psicologia x tutti
psicologia x tutti è un progetto di divulgazione scientifica dell'associazione IPSE LAB APS
COSA FARE SE UN GENITORE STA MALE PSICOLOGICAMENTE?
Affrontare una situazione in cui un genitore sta male psicologicamente e rifiuta di ricevere aiuto può essere estremamente difficile, frustrante, drammatico. Ricorda che, anche se vuoi aiutare, la decisione finale di cercare e ricevere supporto deve provenire da lui o lei. Fai del tuo meglio per essere presente e comprensivo durante questo difficile periodo.
10 suggerimenti su come provare a gestire questa situazione così complessa.
1️⃣ Informati sui problemi di salute mentale
È la prima cosa da fare. Conoscere i disturbi mentali permette di leggere in modo diverso la situazione che stai vivendo, avendo la giusta prospettiva su comportamenti e situazioni che preoccupano e chiedono di essere approfondite per essere comprese. Vai in cerca di informazioni. Chiedi a persone esperte e di fiducia.
2️⃣Attenta/o alla paura e all’allarme
Stati di allarme portano a comportamenti di attacco, fuga o freezing. La stessa tristezza e/o il dolore provato possono alimentare escalation di rabbia. A cui seguono forti sensi di colpa: ricorda che dietro litigi ed escalation emotive, c’è tanta paura e tristezza da parte di tutti.
È importante rassicurarsi e chiedere supporto e appoggio emotivo.
3️⃣ Rispettati - Stabilisci dei limiti
Se la situazione diventa troppo pesante per te, è importante stabilire dei limiti per proteggere la tua salute mentale. Ricorda che non puoi risolvere i problemi di un’altra persona.
4️⃣ Chiedi supporto tu
Lo stress della situazione può essere tale per cui noi stessi possiamo non stare bene e/o perdere lucidità nel valutare la situazione. Tieni presente i tuoi limiti, che sono i limiti di tutte e tutti. Non vivere l’impotenza come colpa. Nel non fare niente, c’è anche il rispetto di sé e dell’altro.
5️⃣ Chi ti aiuta ad aiutare?
Per aiutare, bisogna stare bene. E non si può essere soli. Chi aiuta te ad aiutare? Trova dei punti di riferimento con i quali condividere la situazione. Parenti, amici, persone di cui ti fidi e che stimi. E ragiona insieme a loro sul da farsi. Se la situazione vi preoccupa, contattate i servizi (CSM) e chiedete consigli.
(Continua nei commenti…)
L’AMORE ETERNO ESISTE?
COSA DICE LA PSICOLOGIA A RIGUARDO
💜L’AMORE NON È UNO
L’amore non è uno. Una distinzione fondamentale
‘Amore’ è una delle parole più abusate dal nostro senso comune. L’amore non è uno. Una distinzione fondamentale è tra l’amore passionale e fisico (innamoramento/chimica) e l’amore sentimentale, più razionale, basato sulla condivisione di idee, valori, progetti nel tempo.
🧡CI SONO DIVERSI TIPI DI AMORE
Non solo romantico. I diversi tipi di amore
Esistono diversi tipi di amore: romantico, di compagnia (l’amicizia) e incondizionato. L’amore duraturo, in tutte le sue forme, si basa su legami profondi e un impegno reciproco nel rimanere connessi nel cambiamento
💙L’AMORE HA DIVERSE FASI
Le relazioni attraversano diverse fasi: innamoramento, costruzione di legami e stabilizzazione. L’amore duraturo richiede lavoro e comunicazione.
💜NEUROBIOLOGIA DELL’AMORE
L’amore attiva aree del cervello legate al piacere. Col tempo, l’ossitocina e la vasopressina favoriscono legami profondi e stabili.
🧡IMPEGNO E CONNESSIONE
Secondo John Gottman, impegno e comunicazione sono fondamentali per mantenere l’amore. Superare le difficoltà insieme rafforza i legami.
