Racing Romance
Le corse raccontate come mai prima d'ora. Storie di grandi auto, piloti, momenti memorabili.Perché "
Per questa intro, Sky meriterebbe di perdere i diritti della F1.
Domenica, 1 maggio.
Alle 11:00 si tiene il briefing dei piloti. Alboreto, Berger, Schumacher e Senna sostengono sia necessario discutere della sicurezza. Si decide di tenere una riunione in merito il venerdì prima di Monte Carlo.
Alle 13:30 Ayrton è nei box, gira intorno alla sua Williams. Ispeziona le gomme. I presenti notano qualcosa di strano, anche nel modo in cui sta indossando il casco.
Qualcuno dirà che era evidente non avesse voglia di correre.
Alle 14:03 dopo appena 3 minuti di gara, la Safety car è in pista. La Lotus di Pedro Lamy e la Benetton di JJ Letho si sono scontrate e bisogna eliminare i detriti.
Alle 14:15 David Brown, ingegnere di pista di Ayrton, comunica via radio al brasiliano che la SC sta per rientrare.
Sono le 14:17. La Williams numero 2 arriva al Tamburello per la seconda volta da quando è ripresa la corsa.
La monoposto di Ayrton non riesce a seguire la traiettoria.
Esce di pista.
La telemetria indica 310 km/h di percorrenza in quel momento. 218 km/h all’impatto con il muro in cemento non protetto che sta all’esterno.
Le immagini trasmesse in tutto il mondo staccano per andare all'inquadratura successiva. Dal Tamburello esce per primo Schumacher. Dietro di lui una nuvola di polvere.
I soccorsi entrano in pista per il terzo pauroso incidente del weekend. Quando arrivano sul luogo dell'impatto, vedono il casco giallo-verde del campione appoggiato lateralmente.
Non si muove.
Nell’abitacolo i soccorritori trovano una bandiera austriaca, portata per essere sventolata per salutare Roland.
Se c'è un dio delle corse, è evidente che in questo weekend sia impegnato altrove.
Ayrton viene trasportato all'Ospedale Maggiore di Bologna. Ad aspettarlo c'è la dottoressa Maria Teresa Fiandri, primario di rianimazione.
Era a casa, reperibile, stava guardando il GP in TV. Ha intuito la gravità di quanto accaduto sul circuito ed è uscita, diretta al suo reparto. Quando la chiamano lei è già per strada.
Alle 18.40 è lei, attorniata di giornalisti, in diretta TV, a dare la notizia che nessuno vuole ascoltare.
Ayrton non c'è più.
Gli eroi non muoiono mai. E forse è vero. Ayrton è rimasto lì, sospeso. E tutti, anche chi non era ancora nato quel primo maggio del 1994, lo conoscono e lo amano. La leggenda, il mito del campione hanno sorpassato la sua epoca. Rimarranno immortali.
Il suo viso, la sua immagine, le sue gesta in pista, congelate per sempre. È così che dall'alba dei tempi tramandiamo le storie degli eroi.
Imola è oggi un santuario. In migliaia ogni anno, in pellegrinaggio, rendono omaggio al più grande di sempre nel luogo che lo ha strappato a sé stesso per donarlo alla leggenda.
La Red Bull non molla neanche in Australia e, nonostante il guaio con Perez, fuori in Q1 e ultimo in griglia domani, sorride per la pole position di Verstappen.
Evoluzione nel gruppo degli inseguitori di Max: la Mercedes sembra migliorarsi e piazza Russell in prima fila e Hamilton subito dietro.
Quarto Alonso poi Sainz, Stroll, Leclerc. Per la Ferrari sarà un'altra gara di sofferenza.
Qualifiche stratosferiche per Albon che fa volare la sua Williams in ottava posizione. Bene anche Hulkenberg, decimo.
A Jeddah va in scena la seconda gara della stagione con un unico cambio di copione rispetto al debutto di due settimane fa: i due Red Bull portano a casa un'altra doppietta ma sul gradino più alto del podio c'è Perez, partito dalla pole e arrivato in fondo resistendo alla rimonta di Verstappen.
Checo e Max giocano in un'altra categoria e l'abisso di vantaggio su tutti gli altri non lascia presagire niente di diverso per il prosieguo del campionato. Per avversari e spettatori la suspense arriva solo dagli scambi tra i due e il box con i soliti "ordini" non rispettati in quello che ormai sta diventando un classico. Niente di preoccupante, comunque.
Terzo gradino del podio occupato da Alonso, con la Aston Martin che si conferma la più veloce... delle altre. Solo per poco, però, perché una penalità arrivata nel post-gara spinge Fernando al quarto posto, tra le due Mercedes, promuovendo Russell.
Le due Ferrari arrivano alle spalle di Hamilton: Sainz sesto e Leclerc settimo.
La notte araba è più nera che mai per la Scuderia e non bastano i colpi di Charles sul giro secco per dare ottimismo all'ambiente.
