Filosofia Pratica: L'arte di Vivere
counseling filosofico basato sul libro "Aristotele: l'arte di vivere"
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๐๐๐๐๐๐๐โ.
Abbiamo visto in precedenza che, risalendo mediante la domanda โ๐๐๐๐๐๐'โ voglio questa cosa?โ le diverse possibili ๐ด๐ค๐ข๐ญ๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐ฎ๐ฆ๐ป๐ป๐ช ๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐ง๐ช๐ฏ๐ช, alla sommitร di tale catena di โperchรฉโ troviamo sempre ๐ช๐ฃ ๐ข๐๐๐๐จ๐๐ข๐ค ๐๐ง๐ช๐ฅ๐ฅ๐ค ๐๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐๐จ๐จ๐ค๐ก๐ช๐ฉ๐ ๐ ๐ฅ๐ง๐๐ข๐๐ง๐ ๐๐๐ ๐ฅ๐๐ง ๐ฃ๐๐ฉ๐ช๐ง๐ ๐ฃ๐ค๐ ๐ฉ๐ช๐ฉ๐ฉ๐ ๐ฉ๐๐ฃ๐๐๐๐ข๐ค ๐ ๐ฅ๐๐ง๐จ๐๐๐ช๐๐ง๐ ๐๐ค๐ข๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐๐ฃ๐ฃ๐๐ฉ๐ ๐ ๐ค๐ง๐๐๐๐ฃ๐๐ง๐, in quanto sono per noi โbuoni in senso vero e proprioโ (agathรก kuriรดs) e quindi โdesiderabili proprio e soltanto per essi stessiโ (kath'autรก).
Per individuare quali siano tali beni/fini assoluti (tรฉle haplรดs) che tutti noi perseguiamo, Aristotele ne distingue tre grandi categorie. Qui menzioniamo, in estrema sintesi, ๐๐๐ง๐ข ๐ซ๐๐ฅ๐๐ญ๐ข๐ฏ๐ข ๐๐ฅ ๐๐จ๐ซ๐ฉ๐จ quali la salute, la bellezza e proporzione fisica, e i piaceri fisici, inclusi quelli del cibo e del sesso; ๐๐๐ง๐ข ๐๐ฌ๐ญ๐๐ซ๐ง๐ข ๐ ๐ง๐จ๐ข, quali lโโonoreโ (inteso come apprezzamento del proprio valore umano da parte di altri) e una moderata quantitร di ricchezza; e ๐๐๐ง๐ข ๐ซ๐๐ฅ๐๐ญ๐ข๐ฏ๐ข ๐๐ฅ๐ฅโ๐๐ง๐ข๐ฆ๐, tra i quali, oltre alla libertร di scegliere la propria vita, spiccano ๐ญ๐ฆ ๐ท๐ข๐ณ๐ช๐ฆ ๐ท๐ช๐ณ๐ต๐ถโ (๐ค๐ช๐ฐรจ ๐ฆ๐ค๐ค๐ฆ๐ญ๐ญ๐ฆ๐ฏ๐ป๐ฆ) ๐ฅ๐ช ๐ฑ๐ฆ๐ฏ๐ด๐ช๐ฆ๐ณ๐ฐ ๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐ค๐ฐ๐ฎ๐ฑ๐ฐ๐ณ๐ต๐ข๐ฎ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ฐ, quali le profonde relazioni affettive (lโโamiciziaโ), la giustizia, la generositร , la saggezza, la sapienza, la contemplazione (theorรญa), e molte altre. Ne parleremo piรน diffusamente in seguito.
Tuttavia, anche a livello di tali beni/fini assoluti ๐ญ๐ข ๐ค๐ข๐ต๐ฆ๐ฏ๐ข ๐ฅ๐ฆ๐ช โ๐ฑ๐ฆ๐ณ๐ค๐ฉ๐ฆ'โ ๐ฏ๐ฐ๐ฏ รจ ๐ข๐ฏ๐ค๐ฐ๐ณ๐ข ๐ฅ๐ฆ๐ญ ๐ต๐ถ๐ต๐ต๐ฐ ๐ต๐ฆ๐ณ๐ฎ๐ช๐ฏ๐ข๐ต๐ข. Infatti, se proviamo a chiederci ancora โ๐๐๐๐๐๐'โโ ๐ฏ๐จ๐ ๐ฅ๐ข๐๐ฆ๐จ ๐ฎ๐ง ๐๐๐ซ๐ญ๐จ ๐๐๐ง๐/๐๐ข๐ง๐ ๐๐ฌ๐ฌ๐จ๐ฅ๐ฎ๐ญ๐จ (per esempio: โperchรฉ voglio la salute?โ oppure: โperchรฉ voglio la ricchezza?โ), al termine dovremmo arrivare necessariamente, secondo Aristotele, a ๐ช๐ฃ ๐๐๐ฃ๐/๐๐๐ฃ๐ ๐ช๐ก๐ฉ๐๐ข๐ค ๐ค๐ก๐ฉ๐ง๐ ๐๐ก ๐ฆ๐ช๐๐ก๐ ๐ฃ๐ค๐ฃ ๐โ๐' ๐ฅ๐๐ช' ๐ช๐ฃ ๐ฅ๐๐ง๐๐๐', nel senso che nessuno di noi, se ci si chiedesse perchรฉ lo desideriamo, potrebbe darne una ragione ulteriore. Questo fine ultimo, se esiste, รจ veramente ๐๐ก ๐ฃ๐ค๐จ๐ฉ๐ง๐ค ๐๐๐ฃ๐ ๐จ๐ช๐ฅ๐ง๐๐ข๐ค, ๐ง๐๐จ๐ฅ๐๐ฉ๐ฉ๐ค ๐๐ก ๐ฆ๐ช๐๐ก๐ ๐ฉ๐ช๐ฉ๐ฉ๐ค ๐๐ก ๐ง๐๐จ๐ฉ๐ค ๐' ๐ช๐ฃ ๐ข๐๐ฏ๐ฏ๐ค; ๐๐ก ๐๐๐ฃ๐ ๐ช๐ก๐ฉ๐๐ข๐ค ๐ฅ๐๐ง ๐๐ก ๐ฆ๐ช๐๐ก๐ ๐ซ๐ค๐๐ก๐๐๐ข๐ค ๐ฉ๐ช๐ฉ๐ฉ๐ ๐๐ก๐ ๐๐ก๐ฉ๐ง๐ ๐๐๐ฃ๐, dai semplici mezzi agli innumerevoli beni/fini intermedi, e anche ai vari fini assoluti. E in effetti per Aristotele il problema primo dellโetica non รจ quello di definire la nozione astratta di โbeneโ in generale (come aveva fatto il suo maestro Platone), ma quello di determinare ๐ฆ๐ช๐๐ก ๐' ๐๐ก ๐จ๐ค๐ข๐ข๐ค ๐๐๐ฃ๐ ๐๐ค๐ฃ๐๐ง๐๐ฉ๐ค ๐๐๐ ๐กโ๐๐จ๐จ๐๐ง๐ ๐ช๐ข๐๐ฃ๐ค ๐ซ๐ช๐ค๐ก๐ ๐ ๐ฅ๐ช๐ค' ๐ง๐๐๐๐๐ช๐ฃ๐๐๐ง๐.
Aristotele esamina le comuni opinioni (รฉndoxa) della gente in merito a questo punto cruciale per lโetica, e infine afferma che ๐ฉ๐๐ก๐ ๐จ๐ค๐ข๐ข๐ค ๐๐๐ฃ๐ ๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐ช๐ก๐ฉ๐๐ข๐ค, ๐๐๐ ๐จ๐๐๐๐ก๐๐๐ข๐ค ๐จ๐๐ข๐ฅ๐ง๐ ๐ฅ๐๐ง ๐จ๐' ๐จ๐ฉ๐๐จ๐จ๐ค ๐ ๐ข๐๐ ๐ฅ๐๐ง ๐ค๐ฉ๐ฉ๐๐ฃ๐๐ง๐ฃ๐ ๐ช๐ฃ ๐๐ก๐ฉ๐ง๐ค ๐จ๐ช๐ฅ๐๐ง๐๐ค๐ง๐, ๐' ๐ก๐ ๐
๐๐๐๐๐๐๐' (eudaimonรญa), intesa come ๐๐๐ฃ๐๐จ๐จ๐๐ง๐ ๐๐ฃ๐ฉ๐๐ง๐๐ค๐ง๐ ๐ฅ๐ง๐ค๐๐ค๐ฃ๐๐ค ๐ ๐๐ค๐จ๐ฉ๐๐ฃ๐ฉ๐. E afferma anche che ๐ ๐ซ๐๐ง๐ ๐๐๐ฃ๐/๐๐๐ฃ๐ ๐๐จ๐จ๐ค๐ก๐ช๐ฉ๐ ๐จ๐ค๐ฃ๐ค ๐๐ค๐ข๐ฅ๐ค๐ฃ๐๐ฃ๐ฉ๐ ๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐๐ก๐๐๐๐ฉร , nel senso che essa ๐ด๐ช ๐ณ๐ฆ๐ข๐ญ๐ช๐ป๐ป๐ข ๐ค๐ฐ๐ฏ๐ค๐ณ๐ฆ๐ต๐ข๐ฎ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ฆ ๐ข๐ฑ๐ฑ๐ถ๐ฏ๐ต๐ฐ ๐ฒ๐ถ๐ข๐ฏ๐ฅ๐ฐ ๐จ๐ฐ๐ฅ๐ช๐ข๐ฎ๐ฐ ๐ฅ๐ช ๐ฒ๐ถ๐ฆ๐ช ๐ฃ๐ฆ๐ฏ๐ช/๐ง๐ช๐ฏ๐ช ๐ข๐ด๐ด๐ฐ๐ญ๐ถ๐ต๐ช che sono la causa e il presupposto della felicitร stessa.
