Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta

Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta

Mi chiamo Malvina Makaj, sono una psicologa e specializzanda in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Contatti: [email protected]

Venezia

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 23/07/2022

Guarire dai pensieri intrusivi!

I pensieri intrusivi sono pensieri indesiderati, impulsi o immagini mentali che spesso provocano ansia significativa, stress e
menomazione all'interno delle capacità del funzionamento dell’individuo.

I più comuni pensieri intrusivi sono:

- fare qualcosa di imbarazzante o inappropriato;
- avere una malattia grave, senza averne la dimostrazione;
- Flashback di eventi spiacevoli accaduti nel proprio passato;
- pensieri a livello sessuale di essere omosessuale o inappropriati di essere pedofili;
- commettere atti illegali o violenti;
- pensieri che se non fai una cosa fissa non avrai fortuna.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 06/07/2022

Come smettere di rimuginare 🛑
(ossia preoccuparsi eccessivamente)!

Rimuginare è il processo di pensare eccessivamente a cose negative che potrebbero capitare nel futuro.

Possiamo smettere di rimuginare?

Quando cerchiamo di non pensare a qualcosa di specifico, finiamo per pensarci ancora di più. Ad esempio, sforzati di non pensare a un elefante rosa. Passa un buon minuto senza pensare a un rosa elefante. Quante volte in quel minuto hai infatti pensato a un rosa
elefante? Probabilmente molto di più che se avessi continuato i tuoi soliti processi mentali!

La tecnica del tempo di preoccupazione

La tecnica del tempo di preoccupazione non consiste nello smettere di preoccuparsi, ma nel ridurre la quantità di tempo a preoccuparsi di cose che sono al di fuori del nostro controllo.
Possiamo quindi passare il tempo in cui non ci preoccupiamo a fare cose produttive, come prendersi cura della nostra salute mentale, pianificare la prossima settimana o entrare in contatto con altri che stanno attraversando un periodo difficile in questo momento.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 01/07/2022

Perché ci sentiamo ansiosi nelle relazioni sane e sicure?

Sei una relazione sana e sicura dove c'è rispetto reciproco, buona comunicazione, onestà e fiducia. Pensi che l'altra persona sia fantastica e va tutto bene - ma ti senti ancora in ansia per la tua relazione.

Cosa potrebbe succedere?

Invece di interpretare automaticamente l’ansia come un segnale per terminare la relazione, potrebbero esserci altre potenziali cause e fattori contribuenti.

L'inizio di una relazione è pieno di nuove esperienze e incertezze - è normale sentirsi ansiosi. Tuttavia, è anche importante riconoscere quando l'ansia inizia a prendere il sopravvento sulla tua vita.

Cosa fare?

Comunicare i propri sentimenti al partner

Identificare i fattori scatenanti e imparare a calmarsi

Non incolpare se stessi per sperimentare emozioni difficili

Ricordarsi che pensieri e sensazioni non sempre sono la realtà

Considerare la terapia per affrontare la causa principale dell’ansia.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 13/05/2022

Ossessioni o pensieri intrusivi

Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi che si presentano ripetutamente. Sono al di fuori del controllo di chi le sperimenta e vengono percepite come fastidiose e intrusive; almeno quando le persone non sono assalite dall'ansia, sono giudicate come infondate ed insensate. Le ossessioni sono accompagnate da emozioni sgradevoli, come paura, disgusto, disagio, dubbi o dalla sensazione di non aver fatto le cose nel " modo giusto"; gli innumerevoli sforzi per contrastarle hanno un successo solo momentaneo.
Si tratta di pensieri o, più spesso, di immagini relative a scene in cui la persona attua comportamenti indesiderati e inaccettabili, privi di senso, pericolosi o socialmente sconvenienti (aggredire qualcuno, avere rapporti omosessuali o pedofilici, tradire il partner, bestemmiare, compiere azioni blasfeme, offendere persone care, ecc.).

