Francesco Gagliardi

Francesco Gagliardi

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20/08/2021

Siete una famiglia speciale! Rosaria, Beppe,e catena,tutti bravissimi!

Finalmente ha trovato l’alcova ideale.
Da Modica è tutto!
Bnotte ❤️😎

Stasera presentazione da urlo.
Strepitoso pubblico.
Grazie a tutti.
Che bello!
Che meraviglia!

20/08/2021

𝗡𝗲𝗹 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗼 𝗣𝗶𝗰𝗰𝗶𝗿𝗶𝗱𝗱𝗮 𝘀𝗰𝗿𝗶𝘃𝗼:
"𝗹'𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲 𝘃𝗮 𝗼𝗹𝘁𝗿𝗲 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝗳𝗲𝗿𝗺𝗮 𝗻𝗲𝗺𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗱𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗲𝗴𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮..."

𝗤𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗶 𝗰𝗲𝗿𝘁𝗶 𝗱𝗼𝗹𝗼𝗿𝗶, 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 "𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗹'𝗮𝗰𝗾𝘂𝗮 𝗮𝗶 𝗳𝗶𝗼𝗿𝗶" 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗮𝗶𝘂𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗮 𝘀𝗼𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗿𝗹𝗶.
𝗘 𝗻𝗼𝗻 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗶 𝘀𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝘁𝗿𝗮𝘀𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶.

#𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮𝗿𝗲𝗹𝗮𝗰𝗾𝘂𝗮𝗮𝗶𝗳𝗶𝗼𝗿𝗶
#𝗻𝗶𝗰𝗼𝗹𝗮𝗳𝗶𝗼𝗿𝗲𝗹𝗹𝗼
#𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲
#𝗹𝗶𝗳𝗲
#𝗽𝗲𝗿𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲

20/08/2021

Vi aspettiamo a Procida

Timeline photos 20/08/2021
Photos from MattinaRai1's post 20/08/2021
Photos from Giovanni Ciacci's post 20/08/2021
20/08/2021

Finalmente ha trovato l’alcova ideale.
Da Modica è tutto!
Bnotte ❤️😎

Stasera presentazione da urlo.
Strepitoso pubblico.
Grazie a tutti.
Che bello!
Che meraviglia!

20/08/2021

Giovanni Caccamo che gioia averti avuto con me.
E l’onore più grande è stato accogliere anche la tua mamma! ❤️😎

18/08/2021

Un buon Ferragosto spettinato a tutti ✨

18/08/2021
18/08/2021

17 agosto.
Cattolica, stasera al concerto di Antonello Venditti.

18/08/2021

...sto’!

18/08/2021

Ferragosto davvero speciale… 😂! Caffettino nel fieno, in mezzo alle montagne nella pace più totale con la mia amica Serena!! Wow ❤️

18/08/2021

Siamo saliti a Mongiuffi.
꧁ Mia nonna, 𝗖𝗮𝘁𝗲𝗻𝗮 𝗗'𝗔𝗺𝗼𝗿𝗲, era di lì.

Ieri il signor Eugenio (l’amico, Eugenio) mi raccontava di lei, che abitava in una contrada chiamata ‘a luareddra - probabilmente perché contrassegnata da un piccolo uliveto nei dintorni.

Catena, spuluriava (ripuliva) le campagne della zona e faceva altri lavoretti per mantenersi.
Fimmina putenti, era.
Nè paura, nè disagio di affrontare il mondo senza un uomo accanto/
Un esempio concreto e accattivante ricevuto durante gli anni importanti della mia formazione/

Donna Catena era da Milìa, e ‘a Milìa c’è anche Bar La Pergola, che fa degli arancini squisiti e mi ha ispirato la storia di “Cinque donne e un arancino“.
Loro ve li offrono conditi in mille modi, con tutti i sapori della mia terra - benedetta e meravigliosa -, che amo fino al midollo, anche coi suoi eterni difetti che mi e ci fanno incavolare tutti i giorni.

E dove potevo ambientare la storia delle “Signore di Monte Pepe“, se non qui!?

Venite, venite a Milìa (nome in italiano Mongiuffi Melia), venite la sera col fresco, paesaggio incantevole.
In piazza, sembra di trovarsi dentro a un quadro di Rosana de Paula Cessac

(In foto io e Paolo.
Nello specifico porto ancora la mascherina perché ero appena arrivata dalle cucine.
Paolo no. Ecco spiegato l’arcano!)

