La Mia Gestalt
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La paura di separarsi può spingere una persona a nutrire legami non autentici?
Si. Esiste tuttavia una differenza tra la paura della perdita, che credo accompagni un essere umano per tutta la vita, e il terrore della perdita, per evitare il quale, una persona decide di subire le più orribili mortificazioni.
In questo caso ci troviamo davanti ad una situazione primaria così sintetizzabile : " Esisto perchè tu mi fai esistere con la tua attenzione su di me". L' attenzione è un fascio di energia, non credo al masochismo quanto ad un bisogno di conferma ontologica, così riassumibile :" Se esisto soltanto perchè tu mi fai esistere non è importante la qualità della relazione, quanto la quantità dell' attenzione"
Mario Mastropaolo
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La felicità consiste nel mettere l'attenzione su quello che c'è , assieme alla maturazione di una disposizione a considerare l'infinitamente piccolo come enormemente grande oppure in quello di essere in grado di riconoscersi la costante capacità di aprirsi agli infiniti stimoli che una qualunque situazione della vita può offrire. Una possibilità di rendersi felici consiste allora nel trovare lo straordinario nell'ordinario come suggrisce il poeta
Zen P'aang - yun:
"Quale soprannaturale meraviglia,
E che miracolo è questo !
Io tiro acqua dal pozzo, e porto la legna!".
Mario Mastropaolo. Il sé rivelato
" Condivisione : l'unica possibilità che hanno gli esseri umani di lenire il dolore "
Mario Mastropaolo
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" I miei genitori cercavano di trattenermi come penso tutti i genitori del mondo, e le frequenti svalutazioni sono la modalità più adeguata a raggiungere questo scopo, nello stesso tempo, esiste il desiderio dei figli di rimanere legati per sempre con le relative manipolazioni del caso, come ad esempio l'amplificazione della passività, dell'inadeguatezza e dei comportamenti autodistruttivi.
Ma è anche vero che la soddisfazione di un genitore nel vedere che un figlio ha cominciato ad andare nel mondo anche senza il suo aiuto, è motivo di grande benessere. Allo stesso modo la possibilità - per i figli- di lasciare i genitori una volta interiorizzati, quindi con una coscienza della loro funzione evolutiva è altrettanto piacevole e legata ad un sentimento di appagamento.
Queste tendenze apparentemente contraddittorie sono la realtà di ogni relazione affettiva, anche in questo caso non esistono buoni e cattivi.
Un genitore che muore dalla voglia di vedere i figli riusciti inevitabilmente tende a creare sentimenti di rifiuto e solitudine : 'Ma se vogliono sbarazzarsi di me, in fondo non sono mai stato così importante per loro , sono più un peso da scaricare che altro' .
Nello stesso tempo un figlio che si sente trattenuto, sperimenta un eccesso di cure o pseudo tali, da avvertire inevitabilmente un desiderio reattivo di andare nel mondo convinto che la sua reattività e la sua ribellione coincidano con l'autonomia.
Ho potuto osservare in realtà che l'autonomia è l'accettazione incondizionata della propria dipendenza dal mondo, dai propri riferimenti e che la condizione umana si fonda inevitabilmente a partire dalla nascita sull'accettazione della dialettica io- mondo
Se le persone dessero più importanza al proprio sentire si accorgerebbero che queste tendenze esistono sia nei genitori che nei figli .
La simbiosi prende forma quando uno dei due non vuole accettare entrambe le polarità presenti attribuendo all'altro la polarità negata."
Mario Mastropaolo
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" Se un genitore accompagna in terapia il proprio figlio che non sente il minimo bisogno di intraprendere alcun percorso, come ti regoli?
L'unica cosa saggia, secondo me , è quella di convincere il genitore a considerarsi un malato "grave" , cioè una persona che spiega la riottosità del figlio come qualcosa che nasce direttamente da lui, rifiutandosi di vedere che esiste una responsabilità da parte sua - genitore - che non ha nessuna intenzione di vedere.
In altri termini si tratta di un genitore autoritario che considera il figlio anormale semplicemente perchè non corrisponde alla sua idea di normalità.
