. Si riscopre la necessità della solitudine. Vi sono momenti in cui ogni parola mi sembra futile e vana. In quei momenti, non c’è ristoro se non nel silenzio della solitudine che non significa affatto essere soli. Dovrei parlare di “𝐬𝐨𝐥𝐢𝐭𝐮𝐝𝐢𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐬𝐢”, come equivalente dell’individuarsi, di quel divenire Sé di cui stiamo dicendo. Ma preferisco chiamarlo "distacco" e onorarne l'essenza sacra a portata di Scelta.
Discorsi con Jung 🤍
Il prezioso Dr. Gabriele Prinzi
ALZHEIMER E DIABETE DI TIPO 3.
CARENZA DI B1 E ALTERAZIONI CEREBRALI.
Le terapie per il morbo di hanno mostrato, nella maggior parte dei casi, una mancanza di efficacia, suggerendo che dovremmo prendere in considerazione bersagli "alternativi"...
Oltre a placche e ai grovigli e al declino cognitivo, molteplici cambiamenti accompagnano l'AD tra cui infiammazione, stress ossidativo e disregolazione metabolica.
Le anomalie nel metabolismo del glucosio (lo chiamiamo DIABETE DI TIPO 3, ricordalo!), i cambiamenti vascolari e l'infiammazione sono caratteristiche strettamente collegate e comuni dell'Alzheimer.
Ti sei mai chiesto il perchè?
E perchè parliamo di VITAmina B1 ( )?
Gli enzimi dipendenti dalla tiamina difosfato regolano i passaggi chiave nel metabolismo del glucosio nel cervello; questi enzimi sono ridotti significativamente nel sangue e nel cervello dei pazienti con Alzheimer.
E questo spiegherebbe la base delle "anomalie metaboliche".
Infatti, la carenza di tiamina induce infiammazione e alterazioni della vascolarizzazione, e nel cervello si accumulano gli (prodotti finali della glicazione avanzata), proteine tossiche indicative di alterato metabolismo del glucosio e del loro recettore.
Solo questo?
No....
Questo anomalo metabolismo porta a una produzione eccessiva di radicali liberi che danneggiano altre molecole. Non a caso, all'autopsia di un paziente con Alzheimer lo stress ossidativo nel cervello è diffuso, come lo sono le placche e i grovigli.
E' per questo che partendo dagli studi sui diabetici e sulla neuropatia diabetica (causata dalla carenza di Magnesio? Dalla carenza di VITAmina B12? Dagli effetti dannosi di e ?) si sono studiate le forem sintetiche attive della TIAMINA.
Che sono fino a 5 volte PIU' ASSORBIBILI.
E quindi efficaci.
Come la (acquistabile su amazon e google).
La Benfotiamina riduce la patologia in molteplici modelli preclinici di malattia, compresi i modelli animali di Alzheimer (hanno mutazioni genetiche "umane" che la causano).
In un modello murino, il trattamento con Benfotiamina riduce i grovigli, è neuroprotettivo e migliora i deficit comportamentali.
In modelli animali di formazione di placche amiloidi, la Benfotiamina riduce il numero di placche amiloidi e migliora la memoria; in altri modelli animali ripristina la neurogenesi e diminuisce lo stress ossidativo.
Questi risultati suggeriscono che la Benfotiamina può essere terapeuticamente benefica per l' .
Ma anche per il diabete, come dimostrato negli studi condotti per il trattamento della neuropatia periferica nel diabetico.
Ma Se ne prendono microgrammi?
No.
Il dosaggio più studiato nei diabetici è di 300 mg al mattino e alla sera, ma dosaggi fino a 900 mg al giorno non mostrano alcuna significativa tossicità.
Altro che 1, 2 o 4 mg di Tiamina.
Praticamente inutile.
Se non a riempire le tasche di chi spaccia multivitaminici sottodosati.
Fai una cosa: ascolta il mio consiglio, cerca le compresse di benfotiamina su Google (ne troverai parecchie).
