Horse Power
Qui si parla di auto iconiche, semplici utilitarie, stravaganti elaborazioni, concept da urlo. Tutto
Dettagli del famoso F-Duct sulla McLaren MP4/25 del 2010
Honda Ra 106 F1
Spinta da un V8 da 90 gradi di inclinazione tra le bancate (Honda Ra 806 E) da 2400 cc è la vettura che fece tornare la casa giapponese a vincere un GP di Formula 1 in Ungheria nel 2006 con Jenson Button alla guida.
Il digiuno durava dal GP di Monza 1967 vinto da John Surtees con la Honda Ra 300.
L'età dell'oro nel campionato Giapponese GT, team ufficiali ed un regolamento fatto veramente bene che ha fatto sì di poter vedere in pista mostri come la Toyota Supra del team Castrol Tom's
Viper GTS-R
Gruppo B, il sogno di ogni appassionato e icone del mondo rallye degli anni '80. Filosofia estrema dei Frankenstein su quattro ruote con prestazioni folli, animalesche e indomite.
Caroll Shelby posa accanto ad una Aston Martin DB3S che utilizzerà alla 12 ore di Sebring del 1956
Dodge Challenger R/T
Fa sempre piacere vedere del verde inglese nella Formula 1
Lo sapevate che....
La famosa GT americana, nata per ba***re la Ferrari 250 GTO, ha una veste italiana.
La Shelby Cobra Coupe è un laboratorio viaggiante, nel periodo che va dal 1963 al 1964 vengono creati vari manichini per cercare il giusto compromesso tra aerodinamica e fiche regolamentare ma c'è un bel problema da risolvere in termini economici che si esula dal contesto ricerca e sviluppo: i costi esorbitanti dei battilastra americani.
Così Carrol Shelby invia un manichino in legno della Coupe alla Gransport di Pietro Vaccari e Fernando Baccarini a Modena e così nascono le Coupe "modenesi" che nel computo totale saranno cinque.
Si distinguono con quelle fatte in America principalmente per il padiglione del tetto rialzati di due centimetri e lo stesso con una linea piatta, senza bombature laterali, che giocherà a favore di Dan Gurney (pilota più alto di Miles che trova finalmente una posizione adeguata alla sua statura) e da lì in poi tutte le Cobra avranno il tetto più alto.
Questo "errore" lo si ebbe per le approssimazioni adottate nella conversione del sistema metrico britannico a quello decimale, si rivelerà un fortunato contrattempo che cambierà (di poco) la linea di una delle immortali icone a stelle e strisce delle piste mondiali.
In foto la Cobra Coupe Daytona impiegata a Le Mans 1965 da Dan Gurney/Grant carrozzata a Modena dalla Gransport.
Ford J Car e le prove in galleria del vento
Nissan R90CP
La bestia giapponese per vincere negli States
😍
Non bisognano presentazioni
In nome del figlio
Aggressiva e compatta
La nuova stella del Toro
Leggerezza, compattezza, minimalismo.
Lotus Elise.
Mercedes CLK 63 AMG "Black Series"
Forza bruta.
L' Honda R620H incastonato sulla Red Bull RB16.
Nudità di inizio secolo scorso.
Nelle foto è ammirabile lo schema telaiatico e motoristico di una Benz Tropfenwagen del 1923.
Il nome Tropfenwagen sta a indicare la conformazione "a goccia" della vettura con la sua linea pulita nata dall'idea di Edmud Rupler che due anni prima presentò al salone di Berlino la sua Tropf (appunto goccia) ma non ebbe un grosso riscontro da parte dei possibili acquirenti anche se mostrava un design avveniristico fortemente ispirato alla forma del dirigibile Zeppelin.
Nelle foto invece non è in risalto l'estetica ma ciò che c'è sotto al vestito della Benz perché si trova una interessante collocazione del motore, in posizione posteriore centrale alle spalle del guidatore. È forse la prima vettura che presentava questa avveniristica soluzione, il piccolo 6 cilindri in linea da 2 litri aveva già un doppio albero a camme in testa (trovate in un post scorrendo sulla pagina la nascita di questa soluzione) e quattro valvole per cilindro, ad alimentare questo motore ci pensavano due carburatori Zenith che pescavano una miscela fatta di etanolo, benzina, olio di ricino ed altri comburenti. Così facendo la potenza oscillava tra gli 80-85 cavalli a 4. 500 giri.