Rosana de Paula-Cessac, art naïf
💖
Bar La Pergola, Mongiuffi Melia
Sicilia

18/08/2021
18/08/2021
18/08/2021

Con questa foto rarissima, mai vista prima, inviatami da un mio fan russo che riesce a trovare qualsiasi ricordo sconosciuto, un Buon Ferragosto a tutti voi con enorme affetto!
E un doveroso augurio anche a questo immenso, insuperabile attore che ci guarda da lassù.

Carlo Verdone🤓

Photos from Catena Fiorello Galeano's post 18/08/2021
Photos from Anna Safroncik Official's post 18/08/2021
18/08/2021

Con quale animo accettiamo le nostre sconfitte?

Non piace a nessuno perdere.
Se poi devi accettarlo é un altro discorso.
Troverai mille scusanti per dirti che é andata bene lo stesso.
Almeno avrai imparato qualcosa.
Ma io oltre a imparare ho ritrovato un caro affetto, qualcuno che pensavo non potesse più far parte della mia vita.
Ho abitato a Roma tanti anni, quelli che mi sono serviti per tentare la carta del successo.
I primi li ho impiegati per partecipare a infiniti provini, poi finalmente una piccola parte in un film di discreto successo.
Avevo tante ambizioni, sogni esagerati. E tanto convinta del mio talento.
In più, avevo dalla mia anche l’audacia, il coraggio, e una gran volontà di sfondare nel magico mondo dello spettacolo.

★ Non sono bella, almeno non nel senso che si dà a questa parola, quando si parla di un’attrice.
Non lineamenti perfetti, un fisico modesto, né alta né bassa, e un corpo tutto sommato piacevole. Normale corporatura, avrebbe detto chi mi guardava con occhio sapiente.
Però ogni volta che mi agghindavo per uscire, anche solo per trascorrere una serata fra amici, facevo colpo. Sapevo truccarmi, rendere i capelli incantevoli, e sapevo tenere la scena come poche.
Colpa o merito di un carattere molto estroverso.
Di particine in altri film ne arrivarono ancora, ma sempre di ridotta importanza. Non c’era verso di fare il salto di qualità. E io mi dannavo.
Vedevo passarmi davanti colleghi che tutto sommato non avevano chissà quali doti superiori alle mie. Forse le loro frequentazioni, forse agenti meglio introdotti nell’ambiente, e forse anche la capacità di muoversi con i dovuti artigli nel paludoso mondo delle segrete stanze della cinematografia, fatto di consigli concessi da vecchie volpi.
Mi sentivo ripetere da più persone che ero brava, che avevo un talento eccezionale, ma poi, più di un tot di pose non riuscivo a conquistare.
Fino a quando non tentai la carta del teatro.
Anche lì però, si trattava di compagnie minori e di guadagni risicati.
Pagare l’affitto puntualmente, insomma, diventava man mano un vero problema. Mentre alla mia famiglia raccontavo meraviglie.
“Ci siamo quasi”. “Un regista mi ha promesso che…”. “Incontrerò a breve un produttore importante”.
Mia madre appiccicava alla parete dietro le sue spalle, dentro al negozio di alimentari di nostra proprietà, ogni piccolo articolo che parlava di me, e mia sorella si vantava con le colleghe insegnanti come lei in una scuola elementare, di avere in casa un’attrice famosa e molto apprezzata.
Quella pressione mi snervava.

