drdomenicomacaluso

A Totò

Sin da tempo è risaputo
che persino in Paradiso,
s'è smarrito, s'è perduto
il sollievo di un sorriso,
e nel Regno del Signore
tutto sole e cielo blu
è finito il buonumore :
mo nisciuno ride cchiù.

Un bel giorno il Padreterno,
s'è chiammato a tutti i santi,
ha riunito tutti quanti
dentro e fuori dal governo,
ed ha detto :
"Gente mia che succede a 'stu paese,
ma ched'è 'sta musciaria,
ma che sò 'sti facca appese ?
Ora basta, in Paradiso ci si deve divertì,
voglio musica e sorrisi
'sta tristezza adda furnì.

Mentre ognuno restò scosso,
venne avanti senza fretta
'nu beato c' 'a bombetta
e 'o calzone a zumpafuosso ...
e iniziò quasi per scherzo
una strana camminata
con la scapola snodata
e la sguessera dismerza.
Recitò, ballo, cantò,
e tra i santi e le beate
la tristezza si squagliò
e fu un mare di risate.

'O signore s' 'o chiammaje
e gli disse :
"Ma è poco che stai qua ?
Tu lo sai sei bravo assai !
Me vuò dicere chi si ?",
Poi tra 'e rise e 'o pandemonio
il beato sussurrò :
"Padretè mi chiamo Antonio
voi chiamatemi Totò".

Scritta da Nino Taranto

Il 17 marzo del 2022 vale ancora la pena fare dei doverosi e dolorosi chiarimenti. L'Unità nazionale esiste in quanto il Meridione d'Italia p***e la guerra d'invasione perpetuata dal Piemonte. Non ci fu un processo democratico di assimilazione. Non ci furono tentativi di mediazione pacifica in quei territori del Sud che pur avevano qualcosa da ridire sulle politiche dei Borbone. No. Ci fu una guerra di invasione, e a distanza di 161 anni l'Italia ancora omaggia con le corone d'alloro il ricordo di colui il quale amava definirsi "il dittatore delle Due Sicilie". Ecco, è questo che non accetterò mai dell'Italia Unita: il revisionismo storico e l'oblio su ciò che è stato realmente. Ed è per questo che non mi sentirò mai di unirmi a questi festeggiamenti. Io non mi sento di festeggiare l'Unità di un Paese che si vergogna di raccontare la sua storia, che racconta come "giusta", "doverosa" e "necessaria" una guerra di invasione. Festeggerò il giorno che l'Italia avrà il coraggio di raccontarsi la verità. Non voglio lo scioglimento della Repubblica e non voglio il ritorno del Regno: vorrei la verità. Quella verità che l'Italia si vergogna di raccontarsi. Chiedo troppo? forse. Ma non colpevolizzatemi se non sarò mai dalla parte di chi ha portato avanti una guerra di invasione sul territorio di uno stato sovrano ed indipendente e a distanza di 161 anni ancora la racconta come la "grande impresa" di uomini che di "grande" hanno il peso sulla coscienza dello sterminio di migliaia di miei antenati. E mi chiama anche Brigante per disprezzarmi, solo perché ho lottato - e perso - per difendere casa mia.

Enrichè081