💙INFLUENZA DEL CONTESTO
Fattori esterni come esperienze condivise e sostegno sociale influenzano la durata delle relazioni. Un ambiente positivo favorisce l’amore duraturo.
🧡RICONOSCERE I CAMBIAMENTI
L’amore dura solo se evolve e può cambiare nel tempo. Accettare i cambiamenti è fondamentale per sostenere una relazione duratura.
➡️IN SINTESI…
L’amore eterno può esistere, se si è consapevoli del fatto che è qualcosa che cambia forma, muta nel tempo e richiede una costante attenzione, cura, impegno e capacità di rimanere connessi nel cambiamento. La psicologia offre strumenti che possono aiutare a nutrire questi legami nel tempo. In didascalia, trovi riferimenti bibliografici per approfondire l’argomento.
(Bibliografia nei commenti…)
Perché mi sembra di non affezionarmi mai a nessuno?
Non affezionarsi facilmente agli altri può derivare da diversi fattori, sia emotivi che psicologici. Ecco alcune possibili spiegazioni:
1️⃣ ESPERIENZE PASSATE
Se hai vissuto relazioni in cui hai subito delusioni o traumi, potresti aver sviluppato una difesa emotiva per proteggerti dal dolore, portandoti a mantenere le persone a distanza per paura dell’altro e dell’intimità con l’altro. La paura di aprirsi o di essere vulnerabili può rendere difficile creare legami profondi
2️⃣ ECCESSO DI RAZIONALITÀ
Un eccesso di razionalità può inibire la percezione delle emozioni, portando a un distacco emotivo che impedisce di vivere appieno esperienze e relazioni, riducendo la capacità di connettersi con se stessi e con gli altri.
3️⃣ FARE AFFIDAMENTO SU ALTRI ASPETTI DELLA VITA
Per i motivi più svariati, ci sono fasi della vita in cui si preferisce investire affettivamente su altro: sul proprio lavoro, sulle proprie idee, sui propri progetti esistenziali. In questa situazione, l’altro può essere un disturbo per i propri piani e per la propria stabilità, e non ci si affeziona.
4️⃣ ASPETTATIVE ELEVATE/STANDARD RIGIDI
Se hai standard molto alti per le relazioni, potresti trovarti deluso da chi ti circonda, rendendo difficile sviluppare affetto. Anche qui un eccesso di razionalità valutativa: si evita, in anticipo, di investire sugli altri e sulla costruzione di relazioni adatte a chi siamo e a quello che vogliamo
5️⃣ DIFFICOLTÀ A FIDARSI
La fiducia è fondamentale nelle relazioni. Se hai difficoltà a fidarti degli altri o delle tue stesse emozioni, potresti avere difficoltà a creare legami emotivi significativi.
(Continua nei commenti…)
Come si supera la paura della morte?
Superare la paura della morte è un tema molto personale e complesso. Non esiste una risposta universale. La paura della morte, in certo senso, non si supera, si vive. E la risposta a questa domanda, è unica e singolare per ognuno di noi.
Il modo in cui affrontiamo questa paura dice molto di noi, di quello in cui crediamo.
7️⃣ consigli per viverla e non farla diventare un ‘disturbo’
1️⃣ ACCETTAZIONE DELLA MORTALITÀ
Accettare la morte come parte naturale della vita è un passo fondamentale. La filosofia, applicata alle nostre vite, ha molto da insegnarci a riguardo. Le stesse religioni nascono per dare una risposta a questa paura. Comprendere, e accettare, che la morte è inevitabile e fa parte del ciclo naturale delle cose è un passo fondamentale per il nostro benessere.
2️⃣ TROVARE UN SIGNIFICATO PERSONALE
Per affrontare la paura della morte, bisogna dare un senso alla nostra vita. Riflettere su ciò che dà significato alla propria vita può ridurre la paura della morte. Prendersi cura di ciò che ci rende felici, delle proprie relazioni e di obiettivi positivi che vanno oltre di noi (la nostra eredità) può dare un senso di completezza e soddisfazione.
