Loredana Lipperini

Loredana Lipperini

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MEMORABILIA: RACHEL CARSON ⋆ Lipperatura 21/02/2024

In questi giorni sono sempre un po’ in corsa e ne approfitto per pubblicare qualche ritratto di persone da ricordare. Sempre per La Stampa, questa è Rachel Carson.
Come scrive Atwood, prima di Primavera silenziosa, “la gente pensava in un modo, e dopo di esso si ritrovò a pensare diversamente”. Per questo, aggiunge, “ho fatto di lei una Santa dei Giardinieri di Dio nel mio romanzo The Year of the Flood (L’anno del Diluvio). Gli esseri umani hanno un enorme debito di riconoscenza nei suoi confronti, e se ci addentreremo nel ventiduesimo secolo come specie, in parte lo dovremo a lei”. Sempre grazie, Rachel, sempre.

MEMORABILIA: RACHEL CARSON ⋆ Lipperatura Ricordare e ringraziare: oggi ricordo e ringrazio Rachel Carson, senza la quale forse non parleremmo di ambientalismo.

OVERBOOKING, ANCORA ⋆ Lipperatura 20/02/2024

Sono, come molti di coloro che leggono per professione, sconcertata e travolta. In queste settimane escono moltissimi libri, e molti di quei libri li attendevo, e di molti altri sono curiosa. Ma non riesco a leggerli, per quanto occupi ogni interstizio temporale con un libro in mano. E continuo a chiedermi: come si fa? E continuo a rispondere chi mi contatta via mail che appunto non ho tempo, certa di non essere creduta.

Un anno fa ho scritto questo articolo per la Stampa. Non cambia una virgola, se non il numero delle pubblicazioni che è aumentato di parecchio. Per quanto proseguiremo così?

OVERBOOKING, ANCORA ⋆ Lipperatura Troppi libri, ieri come oggi, sono un problema per chi li legge e li scrive

STATI GENERALI DEL GENERE: MARCO BETTINI E IL CANARINO NELLA MINIERA ⋆ Lipperatura 19/02/2024

Ultimo intervento dagli Stati Generali del Genere. Marco Bettini.
“Cito Maryane Wolf, neurobiologa americana che ha studiato la differenza tra lettura profonda e lettura digitale : “Ci sono processi cognitivi lenti, quali il pensiero critico, la riflessione personale, l’immaginazione e l’empatia che fanno parte della lettura profonda. Kurt Vonnegut ha paragonato il ruolo dell’artista nella società a quello del canarino nella miniera: entrambi ci avvertono della presenza di un pericolo. Il cervello che legge è il canarino nella nostra mente. Saremmo davvero stupidi se ignorassimo ciò che ha da insegnarci”.

STATI GENERALI DEL GENERE: MARCO BETTINI E IL CANARINO NELLA MINIERA ⋆ Lipperatura Gli Stati Generali del Genere a Bologna, 4 febbraio: l'intervento di Marco Bettini e il canarino nella miniera.

STATI GENERALI DEL GENERE: MASSIMO CARLOTTO, IL POPOLARE, IL ROMANCE ⋆ Lipperatura 16/02/2024

Questo è l’ultimo intervento, almeno per ora, dagli Stati Generali del Genere. E’ di Massimo Carlotto e pone non poche questioni. Specie alla vigilia di una primavera dove sono annunciati molti romanzi che si presumono di qualità alta, e molti di quei romanzi, specie di scrittrici che per ora non nomino, si intrecciano strettamente con il genere, anche se non in modo dichiarato (per fortuna).
Per questo comprendo ma non concordo del tutto su quanto scrive Massimo Carlotto sul rosa: il rosa piace perché è analgesico. E’ vero, ma forse dobbiamo intenderci su cosa sia oggi il romance. Perché certo, ci sono i romance supervenduti che scivolano quasi sempre in una strada terribilmente consolatoria e purtroppo scontata, e per quello vendono. Ma forse all’interno di quello che definiamo romance si muove altro: e magari non riusciamo a vederlo, perché non lo leggiamo.
Su tutto il resto, condivido Carlotto parola per parola.

STATI GENERALI DEL GENERE: MASSIMO CARLOTTO, IL POPOLARE, IL ROMANCE ⋆ Lipperatura L'ultimo intervento dagli Stati Generali del Genere: parla Massimo Carlotto con una riflessione sul popolare, e sul rosa.

