Sindrome Post Aborto

Sindrome Post Aborto

Un grido si è udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e rifiuta d

10/05/2023

Antonella Elia parla del suo ab**to quando era giovane.
Andato in onda l’8 maggio 2023

12/04/2022

«Non sono passati ancora 5 mesi, ma questo è un periodo terribile… si avvicina la data del parto e io mi sento sempre più vuota! pensavo che le lacrime fossero finite, pensavo di aver smesso di piangere, invece è come se fossi tornata a 5 mesi fa… piango, piango… non riesco a smettere… piangerei giorni interi… e quando sfinita la smetto c'è una sensazione strana dentro che non so descrivere… dolore, angoscia, solitudine, vuoto totale e assoluto… darei tutto per tornare indietro… e quando dico tutto intendo proprio qualsiasi cosa! voglio solo conoscere quel bambino, stringerlo, odorarlo… fa male, fa male qualsiasi cosa…»

Da un forum di diversi anni fa

31/03/2022
07/03/2022

POST DEL 2009 TROVATO SU UN FORUM

«Sono veramente sconvolta!!!!
Premetto che parliamo di una persona di 36 anni sposata da quasi 10!!!
Dunque,circa un mesetto fa,poco dopo Natale mi chiama tutta eccitata,dicendomi che era incinta,che finalmente avrebbe avuto un bambino e che era superfelice di questo....aveva la prima eco martedì scorso,le avevo raccomandato di farmi sapere come era andata ma martedì non ho sentito nessuno...per discrezione ho aspettato fino a mercoledì pomeriggio e poi l'ho chiamata(non resistevo + e ero anche un po' preoccupata).
Mi risponde con una voce da funerale,mi si è gelato il sangue,ho pensato che fosse successo qualcosa,mi ha risposto che era tutto a posto solo che erano due,li per li ho capito la sua frustrazione,anch'io quando ho saputo che erano due mi volevo suicidare per dopo un paio d'ore era tutto passato,comunque ha cominciato a dire che lei non se la sentiva,due sono troppo impegnativi e mi ha anche detto"vedendo come sei ridotta tu....."insomma non è che faccio proprio così schifo!Certo sono un po' stanca ma + o - sono tornata quella che ero prima della gravidanza e onestamente questa sua affermazione mi ha dato fastidio....comunque questo è un'altro discorso,ho chiuso la telefonata fscendole gli auguri e rassicurandola che anche con due gemelli la vita continua..e anzi è + bella di prima!Poi questa mattina mi arriva l'sms....con scritto"Ti prego di non dire niente ma volevo informarti che il 5 Febbraio vado a abortire"
Sono rimasta allibbita e l'ho chiamata,avrò pure sbagliato ma è stata una cosa d'istinto,ha detto che ne ha parlato con suo marito e che due sono troppi,lei non se la sente di prendere questo impegno,ma la cosa peggiore è che alla fine mi ha anche detto che dopo l'intervento appena possibile ci riprovano e se ne viene uno solo lo tiene!!!!Ma che è un cane???
Non voglio alzare polemiche con questo post,veramente,so che ci sono persone che devono ricorrere all'ab**to e le capisco,ma una persona sposata che è incinta perchè l'ha voluto e utilizza l'ab**to come metodo anticoncezionale non la tollero e non la capisco!
Senza contare che ho trovato molto di cattivo gusto rendere partecipe proprio me di questa situazione dato che ho due gemelli!Ora Giulia e Davide sono sul seggiolone che mi guardano,e io penso ai quei due bimbi che non potranno mai sorridere a nessuno....mi sento morire...non so che fare,la lascio stare senza interve**re oppure provo a convincerla di tenerli?»

Non conosciamo la sorte di questi bambini.

04/03/2022

ESATTAMENTE COME SUA MADRE

In una lettera inviata questa settimana al quotidiano elettronico Hispanidad.com, il sacerdote José F. Guijarro ha rivelato cosa ha passato “quando si discuteva della prima legge sull’ab**to” e ha dovuto “prendere un taxi a Madrid, tutto vestito con la tonaca.”
“Il tassista ha approfittato del fatto che mi aveva dentro il taxi, e non aveva intenzione di buttarmi fuori dal finestrino, anche se era aperto (ricorderete che la legge è entrata in vigore il giorno di San Lorenzo, quindi eravamo in piena estate), e mi ha chiesto con tono scherzoso: «Che cosa ne pensa dell'ab**to?»
Se si fosse rivolto a me seriamente, gli avrei risposto seriamente, ovviamente. Ma, di fronte all’aria di sarcasmo e di scherno, ho approfittato del fatto che non sapevo chi ci fosse sul taxi, e gli ho risposto, senza fare una piega: «La penso esattamente come sua madre».”
Secondo il sacerdote, il tassista “ha avuto uno spasmo alla glottide (se sua madre non l’avesse pensata come me non gli avrebbero dato la licenza di tassista), non ha detto una parola e, una volta giunto a destinazione, ho dovuto chiedere quanto gli dovevo, perché, altrimenti, sarei sceso senza pagare e lui non se ne sarebbe nemmeno accorto».