Continueremo a parlarne nel prossimo post.
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๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐, ๐๐๐๐๐๐๐๐๐, ๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐.
Abbiamo visto nel precedente post che in merito ai BENI e FINI delle nostre azioni Aristotele opera una distinzione che costituisce una delle linee portanti della sua etica. Egli infatti identifica ๐๐ช๐ ๐ฉ๐๐ฅ๐ ๐๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐ ๐๐๐ฃ๐: ๐ ๐๐๐ฃ๐/๐๐๐ฃ๐ ๐๐ฃ๐ฉ๐๐ง๐ข๐๐๐, ๐๐๐ ๐ง๐๐๐๐ง๐๐๐๐๐ข๐ค ๐ฅ๐๐ง๐๐รฉ ๐๐ค๐ฃ ๐๐จ๐จ๐ ๐ฅ๐ค๐จ๐จ๐๐๐ข๐ค ๐ค๐ฉ๐ฉ๐๐ฃ๐๐ง๐ ๐๐ก๐ฉ๐ง๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐๐ฃ๐๐ค๐ง๐ ๐จ๐ช๐ฅ๐๐ง๐๐ค๐ง๐; e ๐ ๐๐๐ฃ๐/๐๐๐ฃ๐ ๐๐๐ ๐ง๐๐๐๐ง๐๐๐๐๐ข๐ค ๐ฅ๐ง๐ค๐ฅ๐ง๐๐ค ๐ ๐จ๐ค๐ก๐ค ๐ฅ๐๐ง ๐ก๐ค๐ง๐ค ๐จ๐ฉ๐๐จ๐จ๐ (kathโautรก). I primi sono โcose necessarieโ (anankรกia) e utili, mentre i secondi sono โcose buone in senso vero e proprioโ (agathรก kuriรดs).
E in merito allโesempio - menzionato in tale post - relativo allโacquisto di una automobile, abbiamo anche visto che, continuando con i โperchรฉโ (โperchรฉ voglio avere una automobile?โ; โperchรฉ voglio andare al lavoro in macchinaโ; e โperchรฉ voglio andare al lavoro in macchina?โ; โperchรฉ voglio risparmiare faticaโ), alla ulteriore domanda: โe perchรฉ voglio risparmiare fatica?โ, giungiamo a una risposta che non รจ un fine intermedio, ma รจ ๐ถ๐ฏ๐ฐ ๐ฅ๐ฆ๐ช ๐ฃ๐ฆ๐ฏ๐ช/ ๐ง๐ช๐ฏ๐ช โ๐ฅ๐ช ๐ฑ๐ฆ๐ณ ๐ดeโโ, uno di quei fini che scegliamo e amiamo veramente per loro stessi: โperchรฉ voglio risparmiare fatica?โ โper guadagnare in saluteโ ... Noi ricerchiamo veramente la ๐จ๐๐ก๐ช๐ฉ๐ di per sรฉ stessa: รจ appunto ๐ช๐ฃ ๐๐๐ฃ๐/๐๐๐ฃ๐ ๐๐จ๐จ๐ค๐ก๐ช๐ฉ๐ค (tรฉlos haplรดs), cioรจ uno di quei beni/fini che secondo Aristotele noi ricerchiamo per loro stessi data la particolare bontร (perfezione) che cโรจ in loro.
Analogamente, se io ho il fine di riuscire a svolgere al meglio quel particolare incarico che mi รจ stato assegnato dal direttore generale dell'azienda in cui lavoro, potrei chiedermi una serie ascendente di โperchรฉโ (ad esempio: โper essere stimato dal direttore generaleโ; e poi: โper poter essere chiamato ad un ruolo piรน importanteโ; e poi ancora: โper essere piรน apprezzato da tutto il mio ambiente lavorativoโ) e potrei arrivare alla conclusione che tutto ciรฒ ha alla fine lo scopo di ๐๐ฌ๐ฌ๐๐ซ๐ ๐ฉ๐ข๐๐ง๐๐ฆ๐๐ง๐ญ๐ ๐ซ๐ข๐๐จ๐ง๐จ๐ฌ๐๐ข๐ฎ๐ญ๐จ ๐ ๐ซ๐ข๐ฌ๐ฉ๐๐ญ๐ญ๐๐ญ๐จ ๐ง๐๐ฅ ๐ฆ๐ข๐จ ๐ฏ๐๐ฅ๐จ๐ซ๐ ๐ฉ๐๐ซ๐ฌ๐จ๐ง๐๐ฅ๐, ๐๐จ๐ฆ๐ ๐ข๐ง๐๐ข๐ฏ๐ข๐๐ฎ๐จ ๐ ๐๐จ๐ฆ๐ ๐๐ฌ๐ฌ๐๐ซ๐ ๐ฎ๐ฆ๐๐ง๐จ. Questo รจ ciรฒ che Aristotele sostanzialmente intende con il termine โ๐ค๐ฃ๐ค๐ง๐โ, che รจ anch'esso un ๐ช๐ฃ ๐๐๐ฃ๐/๐๐๐ฃ๐ ๐๐จ๐จ๐ค๐ก๐ช๐ฉ๐ค che tutti noi perseguiamo per sรฉ stesso.
In conclusione, Aristotele distingue effettivamente, e in modo netto, beni/fini assoluti e primari come la salute o l'onore dai moltissimi beni/fini intermedi e dai semplici mezzi, i quali sono tutti โbeni a motivo dei primiโ (diร taรปta) perchรฉ mirano tutti allโuno o all'altro di quelli โdi per sรฉโ, assoluti. E, come vedremo piรน ampiamente in seguito, secondo lui โ๐๐๐๐จ๐๐ช๐ฃ๐ค ๐๐ ๐ฃ๐ค๐ ๐๐ ๐ฅ๐๐ง ๐ฃ๐๐ฉ๐ช๐ง๐, ๐ฃ๐๐ก๐ก๐ ๐ฅ๐ง๐ค๐ฅ๐ง๐๐ ๐๐ฃ๐ฉ๐๐ง๐๐ค๐ง๐๐ฉร , ๐ช๐ฃ ๐ฅ๐๐๐๐ค๐ก๐ค ๐๐ง๐ช๐ฅ๐ฅ๐ค ๐๐ ๐ฉ๐๐ก๐ ๐๐๐ฃ๐/๐๐๐ฃ๐ โ๐๐ ๐ฅ๐๐ง ๐จ๐โโ, ๐๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐๐ฃ ๐๐จ๐จ๐ค๐ก๐ช๐ฉ๐ค, ๐๐๐ ๐จ๐ค๐ฃ๐ค ๐จ๐๐ค๐ฅ๐ ๐๐ฃ๐ฃ๐๐ฉ๐, ๐ค๐ง๐๐๐๐ฃ๐๐ง๐, ๐ ๐๐ค๐ข๐ช๐ฃ๐ ๐ ๐ฃ๐ค๐ ๐ฉ๐ช๐ฉ๐ฉ๐; e proprio per questo, consciamente o inconsciamente, ๐ก๐ ๐ฅ๐๐ง๐จ๐๐๐ช๐๐๐ข๐ค ๐ฅ๐๐ง ๐ฉ๐ช๐ฉ๐ฉ๐ ๐ก๐ ๐ซ๐๐ฉ๐.
