Guendalina Grossi - Psicologa dell'Emergenza

Guendalina Grossi - Psicologa dell'Emergenza

Psicologa dell'Emergenza con pluriennale esperienza sul campo nel disaster management e formazione aziendale sia nel settore pubblico che privato.

Photos from Guendalina Grossi - Psicologa dell'Emergenza's post 18/06/2023

Ieri ho avuto l'opportunità di tenere una lezione per gli iscritti al "Master di Psicologia dell'emergenza e clinica del trauma" dell'Università degli studi di Enna "Kore"

Nell'arco della intera giornata abbiamo parlato e riflettuto su quella che deve essere la relazione tra psicologia e diritto all'informazione, relazione con i mass media e promozione digitale della professione psicologica.
Li ho fatti calare nei panni di operatori, famigliari e giornalisti in una scena potenzialmente reale e discusso alla fine insieme di cosa succede quando una vittima filma, o descrive con un post, una esperienza traumatica sui social.

Ringrazio Brenda Cervellione e il professore Calogero Iacolino per avermi voluto e dato l'occasione di incontrare nuovi giovani appassionati al mondo dell'emergenza.
Ringrazio anche e soprattutto gli studenti per essersi affidati a me in questo percorso, per aver dato vita a una simulazione iper-realistica e essersi messi in discussione come professionisti.

Astronauti simulano viaggio su Marte ma i risultati preoccupano gli scienziati 29/12/2022

Proprio alla fine dell'anno, ho letto un articolo che è diventato di diritto il mio pezzo preferito del #2022

In una simulazione di lunga durata per testare la reazione dei potenziali , il problema principale riscontrato dai ricercatori è l'effetto negativo dei ritardi della tra la base operativa e gli operatori.

I risultati della pongono diversi livelli di lettura.

Non si tratta infatti solo della difficoltà di risolvere eventuali senza la possibilità di comunicare direttamente con la base, ma anche della perdita di "potere" della base stessa sul , il loro messaggio perde di efficacia e autorevolezza.

Perché il team, dall'altro capo, sente anche di non poter essere compreso appieno e prontamente non solo sugli aspetti tecnici ma anche e soprattutto sulle dinamiche : il bisogno umano di risolvere subito ogni problema rigetta qualunque processo rallenti la risoluzione.

E' sufficiente quindi addestrare il personale a risolvere i problemi autonomamente? No. La deve comprendere anche l'esercizio della e dell'attesa, e di recuperare queste virtù quando gli eventi si mettono di traverso.

Astronauti simulano viaggio su Marte ma i risultati preoccupano gli scienziati Delle simulazioni di una missione per Marte non hanno dato i risultati sperati e hanno fatto preoccupare gli scienziati.

12/11/2022

Oggi sono a rappresentare come membro del Coordinamento Nazionale di Maxi Emergenza la Sipem SoS Federazione al convegno "Il volontariato del 2022 si racconta: identità diverse in una storia comune" organizzato a Bergamo, che è stata nominata come capitale italiana del volontariato 2022.

I relatori ci hanno ricordato i valori che muovono il volontariato in Italia, e la cui spinta in avanti ha permesso il superamento dell'intervento in emergenza come "purché si aiuti" e approdare alla consapevolezza che serve anche , e lavoro di per renderlo possibile.

Moment royal guard collapses next to Queen’s coffin on first night of lying in state 21/09/2022

L'importanza dei

👑La morte della Regina ha portato nel alla attivazione di un piano estremamente dettagliato noto come

Il piano, negli anni costantemente aggiornato, era stato progettato per ogni possibile variante di scenario per la morte di un estremamente longevo.

⚙️La macchina che gira intorno alla è ben oliata e preparata, ricca di cerimoniali antichi e del tradizionale
Non sorprende quindi che colpi di scena e caos siano stati assenti, anche di fronte a telecamere accese da tutto il mondo in una diretta durata cinque interminabili giorni.

Quelli che sono accaduti, nella loro semplicità, sono i piccoli ed intoppi che non possono essere evitati. Ma previsti sì.

💂E quando la guardia impegnata nella veglia sviene, nessuno si scompone. Né le altre guardie, né il pubblico o i presenti.
Tutti sono estremamente consapevoli del proprio , anche di , da non agitarsi e avere completa nella gestione dell'evento.

