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In viaggio tra i segreti della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista domenica 6 gennaio alle ore 11 La Scuola Grande San Giovanni Evangelista, la più antica tra le Scuole Grandi tuttora attive a Venezia (1261), ha sede in un edificio monumentale di grande pregio artistico. Proprio per continuare a mantenere questo enorme patrimonio, la Scuola sarà aperta al pubblico anche in occasione dell'Epifania e offrirà la possibilità di partecipare alla consueta visita guidata che si terrà sabato 6 gennaio alle ore 11 e che comprenderà l'illustrazione dell'intero complesso monumentale. Saranno visitabili anche due sale fino ad oggi non comprese nel percorso museale: la Sala Guarana e la Sala dello Stendardo. La prima, aggiunta al corpo di fabbrica nel XVIII secolo e utilizzata dalle attività amministrative della scuola, è intitolata a Jacopo Guarana, al quale sono attribuiti gli affreschi sul soffitto e sopra le porte. In un'ariosa combinazione con gli stucchi, gli affreschi ripropongono l'eleganza e la leggerezza delle linee ovali e dei colori pastello. La seconda ospita un prezioso stendardo dipinto su ambo i lati, raffigurante due scene tratte dall'Apocalisse di San Giovanni, recentemente restaurato. Le visite sono in lingua italiana e hanno una durata di un'ora e mezzo. Il costo è di 15 euro e la prenotazione è obbligatoria. Per prenotare scrivere a [email protected] oppure telefonare ai numeri 041 718158 (museo) e 041 718234 (ufficio eventi) specificando il nome del partecipante, il numero di telefono, il numero di persone per le quali si desidera effettuare la prenotazione. Grazie anche al ricavo dalle visite organizzate dalla Scuola nel corso dell'anno si potranno iniziare, dopo l'Epifania, i lavori di restauro al campanile della Chiesa di San Giovanni Evangelista, colpito da un fulmine il 28 maggio dello scorso anno; a distanza di qualche mese la Scuola Grande è riuscita a recuperare la somma per avviare i lavori di restauro al cornicione in pietra d'Istri

TINTORETTO FESTEGGIA I 500 ANNI A VENEZIA Jacopo Tintoretto "ritorna" a Venezia. In realtà non se n'era mai andato, perchè le chiese cittadine - come la Madonna dell'Orto dove il grande artista rinascimentale riposa nella cappella absidale - o nelle sedi monumentali come la Scuola Grande di San Rocco, lo stesso Palazzo Ducale, le Gallerie dell'Accademia ospitano molti dei suoi capolavori. Ma era addirittura dal 1937 che la sua città natale non gli dedicava una grande mostra. Una lacuna che sarà colmata il prossimo anno con una doppia grande esposizione in occasione del cinquecentenario della nascita dell'unico artista intimamente veneziano dei quattro grandi del Rinascimento veneto perchè sia Giorgione, sia Tintoretto, sia Veronese venivano comunque dalla terraferma. Le due mostre apriranno il 7 settembre 2018 (sino al 6 gennaio 2019) a Palazzo Ducale e alle Gallerie dell'Accademia per poi spostarsi, in un'unica mostra, alla National Gallery di Washington che organizza la celebrazione espositiva insieme alla Fondazione Musei Civici di Venezia e, appunto, alle Gallerie dell'Accademia. A Palazzo Ducale sono in permanenza le quattro allegorie mitologiche che Tintoretto dipinse per l'Atrio Quadrato nel 1578, poi spostate nel 1816 nella stanza successiva, la Sala dell' Anticollegio. Dipinti ora restaurati e restituiti alla loro vivezza cromatica e che saranno parte della mostra "Jacopo Tintoretto, pittore veneziano 1519-1594" che qui sarà ospitata dal 7 settembre. Mostrando solo dipinti - con un nucleo importante di disegni - "autografi" di Tintoretto, senza interventi della bottega o opere di scuola. Alle Gallerie dell'Accademia invece sarà di scena il "Tintoretto giovane", in particolare prendendo in considerazione il decennio che va dal 1538 al 1548 e pone al centro della mostra una delle opere chiave del periodo giovanile dell'artista, che è già ospitata dal museo veneziano come "Il miracolo dello schiavo", dagli straordinari colori e dai contrasti chiaroscurali. A