STATI GENERALI DEL GENERE: OTTO GABOS E LA CONTAMINAZIONE ⋆ Lipperatura 15/02/2024

Ripropongo la domanda che mi faccio in questi giorni: le grandi manifestazioni culturali, gli appuntamenti letterari, i luoghi, insomma, dove ci si incontra per parlare di libri, possono permettersi il lusso di non guardare a quel che ci accade intorno? Noi, singoli, possiamo permettercelo? E, in caso, come possiamo agire AL DI LA’ del post fervido su un social?
Anche scrivendo, e va bene.
Per questo, vi propongo l’intervento di Otto Gabos agli Stati Generali del Genere del 4 febbraio scorso: fa riflettere, anche in questo senso.
“A mio parere il genere in linea di massima gode di un’ottima salute. Proprio per questo corre il rischio di trasformarsi in un carrozzone di maniera, piallato ed edulcorato dal tritacarne mediatico del mercato. È importante perciò tenere il punto e guardare al futuro, a partire da quello immediato, verso un mondo in netta regressione sociale, con sterzate verso sistemi più o meno autoritari, dove la parola guerra è argomento quotidiano, fatto quotidiano, dove si parla con insistenza di un ritorno al servizio militare obbligatorio, dove si sperimentano metodi di esecuzione capitali che nemmeno i veterani userebbero per sopprimere gola nomali malati, e mi fermo qui perché altrimenti sarebbe una litania.”

STATI GENERALI DEL GENERE: OTTO GABOS E LA CONTAMINAZIONE ⋆ Lipperatura Contaminare, guardare, intervenire: l'intervento di Otto Gabos agli Stati Generali del Genere del 4 febbraio scorso.

STATI GENERALI DEL GENERE: SARA VALLEFUOCO, IL ROMANZO STORICO, LA COMUNITA'. ⋆ Lipperatura 14/02/2024

Ancora dagli Stati Generali del Genere di Bologna. Parliamo di romanzo storico. Ne parla, anzi, Sara Vallefuoco, scrittrice (Neroinchiostro, ambientato nel 1899) e insegnante: che nel suo intervento fa una riflessione interessante sulla comunità.
“Sono grata al romanzo storico perché mi suscita domande che hanno molto a che fare con il presente: la mia comunità, la nostra comunità, quali storie sta raccontando di se stessa? Il pensiero dominante, volto a cristallizzare un sistema di valori che viene dal passato, quali storie non sta raccontando? Quali sono invece le storie, anche scomode, che abbiamo il diritto e il dovere di raccontare per restituire complessità alle nostre vite, in un gesto liberante e liberatorio?”

STATI GENERALI DEL GENERE: SARA VALLEFUOCO, IL ROMANZO STORICO, LA COMUNITA'. ⋆ Lipperatura Stati Generali del Genere di Bologna: l'intervento della scrittrice e insegnante Sara Vallefuoco sul romanzo storico.

STATI GENERALI DEL GENERE: CECILIA LAVOPA. CONSIDERARE LE COLPE ⋆ Lipperatura 13/02/2024

Ancora un testo, in attesa degli altri, dagli Stati Generali del Genere. Questa volta è di Cecilia Lavopa di Contornidinoir. Che pone un bel po’ di problemi non solo sui blog, ma sulla ricezione dei libri, e sulla qualità dei medesimi.
Tutto vostro.
“Prendendo spunto da una poesia di Cesare Pavese: Ci si sveglia un mattino che è morta la letteratura.
All’incontro precedente degli Stati Generali l’impressione che ho avuto è stata quella di volersi sgravare di una colpa di quanto stia accadendo. Non è colpa mia, non è della distribuzione, non è della pubblicazione, è colpa di qualcun altro. In realtà, più che di colpa parlerei di responsabilità di cui ognuno di noi deve farsi carico. Magari di inversione di rotta, nel caso fosse necessario.”

STATI GENERALI DEL GENERE: CECILIA LAVOPA. CONSIDERARE LE COLPE ⋆ Lipperatura Cecilia Lavopa, blogger, sulla ricezione dei libri e sulla loro qualità agli Stati Generali del Genere di Bologna.