🤝La fiducia nella macchina dei soccorsi, sia nell'emergenze che nei grandi eventi pubblici, non può prescindere dalla dei rispettivi ruoli e della certezza della chiara assegnazione di essi.



Per guardare il momento della caduta clicca su 👉

Moment royal guard collapses next to Queen’s coffin on first night of lying in state Livestreaming footage shows one of the royal guards watching over the Queen’s coffin at Westminster Hall has suddenly collapsed on the first night of lying i...

Disperso sulla Marmolada, riconosciuto in 48 ore. Zaia: «Ecco come abbiamo fatto» 07/07/2022

Generalmente non parlo al pubblico di una emergenza in corso, per rispetto verso gli operatori e le famiglie che sono ancora nel mezzo del processo di gestione di una emergenza.

Ma questa intervista al Presidente della Regione sugli eventi della si connettono a una storia che stavo elaborando per un evento formativo dal titolo, molto esplicativo, " perché non intervengono le persone giuste?".

Con questo non entro nel merito dell'operato di , ma mi pongo la domanda: perché di recente sembra che le persone preposte a un certo tipo di intervento in area critica, siano le più lente a rispondere?

Da un lato abbiamo , allenatrice che si tuffa in acqua per salvare che giace svenuta sul fondo della piscina, prima ancora che i bagnini del se ne rendano conto.
Dall'altro abbiamo un presidente di regione che si trova a dover facilitare l'identificazione delle , una delle attività più complesse e sensibili nella gestione di un evento traumatico quando ci sono prima una lunga lista di operatori che avrebbero dovuto farlo.

Qualcuno potrebbe preferire additare incompetenza e disorganizzazione, ma come ho imparato che restringere lo sguardo in emergenza è il modo migliore per far male il mio lavoro.

La risposta, che fornisco riassunta per mancanza di uno spazio consono sui social, è che gli operatori chiamati ad attività molto specifiche perdono la capacità di reagire con l'ambiente circostante a causa dell'essere stati molto in "panchina".
Non più di qualche mese fa girava la foto di un bagnino alle Olimpiadi chiaramente annoiato dal dover sorvegliare i nuotatori olimpici.
Non importa la preparazione, se le tue capacità non vengono messe alla prova costantemente diventa troppo facile perdere il contatto con la realtà e non essere in grado di agire correttamente.

Lo stesso mi immagino sia successo per l'emergenza della Marmolada: di mezzo ci sono regioni e province autonome, ognuno con il proprio apparato di risposta che però non viene costantemente messo in pratica in tutte le sue parti, e men che meno in simulazioni inter-regionali e multi-disciplinari.

Qualcuno dovrebbe guardarsi intorno e chiedersi: dove diavolo sono le persone giuste e perché non le stiamo impiegando alla maniera giusta?
Quando verrà il post-emergenza, spero che le persone giuste per valutare i processi di questa emergenza non siano state sedute troppo in panchina per fare considerazioni puntuali e accorte.

https://www.padovaoggi.it/attualita/video-disperso-marmolada-zaia-padova-6-luglio-2022.html

Disperso sulla Marmolada, riconosciuto in 48 ore. Zaia: «Ecco come abbiamo fatto» Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, in un’intervista esclusiva ai microfoni di Today.it, ci racconta come, grazie anche al suo intervento, siano riusciti a identificare in tempi rapidi uno dei sopravvissuti.

09/05/2022

Come membro del Coordinamento Nazionale per le Maxi Emergenze, sono partita un mese fa per fornire assistenza psico-sociale ai rifugiati ucraini in una missione del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile.

In una fascia d'azione ristretta e complicata dalla barriera linguistica, gli interventi miravano a contenere lo stress e la sofferenza psichica.
Il risvolto del nostro ruolo può essere invivibile, ma fondamentale. Molte persone necessitavano di ancora lunghe ore di viaggio verso mete sconosciute, con poche informazioni e nessuna consapevolezza dei servizi disponibili, o delle necessità burocratiche.
Creare una connessione tra le persone ci permetteva di contenere la loro sofferenza, dare indicazioni utili e permettergli di riposare il corpo e la mente quel tanto che bastava a farli arrivare a destinazione.

Una missione unica, svolta con la massima attenzione e responsabilità.

02/05/2022

Non troppo tempo fa parlai sulla pagina ella mia insofferenza verso il termine resilienza.