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Come abbiamo visto nei post precedenti, per ottenere i BENI della vita che desideriamo noi di solito riflettiamo e agiamo sulla base di ๐ด๐ค๐ข๐ญ๐ฆ ๐จ๐ฆ๐ณ๐ข๐ณ๐ค๐ฉ๐ช๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐ง๐ช๐ฏ๐ช ๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐ฎ๐ฆ๐ป๐ป๐ช, nelle quali i mezzi sono ciรฒ con cui di volta in volta realizziamo i vari fini ad essi superiori. A tale proposito avevamo fatto lโesempio di un BENE da ottenere (una automobile), con il relativo FINE dellโacquisto di essa, e con i vari mezzi in ordine ascendente: evitare determinate spese superflue (primo mezzo), in tal modo risparmiare (secondo mezzo), e in tal modo mettere insieme il danaro (terzo mezzo) per comprare l'automobile . In un caso come questo, se chiediamo a noi stessi โ๐ฅ๐๐ง๐๐๐'โ ci attiviamo per realizzare uno di tali mezzi (โperchรฉ sto cercando di risparmiare?โ) la risposta riguarderร il fine superiore che teniamo fermo in mente, come appunto: โperchรฉ voglio comprare lโautomobileโ.
Ora, ๐ก๐ ๐จ๐๐๐ก๐ ๐๐๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐ ๐๐๐ ๐ง๐๐ก๐๐ฉ๐๐ซ๐ ๐ข๐๐ฏ๐ฏ๐ ๐ฅ๐ชรฒ ๐จ๐๐ก๐๐ง๐ ๐๐ฃ๐๐ค๐ง๐ ๐ฅ๐รน ๐๐ฃ ๐๐ก๐ฉ๐ค, e non fermarsi โ sempre continuando con il nostro esempio - al fine di comprare lโautomobile. A questo punto, infatti, potremmo chiederci ๐ช๐ฃ ๐ช๐ก๐ฉ๐๐ง๐๐ค๐ง๐ โ๐ฅ๐๐ง๐๐๐'โ: โe perchรฉ voglio avere lโautomobile?โ; e la risposta a questa ulteriore domanda (ad esempio: โperchรฉ voglio andare al lavoro in macchinaโ) puรฒ portare ad ancora ๐ช๐ฃ ๐๐ก๐ฉ๐ง๐ค โ๐ฅ๐๐ง๐๐๐'โ (โe perchรฉ voglio andare al lavoro in macchina?โ) e a unโaltra risposta (ad esempio: โper risparmiare tempo e faticaโ). Come possiamo notare, tutti questi fini individuati da queste risposte ai โperchรฉโ sono essi stessi dei mezzi in vista di altri fini che stanno ancora al di sopra di essi; sono perciรฒ dei ๐
๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐. Infatti anche โrisparmiare tempo e faticaโ, come anche โ per altro verso - un buon cibo, o un divertimento, sono anchโessi fini intermedi, perchรฉ li ricerchiamo in vista, ad esempio, della salute o di altro bene superiore.
Ecco allora che per orientare bene la nostra vita in merito ai tanti fini che continuamente ci poniamo, ๐ฅ๐ค๐ฉ๐ง๐๐๐๐ ๐๐จ๐จ๐๐ง๐ ๐ช๐ฉ๐๐ก๐ ๐ฅ๐ค๐ง๐จ๐ ๐๐ฃ ๐ค๐๐ฃ๐ ๐ค๐๐๐๐จ๐๐ค๐ฃ๐ ๐ก๐ ๐๐ค๐ข๐๐ฃ๐๐ โ๐ฅ๐๐ง๐๐๐'?โ, ๐ฃ๐๐ก ๐จ๐๐ฃ๐จ๐ค ๐๐ โ๐ฅ๐๐ง ๐ฆ๐ช๐๐ก๐ ๐ช๐ก๐ฉ๐๐ง๐๐ค๐ง๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐ค ๐ข๐ค๐ฉ๐๐ซ๐ค ๐๐๐๐จ๐๐ค ๐ฅ๐๐ง ๐ค๐ฉ๐ฉ๐๐ฃ๐๐ง๐ ๐ฆ๐ช๐๐จ๐ฉ๐ ๐๐ค๐จ๐?โ. Prendendo lโabitudine di chiederci spesso tali โperchรฉโ, ๐ณ๐ช๐ด๐ข๐ญ๐ฆ๐ฏ๐ฅ๐ฐ ๐ข๐ญ๐ญโ๐ช๐ฏ๐ดรน ๐ฐ๐จ๐ฏ๐ช ๐ฑ๐ข๐ณ๐ต๐ช๐ค๐ฐ๐ญ๐ข๐ณ๐ฆ ๐ด๐ค๐ข๐ญ๐ข ๐ฅ๐ช ๐ง๐ช๐ฏ๐ช ๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐ฎ๐ฆ๐ป๐ป๐ช ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ช๐ฏ ๐ถ๐ฏ ๐ฅ๐ข๐ต๐ฐ ๐ฎ๐ฐ๐ฎ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ฐ ๐ข๐ฃ๐ฃ๐ช๐ข๐ฎ๐ฐ ๐ช๐ฏ ๐ฎ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ฆ, potremo alla fine โ afferma Aristotele - renderci conto che, ๐๐ก๐ก๐ ๐จ๐ค๐ข๐ข๐๐ฉร ๐๐ ๐ฉ๐ช๐ฉ๐ฉ๐ ๐ก๐ ๐๐๐ซ๐๐ง๐จ๐ ๐ฅ๐ค๐จ๐จ๐๐๐๐ก๐ ๐จ๐๐๐ก๐, ๐จ๐ ๐ฉ๐ง๐ค๐ซ๐ ๐จ๐๐ข๐ฅ๐ง๐ ๐ช๐ฃ๐ค ๐จ๐ฉ๐๐จ๐จ๐ค ๐ฅ๐๐๐๐ค๐ก๐ค ๐๐ง๐ช๐ฅ๐ฅ๐ค ๐๐ ๐๐๐ฃ๐; e Aristotele li chiama ๐
๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐, perchรฉ mirano a ottenere quei ๐๐๐ฃ๐ ๐๐๐ก๐ก๐ ๐ซ๐๐ฉ๐ ๐๐๐ ๐ฅ๐๐ง ๐ฃ๐๐ฉ๐ช๐ง๐ ๐จ๐ค๐ฃ๐ค ๐ฅ๐๐ง ๐ฃ๐ค๐ ๐ฉ๐ค๐ฉ๐๐ก๐ข๐๐ฃ๐ฉ๐ ๐๐ช๐ค๐ฃ๐, ๐๐ช๐ค๐ฃ๐ ๐๐ฃ ๐จ๐๐ฃ๐จ๐ค ๐๐จ๐จ๐ค๐ก๐ช๐ฉ๐ค, ๐ ๐๐๐ ๐ฉ๐ช๐ฉ๐ฉ๐ ๐ฃ๐ค๐ ๐๐๐จ๐๐๐๐ง๐๐๐ข๐ค ๐ฅ๐ง๐ค๐ฅ๐ง๐๐ค ๐ ๐จ๐ค๐ก๐ฉ๐๐ฃ๐ฉ๐ค ๐ฅ๐๐ง ๐๐จ๐จ๐ ๐จ๐ฉ๐๐จ๐จ๐ (kath'autรก), e non in vista di qualcosโaltro.
Ne parleremo nel prossimo post.
๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐
โOgni nostra azione e ogni nostra scelta ha come ๐๐๐ฃ๐ un qualche ๐๐๐ฃ๐; perciรฒ giustamente il bene รจ stato definito come ciรฒ verso il quale tutti tendonoโ. Con questa frase inizia lโopera di etica piรน importante di Aristotele, lโ๐๐ต๐ช๐ค๐ข ๐๐ช๐ค๐ฐ๐ฎ๐ข๐ค๐ฉ๐ฆ๐ข, da lui dedicata al figlio Nicomaco.
E in effetti, se ci si riflette un attimo, รจ proprio cosรฌ: ogni nostro atto, ogni nostro proposito, mira sempre ad un qualche ๐๐๐๐ ๐๐ ๐ค๐ฉ๐ฉ๐๐ฃ๐๐ง๐, ๐ฅ๐๐ง ๐ฃ๐ค๐ ๐จ๐ฉ๐๐จ๐จ๐ ๐ค ๐ฅ๐๐ง ๐ฆ๐ช๐๐ก๐๐ช๐ฃ ๐๐ก๐ฉ๐ง๐ค; e quindi si puรฒ senzโaltro dire, insieme ad Aristotele, che in generale il bene รจ ciรฒ a cui mirano tutte le nostre azioni e le nostre scelte.