3️⃣ TRASFORMARLA IN UNA CONSAPEVOLEZZA
Essere consapevoli della morte, in realtà, è il primo passo per scegliere, in modo autentico, il proprio destino. Solo alla luce di questa consapevolezza, di questo limite comune, scegliamo veramente cosa va bene per noi.
4️⃣ TROVARE CONFORTO NELLA SPIRITUALITÀ
Molte persone trovano conforto nella fede o in credenze spirituali. Credere in una vita dopo la morte o in un significato superiore può ridurre la paura della fine. Tuttavia, può essere una modalità in-autentica di affrontare la questione, in cui ci si accontenta di risposte astratte e/o di convenzioni senza farle proprie, trovando riparo nel ‘conformismo’ imposto dalla comunità di appartenenza.
5️⃣ VIVERE NEL PRESENTE
Molte paure legate alla morte nascono dall’ansia per il futuro. Coltivare la consapevolezza del presente (ad esempio, praticando la mindfulness) può aiutare a vivere nel presente e a ridurre l’ansia legata a ciò che non possiamo controllare.
(Continua…)
I TUOI DISPOSITIVI POSSONO INFLUIRE SUL TUO RIPOSO!
1️⃣Impatto dei dispositivi sul Sonno. Diamo i numeri
Studi condotti su una popolazione di giovani tra i 16 e 25 anni mostrano che l’uso dei
media digitali è associato a sonno più breve e di qualità inferiore.
2️⃣Smartphone e Social Media
Usare smartphone e social media prima di dormire può influenzare negativamente il riposo notturno, causando ritardi nell’addormentamento e stanchezza diurna.
3️⃣Quali sono i fattori in gioco?
Si ipotizza che i problemi di sonno associati all’uso di dispositivi mobili prima di dormire
siano attribuibili a due principali fattori: l’iperattivazione mentale e l’esposizione alla luce blu.
4️⃣L’iperattivazione mentale. Cos’è?
È uno stato di elevata eccitazione o attivazione mentale che può rendere difficile rilassarsi e addormentarsi. L’interazione con contenuti digitali, come i social media, può essere psicologicamente stimolante e indurre questo stato.
5️⃣ La luce Blu
L’esposizione alla luce blu degli schermi può disturbare il ritmo circadiano e ritardare la
secrezione di melatonina, rendendo più difficile addormentarsi.
QUINDI?
Riconsidera le tue Abitudini!
Prova a limitare l’uso di dispositivi prima di dormire e migliora il tuo sonno!
Condividi la tua esperienza!
Fonte:
Digital media use and sleep in late adolescence and young adulthood: A systematic review
- PubMed (nih.gov), Apr 2023
L’articolo è stato pubblicato sulla rivista Sleep Medicine Reviews, avente Impact Factor
11,401 per l’anno 2023-2024.
ALLARME DEPRESSIONE TRA I GIOVANI?
Diamo i numeri..
Circa 11,2 milioni di bambini e giovani sotto i 19 anni nell’Unione Europea, pari al 13% della popolazione, soffrono di problemi di salute mentale.
E LE PERCENTUALI?
Tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione.
IN ITALIA?
700 mila ragazzi in Italia soffrono di Depressione
NON SOLO DEPRESSIONE
Circa la metà dei problemi di salute mentale a livello globale si manifesta entro i 18 anni, ma molti di questi casi non vengono riconosciuti e trattati adeguatamente
COSA SERVIREBBE?
È fondamentale potenziare i servizi sanitari e sociali per i più giovani e in particolare per gli adolescenti che affrtonano una fase di vita cruciale per la salute mentale
COSA MANCA?
