Dott. Giorgio Calabrese
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Un prodotto unico basato sui principi della dieta chetogenica, ma senza le sue rigide restrizioni. Questo prodotto contiene ingredienti naturali che accelerano il metabolismo e favoriscono la combustione dei grassi. Ciò significa che il corpo inizia a trasformare più velocemente il cibo in energia, invece di immagazzinarlo come grasso.
I cocktail contengono anche ingredienti che aiutano a ridurre l'appetito e ad aumentare la saziet. Ciò consente di ridurre l'apporto calorico complessivo senza sentirsi affamati o a disagio.
È importante notare che prodotto non solo riduce i depositi di grasso, ma ha anche un effetto tonificante generale sul corpo e impedisce l'accumulo di nuovi depositi di grasso. Ciò consente di ottenere un effetto duraturo e di mantenere i risultati di perdita di peso per molti anni.
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Qui potete rivedere gli estratti del mio intervento a Buongiorno Benessere.
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Qui potete rivedere il mio intervento a Italian Green.
Il mio intervento a Italia sotto inchiesta sull'importanza dell'etichetta sugli alimenti.
Ho parlato in modo approfondito di fake news sul cibo a Tg2 Post.
Rivedi qui la mia partecipazione alla puntata!
A abbiamo parlato del vino e delle sue proprietà. Potete rivedere i miei interventi durante la puntata qui!
Su salute.gov.it parliamo di Dieta Mediterranea.
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Su sanitainformazione.it l'articolo con il mio intervento sui "Big Killer" e come prevenirli a tavola.
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“La “ciofeca” di Totò” oggi su Specchio, l’inserto di
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La nutrizione durante la gravidanza, ne ho parlato a Uno Mattina!
Recupera qui il mio intervento.
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Non c’è vino senza alcol!
Ne ho scritto per .it
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Qui potete rivedere il mio intervento a la sulle Diete Proteiche
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Su la Repubblica La Stampa e IlGusto.it
"La guerra dei francesi contro i burger vegetali"
Non solo l'Italia è schierata contro il cosiddetto "Meat Sounding". Oltralpe la crociata bandisce le denominazioni tipiche dei tagli di carne per i sostituti vegetali
Tra le imitazioni alimentari c’è la “meat sounding” ovvero la carne vegetale, simile nel nome ma totalmente dissimile nella sostanza. Contestata da subito dall’Italia ed ora nuovi paesi hanno deciso di seguire la nostra stessa strada, ad esempio la Francia. Infatti, un decreto approvato a fine febbraio, forse anche in risposta alle proteste degli allevatori, fa divieto entro tre mesi di utilizzare le denominazioni tipiche dei tagli di carne per i sostituti vegetali. Sarà vietato vendere o proporre nei menu vegan steak, pancetta meat-free, salsicce vegetali e simili e, per chi continuerà a farlo, fioccheranno multe salate, da 7.500 euro. Non si sa ancora in che modo i produttori decideranno di rinominare alimenti che, oramai da anni, sono conosciuti con denominazioni che richiamano quelle della carne propriamente detta. Non a caso, questo è sempre stato uno degli argomenti di chi ha provato a opporsi, che ha sempre sottolineato l’inevitabile disorientamento dei clienti che si trovano di fronte a prodotti chiamati con nomi diversi da quelli cui sono abituati.
Ma ormai il decreto è entrato in vigore, e tutti dovranno adeguarsi. Non si sa ancora in che modo i produttori di meat sounding decideranno di rinominare gli alimenti. Il testo elenca minuziosamente tutti i nomi che non potranno più essere utilizzati, che riguardano sia i tagli di carne sia le carni lavorate, e sarà applicato ai prodotti vegetali compresi i funghi. Restano invece ammesse le denominazioni usate finora per i prodotti misti, realizzati con carni e vegetali, purché di questi ultimi non sia superata una certa percentuale. Per esempio, si potrà continuare a chiamare bacon o pancetta un insaccato che abbia lo 0,5% di farine vegetali, un filet mignon che ne contenga fino all’1%, una salsa chorizo che abbia l’1,5% e altri tipi di salse che contengano fino al 3% di vegetali. Il decreto appena approvato non è nuovo: era stato scritto nel 2020 e portato all’approvazione nel 2022. Tuttavia, la sua entrata in vigore era stata rimandata a causa di un ricorso al Consiglio di Stato presentato da Protéines France, l’associazione di categoria che riunisce numerosi produttori di proteine alternative alla carne. In quella versione, le aziende si sarebbero dovute adeguare entro il primo ottobre 2022, ma l’associazione aveva sostenuto che non avrebbero avuto tempo sufficiente per rinominare, riconfezionare e lanciare nuove campagne di marketing che facessero capire ai clienti che si trattava solo di un maquillage linguistico. E tutto era stato sospeso.