Da anni però me ne tengo lontana, nella pratica professionale non la nomino quasi mai.
Non posso che essere soddisfatta di vedere media molto seguiti incominciare a smantellare la retorica della resilienza a tutti i costi.

Perché la resilienza è una conseguenza naturale quando gli altri fattori protettivi (interni ed esterni) sono allineati. Una resilienza obbligatoria invece è uno sforzo mentale inutile e potenzialmente dannoso, che apre il fianco alle ferite del trauma psichico.

Auguriamo a tutti i lavoratori e lavoratrici un Primo Maggio senza resilienza.
Ci sono espressioni che entrano nel linguaggio comune e che si usano senza domandarsi più quale sia il loro reale scopo e quanto, di conseguenza, influenzino. Una delle più diffuse e pervasive è la parola ‘resilienza’, considerata da molti come la panacea di ogni male e la via d’uscita perfetta dai nostri tempi oscuri, complessi e faticosi.
‘Resilienza’ è un termine mutuato inizialmente dall’ingegneria che ha attraversato la biologia, l’informatica, l’ecologia, la psicologia e che negli ultimi anni ha finito con il degradarsi e descrivere soprattutto la capacità di resistere agli urti, di tornare a se stessi dopo aver vissuto un trauma o una deformazione, come i metalli.

O come gli Sbullonati, quei pupazzetti degli anni Novanta ai quali si infliggevano sadicamente crash test e torture terribili, perché tanto tornavano sempre come prima, così anche tu dopo ogni ko devi tornare in piedi.

L’idea malsana in questa interpretazione più diffusa del termine è quella di dover tornare a tutti i costi e il più in fretta possibile a una situazione di benessere. Adottarla senza spirito critico rischia di far assorbire altre istanze: il rifiuto del dolore, della fatica, la spinta a non concedersi mai uno spazio di buio e di oscurità: essere resilienti costringe a calcare perennemente il palcoscenico dell’esistenza senza potersi permettere mai il lusso di restare in disparte, di essere inefficienti, imperfetti, rotti. Ma il dolore non deve necessariamente diventare un dono da trasformare.

Talvolta, deve restare dolore. Non bisogna mostrarsi sempre più forti delle circostanze, adattabili a tutto, traslando un concetto del mondo fisico in un ideale morale.

Il problema è che questo atteggiamento porta, alla fine, a rendersi funzionali al mondo, che può così masticare e scaricare ciò che sei senza rischi e rimorsi: tanto sei resiliente, sai trarre il meglio da ogni cosa.
Niente resilienza, allora, per il Primo Maggio. Meglio una sana resistenza.

30/04/2022

La sicurezza sul lavoro è un tema fondamentale quando si parla di emergenza, perché ovviamente in uno scenario critico cambiano i livelli di rischio rispetto all'ordinaria attività lavorativa.

La pandemia ci ha mostrato come l'emergenza possa assumere volti insoliti e inaspettati dai tradizionali piani, richiedendo una pianificazione straordinaria.

In questa riorganizzazione repentina è facile tralasciare gli aspetti psicologici, ma la formazione all'adattabilità, alla riduzione dei fattori di stress e prevenzione dal trauma dovrebbero essere prioritarie se si vuole garantire il successo sul medio- lungo termine delle attività.

Sempre di più le istituzioni e le ricerche scientifiche mettono in luce la necessità di inserire competenze psico-sociali a tutti i livelli nella formazione di base e avanzata nel mondo del lavoro.

L'impatto del disagio mentale sul lavoro è fortissimo, in termini di ore lavorative p***e si stima un costo sociale pari a 4 miliardi di euro.
Secondo un recente studio dell'Istituto Superiore di Sanità e dell'Università di Padova, nel recente periodo pandemico, l'88,6% della popolazione ha lamentato sintomi da stress, con evidenti ripercussioni sulle organizzazioni e sul lavoro. L'Organizzazione Mondiale Sanità conferma che i problemi di salute mentale sono la prima causa di assenteismo lavorativo e che una persona su 4, in una fase della sua vita, è colpita da un disturbo mentale.

Questi numeri parlano chiaro! Occorre un piano nazionale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che dia la giusta dignità alla componente psicologica e comportamentale, ad ogni livello della filiera della prevenzione.