Un approccio globale al problema. I disagi, e i disturbi, dei più giovani non sono ‘solo’ problemi individuali, ma nascono dalla crisi dei nostri contesti di vita, che vanno cambiati
Fonte: rapporto dell’Unicef intitolato ”Child and adolescent mental health - The State of Children in the European Union 2024”
VIVERE L’ANSIA: 10 COSE DA SAPERE
1. AVERE L’ANSIA È NORMALE
Prima di essere un disturbo, l’ansia è una normale reazione a situazioni di vita stressanti, che ci permette di affrontare problemi e stress
2. L’ANSIA VA COMPRESA NELLA SITUAZIONE CONCRETA IN CUI EMERGE
Prima quindi di ‘gestirla’, va compresa, va contestualizzata, ricostruendo il contesto in cui emerge (quando/dove/come/con chi è emersa?) e riconnettendola a quanto ci sta accadendo
3. ANSIA: A COSA SERVE?
Serve ad attivarsi e ad affrontare situazioni complesse che ci mettono in difficoltà, anticipando possibili soluzioni.
4. ANSIA: QUANDO DIVENTA UN DISTURBO?
Diviene un disturbo quando compromette libertà, autonomia e qualità di vita per un periodo consistente di tempo, e non ci si riesce a calmare.
5. ANSIA E PIGRIZIA SONO SEGRETE E ALLEATE
La pigrizia alimenta l’ansia perché non ci permette di prepararci a situazioni che ci mettono in allarme. L’ansia, in sé, alimenta la pigrizia perché ci prosciuga di energie
6. L’ANSIA NON PASSA, CHE COSA FARE?
In tal caso, non basta leggere la situazione corrente, ma va ricostruita la sua storia (quando è iniziata? Da quanto tempo? Cosa è successo/cosa è cambiato nella mia vita?). In questa ricostruzione, gli altri, e i professionisti, sono fondamentali per ritrovarne il senso.
7. QUANDO L’ANSIA DIVENTA DISTURBO
L’ansia si può esprimere in vari modi e può non essere riconosciuta, a livello razionale, per motivi culturali/sociali/relazioni che portano a sottostimare o negare l’impatto emotivo della situazione vissuta.
(continua nei commenti)
L’AMORE È SALUTE MENTALE
💜L’amore è senso di sicurezza
Quando i bambini si sentono amati e protetti, sviluppano un attaccamento sicuro, che è essenziale per la loro crescita emotiva.
💙L’amore è supporto emotivo
le persone che ricevono supporto emotivo da partner, amici o familiari mostrano livelli più bassi di stress e migliorano la loro salute mentale generale.
🧡L’amore è regolazione emotiva
Le relazioni affettive (familiari, amicali, sentimentali) positive (in cui c’è dialogo), aiutano a sviluppare strategie di regolazione emotiva. Questo non vale per la fase di innamoramento iniziale (il cosiddetto amore romantico), che all’inizio è molto stressante
💜L’amore è salute
I bambini esposti a deprivazione materna e a esperienze traumatiche precoci mostravano segni di stress cronico, con livelli elevati di cortisolo e altre risposte fisiologiche associate allo stress, che possono avere effetti a lungo termine sulla loro salute (McLaughlin et al. 2010)
💙L’amore fa bene al cervello
L’amore e le relazioni positive stimolano la neuroplasticità: i bambini che ricevono cure affettuose sviluppano una maggiore capacità di apprendimento e un miglior funzionamento cognitivo (Perry, 2002)
🧡L’amore è rilassamento
Le esperienze affettive positive attivano il sistema di ricompensa del cervello, portando al rilascio di ossitocina: ormone che riduce l’ansia e lo stress, favorendo una sensazione di calma e benessere e regolando l’attività del sistema nervoso autonomo
(Riferimenti bibliografici nei commenti)
5 COSE DA SAPERE PER GESTIRE L’INCERTEZZA
1️⃣ L’incertezza è costitutiva della nostra vita. Non è un difetto, non è una colpa. E’ qualcosa di cui tutti dobbiamo farci carico per vivere bene. L’incertezza è il lato negativo della nostra possibilità di scegliere, della nostra libertà.
2️⃣ Per orientarci nel mondo abbiamo bisogno di ‘punti di riferimento’. I punti di riferimento sono determinanti per la nostra stabilità mentale.