(26/9/2011 https://www.aciprensa.com/noticias/sacerdote-espapol-deja-atsnito-a-taxista-con-respuesta-sobre-ab**to)

22/01/2022

Il 22 gennaio 1973 sette giudici (uomini) della Corte Suprema degli USA legalizzarono l’ab**to per tutto il periodo della gravidanza a livello federale. Da allora più di 60 milioni di creature innocenti sono state trucidate nel grembo materno, solo negli USA.

22/12/2021

«vi capita?.. una di quelle sere in cui lo vorresti qui.. in cui ti maledici in cui vuoi sentirti sola in cui vuoi stare male x lui. in cui vuole solo pensarci e piangere piangere.... e solo piangere e continuare a pianger xk nn c'è +... ed è solo colpa tua.... vorrei si potesse andare li in cielo a riprenderlo.... cm se fosse stato tutto un sogno... come se avessi potuto.. come se nn fosse mai arrivato quel giorno in cui alla festa del papà.. il mio bambino è morto a causa della mia scelta... a 15 anni mi disse una signora non è doloroso.. beh ne ho quasi 18 e ogni anno ogni mese.. è un dolore + grande... un infinita voglia di tornare indietro... di nn averlo mai fatto.. o mai vissuto... ti voglio bene angelo mio.... perdonami..»

05/12/2021

Da un forum sull'ab**to:
«La mia esperienza risale a 3 anni fa… mi tremano le mani mentre scrivo… ho abortito che avevo 19 anni. Era volutissimo da parte mia, ma dal padre del bambino no. ero molto molto combattuta, mi sentivo estremamente sola, e alla fine ho optato per quella difficilissima decisione. ancora a 3 anni di distanza sto male al solo pensiero di quello che ho passato… naturalmente col padre del bambino è finita e ora sto con un ragazzo meraviglioso.
A volte penso di aver superato al 100% il dolore, altre, come questa mattina mi sento molto giù. Ho sognato che abbracciavo forte mia figlia e non volevo lasciarla più. mi sento un mostro… »
«mi sento sporca dentro, sbagliata e tremendamente insicura, cedo al pianto in qualsiasi momento in cui penso al mio bambino che ho ucciso… vi prego ditemi che tutto questo finirà… ho bisogno di parole di conforto, penso spesso al suicidio… ho tremendamente bisogno di aiuto»

Libertà di scelta… libertà di uccidere e di uccidersi, “conquista” del femminismo.

04/12/2021

«Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini.»