Ora c’è stata un’accelerazione, certamente per le proteste degli allevatori, ma forse non è estranea la prossima scadenza elettorale. La Francia non è il primo paese che vara leggi simili. Anche il Sud Africa e più di recente, l’Italia hanno introdotto questo genere di norme. La campagna europea “Ceci n’est pas un steak” ovvero “ i Ceci non sono una bistecca” lanciata nel 2020 per ottenere regolamenti comunitari, era fallita. Nel 2017, invece, lo stesso approccio però aveva avuto successo per i formaggi, gli yogurt, il b***o e il latte, e infatti non esistono più, sul suolo comunitario, prodotti vegetali che abbiano questo tipo di nome. Certamente sono iniziative legislative volte ad aiutare i consumatori a non essere fuorviati e poter acquistare prodotti che corrispondono al nome che portano. Tuttavia, come sempre accade in questo genere di iniziative nazionali, la nuova legge deve fare i conti con le limitazioni dovute al mercato globale delle grandi multinazionali del cibo. Per questo, paradossalmente, consentirà la vendita di alimenti vegetali fake, prodotti da paesi stranieri con nomi che ricordano tagli di carne. Un motivo in più per scegliere sempre alimenti italiani, anche industriali, proprio per le leggi di produzione italiane, che sono sempre le più rigorose sia per la coltivazione in campo che per la tecnologia di trasformazione. Il Meat sounding è come il canto delle sirene per Ulisse, irresistibile a sentirsi ma dalle conseguenze insidiose.
Purtroppo, gli alimenti esteri fake, non prodotti in Italia o in Francia, continueranno a vendere liberamente. Occorrerebbe una legge, anche europea, che facesse divieto di vendita ai produttori esteri di quegli alimenti sounding che in quel determinato paese non possono essere né prodotti né venduti. L’altra soluzione potrebbe essere data dai “dazi”, evenienza che non piace perché rappresenterebbe un ostacolo alla libera circolazione e vendita delle merci. Senza contare che potrebbe innescare un effetto di ritorsione, a sua volta sgradevole. Non resta che l’autodifesa del consumatore con una conoscenza che lo metta in condizione di accettare o rifiutare consapevolmente. Nonostante le nuove leggi limitanti i produttori francesi temono di essere scavalcati dai grandi marchi che hanno già una clientela fidelizzata e i cui prodotti resteranno immutati, se non prodotti in Francia. Secondo le loro associazioni, tutto il settore potrebbe subire pesanti contraccolpi. Qualcuno la prende con ironia, come Cedric Meston il fondatore della HappyVore, azienda francese di sostituti vegetali della carne chiamati, finora, con nomi quali nugget, bistecche, cotolette e così via. Meston ha postato una foto con le sue salsicce vegetali confezionate prima e dopo il primo maggio, giorno fatidico che impone il cambio del nome che ricorda la carne; quindi, se non si potranno chiamare più salsicce come si chiameranno: tubi? Mah, inventeranno qualcosa.
Oggi su La Sicilia: forse gli hacker russi dietro il falso mio profilo.
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Per la Rubrica "Fake news sul cibo" di rispondo alla domanda:
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Dieta mediterranea contro cancro e infarto: come prevenire i "big killer"a tavola
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Made in Italy in bottiglia: ho parlato del vino al Tg2 Post in occasione del Vinitaly.
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Per la rubrica “Fake news sul cibo” di e .it
“Gli alimenti vanno scongelati a temperatura ambiente?”