Questo significa che ๐ค๐๐ฃ๐ ๐ฃ๐ค๐จ๐ฉ๐ง๐ ๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ รจ ๐๐๐ฃ๐๐ก๐๐ฏ๐ฏ๐๐ฉ๐ ๐ ๐ฆ๐ช๐๐ก๐๐๐ ๐๐ค๐จ๐; cioรจ che noi, ๐ฒ๐ถ๐ข๐ฏ๐ฅ๐ฐ ๐ฎ๐ช๐ณ๐ช๐ข๐ฎ๐ฐ ๐ข ๐ถ๐ฏ ๐ง๐ช๐ฏ๐ฆ, ๐ข ๐ถ๐ฏ๐ฐ ๐ด๐ค๐ฐ๐ฑ๐ฐ, ๐ฅ๐ฆ๐ด๐ช๐ฅ๐ฆ๐ณ๐ช๐ข๐ฎ๐ฐ ๐ถ๐ฏ ๐ฒ๐ถ๐ข๐ญ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ฃ๐ฆ๐ฏ๐ฆ ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ท๐ฐ๐จ๐ญ๐ช๐ข๐ฎ๐ฐ ๐ฐ๐ต๐ต๐ฆ๐ฏ๐ฆ๐ณ๐ฆ ๐ณ๐ฆ๐ข๐ญ๐ช๐ป๐ป๐ข๐ฏ๐ฅ๐ฐ ๐ต๐ข๐ญ๐ฆ ๐ฏ๐ฐ๐ด๐ต๐ณ๐ฐ ๐ง๐ช๐ฏ๐ฆ: โil fine รจ un bene in vista del quale si agisceโ. Ad esempio, se il mio fine รจ quello di comprare quella casa, significa che voglio ottenere quel bene โcasaโ; se il mio fine รจ di diventare direttore dellโazienda in cui lavoro, significa che voglio ottenere il bene โposto di direttore con le gratificazioni ad esso connesseโ; e se in questo momento il mio fine รจ quello di fare lโelemosina a quel mendicante, significa che voglio ottenere il bene โsoddisfazione di aiutare un altro essere umano e di compiere un atto altruisticoโ. E cosรฌ via, in modo analogo, per tutti gli innumerevoli fini che di volta in volta abbiamo in mente, e tramite i quali - consapevolmente o meno - vogliamo ottenere ๐จ๐ญ๐ช ๐ช๐ฏ๐ฏ๐ถ๐ฎ๐ฆ๐ณ๐ฆ๐ท๐ฐ๐ญ๐ช ๐ฅ๐ช๐ง๐ง๐ฆ๐ณ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ช ๐ฃ๐ฆ๐ฏ๐ช ๐ฅ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ข ๐ท๐ช๐ต๐ข ๐ค๐ถ๐ช ๐ข๐ด๐ฑ๐ช๐ณ๐ช๐ข๐ฎ๐ฐ.
Quindi ๐ช๐ฃ ๐๐๐ฃ๐ รจ ๐ช๐ฃ๐ โ๐๐ค๐จ๐โ ๐ค ๐ช๐ฃ๐ โ๐จ๐๐ฉ๐ช๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐โ ๐๐๐ ๐ฅ๐๐ง ๐ฃ๐ค๐ รจ ๐๐ช๐ค๐ฃ๐, e che di conseguenza vogliamo ottenere; puรฒ essere un oggetto ๐ฎ๐ข๐ต๐ฆ๐ณ๐ช๐ข๐ญ๐ฆ o una soddisfazione ๐ช๐ฎ๐ฎ๐ข๐ต๐ฆ๐ณ๐ช๐ข๐ญ๐ฆ, ma รจ comunque una โcosaโ che ha certe caratteristiche che hanno per noi un โ๐ท๐ข๐ญ๐ฐ๐ณ๐ฆโ positivo che ci attira e che desideriamo possedere.
E lโottenimento di un tale bene costituisce appunto ๐๐ ๐๐๐๐๐ร, cioรจ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐, per cui io compio una data azione (โperchรฉ compio questa mia azione?โ; โper ottenere il posto di direttore con le connesse gratificazioni, che per me sono guadagnare di piรน e mettermi in luceโ). Insomma, un bene รจ la risposta alla domanda: โ๐๐๐ ๐๐ค๐จ๐ ๐ซ๐ค๐๐ก๐๐ค ๐๐จ๐๐ฉ๐ฉ๐๐ข๐๐ฃ๐ฉ๐ ๐ค๐ฉ๐ฉ๐๐ฃ๐๐ง๐, ๐ข๐๐ง๐๐ฃ๐๐ค ๐ ๐ฆ๐ช๐๐จ๐ฉ๐ค ๐๐๐ฃ๐?โ.
Ora, in alcuni post precedenti abbiamo visto che Aristotele ritiene che uno strumento essenziale per il cammino etico sia quello di โriflettere e meditare su ogni cosa nella propria interioritร โ, sviluppando continuamente la nostra consapevolezza riguardo noi stessi, gli altri, e il mondo. Pertanto ๐จ๐๐ง๐๐๐๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐ค๐จ๐จ๐๐ง๐ซ๐๐ง๐๐ ๐ข๐๐ฃ๐ฉ๐ง๐ ๐๐ค๐ข๐ฅ๐๐๐ข๐ค ๐ช๐ฃ๐ ๐ฆ๐ช๐๐ก๐จ๐๐๐จ๐ ๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐, ๐๐๐๐๐๐๐ฃ๐๐ค๐๐ implicitamente: โsto compiendo questa azione al fine di ottenere esattamente ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ค๐ฐ๐ด๐ข?โ; o anche: โ๐ข ๐ฒ๐ถ๐ข๐ญ๐ฆ ๐ฃ๐ฆ๐ฏ๐ฆ sto realmente mirando facendo questa cosa?โ.
Come vedremo anche nel prossimo post, avere chiaro quali siano in ogni data circostanza i beni che vogliamo realmente ottenere con le nostre azioni puรฒ avere molta importanza, sia per sviluppare la nostra capacitร di valutazione etica, sia per gestire con piรน luciditร ed efficacia le varie situazioni personali che siamo chiamati di volta in volta ad affrontare.
ARISTOTELE: COME REALIZZARE I NOSTRI SCOPI: LA FASE DI ATTUAZIONE CONCRETA
Nellโambito di quello che Aristotele chiama pensiero pratico - cioรจ del pensiero relativo ai ๐ง๐ช๐ฏ๐ช che vogliamo realizzare e alla gerarchia dei vari ๐ฎ๐ฆ๐ป๐ป๐ช atti a raggiungerli - nel precedente post avevamo parlato della cosiddetta ๐๐๐จ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐, consistente nel valutare e scegliere vari mezzi, disponendoli in una scala gerarchica discendente nella quale ciascun mezzo scelto รจ a sua volta un fine che richiede un ulteriore mezzo per essere realizzato. In proposito avevamo fatto lโesempio dellโacquisto di una automobile (il fine), in cui i vari mezzi in ordine discendente erano: mettere insieme il danaro (primo mezzo), risparmiare (secondo mezzo), definire con precisione le spese superflue da evitare (terzo mezzo), e cosรฌ via.
Parliamo ora della ๐๐๐จ๐ ๐๐ ๐๐ฉ๐ฉ๐ช๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐, cioรจ dell'inizio delle nostre azioni concrete. Secondo Aristotele, ๐ค๐๐ฃ๐ ๐ฃ๐ค๐จ๐ฉ๐ง๐ ๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ ๐ซ๐ค๐ก๐ฉ๐ ๐ ๐ง๐๐๐๐๐ช๐ฃ๐๐๐ง๐ ๐ช๐ฃ ๐ฆ๐ช๐๐ก๐จ๐๐๐จ๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐๐ค๐ข๐๐ฃ๐๐๐ ๐ฆ๐ช๐๐ฃ๐๐ค ๐ก๐ ๐๐๐จ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ รจ ๐๐ค๐ข๐ฅ๐ก๐๐ฉ๐๐ฉ๐, o comunque รจ giร abbondantemente iniziata. Infatti, ๐จ๐ค๐ก๐ค ๐๐ค๐ฅ๐ค ๐๐๐ ๐๐ซ๐งรฒ ๐๐๐ก๐๐๐๐ง๐๐ฉ๐ค ๐ ๐จ๐๐๐ก๐ฉ๐ค ๐ ๐ข๐๐ฏ๐ฏ๐ ๐๐๐ค๐ฃ๐๐ ๐๐ก ๐ง๐๐๐๐๐ช๐ฃ๐๐๐ข๐๐ฃ๐ฉ๐ค ๐๐๐ก ๐ข๐๐ค ๐๐๐ฃ๐ ๐ฅ๐ค๐ฉ๐งรฒ ๐ฅ๐๐จ๐จ๐๐ง๐ ๐๐ก๐กโ๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐, perchรฉ, come ci ricorda Aristotele, โ๐ค๐๐๐๐ฉ๐ฉ๐ค ๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ ๐จ๐ค๐ฃ๐ค ๐ ๐ข๐๐ฏ๐ฏ๐ [๐ ๐ฃ๐ค๐ฃ ๐ ๐๐๐ฃ๐".