Per approfondire: https://www.psy.it/giornata-mondiale-per-la-salute-e-sicurezza-sul-lavoro.html

17/03/2022

Martedi sera ho avuto la possibilità di parlare a Primocanale - Pagina Ufficiale non solo di quello che si sta realizzando tramite le associazioni di volontariato, ma di quello che dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi in materia di disagio psico-sociale.

I tempi televisivi chiedono di riassumere, ma la portata delle conseguenze sul medio-lungo termine richiede lo stanziamento e l'organizzazione di risorse specifiche.

Cosa significa? Che se le istituzioni si aspettano di poter gestire le ricadute psichiche attuando strategie ordinarie, causeranno solo un sovraccarico nei servizi, come per altro già successo per l'emergenza COVID.

La psicologia dell'emergenza, attuata da persone in grado di ragionare sui volumi potenziali e di razionalizzare le risorse, è l'unica vera soluzione che dovrebbe essere presa in esame dai servizi pubblici e privati.

Non ricadere nelle trappole del conosciuto, ma non funzionale, sistema ordinario. Ma accettare la necessità di gestire le emergenze psico-sociali come tali.

Regione Liguria Asl3 Genova ASL 1 Imperiese ASL2 - Azienda Sociosanitaria Ligure 2 Asl 4 Liguria

02/03/2022

L'emergenza Ucraina e la capacità di fermarsi

L'attuale situazione in Ucraina mi coinvolge sotto molti punti di vista, sia come professionista che come volontaria. Dopo giorni frenetici in cui ho potuto vedere le infinte diramazioni della solidarietà umana, mi sento in dovere di fare una precisazione psicologica: fermatevi subito.

Fermatevi e riflettete. Un'emergenza si risolve con le buone azioni e gli atti di solidarietà, ma è importante ricordarsi che non servono solo valori, ma anche metodo.
La gestione di un'emergenza richiede sicurezza e coordinamento.

Due elementi che vanno di pari passo e che sono essenziali per la corretta risoluzione dello scenario.
Mi è capitato di leggere di numerose iniziative di privati o di associazioni non afferenti alla Protezione Civile che sono partiti per il confine ucraino per portare aiuti e solidarietà.
Per quanto lodevoli, le azioni spontanee in una scena di guerra come quella ucraina hanno l'effetto contrario a quello che ci si aspetta: generano confusione, creano ingorghi di aiuti, mettono a rischio gli operatori.

Il bisogno, naturale e umano, di portare aiuto diminuisce la capacità di analisi del contesto. "Possibile che di fronte a tale emergenza umanitaria non ci sia nessuno che si sta muovendo per aiutare le persone?" bisognerebbe chiedersi. Perché se ci fermassimo un attimo a riflettere questa domanda, subito ci verrebbe in mente che ci sono una moltitudine di enti preposti che fanno esattamente quello.

Il Dipartimento di Protezione Civile, il Meccanismo Europeo di Protezione Civile, le grandi associazioni di emergenza e soccorso (Croce Rossa, ANPAS) stanno tutte mettendo in campo tutte le loro risorse per gestire quest'emergenza. E non solo in Italia, ma tutta l'Europa.

Questo non significa che non si debba agire, ovviamente no. Ma agiamo con consapevolezza e rispetto. Agiamo coscientemente per gli altri, e non per rispondere al nostro bisogno di sentirci utili.

11/02/2022

"Calmati" e "stai tranquillo" sono le prime frasi che una persona dice quando chi gli sta di fronte ha un attacco di panico.

Ma più che altro sembra le stiano dicendo a se stessi, perché l'ansia è contagiosa e non sapere cosa fare per aiutare una persona in sofferenza manda subito in agitazione.

Nei corsi che tengo per gli operatori del soccorso e dell'emergenza insegno sempre l'approccio ai pazienti con disturbi d'ansia e semplici tecniche di (auto)contenimento perché non si sa mai quando possa essere necessario evacuare una persona che sta avendo un attacco di panico.

Una competenza che può anche essere trasportata nel quotidiano, dove i disturbi d'ansia sono sempre più comuni.

PROMEMORIA: COSA NON DIRE A CHI SOFFRE D'ANSIA

L’ansia è difficile non solo per chi la sperimenta ogni giorno, ma può essere emotivamente faticosa anche per i parenti, gli amici o i partner di chi ne soffre.

