«Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.»
(cit.). Sempre.
A me Comma 22 è un libro che è piaciuto tantissimo. L’ho letto da adulto, quasi da vecchio, diciamo, e mi ha emozionato molto. Soprattutto perché dice che la guerra è forse la cosa più assurda e irragionevole che l’uomo possa fare; e che sopravvivere alla guerra, intanto, significa non morirci. E provare di non morirci, non è una cosa da poco. Bisogna davvero impegnarsi, in questo. In mezzo a tutt
o questo, c’è una vita che prova a continuare, perché per venirne fuori, occorre trovare sempre un modo; perché è vero che le cose si possono fare in almeno due modi, e che c’è sempre il modo di scegliere. Richiede molto coraggio, ma è così. I due conflitti mondiali sono state tragedie di proporzioni che difficilmente possiamo anche solo immaginare nella nostra realtà di oggi. Sono sempre stato affascinato da questo periodo storico, e anche se da profano, ho cercato di approfondirne la conoscenza. La ricerca mi ha portato a scoprire archivi vastissimi di immagini che documentano la guerra in tutti i suoi aspetti; tutte sono terribili, perché la guerra è terribile. Ma quello che ho incontrato è anche l'incredibile spirito con cui gli uomini e le donne che quelle guerre le hanno combattute ma soprattutto subite, sono stati capaci di attraversare quegli anni di buio profondo preservando sentimenti, desideri, e gioia di vivere. Non so come si possa sopravvivere al terrore di un bombardamento, al fuoco incrociato di una mitragliatrice. A quello spirito incrollabile, va questo tributo (umilissimo); a chi, proprio in mezzo alla cosa più assurda che l'umanità sia sempre riuscita a fare, è stato capace di non perdere per strada quella capacità (davvero incredibile) di non arrendersi neppure davanti a simili brutalità, compiute da umani su altri esseri umani. Perché prenderla così, non è mica una cosa semplice.