È bene ricordare che le ossessioni sono idee, pensieri o impulsi inaccettabili, che creano disturbo e si presentano alla mente in continuazione. Esse possono emergere contro la propria volontà, apparire ripugnanti e chi ne soffre spesso può riconoscerle come prive di senso ed incoerenti col proprio modo di essere abituale.

Qualunque sia la natura delle fantasie che si presentano, hanno la caratteristica comune di indurre la persona a pensare che esse siano il segno di un reale desiderio di mettere in atto tali comportamenti, che possano preludere ad una reale perdita di controllo e che indichino la vera natura del soggetto: aggressiva, autolesionista, omosessuale o pedofilica, traditrice, blasfema, ladra, malvagia e cosi via.
In realtà, ognuno di questi contenuti mentali è assolutamente normale, al pari di ogni altro pensiero ossessivo. Ciò che li rende così frequenti e disturbanti è il fatto che la loro comparsa occasionale, spesso totalmente inaspettata, viene vissuta dal soggetto come pericolosa e/o moralmente inaccettabile.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 11/05/2022

Avete mai sentito parlare della storia del bicchiere d’acqua?

Si narra che un professore di psicologia un giorno fece il suo ingresso all'interno dell'aula con in mano un bicchiere d'acqua.
Egli semplicemente chiese:"Quanto pesa questo bicchiere d'acqua?"
Gli studenti provarono a rispondere: qualcuno disse 200 grammi, altri 300, 350, 400.
"Il peso assoluto del bicchiere d'acqua è irrilevante", rispose il professore, "'ciò che più conta è per quanto tempo lo tenete sollevato"
"Sollevatelo per un minuto, e non avrete problemi. Sollevatelo per un'ora e vi ritroverete un braccio dolorante. Sollevatelo per un'intera giornata, e vi ritroverete un braccio paralizzato".
"In ognuno di questi tre casi il peso del bicchiere non è cambiato. Eppure, più il tempo passa, più il bicchiere sembra diventare pesante”.
Lo stress e le preoccupazioni, sono come questo bicchiere d'acqua. Piccole o grandi che siano, ciò che conta è quanto tempo dedichiamo loro.
Se dedichiamo ad esse il tempo minimo indispensabile, la nostra mente non ne risente. Se iniziamo a pensarci più volte durante la
giornata, la nostra mente inizia ad essere stanca e nervosa, Se pensiamo continuamente alle nostre preoccupazioni, la nostra mente si paralizza.
Per ritrovare la serenità, dovete imparare a lasciare andare lo stress e le preoccupazioni.
Dovete imparare a dedicare loro il minor tempo possibile, focalizzando la vostra attenzione
su ciò che vi fa stare bene.

Dovete imparare a mettere giù il bicchiere d'acqua.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 04/05/2022

🚨 LA DISMORFOFOBIA

Avete mai sentito parlare della dismorfofobia?
O del disturbo da dimorfismo corporeo?

Sapete che la maggior parte dei più giovani ne soffre, a causa soprattutto dei modelli che i diversi social tendono a valorizzare maggiormente?

Questo come conseguenza comporta una visione distorta e sbagliata del proprio corpo e una preoccupazione eccessiva per la propria immagine corporea fino a farlo diventare una patologia, ossia il disturbo da dimorfismo corporeo.

L'elemento peculiare della dismorfofobia è la
preoccupazione per un difetto nell'aspetto fisico, che può essere totalmente immaginario, oppure, se è presente una reale piccola anomalia fisica, la preoccupazione del soggetto è di gran lunga eccessiva al normale.

La dismorfofobia si sviluppa con maggiore frequenza nei soggetti con basso livello di autostima, in genere adolescenti, sia maschi che femmine. Le preoccupazioni possono focalizzarsi sull'intero aspetto esteriore o solo su una parte delimitata del corpo.
Il paziente può arrivare a voler ricorrere compulsivamente a trattamenti di bellezza, ormonali o chirurgia estetica, in quanto non tollera di avere nemmeno piccoli difetti e distorce la propria immagine vedendosi non adeguato.

