Studio legale Avv. Fabio D'Anna

Studio legale Avv. Fabio D'Anna

Spazio pubblico di commento, discussione e confronto su tematiche di diritto civile e penale e sul r

Photos from Studio legale Avv. Fabio D'Anna's post 24/04/2024

“Zoe e io- Storia di un amore a sei zampe” scritto da Fabio D’Anna, edito da Libridine nel
2022, dopo essere stato selezionato, è tra i finalisti del premio letterario nazionale “ Green Book” 2024 nella sezione libri editi di narrativa naturalistica .
Il romanzo, presentato più volte in diversi festival letterari, narra del rapporto di conoscenza e amore tra un uomo e un cane che vivono un’intensa esperienza spirituale immersi nella naturale che donerà ad entrambi la tanto ricercata armonia interiore.

08/04/2024

È arrivata la settimana di “ Lilith” opera teatrale con testo e musiche originali.
Mancano appena due giorni all’atteso debutto di tante “ prime” che si affiancano: prima regia teatrale del bravo Tommaso Rallo, prima opera teatrale scritta da me e portata in scena.
Prima volta in cui Lilith ed Eva dialogheranno sul complesso rapporto tra amore- Eros e libertà di scelta.
Prima volta in cui diverse associazioni forensi e un Ordine degli Avvocati sostengono un progetto che, a prima vista, sembrerebbe avulso dal campo del diritto e delle regole. Così, invece, non è poiché non vi è libertà, anche d’amare, se non vi è giustizia, e non vi è giustizia senza uguaglianza anche e soprattutto nel rapporto tra generi diversi.
Ed ecco, quindi, che tutto si tiene , anche tra mondi all’apparenza lontani come la felicità individuale e collettiva e la difesa dei diritti.
Non sono rimasti che pochi biglietti, affrettatevi se siete interessati.
A mercoledì!
Buona giornata a tutti!

24/02/2024

Diritti e mito, arte e giustizia...

25/03/2022

Importante decisione del CGA Sicilia, praticamente il Consiglio di Stato per l’Isola, organo quindi di secondo grado che decide sui ricorsi avverso il Tar Sicilia.
È stata ritenuta- finalmente- non manifestamente infondata- quindi per il CGA fondata- la questione di legittimità costituzionale dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario e la sospensione dall’esercizio delle professioni sanitarie sotto il profilo degli eventi avversi.

La palla ad esso passa alla Corte Costituzionale, ma questa decisione, insieme alle diverse altre dei vari organi di giustizia amministrativa italiani che hanno sospeso la sospensione dal lavoro per mancata vaccinazione obbligatoria, rende merito ai tanti giuristi ed avvocati, nonché medici e scienziati che in questi due anni hanno lottato per introdurre il dubbio sulla legittimità della campagna vaccinale italiana e sulla discriminazione attuata, privando della fonte di sostentamento chi ha rifiutato il trattamento sanitario obbligatorio.
Ecco la parte finale del provvedimento del CGA:

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, in sede
giurisdizionale,
- visto l’art. 23 l. 11 marzo 1953 n. 87, dichiara rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale:
a) dell’art. 4, commi 1 e 2, del d.l. n. 44/2021 (convertito in l. n. 76/2021), nella parte in cui prevede, da un lato l’obbligo vaccinale per il personale sanitario e, dall’altro lato, per effetto dell’inadempimento all’obbligo vaccinale, la sospensione dall’esercizio delle professioni sanitarie, per contrasto con gli artt. 3, 4, 32, 33, 34, 97 della Costituzione, sotto il profilo che il numero di eventi avversi, la inadeguatezza della farmacovigilanza passiva e attiva, il mancato coinvolgimento dei medici di famiglia nel triage pre-vaccinale e comunque la mancanza nella fase di triage di approfonditi accertamenti e persino di test di positività/negatività al Covid non consentono di ritenere soddisfatta, allo stadio attuale di sviluppo dei vaccini antiCovid e delle evidenze scientifiche, la condizione, posta dalla Corte
costituzionale, di legittimità di un vaccino obbligatorio solo se, tra l’altro, si prevede che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che è obbligato, salvo che per quelle sole conseguenze “che appaiano normali e, pertanto, tollerabili”;
b) dell’art.1 della l. 217/2019, nella parte in cui non prevede l’espressa esclusione dalla sottoscrizione del consenso informato delle ipotesi di trattamenti sanitari obbligatori, e dell’art. 4, del d.l. n. 44/2021, nella parte in cui non esclude l’onere di sottoscrizione del consenso informato nel caso di vaccinazione obbligatoria, per contrasto con gli artt. 3 e 21 della Costituzione;
- sospende il presente giudizio ai sensi dell’art. 79 comma 1 c.p.a.;
- dispone, a cura della Segreteria del C.G.A.R.S., l’immediata trasmissione degli atti alla Corte costituzionale;
- rinvia ogni ulteriore statuizione in rito, nel merito e sulle spese di lite all’esito del giudizio incidentale promosso con la presente ordinanza. Ordina che la presente ordinanza sia notificata, a cura della Segreteria del C.G.A.R.S., a tutte le parti in causa, e che sia comunicata al Presidente del Consiglio dei ministri, al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei deputati.
Ritenuto che sussistano i presupposti di cui di cui all'art. 52, commi 1 e 2, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, e all'art. 9, paragrafi 1 e 4, del Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 e all’art. 2-septies del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, come modificato dal d.lgs. 10 agosto 2018, n. 101…
Così deciso in Palermo nella camera di consiglio del giorno 16 marzo 2022…

31/01/2022

Altri tempi, altri avvocati, unico obiettivo: la libertà contro gli abusi.

25/12/2021

Che la legge sia sempre figlia della giustizia.
Buon Natale!

03/06/2021

Il caso Brusca, in pillole.

Grande indignazione per la liberazione di Brusca da parte di molti politici benpensanti, tra cui spiccano Meloni e Salvini, Berlusconi non fa testo perché amico di Dell'Utri, che ancora difende, e perché è sufficiente informarsi, anche leggendo le sentenze passate in giudicato, come nacque Forza Italia.
Che adesso a lodare Berlusconi sia anche Santoro- una volta campione dell'antimafia mediatica( come Costanzo che ancora è stipendiato dal Cavaliere) invecchiato male e con un libro basato su dichiarazioni fantasiose di un collaboratore di giustizia ritenuto inattendibile dai magistrati, è ancora più triste.
Ma torniamo al duo Meloni- Salvini: invece di indignarsi perché esiste ancora la mafia, e fare di tutto che la loro classe politica ne sia immune( gli arresti e le inchieste dimostrano il contrario) lamentano l'applicazione di una legge, voluta da Falcone, che ha consentito di scoprire crimini e misfatti di un'associazione segreta: Cosa Nostra.
Non spiegano come avrebbero fatto loro a scoprirne i delitti, ma si limitano ad un becero populismo che è il più grande schiaffo ai loro presunti eroi della legalità: Falcone e Borsellino, ed il miglior regalo a chi dicono di combattere.
Fanno, insomma, come fece Andreotti dopo il processo in cui fu ritenuto colpevole-poi la condanna non fu comminata poiché il reato era prescritto- di avere aiutato Cosa Nostra fino al 1980 ( in particolare per associazione a delinquere con la mafia, il reato previsto dall'art. 416 bis fu introdotto dopo quei fatti, nel 1982).Cioè si scagliano contro la legge sui " pentiti".
E d'altronde, allora tutti si affrettarono in tv a compiacersi- ricordo un Casini particolarmente giulivo- per " l'assoluzione" " del grande statista che in Sicilia aveva come suo rappresentante Salvo Lima, poi ucciso dalla mafia perché aveva tradito il patto con i corleonesi non essendo riuscito ad annullare in Cassazione gli esiti del maxi processo.
E infatti, poi la legge fu modificata sostanzialmente in senso negativo per i collaboratori, diminuendone drasticamente i vantaggi in termini di esecuzione della pena. Collaboratori il cui numero e la cui qualità si ridusse da allora.
Il nuovo che avanza, insomma, è la copia- scegliete voi se br**ta o bella- del peggio di ciò che c'era.