3️⃣ I punti di riferimento possono essere di tre tipi: persone fisiche, idee, attività. Ci danno identità, fornendoci al contempo una mappa che ci orienta nel mondo e nelle difficoltà.
4️⃣ Quando i nostri punti di riferimento vanno in crisi, ci disorientiamo. Stiamo male. Le persone possono essere assenti o indisponibili quando abbiamo bisogno, le idee più giuste, a volte, possono rivelarsi sbagliate (la mappa non è il territorio), le attività che ti danno identità possono diventare impossibili (cambiamenti sul lavoro, impossibilità di fare qualcosa che ci fa stare bene)
5️⃣ Non esiste un punto di ‘perfetto’ o stabile per tutta la vita. Ogni tipologia di ‘punto di riferimento’ ha ‘pro’ e ‘contro’ o la vita può richiedere di cambiare. Avere diverse tipologie di punto di riferimento (persone, idee, attività), avere diversi contesti di vita in cui ritrovarsi, è la strategia più sicura per gestire la costitutiva incertezza della vita.
PSICOLOGIA×TUTTI
5 MODI PER GESTIRE L’INCERTEZZA
Parliamo di punti di riferimento…
1️⃣ L’incertezza è costitutiva della nostra vita. Non è un difetto, non è una colpa. E’ qualcosa di cui tutti dobbiamo farci carico per vivere bene. L’incertezza è il lato negativo della nostra possibilità di scegliere, della nostra libertà.
2️⃣ Per orientarci nel mondo abbiamo bisogno di ‘punti di riferimento’. I punti di riferimento sono determinanti per la nostra stabilità mentale.
3️⃣ I punti di riferimento possono essere di tre tipi: persone fisiche, idee, attività. Ci danno identità, fornendoci al contempo una mappa che ci orienta nel mondo e nelle difficoltà.
4️⃣ Quando i nostri punti di riferimento vanno in crisi, ci disorientiamo. Stiamo male. Le persone possono essere assenti o indisponibili quando abbiamo bisogno, le idee più giuste, a volte, possono rivelarsi sbagliate (la mappa non è il territorio), le attività che ti danno identità possono diventare impossibili (cambiamenti sul lavoro, impossibilità di fare qualcosa che ci fa stare bene)
5️⃣ Non esiste un punto di ‘perfetto’ o stabile per tutta la vita. Ogni tipologia di ‘punto di riferimento’ ha ‘pro’ e ‘contro’ o la vita può richiedere di cambiare. Avere diverse tipologie di punto di riferimento (persone, idee, attività), avere diversi contesti di vita in cui ritrovarsi, è la strategia più sicura per gestire la costitutiva incertezza della vita.
PSICOLOGIA×TUTTI
SE PIANGO SIGNIFICA CHE SONO DEBOLE?
💜 No, piangere non è da deboli.
Il pianto è una reazione umana naturale che può aiutare a esprimere emozioni complesse, come dolore, tristezza, frustrazione, o anche gioia. Mostrare le proprie emozioni richiede spesso più forza e coraggio di reprimerle. Ogni persona ha il diritto di sentire e manifestare le proprie emozioni, senza giudizi o stereotipi negativi.
💙Perché si piange? Spiegazioni scientifiche
Il pianto è un comportamento umano complesso, con radici sia emotive che fisiologiche. Sebbene spesso associato alla tristezza, piangere può essere una risposta a molte emozioni intense, come gioia, rabbia o frustrazione. Ma quali sono le spiegazioni scientifiche dietro questo fenomeno?
🧡Tipi di lacrime
Gli scienziati distinguono tre tipi principali di lacrime:
- Lacrime basali: Queste sono sempre presenti per mantenere gli occhi idratati e protetti da irritazioni.
- Lacrime riflessive: Vengono prodotte in risposta a irritanti esterni, come polvere o fumo, per proteggere gli occhi.
- Lacrime emotive: Queste si formano in seguito a emozioni intense, come dolore, tristezza o felicità, e sono uniche nel loro collegamento con lo stato emotivo.