E smetti di mangiare 💩💩💩 ultra-raffinata e zuccherata che mantiene vive e vibranti le candide.
Perchè producendo ti fa sentire: stanca, depressa, smemorata, con la nebbia mentale.
Non sia mai che poi non arrivi una diagnosi di
Ascolta la tua pancia, perchè la tua salute vale!
LINK DI APPROFONDIMENTO👇👇👇
1) lavoro originale che ha stimolato questo articolo:
Benfotiamina e declino cognitivo nella malattia di Alzheimer: risultati di uno studio clinico randomizzato di II fase, controllata con placebo.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7880246/
2) Uso di Benfotiamina nei diabetici:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20188835/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18473286/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16936154/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18473286/
MICRONUTRIENTI E SISTEMA IMMUNITARIO - ZINCO.
IL LAVORO IN ARMONIA RAFFORZA IL SISTEMA IMMUNITARIO.
Da quando nasciamo i nostri corpi sono "bombardati" da patogeni il cui unico scopo è vivere e replicarsi in un ambiente caldo, umido e ricco di nutrienti.
Molti patogeni sopravvivono e si moltiplicano infiltrandosi nel nostro corpo, trovando nicchie "nutrizionalmente compatibili" per riprodursi, uscire e diffondersi ad un nuovo ospite.
Per questo ci serve un sistema immunitario funzionante!
E non può funzionare se non gli dai i "giusti nutrienti".
E ha bisogno di più micronutrienti specifici.
Tra questi le vitamine A, D, C, E, B6 e B12, folato, zinco, ferro, rame e selenio, che svolgono ruoli vitali - spesso sinergici - in ogni fase della risposta immunitaria.
Quantità adeguate sono essenziali per garantire il corretto funzionamento delle barriere fisiche e delle cellule immunitarie.
E' il caso dello .
Tutte le cellule soffrono durante la carenza di zinco, ma le cellule del sistema immunitario sono estremamente sensibili e fortemente colpite. Una "maggiore suscettibilità" a un'ampia gamma di agenti infettivi e una minore efficienza nella rimozione dei patogeni sono i risultati della carenza di zinco.
In uno studio ampio, la concentrazione sierica e plasmatica di zinco era significativamente più bassa nei pazienti con malattie autoimmuni (diabete 1, artrite reumatoide, sclerosi multipla e tante altre).
In particolare le malattie legate alla tiroide, come la tiroidite di Hashimoto, spesso si accompagnano a ipozinchemia sierica.
3 consigli:
1) In tutte le patologie autoimmuni, tra i micronutrienti ematici va CERCATA una potenziale carenza di ZINCO
2) basandosi sulle indicazioni nazionali ed internazionali, dovresti valutare una integrazione tra 25 e 40 mg al giorno.
3) non CREDERE al Dott. Prinzi, fai tu le tue ricerche iniziando da qui👇👇👇
- Micronutrienti nelle malattie autoimmuni: possibili benefici terapeutici dello zinco e della vitamina D
https://www.sciencedirect.com/.../pii/S0955286319308332...
- Una revisione dei micronutrienti e del sistema immunitario: lavorare in armonia per ridurre il rischio di infezione
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7019735/
- Implicazioni immunomodulatorie e terapeutiche della vitamina D nella gestione del COVIDDDDDDI (da cui è estrapolata l'immagine)
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8993102
Perchè LA SALUTE del tuo sistema immunitario VALE
MICRONUTRIENTI E SISTEMA IMMUNITARIO - ZINCO.
IL LAVORO IN ARMONIA RAFFORZA IL SISTEMA IMMUNITARIO.
Da quando nasciamo i nostri corpi sono "bombardati" da patogeni il cui unico scopo è vivere e replicarsi in un ambiente caldo, umido e ricco di nutrienti.