Uggetti: "Le menzogne contro di me di Travaglio e Barbacetto" - Il Riformista 31/05/2021

Delle due l'una: o dice il falso Travaglio o lo dice Uggetti. A favore di quest'ultimo, però, vi è anche l'assoluzione da parte della magistratura, che infatti Travaglio in questo caso accusa.
Non vorrei che la giustizia alla quale inneggia Travaglio e il suo giornale sia ispirata dal pensiero di Davigo, secondo il quale l'assoluzione è frutto di un errore della giustizia.
Vorrei, umilmente, ricordare ad entrambi che la forza del diritto non sta nel tintinnio delle catene, ma nell'inflessibile e serena applicazione delle leggi.

Uggetti: "Le menzogne contro di me di Travaglio e Barbacetto" - Il Riformista “Di Maio chiede scusa ma l’ex sindaco assolto ha confessato”. Titola così oggi Il Fatto Quotidiano con un pezzo a […]

29/05/2021

Caso Denise Pipitone: se la giustizia si trasforma in uno show televisivo cosa attendersi se non sguaiate trasmissioni ?
Massimo rispetto per il dolore di una madre, che ha tutto il diritto di continuare le ricerche e stimolare gli inquirenti, ma in uno Stato di diritto i processi si celebrano davanti ai Tribunali, con la partecipazione del pubblico ministero, della parte civile- ove vi sia- e della difesa degli imputati.
Il resto, tutto il resto, anche se scaturisce da sinceri intenti, non può che allontanare la giustizia dal suo teatro naturale per trasformarsi in palcoscenico in cui si soddisfa la morbosa curiosità del pubblico.