Saper sostenere e comprendere la persona che ci sta vicino e che vediamo soffrire non è facile.
A volte si rischia di dire o di fare la cosa sbagliata e finire poi per sentirsi in colpa, o essere fraintesi nelle intenzioni e nei sentimenti.

Burnout and stress are everywhere 25/01/2022

Il burn-out dei first responders, ormai allargato a tutti quei "lavoratori essenziali" e caregivers che a vario titolo da due anni spendono le loro giornate a prendersi cura del prossimo è ormai una pandemia nella pandemia.

La risposta è sempre nell'uso ampio (ma attento) della psicologia. Un connubio tra le varie discipline, un lavoro sinergico tra interlocutori diversi con lo scopo comune di garantire il benessere psicologico del lavoratore e della persona.

Burnout and stress are everywhere Burnout and stress are at all-time highs across professions, and among already strained health care workers, they are exacerbated by the politicization of mask-wearing and other unrelenting stressors.

Photos from BUTAC - Bufale un tanto al chilo's post 05/01/2022

L'altro giorno su un gruppo WhatsApp di miei colleghi psicologi è arrivato un messaggio inoltrato.
Il contenuto del messaggio, senza scendere mei dettagli, riguardava il tema della vaccinazione COVID in età pediatrica e forniva una serie di indirizzi mail e internet per ottenere visite gratuite e altre informazioni utili. Ma era una truffa, una truffa che metteva a repentaglio la salute dei minori (per non parlare del rischio di pedopornografia).

Mi ha preoccupato molto. Gli indirizzi forniti erano visibilmente falsi ma avevano passato indenni l'inoltro stile catena di Sant'Antonio fino ad arrivare a un professionista, che a sua volta era stato ingannato.

I truffatori e venditori di bufale sono bravi nel loro mestiere quindi ovviamente sanno cosa scrivere per far cadere le persone nella loro trappola, ma sono anche facilitati dalle difese abbassate della popolazione.

E dopo due anni di pandemia, le nostre capacità attentive si sono ulteriormente ridotte. Ma non sono perdute. Il senso critico e la pazienza sono le migliori difese per fermare il fenomeno della disinformazione. Quando vi arriva una catena, o vi girano una notizia o dei fatti non siate superficiali ma concedetevi un momento per valutare quanto effettivamente scritto.

03/01/2022

Il passa anche dal

A sei giorni dall'inizio del mio , dedico ancora 10 minuti al mattino (e 10 al pomeriggio) a mettere in movimento il mio corpo.

È il mio allenatore, sulla base dei miei a guidarmi in quello che meglio serve alle mie necessità. Feedback che rinforzo inviando un video per ricevere correzioni e suggerimenti.

Non solo. Prepararmi per fare richiede una serie di attività preparatorie: riordinare la stanza, pulire per terra, cambiarmi dal pigiama alla tuta. Anche dopo, devo lavarmi e rivistermi, rimettere tutto al suo posto ecc.

Senza accorgermene 10 minuti di movimento diventano un'ora in cui faccio cose, la mia mente è impegnata e tutto il mio corpo si attiva
Anche mettermi a lavorare diventa così più facile, perché sono già più pronta a focalizzarmi sul lavoro.

02/01/2022

L'inizio dell'anno è sempre accompagnato dalla lista dei .

C'è una forte pressione sociale a cambiare la propria vita radicalmente per adeguarsi agli standard esterni, senza considerare le nostre reali possibilità.

Ecco alcuni accorgimenti per fare una lista di buoni propositi per il #2022 in maniera psicologicamente positiva.

-Distribuire gli impegni: è quasi impossibile riuscire a cambiare in un mese quello che ha richiesto tutta una vita per diventare abitudine. Se avete stabilito degli obiettivi personali e , mettetevi seduti con un calendario alla mano e distribuiteli in maniera equilibrata nei prossimi 12 mesi.

-Fatevi aiutare dai professionisti: , , . Probabilmente i primi punti della lista sono legati a questi tre . Prendersi cura di se stessi è importante, ma se volete partire con il piede giusto, prendere un appuntamento con un professionista è la soluzione migliore. Perché prendere un impegno con un'altra persona riduce il rischio di abbandono, stabilirà un percorso adeguato alle vostre risorse e capacità, e vi sosterrà nel . Il costo economico è una preoccupazione? Ecco dove l'aver distribuito gli impegni nell'anno viene in vostro aiuto!

