Raccontando-mi

Quando sono stanca mi fermo per riprendere fiato, immersa nel silenzio.

Ho bisogno di mangiare un panino in quota seduta su un masso, con il sole che mi scalda e il vento che mi destabilizza. Così, mi gusto il panorama.

Questa mattina è piuttosto caldo, c'è un silenzio ovattato rotto solo dal cinguettio degli uccelli. Anche qualche grillo partecipa a questa sinfonia, che accompagna con garbo e piacevolezza la mia camminata.

Una coppia di signori naziani passegga e io la osservo da lontano mentre procedo a passo veloce.

Si fermano. Lei lo guarda sorridendo e gli posa la mano sulla spalla. Lui sembra tranquillizzarla ma preferisce fermarsi un momento per riprendere fiato. Intanto chiacchierano di argomenti leggeri.

Lei lo guarda con gentilezza e lui le restituisce lo stesso sguardo. Gli sfiora il dorso della mano col suo palmo e lo incoraggia a ripartire.

Io intanto li saluto e li supero. Da lontano cerco di incastonare in un'immagine qualcosa che di rado si vede in giro.

Da bambini la felicità la si percepisce come una cosa. Un trenino che spunta da una cesta, la pellicola che avvolge una fetta di torta. O magari anche una fotografia che li ritrae al centro della scena, dove non ci sono occhi che per loro.

Da grandi si fa tutto più complicato. La felicità è il successo, il lavoro, un uomo o una donna, tutte cose sfumate, laboriose. Quando c'è, e anche quando non c'è, diventa soprattutto questo, una parola.

Ecco, pensò Yui, l'infanzia insegnava invece un'altra cosa, cioè che bastava allungare la mano nella direzione giusta e la si sarebbe ottenuta.

"Quel che affidiamo al vento"
Laura Imai Messina

Il vento soffia, io cammino da sola con i capelli fanno ciò che vogliono. Osservo, ascolto.

Alcuni alberi sono spogli, altri invece si stanno colorando di un verde nuovo.

Il cartello vieta il transito a tutti, tranne ai vigili del fuoco e alle spazzatrici.

«Il termine era alle 12, la comunicazione è arrivata alle 11.55» dice una ragazza ai due amici.

«Bravo, hai fatto un'altra pipì!» così la padrona si congratula col suo cane.

Tre colombi beccano l'asfalto in cerca di cibo, mostrando il piumaggio del collo a tratti iridescente.

Una donna in piedi controlla il cellulare, non ha nessuno con cui parlare.

Due colleghe escono da un ufficio lì vicino per la in pausa pranzo. La bionda fuma, con quella pettinatura mi ricorda la mia dottoressa.

Il sole mi accarezza la pelle del viso irritata dall'aria fredda.

Blu è il cielo prima della notte, dove lo sguardo non ha riferimenti e vaga in cerca di...

Blu è l'acqua, che si adatta. È il plink di una goccia, che ipnotizza col suo disegno.

Blu è il mio centro, il vuoto che riempio, il mio silenzio.

Grazie, misterioso Emilio, delle tue poesie.

La viride raccolta mi è stata consegnata da mani fidate, come da te richiesto.

Biro, edito da Cafard2023, accarezza le mie letture razionali.

La dolcezza mai stucchevole delle tue parole è come velluto tra le dita, un paracolpi dei miei pensieri a volte taglienti.

Non so se è una cosa giusta condividere qui il mio pensiero, ma tant'è...

Ti prego, non svelare la tua identità. Resta lo scrittore vicentino del mistero, continua a regalare parole a chi le vuole leggere!

Ti muovi senza pensare. Con le mani accarezzi il tempio della tua anima, mentre segui sinuosa le note incalzanti che si espandono nell'aria.

Il corpo non risponde ai comandi della mente, è perduto nella sinfonia dei suoni. Le spalle seguono il moto dei fianchi, che ondeggiano in un tempo costante e giocoso. Le braccia disegnano figure astratte di fronte allo specchio e le mani seguono quell'oscillazione, morbide e decise.

C'è solo il ritmo incalzante, trascinante, coinvolgente.

I tuoi movimenti sono lenti, fluidi, sensuali. Immersi nella musica.

Metti da parte la tua etichetta e torni a essere libera, bella, te stessa, mentre disegni un quadro espressivo che quasi non riconosci. Eppure sei tu.

Quel peso sul petto è sparito e nemmeno te ne accorgi. Sorridi e la vita sembra migliore di come tu l'abbia mai vissuta.