★ Vivevo il mio arrancare come una delusione che prima o poi avrei dato a tutti. E intanto, ogni notte speravo che il mio destino potesse cambiare all’improvviso, al pari dell’accensione di una lampadina in mezzo al buio. Invece, non cambiava nulla. Trascorsi qualche anno così.
In balia di inganni della mente. Mi dicevo che anche le più grandi dive avevano subito umiliazioni, rinunce, delusioni e quanto altro.
Anzi, era proprio quello il percorso degli artisti più applauditi: soffrire prima di tagliare il nastro del vero traguardo.
Poi però rimasi incinta. L’uomo con cui avevo concepito mio figlio era un uomo inaffidabile, bugiardo, avido. Un giorno sì e l’altro pure mi prometteva il paradiso, e poi si faceva mantenere da me, senza nemmeno chiedersi dove trovassi quei pochi soldi per sfangarla quotidianamente.
Avevo trovato da lavorare nella stessa agenzia che mi procurava i provini. Facevo la segretaria, pagata in nero e pure male. Percepivo cioè uno stipendio ballerino, non sempre assicurato. Ma Luca, l’uomo di cui vi ho parlato, se ne sbatteva delle mie ansie, diceva che tanto, quando sarei divietava famosa avremmo vissuto alla grande, e lui sarebbe diventato il mio agente. Affrontai ancora qualche provino.
Presentai Luca alla mia famiglia.
Mia madre quando gli strinse la mano fece una faccia scura. Poi prima di ripartire per Roma mi disse che stavo prendendo una fregatura.
Quello non vale nemmeno il mignolo del tuo piede figlia mia, bofonchiò delusa. Stai attenta, aggiunse alla fine.
Ebbi un ab**to spontaneo dopo due settimane.
Luca sparì un mese dopo, dicendo che ero diventata isterica.
E persi anche il lavoro all’agenzia.
Decisi da quel punto che Roma non faceva più per me, e nemmeno il lavoro di attrice. Tornai in paese. In quel crocchio di case dove conoscevo ogni pietra, ogni faccia, ogni respiro dietro le finestre. I primi tempi non uscivo nemmeno per prendere un po’ d’aria. Il mio fallimento lo vivevo come una vergogna.
L’attrice di belle speranze che finiva murata fra le pareti domestiche per mancanza di occasioni, non era quello che mi ero immaginata.

★ Quando dieci anni prima ero salita su un treno carica di adrenalina e voglia di fare esperienze esaltanti, pensavo ad altro. Anelavo ai titoloni, alle copertine, ai set fotografici, e agli stilisti che facevano a gara per darmi i loro vestiti durante i Festival internazionali.
Poi accadde qualcosa di inaspettato.
Ero andata a trovare mia madre al negozio di alimentari, giusto per prendere qualcosa da mangiare, e per distrarmi un po’ senza l’angoscia di essere obbligata a vestirmi decentemente, stando in giro in paese.
Dopo qualche minuto di chiacchiere fra noi, mi sentii chiamare da una donna di cui non mi ricordavo affatto. Cercai di focalizzare meglio l’immagine, dato che era in controluce, eppure non mi veniva in mente niente.
Era solo una donna, una come tante, e continuava a salutarmi con un fare troppo gentile, tanto da mettermi a disagio.
Sono Giusy, ricordi?, disse comprendendo all’istante la mia confusione.
Da lì in me si aprì un varco.
Anzi no, una voragine.
L’ultima volta che ci eravamo ritrovate faccia a faccia, fra noi erano state scintille che avevano portato a un incendio. Scintille giustificate anche dall’ardore dell’età.
Le avevo fregato il ragazzo, aveva detto lei al tempo.
Era solo una frustrata e infelice, avevo asserito io allora, furibonda.
Manuel in effetti stava ancora amoreggiando con lei quando in meno di ventiquattr’ore si era innamorato perdutamente di me.
Peccato che dopo un corteggiamento serrato e un fidanzamento carico di furore, poco dopo lo avessi lasciato perché era geloso all’inverosimile. E gli uomini asfissianti non mi erano mai piaciuti, o meglio, non li avevo mai sopportati.