Molti patogeni sopravvivono e si moltiplicano infiltrandosi nel nostro corpo, trovando nicchie "nutrizionalmente compatibili" per riprodursi, uscire e diffondersi ad un nuovo ospite.
Per questo ci serve un sistema immunitario funzionante!
E non può funzionare se non gli dai i "giusti nutrienti".
E ha bisogno di più micronutrienti specifici.
Tra questi le vitamine A, D, C, E, B6 e B12, folato, zinco, ferro, rame e selenio, che svolgono ruoli vitali - spesso sinergici - in ogni fase della risposta immunitaria.
Quantità adeguate sono essenziali per garantire il corretto funzionamento delle barriere fisiche e delle cellule immunitarie.
E' il caso dello .
Tutte le cellule soffrono durante la carenza di zinco, ma le cellule del sistema immunitario sono estremamente sensibili e fortemente colpite. Una "maggiore suscettibilità" a un'ampia gamma di agenti infettivi e una minore efficienza nella rimozione dei patogeni sono i risultati della carenza di zinco.
In uno studio ampio, la concentrazione sierica e plasmatica di zinco era significativamente più bassa nei pazienti con malattie autoimmuni (diabete 1, artrite reumatoide, sclerosi multipla e tante altre).
In particolare le malattie legate alla tiroide, come la tiroidite di Hashimoto, spesso si accompagnano a ipozinchemia sierica.
3 consigli:
1) In tutte le patologie autoimmuni, tra i micronutrienti ematici va CERCATA una potenziale carenza di ZINCO
2) basandosi sulle indicazioni nazionali ed internazionali, dovresti valutare una integrazione tra 25 e 40 mg al giorno.
3) non CREDERE al Dott. Prinzi, fai tu le tue ricerche iniziando da qui👇👇👇
- Micronutrienti nelle malattie autoimmuni: possibili benefici terapeutici dello zinco e della vitamina D
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0955286319308332?via%3Dihub
- Una revisione dei micronutrienti e del sistema immunitario: lavorare in armonia per ridurre il rischio di infezione
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7019735/
- Implicazioni immunomodulatorie e terapeutiche della vitamina D nella gestione del COVIDDDDDDI (da cui è estrapolata l'immagine)
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8993102
Perchè LA SALUTE del tuo sistema immunitario VALE
Conosci il Kudzu? Una pianta dalle molteplici proprietà benefiche per il tuo intestino e il tuo benessere generale.
In questo carosello ti racconto tutto quello che c'è da sapere su questa pianta straordinaria.
Scopri come il Kudzu può aiutarti a contrastare disturbi gastro-intestinali e i sintomi della menopausa. Troverai anche qualche consiglio su come usare il Kudzu in cucina, per preparare piatti gustosi e salutari.
Lo conoscevi, lo hai mai usato? Ti aspetto nei commenti!
Dal prof. Pier Luigi Rossi
LA VOLONTA’ e IL SUPERMERCATO.
Il sovrappeso e l’obesità esprimo una carenza di volontà di una persona oppure anche l’industria alimentare, una agricoltura intensiva, la grande distribuzione commerciale sono responsabili?
Certamente la persona ci mette del suo per accumulare eccesso di grasso. Ma il sistema produttivo ed economico ha una sua netta responsabilità.
Si vive in una società obesogena, creatrice di obesità. Dentro di noi c’è troppo supermercato.
La qualità molecolare degli alimenti indica la presenza di nutrienti in un alimento. Questa varia in rapporto alle modalità di coltivazione agraria e di allevamento degli animali. E’ la qualità molecolare degli alimenti a causare l’obesità.
Gran parte degli alimenti processati disponibili nei supermercati e nella alimentazione giornaliera hanno una bassa qualità molecolare. In particolare sono gli alimenti di origine animale ad avere contenuti nutrizionali poco salutari. INQUINAMENTO con ACIDI GRASSI SATURI.