Stretto a lei
io sento l'eternità...
lo spazio deserto e
le correnti che turbinano
incessanti.

E la neve caduta
accoglie la neve che
cade e le sussurra
"silenzio".

Blankets (Craig Thompson)

Ogni volta che osservo Italo dal mio onesto metro e settanta, ho sempre l'impressione che con la testa possa sfiorare il cielo, che la sua mano possa afferrare una nuvola e modellarla in una forma a suo piacere.

Dev'essere interessante guardare il mondo da una prospettiva più ampia, mentre io posso solo studiare le innumerevoli nuche simili alla mia.

Osservando le sue spalle curve, penso che lui non la consideri affatto una forma di bellezza, ma un disagio ben visibile a cui non riuscirà mai a porre rimedio.

È molto schivo e si nasconde nelle ombre del giorno. Forse l'ho visto passare, prima, leggero e silenzioso come una piuma, celato tra le sfumature del mattino.

Uno scatto rubato attraverso il vetro dell'auto, l'atmosfera è da film apocalittico.

Sembra fuoco, ma non è.

Le nubi invece sono vere, pare aspettino il momento giusto per scoppiare e io le guardo, pensando di essere al riparo.

Cosa volete che vi dica?

Parlo del tizio che ogni 3 anni cambia donna perché dopo un po' lui si annoia? Del resto 3 è il numero perfetto, dunque non c'è nulla di sbagliato nelle sue azioni.
Fine della storia.

Parlo dell'altro tizio che, incurante del male che lo sta sgretolando, scialacqua auguri di morte come fossero coriandoli a carnevale? Quello che dovrebbe soccombere, in effetti, gli ha fatto un grande torto... più o meno trent'anni fa, forse anche quaranta se ci si pensa bene. Certe cose non si dimenticano e non si perdonano! Sia mai che un po' di pace possa placare un animo inquieto.
Fine della storia.

Parlo di una madre amorevole che si sente in colpa perché crede di non fare mai abbastanza? Storia vecchia, siamo già stanchi prima ancora di iniziare a leggere.
Fine della storia.

Osservo, dunque, la banalità di un giorno che si addormenta. Seduta con le gambe accavallate, mentre aspetto che si apra la porta. Percepisco i primi freschi di una stagione nuova, converso senza parole con il rumore fermo. Finché una donna che non conosco mi si avvicina chiedendo: «si può parcheggiare l'auto lì?».

Penso alle ferie
ma non cerco una
via di fuga.

Quando le vivo
il ritmo delle giornate
rallentata.

I pensieri sono limpidi
l'energia scorre.

Non ho
una soluzione
per cambiare.
Forse
neanche esiste.

Ma vorrei che ci fosse
un accordo
fra attività e
incedere delle ore...

È solo un'illusione
ma è bello
poterci credere
per un po'.

Dopo una lunga pausa torno a parlare di libri, ecco cosa ne penso de "La balena alla fine del mondo" di John Ironmonger 👇

La balena alla fine del mondo (John Ironmonger) Non è mia abitudine considerare la copertina di un libro, ma questa mi ha colpita in modo particolare.

Arriva all'improvviso, una furia.

Ti strappa di dosso il quotidiano e ti getta nel vento.

Provi un sollievo inaspettato. Apprezzi di precipitare, di lasciarti trasportare dove non sai, con la pelle che reagisce al freddo brusco.

Non te l'aspetti, una furia.

Basta un solo elemento destabilizzante a scatenarla. Tutto diventa nero, muto e assente.

Neanche te ne accorgi che sta arrivando.
È drastica nell'annientare il prima e stravolgere il dopo.

Guardi negli occhi ciò che rimane, mentre il silenzio discorre con calma e rispetto.

Bastava mollare la presa.

L'avessi capito prima...

Rimpicciolisco, a volte, per sfuggire allo sguardo più attento. Non sempre funziona.

Una tastiera appena accordata.
Un po' d'aria tra le dita.
L'illusione della calma al di là del vetro.

La noti tardi la gabbia dell'età.
Quando vorresti cambiare alcune cose, ma non ha molte possibilità.

Con le mani ti aggrappi alla griglia arrugginita che ti sei creata col passare degli anni e osservi il verde degli alberi, troppo distante da raggiungere.

Capisci in quel momento che è proprio lì che vuoi andare, ma per togliere di mezzo le sbarre hai solo una lima.

Sei di fronte a un bivio: assopire la mente e logorarti finché la sabbia della tua clessidra si esaurisce, oppure iniziare a limare. Non sai con certezza se ne uscirai, ma di sicuro non rimpiangerai di averci provato.