★ Ne sorridemmo insieme e andammo a prendere un caffè al bar.
Giusy aveva aperto un negozio di bomboniere, preparava sacchetti pieni di confetti per le coppie in procinto di sposarsi.
Neanche nel suo caso i sogni della giovinezza erano stati realizzati, e la carriera di avvocato che sognava di intraprendere si era interrotta al quarto esame all’università.
Mi raccontò della sana invidia nei miei riguardi, per essere riuscita a sfondare nel difficile mondo del cinema, e mi confessò che conservava ogni articolo che parlava della sottoscritta, comprese le poche apparizioni in TV (che registrava), nelle quali promuovevo i film di cui ero attrice, ma mai protagonista.
Con lei fui sincera.
Mi liberai sussurrandole delle difficoltà affrontate in quegli anni e di tutto il percorso faticoso degli ultimi tre. Non tralasciai nemmeno l’urto tragico dell’ab**to, e poi piansi.
Hai solo trentatré anni, Lisa, e hai tutta la vita davanti. Qui ritroverai il senso di ciò che hai smarrito, vedrai. Me lo disse davanti a un bicchierino di limoncello.
A me sembrava impossibile che potesse accadere proprio lì, in quel piccolo paese della Basilicata. Niente di che, era il mio assillo.
E l’unico posto dove ero certa non sarebbe mai accaduto nulla.
La noia, la monotonia, il tedio, erano i peggiori nemici con cui sapevo che avrei fatto a pugni.
Ma la sua determinazione fu balsamo per l’apatia che sembrava essersi impossessata di me.
Non paga, Giusy mi accompagnò a vedere, anzi, rivedere, i nostri dintorni meravigliosi, che per tanti motivi avevo dimenticato, suggerendomi di valorizzarli in qualche modo.
Eh! Sembra facile, pensavo fra me.
Ma il suo entusiasmo travolgente piano piano mi coinvolse e cominciai a ragionarci sopra. In effetti, vivevo in una porzione d’Italia carica di meraviglie, e sarebbe bastata la voglia di crederci per far cambiare le cose.
Dopo un anno di viaggi avanti e indietro, e fotografie scattate in ogni dove, riuscii a incuriosire alcuni location manager, che attratti dalle bellezze di quella parte di Basilicata decisero di ambientare delle fiction, e proprio a ridosso del paese in cui abitavo.
Divenni nel giro di poco un punto di riferimento per grossi produttori che cercavano luoghi scenografici come i nostri, e imparai con tanta volontà un nuovo mestiere.

★ Nel frattempo io e Giusy avevamo intrecciato un’amicizia importante, vera, sincera. E poi arrivò anche una proposta bellissima.
Diventare la protagonista di un cortometraggio che sarebbe stato girato in paese.
Che gioia sarebbe stata per mamma, papà e mia sorella.
Ma io alla fine dissi che non mi interessava.
E non era un rifiuto dettato dalle delusioni precedenti, quanto dal fatto che oramai mi sentivo appagata in quel nuovo ruolo di promotrice del mio territorio.
Sapevo cosa volevo, finalmente.
Lo sapevo così bene che divenni anche membro stabile della Film Commission della mia Regione.
E poi piano piano mi liberai anche di altri fantasmi, innamorandomi senza accorgermene di Leo, il medico condotto del paese.
Vedovo con tre figli piccoli, di cui ero innamorata quando andavo alle scuole medie.
Nel tempo ci eravamo perduti.
Venni a sapere dopo che in segreto anche lui aveva seguito la mia carriera. Chiedendo spesso alla mamma mie notizie, solo che lei dimenticava puntualmente di riferirmelo.
Leo é un uomo d’oro.
Insieme abbiamo provato ad avere un figlio nostro, che però non è arrivato. Tuttavia so che i suoi figli sono un po’ anche i miei.
È l’amore che nutro per loro ad avermi incoronata mamma in seconda, in quanto la vera madre é e sarà sempre la prima. L’unica e insostituibile.
Ciononostante, saperlo non cambia nulla e ha poca importanza.
In ogni famiglia che si rispetti le gerarchie sono più che altro un dettaglio.
Ciò che conta è rispettarsi.
Come so che ogni volta che che andrò al cinema o vedrò un film in TV, guarderò con profonda empatia chi affronta le enormi difficoltà di questo mestiere.
Niente viene regalato, niente é così facile come si pensa.
Tutto ha un prezzo e tutto è immensamente complesso.
Pensare che la maggior parte delle attrici o degli attori stiano lì sullo schermo solo per fortuna, o per chissà quale sortilegio, é solo un atto di gratuita arroganza.
Statene pur certi, dietro c’è molto altro.
Invece, per quanto mi riguarda, solo felice così.
Ora posso dirlo davvero.
Tornare a casa a volte ci salva la vita.
E non è nemmeno un ripiego, tuttalpiù può rivelarsi una scelta vincente.
Ringrazierò sempre Giusy per la nostra amicizia.

(Questo è un 𝗥𝗮𝗰𝗰𝗼𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗡𝗼𝘁𝘁𝗲. Sono racconti che scrivo per voi, solo per chi mi segue su questa Pagina. Non sono pubblicati da nessun’altra parte.)

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