Probabilmente non è altro che un figlio che rifiuta le aspettative genitoriali , che le ritiene del tutto estranee alla sua volontà, o che non può prenderle in considerazione, perchè le modalità di comunicazione familiare non ammettono scelta"
Mario Mastropaolo
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" Cos'è l'intuizione?
Letteralmente è la visione interna, una qualità o una proprietà dell'energia vitale stessa in attesa di manifestarsi in gestalten significative.
Una modalità dell'apprendimento o della conoscenza.
Un atto unico del conoscere caratterizzato dall'immediatezza e dalla sorpresa"
Mario Mastropaolo
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"Ogni tempo conserva la potenzialità del suo opposto.
Il segreto del benessere, dunque, sembra essere l'adesione al ciclo vitale che è alla base della condizione umana.
In altri termini, il problema non è eliminare la pioggia, ma comprare un ombrello"
Mario Mastropaolo
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"Esiste un modo sempre diverso di dire le stesse cose; da questo punto di vista il mondo appare nuovo ed antico nello stesso tempo ciascuno è chiamato, nell'occasione della vita, ad esprimere a modo suo l'esperienza di esistere. Dunque ognuno può raccontare la sua storia o scrivere il suo romanzo o comporre la sua poesia perché - scrive Pavese - :
"le parole sono tenere cose, intrattabili e vive, ma fatte per l'uomo e non l'uomo per loro".
L'espressione può, però avvenire, senza timore di imitazione a condizione che la vicenda esistenziale individuale sia realmente accettata, vale a dire che il ricordo delle varie fasi di attraversamento della vita evochi curiosità, interesse e quel triste e struggente desiderio fatto di rimpianto è nostalgia da un lato e di piacere e determinazione nello scoprirsi nel presente dell' altro. "
Mario Mastropaolo. Il sé rivelato.
"Le Gestalten chiuse rappresentano nel linguaggio emotivo quelle esperienze della vita che hanno avuto un'origine ed una fine e sono connotate dalla consapevolezza che queste ultime realisticamente spesso non coincidono con il risultato delle aspettative coscienti; ciò malgrado in ogni caso l'attore si è mosso in maniera tale da procurarsi sempre un accesso al significato positivo ed evolutivo dell'esperienza dolorosa e frustrante. Per gli umanisti il vero contributo non è la ricerca di una oggettività illusoria, ma di una soggettività profonda, un modo assolutamente unico di vedere il mondo; e l'inizio è possibile quando il sentimento della compassione è presente e questo processo può essere innescato solo dall'amore, dal desiderio profondo di prendersi cura di qualcuno o qualcosa di vitale, a partire da se stessi. "
Mario mastropaolo. Il sé rivelato
"La maturità non esiste , è un modello ideale di perfezione senza senso, talvolta questo termine è funzionale agli educatori, ma vuole semplicemente dire che l'immaturo non corrisponde alle aspettative dell'educatore.
Molto diverso è invece parlare di processi di maturazione, nei quali la meta non è importante, perchè acquista maggiore rilevanza il percorso. Ognuno arriverà dove gli sarà possibile e questa approssimazione è valida perchè profondamente umana , predispone infatti al rispetto verso se stessi"
Mario Mastropaolo
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"E' raro trovare un uomo sinceramente convinto che la vita sia un' opportunità, un viaggio, una ricerca del significato del tutto."
Mario Mastropaolo
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Se l'uomo e non le leggi che dovrebbero regolarlo, resta attore allora il fluire della narrazione dell'esperienza di essere al mondo riporta l'attenzione sulla realtà dell'essere stesso e dunque sull'espressione unitaria della propria vicenda esistenziale nella quale nello stesso tempo la memoria evoca, il pensiero organizza in sequenze, le parole che nascono dal profondo sé rivelano e fanno vibrare, comunicano significativamente.
Ma questo evento è rapimento, incantesimo, un momento unitario nel quale chi è attivo nel comunicare e chi riceve vivono e fanno parte della stessa esperienza e restano separati nel senso che si fondono senza confondersi. Questa esperienza è l'essenza stessa dell'amore dove unità e diversità sono un'unica forma sinonimo di conoscenza o coscienza, non accessibile al metodo scientifico in nessun caso, perché parte del patrimonio dell'arte di vivere.