Qui la mia risposta!
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Su IlGusto.it La Stampa è la Repubblica
“L'amido resistente aiuta la digestione e fa dimagrire”
Si tratta di un carboidrato che viene scomposto a un ritmo più lento, così che non viene digerito dall’apparato digerente e arriva quasi intatto nell’intestino. Si trova sia in natura che sotto forma di integratore
L’aumento di obesità in tutto il mondo ha portato la ricerca a indagare nuove eventuali cause, ad esempio, la scarsezza di un particolare amido nella dieta detto “amido resistente”, che ultimamente pare stia diventando molto noto e popolare. È un particolare tipo di amido, ovvero un carboidrato che viene scomposto a un ritmo più lento, così che non viene digerito dall’apparato digerente e arriva quasi intatto nell’intestino.
Ciò a causa della sua particolare composizione molecolare. L’amido resistente è capace di agire come una fibra solubile capace di nutrire i batteri dell’intestino, in altre parole funge da prebiotico. La sua presenza nella dieta aiuta a mantenere più sazi. Può aiutare in caso di cattiva digestione e intestino pigro ma può aiutare anche la salute dell’intestino e potrebbe rivelarsi utile per la prevenzione del cancro al colon. I benefici dell’amido resistente variano da persona a persona, ma non c’è dubbio che una certa quantità di questo amido può essere utile a tutti. In genere, per perdere peso, si riducono drasticamente gli amidi ma in questo modo ci si priva di tutti i tipi di amidi, compreso l’amido resistente. Gli amidi sono carboidrati che si scompongono in glucosio durante la digestione.
Tuttavia, la velocità con cui vengono suddivisi può variare. Il purè di patate, ad esempio, si scompone rapidamente e rilascia istantaneamente energia, il che è positivo a breve termine poiché dà al corpo una bella sferzata di energia. Tuttavia, a lungo termine, può influire negativamente sul corpo perché fa produrre più insulina. I carboidrati a digestione rapida possono portare a un rapido rilascio di glucosio nel corpo, ciò può indurre più facilmente all’obesità e per conseguenza anche al diabete di tipo due. Tali amidi resistenti esistono in natura ma possono essere formati anche mediante processi artificiali. Se si lascia cuocere la pasta, le molecole si allungano e risultano più facili da digerire. Quando si raffredda si abbassa l’indice glicemico, utile a far produrre meno insulina. Esistono diversi tipi di amido resistente. L’amido resistente naturale, lo si trova nelle noci, nei cereali integrali, semi e legumi. Amidi resistenti sono presenti anche in alimenti crudi o acerbi: banane crude o patate crude. Esistono anche alimenti chimicamente modificati, trasformati e fortificati poi venduti come integratori, ovviamente. In che modo l’amido resistente aiuta a perdere peso? Si calcola che l'amido resistente produca 2 calorie, rispetto alle 4 calorie dell'amido normale; quindi, mangiare amido resistente si traduce in meno calorie e porterà a perdita di peso.
Se si è a dieta, sostituire parte degli amidi semplici con quelli resistenti può aiutare a perdere peso e il processo di digestione più lento può farci sentire più pieni e si finirà per mangiare una porzione più piccola di cibo, contribuendo così alla perdita di peso. L'amido resistente funge da prebiotico e quindi aiuta a ridurre il grasso addominale e a migliorare la digestione, riduce la sensibilità all’insulina, aumenta la sazietà e promuove batteri intestinali sani. In altre parole, ancora una volta risulta valido il leitmotiv che da anni chi scrive ripete cioè che, senza scervellarsi, si resta maggiormente in salute e in forma mangiado di tutto un po’. In questo modo non si rischia di scartare qualche alimento utile alla salute e alla longevità.
Su L’Eco di Bergamo “La dieta dei «cinque colori»
Solo un italiano su 10 la segue”
Buona lettura!
“Insegniamo a mangiare: bisogna iniziare dall’asilo”
Petrini ha lanciato una campagna lungimirante all’ quale ho subito aderito, può essere una leva di cambiamento sociale.
Buona lettura!
In occasione dell’evento di .it ho premiato Franco Pepe di per la miglior pizza!
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