Siamo inquinati da un eccesso di acidi grassi saturi a lunga catena: acido palmitico, acido miristico, acido arachidonico, eccesso di omega 6…Noi introduciamo ad ogni pasto dosi elevate di questi acidi grassi.
Questi grassi vengono assorbiti dall’intestino, passano nel sangue e arrivano ad una struttura nervosa presente nel nostro cervello che si chiama IPOTALAMO. I suoi neuroni controllano tutto il nostro metabolismo, le principali funzioni vitali, la temperatura corporea, il nostro comportamento alimentare. E soprattutto l’ipotalamo governa tutto il grasso corporeo attraverso il sistema nervoso autonomo.
Quando gli acidi grassi saturi a lunga catena per lo più contenuti negli alimenti di origine animale: carne rossa, formaggi, salumi e altri alimenti sono entrati nei neuroni dell’ipotalamo si ha infiammazione ipotalamica.
OBESITÀ e IPOTALAMO
Tutto il sistema di governo del metabolismo, tutta la gestione del grasso corporeo saltano. Si ha l’obesità e il sovrappeso, si hanno valori elevati di trigliceridi e di colesterolo nel sangue. Si alza la pressione arteriosa, il battito cardiaco si accelera e si hanno aritmie cardiache. La temperatura corporea si riduce. La tiroide modifica la sua funzione. Si alza il cortisolo nel sangue.
Per avere e mantenere un sano grasso corporeo, per dimagrire occorre evitare l’infiammazione ipotalamica.
Con le difficoltà economiche di questo periodo molte persone acquistano alimenti a basso prezzi, dove la loro qualità molecolare e’ bassa con conseguenze sulla loro salute. Purtroppo. Un eccesso di carboidrati (alimenti ottenuti con la farina, pasta, prodotti da forno, pizza, biscotti, fette biscottate, merendine, dolci…) nel fegato si trasformano in acido palmitico, acido grasso saturo a lunga catena, responsabile di infiammazione ipotalamica e sistemica.
DIETE A BASSO CONTENUTO DI CARBOIDRATI: ARMA CONTRO IL CANCRO?
Numerosi studi stanno indagando gli effetti delle diete a basso contenuto di carboidrati (low-carb) sulla progressione di vari tipi di cancro. Queste ricerche partono da una considerazione fondamentale: le cellule tumorali hanno un metabolismo glucosio-dipendente, ovvero necessitano di più glucosio rispetto alle cellule sane per sopravvivere e proliferare.
Uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Research ha messo a confronto gli effetti della dieta occidentale classica (caratterizzata da elevata assunzione di carboidrati e bassa assunzione di proteine) con una dieta low-carb in modelli murini e umani di carcinoma. I risultati hanno evidenziato che i tumori tendono a svilupparsi con minore facilità e a crescere più lentamente negli animali che seguivano la dieta low-carb.
Questo perché, riducendo l'apporto di carboidrati, si limita la disponibilità di glucosio per le cellule tumorali, inibendone la proliferazione. Al contrario, una dieta ricca di carboidrati rafforza il metabolismo glucosio-dipendente delle cellule cancerose, favorendone la crescita.
Gli studi in questo ambito sono in continua evoluzione e ancora molto c'è da comprendere. Tuttavia, la mia personale esperienza di 15 anni nel campo della ricerca oncologica mi ha portato a prediligere un approccio nutrizionale low-carb, ritenendolo uno strumento funzionale nella prevenzione e nel supporto terapeutico di diverse patologie neoplastiche.
Ma cosa si intende esattamente per "nutrizione low-carb"? In generale, questo termine identifica quegli approcci alimentari che eliminano gli zuccheri semplici e riducono drasticamente il consumo di carboidrati complessi.