Mario Mastropaolo. Il sé rivelato
" Quali sono le malattie psicosomatiche ?
In un contesto unitario non esistendo una differenza tra corpo e psiche , corpo e anima, tutto il malessere legato al corpo è una rappresentazione di un male dell'anima"
Mario Mastropaolo
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"Quando un paziente chiede di fermarsi durante il percorso psicoterapeutico cosa fai?
Come sempre non c'è una stessa risposta per tutte le occasioni, mi chiedo se rispetto agli obiettivi che si era prefissato si è verificato un cambiamento accettabile o la persona si è limitata a eliminare i sintomi.
In generale nella maggioranza dei casi si tratta di un interruzione che avviene quando la persona si trova a toccare qualcosa che fa molta paura.
E' possibile talvolta accettare questo e il mio compito è metterlo davanti all'interruzione non tanto della terapia ma nel continuum di consapevolezza, la coscienza del quale è alla base del concetto di presenza.
Il senso è : puoi interrompere la terapia quando vuoi ma quello che stai interrompendo è il rapporto con te stesso. "
Mario Mastropaolo
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"Cosa fai quando un paziente esordisce dicendo : 'Le confesso che non so perchè sono qui e non so se otterremo un qualche risultato, visto che non ho molta fiducia nella psicoterapia?
Rispondo così : 'Condivido il suo dubbio al 100 % , anzi confesso che neanche io ho tanta fiducia nella terapia perchè infatti non è una fede da instillare, bensì un tentativo umano , imperfetto, approssimativo di rendere la condizione umana un pò più vivibile'.
Il paziente ha fiducia nel fallimento, e non tocca a me dimostrare la mia fiducia nella terapia quanto a lui convincermi del fallimento della terapia stessa.
Il paziente è in posizione di sfida, è come se dicesse : ' Aiutami se ne sei capace'."
Io non ho nessuna voglia di farlo ma ho fiducia nella sua convinzione a tal punto da chiedergli come si è fatto l'opinione che ha sull'inutilità della terapia."
Mario Mastropaolo
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" Io non sono in grado di dire in che misura un paziente che lamenta uno stato grave di depressione si possa considerare responsabile o no.Tutto questo è difficile da stabilire e non credo serva a qualcosa.
Il compito di un terapeuta è un altro: quello di accorgersi di quanta ancora vita, e quindi quanto potenziale esista ancora nella persona che non sia stato distrutto nella socializzazione primaria. "
Mario Mastropaolo
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"Come fai ad accorgerti di un cambiamento significativo nel percorso di un paziente?
Quando percepisco sentimenti di stupore, interesse, contentezza che io attribuisco sempre ad un cambiamento.
Esistono altresì i messaggi dei sogni, delle fantasie guidate e della immaginazione, che possono prendere forma attraverso la fantasia, il disegno, la proprietà del linguaggio.
C'è poi l'apparire di tratti come il sorriso, il movimento armonico del corpo e altro e altro ancora, ma già è tutto."
Mario Mastropaolo
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"Com'è cambiato nel corso degli anni il tuo modo di fare terapia?
Le modalità della relazione sono state direttamente proporzionali al mio cammino nella vita.
Non ho mai pensato di fare questo lavoro per fuggire dal mondo e dalla realtà, anzi per essere aiutato a tuffarmici dentro, proprio elaborando le esperienze - purtroppo talvolta disastrose - che le persone mi hanno raccontato.
Una consapevolezza della mia vita privata, dei miei problemi legati al lavoro e all'affettività hanno sempre costituito un confine che non ho mai confuso con l'altro.
Questo mi ha consentito di stabilire anche delle relazioni molto confidenziali senza confondermi con le persone."
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Mario Mastropaolo
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" Cosa fai quando un paziente non ti piace e svaluta tutto?
Lo riporto alla responsabilità del perchè è venuto, oppure tento la possibilità di fargli vedere come la situazione che crea con me magari riproduca la rabbia per i genitori...
Gli direi poi di chiedersi se già gli è accaduto di fare una richiesta d'aiuto ed ostacolare la stessa"
Mario Mastropaolo
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" Quali sono le aspettative più immediate di un paziente durante la terapia?