Dietrich Bonhoeffer

23/11/2021

VEDEVO IL BARATTOLO RIEMPIRSI DEL MIO BAMBINO FATTO A PEZZI

Quel giorno seppi che avevo tolto la vita all’unico bambino che avrei mai portato in grembo. Avevo venticinque anni e stavo impazzendo quando seppi di essere incinta. Il padre del mio bambino era andato via, ed io ero sola e disperata. Non lo dissi a nessuno tranne alla mia migliore amica che mi portò in auto alla clinica per aborti di Planned Parenthood a Nashville nel 1984. Scelsi la via d’uscita più facile, così pensavo all’epoca.
Ricorderò quel giorno per il resto della mia vita. La stanza era fredda come lo staff. Non c’era empatia, assistenza, o attenzione medica personale.
Mi sentivo come un pezzo di carne in una catena di montaggio mentre le ragazze venivano trasferite dentro e fuori dalla stanza. Non mi fecero nessuna anestesia, né medicazione, né mi diedero una mano da tenere.
Seppi di avere fatto un errore non appena udii il rumore di aspirazione della macchina, ma era troppo tardi per cambiare idea.
Ricordo di aver guardato il barattolo e di averlo visto riempirsi di pelle, sangue e tessuto del mio bambino. Dissi all’infermiera che stavo per rimettere e lei mi disse: “Basta che stai tranquilla”. Non sono mai stata più la stessa.
Alcuni giorni dopo, mentre ero al lavoro, cominciai ad avere crampi, sanguinamenti e febbre, tutto dovuto all’ab**to incompleto. Dovetti lasciare il lavoro immediatamente per cercare assistenza medica.
Erano rimaste parti del bambino dentro di me, provocando una grave infezione, e un raschiamento d’urgenza raschiò via i resti dal mio utero.
Un anno dopo, attorno alla data dell’ab**to, cominciarono gli attacchi di panico. Stavo uscendo di senno. Divenni molto depressa e cercai di uccidermi prendendo un’intera bottiglia di pillole antidolorifiche, e rimasi incosciente per tre giorni. Ero a casa da sola.
Un terapeuta ha lavorato con me per un anno, ma non toccò mai l’esperienza dell’ab**to.
Dopo anni di droga, alcool e sesso promiscuo, sapevo che la mia vita doveva cambiare. Andai via dalla città, sposai un uomo meraviglioso; frequentavamo la chiesa e abbiamo dato i nostri cuori a Gesù.
Cercammo di avere un bambino, ma qualcosa non funzionava. La clinica per la fertilità determinò che ero sterile a causa del danno provocato dall’enorme cicatrice lasciata dall’ab**to.
Volevo morire. Non potevo stare attorno ai bambini o andare a una festa per una mamma incinta. Mi sembrava di stare scavando una buca e di morire. Caddi in una profonda depressione clinica. Nessuno mi aveva detto che mi sarei mai sentita così.
Rifiutai di pensare all’adozione fino ad un giorno in cui stavo piangendo all’altare ed una piccola bambina di due anni mi mise le braccia attorno e mi disse che mi amava. In quel momento seppi che potevo amare il figlio di qualcun altro come fosse mio. Cominciò la guarigione… Dio però non aveva ancora finito con me.
Una sera ad una conferenza di donne, Dio mi purificò e liberò da ogni senso di colpa e vergogna. Egli mi diede libertà e perdono, facendomi uscire dalla mia prigione personale.
Dopo la metamorfosi spirituale, tornai a casa per ricevere una chiamata dall’ufficio adozioni e la mia bella figlia di cinque mesi e bi-razziale, Arabella, venne a casa a vivere con noi. La gioia fu indescrivibile. Giunsi a capire che, nella sorprendente sovranità di Dio, Egli vede il quadro completo quando noi vediamo solo un’istantanea.
Poco dopo la mia guarigione, divenni assistente in un centro di aiuto alla gravidanza ed ora dirigo il servizio di recupero dall’ab**to a Murfreesboro, nel Tennessee.
Voglio dire alle donne danneggiate dall’ab**to: C’è speranza. Dio vuole guarirvi e liberarvi.

Testimonianza di Jackie Bullard, Murfreesboro, Tennessee

18/11/2021

«Sono passati diversi mesi dal quel maledetto giorno … e quel giorno me lo sono scelta proprio bene, visto che è il giorno del mio compleanno.
Mi sono voluta punire fino in fondo per una leggerezza, per essere andata con un uomo sposato, già padre, che di noi due non sapeva cosa farsene. Nonostante le mie rassicurazioni sul fatto che avrei pensato a tutto io. Che debole che sono stata! Ma chi lo doveva difendere mio figlio, se non io?
Da allora, la mia vita non è più la stessa e comincio a pensare che non lo sarà mai più. Mi aggrappo disperatamente ad alcune persone che cercano di aiutarmi, sto andando da uno psicoterapeuta ma il dolore è sempre lancinante. La cosa più dolorosa da accettare è la totale dissociazione da quella scelta, è come se non mi riconoscessi nella persona che ha preso quella sventurata decisione. E’ vero che sembra quasi che avessi inserito un pilota automatico nella mia testa, che mi portava solo in una direzione e che ha impedito ai miei familiari di aiutarmi … Continuavo a ripetermi che non potevo che prendere quella decisione, che quella era la soluzione più giusta! che follia … Un grande rammarico che ho è di non aver mai visto un’ecografia: purtroppo all’ospedale durante la visita non ti fanno vedere né sentire niente. Ed io, che mi sentivo benissimo, non ho realmente percepito che ero “incinta”. Ma, stranamente, appena uscita da quella stanza di ospedale, il mondo mi è crollato addosso. Ho subito sentito che non c’era più dentro di me, ho cominciato a piangere e da allora non c’è giorno in cui non pianga, l’insonnia è diventata la mia compagna di notte, mi impongo di lavarmi e vestirmi solo per andare a lavorare. Ma niente ha più senso, ho solo un grande vuoto, un grande dolore … mi dicono che “con le risorse che avevo in quel momento non potevo fare diversamente”, ma questo non mi consola. Potevo e dovevo trovare altre risorse, dentro e fuori di me…»

da http://www.psico-terapia.it/ab**to-volontario

10/11/2021

"Ho solo 18 anni e circa un anno fa purtroppo ho abortito….Non è stata una scelta mia ma specialmente del mio ragazzo…. lui non voleva il bambino in nessun modo e così ho deciso di abortire, ho seguito una procedura lunghissima e difficile per far si che i miei genitori non sapessero niente… poi il giorno prima dell intervento lo vidi, aveva già manine e piedini, quell’ immagine non me la scorderò mai, era il mio bambino, tutto mio. All’ inizio non è stato difficile, ma adesso mi capita di piangere in camera da sola e di pensare a come sarebbe stato, avrebbe avuto poco piu di 2 mesi adesso… magari sarebbe stato la più grande gioia della mia vita, e invece non è qui, l’ ho ucciso, ogni volta che vedo dei genitori con un bimbo piccolo mi sento male, quando passo dai negozi per bambini mi fermo sempre a sognare a quanto sarebbe stato bello averlo lì con me il mio piccino…. vorrei un aiuto non posso parlare con nessuno, lo sa solo il mio ragazzo che però crede che quella sia stata la cosa migliore"
Elisa