La riduzione dei carboidrati può variare in base a diversi fattori, dando vita a differenti tipologie di diete low-carb:
Approcci meno restrittivi, che abbattono i carboidrati al 35% dell'apporto calorico totale
Approcci più stringenti, con una riduzione dei carboidrati al 20-25%
Diete chetogeniche estreme, con soli il 5% di carboidrati, costringendo l'organismo a un profondo cambiamento metabolico
È importante sottolineare che ciascuna di queste varianti avrà un impatto diverso sul metabolismo, per cui è fondamentale valutare attentamente, con l'aiuto di un professionista esperto in nutrizione, quale approccio low-carb sia più adatto alle nostre esigenze, sia in chiave preventiva che terapeutica.
In un mio precedente video pubblicato su Odeon TV, ho avuto modo di approfondire il concetto di "nutrizione funzionale", di cui la dieta low-carb può essere considerata un validissimo strumento. L'obiettivo della nutrizione funzionale è, infatti, quello di ottimizzare lo stato di salute globale attraverso l'alimentazione, agendo sui meccanismi fisiologici e biochimici dell'organismo.
Le ricerche scientifiche e la mia esperienza personale mi portano quindi a ritenere che le diete a basso contenuto di carboidrati possano rappresentare un'arma importante nella lotta contro il cancro. Certo, molto resta ancora da studiare, ma i risultati finora ottenuti aprono orizzonti decisamente incoraggianti.
NON SEI CONVINTO?
Aspetta che provo a farti cambiare idea...
Uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Research nel 2014 ha confrontato gli effetti di una dieta occidentale standard (con elevato apporto di carboidrati e basso apporto di proteine) e di una dieta low-carb in modelli murini e umani di carcinoma.
I risultati hanno mostrato che nei topi alimentati con la dieta low-carb, i tumori tendevano a svilupparsi con minore facilità e a crescere più lentamente rispetto ai topi sulla dieta occidentale standard.
Questo perché la restrizione dei carboidrati limita la disponibilità di glucosio, principale substrato energetico per le cellule tumorali. Di conseguenza, la proliferazione delle cellule cancerose risulta inibita sulla dieta low-carb.
Un altro studio pubblicato su Nutrition & Metabolism nel 2012 ha valutato gli effetti di una dieta chetogenica (un tipo di dieta low-carb molto restrittiva) in un modello murino di glioblastoma, un aggressivo tumore cerebrale.
I risultati hanno evidenziato che i topi alimentati con la dieta chetogenica mostravano una riduzione significativa della crescita tumorale rispetto ai controlli. Inoltre, la dieta chetogenica migliorava la sopravvivenza degli animali.
Questi risultati suggeriscono che l'induzione di uno stato di chetosi metabolica, attraverso la drastica riduzione dei carboidrati, possa rappresentare una strategia terapeutica promettente per il trattamento di alcuni tipi di cancro.
Infine, uno studio clinico pubblicato su Nutrition & Metabolism nel 2018 ha valutato gli effetti di una dieta low-carb in pazienti con carcinoma prostatico. I risultati hanno mostrato che l'adozione della dieta low-carb era associata a una riduzione dei parametri di progressione tumorale.
DIETE A BASSO CONTENUTO DI CARBOIDRATI: ARMA CONTRO IL CANCRO?
Numerosi studi stanno indagando gli effetti delle diete a basso contenuto di carboidrati (low-carb) sulla progressione di vari tipi di cancro. Queste ricerche partono da una considerazione fondamentale: le cellule tumorali hanno un metabolismo glucosio-dipendente, ovvero necessitano di più glucosio rispetto alle cellule sane per sopravvivere e proliferare.
Uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Research ha messo a confronto gli effetti della dieta occidentale classica (caratterizzata da elevata assunzione di carboidrati e bassa assunzione di proteine) con una dieta low-carb in modelli murini e umani di carcinoma. I risultati hanno evidenziato che i tumori tendono a svilupparsi con minore facilità e a crescere più lentamente negli animali che seguivano la dieta low-carb.
Questo perché, riducendo l'apporto di carboidrati, si limita la disponibilità di glucosio per le cellule tumorali, inibendone la proliferazione. Al contrario, una dieta ricca di carboidrati rafforza il metabolismo glucosio-dipendente delle cellule cancerose, favorendone la crescita.