STATI GENERALI DEL GENERE: VALERIO CALZOLAIO. RESISTERE, SPERIMENTARE ⋆ Lipperatura 12/02/2024

Ancora dagli Stati Generali del Genere del 4 febbraio scorso. Si parla di gialli, noir e non solo: con la stessa idea, quella di prendere atto della vaghezza dei genere e, possibilmente, superarare il genere stesso. Valerio Calzolaio lo dice benissimo.
“Se noi non vogliamo riprodurre semplicemente e soltanto il sistema economico-sociale nel quale siamo nati e cresciuti (e che in discreta parte preesisteva da generazioni e che in larga parte governa il mondo dell’editoria) occorrono atti individuali e collettivi di resistenza e sperimentazione, nella scrittura, nella lettura e anche nel vario resto dei comportamenti della propria esistenza. Continuiamo a stare in un contesto di guerre e violenze, indigniamoci e ribelliamoci per cortesia. E dedichiamo spazio e tempo alla critica delle nostre azioni: come ciascuno può opprimere, sopraffare, patriarcare, il meno possibile quanti meno altri possibile; come andare oltre il contingente opportunismo biologico, relazionale e contestuale, in favore di democrazia attiva e diritti eguali.”

STATI GENERALI DEL GENERE: VALERIO CALZOLAIO. RESISTERE, SPERIMENTARE ⋆ Lipperatura Superare i generi, anche quando si parla di giallo e noir: l'intervento di Valerio Calzolaio agli Stati Generali del Genere,

STATI GENERALI DEL GENERE: ALESSANDRO VIETTI E IL GENERE DI SCHROEDIGER ⋆ Lipperatura 09/02/2024

Sono anni che su questo blog provo a riflettere di quanto poco senso abbia la definizione netta di genere, e di quanto fra gli atteggiamenti spesso ostili di mainstream e genere “esplicito” possa esistere una terza via. Ecco, l’intervento di Alessandro Vietti agli Stati Generali del Genere è esemplare da questo punto di vista. Tutto vostro.
“Sono certo che vedremo sempre più fantascienza dentro la narrativa generalista. Forse i distributori o i librai vorranno trovare una nuova etichetta per identificare il ripiano dello scaffale, visto che – almeno mi auguro – non potrà essere distopia. E in effetti una c’è già ed è speculative fiction. Ma forse semplicemente una delle facce della fantascienza conquisterà (o colonizzerà) il mainstream, o almeno una parte di esso, e non ci sarà bisogno di inventare alcunché, ma lasciare che l’espressività, la sensibilità, la creatività, l’immaginazione degli autori, ma anche il mercato (perché ci piaccia o no anche quello c’è e conta), facciano il loro corso senza opporsi a quella che credo sia un’evoluzione naturale già in atto, evitando dunque inutili battaglie di retroguardia tipo “fantascienza o morte”, che in fin dei conti tradiscono la natura progressista e il mandato immaginativo di quel modo di fare letteratura che a noi piace comunque chiamare “fantascienza” al di là delle etichette sugli scaffali, di quello che c’è scritto, o non c’è scritto, sui risvolti di copertina, e di quale faccia della moneta fantascientifica si decida di esplorare, una faccia che gli autori sono e saranno chiamati sempre più a scegliere con consapevolezza”

STATI GENERALI DEL GENERE: ALESSANDRO VIETTI E IL GENERE DI SCHROEDIGER ⋆ Lipperatura L'intervento di Alessandro Vietti agli Stati Generali del Genere dello scorso 4 febbraio, sul genere e sulla fantascienza.

STATI GENERALI DEL GENERE: PAOLO PANZACCHI. E UNA PREMESSA SULLE CORNICETTE. ⋆ Lipperatura 08/02/2024

Alle bambine della mia generazione si insegnava a disegnare le cornicette: per una pasticciona insofferente come la sottoscritta era una tortura, perché mi risultava difficilissimo rimanere nei quadretti. Smarginavo continuamente.
Nessun trauma, per ca**tà: solo la premessa di quello che mi sarebbe avvenuto più tardi, e avviene ancora, in tutta la mia vita. Per questo mi arrabbio non poco quando qualcuno cerca di ficcarmi in una cornicetta. Esprimo un dubbio non sull’esistenza in vita del Festival di Sanremo, bensì della – per me – stupefacente overdose di informazioni che occupa giornali, telegiornali e social? Ecco che divento la nemica della cultura popolare, la Elkann in gonnella che legge Proust mentre i buoni e giusti e la Vera Sinistra applaudono Fiorello. Senza ricorrere al curriculum (tranne in due casi, due libri: non so quanti fra i buoni e giusti abbiano scritto di Mozart rock e di Pokémon), verrebbe da dire che un paio di cose sulla cultura popolare andrebbero ripassate, magari leggendo qualche testo in più, ma sarà per un’altra volta, quando la sbornia è passata.
Invece parliamo di cornicette. Anzi, di caselle. Anzi, di generi.
Lo fa Paolo Panzacchi nel suo intervento agli Stati Generali del Genere del 4 febbraio.
Pace, bene e più Henry Jenkins per tutti.