Le turbolenze delle ultime due settimane a Maranello non sono destinate a finire e, visti i limiti regolamentari e di budget, un cambio di passo nel campionato in corso, per molti, è già inimmaginabile.
Chiudono la zona punti le due Alpine e la Haas di Magnussen che si prende un punto con un bel sorpasso su Tsunoda.
Ci vediamo in Australia!
Nuova stagione, vecchia storia.
Nella notte del Bahrain la Red Bull mette in scena una prova di forza schiacciante.
Verstappen vince. Perez secondo. Tutti gli altri, annichiliti.
Veloci, precisi, solidi. E con un'auto che tratta le gomme coi guanti di velluto e permette ai piloti uno stint su gomme soft, mentre tutti gli avversarsi montano le hard, senza il minimo problema.
A Maranello la sveglia 2023 suona presto e male. Sembra più uno schiaffo in faccia agli ottimisti che speravano in una SF-23 più vicina ai campioni in carica. Manca passo e, forse ancor peggio, anche affidabilità. Leclerc termina la sua corsa quando manca poco più di una decina di di giri, nel silenzio del motore della sua Rossa che si ammutolisce mentre in radio risuonano i suoi "NO". Sainz, in affanno, quarto. Dietro anche ad Alonso che nel finale agguanta un podio meraviglioso.
Fernando risale dopo la br**ta partenza e, grazie a una Aston Martin che sembra, in questo momento, il progetto più riuscito di tutti (in termini di avanzamento rispetto alla scorsa stagione), ottiene il terzo posto dopo due bei duelli con Hamilton, su cui piazza un sorpasso incredibile, e la Ferrari superstite.
In zona punti, dietro a Stroll e Russell, bene Bottas, Gasly e Albon. Notte fonda in casa McLaren.
Max alla ricerca del tris
Charles all’inseguimento di Max. E di un sogno.
Lewis è lì.
George in cerca di gloria.
Seconda stagione della nuova era.
Nuovi volti.
Nuove sfide.
Stessa passione.
Signori, è finita l’attesa. Rispolverate le ambizioni, riaccendete le speranze. Bentornata F1.
Back in black!
Ecco la W14, di nuovo in livrea nera come le vetture 2020 e 2021. Sarà questa l'auto che riporterà Mercedes sul tetto del mondo?
SF-23
Fantasia nella scelta del nome: poca.
Per mesi è stata il "progetto 675".
Più leggera.
Più veloce.
Più potente.
Tanto più potente.
Voci che si sono rincorse e che dovranno ancora attendere per conferme o smentite.
Binotto, a un certo punto della scorsa stagione, ha dichiarato come a Maranello avessero interrotto lo sviluppo della SF-75 (dopo il GP di Francia) per dedicarsi anima e corpo, e risorse, all'auto del nuovo anno.
Se avranno fatto bene lo sapremo solo tra qualche mese. Intanto la scelta, probabilmente, è uno dei fattori che è costato il posto proprio al team principal del Cavallino.
Nuova squadra allora. Nuovo anno. Nuove speranze. Riaccese, infiammate nel giorno della presentazione che per tutti gli appassionati è l'inizio vero dell'attesa.
Oggi poi, nel giorno dedicato agli innamorati, divampa la passione viscerale che spinge verso un unico obiettivo.
Mancano 18 giorni all'inizio del mondiale 2023.
Vietato non sognare.
Buon compleanno Michael!
Dopo le voci, ormai divenute certezze, è arrivata la comunicazione ufficiale: la nuova era Ferrari sarà targata Fred Vasseur.
Scuderia Ferrari announces that Fred Vasseur will join Scuderia Ferrari on 9 January as Team Principal and General Manager.
https://www.ferrari.com/en-EN/corporate/articles/fred-vasseur-appointed-scuderia-ferrari-team-principal
7 titoli mondiali costruttori
4 titoli mondiali piloti
54 vittorie
Questi i numeri del Cavallino sotto la sua guida.
Innumerevoli le innovazioni. Incommensurabile il suo valore.
Grazie Mauro.
Quando pensavate che le scelte strategiche che hanno buttato alle ortiche tre quarti delle gare disputate fossero la cosa peggiore dell'anno Ferrari, da Maranello arriva la livrea speciale per il GP di Monza.
La "spruzzata" di giallo sulla F1-75 passi pure ma le divise...
Ci sono uomini che hanno vissuto la propria vita per le quattro ruote.
Ce ne sono altri che con la propria vita hanno cambiato per sempre la storia dei motori.
Pochi. Eletti. Prescelti.
Capaci di dare forma ai sogni. Di realizzare l'imponderabile e regalare all'uomo capolavori senza tempo. Guadagnandosi l'immortalità.
Ci ha lasciati uno di loro. Se ne è andato, a 83 anni, il padre (tra le altre) della Ferrari F40: l'Ing. Nicola Materazzi.