Quindi la mia azione comincerร necessariamente dai mezzi. ๐ ๐ฅ๐ง๐๐๐๐จ๐๐ข๐๐ฃ๐ฉ๐ ๐๐ค๐ข๐๐ฃ๐๐๐งร ๐๐๐ก๐กโ๐ช๐ก๐ฉ๐๐ข๐ค ๐๐๐ ๐ข๐๐ฏ๐ฏ๐ ๐ฅ๐ง๐๐จ๐๐๐ก๐ฉ๐, ๐ฆ๐ช๐๐ก๐ก๐ค ๐ฅ๐รน ๐๐ฃ ๐๐๐จ๐จ๐ค ๐ฃ๐๐ก๐ก๐ ๐ง๐๐ก๐๐ฉ๐๐ซ๐ ๐จ๐๐๐ก๐ ๐๐๐ ๐ข๐๐ฏ๐ฏ๐ che ho individuato nella fase di ideazione: โlโultimo mezzo a cui giunge la deliberazione รจ il primo nellโattuazioneโ. E solo dopo aver realizzato concretamente tale ultimo mezzo, potrรฒ poi continuare ๐ง๐๐จ๐๐ก๐๐ฃ๐๐ค ๐ก๐ ๐จ๐๐๐ก๐ ๐๐๐ ๐ข๐๐ฏ๐ฏ๐, ๐ง๐๐๐ก๐๐ฏ๐ฏ๐๐ฃ๐๐ค๐ก๐ ๐ซ๐๐ ๐ซ๐๐ ๐ช๐ฃ๐ค ๐๐ก๐ก๐ ๐ซ๐ค๐ก๐ฉ๐ ๐ข๐๐๐๐๐ฃ๐ฉ๐ ๐ช๐ก๐ฉ๐๐ง๐๐ค๐ง๐ ๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐. Pertanto, nel caso dellโacquisto dellโautomobile, eviterรฒ quelle particolari spese superflue; in tal modo risparmierรฒ; in tal modo mi procurerรฒ i soldi; e infine in tal modo per ultimo comprerรฒ lโautomobile, e realizzerรฒ il mio fine.
Un altro esempio, fornito da Aristotele stesso, riguarda il ristabilimento della salute di un paziente ad opera del medico secondo i dettami della medicina dell'epoca. Il medico, avendo in mente ๐ช๐ญ ๐ง๐ช๐ฏ๐ฆ della salute del paziente, si interroga circa ๐ช ๐ฎ๐ฆ๐ป๐ป๐ช per conseguirla: la salute รจ prodotta dall'equilibrio delle funzioni corporee (degli "umori"); per ripristinare tale equilibrio รจ necessario un certo calore corporeo; โe il medico continua a ragionare in questo modo, finchรฉ arriva alla fine a un qualcosa che egli stesso puรฒ fare; allora, se quest'ultima cosa รจ subito fattibile, il medico la compirร per primaโ. A questo punto infatti egli passa all'azione, โproducendo un movimentoโ (cioรจ frizionando la parte malata) che produce calore e favorisce la guarigione.
Per concludere su tutto l'argomento dei fini e dei mezzi, va sottolineato che รจ sempre ๐ช๐ญ ๐ง๐ช๐ฏ๐ฆ (lโautomobile acquistata, la salute ristabilita) quello che noi abbiamo in mente, prima scegliendo i vari mezzi e poi agendo per realizzarli. Il fine รจ infatti ๐ก'๐๐๐๐ ๐๐๐ง๐๐ฉ๐ฉ๐ง๐๐๐ ๐๐๐ก๐ก'๐ค๐ง๐๐๐ฃ๐ che poniamo tra i vari mezzi, ed รจ anche ๐ก๐ ๐๐๐ช๐จ๐ sia dei nostri vari atti interni (pensieri, ragionamenti, ecc.) durante la fase di ideazione, sia di quelli esterni (azioni concrete) durante la fase di attuazione. E, da ultimo, il fine รจ anche causa dell'๐ค๐ฅ๐๐ง๐ (oggetto concreto o modifica fisica o psicologica di una data situazione), che รจ il risultato delle nostre azioni e che rappresenta il raggiungimento del fine da noi desiderato (lโauto acquistata, la salute ristabilita, la casa costruita, quella promozione raggiunta, e cosรฌ via ...). Un raggiungimento che non puรฒ che procurarci piacere e soddisfazione.
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๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐
Analizzando nel precedente post la tematica della concreta realizzazione dei nostri fini, avevamo notato che in genere tale realizzazione si effettua mediante ๐ถ๐ฏ๐ข ๐ด๐ค๐ข๐ญ๐ข ๐ฅ๐ช ๐ง๐ช๐ฏ๐ช ๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐ฎ๐ฆ๐ป๐ป๐ช, nella quale i mezzi sono ciรฒ con cui di volta in volta realizziamo i vari fini ad essi superiori. Una realizzazione che nel suo complesso, secondo Aristotele, si svolge in due fasi: una ๐ง๐ข๐ด๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐ช๐ฅ๐ฆ๐ข๐ป๐ช๐ฐ๐ฏ๐ฆ (nรณesis) e una ๐ง๐ข๐ด๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐ข๐ต๐ต๐ถ๐ข๐ป๐ช๐ฐ๐ฏ๐ฆ ๐ค๐ฐ๐ฏ๐ค๐ณ๐ฆ๐ต๐ข (poรญesis).
Aristotele cosรฌ descrive la ๐๐๐จ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐: โstabilito il fine, si esamina in che modo e con quali mezzi esso si potrร attuare. E se risulta che i mezzi sono molti, si esamina qual รจ il piรน facile e il migliore tra essi. E se invece il mezzo รจ uno solo, si esamina come da questo mezzo si potrร raggiungere il fine, e poi (si esamina) come si potrร giungere a tale primo mezzo mediante un secondo mezzo, e cosรฌ via, finchรฉ non si giungerร allโultimo mezzo che si individua in questa ricercaโ. In altri termini, si tratta per me di individuare quale sia il mezzo migliore per ottenere il mio fine; poi di andare di volta in volta giรน giรน nella scala dei rispettivi mezzi, finchรฉ individuerรฒ il mezzo piรน in basso in tale scala, quello piรน immediatamente vicino alla mia portata. Nel post precedente avevamo fatto lโesempio dellโacquisto di una automobile: una volta stabilito che il mio fine รจ di comprare quellโautomobile, rifletto sui vari mezzi, li valuto e li confronto (esempio: primo mezzo: mettere insieme il danaro; secondo mezzo: risparmiare; terzo mezzo: definire con precisione le spese superflue da evitare; e cosรฌ via); infine, concludo che i vari mezzi che ho valutato sono quelli giusti, e decido di utilizzarli.
Eโ evidente che in questa fase di ideazione ๐ก๐ ๐๐๐๐๐ฃ๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ ๐๐ ๐๐๐๐จ๐๐ช๐ฃ ๐ฃ๐ค๐จ๐ฉ๐ง๐ค ๐๐๐ฃ๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐จ๐๐ช๐ฃ๐ค ๐๐๐ ๐ง๐๐ก๐๐ฉ๐๐ซ๐ ๐ข๐๐ฏ๐ฏ๐ ๐๐ค๐ข๐ฅ๐ค๐ง๐ฉ๐ ๐ฉ๐ช๐ฉ๐ฉ๐ค ๐ช๐ฃ ๐๐๐๐ช๐ง๐๐ฉ๐ค ๐ก๐๐ซ๐ค๐ง๐๐ค ๐๐ฃ๐ฉ๐๐ง๐๐ค๐ง๐ ๐๐ ๐ซ๐๐ก๐ช๐ฉ๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ ๐ ๐๐ ๐จ๐๐๐ก๐ฉ๐, ๐๐ ๐ค๐ฅ๐๐ง๐ ๐๐๐ก ๐ฃ๐ค๐จ๐ฉ๐ง๐ค ๐ฅ๐๐ฃ๐จ๐๐๐ง๐ค ๐ฅ๐ง๐๐ฉ๐๐๐ค. Un lavorio interiore che secondo Aristotele comporta un complesso di ๐ต๐ณ๐ฆ ๐ฏ๐ฐ๐ด๐ต๐ณ๐ช ๐ฅ๐ช๐ท๐ฆ๐ณ๐ด๐ช ๐ข๐ต๐ต๐ช ๐ช๐ฅ๐ฆ๐ข๐ต๐ช๐ท๐ช ๐ช๐ฏ๐ต๐ฆ๐ณ๐ฏ๐ช: desideriamo realizzare un fine e ci poniamo razionalmente e consapevolmente tale obiettivo; deliberiamo circa i vari mezzi con cui raggiungere quel fine; e infine scegliamo con decisione intenzionale uno o piรน di tali mezzi. Sono tre atti interni che Aristotele chiama rispettivamente boรบlesis (desiderio razionale del fine), boulรฉ (valutazione e deliberazione), e proaรญresis (scelta e decisione intenzionale). Mediante la boรบlesis stabiliamo un fine (o un complesso di fini) che desideriamo realizzare (e questo รจ un aspetto che oggi potrebbe chiamarsi โ๐ช๐ฅ๐ฆ๐ข๐ป๐ช๐ฐ๐ฏ๐ฆ ๐ด๐ต๐ณ๐ข๐ต๐ฆ๐จ๐ช๐ค๐ขโ); e poi si tratta sia di deliberare e valutare razionalmente (boulรฉ) i mezzi idonei alla realizzazione di tali fini, sia di scegliere e decidere (proaรญresis) di utilizzare i mezzi migliori cosรฌ trovati (e questo รจ un aspetto che potrebbe chiamarsi โ๐ช๐ฅ๐ฆ๐ข๐ป๐ช๐ฐ๐ฏ๐ฆ ๐ต๐ข๐ต๐ต๐ช๐ค๐ขโ).