È bellissimo ammirare l'impiego di freni entrobordo al posteriore per centralizzare le masse e di un radiatore a mezzaluna montato sopra il cofano motore, chicche interessanti per l'epoca. Un cambio a 3 Marcè ed un differenziale convenzionale erano da apporto alla meccanica di questo piccolo gioiello che pesava circa 750 kg a secco.
Il progetto gestito dall'Ingegnere capo Hans Nibel aveva preso forma e dopo quasi un mese di test ininterrotto si era pronti ad affrontare gli avversari in pista.
Si decise di disputare il Gran Premio di Monza del 9 settembre 1923 e vennero iscritte tre Tropfenwagen affidate a Franz Horner, W***y Walb e Ferdinando Minoia. Le vetture erano molto ben bilanciate e progressive in curva, mantenevano molto bene la traiettoria ideale scomponendosi lievemente (secondo i canoni del periodo) e con buona motricità in uscita curva ma c'è un ma.
Già nel periodo si usavano i compressori centrifughi che aumentavano le potenze del 40% e la prima a farne uso, ed era anche la mattatrice degli anni gloriosi, fu la Fiat 805S equipaggiata dal poderoso tipo 405 otto cilindri, due litri, doppio albero a camme, due valvole e accreditato di 150 cavalli. La sfida sulle potenze era impari.
Le Fiat 805S affidate a Carlo Salamano e Felice Nazzaro occuparono, in quest'ordine, i primi due posti del gp e la Benz Tropfenwagen con Minoia si accontentarono del quarto posto e dell'encomio come vettura più avveniristica da parte degli organizzatori.
Dopo questa unica gara finì la carriera di questa interessante vettura. Da lì a breve la Benz concluse la sua fusione con la Daimler così da creare il famoso gruppo Daimler-Benz.
A capo dei tecnici della Daimler c'era tale Ferdinand Porsche che studiò bene e a fondo la Tropfenwagen perché anni dopo (quasi tredici) presentò, una volta a capo della Auto Union, la famosa Type A a motore centrale per la categoria Formula Grand Prix.
Ma questa è un'altra storia.
Classe, eleganza, stile, Ferrari, Roma.
Quel sapore nostalgico degli anni '90.....
Perché una Supercar non deve essere "comoda"? Se lo saranno chiesto gli uomini Mercedes a Stoccarda al momento di allestire la CLK GTR.
Ed un occhio alla classicità non è mancato, per fortuna.
Blitzen - Benz 1914, un veicolo creato per il record su lago salato, 4 cilindri per 200 cavalli e 228 km/h. Incredibile.
Ferrari 512 BBi, la Berlinetta Bialbero.
Questo modello ha il nome più storpiato del mondo perché viene conosciuta in modo quasi unanime come "Berlinetta Boxer" per via di una forzatura giornalistica del periodo nata visto l'impiego di un motore a V di 180°. Un angolo piatto tra le bancate ma con manovellismo differente al "boxer" quindi anche se della medesima famiglia non lo si può classificare impuramente come un boxer.
Per Fioravanti (designer di tantissime Ferrari) la sigla BB riportava alla nota attrice del periodo Brigitte Bardot e questa non è assolutamente nello stile Ferrari dove sigle e numeri indicano la etimologia della vettura.
Lo stesso Forghieri (padre del V a 180° di Maranello) da anni continua a ripetere che la seconda B indica "Bialbero" per come altre antesignane della 512, per Enzo Ferrari era molto caro l'utilizzo della lettera B perché indicava solitamente le vetture nate come Berlinette (andare alla voce 365 GT 4 BB ad esempio).
Con rammarico nello stesso sito della Ferrari questa bellissima 512 viene associata al Boxer il che mi porta a pensare che la storia, spesso, viene traviata secondo standard sensazionalistici occultando ciò che la realtà ha lasciato nel tempo.