Le lacrime emotive sono particolarmente interessanti perché hanno una composizione chimica diversa dalle altre lacrime. Contengono proteine e ormoni come il cortisolo, l’ormone dello stress. Piangere, quindi, può essere un modo per eliminare queste sostanze chimiche e ridurre lo stress fisico e mentale (Frey, 1985).
💜 Funzioni emotive e psicologiche
Il pianto svolge diverse funzioni dal punto di vista emotivo e sociale. In primo luogo, aiuta a regolare le emozioni: quando proviamo una forte emozione, come il dolore o la frustrazione, piangere può ridurre l’intensità di queste sensazioni. In secondo luogo, piangere ha una funzione di comunicazione sociale, segnalando agli altri che stiamo vivendo un momento difficile e spesso inducendo una risposta empatica o di supporto (Vingerhoets, 2013).
(Continua nei commenti)
DA VICINO NESSUNO È NORMALE
La si riferisce allo stato o alla condizione di essere conforme a una norma, uno standard o una regola stabilita. Indica ciò che è considerato comune, usuale o tipico in un determinato contesto sociale, culturale o statistico. La normalità può variare a seconda del tempo, della società e delle circostanze, e viene spesso usata per descrivere comportamenti, condizioni o eventi che non deviano significativamente da ciò che è generalmente accettato o previsto.
In psicologia e sociologia, la normalità è talvolta definita in relazione al comportamento statistico della maggioranza, soprattutto in ambito sanitario e/o per questioni legali e sociali.
Ciò che è “normale” è spesso distinto da ciò che è considerato “anormale” o “deviante”.
ETIMOLOGIA DI “NORMALITÀ”
Il termine “normalità” deriva dal latino “norma”, che significa “squadra”, uno strumento utilizzato per misurare angoli retti e, per estensione, per indicare una regola o uno standard. La parola ha quindi assunto il significato di conformità a una regola o a uno standard stabilito. Il suffisso “-ità” deriva dal latino “-itas”, che indica una condizione o uno stato.
Etimologia di "normalità"
Il termine "normalità" deriva dal latino **"norma"**, che significa "squadra", uno strumento utilizzato per misurare angoli retti e, per estensione, per indicare una regola o uno standard. La parola ha quindi assunto il significato di conformità a una regola o a uno standard stabilito. Il suffisso "-ità" deriva dal latino "-itas", che indica una condizione o uno stato.
La diversità
La diversità è un valore fondamentale che arricchisce ogni aspetto della nostra vita.
In ambito sociale, la diversità riguarda la varietà di esperienze, culture, punti di vista, identità e talenti che esistono tra le persone.
Accogliere la diversità significa riconoscere il valore unico di ogni individuo, creando una società più inclusiva, equa e dinamica.
La diversità ci permette di apprendere gli uni dagli altri, rompendo i pregiudizi e ampliando la nostra comprensione del mondo. In contesti lavorativi e scolastici, la diversità genera innovazione e creatività, grazie al confronto tra idee differenti che porta a soluzioni più complete e innovative.
In parallelo, la rappresenta la ricchezza di specie viventi presenti sul nostro pianeta: animali, piante, microrganismi e gli ecosistemi di cui fanno parte. La biodiversità è essenziale per il benessere umano e la stabilità ambientale. Ogni specie, grande o piccola, gioca un ruolo nel mantenere l’equilibrio della natura, contribuendo a cicli vitali come la purificazione dell’aria e dell’acqua, l'impollinazione delle piante, il mantenimento dei suoli fertili e il controllo naturale dei parassiti.
La biodiversità è anche una fonte di ispirazione e bellezza, offrendo spazi naturali che nutrono la nostra salute mentale e fisica. Tuttavia, l’impatto dell'attività umana – come il cambiamento climatico, la deforestazione e l'inquinamento – sta riducendo la biodiversità a un ritmo allarmante. Difendere e proteggere la biodiversità è fondamentale per garantire un futuro sostenibile per noi stessi e le generazioni future.