In tutta questa fase di ideazione รจ certo opportuno prendere la saggia abitudine di ๐ง๐๐๐ก๐๐ฉ๐ฉ๐๐ง๐ ๐จ๐๐ข๐ฅ๐ง๐ ๐๐๐๐๐ช๐๐ฉ๐๐ข๐๐ฃ๐ฉ๐ ๐ ๐๐๐ฉ๐ฉ๐๐๐ก๐๐๐ฉ๐๐ข๐๐ฃ๐ฉ๐ ๐๐๐ง๐๐ ๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐ซ๐ค๐ก๐ฉ๐ ๐๐ฃ ๐ซ๐ค๐ก๐ฉ๐ ๐๐ ๐ฅ๐ค๐ฃ๐๐๐ข๐ค ๐ ๐๐๐ง๐๐ ๐ ๐ซ๐๐ง๐ ๐ข๐๐ฏ๐ฏ๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐จ๐๐ง๐๐ฃ๐ฃ๐ค ๐ฃ๐๐๐๐จ๐จ๐๐ง๐ ๐ ๐ง๐๐๐ก๐๐ฏ๐ฏ๐๐ง๐ก๐. Ad esempio, se desidero accontentare mia moglie e ho lโobiettivo di far costruire una casa su quel terreno di mia proprietร , inizierรฒ certamente col valutare le esigenze mie e della mia famiglia, la disposizione delle stanze, i materiali da impiegare, eccetera; discuterรฒ il progetto con un architetto, e ne valuterรฒ con lui i vari particolari โฆ; penserรฒ alla parte finanziaria, agli impegni da assumere ...; e cosรฌ via. E ๐จ๐ค๐ก๐ค ๐ฆ๐ช๐๐ฃ๐๐ค ๐ฆ๐ช๐๐จ๐ฉ๐ ๐๐ค๐ข๐ฅ๐ก๐๐จ๐จ๐ ๐๐๐จ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ ๐จ๐๐งร ๐ฉ๐๐ง๐ข๐๐ฃ๐๐ฉ๐ - ๐ค ๐๐ค๐ข๐ช๐ฃ๐ฆ๐ช๐ ๐๐ร ๐๐๐๐๐ช๐๐ฉ๐๐ข๐๐ฃ๐ฉ๐ ๐๐ฃ๐๐ฏ๐๐๐ฉ๐ - ๐๐ค๐ฃ ๐ก๐ ๐๐๐๐๐ฃ๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ ๐๐ ๐ฆ๐ช๐๐จ๐ฉ๐ ๐ซ๐๐ง๐ ๐๐๐ฉ๐ฉ๐๐๐ก๐ ๐๐ ๐ฅ๐๐ง๐ฉ๐ ๐ข๐๐, ๐๐๐งรฒ ๐๐ก ๐ซ๐๐ ๐๐ก๐ก๐ ๐๐๐จ๐ ๐๐ ๐๐ฉ๐ฉ๐ช๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ con mattoni e calce.
Nel prossimo post ci soffermeremo brevemente su tale fase di attuazione concreta (poรญesis).
๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐: ๐โ๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐
๐๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐
Abbiamo visto in post precedenti che secondo Aristotele lโetica ha a che fare innanzitutto con ๐ฅ'๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ ๐ฉ๐ซ๐๐ญ๐ข๐๐ (prรขxis), cioรจ con le varie azioni concrete che ciascuno di noi ogni giorno รจ impegnato a compiere, dato che il nostro pensiero รจ continuamente rivolto agli scopi che di volta in volta vogliamo raggiungere. Eโ bene allora analizzare in via preliminare quale sia secondo lui ๐ฅ๐ ๐ฅ๐จ๐ ๐ข๐๐ ๐๐ก๐ ๐ฌ๐ญ๐ ๐๐ข๐๐ญ๐ซ๐จ ๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐ง๐จ๐ฌ๐ญ๐ซ๐ ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ข, cioรจ quali siano i modi con cui si svolge lโagire razionale degli esseri umani. Aristotele ha avuto un ruolo decisivo nel chiarire questa tematica, poichรฉ nella storia del pensiero รจ stato il primo a presentare spiegazioni e soluzioni che ancora oggi sono oggetto di dibattito.
Cominciamo con un semplice esempio. Non ho un'automobile e ne desidero una. Devo procurarmi i soldi per comprarla. Ci sono vari modi per procurarmi i soldi: posso risparmiare; posso fare un prestito; posso cercare di guadagnare di piรน. In questo esempio, ๐๐ก ๐๐๐ฃ๐, ๐ก๐ค ๐จ๐๐ค๐ฅ๐ค, che mi propongo รจ quello di comprare l'automobile; e ๐๐ก ๐ข๐๐ฏ๐ฏ๐ค per questo fine รจ procurarmi i soldi. ๐๐ฎ๐๐ฌ๐ญ๐จ ๐ฆ๐๐ณ๐ณ๐จ ๐ ๐ฌ๐ฎ๐ ๐ฏ๐จ๐ฅ๐ญ๐ รจ ๐๐ง๐๐ก'๐๐ฌ๐ฌ๐จ ๐ฎ๐ง ๐๐ข๐ง๐, per il quale, come si รจ visto, ci sono vari mezzi (ad esempio, risparmiare). E ๐๐ง๐๐ก๐ ๐ช๐ฎ๐๐ฌ๐ญ๐จ ๐ฆ๐๐ณ๐ณ๐จ ๐๐ก๐ ๐ฌ๐๐๐ฅ๐ ๐จ (๐ซ๐ข๐ฌ๐ฉ๐๐ซ๐ฆ๐ข๐๐ซ๐) ๐ฉ๐ฎ๐จ' ๐๐ฌ๐ฌ๐๐ซ๐ ๐ฎ๐ง ๐๐ข๐ง๐, ๐๐ก๐ ๐ซ๐ข๐๐ก๐ข๐๐๐ ๐ฎ๐ฅ๐ญ๐๐ซ๐ข๐จ๐ซ๐ข ๐ฆ๐๐ณ๐ณ๐ข (per risparmiare, devo evitare questa e quella spesa superflua). E cosรฌ via.
Come si puรฒ notare, qui cโรจ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐, ๐๐๐ ๐๐๐๐๐, ๐
๐ ๐๐๐๐ ๐ ๐
๐ ๐๐๐๐๐, ๐ง๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐ช๐ฎ๐๐ฅ๐ ๐ข ๐๐ข๐ง๐ข ๐ฌ๐ฎ๐ฉ๐๐ซ๐ข๐จ๐ซ๐ข ๐ฌ๐จ๐ง๐จ โ๐ฉ๐ขรน ๐ฆ๐๐ซ๐ข๐ญ๐๐ฏ๐จ๐ฅ๐ข ๐๐ข ๐๐ฌ๐ฌ๐๐ซ๐ ๐ฌ๐๐๐ฅ๐ญ๐ขโ ๐ซ๐ข๐ฌ๐ฉ๐๐ญ๐ญ๐จ ๐ ๐ช๐ฎ๐๐ฅ๐ฅ๐ข ๐ข๐ง๐๐๐ซ๐ข๐จ๐ซ๐ข, ๐ฉ๐๐ซ๐๐กรฉ ๐๐ข ๐ฌ๐จ๐ฅ๐ข๐ญ๐จ ๐ง๐จ๐ข ๐ฉ๐๐ซ๐ฌ๐๐ ๐ฎ๐ข๐๐ฆ๐จ ๐ช๐ฎ๐๐ฅ๐ฅ๐ข ๐ข๐ง๐๐๐ซ๐ข๐จ๐ซ๐ข ๐ฌ๐จ๐ฅ๐จ ๐ฉ๐๐ซ ๐จ๐ญ๐ญ๐๐ง๐๐ซ๐ ๐ช๐ฎ๐๐ฅ๐ฅ๐ข ๐ฌ๐ฎ๐ฉ๐๐ซ๐ข๐จ๐ซ๐ข. Infatti i mezzi (i fini inferiori) sono ciรฒ con cui raggiungiamo i nostri fini superiori; e di solito noi non ricerchiamo i mezzi per sรฉ stessi, ma in vista dei fini superiori che ci fanno raggiungere.