STATI GENERALI DEL GENERE: PAOLO PANZACCHI. E UNA PREMESSA SULLE CORNICETTE. ⋆ Lipperatura Stati generali del genere: l'intervento di Paolo Panzacchi e una riflessione sugli incasellamenti, letterari e non solo.

STATI GENERALI DEL GENERE: PAOLACCI, RONCO E LA RANA BOLLITA ⋆ Lipperatura 07/02/2024

Secondo testo dagli Stati Generali del Genere di Bologna. E’ quello, amaro, di Antonio Paolacci e Paola Ronco.
“E noi invece siamo qui, adesso: stiamo qui a guardare le classifiche; ad arricciare il naso se il commissario è o non è un buongustaio; se è siciliano o valdostano; se fa ridere o se è tormentato al punto giusto.
Un mondo culturale che arranca: timoroso e spaventato all’idea di pestare i piedi a chi comanda in casa editrice o in Rai…
Una narrativa pavida e insipida che si racconta che parlare di crimini non è letterario quanto parlare di crisi coniugali e amori adolescenziali, problemi personali dei benestanti di Roma Nord, o nostalgia di quando eravamo giovani e c’era solo il telefono fisso…”

STATI GENERALI DEL GENERE: PAOLACCI, RONCO E LA RANA BOLLITA ⋆ Lipperatura Secondo testo dagli Stati Generali del Genere di Bologna. E' quello, amaro, di Antonio Paolacci e Paola Ronco.

STATI GENERALI DEL GENERE: LA LUNA E' TUTTA OSCURA. PATRICK FOGLI ⋆ Lipperatura 06/02/2024

Domenica scorsa, a Bologna, c’è stato il secondo appuntamento degli Stati Generali: prima, a ottobre, dell’Immaginazione, stavolta del Genere.
Non sono riuscita ad andare (prometto che per il terzo incontro ci sarò) ma ho seguito per quanto ho potuto. So che si è parlato molto di noir, e un po’ meno di fantascienza (credo pochissimo di horror e gotico e weird, ma attendo i testi), e si è parlato soprattutto del curvarsi del noir medesimo verso una confezione rassicurante, diciamo così.
Quel che continua a interessare me è il senso di utilizzare ancora l’incasellamento del genere, mentre nel resto del mondo, quasi sempre, si parla di romanzo e basta, e non importa se in quel romanzo entra un crimine o si spalanca una porta che dovrebbe restare chiusa su altri mondi o se proprio gli altri mondi sono il contesto.
Intanto, pubblico qui l’intervento di Patrick Fogli, che con Massimo Carlotto ha avuto l’idea e ha invitato a partecipare (ricordo ancora che non c’erano chiamate ma un appello a iscriversi e partecipare). Buona lettura.

STATI GENERALI DEL GENERE: LA LUNA E' TUTTA OSCURA. PATRICK FOGLI ⋆ Lipperatura Domenica scorsa a Bologna gli Stati Generali del Genere, ovvero il punto su noir e fantascienza: l'intervento di Fogli.

SU PLUTO E NON SOLO ⋆ Lipperatura 05/02/2024

Non so cosa altro si debba chiedere alla fantascienza del secolo scorso, che ha esercitato al massimo non tanto e non solo la sua funzione di precog, ma la sua capacità di comprendere gli sviluppi del presente. Alla fine del 2023 il rapporto Censis ci ha definiti sonnambuli e incapaci di immaginare un futuro, appagati dai piccoli piaceri del presente. Ma neanche la bellezza che cerchiamo basterà, se non ci uniamo: così come l’amore per la musica non sarà sufficiente per il magnifico robot North Number Two di Pluto. Rasserena, ma non salva.

SU PLUTO E NON SOLO ⋆ Lipperatura Sull'anime Pluto e sulla fantascienza del Novecento che vediamo oggi

L'ITALIA E IL TABU' DELL'ABORTO ⋆ Lipperatura 02/02/2024

Su L’Espresso di oggi torno a parlare di ab**to, citando un romanzo appena uscito per Bompiani, Clandestine di Marta Stella e dando conto delle solite uscite della Lega. Poi smentite, con le mani avanti a dire “ma no, avete capito male, noi siamo per la libertà delle donne”.
Il problema è che esiste un tabù, in questo paese, ed è proprio il tabù dell’ab**to. Ma non è tale solo perché, come detto altre volte, la narrazione fondamentalista cattolica sta lavorando da anni per fare leva sulla parte più intollerante dei credenti (riuscendoci molto bene). E’ tale anche perché manca una discussione limpida e chiara sul peso che alcuni intellettuali e politici laici hanno avuto o hanno tuttora sulla questione. Non basta dire “è una cosa da donne, mi tiro fuori”. Bisogna prendere posizione con chiarezza, dire (e devono dirlo anche gli uomini) che esiste un diritto alla scelta e che quel diritto, oggi pesantissimamente messo in discussione in Europa e negli Stati Uniti, va salvaguardato a qualunque costo. Come stanno provando a fare in Francia.