05/11/2021

ORDINARIA AMMINISTRAZIONE, vita e morte

“…domani mattina verrà alla luce il mio terzo figlio… nascerà con cesareo programmato….. ho saputo per caso che l'intervento su terrà in tarda mattinata perché prima di me la sala operatoria sarà occupata per ben 5 Interruzioni Volontarie di Gravidanza.
Sono sotto shock al pensiero che il mio piccolo vedrà la luce in quella stanza dove saranno appena stati uccisi 5 bambini indifesi.…”

Photos from Sindrome Post Ab**to's post 29/10/2021

«Ab**to su richiesta e senza scuse»

17/10/2021

Kathi Aultman effettuava aborti. Una serie di eventi le hanno gradualmente fatto cambiare idea.
«L’ultimo punto di svolta ci fu quando cominciò a leggere riguardo all’Olocausto nella Germania nazista, e comprese che lei non era diversa dai medici tedeschi che commisero terribili crimini contro Ebrei ed altri gruppi presi di mira. “Quello fu il punto in cui capii che l’ab**to era sbagliato e divenni pro-life”.
La Aultman ha detto di avere trovato perdono e guarigione in Cristo per aver abortito il proprio bambino e quelli di tante altre donne.»

https://www.lifenews.com/2021/10/15/she-used-to-do-abortions-but-now-this-obgyn-is-totally-pro-life/

17/10/2021

21 luglio 2021, mezzogiorno e un po', Cristo Re.

La visita sarebbe dovuta essere una settimana dopo, ma l'angelo custode di Alessandra, la mia ginecologa, le ha suggerito di darmi appuntamento subito. Vieni domani, ti visito per ultima. L'angelo custode di mia mamma, invece, la convince ad accompagnarmi. "Hai Chicco, magari si agita, fa caldo, ti accompagno". Nella sala di attesa molte pance, arrivate quasi alla fine. Ascolto le risate e le paure di chi aspetta di salire sulla giostra più particolare del mondo: il dolore atroce e la gioia eterna del parto.
È il mio turno. Entriamo sorridendo e scherzando. Il gel freddo sulla pancia: eccola lì. Stranamente ferma. I miei figli sono sempre stati esagitati sin da subito. Alessandra muove la sonda sempre con più agitazione, mi tocca la pancia. E lei galleggia.
Due minuti lunghissimi.
"Maria Rachele. Mi dispiace, non c'è battito". ...
Piango, poco perché mi ricordo che c'è Chicco, che infatti subito mi vuole ve**re in braccio.
Mamma mi guarda.
Io la guardo.
Chicco si accoccola, in silenzio, sul mio seno. Con le mani sotto la pancia, come quando era piccolo.

Rimbomba una frase: non c'è battito.
Sara è morta.

Prendo il telefono: "Amore, non c'è battito".

Ho solo un desiderio, tornare a casa e abbandonarmi nelle braccia del mio sposo.

Alessandra mi prospetta le possibilità. Devo scegliere. Ma ho un solo desiderio "io non voglio che Sara finisca nei rifiuti. Voglio seppellirla. Michele qualche settimana fa ha detto a Stefano, prima di addormentarsi, che nella pancia di mamma c'è Sara. Sara È."

Sia chiaro: questo "voglio seppellirla" nasce dal mio impegno, dal mio sapere, non perché sono più brava delle altre mamme, sono semplimente graziata. Avevo il numero di Emiliano perche già ci avevo collaborato. E dopo mio marito, quella, è stata la prima telefonata che ho avuto l'urgenza di fare.

"Non voglio che finisca nei rifiuti ospedalieri".

Ieri, era giornata del lutto perinatale, e il mio pensiero è corso a quel 21 luglio.

"Uh, meno male che era all'inizio"
"Meglio ora che poi"
"Certamente era malato, meglio così"
"Dai, lo rifate subito uno"
"Togliti questo dente subito, così non ci pensi più"

Queste alcune delle frasi rivolte a me, dagli amici che, poveracci, hanno provato a rispondere al mio "Sara è andata in Cielo, senza passare per il via"

Torno a casa, mamma si porta via i bimbi, resto qualche ora sola con Stefano. Sono rannicchiata sul divano e guardo la mia pancia: sono passata da essere misterioso custode della Vita, ad un sepolcro. Sono un sepolcro.