-Per chi lo sto facendo? Che sia iniziare un corso di cucito, cambiare alimentazione o trovare l'anima gemella, la domanda da farsi è questa. E se la risposta non è: per me stess*, lasciate perdere.
Non vuol dire che non possano esserci desideri che ci portano a creare relazioni con altre persone, ma il fulcro deve sempre essere il nostro benessere.

"Voglio imparare a cucinare, così nessuno si lamenterà più della mia cucina" mmh, anche no! Meglio una cena fuori!

"Vorrei imparare a cucinare per poter accrescere la mia autostima in cucina e condividere delle esperienze che a me piacerebbero, con le persone a me care" è un buon proposito da conservare.

-Varietà e qualità: se la lista del 2022 è la stessa del 2021, forse c'è qualcosa che non funziona!
Tagliate il superfluo e provate a inserire esperienze ai confini della vostra . Ad esempio, se iniziare ad andare in palestra non ha mai funzionato, provate a iscrivervi a uno sport che avete sempre sognato di praticare; è pieno di gruppi amatoriali in cui fare nuove amicizie e imparare cose nuove mantenendosi attivi.

-Preparatevi al : lunga o corta che sia, non tutti i vostri buoni propositi si realizzeranno. E va bene così! Per quanto possiamo impegnarci si sbaglia e si fanno errori. Quel che conta è accettare il fallimento, accoglierlo e prepararsi a una riflessione: voglio ritentare o voglio cambiare obiettivo? E come posso farlo?

-Lasciate spazio alle sorprese: avere un programma non significa diventare rigidi, in 12 mesi di cose ne possono succedere e la vostra strada può prendere bivi inaspettati. Accogliete con nuove offerte e nuove proposte.

31/12/2021

Non solo la tecnologia, ma anche il caro e vecchio buon senso!

Per affrontare serenamente l' dopo che sono risultata positiva al ho fatto tesoro dei tanti consigli che ho letto e a mia volta dato in questi ultimi due anni:

1) Crearsi una di riposo, svago e lavoro necessariamente in quest'ordine. Essere significa comunque essere , quindi bisogna rispettare il tempo di del corpo, e dare anche tempo alla mente di processare lo stato. Sì al lavoro, per non restare indietro e trovarsi sommersi dopo, ma con moderazione.
Dedico un'ora al mattino, e una al pomeriggio a controllare le mail e scrivere le lezioni. Poi ne approfitto e mi rimetto in pari sulle serie tv di !

2) Il confinamento in spazi ristretti, spesso seduta sul letto, non fa bene a nessuno dei miei muscoli. Ho chiesto al mio allenatore una serie di esercizi (favorendo cardio ed esercizi aerobici) da svolgere mattina e pomeriggio, mirati a tenere attivo il mio corpo in uno spazio ristretto. 15 minuti per volta riattivo la circolazione, produco e scarico lo . L'importante è non centrare il lampadario con i jumping jack!

3) Vocalizzare i miei : in isolamento in una stanza di una casa non mia significa non avere a portata di mano nulla di mio. Qualunque esigenza comfort deve essere espressa (o tramite le app di messaggistica) perché non posso provvedere da sola. Non posso lasciare nulla all'interpretazione: se voglio qualcosa, devo essere chiara.
Questa mattina ad esempio ho chiesto "6 biscottoni" da pucciare nel latte. Troppi? Non importa. Li ho chiesti perché ne sentivo il bisogno in quel momento, e fidatevi che fa la differenza. La richiesta è stata ascoltata, e il mio cuore era più sereno.

4) Mi fido dei miei ! Come tutti (sono umana anche io!) ho provato a esplorare da sola il mondo della legislazione pandemica e nonostante sia una persona informata, perdersi nel dedalo delle casistiche è un attimo. Ho chiuso quindi le 15 di quotidiani e ministeri e ho risolto chiedendo a un medico di fiducia (il mio è in ferie) tempistiche e modalità. Da quando ho inviato il messaggio, mi sento più serena: invece che aumentare la mia confusione, ho cercato la strada della chiarezza in una fonte autorevole.

Grazie a Ilsecoloxix

29/12/2021

In genere posto i consigli per lo zaino delle emergenze il martedì, e l'infografica era già pronta proprio con questo tema: i limiti.