04/05/2021

Guardare la luna o il dito?
Fedez o il disegno di legge Zan( già approvato ala Camera)
Vi dico come la penso, in breve.
Chi non intende analizzare la norma attacca il rapper di incoerenza: è ricco, ha cantato canzoni contri i gay, non ha parlato di lavoro ma ha attaccato la Lega e la Rai.
Questo è il dito: solito argomento retorico per non affrontare il problema.
Qual è, invece, la Luna?
E' il D.D.L.Zan, che punisce atti di violenza- fisica o morale, e cioè il bullismo fisico o morale determinato da motivi sessuali o la istigazione a queste forme di violenza. Queste condotte adesso non sono contemplate da alcuna norma penale specifica, ma rientrano nei reati generici di lesioni eventualmente aggravati dai " motivi abietti o futili", cioè tutti quei motivi non determinati da casistiche specifiche, e in ultima istanza troppo eterogenei per poterli normativamente tipizzare.
Insomma: una cosa è picchiare una persona per un posteggio, altra perché è un " fr**io di m***a". Nel primo caso è un motivo futile, nel secondo è frutto di discriminazione sessuale.
Ma, cos'è esattamente questo testo di legge, fermo restando che un'analisi giuridica completa non è possibile riportarla in questa sede?
Il nome del testo di legge è il seguente.
"Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità".
In buona sostanza si stabilisce, poiché i casi di violenza contro i gay, i trans ed in genere contro quei soggetti che sono ritenuti " diversi" dagli aggressori sono ormai numerosi, e la violenza è proprio determinata da questa " colpevole" natura, come avviene già in molte legislazioni europee, l' equiparazione tra le discriminazioni sessuali a quelle religiose, etniche e di razza. In pratica, il testo di legge equipara le pene previste dall'art.604 bis del codice penale , che già punisce la propaganda di idee basata sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero l'istigazione a competere violenza o atti di provocazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, alle medesime condotte basate sui motivi sessuali o di genere o sulla disabilità.
Infatti, all'art. 2 prevede che l'art.604 bis c.p. venga modificato aggiungendo anche la propaganda di idee fondate sulla superio- rità o sull’odio razziale o etnico, istigazione a delinquere e atti discriminatori e violenti per motivi razziali, etnici, religiosi o fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabiità ».
Non è quindi vero ciò che molti politici o giornalisti dicono, e cioè che non vi è necessità della norma poiché tali atti sono già puniti, perché non lo sono in modo specifico ma solo se rientrano nei motivi abietti o futili. Qui i motivi però sono specifici ed è giuridicamente corretto, oltre che socialmente e culturalmente opportuno, che la norma li preveda e li sanzioni.
Altra obiezione immotivata è che il disegno di legge sarebbe liberticida poiché sarebbe una censura preventiva nei confronti di chi, ad esempio, è contrario all'adozione per le coppie gay, oppure per i matrimoni tra transessuali e così via. Insomma, si fa del terrorismo mediatico di bassa lega per dire: attenzione, che se poi uno organizza o partecipa ad una manifestazione che esalta la famiglia tra uomo e donna rischia il carcere. Se uno dice per me i gay non dovrebbero sposarsi viene ammanettato.
Nulla di più falso, cari lettori. Il testo di legge, alla Camera già approvato, è stato opportunamente modificato con la seguente aggiunta all'art. 4
(Pluralismo delle idee e libertà delle scelte)
Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri- conducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compi- mento di atti discriminatori o violenti.
Per cui, nessuna libera espressione di idee può, giustamente, essere sanzionata ai sensi di questa legge qualora fosse approvata. E' punita l'istigazione alla violenza , non la libera espressione di idee( che confusione su questo punto anche ieri dalla Gruber...)
Orbene, in ambito penalistico l'istigazione è la condotta consistente nell'indurre un soggetto ad un'azione delittuosa con consigli e incitamenti. Ognuno può bene vedere come esprimere la propria contrarietà al matrimonio di transessuali o a quello dei gay , o all'adozione , ad esempio, se le idee non travalichino nell'istigazione nel senso prima precisato non possa essere punito da nessuno. E le espressioni, infine, devono determinare " il concreto pericolo" del complimento di atti discriminatori o violenti. In altre parole, è necessaria la sussistenza di un effettivo pericolo per il bene tutelato, derivante dalla condotta dell’agente attivo, che dovrà essere di volta in volta accertato da parte del giudice.
Se quindi il bene tutelato è l'identità di genere e la tutela dell'integrità fisica e morale di ogni persona qualunque sia il suo orientamento sessuale, esprimere un libero concetto sulla prevalenza, ad esempio, della " famiglia tradizionale" non può mai costituire alcun pericolo concreto per nessuno sano di mente.

17/04/2021

La verità, tra l’avvocato e lo scrittore

La verità è ciò che è vero all’immediato, ciò che è reale. E la verità nuda è spesso più banale della sua analisi. Quale processo l’ha portata ad essere tale e non diversa? Quale il senso del gesto, della parola, dell’immagine? E ancora quale il senso della parola, del pensiero che è icona dell’immagine e non ancella della parola?

Ecco perché la letteratura e il processo sono teatri confinanti: l’avvocato e lo scrittore, nonostante non lo si pensi comunemente, sono mestieri paralleli.
In entrambi si applica la logica unita all’intuito creativo, la psicologia insieme allo studio dei fatti, l’istinto del sentire abbracciato alla conoscenza.

L’avvocato e lo scrittore sono mestieri non solo paralleli ma affini, che hanno loro vesti, simboli e cerimoniali, quasi come rituali espressioni di una laica sacralità: il primo indossa la toga e affronta il palcoscenico della giustizia, il secondo sfida il foglio bianco e trasforma la sua inquieta tensione in parola per dirsi essente oltre che esistente.

07/04/2021

La piccola, grande, gioia del penalista.

Una gioia, dammi almeno una gioia, si potrebbe dire parafrasando Fellini, che invece della gioia usava la parola speranza e si riferiva al suo produttore che spesso invano, la invocava nel finale dei suoi film.