La dismorfofobia può essere curata con una psicoterapia cognitivo comportamentale, dato che può essere considerata un disturbo ossessivo-compulsivo. I farmaci raramente sono efficaci, a meno che il disturbo non sia causato da una depressione maggiore.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 01/05/2022

Il delirio

Il delirio è un idea falsa, immodificabile e non riferibile al retroterra educativo, culturale, sociale, all'esperienza del soggetto o alla sua adesione ideologica. È un giudizio alterato di realtà resistente all'evidenza dei fatti e ai tentativi di convincimento, caratterizzato cioè da straordinaria convinzione e certezza soggettiva.

Il delirio non è soltanto un errore di critica, ma anche un vissuto alterato del rapporto dell'individuo col mondo, con gli altri e con se stesso; tale vissuto nuovo si impone al soggetto come nuova realtà, diversa da quella di prima e non più condivisibile con le persone del suo ambiente.

Come sottolineato nella definizione una credenza non può essere considerata delirante se trova spiegazione nel particolare contesto
socio-culturale ed esperienziale del soggetto, Così un soggetto occidentale che sia convinto che farsi fotografare comporti un furto dell'anima è delirante, mentre tale convincimento non è patologico in un soggetto Masai. Pertanto l'appartenenza ad etnie diverse deve stimolare una particolare attenzione da parte dell'osservatore nel valutare la presenza di eventuale delirio.

Il delirio nasce da una difficoltà del malato di separare nettamente quello che appartiene al mondo esterno e quello che appartiene al mondo interno (fantasia, mondo rappresentazionale), per cui quest'ultimo acquisisce il carattere di obiettività e veridicità (alienazione).

Il delirio in generale si esprime attraverso la parola (vettore del pensiero), ma può essere percepito da un osservatore anche attraverso altre manifestazioni quali un arresto catatonico o comportamenti inadeguati, bizzarri, agiti, fatui.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 25/04/2022

Blackout alcolico 🍷

Ci si ubriaca quando l'alcol viene consumato in quantità eccessive in un breve periodo di tempo. Di conseguenza si ha un aumento dei livelli di alcol nel sangue e, come per ogni sedativo, il risultato è una riduzione delle funzioni cerebrali superiori.

Fra queste vi è la perdita di memoria ed è spesso associato all'incapacità di ricordare i dettagli degli eventi, o anche interi episodi: semplicemente, il registratore di ricordi nel
tuo cervello è spento.

Secondo il professor Paul Wallace, l'alcol è in grado di colpire la nostra memoria, anche quando viene consumato in quantità più modeste; bere molto per lunghi periodi di tempo può avere effetti a lungo termine sulla memoria, al punto che anche nei giorni in cui non si consuma alcol, ricordare cos'hai fatto il giorno prima, o anche dove sei stato, può diventare difficile.

È stato dimostrato che circa l'80% degli alcolisti riportano una carenza di tiamina e una parte di loro sviluppa serie patologie cerebrali, come la sindrome Wernicke-Korsakoff. Questo disturbo, pericoloso per la vita, è associato a una grave perdita di memoria e ad altri problemi neurologici.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 23/04/2022

🛑 Il disturbo bipolare

Il disturbo bipolare è un disturbo caratterizzato da uno stato depressivo alternato da uno stato maniacale o ipomaniacale, quindi da oscillazioni del tono dell’umore.

Quando c’è una compresenza sia di sintomi depressivi che maniacali incompleti, con il predominio di irritabilità, ansia e irrequietezza, si puo presentare invece, lo stato misto.

Si possono diagnosticare 3 tipi di disturbo bipolare:

- Il disturbo bipolare di tipo I: caratterizzato dalla presenza nell'arco della vita di un episodio maniacale, a prescindere dalla presenza o meno di altri episodi depressivi o ipomaniacali, che tuttavia si associano frequentemente agli episodi di mania.