Sicuramente evitare lo sgradevole.
In genere le persone ritengono che il benessere nasca dalla possibilità di evitare i sentimenti legati al dolore, senza rendersi conto che se si selezionano i sentimenti, è evidente che posso anche ottenere di non sentire lo sgradevole, ma in questo caso eviterò di sentire anche quello che è gradevole, di qui l'eliminazione della vita emotiva.
Espressioni quali : 'è una persona solare', oppure ' vorrei che fosse sempre estate' e altre simili stupidaggini, nascono da un'idea di fissare qualcosa che non è possibile trattenere,
perchè nessuno può sottrarsi al ciclo della vita.
Le metafore sono tante, una buona metafora può essere quella di accettare i cicli della vita, attraverso l'avvicendarsi delle stagioni.
L'estate, cioè la massima espansione della luce, preparerà il declino - l'autunno- e la morte - l'inverno.
Intanto l'inverno, sta preparando il risveglio - la primavera e la massima espansione della luce - di nuovo l'estate.
Ogni stagione sta preparando quella successiva.
Gradevole e sgradevole sono aspetti di una realtà unica e non si possono eliminare.
Mario Mastropaolo
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" Cosa fai quando un paziente prolunga o cerca di prolungare all'infinito la terapia?
Nella decisione di proseguire la terapia, valuto sempre due cose.
Innanzitutto se c'è un progressivo cambiamento attraverso l'uso della fantasia guidata del futuro, esplorazione di sogni, visualizzazione di quello che è cambiato nella percezione del sè.
La seconda valutazione riguarda invece il rischio di portare avanti un ' capire' , una consapevolezza cioè senza acquisizione di coscienza. In altri termini ' capisco tutto di me, ma non cambio niente della mia vita'"
Mario Mastropaolo
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"Il terapeuta può accompagnare soltanto nelle vie che conosce, assumendo talvolta anche il rischio di esplorare insieme"
Mario Mastropaolo
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" E' evidente che nessun essere umano è esente da limiti, ma se questi saranno vissuti come nemici,alimenteranno i conflitti, e non consentiranno lo sviluppo del pensiero creativo."
Mario Mastropaolo
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"A me non piace l'espressione 'elaborazione del lutto': mi sembra una grande giustificazione di un ritardo che nasce dal terrore della manifestazione emotiva"
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Mario Mastropaolo
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"Come reagisce in genere un genitore davanti all' esclamazione di un bambino : Mamma, papà ho paura!
Anche se un genitore si offre con le sue buone intenzioni, spesso il bambino si sente rispondere : Non aver paura, ci sono qua io.
Questo intervento è efficace non perchè risolve la questione, ma perchè la elimina sul nascere. Se un bambino infatti non deve aver paura qual è il senso della presenza del genitore? Forse vuol dire che il genitore stesso ha eliminato la paura dalla sua vita emotiva , nel senso che l'ha allontanata della coscienza."
Mario Mastropaolo
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"Cosa fai d'avanti alla passività?
Divento ancora più passivo del paziente,così non gli consento di avere un potere.
Infatti il paziente cerca immediatamente un ruolo, in altri termini si sta presentando dicendo: " Io sono così, adesso vedi un pò di fare tu qualcosa per me"
Si sottintende " Se ne sei capace ".
Se io gli faccio da specchio, lui dovrà smettere, perchè nel lavoro che stiamo iniziando a fare, niente è scontato.
Mario Mastropaolo
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"L' ignoto può essere definito come l'esperienza che io devo fare nell'attraversare il mondo a partire da una bussola interna che è la capacità di valutare in ogni momento qual'è il pensiero o l'azione più adeguata alla circostanza"
Mario Mastropaolo
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Nuove copie del libro
"La mia Gestalt"
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"Alla frammentazione della personalità suddivisa in istanze, la Gestalt - come tutte le psicologie fenomenologiche - oppone un concetto totale che è quello di presenza"
Mario Mastropaolo
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"La saggezza di un essere umano rappresenta una potenzialità in divenire, si tratta solo di promuovere questa disposizione latente"
Mario Mastropaolo
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"Il mio compito è quello di attivare nel paziente la sua naturale tendenza all'espansione della coscienza senza sovrapporre nuove rigidità diagnostiche dal momento che lui non è un oggetto da incasellare, ma semplicemente una persona chiamata fin dalla nascita ad attraversare la vita"
Mario Mastropaolo
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" Un paziente in un percorso terapeutico è messo davanti alla responsabilità di se stesso, sa che i sintomi se li procura da solo inconsapevolmente e la terapia gli ha proposto una coscienza delle difficoltà, dell'attaccamento al passato, della mancata crescita, dell'angoscia legata alla condizione umana.