Che gioia hanno, invece , gli avvocati, specie in un periodo come questo?
Almeno per un penalista la maggiore delle gioie possibili si realizza quando non solo riesce a fare assolvere il proprio cliente, ma vi riesce in secondo grado, in appello.
Tale conclusione, infatti, è conseguente all'impugnazione che smonta, pezzo per pezzo, sia in fatto sia in diritto, la sentenza di primo grado del giudice che ha riconosciuto colpevole l'imputato.
Vivisezionare i fatti, applicarvi le corrispondenti regole di diritto e offrire così un progetto diverso di sentenza al giudice di appello, che lo accoglie, è un piacere indicibile.
E dopo tutto, come ci insegna Trilussa, la felicità è una piccola cosa.

Giudice taglia le gomme a una collega ma viene promosso dal Csm 20/03/2021

Vi sssicuro che non è Lercio, anche se si stenta a credere che sia vero...

Giudice taglia le gomme a una collega ma viene promosso dal Csm Giulio Cesare Cipolletta del Tribunale di Pisa è stato condannato per il danneggiamento. E ha pure reiterato le sue performance aggressive: durante una …

09/12/2020

Ottenere, di prima mattina, una sospensiva dalla Corte di Appello di Palermo, dona un'impagabile allegria...

Il caso Palamara avvelena Firenze: giudice si prepensiona e accusa la presidente del Tribunale 03/07/2020

Ormai, quello della magistratura, è il problema fondamentale di questo Paese. Senza fiducia nella giustizia non può esserci un’effettiva libertà democratica.
Che partita si può giocare se l’arbitro non è o non sembra imparziale?

Il caso Palamara avvelena Firenze: giudice si prepensiona e accusa la presidente del Tribunale Fernando Prodomo lascia la toga e riversa su un blog di settore amare considerazioni

Art. 572 c.p.: la nuova disciplina dei maltrattamenti contro familiari e conviventi | Salvis Juribus 16/06/2020

Art. 572 c.p.: la nuova disciplina dei maltrattamenti contro familiari e conviventi | Salvis Juribus Sommario: 1. Collocazione ed evoluzione della norma - 2. La condotta nel delitto di maltrattamenti - 3. Il soggetto attivo del reato - 4. L'elemento soggettivo del reato - 5. I maltrattamenti e l

31/05/2020

FLASH MOB Avvocati
Uniti contro la paralisi degli Uffici Giudiziari

Si è svolto oggi il Flash Mob organizzato da comitati spontanei dell’Avvocatura contro la paralisi degli Uffici Giudiziari stante la mancata riapertura dei Tribunali e delle Corti. All’iniziativa di Roma ha aderito anche tutto il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Nel corso del flash mob il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Antonino Galletti, ha fatto presente che “il fermo della giustizia blocca e sospende anche i diritti dei cittadini. Siamo qui per protestare contro la lentissima ripresa della giustiza, è incredibile che nel nostro paese riparta il campionato di calcio mentre la giustizia rimane al palo”. Tutti gli avvocati d'Italia hanno riconsegnato i loro codici davanti ai Tribunali. Il nostro grido di dolore per la giustizia. Noi non vogliamo arrenderci».

Bonafede, si dimette il capo di gabinetto Baldi per le conversazioni intercettate con Palamara 16/05/2020

Bonafede, si dimette il capo di gabinetto Baldi per le conversazioni intercettate con Palamara L'ex pm sotto inchiesta a Perugia per corruzione, chiama Baldi "Fulvietto", e gli raccomanda per il ministero i suoi amici della corrente di

16/05/2020

Cari magistrati è ora di finirla con i deliri di onnipotenza»

Con Edmondo Bruti Liberati l’espressione “leadership” può declinarsi a pieno anche rispetto alla magistratura. Non solo perché si tratta di una figura che ha guidato l’ufficio inquirente chiave del Paese, la Procura di Milano: Bruti Liberati è stato anche leader in senso stretto di Magistratura democratica, gruppo storico e decisivo dell’associazionismo giudiziario. Ora assiste ai tormenti delle toghe, che non risparmiano gli uffici di via Arenula. E usa un’espressione: amarezza. «È amaro», dice, «vedere un magistrato in preda a un delirio di onnipotenza e altri, non tutti, che non hanno la prontezza di rigettare il suo approccio».