- Il disturbo bipolare di tipo Il: caratterizzato dalla presenza nell'arco della vita da uno o più episodi depressivi maggiori accompagnati da almeno un episodio ipomaniacale.

- Il disturbo ciclotimico (o ciclotimia): caratterizzato dall'alternanza di episodi di depressione e ipomaniacali di lieve intensità ma con elevata frequenza, che portano a una sostanziale lunga e ininterrotta fase di malattia della durata di almeno due anni, con cambiamenti comportamentali che provocano notevoli complicazioni a livello psicosociale.

La causa del disturbo bipolare è condizionata da fattori genetici, biologici e psicologici, che ne costituiscono aspetti di vulnerabilità ma anche di mantenimento. Il ruolo dell'ereditarietà genetica è dimostrata; se ad essere ammalato è un parente stretto, come la madre o il padre, aumenta il rischio di più di 10 volte di ammalarsi di questo disturbo.
La Terapia Farmacologica rappresenta il primo e fondamentale intervento terapeutico, associato ad un percorso terapeutico.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 22/04/2022

Effetto spettatore

Cosa ci spinge a non intervenire?

L'effetto spettatore è un fenomeno della psicologia sociale che si riferisce ai casi in cui gli individui non offrono alcun aiuto ad una
persona in difficoltà, in una situazione d'emergenza, quando sono presenti anche altre persone.

La probabilità d'intervento è inversamente correlata al numero degli spettatori.

L'effetto spettatore fu dimostrato per la prima volta in laboratorio da John Darley e Bibb Latané nel 1968 dopo che si erano interessati
all'argomento seguendo l'omicidio di Kitty Genovese nel 1964. Kitty fu aggredita in strada da un uomo armato che la pugnalò più volte nell'arco di mezz'ora. Un tempo così prolungato poiché l'assassino, vedendo persone alle finestre che assistevano, a volte si interrompeva temendo l'arrivo della polizia. Nessuno dei quali però intervenne o chiamò aiuto.

All'epoca dei fatti, la prima spiegazione fornita fu che il comportamento anomalo delle persone presenti era una conseguenza della perdita di valori tipica della società contemporanea.

Darley e Latané approfondiscono questo fatto. La loro opinione è che in alcuni casi le norme morali siano indebolite da altri fattori, ad
esempio la presenza di altri osservatori.

Con questi presupposti, emerge una chiara ipotesi: più persone assistono a un'emergenza, più si riscontra la probabilità che ogni spettatore non intervenga o lo faccia più lentamente.

Questo porta a due conseguenze: la diffusione della responsabilità e il lecito dubbio che qualcun altro si sia già mosso per cercare aiuto, pur non avendone la certezza.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 21/04/2022

Modello vulnerabilità -stress

Il modello vulnerabilità-stress è utilizzato per spiegare l'origine di alcuni disturbi psicologici, tra cui la depressione, l'ansia e le dipendenze.
Il modello sostiene che l'origine di tali disturbi può essere spiegato dall'interazione tra predisposizione genetica (diatesi) ed eventi ambientali negativi (stress): la probabilità di sviluppare un disturbo dipende dalla predisposizione genetica verso lo stesso e dagli eventi stressanti incontrati
dalla persona durante la sua vita.

Diatesi (o vulnerabilita") è un termine utilizzato in ambito medico per indicare la predisposizione a sviluppare una determinata patologia. Gli aspetti genetici sono importanti poiché rendono le persone vulnerabili a determinati disturbi psicologici.
Ad esempio, i parenti di primo grado delle persone depresse hanno un rischio di 2-3 volte maggiore di sviluppare un disturbo depressivo rispetto a coloro che non hanno familiari depressi.