L'ITALIA E IL TABU' DELL'ABORTO ⋆ Lipperatura Siamo sempre allo stesso punto, temo: si cerca di boicottare la legge sull'ab**to e si nega di volerlo fare.

FINIRE IN UN INCUBO CONSULTANDO IL VOCABOLARIO ⋆ Lipperatura 01/02/2024

Certo che le parole sono importanti: ma non sempre nel senso in cui si intende questa frase.
Prendiamo quelle di Tom Joad in Furore di John Steinbeck. Un romanzo. Che tanto ha fatto e tanto fa esattamente nel costruire un immaginario di rivolta. Con le parole si costruisce un controimmaginario rispetto a quello dominante. Non lo dico io, lo diceva Valerio Evangelisti, quando scriveva che con le storie ci si riappropriava delle parole che ci vengono tolte.
Fin qui, suppongo, tutte e tutti d’accordo.
Ma c’è un’occasione in cui le parole diventano feticcio: ed è quando una frase considerata scorretta, magari perché inserisce il temutissimo schwa o, in caso di discorso orale, eccede in avverbi (“assolutamente”) o prende tempo per collegare le parti del discorso (“in qualche modo”, “come dire”), oscura il contenuto.
E’ capitato stamattina, sotto un post con le immagini della polizia che blinda il Teatro India, come aveva già fatto con il Teatro Argentina. Invece di preoccuparsi per quel che avviene, una signora ha strillato che all’assassinio dell’italiano.
Finire in un incubo, ma consultando il vocabolario.

FINIRE IN UN INCUBO CONSULTANDO IL VOCABOLARIO ⋆ Lipperatura E' sconvolgente che si ignorino fatti gravissimi, con la polizia davanti al Teatro Argentina e al Teatro India, solo per uno schwa.

SIPARIO ⋆ Lipperatura 31/01/2024

C'è qualcosa che non ho mai dimenticato, e che appartiene a un tempo lontanissimo. Entrare nella platea di un teatro mentre si stanno facendo le prove. Dunque, entrare in punta di piedi, col rispetto che si deve, temendo lo scricchiolio delle scarpe. Scivolare su una poltrona, trattenendo il fiato perché anche le poltrone scricchiolano, e il silenzio non va rotto. Osservare. Ferma, ricomincia, ancora.
Ci ripensavo lunedì sera nel retropalco del Teatro Quirino, ci ho ripensato ieri, guardando fotografie che non avrei mai voluto vedere: l’esercito schierato davanti al Teatro di Roma per proteggerlo da un gruppo di artisti che manifestavano contro la scelleratezza dello spettacolo (non teatrale, ma politico) in corso.

SIPARIO ⋆ Lipperatura Lo spettacolo politico sul Teatro di Roma lascia senza fiato: ancora peggio, lo spettacolo dell'esercito schierato contro gli artisti.

PER MICHELA MURGIA ⋆ Lipperatura 30/01/2024

Ieri mattina scrivevo dell’intelligenza dei gruppi e di quella scintilla percepibile quando un gruppo non necessariamente affine per carattere e storia, ma per intenti, si unisce. Ecco, ieri sera, durante la lettura di Dare la vita di Michela Murgia al Teatro Quirino, quella scintilla si è accesa di nuovo, quando amiche e amici hanno letto le parole dell’amica scomparsa, eppure presente.
“E un giorno forse, quando ogni cordone ombelicale sarà creduto reciso, lei ritornerà a me sul filo di una storia, e nella memoria di quel racconto capirà che nella vita non si nasce solo una volta. Quel giorno diremo a voce alta il nostro nome per intero, e raccontare non sarà mai più un gioco da bambini”.
(Michela Murgia, Dare la vita)

PER MICHELA MURGIA ⋆ Lipperatura La lettura pubblica di "Dare la vita" di Michela Murgia al Teatro Quirino a Roma, con un gruppo di amiche e amici.