Egli diviene quindi in grado di scegliere : proseguire il suo viaggio verso l'integrazione o tuffarsi di nuovo nell'alienazione e nel conformismo? "
Mario Mastropaolo
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"Se un uomo é in grado di esprimere la più orribile crudeltá o la disposizione più affettiva e solidale possibile, vuol dire che tutto questo risiede dentro ogni essere umano.
Non esistono dunque buoni e cattivi, bensi uomini che scelgono di dare forma, quindi senso alla propria esistenza, in un modo o nell' altro."
Mario Mastropaolo
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"Se la psicoterapia é un cammino ognuno arriverá dove gli é possibile o fin dove vuole arrivare e questa distinzione non sará mai così chiara."
Mario Mastropaolo
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"Cosa fai quando provi rabbia verso un paziente?
Mi chiedo quale aspettativa mia non venga soddisfatta e prendo sempre contatto col significato del mio sentire.
Valuto se la rabbia sia legata al qui ed ora dell'incontro o ad un esperienza alla quale il paziente sta facendo riferimento, in modo da contestualizzare quello che sta accadendo."
Mario Mastropaolo
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"Quindi quando pensi che una terapia possa dirsi conclusa?
Quando la persona comprende che un percorso di evoluzione non ha mai fine."
Mario Mastropaolo
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"Pensi che il lavoro terapeutico sia filantropico?
In discussione é tutto il significato della relazione d'aiuto. Una cosa é fare una cosa per l'altro, soprattutto quando esiste un chiaro bisogno primario insoddisfatto come cibo, fame, sete, un letto, una casa.
Un altra cosa é invece una disposizione positiva quindi di apertura verso gli altri, vissuti non come altro da sé, ma come fratelli, cioé appartenenti ad un entitá che non é più l'etnia, la famiglia, il gruppo sociale, politico, religioso, bensì l'appartenenza al genere umano."
Mario Mastropaolo
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"Cosa dovrebbe fare un genitore dinanzi ad un comportamento autodistruttivo del figlio?
Potrebbe smettere di fare, perché il fare compulsivo è solo un modo per eliminare la propria ansia. Nella maggior parte dei casi serve a poco e certamente non ai figli . Quello che si potrebbe "fare" potrebbe essere dare significato ai comportamenti autodistruttivi stessi, dietro i quali si nasconde il linguaggio del dolore e della solitudine."
Mario Mastropaolo
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Mario Mastropaolo ha cambiato la mia vita in tutti i modi in cui una persona può cambiarla. Per me è stato un Maestro, un Amico, una Guida. Non posso e non voglio rinchiudere in poche righe i tanti incredibili momenti vissuti insieme, i convivi, la formazione, la terapia, le straordinarie avventure che sembravano non avere mai un limite. Ed è altrettanto impossibile dare anche solo un'idea della luce che il suo lavoro ha portato nella psicologia e nella visione della vita e dell'umanità. Era un essere umano meraviglioso. E mi manca moltissimo. Emozionante leggere ancora il suo pensiero, totalmente inedito, in questo bellissimo La Mia Gestalt.
Vincenzo Andreoli
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"Ti é mai capitato di non riuscire a contenere o di usare terapeuticamente tentativi di seduzione di un paziente?
Un terapeuta dovrebbe avere una consapevolezza della sua vita affettiva, conoscere limiti e insoddisfazioni ed avere una risposta per la sua infelicità affettiva.
Più é infelice sentimentalmente, più i tentativi di seduzione possono doventare potenti."
Mario Mastropaolo
La mia Gestalt
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