Andiamo a prendere i bambini Michele mi corre incontro. Non sa nulla ma mi salta sulla pancia: "Mamma, come stai? Ma c'è Sara?"
"Si, amore. Ma è stanca stanca. Ti ricordi nonna Livia che ha dormito il sonno speciale e e andata da Gesù? Può andare anche Sara da Gesù?"
Si piega, mi dà un bacio sulla pancia, punta l'ombelico: "Sara, vai da Gesù?"

Il giorno dopo preospedalizzazione. Chiamo Emiliano Ferri che mi manda il foglio di richiesta di seppellimento.

Preospedalizzazione, counselling, consenso informato, operazione da tutti lascio un foglio: voglio il corpo di mia figlia. Voglio seppellirla.

Ed è un diritto che la legge, ringraziando il cielo, riconosce.

"Uh, meno male che era all'inizio"
"Meglio ora che poi"
"Certamente era malato, meglio così"
"Dai, lo rifate subito uno"
"Togliti questo dente subito, così non ci pensi più"

Lo diresti mai ad una mamma che ti comunica che è morto il figlio?

Si sta parlando di Sara. Di mia figlia. Mia figlia era, avevo ascoltato il suo battito, l'avevo vista sgambettare allegramente. Le avevo cantanti una ninna nanna. I fratelli ci avevano giocato, parlato, baciato.
E no, non è meglio prima. Non so cosa darei per poter avere un secondo in più della sua vita.

E no, anche fosse stata malata avrei voluta stringerla tra le mie braccia, sentire il suo profumo, accarezzarle la pelle, mangiarmela di baci.

E no, anche se spero di poter avere la grazia di nuovi figli, non saranno mai Sara, unica irripetibile amore di mamma e papà.

Quanta acqua avvelenata abbiamo bevuto tutti.

Mi ci ha fatto pensare mia cognata, quando abbiamo avuto la possibilità di abbracciarci per la prima volta da quando Sara era in Cielo: "guardavamo il funerale e ho chiesto a Roby: ma perché non sono corsa da loro e sono "solo" collegata? Perché siamo imbrigliati in questa cultura che deve per forza convincerci che non è niente, per non fare cadere il castello dell'ab**to."

Castello dell'ab**to che porta le parole che feriscono di più?

"Vuoi seppellirlo? A quante settimane sei?"

Castello dell'ab**to che porta la bugia che più denigra il nostro dolore, aggiungendo dolore al dolore: è un grumo di cellule.

No, grumo di cellule un c***o. È mia figlia.

La violenza della ideologia così cieca e cinica tanto da arrivare fino a asfaltare il dolore più intimo e acuto di una mamma.

È pericolosissimo per questa ideologia che qualcuno voglia seppellire il proprio figlio?

31 luglio, Sant'Alberto Magno e cimitero Laurentino.
Abbiamo potuto celebrare il funerale a Sara, e potuta seppellire. In cordata con la Chiesa. Non soli. Abbandonati. E solo Dio sa che fatica ottenere quei fogli che mi erano dovuti di diritto, che fatica fare giri a vuoto con il grembo, quello sì fottutamente vuoto ma pesante, solo Dio sa lo sconforto di trovare allo sportello della Asl un cretino patentato che ha buttato i miei fogli sul suo tsovlo e ridendo mi ha detto "e con questo cosa vorresti ottenere?" Solo Dio sa perché non gli ho sfondato l'ufficio come da primordiale istinto e gli ho risposto "Seppellire mia figlia, morta". "Con questo documenti non lo otterrai mai" "guardi provo ad essere calma: è la prima volta e spero l'ultima che mi trovo qui. Può indicarmi i documenti che le servono?" "Non lo so". Solo Dio sa quanto è stato provvidenziale che sia arrivato un suo collega a portarmi un foglio, ma soprattutto a togliermelo da davanti. Solo Dio sa quanto è stato con me generoso perché mamma mi aspettava giù, perché al Cristo Re sono stati dolcissimi e hanno parlato direttamente con (santo subito!) l'avvocato Emiliano Ferri, solo Dio sa. Come sa che il giorno del funerale un dipendente dello stesso ospedale voleva rimandare dietro Emiliano, e non lasciarmi mia figlia. Ma siccome io ho un Padre generoso avevo il numero del reparto e "l'ho liberata".

Ecco, da quando ho fatto il funerale di Sara, e l'ho detto pubblicamente, sono tantissime le mamme che mi hanno contattato per dirmi che a loro nessuno aveva detto che avrebbero potuto farlo.