Dato che la predisposizione genetica, da sola, non è sufficiente a scatenare i disturbi psicologici, il ruolo decisivo è giocato dai fattori ambientali (ad es., eventi stressanti e le esperienze traumatiche).
In tale ottica, i disturbi depressivi sono il risultato dell'interazione tra vulnerabilità individuale ed esperienze di vita.

Il modello è caratterizzato da "additività" ossia predisposizione e stress si sommano per produrre il disturbo e da ciò ne consegue che:
- Bassi livelli di stress possono portare all'insorgere di un disturbo depressivo in persone con elevata predisposizione allo stesso.
- La comparsa di depressione in un individuo non predisposto generalmente richiede un evento stressante di elevata intensità!

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 21/04/2022

Le allucinazioni

Si tratta di esperienze mentali che si manifestano in forma di immagini, o suoni o altro, derivate da una fonte di informazione interna, giudicate in modo scorretto come provenienti da una fonte di informazione esterna e che fanno la loro comparsa usualmente in modo intrusivo!
Il soggetto percepisce con carattere di concretezza, obiettività, spazialità sensoriale, oggetti, suoni, parole ecc. assolutamente inesistenti vivendoli come reali!

Le allucinazioni si dividono in visive, uditive, olfattive e gustative, somatiche!

Allucinazioni visive

Sono false percezioni visive (visioni) che possono essere di tipo semplice (fosfeni, fiamme, bagliori) oppure complesso (figure, persone, oggetti, vere e proprie scene), talvolta immobili, talaltra in movimento o in trasformazione.

Allucinazioni uditive

Sono false percezioni uditive che possono essere elementari (rumori, ronzii, fischi), parzialmente organizzate (suoni distinti, musica) o complesse (parole, frasi).

Allucinazioni olfattive e gustative

Sono rare, si presentano spesso associate e possono avere contenuti spiacevoli (odori ripugnanti, sapori disgustosi) o piacevoli (pro-fumi, odori d'incenso).

Allucinazioni somatiche

Le allucinazioni tattili consistono in una percezione di formicolio o sensazione di punture da aghi e spilli (parestesie) o di contatto con piccoli insetti.
Le allucinazioni cenestesiche e viscerali consistono in percezioni abnormi di tutto il corpo (es. la sensazione che il corpo sia diventato di ferro o si stia decomponendo!
Nelle allucinazioni chinestesiche o motorie, il paziente avverte un senso di movimento anche se è fermo.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 20/04/2022

Amidgdala

L'amigdala è una parte del cervello che controlla la paura. Senza di essa non proveremmo questo stato d'animo.
Essa si attiva quando ci troviamo di fronte una
situazione preoccupante. Nel giro di pochissimi millisecondi la arrivare il segnale al cervello cosciente che attiva un meccanismo di allerta.

Esistono casi di amigdalectomia naturale. Il caso più famoso, descritto per la prima volta nel 1994, è quello di S.M. Si tratta di una paziente affetta da sindrome di Urbach-Wiethe, una rara malattia genetica che le ha
causato una degenerazione selettiva bilaterale
dell'amigdala. È stata definita la "donna senza paura poiché non mostra alcuna paura di serpenti e ragni o situazioni minacciose e si dice che sia in grado di raccontare eventi tragici della sua vita senza aleun tipo di disagio.

Ricordiamo peró, che la paura è fondamentale per la vita dell'essere umano, sia per la sopravvivenza e sia per la sensazione di vita che ci da.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 16/04/2022

Le tipologie di personalità emotiva
sono diverse e sono quattro!

L'empatico, o la spugna emotiva

Sei una persona estremamente sensibile, premurosa e offri sempre il tuo supporto agli altri. Entri immediatamente in armonia con i sentimenti altrui, ne capisci la natura e ti sintonizzi sulla stessa linea d'onda. A volte questo coinvolgimento è piuttosto evidente, tanto da arrivare ad avvertire l'emozione dell'altra persona come fosse tua.