Slater B. Bradley_Sundoor at World's End alla Chiesa di Maria Maddalena (fino al 26 Novembre) In occasione della 57ma Mostra Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Zuecca Project, galleria d’arte che promuove progetti di artisti internazionali contemporanei,presenta «Sundoor at World’s End», esposizione dell’artista americano Slater B. Bradley. La mostra sarà visibile ancora per pochi giorni, fino al 26 novembre, presso La Maddalena (Chiesa di Maria Maddalena) a Venezia ed è curata da Alessandro Possati e Don Gianmatteo Caputo. Slater B. Bradley è un artista californiano nato a San Francisco nel 1975, ma ormai berlinese d’adozione dove vive e lavora dal 2014. Appena trentenne è assurto all’attenzione internazionale con una performance al Solomon R. Guggenheim Museum di New York nel 2005, ma già l’anno prima aveva fatto parlare di sé con la partecipazione alla Biennale Whitney, sempre a New York. Da allora ha esposto in musei e gallerie di tutto il mondo, riscuotendo ovunque un grosso interesse. Ora approda in Laguna con una serie di lavori astratti che oscillano tra pittura e fotografia, chiamati ‘Shields’, scudi, a cui sta lavorando dal 2015. Si tratta di una serie di quadri astratti che Bradley ha chiamato “Solar Shields”. Usando un pennarello color oro, l’artista ha ricoperto ogni "Shield" con decine di migliaia di segni, linea dopo linea, trasferendo la sua energia direttamente sulla tavola. Le immagini di base funzionano come registrazioni visuali ispirate dai viaggi metafisici di ascensione spirituale intrapresi da Bradley. Nascosti completamente dalla mano dell’artista o parzialmente scoperti in qualche frammento, gli scudi si trasformano in un campo di eterea energia dorata, che evocano le onde elettromagnetiche, l’acqua spirituale e un’aurea luminosa interiore. Nell’intenzione dell’artista, la serie unisce la dimensione materiale e spirituale. Per Bradley, infatti, "Gli scudi hanno le misure della sezione aurea e giocano con i codici numerici

Delicatezza Zen nelle opere di Dachan Prosegue a Venezia il tour mondiale dell'artista Dachan con una mostra ospitata dalla Scoletta dei Battioro e Tiraoro a San Stae. Rimarrà aperta fino al al 22 novembre (ogni giorno dalle 10 alle 18) curata da Paolo de Grandis e Astrid Narguet, mentre a organizzarla sono la Galleria Otto e PDG Arte Communications. Per la prima volta in Italia, contemporaneamente saranno presentate due mostre del monaco buddista cinese Dachan. La sua The Art of Spiritual Era Brightens all living things: The Art of Dachan World Tour Exhibition vivrà il momento espositivo sia a Venezia che all'Accademia di Belle Arti di Roma. Shi Dachan è un poeta, maestro calligrafo e pittore i cui lavori sono meditazioni sul suo modo personale e distintivo di raggiungere l'illuminazione Zen. Nel suo viaggio attraverso la riscoperta della fede e della verità, Dachan ha sviluppato gradualmente una conoscenza legata all'estetica della delicatezza. Le sue opere attingono allo spirito Zen e sono pervase da un'atmosfera naturale e tranquilla. A Stroke of Zen è la materializzazione della visione di Dachan sulla coltivazione del sé attraverso la calligrafia e la pittura. Da qui sostiene l'ingresso nel mondo dello Zen attraverso l'arte. Il Maestro enfatizza la coltivazione interiore, guida la pittura con la mente. Le sue opere avvolgono l'esperienza artistica in un contesto contemporaneo e ristabiliscono una profonda comprensione della vita naturale con uno spirito illimitato rivelato negli inchiostri ad acqua. ----------------------------------------------------------------------------- Zen delicacy in Shi Dachan's work The world tour of the artist Dachan continues in Venice with an exhibition hosted by the Scoletta dei Battioro and Tiraoro in San Stae. It will remain open until November 22nd (every day from 10 am to 6 pm) curated by Paolo de Grandis and Astrid Narguet, while the Otto Gallery and PDG Arte Communications are organizing it. For the first time in Italy, t