In sintesi, sia la diversità umana che la biodiversità naturale sono risorse preziose che richiedono protezione e valorizzazione.
Solo attraverso il rispetto per la varietà che ci circonda possiamo creare un mondo più ricco, resiliente e in armonia con la natura.
AVERE UN DISAGIO MENTALE È NORMALE?
🧡I disagi mentali sono assolutamente e considerarli una malattia favorisce il loro mantenimento, facendoli diventare dei veri e propri disturbi.
💙È normale provare , sentirsi , perdere l’appetito e potremmo continuare.
💜Divengono disturbi quando non passano. Quando si cronicizzano, ripetendosi in modo insensato.
Per affrontarli è fondamentale il senso. E per comprenderne il senso, gli altri possono essere degli fondamentali.
🧡QUANDO CHIEDERE AIUTO A DEI PROFESSIONISTI?
Quando i disagi mentali si intensificano e divengono veri e propri disturbi che limitano l’autonomia, la qualità di vita, la capacità di autodeterminarsi, non permettendoci di affrontare le sfide quotidiane comuni, i della salute mentale possono fornire uno spazio fondamentale per poter ‘contestualizzare’ la loro insorgenza (ossia capire la loro genesi concreta nelle nostre vite).
💙Più passa il dall’emergere di un disturbo, più le condizioni concrete in cui emerge diventano distanti o difficili da ricostruire con precisione.
In Salute Mentale, il tempismo e la fanno la differenza.
🧡E per fare prevenzione, bisogna superare lo . Le persone, anche in presenza di disturbo gravi, chiedono aiuto in media dopo due anni dalla comparsa dei primi sintomi importanti, gestendoli in solitudine per paura del giudizio altrui.
da , il contesto fa la differenza e può essere un supporto fondamentale.
PSICOLOGIA×TUTTI
MALEDETTO SENSO COMUNE
Il “senso comune” è un insieme di credenze e opinioni condivise dalla maggioranza, spesso accettate senza una riflessione critica, influenzato da tradizioni e esperienza quotidiana.
Deriva dal latino “sensus communis”, significa “percezione condivisa” e risale all’uso filosofico di Aristotele.
Tuttavia, il senso comune può contribuire allo , un marchio sociale di disapprovazione che provoca pregiudizio e isolamento verso chi ha caratteristiche considerate negativamente per questioni prettamente irrazionali e/o di convenzione sociale, generando grandi disagi emotivi in chi li subisce (che di fatto subisce un’ingiustizia ad opera della collettività).
Il senso comune può , producendo tra la persona e il suo contesto.
Quando le parole che usiamo, apprese dal senso comune, non sono in grado di leggere la realtà personale che viviamo, possono produrre e alimentare a livello psicologico ed emotivo che, se non condivisi e affrontati tempestivamente possono divenire nel tempo veri e propri disturbi mentali.
La è in costante e il senso comune può portare a pensieri e azioni profondamente sbagliate rispetto a quello che si sta vivendo a livello personale.
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COS’È LA SALUTE MENTALE?
🧡 La salute mentale è molto più del semplice benessere emotivo: è uno stato in cui possiamo realizzare il nostro potenziale, gestire lo stress quotidiano e contribuire alla comunità in cui viviamo.
💙 La salute mentale non è semplicemente assenza di disturbi, ma, soprattutto, capacità di mantenere l’equilibrio in situazioni difficili su cui non abbiamo il controllo.
💜 La nostra salute mentale, infatti, è influenzata da fattori sociali, economici e culturali che incidono costantemente sul ‘come stiamo’ e che, a volte, possono letteralmente travolgerci.
🧡 Per tali motivi, è assolutamente normale oscillare tra benessere e stati di disagio emotivo e psicologico di vario tipo che, dietro finte maschere di normalità, coinvolgono, in realtà, gran parte della popolazione.
💙 Sebbene sia un diritto umano fondamentale (OMS), nella maggior parte del mondo, chi vive un disagio o un disturbo mentale viene ancora discriminato e stigmatizzato.
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