Ieri però mi sono dovuta confrontare con questo tema, ricevendo la notizia di un contatto stretto positivo al che ha dato il via a un mini crisis management a distanza del mio nucleo familiare, risultato in 4 isolamenti fiduciari e 3 quarantene preventive. Tra logistica delle quarantene, tour dei tamponi e tracciamenti dei contatti, il tempo per pubblicare un post non l'ho trovato.

D'altronde, sarebbe stata una violazione dei miei stessi consigli, se mi fossi sforzata oltre i miei limiti del momento 😉

Ora che mi trovo davanti a un periodo di isolamento, ospite in una casa non mia con altre persone che dovranno occuparsi di me e che io metto a rischio, ho potuto riflettere su quanto sia stato importante fare una riflessione sui limiti, fisici e psicologici, nella mia crescita professionale.

L'emergenza c'è per me, è reale, ma non posso fare molto.
Posso però accettare questa situazione (come accetto l'aiuto che mi viene offerto) e accettare anche lo spazio ridotto in cui dovrò vivere per qualche giorno.
Accettare che avrò momenti in cui mi peserà e momenti in cui addirittura mi godrò il tempo del non far nulla.
Accettare anche di essere lontano dalla mia famiglia, e che anche se fossi vicino forse non potrei aiutare perché legata dall'isolamento fiduciario.

Questo non vuol dire che non provi frustrazione o che sia diventata una fatalista, fregandomene di quello che succede: rispettando il protocollo COVID, allertando le persone che dovevo allertare, e informandomi sui passaggi da eseguire sono pro attiva nei confronti di questa emergenza, nel rispetto dei miei limiti ( e delle persone che mi sono accanto).

21/12/2021

Ora che i pranzi e le cene di Natale si avvicinano, con tutta la mole di preparativi da fare, lo stress dei parenti e la comprensibile ansia per il COVID, è il momento di pensare alla virtù della pazienza.

La pazienza verso noi stessi, prima che verso gli altri, è l'arte di accettare i nostri limiti, di non strafare per raggiungere un obiettivo irraggiungibile ma di affrontare ogni crisi (il regalo dimenticato, l'arrosto bruciacchiato, il galateo della mascherina) con un passo calmo e deciso. Arrivare in fondo alla crisi senza essersi esauriti, rendendoci incapaci di vedere di avercela fatta.

14/12/2021

Cos'è il briefing?

Lo strumento più utile a disposizione di un team a cui viene affidato il compito di gestire un'emergenza.

Il briefing non è una riunione qualsiasi, come se ne fanno tante sul posto di lavoro, ma è la prima azione da intraprendere per partire con il piede giusto. Ha una sua procedura in cui il leader comunica le informazioni a disposizione, distribuisce i compiti e le responsabilità e individua le possibili criticità che possono sopraggiungere.

Un attrezzo immancabile per lo zaino delle emergenze di ogni team!

11/12/2021

Una parola che uso poco nella formazione è

Scherzando con i colleghi mi capita di dire che anzi, la resilienza è il male della psicologia.

Perché?

La Resilienza è una competenza psicologica meravigliosa, investita negli ultimi anni di un messaggio però che ben poco ha vedere con la vera capacità di essere resilienti e questo è anche un po' colpa dell'uso indiscriminato che ne hanno fatto prima gli e poi le , rendendo mainstream una capacità umana in realtà molto complessa.

L'idea che si è fatta strada nel parlare comune è che si "debba" essere resilienti, che sia una questione di forza di volontà sapere come superare un momento difficile, se non addirittura traumatico, per tornare alla normalità.

Spesso questa comunicazione investe le vittime della responsabilità di stare bene, generando senso di colpa e impotenza in coloro che non riescono a farcela.

"Vai e sii resiliente" è facile da dire, e suona bene. Ma la resilienza va costruita e cresciuta investendo nei fattori che la rendono possibile, come il senso di e la condivisione dei , sia in tempo di pace che durante un evento critico.

Ma soprattutto dobbiamo accettare che si può stare male dopo un evento, possiamo essere fragili e vulnerabili ed essere rispettati nel nostro dolore. In parole povere, possiamo non essere resilienti.

Videos (show all)

Il #benesserepsicologico passa anche dal #benesserefisico A sei giorni dall'inizio del mio #isolamento, dedico ancora 10...

Website