Nessuno ha detto loro che il figlio avrebbero potuto seppellirlo anziché farlo finire tra i rifiuti ospedalieri. O alla mamma a cui hanno detto la bugia che se lo avesse partorito a casa non avrebbe potuto seppellirlo. O ancora mamme che sapendo, hanno chiesto e che hanno visto rifiutata la loro richiesta perché fatta a voce. O come quella mamma che ha partorito due gemelline morte alla 23esima, che le hanno rifiutato di poterle abbracciare, e che ha scoperto solo ora che sono seppellite e nessuno le sa dire dove. Dolore che si aggiunge ad un dolore già scarnificante.

Quando scopri che non c'è più battito, ti spiegano subito cosa accadrà, ti prospettano le possibilità, come espellerlo, quando, se vuoi aspettare, se ti devi sbrigare, a casa, in ospedale, al pronto soccorso, a metà. Quando vai in ospedale ti fanno firmare pagine e pagine di consenso informato.
Io mi batterò perché nel counselling e nel consenso informato sempre si chieda alle mamme se vogliono il corpicino del loro figlio per poterlo seppellire. Per avere un luogo dove andare a piangere.

E sarò sincera: non me ne fraga nulla se questo può urtare la ginecologa di turno. La ideologa di turno.

Quelli sono nostri figli!

Io mi batterò perché nessun altra mamma debba passare l'umiliazione che ho vissuto io dentro quell'Asl.

Perché nessuna mamma possa più ve**re da me "se lo avessi saputo, ... Mio figlio è finito nei rifiuti" con gli occhi gonfi di lacrime e il cuore turbato.

Perchè nessuna mamma debba chiedere un avvocato per farsi dire dove sono seppellite le sue figlie.

Perché a nessuna mamma venga aggiunto dolore ad un dolore già immenso.

Perché la prassi per ottenere i documenti di seppellimento sia conosciuta da tutti, chiara, veloce, e magari, lo sforzo di reperire i documenti, a carico dell'ospedale.

Care mamme e papà,
Che avete questo dolore nel cuore. Non so se siete riusciti a seppellire o meno i vostri figli, ma sono certa di una cosa, la più importante: Sara e tutti i nostri figli ci proteggono, ci ascoltano, intercedono per noi, Santi tra i Santi. Abbiamo carne delle nostra carne nel Cielo, e in attesa, ma senza fretta perché l'eternità non ha fretta!, che arrivi il nostro momento: ci verranno incontro festosi per accoglierci in Cielo. "Mamma, papà, vi aspettavamo!"

Tutti i nostri figli, anche quelli della mamme ingannate dalla grande fregatura dell'ab**to procurato, ci aspettano festosi!
A Dio. ❤️

https://www.provitaefamiglia.it/blog/giornata-lutto-perinatale-pvf-in-italia-1-madre-su-6-vive-questo-dramma-e-un-diritto-delle-donne-poter-seppellire-il-figlio

Photos from Sindrome Post Ab**to's post 10/10/2021

IL QUARTO REICH È FRA NOI

«Dal 1992 al 1998 non è più nato nel Lazio nessun malato di anemia mediterranea. Nel 1999 ne sono nati due, ma per cause indipendenti dal piano di prevenzione. Nel corso degli ultimi 25 anni ne sarebbero nati, in assenza degli interventi di prevenzione, più di 200.
Il dato evidenzia chiaramente gli enormi benefici che il piano di prevenzione ha arrecato non solo a livello medico, morale e sociale alla popolazione del Lazio, ma anche a livello economico-finanziario.»

https://bit.ly/QuartoReich

L’immagine del bambino morto si scolpì nella mia anima 27/09/2021

"Continuavo a piangere. La dottoressa uscì e il medico girò, sadicamente, lo schermo della macchina per l’ecografia verso di me e vidi, vidi l’immagine di mio figlio morto: braccia e gambe alzate, completamente rigide. Soffocato da quel liquido, cosa avrà sentito? Quello che fino a quel momento avevo percepito come un’anomalia immaginandomelo quasi come un brutto tumore, ora appariva in tutta la sua pura e semplice realtà: un bambino, il mio bambino morto, ucciso da me, sua mamma. Girai sconvolta il volto, ma ormai era troppo tardi: l’immagine di mio figlio morto, ucciso da me, sarebbe rimasta per sempre nel profondo della mia anima. Continuavo a piangere. Appena uscita dall’ambulatorio, lo dissi a mio marito che mi aspettava in sala d’attesa. Non capivamo. Era ora di pranzo e la dottoressa, gentilmente, ci suggerì un bel localino dove andare a mangiare. Trovai assolutamente assurdo solo pensare di poter mangiare. Come potevo mangiare con un figlio morto in pancia? Come avrei potuto continuare a vivere in quelle condizioni?"

L’immagine del bambino morto si scolpì nella mia anima Una drammatica testimonianza post-fivet e post-ab**to raccolta dalla psicoterapeuta Cinzia Baccaglini. Da notare l’utilizzo del linguaggio p...