Ora, analizzando la tematica della ๐๐จ๐ง๐๐ซ๐๐ญ๐ ๐ซ๐๐๐ฅ๐ข๐ณ๐ณ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ ๐๐๐ข ๐ง๐จ๐ฌ๐ญ๐ซ๐ข ๐๐ข๐ง๐ข ๐ ๐๐๐ข ๐ฏ๐๐ซ๐ข ๐ฆ๐๐ณ๐ณ๐ข ๐๐จ๐ง ๐๐ฎ๐ข ๐ฅ๐ข ๐ฉ๐๐ซ๐ฌ๐๐ ๐ฎ๐ข๐๐ฆ๐จ, Aristotele afferma che โquando si dร origine a qualcosa o si modifica qualcosa, vi sono due momenti: il primo consiste nel ๐ฉ๐๐ง๐ฌ๐๐ซ๐ (nรณesis), e il secondo consiste nel ๐ฉ๐ซ๐จ๐๐ฎ๐ซ๐ซ๐ ๐๐จ๐ง ๐ฅโ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ ๐ข๐ฅ ๐ซ๐ข๐ฌ๐ฎ๐ฅ๐ญ๐๐ญ๐จ (poรญesis)โ. Applicando questo principio generale alla specifica tematica dei fini e dei mezzi, consegue che quando vogliamo realizzare un nostro fine dobbiamo necessariamente dare origine a due tipi diversi di atti: una ๐
๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ mediante nostri atti interni (desideri, ragionamenti, valutazioni, scelte, decisioni, ...); e una ๐
๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ mediante nostre azioni esterne volte a realizzare concretamente il fine.
Nei prossimi post esamineremo piรน da vicino questo argomento.
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๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐
๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐
Come abbiamo visto in alcuni post precedenti, l'etica aristotelica รจ una โarte di vivereโ che riguarda l'azione pratica (prรขxis), cioรจ le azioni concrete che tutti noi siamo continuamente impegnati a compiere durante la nostra esistenza. Infatti, ๐ฅ'๐๐ญ๐ข๐๐ ๐ก๐ ๐ ๐๐ก๐ ๐๐๐ซ๐ ๐๐จ๐ง ๐ข ๐ฏ๐๐ซ๐ข ๐๐๐ง๐ข ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐ฏ๐ข๐ญ๐ ๐ ๐๐จ๐ง ๐ข ๐๐ข๐ง๐ข ๐๐ก๐ ๐๐ข ๐ฉ๐จ๐ง๐ข๐๐ฆ๐จ ๐ฉ๐๐ซ ๐๐๐ช๐ฎ๐ข๐ฌ๐ข๐ซ๐ ๐ญ๐๐ฅ๐ข ๐๐๐ง๐ข ๐ฆ๐๐๐ข๐๐ง๐ญ๐ ๐ฅ๐ ๐ข๐ง๐ง๐ฎ๐ฆ๐๐ซ๐๐ฏ๐จ๐ฅ๐ข ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ข ๐๐จ๐ง๐๐ซ๐๐ญ๐
che poniamo in essere.
In effetti, basta riflettere un attimo per renderci conto del fatto che in ogni momento della nostra vita noi consciamente o inconsciamente agiamo per uno o piรน scopi che abbiamo in mente, e tramite i quali vogliamo ottenere le cose che desideriamo. Aristotele afferma che ๐๐ก ๐ฃ๐ค๐จ๐ฉ๐ง๐ค ๐ฅ๐๐ฃ๐จ๐๐๐ง๐ค ๐' ๐๐ค๐ฃ๐ฉ๐๐ฃ๐ช๐๐ข๐๐ฃ๐ฉ๐ ๐ง๐๐ซ๐ค๐ก๐ฉ๐ค ๐๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐๐๐ ๐ซ๐ค๐๐ก๐๐๐ข๐ค ๐ง๐๐๐๐๐ช๐ฃ๐๐๐ง๐: migliaia di scopi, grandi e piccoli, continuamente. Noi pensiamo ai fini che vogliamo raggiungere; pensiamo ai vari mezzi possibili per raggiungerli; e scegliamo i migliori. Tutto questo nostro pensare circa i fini e i mezzi Aristotele lo chiama, come sappiamo, โpensiero praticoโ (praktikรฉ diรกnoia): รจ il pensiero che riguarda le azioni che mirano a uno scopo. E gran parte della sua etica riguarda proprio il sapere pratico, perchรฉ ha appunto per oggetto le azioni che gli esseri umani pongono in essere mirando ai propri obiettivi.
Ora, sostiene Aristotele, se con tali azioni perseguiamo ๐ข ๐๐ข๐ง๐ข ๐ ๐ข๐ฎ๐ฌ๐ญ๐ข, ci comportiamo al meglio di noi stessi e conduciamo una vita etica piena di benessere e soddisfazione; se al contrario perseguiamo ๐ข ๐๐ข๐ง๐ข ๐ฌ๐๐๐ ๐ฅ๐ข๐๐ญ๐ข, conduciamo una vita non etica e non gestita al meglio di noi stessi. Tutte le sue trattazioni di etica, pertanto, mirano appunto ad esporre un sapere pratico che ci insegni a ๐๐ข๐ฌ๐ญ๐ข๐ง๐ ๐ฎ๐๐ซ๐ ๐ข๐ฅ ๐ฉ๐ข๐ฎ' ๐๐ก๐ข๐๐ซ๐๐ฆ๐๐ง๐ญ๐ ๐ฉ๐จ๐ฌ๐ฌ๐ข๐๐ข๐ฅ๐ ๐ข ๐๐ข๐ง๐ข ๐ ๐ข๐ฎ๐ฌ๐ญ๐ข ๐ ๐ข ๐๐ข๐ง๐ข ๐ฌ๐๐๐ ๐ฅ๐ข๐๐ญ๐ข.
Non a caso, quindi, Aristotele inizia il suo trattato di etica piรน importante, lโEtica Nicomachea, trattando dei fini della vita umana; e la cosa migliore รจ di seguire il suo esempio ed analizzare quanto ha da dirci. Infatti avere chiara nella nostra mente la tematica dei nostri fini ha una grande importanza nella vita di ciascuno di noi, perchรฉ facilita lo sviluppo della nostra capacitร di valutazione pratica e โ come vedremo nei prossimi post - puรฒ aiutarci a ๐ ๐๐ฌ๐ญ๐ข๐ซ๐ ๐๐จ๐ง ๐ฆ๐๐ ๐ ๐ข๐จ๐ซ๐ ๐ฅ๐ฎ๐๐ข๐๐ข๐ญ๐' ๐๐ ๐๐๐๐ข๐๐๐๐ข๐ ๐ฅ๐ ๐ฏ๐๐ซ๐ข๐ ๐ฌ๐ข๐ญ๐ฎ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ข ๐ฉ๐๐ซ๐ฌ๐จ๐ง๐๐ฅ๐ข ๐ ๐ฅ๐๐ฏ๐จ๐ซ๐๐ญ๐ข๐ฏ๐ che siamo chiamati di volta in volta ad affrontare.
ARISTOTELE: IL LINGUAGGIO E LโIMPORTANZA DEL DIALOGO INTERPERSONALE
Negli ultimi post ci siamo soffermati sullโimportanza che Aristotele attribuisce alla la riflessione interiore e al dialogo con se stessi. Va ricordato, tuttavia, che egli sottolinea che ๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐
๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ฬ ๐๐ ๐๐๐๐
๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐
๐๐๐โ๐๐๐๐๐. In effetti, la riflessione interiore puรฒ anche essere concepita come la possibilitร di fare attenzione ai propri stati interiori esprimendoli con ๐ข๐ฅ ๐ฅ๐ข๐ง๐ ๐ฎ๐๐ ๐ ๐ข๐จ. Noi esseri umani, a differenza degli altri animali, SIAMO CAPACI DI LINGUAGGIO STRUTTURATO, E QUINDI DI DIALOGO SIA INTERIORE CHE ESTERIORE CON GLI ALTRI. La nostra introspezione ha anche un carattere sociale e comunicativo, e questo spiega ๐ฅ๐ ๐ฉ๐๐ซ๐ญ๐ข๐๐จ๐ฅ๐๐ซ๐ ๐ข๐ฆ๐ฉ๐จ๐ซ๐ญ๐๐ง๐ณ๐ ๐๐ก๐ ๐ฅ๐ข๐ง๐ ๐ฎ๐๐ ๐ ๐ข๐จ ๐ ๐๐จ๐ฆ๐ฎ๐ง๐ข๐๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ ๐ก๐๐ง๐ง๐จ ๐ฌ๐๐ฆ๐ฉ๐ซ๐ ๐๐ฏ๐ฎ๐ญ๐จ ๐๐ข ๐๐ข๐ง๐ข ๐๐๐ฅ๐ฅ๐จ ๐ฌ๐ฏ๐ข๐ฅ๐ฎ๐ฉ๐ฉ๐จ ๐ฉ๐๐ซ๐ฌ๐จ๐ง๐๐ฅ๐.