Le notizie sull’indagine di Perugia possono radicare nell’opinione pubblica un’immagine desolante della magistratura?

Le notizie emerse mostrano un preoccupante decadimento di costume, di cui è indice anche un linguaggio non commendevole, che coinvolge alcuni magistrati in posizioni di rilievo. È amaro vedere un magistrato in preda a un delirio di onnipotenza e altri, non tutti, che non hanno la prontezza di rigettare il suo approccio.

Ma non si tratta di fatti di rilievo penale.

No e, pare, neppure di rilevo disciplinare: riguardano alcuni singoli magistrati, ma non voglio minimizzare perché viene coinvolto il Csm. Le vicende che oggi vengono alla luce sono degli anni scorsi e arrivano fino ai primi mesi del 2019 toccando il Csm attualmente in carica. Ricordiamo il severo monito rivolto dal presidente Mattarella nella seduta straordinaria del Csm del 21 giugno dello scorso anno: “Oggi si volta pagina nella vita del Csm, la prima di un percorso di cui non ci si può nascondere difficoltà e fatica di impegno. Dimostrando la capacità di reagire con fermezza contro ogni forma di degenerazione. Occorre far comprendere che la Magistratura italiana – e il suo organo di governo autonomo, previsto dalla Costituzione – hanno al proprio interno gli anticorpi necessari e sono in grado di assicurare, nelle proprie scelte, rigore e piena linearità”.

Quel monito si è tradotto in un effettivo cambio di passo?

A me pare che una risposta vi sia stata: sia pure dopo qualche titubanza, tutti i consiglieri in qualche modo coinvolti hanno rassegnato le dimissioni, taluni dall’incarico al Csm, altri dalla magistratura. E viviamo in un Paese in cui le dimissioni, a prescindere da un’indagine penale, sono un evento tutt’altro che frequente.

Ma nel Paese la magistratura è stata a lungo considerata un baluardo di credibilità e autorevolezza, nel vuoto di classi dirigenti sempre più pallide: crede che quel baluardo regga ancora, agli occhi dell’opinione pubblica?

La giustizia si regge sulla credibilità della magistratura, i magistrati sono espressione di un Paese che vede una crisi delle classi dirigenti e una pericolosa svalutazione delle competenze. Le riforme degli studi universitari e post universitari, con le migliori intenzioni, hanno prodotto effetti pessimi. Si è creato un lungo periodo di parcheggio, di pochissima utilità sotto il profilo della formazione, che induce i migliori a trovare altri sbocchi professionali, seleziona per censo coloro che hanno alle spalle una famiglia in grado di mantenerli agli studi fino a trent’anni, stempera nella attesa gli entusiasmi.

Quadro desolante: come si fa a cambiarlo?

È urgente consentire ai giovani laureati, dopo il quinquennio di studi di giurisprudenza, di affrontare subito il concorso per l’accesso in magistratura. Per i vincitori si deve prevedere un più lungo e organizzato periodo di tirocinio presso la Scuola Superiore della Magistratura. La nostra Scuola, arrivata buona ultima in Europa, ha acquisito efficacia e autorevolezza, grazie anche alla guida dei tre presidenti che si sono succeduti, non a caso tutti ex presidenti della Corte costituzionale. Occorre investire sulla Scuola, sia per il tirocinio iniziale che per l’aggiornamento professionale, e tra i corsi dovrà essere potenziato lo spazio dedicato alla deontologia.