18/09/2021

Questa è l’immagine di un nascituro a 12 settimane dal concepimento, realizzata dalla ADAM, una azienda specializzata nel realizzare grafiche per la didattica della medicina (https://www.adam.com/about)
Per vedere che cosa fa l’ab**to a creature come quella raffigurata qui sotto, cliccate sul link https://bit.ly/FotoAborti
Sono immagini forti, ma che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita.

Photos from Sindrome Post Ab**to's post 17/09/2021

L’industria dell’ab**to è l’unica che non ti mostra ciò che produce.
Eddie DeHart

Le foto sono certificate dal dottor Anthony Levatino MD JD, che nella sua carriera da ginecologo ha effettuato circa 1'200 aborti, fino a quando ha compreso che effettuare aborti equivaleva ad uccidere i figli di altri.

12/09/2021

Abby Johnson dirigeva una clinica per aborti di Planned Parenthood.
Un giorno capitò qualcosa che cambiò per sempre la sua vita.
Spezzone dal film “Unplanned”, tratto dal libro della stessa Abby Johnson.
Immagini forti ma che rispecchiano una realtà che si ripete centinaia di volte al giorno nelle cliniche e negli ospedali di quasi tutto il mondo.

Link al video: https://bit.ly/UnplannedRumble
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Intervista rilasciata il 7 novembre 2009 da Abby Johnson a Mike Huckabee di FoxNews channel