La roccia: robusta e taciturna

Sei coerente e privo di contraddizioni, affidabile e inamovibile. Le persone che ti stanno accanto si sentono libere di esprimersi: sanno che non ti sconvolgeranno e sanno che non le giudicherai. Da parte tua, invece, non riesci ad esprimere ciò che senti con facilità, ed è questa la ragione per cui spesso ti viene chiesto a cosa pensi o cosa senti.

L'esuberante che ama condividere ciò che sente

Non nascondi affatto le tue emozioni, anzi: ami
mostrarle e condividerle con chi ti sta accanto e in generale con gli altri. Raramente hanno necessità di chiederti come stai perché è piuttosto evidente. L'unica complicazione è che, tendenzialmente, condividi fin troppo e gli altri potrebbero non avere voglia di vedersi appesantite dalla tua ondata di emotività.

L'intellettuale: un tipo di personalità molto riflessiva

Parliamo di una personalità emotiva molto
articolata, rigorosa, analitica, logica e razionale. Si trova estremamente a suo agio nel mondo dei pensieri. Tutto ciò che c'è la fuori è profondamente setacciato dal filtro della razionalità. Chi ha questa tipologia di personalità non lascia intravedere le sue
emozioni.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 15/04/2022

🧠 Lo sapevate che il rifiuto e il dolore fisico attivano la stessa area del cervello, ossia l’insula anteriore???
Di tutte le ferite emotive che sperimentiamo, il rifiuto è una probabilmente sperimentiamo di più e fa più male. In infanzia sperimentiamo il rifiuto e continua anche in età adulta. Dall'essere rifiutato per non essere stato invitato ad una festa di compleanno al rifiuto all’età adulta di avere il cuore spezzato o non ottenere il college o il lavoro che volevamo disperatamente.

Una persona spesso si sente rifiutata quando ci sono sentimenti di vergogna, tristezza e dolore associati all'evento.
Per esempio:
- Una persona che non è ricercata da un'altra persona o che che termina una relazione
- Non ottenere un lavoro che per cui abbiamo fatto il colloquio
- Non essere accettato alla scuola prescelta
- Essere esclusi dagli eventi sociali

La nostra natura biologica è bramare la connessione umana e di appartenenza, che simboleggia l'accettazione. Se ci sentiamo
rifiutati va contro il nostro profondo desiderio di appartenenza e connessione, quindi quando sperimentiamo uno dei precedenti rifiuti i nostri sentimenti sono feriti, la nostra autostima diminuisce e ci fa sentire non accettati.

Cosa fare sarà condiviso nel prossimo post…

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 12/04/2022

🛍🛍🛍 Psicologia dei colori: siamo ciò che indossiamo?

La psicologia dell'abbigliamento studia gli effetti psicologici che la scelta degli indumenti ha, sia sulla persona che li indossa che sugli altri. Il modo in cui ci vestiamo rispecchia e riflette lo stato della nostra mente, il nostro umore, il nostro stato d'animo. Non solo: indossare un certo tipo di indumento piuttosto che un altro può addirittura influenzare le nostre performance quotidiane.

In uno studio di psicologia dell'abbigliamento, condotto da Pine nel 2014, si è visto che le persone che indossavano una maglietta di un supereroe (Superman) riscontravano delle prestazioni nettamente superiori, in varie
performance mentali, rispetto a coloro che non la indossavano. Allo stesso modo, un semplice camice bianco, se associato alla professione medica, migliora notevolmente le performance rispetto, invece, a quando viene associato a
un imbianchino (Adam & Galinsky, 2012).

Negli studi di psicologia dell'abbigliamento, anche la scelta dei colori degli indumenti, rispecchia molto di ciò che siamo e vogliamo comunicare.

Nell'ambito della moda, il nero, ad esempio, comunica serietà, sobrietà, autorità, sofisticazione, impenetrabilità, resilienza.

Al contrario di chi veste grigio, che invece vuole comunicare neutralità, giudiziosità, responsabilità.