Gli studi in questo ambito sono in continua evoluzione e ancora molto c'è da comprendere. Tuttavia, la mia personale esperienza di 15 anni nel campo della ricerca oncologica mi ha portato a prediligere un approccio nutrizionale low-carb, ritenendolo uno strumento funzionale nella prevenzione e nel supporto terapeutico di diverse patologie neoplastiche.
Ma cosa si intende esattamente per "nutrizione low-carb"? In generale, questo termine identifica quegli approcci alimentari che eliminano gli zuccheri semplici e riducono drasticamente il consumo di carboidrati complessi.
La riduzione dei carboidrati può variare in base a diversi fattori, dando vita a differenti tipologie di diete low-carb:
Approcci meno restrittivi, che abbattono i carboidrati al 35% dell'apporto calorico totale
Approcci più stringenti, con una riduzione dei carboidrati al 20-25%
Diete chetogeniche estreme, con soli il 5% di carboidrati, costringendo l'organismo a un profondo cambiamento metabolico
È importante sottolineare che ciascuna di queste varianti avrà un impatto diverso sul metabolismo, per cui è fondamentale valutare attentamente, con l'aiuto di un professionista esperto in nutrizione, quale approccio low-carb sia più adatto alle nostre esigenze, sia in chiave preventiva che terapeutica.
In un mio precedente video pubblicato su Odeon TV, ho avuto modo di approfondire il concetto di "nutrizione funzionale", di cui la dieta low-carb può essere considerata un validissimo strumento. L'obiettivo della nutrizione funzionale è, infatti, quello di ottimizzare lo stato di salute globale attraverso l'alimentazione, agendo sui meccanismi fisiologici e biochimici dell'organismo.
Le ricerche scientifiche e la mia esperienza personale mi portano quindi a ritenere che le diete a basso contenuto di carboidrati possano rappresentare un'arma importante nella lotta contro il cancro. Certo, molto resta ancora da studiare, ma i risultati finora ottenuti aprono orizzonti decisamente incoraggianti.
NON SEI CONVINTO?
Aspetta che provo a farti cambiare idea...
Uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Research nel 2014 ha confrontato gli effetti di una dieta occidentale standard (con elevato apporto di carboidrati e basso apporto di proteine) e di una dieta low-carb in modelli murini e umani di carcinoma.
I risultati hanno mostrato che nei topi alimentati con la dieta low-carb, i tumori tendevano a svilupparsi con minore facilità e a crescere più lentamente rispetto ai topi sulla dieta occidentale standard.
Questo perché la restrizione dei carboidrati limita la disponibilità di glucosio, principale substrato energetico per le cellule tumorali. Di conseguenza, la proliferazione delle cellule cancerose risulta inibita sulla dieta low-carb.
Un altro studio pubblicato su Nutrition & Metabolism nel 2012 ha valutato gli effetti di una dieta chetogenica (un tipo di dieta low-carb molto restrittiva) in un modello murino di glioblastoma, un aggressivo tumore cerebrale.
I risultati hanno evidenziato che i topi alimentati con la dieta chetogenica mostravano una riduzione significativa della crescita tumorale rispetto ai controlli. Inoltre, la dieta chetogenica migliorava la sopravvivenza degli animali.
Questi risultati suggeriscono che l'induzione di uno stato di chetosi metabolica, attraverso la drastica riduzione dei carboidrati, possa rappresentare una strategia terapeutica promettente per il trattamento di alcuni tipi di cancro.
Infine, uno studio clinico pubblicato su Nutrition & Metabolism nel 2018 ha valutato gli effetti di una dieta low-carb in pazienti con carcinoma prostatico. I risultati hanno mostrato che l'adozione della dieta low-carb era associata a una riduzione dei parametri di progressione tumorale.
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Dal nutrizionista di paese è tutto e i Tacchini Ignoranti MUTI.
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