Ma è possibile che la magistratura, avvilita anche da alcune vicende poco commendevoli, rinunci a esercitare un ruolo culturale nel dibattito pubblico e finisca per ritirarsi in una sorta di minimalismo sindacalistico?

Questo rischio esiste. L’Anm deve occuparsi anche di temi strettamente sindacali, ma la sua lunga storia ha evidenziato la capacità di superare una visione grettamente corporativa e contribuire alle riforme del sistema giustizia. La magistratura deve conquistarsi la fiducia dei cittadini, che non vuol dire assenso acritico e neppure adeguamento al volere della piazza. Si citano spesso sondaggi di opinione sulla percentuale di fiducia nella magistratura che si attesterebbe intorno al 45 per cento. Ebbene, un sondaggio francese del settembre 2019, di Ifop per L’Express, indica la percentuale del 53 per cento per la fiducia nella giustizia, in quadro complessivo in cui tutte le istituzioni hanno un grado di fiducia di circa dieci punti superiori rispetto alla situazione italiana. I molteplici fattori di crisi delle nostre società si ripercuotono ovunque anche sul sistema di giustizia.

Le campagne sulle “scarcerazioni dei boss” e i provvedimenti assunti a riguardo dal governo possono indebolire l’indipendenza dei magistrati di sorveglianza?

Vi è stata una clamorosa disinformazione: basti pensare che i 3 casi che hanno riguardato detenuti delle categorie pericolose sono divenuti più di 300... Il ministro della Giustizia e il Governo si sono sottratti alla responsabilità di affrontare la situazione di grave sovraffollamento nella emergenza covid- 19 e il problema è stato rovesciato sulle spalle della magistratura e di quella di sorveglianza in particolare. Ogni provvedimento può essere discusso, ma è inaccettabile l’allarmismo sui numeri manipolati e la campagna di aggressione verso chi si è assunto responsabilità, a fronte di una politica latitante.

Ma per tornare alle vicende delle ultime ore, crede che favoriranno la rivincita di chi chiede il sorteggio per eleggere il Csm?

Il sistema elettorale in vigore, che si proponeva di scardinare il sistema delle correnti, ha ottenuto l’effetto opposto. Il sorteggio è il sistema proposto nel 1972 dall’onorevole Almirante, ma con modifica costituzionale. I tentativi di costruirne oggi declinazioni variamente mitigate ne evidenziano il limite insuperabile. La elettività dei componenti, posta in Costituzione, mira a far vivere il Csm ai magistrati come organo di cui portano la responsabilità. Si fonda anche sulla esigenza di valorizzare l’attitudine per una funzione, che richiede, oltre a tutte le qualità del buon magistrato, anche una ulteriore: la capacità di misurarsi con la organizzazione di un sistema complesso come quello della giustizia.

Non è dunque il sorteggio, la soluzione.

Le clamorose vicende che hanno investito alcuni componenti del Csm indicano che le peggiori derive sono conseguenza di ambigui occulti rapporti tra “notabili”, sensibili al demone dell’esercizio del potere e delle pratiche di accordi occulti, che si muovono del tutto trasversalmente rispetto a quello che dovrebbe essere l’aperto e trasparente confronto. Le “correnti” della magistratura devono mostrarsi all’altezza del monito del presidente Mattarella: “Voltare pagina”. Il sistema elettorale deve mirare a ridurre il peso degli apparati allargando le possibilità di scelta degli elettori che continuino a fare riferimento ad una o altra corrente. Qualunque riforma deve misurarsi con principi fondamentali: la libertà di opinione e di associazione e il contributo che i corpi intermedi apportano alla vita di un ordinamento democratico, in tutte le sue articolazioni.

«È AMARO VEDERE CHE ALCUNI CEDONO AL DEMONE DEL POTERE E ALTRI NON SANNO RESPINGERNE I METODI.

SI VOLTI PAGINA, COME CHIEDE IL PRESIDENTE MATTARELLA: I MAGISTRATI DEVONO RITROVARE LA FIDUCIA DEI CITTADINI»

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Per l'ex pm di Mani Pulite Colombo le carceri andrebbero abolite 03/05/2020

Interessante spunto di riflessione sul ripensamento del concerto di pena e di rieducazione del condannato.