Il blu, invece, è il colore dell'affidabilità e della credibilità. Colui che veste di blu è percepito come leale, coerente degno di fiducia.

Diverso è il caso del rosso: eccitante, vivace, acceso; chi lo indossa vuole comunicare interesse, passione, ma anche aggressivita.

Se si vuole un colore più carismatico, tuttavia, è meglio optare per il verde: chi lo sceglie comunica di essere una personalità equilibrata, salda, concreta.

Il viola, all'opposto, tende a intrigare, in quanto contiene sia parte del blu che dell'esplosività del rosso: è un colore sensuale, chi lo sceglie sa già che non vuole passare inosservato.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 11/04/2022

👩‍🔬👩‍🔬👩‍🔬I prodotti chimici della felicità e come acquisirli!

Dopamina
(la ricompensa chimica)
Mangiare sano
Raggiungere un obiettivo
Finire un compito
Attività di cura verso se stessi

Ossitocina
(l’ormone dell’amore)
Socializzare
Contatto fisico
Animali domestici
Aiutare gli altri

Endorfine
(il killer del dolore)
Esercizio fisico
Ascoltare musica
Guardare film
Ridere

Serotonina
(stabilizzatore dell’umore)
Esporsi al sole
Mindfullness
Immergersi nella natura
Meditazione

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 11/04/2022

🐕🐈I benefici psicologici dell’ avere un animale domestico 🐈‍⬛🦮

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 10/04/2022

NON PENSATE CHE CI SONO COSE CHE DOVREBBERO ESSERE CONSIDERATE NORMALI DEL GENERE MASCHILE?

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 10/04/2022

COMPORTAMENTI TIPICI DI CHI SOFFRE D'ANSIA

Cerca di sembrare apparentemente calmo!
Chi soffre d’ansia può sembrare calmo esternamente, ma dentro la sua testa può avere un uragano che non riesce a controllare per trovare un’attimo di serenità!

Sindrome dell’impostore!
Può credere di non meritare nulla di quello che possiede e di avere poco valore!

Comportamenti ossessivi compulsivi!
Gesti ripetuti per cercare di eliminare l’ansia e i pensieri negativi di svalutazione, come mordersi le unghie o fare attività fisica!

Rimanere sempre occupati!
Cerca di evitare i momenti liberi perché credono che i pensieri ansiogeni verranno ad assediarlo e buttarlo nel malessere!

Rimuginio e ruminazione!
Stile di pensiero negativo, analitico e ripetitivo. Il soggetto si ripete mentalmente che le cose andranno male o che qualcosa di spiacevole potrebbe capitare da un momento all'altro.
In ogni cosa che deve fare pensa solo a finali negativi, mai neutri o positivi!

Incapacità di agire!
Tendenza a procrastinare, in quanto l’idea di svolgere un compito per lui è una montagna da scalare!

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 09/04/2022

SINDROME DA CARENZA AFFETTIVA

La sindrome carenziale affettiva racchiude un insieme di tratti piuttosto radicati in alcune persone che nascono dalla mancanza di affetto durante l'infanzia. Questa fase della vita è una tappa in cui tutti noi siamo profondamente fragili. Ciò che succede in quegli anni lascia segni indelebili, che di solito permangono per tutta la vita.

La sindrome carenziale affettiva è caratterizzata innanzitutto dalla profonda convinzione di non essere amati. Non manca anche un certo grado di insoddisfazione e un profondo timore dell'abbandono.

Si parla di sindrome quando determinati sintomi sono stabili nel tempo. I segnali che più spesso indicano la presenza della sindrome
carenziale affettiva sono:

Sentirsi sminuiti. L'individuo sente di non valere abbastanza, dubita continuamente delle sue capacità ed è convinto di non disporre di abilità ed energia sufficienti per affrontare la maggior parte delle circostanze.

Senso di fallimento. La persona sente di aver spesso fallito miseramente, sebbene non sia così. Avvia un'intensa autocritica e continui rimproveri.