DITE AMICI ⋆ Lipperatura 29/01/2024

Negli ultimi tempi alcuni fra i miei amici e amiche (quelli in carne e ossa, intendo, quelli che mi conoscono e frequentano non solo sui social) si preoccupano per me. Che farai, mi chiedono, dal 30 giugno? Non temi, dicono alcuni fra gli alcuni, di perdere visibilità? Di non sapere come impiegare il tempo?
Sulla seconda e la terza so cosa dire, ma alla prima domanda non ho ancora risposte. O meglio, ho risposte parziali ma che non riguardano la mia trascurabile esistenza ma in generale il modo in cui viviamo la cultura negli ultimi tempi. Provo a spiegarmi.
Leggo le cronache, leggo molti articoli sulle egemonie culturali, di destra o sinistra, attuali e pregresse, e trovo che ancora non si discuta abbastanza sul funzionamento del sistema culturale medesimo. Non sono convinta che possa continuare così come lo conosciamo: grandi eventi, grandi festival, grandi teatri, insomma, con la concentrazione di produzioni e manifestazioni in alcuni luoghi-totem. Credo che dovremo studiare, tutte e tutti, una direzione diversa. Sapere quale è un bel problema, ma non dubito che in tempi neanche troppo lontani diventerà abbastanza chiaro.
Quello di cui sono certa è che bisogna puntare molto, moltissimo, sulla famosa intelligenza dei gruppi. Che è una cosa molto precisa. Segue, ovviamente, sul blog.

DITE AMICI ⋆ Lipperatura I tempi stanno cambiando, non solo per me ma per tutti, specie nel sistema culturale così come lo abbiamo conosciuto fin qui.

TRUMP, LA DESTRA, L'INCAPACITA' DI CAPIRE, E DI DESIDERARE ⋆ Lipperatura 25/01/2024

C'è qualcosa che continua a sfuggirci, in ogni campo: in quello culturale, consiglio la lettura dell’articolo di Nicola Lagioia su Lucy, dove si evidenzia molto bene che continuare a ragionare solo delle nefandezze della destra non porta da nessuna parte, se non si contrappone un progetto e se non si riesce a far crescere una comunità.
In poche parole, che credo di aver scritto fino allo sfinimento: accusare gli elettori di essere brutti e sporchi e ignoranti non solo non serve, ma denota un sentimento di superiorità morale ingiustificato. La politica, e il vivere insieme, presuppongono che ci si sappia mettere nei panni degli altri: non per porgere l’altra guancia, ma per capire. Se non si fa, ecco che ritorna Trump, ecco che la destra, in Italia e non solo, si consolida.
Certo che è difficile. E forse la mia generazione ha meno strumenti per farlo. Perché è nata da genitori che hanno vissuto e molto spesso (non sempre, attenzione) combattuto il fascismo. Perché era adolescente quando il fascismo di ritorno era vivissimo e si moltiplicavano i golpe e le dittature. Perché era ventenne ai tempi delle stragi neofasciste. Perché, infine, era convinta che esistesse un progetto di futuro.
Quel progetto oggi non c’è. O se c’è non si vede, non è coeso, è stropicciato, non affascina.

TRUMP, LA DESTRA, L'INCAPACITA' DI CAPIRE, E DI DESIDERARE ⋆ Lipperatura Sembra difficile per molti e molte capire i motivi del ritorno di Trump e del consolidamento della destra in Italia.

24/01/2024

Ci sarà lo streaming! Per ora dalla pagina facebook di Rizzoli, ma ci sarà.

PERCHE' E' DIFFICILE DIALOGARE SUI SOCIAL: VOLUME 50 ⋆ Lipperatura 24/01/2024

Come imparare a discutere, volume cinquantesimo.
Il blog che state leggendo è nato quasi vent’anni fa. Era il novembre 2004, si respirava l’euforia da blog (io, anzi, sono arrivata con almeno due anni di ritardo rispetto ai pionieri), e il fatto che si potessero trovare tante idee esposte quotidianamente, e quotidianamente commentate, sembrava segnare l’inizio di un grande cambiamento. Poi ci siamo spostati sui social, che spingono per propria natura a un raggiungimento di visibilità maggiore, alla battutina fulminante, al flame arguto.
Questo, almeno, fino a quattro anni fa.
Dopo la pandemia le cose sono cambiate parecchio. Ancora scontiamo, senza averne davvero parlato, la spaccatura in due fronti opposti che ha avuto effetti sanguinosi su tutte e tutti noi. Oggi i flame non sono arguti e sono, quasi sempre, sh*tstorm, o pubblica gogna.
Dunque non bisogna usare i social? Certo che sì. Ma in questa fase non siamo molto capaci di farlo, non per questioni importanti almeno, o, come si suol dire, divisive. Forse torneremo a esserlo, quando riusciremo ad analizzare per bene quello che ci è successo dal gennaio 2020 a oggi.
Perché sono una possibilità meravigliosa: e ci permettono di danzare insieme.
«Dance, dance, otherwise we are lost», come diceva Pina Bausch.
Balla, balla, altrimenti siamo perduti.