MIKE HUCKABEE: Bene, lei ha aiutato molte donne ad abortire, ma ora è una forte sostenitrice della causa pro-life e partecipa alle manifestazioni di protesta proprio davanti alla clinica per cui lavorava. Diamo il benvenuto alla ex direttrice di Planned Parenthood, Abby Johnson, da Bryan College Station, Texas. Abby, è davvero bello averla qui.
ABBY JOHNSON: Grazie.
M.H. Abbiamo chiesto a Planned Parenthood di fare una dichiarazione. Abbiamo chiesto loro di essere presenti e raccontare la loro versione della storia. Abbiamo questa dichiarazione che voglio rendere pubblica. Hanno detto: «Planned Parenthood rispetta le credenze di ognuno sulla più personale tra le questioni mediche, e Planned Parenthood rimane completamente impegnata ad assicurare che ogni donna che affronta una gravidanza indesiderata conosca tutte le sue possibilità. Planned Parenthood è impegnata soprattutto sulla prevenzione. In tutta la nazione, più del 90% del servizio sanitario fornito dalle cliniche di Planned Parenthood è di natura preventiva».
Abby, il mio giudizio sulla loro dichiarazione è che loro prevengono qualche cosa. Prevengono la nascita, non le malattie. Non c’è nessuna malattia in una gravidanza. Malattia vuol dire stare male. Non stai male quando hai un bambino.
A.J. No.
M.H. Quando lavorava da Planned Parenthood, le sembrava che la cosa centrale fosse la cura della salute e la prevenzione della malattia?
A.J. No, è prevenzione, cioè, la maggior parte è prevenzione della gravidanza. Ed è così che sono rimasta coinvolta.
M.H. La prima volta.
A.J. La prima volta.
M.H. Per aiutare la gente a non avere una gravidanza indesiderata.
A.J. Esatto. Questo è proprio il motivo per cui sono rimasta coinvolta. Ma ho scoperto presto che uno dei loro obiettivi era fare denaro. E la maniera per fare denaro è aumentare il numero degli aborti che fanno.
M.H. Lei stava lavorando in realtà, prestando aiuto ed assistenza ad un ab**to, e ha visto sul monitor dell’ecografo il processo dell’ab**to. Mi dica, che cosa ha visto mentre l’ecografo stava funzionando ed era in corso l’ab**to?
A.J. Beh, sono stata chiamata nella stanza per prestare assistenza durante una procedura. Ed era in realtà una procedura abortiva guidata dagli ultrasuoni, che non è comune nei centri di Planned Parenthood perché è una procedura abortiva più lunga, e i centri di Planned Parenthood cercano di fare più procedure possibili, così non ci mettono molto tempo per ogni procedura. Ma per una qualche ragione questo medico aveva deciso di effettuare una procedura guidata dagli ultrasuoni su questa donna in particolare. E così fui chiamata ad aiutare. Il mio compito era tenere la sonda a ultrasuoni sulla pancia di questa donna cosicché il medico potesse vedere l’utero sullo schermo. E quando ho guardato lo schermo ho visto un bambino sullo schermo. La donna era incinta di circa 13 settimane in quel momento. E ho visto un profilo laterale completo. Ho visto dal volto ai piedi sull’ecografo. E ho visto la sonda entrare nell’utero della donna. E in quel momento ho visto il bambino che si muoveva e cercava di andare via dalla sonda.
M.H. Cercava di allontanarsene. O mio Dio.
A.J. Sì, è ho pensato: «Sta lottando per la sua vita», ed ho pensato: «È vita, voglio dire, è vivo».
M.H. Fino a quel momento, Abby, non le era sembrato così a lei che era capace di usare parole come “feto” e “tessuto”, è molto diverso rispetto a quando ha visto la forma riconoscibile di un bambino.
A.J. Era vivo.
M.H. Che cosa ha fatto? Ha detto qualcosa in quel momento al medico?
A.J. No, cioè, la mia mente stava correndo, il mio cuore batteva all’impazzata. E pensavo solo: «Oddio, fa’ che finisca». E poi, improvvisamente, era tutto finito, in un batter d’occhio. E ho visto il bambino letteralmente sbriciolarsi, ed era finito. E allora ho lasciato cadere la sonda a ultrasuoni. E poi ho compreso, «O mio Dio, non sto tenendo la sonda a ultrasuoni», e allora ho messo la sonda a posto. E tante cose mi passavano per la mente, pensavo alla mia figlia che ha tre anni, pensavo alla bella ecografia che ho fatto di lei, pensavo a come era perfetta quell’ecografia quando aveva 12 settimane nell’utero. E pensavo: Che sto facendo, che sto facendo qui? E avevo una mano sulla pancia di questa donna e pensavo: C’era vita qui dentro, ed ora non c’è. E...
M.H. Lei stava letteralmente tenendo la mano al di sopra, al di sopra dalla sua pancia in quel momento.
A.J. Sì.
M.H. Ed ha capito che ciò che c’era sotto la sua mano un momento prima era vita ed era andata via?
A.J. Sì.
M.H. Mio Dio. Per altro, la donna ha visto qualcosa di questo? poteva vedere lo schermo?
A.J. No, era sedata.
M.H. La gente non vede mai che cosa capita a loro.
A.J. No.
M.H. Non posso fare a meno di pensare che se lo vedessero potrebbero correre fuori da queste cliniche.
A.J. Sì, assolutamente. Se quelli che lavorano nella clinica vedessero che cosa stava capitando su quello schermo, correrebbero fuori. Ecco perché l’industria dell’ab**to non vuole che vedano. Non vuole che vedano cosa capita davvero durante un ab**to. È per questo che Planned Parenthood e tante industrie di aborti non fanno procedure abortive con l’ecografo. Non vogliono che la gente veda che cosa capita davvero nell’utero della donna.
M.H. Penso a cosa lei ha passato. Deve essere uscita quel giorno pensando: Non voglio passare il resto della mia vita a fare carriera qui dentro. Qual è stato il passo successivo? Lei era il direttore esecutivo di quella clinica di Planned Parenthood, e tuttavia non sapeva che cosa succedeva in quelle stanze da quel punto di vista.
A.J. Sì, sono andata a casa quel giorno, e ho preso la decisione quel giorno stesso, e sono andata a casa e ne ho parlato con mio marito. Mio marito è un insegnante, abbiamo una figlia, quindi dipendiamo da due redditi e così abbiamo deciso che sarei tornata a lavorare e che avrei cercato un altro lavoro. Sapevo che avevo due settimane prima che in clinica si facessero altri aborti chirurgici. Così ho avuto due settimane per trovare un altro lavoro. Così andai, la prima settimana fu piuttosto tranquilla. E venne il fine settimana, venne lunedì, ed ero seduta nel mio ufficio e piangevo. Avevo la porta chiusa. E pensavo solamente: Che cosa farò? Che cosa farò? Non voglio stare qui.
M.H. Che cosa ha detto la gente alla clinica quando alla fine ha detto: Me ne vado?
A.J. Beh, nessuno sapeva davvero cosa stava capitando. Non ho potuto parlare a nessuno della clinica perché non sapevano cosa stava succedendo nel mio cuore. Non capivano cosa stava succedendo. Ed ora che lo sanno, Planned Parenthood ha messo un ordine restrittivo su di me ora che sanno che lavoro con il movimento pro-life.
M.H. Spero che quelli di Planned Parenthood mettano un ordine restrittivo su se stessi e smettano di effettuare le terribili procedure che fanno tutti i giorni. Abby Johnson, grazie. Ha avuto molto coraggio a condividere la sua storia. E la ringrazio tanto, e spero che sia un grande avvertimento sul fatto che non possiamo ascoltare solo le parole. Dobbiamo capire le azioni che ci stanno dietro.
A.J.È vero.
M.H. Grazie. Dio la benedica. Che storia meravigliosa.
A.J. Grazie, grazie.
M.H. Abby Johnson.

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Antonella Elia parla del suo ab**to
🔺🔺🔺 ATTENZIONE 🔺🔺🔺In questo post non ci sono immagini, ma il testo è molto duro da leggere. Il video vi mostra l’immagin...