Mancanza di amor proprio. Non ama se stessa. Fa fatica a riconoscere i suoi pregi e quando lo fa non perde occasione per minimizzarli. Si disprezza.

Reticenza. Fa fatica a dimostrare cosa pensa o cosa prova, perché ha un estremo timore del rifiuto. Quando viene rifiutata davvero, ne risente profondamente.

Instabilità. Tende a essere instabile nei rapporti personali. Alterna l'attaccamento all'abbandono.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 08/04/2022

COSE CHE CHI SOFFRE DI DEPRESSIONE FA DI NASCOSTO

Riguardare vecchie repliche di programmi TV a cui eri abituato e che ti facevano ridere per provare un senso di comfort e sicurezza

Trascurare le faccende/abitudini perché non hai energia: tutta viene utilizzata nel lottare contro la depressione, fingere un sorriso quando sei con gli altri

Trascorrere lunghi periodi volte a distrarre
te stesso/trovare una scappatoia dalle tue turbolenze (es. videogiochi, social media)

Pianificazione come vorresti spiegare la tua lotta agli altri (e anche digitandolo
via SMS) ma poi non facendolo perché hai paura di essere un "fardello" (o che tu
non sarai accettato)

Passare ore a rimuginare e a ruminare cercando di trovare un perché è una soluzione al tuo malessere

Domandarti se sei sempre stata così o se c’è mai stato un periodo in cui eri felice, e di conseguenza perdersi alla ricerca di ricordi in cui eri contento

Mettere tutte le forze che hai nel lavarti e vestirti per provare ad uscire, e appena hai finito di prepararti, svestirti di nuovo e rimetterti a letto.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 07/04/2022

APRILE DOLCE DORMIRE: PERCHE SI DICE COSI'?

Con il cambio delle stagioni, in particolare fra l'inverno e la primavera, può subentrare uno stato psicofisico che prende il nome di "Sindrome affettiva stagionale".

I sintomi più evidenti di questa condizione sono
caratterizzati da stanchezza, difficoltà di concentrazione, ansia, irritabilità, disturbi gastrointestinali, ed emicrania con un conseguente stato di malessere generale che
comporta un'oscillazione del tono dell'umore.
La spiegazione della sindrome affettiva stagionale va ricercata a livello biologico: i cambiamenti della temperatura, spesso caratterizzati da sbalzi caldo/freddo, e l'aumento delle ore di luce tipici di questo periodo, comportano un necessario riadattamento dell'organismo rispetto ai ritmi sonno-veglia e alla regolazione ormonale.
Quello che succede in particolare è una variazione delle ore di luce solare che incide sui livelli di serotonina, il neurotrasmettitore della "felicità", e sulla melatonina, regolatore dell'orologio biologico interno: tutto questo può comportare una momentanea e transitoria flessione dell'umore, associata a stanchezza e sonnolenza.
Per superare la sindrome affettiva stagionale può essere utile dedicarsi ad una moderata attività fisica e prestare maggiore attenzione al riposo notturno.

Photos from Malvina Makaj Psicologa Psicoterapeuta's post 06/04/2022

🏝🏝🏝COMFORT ZONE
La psicologia Comportamentale definisce la comfort zone come: “La condizione mentale in cui la persona agisce in uno stato di assenza di ansietà, con un livello di prestazioni costante e senza percepire un senso di rischio".
Stare nella comfort zone è necessario quando abbiamo bisogno di riprenderci dopo aver
subito un forte stress o una delusione, ossia quando abbiamo bisogno di ricaricare le nostre energie positivamente.
Ma restarci troppo a lungo può diventare una trappola. La routine è parte della comfort
zone. Ti può soddisfare ma nel frattempo ti toglie la capacità di aprirti al tuo vero sé e condividere e mettere in atto le tue potenzialità! Ma soprattutto ti impedisce di provare nuove esperienze e di esplorare le tue capacità!

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