Bià Jazz Festival

bar sottostante giocano a carte) e metteteci un appuntamento jazzistico annuale di quelli piccoli ma prelibati. Aggiungeteci un manipolo di volontari che si trasformano in efficienti addetti-stampa, grafici, tecnici-audio, bigliettai (…ci vogliono anche loro) ed ecco sfatato il mito del jazz come un genere bisognoso di contesti romantici e ricercati per accontentare gli “intellettuali della musica”. Non è un atteggiamento autarchico per vocazione: la penuria di mezzi economici è una sciagura a cui la cultura italiana ci sta abituando da tempo e quelli della Rinascita e del circolo“Arcipelago” - gli organizzatori di Bià Jazz - hanno deciso di far di necessità virtù. La Cooperativa Rinascita (il vecchio e glorioso circolo cooperativo ) ha messo a disposizione un locale di circa 100 posti a sedere che fino ai primi anni ’80 funzionava come balera/discoteca. Tutto è rimasto immutato da allora: dai divanetti blu elettrico ai fari micro-par (chi se li ricorda?), dai lunghi specchi alle pareti ai piccoli e pesantissimi tavolini di metallo. Lungi dallo scatenare smanie vintage, questi allestimenti sanno dare alle performance una carica emotiva sconosciuta ad altri contesti ….e anche l’acustica non è male! Ma torniamo ai volontari. Non si pensi ad un’armata Brancaleone di appassionati ma sprovveduti factotum perché il tutto è coordinato da un professionista esperto come Massimo Colombo. Da ospite di lusso delle prime edizioni, il pianista e compositore milanese si è trasformato in direttore artistico dell’evento. Colombo si è appassionato alle vicende del piccolo festival ed ha accettato la sfida di farlo crescere fino a consentirgli di proporre un’ offerta culturale di qualità a partire dai pochi mezzi a disposizione (leggi pochissimi contributi pubblici e pochi sponsor che non finiremo mai di ringraziare). Dal 2007 - anno della prima edizione - si sono avvicendati artisti di livello nazionale ed internazionale a cui si affiancano le nuove leve con il loro bagaglio di entusiasmo, tecnica e innovazione; un mix micidiale che non sempre riesce a trovare occasioni e contesti in cui potersi esprimere. Un aspetto che caratterizza il Bià Jazz Festival è inoltre l’attenzione riservata alla preparazione delle brochure e dei manifesti dedicati alla manifestazione: ogni anno grafici ed artisti locali vengono coinvolti nell’elaborazione della veste grafica promozionale così che il materiale cartaceo diventa parte integrante dell’offerta musicale del festival (un po’ quello che succedeva con i vinili). Un piccolo festival come tanti? Può darsi. Ma è grazie ad eventi come questo che il jazz ritrova la sua più genuina dimensione: quella popolare.