L'immagine gli evocò qualcosa di sinistro. Merito anche della luce crepuscolare e del silenzio spezzato da qualche cinguettio timoroso.

Scattò la foto più volte, nel vano tentativo di catturare la sensazione che stava provando.

Desiderava condividere con i suoi contatti le domande che gli inquietavano i pensieri.

A chi apparteneva la pallina gialla, quella a poca distanza dalla tubatura, l'avete vista? E perché proprio lì? La pelle della schiena all'improvviso reagì provocandogli una scossa di paura.

Non ebbe neanche il tempo di pensarci su che qualcuno o... qualcosa, lo rapì e lui dimenticò per sempre la luce del sole.

Fu un corridore di passaggio che, attratto dal cellulare abbandonato, curiosò tra i pixel scovando la foto in questione e raccontò la sua storia.

In quanto alla verità, be'... nessuno volle sapere come andarono davvero le cose.

La solitudine è una condizione interiore [...].

Potremmo chiamarla in un altro modo, scegliendo un vocabolo meno inflazionato, che non evochi fastidiose sensazioni di smarrimento e abbandono.

Ma non lo faremo.

Per il gusto della provocazione, per la voglia di di dimostrare che è sempre possibile ristrutturare la realtà, cambiando prospettiva e ignorando le etichette.

[...]

L'autonomia personale (che sia questa la faccia luminosa della solitudine?) si può perfettamente conciliare sia con la vita da single che con la vita di coppia o di comunità.

Questo obiettivo è particolarmente importante per le donne, per le quali non esiste giorno dell'esistenza in cui non debbano tenere conto di qualcuno: non debbano accudirlo, proteggerlo, amarlo.

Questo libro vuole tessere l'elogio della solitudine, intesa non certo come isolamento e chiusura verso gli altri, ma come uno stato di libertà interiore che si realizza quando l'individuo ha raggiunto la consapevolezza che c'è una sola persona al mondo sulla quale può contare incondizionatamente, che può riconoscere i suoi bisogni più profondi, che può realizzare le sue aspirazioni più genuine: se stesso.

Gli altri, se siamo fortunati, ci accompagneranno e potranno contribuire al nostro benessere, colmare le nostre inevitabili mancanze, ma non potranno sostituirsi a noi per scegliere e agire al posto nostro. Non dovremmo, comunque, permetterlo.

"Meglio sole"
Di Ivana Castoldi

Se per te l'intestino è un argomento ostico non leggere, passa oltre e vai in cerca di altro. Ma se parlare di cervello di cattura, allora ti consiglio di cliccare sul link e dare una sbirciatina 😉👇

L'intestino Felice, di Giulia Enders Penso che parlarne come fa Giulia Enders in questo saggio, sia un colpo di genio che avvicina un pubblico vasto a un argomento sottovalutato.

Una manciata di parole mescolate con cura e versate con amore su una base di realtà.

Un pizzico di sogno per alleggerire la fatica et voilà! Sono io 😉👇

Chi sono io? Perché scrivo? Mi piace. Tanto mi piace quanto lo trovo faticoso. Allora come mai lo faccio? Mi dà soddisfazione.

Il sole è nato anche oggi Il sole è nato anche oggi. Ogni giorno si ricomincia daccapo, la possibilità di fare qualcosa di nuovo si rinnova all'alba. Possiamo...

Sono a un metro dal baratro, in fondo il mare s’infrange con prepotenza sulle rocce.

Imponendo la sua presenza con un suono agitato, diventa spuma e subito dopo si ritrae, in un movimento costante e furioso.

Io rimango ferma e ascolto.

Il mio cuore è in confusione, non sa più qual è il modo giusto di pulsare.

L'articolo completo 👇🤓📚

La sottile arte di fare quello che c***o ti pare (Mark Menson) La sottile arte di fare quello che c***o ti pare (Mark Menson). Sono a un metro dal baratro, in fondo il mare s'infrange con prepotenza sulle...

Ti sei mai chiesto cosa vuol dire per te respirare?

Diverse volte mi sono posta questa domanda mentre leggevo "L'arte di respirare".

Ho completato questo articolo a fatica, ma spero comunque di essere riuscita a trasmettere quanto possa essere importante una piccola azione inconsapevole, come il respiro, che ha il potere di mantenerci in vita.

Buona lettura.

L'arte di respirare (James Nestor) Mi aspettavo un manuale con delle tecniche di respirazione, invece mi sono trovata di fronte a una narrazione che potrebbe appassionare anche i divoratori di romanzi.