PERCHE' E' DIFFICILE DIALOGARE SUI SOCIAL: VOLUME 50 ⋆ Lipperatura Dopo la pandemia, abbiamo perso la capacità di dialogare sui social: forse torneremo a farlo, ma non credo in tempi brevi.

COME USARE UN FIAMMIFERO: SUGLI INTELLETTUALI E LO SCHIERARSI ⋆ Lipperatura 23/01/2024

Mi scrive un mio contatto di non pochi malumori provati dalla ultima rubrica che ho scritto per L’Espresso, scambiato per una difesa a prescindere e per l’invito a non schierarsi in caso di guerra. Non è nessuna delle due cose: intanto invito a leggerlo, perché è visibile integralmente in rete. Semmai, in quell’articolo, provavo e provo ora a problematizzare la posizione degli intellettuali invitati a schierarsi per Gaza, chiedendomi cosa si intende per schieramento e cosa si dovrebbe e potrebbe fare. Uno status su un social? Onestamente, lo trovo poco utile, anche considerando quanto è difficile intraprendere qualsivoglia discorso complesso sui medesimi. E allora?
Nella rubrica ho riportato l’amarezza e i dubbi di Franco Fortini ai tempi della guerra del Golfo. Qui posso rimandare a due pareri lontani, novecenteschi, appunto. Quello di Umberto Eco e quello di Antonio Tabucchi.
Suscitare dubbi, riflettere a voce alta, provare a capire è quel che abbiamo: questo è. Per dirla con Tabucchi, “Non è facile far luce, e del resto, come diceva Montale, ci si deve accontentare dell’esile fiammella di un fiammifero. Ma è già qualcosa. L’importante è tentare di accenderlo.”
Ma l’ultimo luogo, oggi come oggi, dove accendere fiammiferi sono i social, perché quel che si ottiene è far saltare tutto senza alcun risultato utile. Così la penso, almeno, io che non sono che un frammento di unghia di Eco e Tabucchi e forse neanche quello.
Infatti, il consiglio novecentesco con cui chiudo il mio articolo è: studiate e leggete chi ne sa più di noi. E’ il mio fiammifero, e lo uso così.

COME USARE UN FIAMMIFERO: SUGLI INTELLETTUALI E LO SCHIERARSI ⋆ Lipperatura Cosa devono fare gli intellettuali quando scoppiano le guerre? Schierarsi? Capire? Studiare? Altro? Un tentativo di risposta.

MAMMA MIA: PERCHE' E' DIFFICILE INTRAPRENDERE DISCORSI SUL MATERNO ⋆ Lipperatura 22/01/2024

Noto che le discussioni sul materno si moltiplicano e, come spesso avviene, si irrigidiscono. Le cause sono infinite, come sempre: un episodio di cronaca, un libro (come quello di Michela Murgia, “Dare la vita”, che al solito viene preso come attacco personale a chi ha figli – e che noia, e basta con i personalismi, anche, non siete il centro dell’universo – e non come la traccia di una possibilità), altro.
Ben 12 anni fa scrivevo qualche considerazione, in “Di mamma ce n’è più d’una”. Con qualche variante, temo che valga sempre.

MAMMA MIA: PERCHE' E' DIFFICILE INTRAPRENDERE DISCORSI SUL MATERNO ⋆ Lipperatura I discorsi sul materno continuano a essere divisivi: e soprattutto ogni argomentazione viene presa come fatto personale.

NOI CHE DIMENTICHEREMO E CONTINUEREMO A ODIARE ⋆ Lipperatura 18/01/2024

Qualche anno fa, al Pigneto, ho visto su un muro la scritta “Rivoltati ora, non nella tomba”. Provo a ripartire da questa frase per un’ulteriore riflessione su quello che, almeno secondo me, non è un fenomeno spicciolo.
La vicenda degli insultatori in rete, oggi di Lucarelli e Bigiarelli, ieri di Giovanna Pedretti, ma anche coloro che hanno i loro bersagli prediletti e quasi ogni giorno ossessivamente colpiscono e guai a dargli degli odiatori, con ogni probabilità verrà dimenticata come è avvenuto per il caso di Caterina Simonsen (non ricordate, eh? Qualche anno fa, studentessa di veterinaria e colpita da malattie genetiche rare, difese la sperimentazione sugli animali e venne massacrata), come per Laura Boldrini e Cécile Kyenge e per tutti coloro di cui non si parla più, perché ci sono altri da picchiare (verbalmente, ma fa malissimo lo stesso).
Eppure, mi piace tornarci: e non, lo ripeto per la centomillesima volta visto che anche in questi giorni il fraintendimento c’è stato, per la necessità di porre filtri al web, ma per capire cosa accade.