Per l'ex pm di Mani Pulite Colombo le carceri andrebbero abolite Intervista all'HuffPost: "L'articolo 27 della Costituzione dice che 'le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità'"

22/03/2020

La mia risposta alla mail di Cassa Forense. Inviata sulla pagina fb poiché non siamo abilitati a rispondere direttamente...

Occorrerebbe sapere, con estrema chiarezza e semplicità, se quanto dichiarato dal Ministro Gualtieri, relativamente alla misura economica di sostegno di 600 euro, secondo cui detto provvedimento dovrebbe riguardare anche gli avvocati, se e quando verrà erogata.
Grazie

21/03/2020

Indeterminatezza del precetto penale e riserva di legge.
Norma penale in bianco.
Contrasto tra Stato e Regione Siciliana nella specificazione dei divieti per contrastare il propagarsi del Coronavirus.
L’attività di jogging e l’art. 650 del codice penale.

Domanda delle cento pistole: È legittimo il provvedimento del Presidente della Regione Siciliana Musumeci, che non solo vieta ciò che è consentito dalla norma statale( correre all’aperto in prossimità dell’abitazione) ma vi riconnette una sanzione penale, ricorrendo all’art. 650 del codice penale?

A mio avviso no, è incostituzionale perché non solo viola il principio della riserva di legge, nonostante l’art.650 sia da considerare secondo gran parte della dottrina una legge penale in bianco, ma poiché viola il principio di determinatezza, che è essenziale nella formulazione del precetto penale.

Occorre dire innanzitutto che secondo autorevoli autori( Fiandaca- Musco) la norma penale in bianco- che consente un’eccezione al principio di riserva di legge in materia penale, utilizzando nel precetto fonti normative di grado inferiore- è incostituzionale poiché si pone in contrasto con l’art. 25 della Costituzione.
E aggiungere che dubbi vi sono anche nel ricomprendere l’art.650 cp nel novero delle norme penali in bianco, poiché si tratterebbe di una norma di rinvio.

Ma, aldilà delle questioni prettamente dottrinarie, che mal si prestano ad una approfondita analisi in questa sede, occorre porsi un quesito: è legittimo che si commetta un reato in alcune regioni e non in altre a fronte della medesima condotta?
È cioè conforme al principio di determinatezza del precetto penale , oltre che a quello della riserva di legge, imputare al soggetto un reato( art.650 cp) solo perché risiede in Sicilia?

In Sicilia, infatti, chi venisse sorpreso a fare jogging anche in prossimità della propria abitazione, sarebbe punibile si sensi dell’articolo 650 del codice penale. Non così, invece, in altre regioni.
Nel caos legislativo e regolamentare di questi giorni, unito alla paura del contagio e all’angoscia per un protrarsi indebito della pandemia, è giuridicamente ineccepibile che un Presidente di regione stabilisca ciò che è reato, anche in contrasto con norme nazionali?

A mio avviso no, non lo è. E il salvacondotto dell’abusata norma del 650 cp - arma peraltro spuntata,poiché il reato, a parte la tenuità della condotta, sarebbe oblabile con una modica somma- non può giustificare l’ennesimo elemento di confusione nella babele dei rapporti traStato e Regione.

In definitiva: si può continuare a correre, da soli e rispettando le distanze, in Sicilia in prossimità dell’abitazione? ( Anche qui con notevoli problemi di determinatezza) .
A mio avviso si. Si rischia un processo penale, ma, a parte la ricordata oblazione, si verrebbe assolti poiché la norma regionale siciliana sarebbe incostituzionale.
È ovvio che occorrerebbe eccepire davanti al Giudice la questione di legittimità costituzionale e questi dovrebbe considerarla non manifestamente infondata, ma in linea di principio sarebbe una strategia da seguire, oltre che un ragionamento giuridico fondato su solide basi.

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