Sesto elemento
Le petite diable
Lato B del Tridente
Il posto guida della Alfa Romeo Tipo B P3 1934, il capolavoro di Vittorio Jano.
8 cilindri in linea biblocco sovralimentato mediante doppio compressore volumetrico Roots e due carburatori Weber monocorpo, 2.905 centimetri cubici di cilindrata, 255 cavalli imbizzarriti ed un telaio a longheroni e traverse in acciaio stampato che mettevano a dura prova i più forti piloti della Formula libera Grand Prix.
Dalla foto è possibile notare, sulla destra del volante, una asola nel cruscotto lamierato che ospita la strumentazione. Essa serviva a poter cambiare la posizione del volante e del piantone di sterzo a seconda della competizione che si svolgeva, questo per renderla monoposto nelle gare svolte in pista e biposto per le gare in ambito stradale come la Targa Florio e la Mille Miglia.
La foto esprime appieno il concetto di sportività applicato nel periodo storico, esprime la durezza della competizione con quel cuoio sul volante (utile ai piloti per avere una miglior presa tra i fondi sconnessi e polverosi), esprime rigore e volontà di precisione con tutti quei quadranti atti a fornire dati utili al guidatore per controllare la stabilità meccanica del mezzo.
Tutto si è tramandato sino ai giorni nostri in modo pressoché impeccabile, per fortuna aggiungo, così da ammirare il coraggio dei piloti ardimentosi e la genialità dei tecnici coinvolti nelle competizioni più dure e pure che siano mai esistite.
L' esagonale Lamborghini Marzal fu una concept nata per strabiliare il mondo, una Gran Turismo con quattro posti veri e portiere con ampie vetrate fatte per donare luminosità in abitacolo. E per far parlare di sé fu impiegata, e guidata, dalla principessa Grace al GP di Montecarlo 1967 come apripista. Cos'altro di meglio?
Ferruccio sapeva come attirare gli sguardi e le sane invidie.
Nuovamente l'estro di Gandini dava dimostrazione delle sue forme futuristiche e modaiole, gli eccentrici interni color argento e le forme cuneiformi erano all'avanguardia ed in linea col periodo di ricerca a forme che creassero stupore negli animi.
Amo la Marzal perché oggi sarebbe più che moderna l'idea di una Gran Turismo familiare.
V6 Honda NSX by Acura Performance
Negli anni '90 in Giappone prendeva piede il tuning motoristico estremo, tanti elaboratori sfornavano consistenti kit per innalzare le prestazioni ed alcuni riuscivano a essere dei partner per le case automobilistiche nelle competizioni. Una solida realtà negli splendidi anni '90.
MYTHOS
Il cuore della Porsche 919 LMP1
Qualcosa qui è andato storto
Sébastien Ogier si laurea campione del mondo Rallye 2020.
Insieme al copilota Julien Ingrassia arriva a quota sette, il pilota di Gap si aggiudica il titolo sulla Toyota Yaris Wrc plus.
La casa della doppia ellissi è in gran forma al momento viste le vittorie a carattere endurance e nel palcoscenico polveroso e fangoso dei Rallye, l'uscita del modello stradale GR della Yaris è un'altro tassello per i frenetici giapponesi che stanno lavorando a tutto spiano in ottica 2022 e l'arrivo dell'ibrido nei Rallye.
Il prossimo anno si prospetta come annata transitiva secondo i più, io dico che c'è ancora polvere da sparare 😉
La Gruppo B secondo Ford, la RS200 ed il suo cuore pulsante che in varie declinazioni è stato impiegato sino alla Es**rt RS Cosworth. Nomi mitici in anni incredibili a cavallo tra gli '80 ed i ' 90.
Porsche 935 J (Baby)
La piccola di casa Porsche fu una scommessa vinta per la casa di Zuffenhausen, vinse dopo la gara del debutto e fu ritirata dalle competizioni perché diede l'impressione di poter monopolizzare la categoria entro i 2 litri.
Arancia meccanica
Leone da corsa