Non a caso l'etica filosofica, a partire da Socrate, nasce appunto utilizzando lo strumento del dialogo interpersonale. Socrate fa del dialogo la sua ragione di vita, ed รจ mediante il dialogo e l'interrogazione continua che egli svolge il suo compito filosofico di โlevatriceโ interpellando continuamente lโinterioritร dei suoi interlocutori โcome un tafanoโ. E anche in Platone, e nel โmodo di vitaโ che egli instaura nella sua Accademia, il dialogo ha un rilievo preminente: il โdialogo interiore dell'anima con sรฉ stessaโ riveste per lui un ruolo essenziale, mentre il dialogo interpersonale vi assume in particolare la forma della discussione dialettica, sottoposta a regole precise e mirante alla trasformazione interiore dei partecipanti.
Dal canto suo Aristotele, come sappiamo, afferma che lโagire etico per diventare effettivo deve essere oggetto di applicazione pratica e di esercizio introspettivo, nel quale sono necessari sia il dialogo con se stesso, sia il dialogo con gli altri. TALI DUE ASPETTI DEL DIALOGO SONO STRETTAMENTE INTERCONNESSI, in particolare quando il dialogo รจ ๐๐ฎ๐ญ๐๐ง๐ญ๐ข๐๐จ, ๐๐ข๐จ๐ฬ ๐๐จ๐ง๐๐จ๐ญ๐ญ๐จ ๐ ๐ฅ๐ข๐ฏ๐๐ฅ๐ฅ๐จ ๐ฉ๐ซ๐จ๐๐จ๐ง๐๐จ ๐ ๐๐จ๐ง ๐ฅ๐ ๐ฆ๐๐ฌ๐ฌ๐ข๐ฆ๐ ๐ฌ๐ข๐ง๐๐๐ซ๐ข๐ญ๐ฬ. Infatti, se siamo in grado di sviluppare un dialogo autentico con noi stessi siamo anche piรน facilmente in grado di sviluppare un dialogo autentico con gli altri; e viceversa, se siamo in grado di sviluppare un dialogo autentico con gli altri siamo anche piรน facilmente in grado di sviluppare un dialogo autentico con noi stessi. ๐โ๐๐ฉ๐๐ซ๐ญ๐ฎ๐ซ๐ ๐ ๐ฅโ๐๐ฎ๐ญ๐๐ง๐ญ๐ข๐๐ข๐ญ๐ฬ ๐๐๐ฅ๐ฅโ๐๐ง๐ข๐ฆ๐ ๐ก๐ ๐ฅ๐ฎ๐จ๐ ๐จ ๐ข๐ง ๐ฉ๐๐ซ๐๐ฅ๐ฅ๐๐ฅ๐จ ๐ฌ๐ฎ ๐ช๐ฎ๐๐ฌ๐ญ๐ข ๐๐ฎ๐ ๐ฅ๐ข๐ฏ๐๐ฅ๐ฅ๐ข, ๐ซ๐๐ง๐๐๐ง๐๐จ ๐ฉ๐ข๐ฎฬ ๐ฌ๐ญ๐ซ๐๐ญ๐ญ๐ ๐ฅ๐ ๐ง๐จ๐ฌ๐ญ๐ซ๐ ๐ข๐ง๐ญ๐๐ ๐ซ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ ๐๐จ๐ง ๐ง๐จ๐ข ๐ฌ๐ญ๐๐ฌ๐ฌ๐ข, ๐๐จ๐ง ๐ ๐ฅ๐ข ๐๐ฅ๐ญ๐ซ๐ข, ๐ ๐๐จ๐ง ๐ญ๐ฎ๐ญ๐ญ๐ ๐ฅ๐ ๐ซ๐๐๐ฅ๐ญ๐ฬ.
ARISTOTELE: IL DIALOGO CON SE STESSI E LโINTUIZIONE DIRETTA
Abbiamo visto nel post precedente che, poichรฉ siamo un composto materiale di anima e di corpo, la CONOSCENZA INTROSPETTIVA DI NOI STESSI รจ sempre difficile e parziale. Per lo stesso motivo, essa รจ anche in gran parte DI TIPO DISCORSIVO (diรกnoia). Questo รจ un tipo di pensiero consistente in una serie di passaggi, cosรฌ come accade appunto in UN RAGIONAMENTO o in UN DIALOGO, nel corso dei quali pensiamo vari concetti uno dopo lโaltro, accumulandoli in successione nel tentativo di esprimere le modalitร della nostra vita interiore. E infatti Aristotele considera la conoscenza introspettiva di noi stessi come un โdialogo interiore della nostra anima con se stessaโ, e quindi quando egli ci esorta a โriflettere su ogni cosa nella propria interioritร โ intende in concreto esortarci ad AVERE CON NOI STESSI UN CONTINUO DIALOGO INTERIORE (monologhรญa).
Tuttavia Aristotele ha anche presente che la nostra facoltร intellettiva (noรปs) puรฒ esprimersi, oltre che con tale tipo di pensiero discorsivo, anche con un tipo di pensiero piรน diretto, cioรจ tramite L'INTUIZIONE ISTANTANEA (nรณesis), capace di โcogliereโ immediatamente piรน concetti insieme. Aristotele quindi ritiene che ragionamento (e dialogo) da una parte, e intuizione dallโaltra, siano due funzioni interdipendenti ma diverse del nostro intelletto; e in questo egli sembrerebbe in qualche modo precorrere quanto oggi conosciamo circa la differenziazione funzionale del nostro cervello tra un emisfero sinistro razionale, sequenziale e analitico, e un emisfero destro intuitivo, non razionale, e olistico.
Ora, il punto chiave รจ che dialogo interiore e intuizione, se bene utilizzati, possono svolgere una essenziale funzione nellโetica di Aristotele. Infatti, come frutto ed esito di un nostro continuo dialogo interiore รจ possibile che abbiano luogo in noi delle intuizioni dirette; ed รจ certo auspicabile che questo accada, dal momento che L'INTUIZIONE, forse ancor piรน della conoscenza discorsiva e razionale, puรฒ farci immediatamente โCOGLIEREโ QUALCHE ASPETTO PROFONDO DELLA REALTร E DI NOI STESSI. Dialogo interiore e intuizione si rivelano quindi importantissimi strumenti intellettivi in vista della acquisizione della saggezza pratica, la quale senza di essi non saprebbe condurci ai giusti fini e alle giuste scelte nella nostra vita.
ARISTOTELE: CONOSCERE Sร STESSI ร DIFFICILE
Se, come abbiamo visto nel post precedente, conoscere sรฉ stessi รจ per noi tutti un bisogno primordiale, resta il fatto che โ come sottolinea Aristotele โ ciascuno di noi รจ un composto individuale di anima (psychรฉ) e di corpo (sรณma), e questa presenza della materia pone un elemento di indeterminatezza nel composto anima/corpo; perciรฒ la conoscenza introspettiva di noi stessi non รจ, e non puรฒ mai essere, immediata e auto-trasparente come quella di un eventuale ente puramente immateriale, ma resta pur sempre necessariamente limitata. Insomma, NOI NON POSSIAMO MAI CONOSCERE COMPIUTAMENTE LA NOSTRA PROPRIA PSICHE.
Perciรฒ LA CONOSCENZA INTROSPETTIVA DI NOI STESSI ร PURTROPPO DIFFICILE, PARZIALE, E NON CONTINUATIVA. E Aristotele lo riconosce chiaramente: โconoscere sรฉ stessi รจ da un lato la cosa piรน piacevole, [...] e dall'altro la piรน difficile; quindi non siamo capaci di vedere da noi stessi quello che siamo; e che non ne siamo capaci risulta evidente dal modo in cui rimproveriamo gli altri senza accorgerci che anche noi facciamo le stesse coseโ; e ancora: โnoi siamo capaci di comprendere chi ci sta vicino meglio di quanto non comprendiamo noi stessi, e le loro azioni meglio di quanto non comprendiamo le nostreโ.
Il punto รจ che noi non possiamo conoscere DIRETTAMENTE la nostra struttura psichica interiore (la nostra anima, il nostro carattere, le nostre qualitร , i nostri difetti, e cosรฌ via); possiamo solo FOCALIZZARCI sui nostri ATTI INTERIORI (pensieri, percezioni, emozioni, impulsi, desideri ...) e sulle nostre AZIONI ESTERIORI che ne derivano, e su CIร CHE IL LORO ESAME CI RIVELA INDIRETTAMENTE circa la nostra psiche nel suo complesso.
In questo consiste lโESAME DI COSCIENZA, che in ogni caso va coltivato e perseguito perchรฉ รจ STRUMENTO DECISIVO per il progresso etico e per lโacquisizione di quei vari modi eccellenti di pensare e agire che ci portano alla saggezza e a vivere al meglio di noi stessi.
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