NOI CHE DIMENTICHEREMO E CONTINUEREMO A ODIARE ⋆ Lipperatura Il problema è che dimentichiamo. Dimentichiamo di aver partecipato o sanzionato vecchie polemiche e continuiamo a riproporle.

UN PAIO DI COSE SU QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IDEALISMO MAGICO ⋆ Lipperatura 17/01/2024

Stamattina mi sono imbattuta in un commento che deprecava “l’idealismo magico”. Cito il commento, di per sé ininfluente come potreste giustamente rimproverarmi, perché è la spia di un modo di vedere molto più vasto: so di ripetere fino allo sfinimento che senza mito e immaginario siamo nulla, ma dal momento che sembra non esserci argine, insisto.
Anzi, cito Benjamin Labatut, l’autore di Quando abbiamo smesso di capire il mondo e Maniac. Che, attenzione, parlano, labatutianamente, di scienza e scienziati. Labatut, in un’intervista del 2021, dice:
“La realtà non basta. La realtà non ci è mai bastata. Da quando l’essere umano ha iniziato a pensare, ha ricoperto il mondo intero con uno strato di finzione. Se lo si toglie, di solito il risultato è terrificante. Perché senza la finzione il mondo non ha senso. Più che scrivere sulla scienza, mi interessa scrivere su ciò che la scienza scopre ma non riesce a comprendere, almeno non del tutto. E l’unico modo di avvicinarsi al cuore oscuro delle cose, o alle loro arterie più luminose e accecanti, è attraverso i meccanismi della visione interiore, che sono proprio quelli dell’arte e della finzione. Ci sono molte cose che si nascondono dietro i fatti, perché ai mostri non piace far vedere il proprio viso. Illuminare quello spazio, penetrare nei meandri della mente umana, richiede un atto creativo, qualcosa che sia pieno della stessa incertezza, e della stessa potenza e stranezza, che c’è nell’anima del mondo”.

UN PAIO DI COSE SU QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IDEALISMO MAGICO ⋆ Lipperatura A volte ritornano, e continuano a dire che il cosiddetto pensiero magico fa male: a far male, so di ripetermi, è altro.

LA VIOLENZA, IL SACRO E LA CORRIDA: PICCOLO EXCURSUS SULL'ODIO ⋆ Lipperatura 16/01/2024

Forse sono ingenua, ma credo che quello che è successo in questi ultimi giorni potrebbe cambiare qualcosa: ma, attenzione, non sto parlando né dei giornali né dei social in quanto entità. Sto parlando di noi, delle persone, che sui social siamo e che continuiamo a obbedire a un istinto antico, che è quello di muoverci in gruppo cercando un bersaglio, e unirci post dopo tweet dopo storia Instagram per annientarlo. Storia antica, come scrisse René Girard in La violenza e il sacro e in molto altro: c’è una crisi sociale, serve un sacrificio (un linciaggio) che ristabilisca, almeno apparentemente, pace in una comunità turbata.
Conosco la reazione: io non sono così. Non è vero. Da qualche parte, dentro di noi, siamo tutte e tutti così. Solo che alcuni di noi riescono a contenere l’istinto primitivo, a lasciare le dita sollevate non con il sasso in mano ma sulla tastiera e a chiedersi “cosa sto facendo?”, e tacere, e vergognarsi anche di sé. Altri e altre no.
Dobbiamo dunque, prima di accusare i social o i giornali o questo o quella, essere capaci di dirci che quello che vediamo ogni giorno in rete siamo noi. Nella nostra bruttezza e nella nostra bellezza, anche: ma tutta insieme. Non l’abbiamo mai vista così nel corso della storia, e non siamo, parlando in generale, capaci di muoverci in questo scenario, non ancora.
Certo che i social amplificano l’odio. Ma dobbiamo fare un passo indietro al prima, o almeno al prima relativamente recente. Dai, facciamolo.

LA VIOLENZA, IL SACRO E LA CORRIDA: PICCOLO EXCURSUS SULL'ODIO ⋆ Lipperatura La violenza collettiva contro un bersaglio non nasce con i social: è molto più antica, ma oggi è visibile.