Dedalo Invest

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Strumenti di analisi per una migliore comprensione degli investimenti finanziari Dedalo Invest è un sito indipendente.

Il mondo finanziario è un labirinto vasto e complicato, capace di disorientare sia gli investitori che gli stessi addetti ai lavori. Dedalo Invest si pone l'obiettivo di semplificarlo, mettendo a disposizione informazioni e servizi facilmente utilizzabili, tra i quali portafogli di fondi semplici da replicare, ma sostenuti da rigorose analisi statistiche. Dedalo Invest si propone di aiutare gli in

01/08/2024

Edward McQuarrie, professore emerito della Santa Clara University, ha recentemente scosso il mondo della finanza con un articolo che sfida le convinzioni radicate sulla teoria del portafoglio.

La sua ricerca, basata su un'analisi di 226 anni di dati finanziari, mette in discussione le tesi del celebre Jeremy Siegel, autore di "Stocks for the long run" e prospetta una possibile rivoluzione nel modo di concepire l’asset allocation dei portafogli a lungo termine.

Le scoperte di McQuarrie contrastano con la saggezza finanziaria convenzionale. In particolare, l’autore ha sottolineato una marcata instabilità nei rendimenti azionari e obbligazionari che, contrariamente alla credenza comune, può far sì che le azioni non sempre performino meglio delle obbligazioni addirittura nel lunghissimo periodo (80 anni e oltre).

Le sue conclusioni hanno importanti implicazioni per gli investitori.

McQuarrie suggerisce di:
· Ripensare l'asset allocation, adattando il portafoglio all'orizzonte temporale e alla tolleranza al rischio dell'investitore (fin qui niente di nuovo).
· Sviluppare strategie dinamiche per prevedere le fasi di mercato, in modo da aumentare il peso della componente azionaria o obbligazionaria a seconda della fase di mercato attuale.
· Sovrappesare le azioni ad alto dividendo perché potenzialmente più stabile nel lungo termine.

Lo studio di McQuarrie non è esente da critiche. La principale riguarda la concentrazione geografica dell'analisi, basata principalmente sui dati USA, che nel XIX secolo non erano il mercato finanziario dominante.

Sorgono, inoltre, dubbi sulla validità del confronto tra mercati finanziari di epoche così diverse. Una delle critiche riguarda il fatto che McQuarrie sembra focalizzarsi principalmente sul rischio di ottenere rendimenti azionari più bassi delle aspettative, trascurando altri aspetti come la volatilità e il massimo drawdown.

Infine, emerge un paradosso: pur criticando le strategie basate su relazioni storiche stabili perché subottimali, McQuarrie finisce per suggerire approcci di gestione attiva, altrettanto subottimali (anzi, probabilmente di più) in quanto notoriamente meno efficienti nel lungo periodo di quelli a gestione passiva.

Nonostante le criticità che non permettono di parlare di una vera rivoluzione, lo studio di McQuarrie arricchisce comunque il dibattito sulla stabilità delle relazioni finanziarie nel tempo.

La vera sfida per il futuro sarà quella di integrare efficacemente i dati numerici con i fattori psicologici che influenzano gli investitori. Solo combinando questi elementi sarà possibile sviluppare strategie d'investimento più robuste e adattabili alle incertezze dei mercati finanziari.

Potete trovare il link all’articolo completo nei commenti.

Stocks or bond for the long run? L'analisi di McQuarrie | Dedalo Invest 29/07/2024

Edward McQuarrie, professore emerito della Leavey School of Business della Santa Clara University, ha recentemente pubblicato un articolo di grande rilievo nel Financial Analyst Journal, mettendo in discussione alcune delle assunzioni più consolidate nella teoria del portafoglio.

In particolare, il suo articolo è una diretta replica al best seller di Jeremy Siegel, Stocks for the long run, giunto alla sesta edizione: McQuarrie contesta la convinzione che le azioni performino sempre meglio delle obbligazioni nel lungo periodo e che una correlazione negativa tra azioni e obbligazioni migliori sempre la diversificazione del portafoglio.

L'articolo è strutturato nel modo seguente:

1. La nuova prospettiva storica di McQuarrie: 226 anni di dati finanziari
2. Implicazioni per gli investitori
3. Il nostro punto di vista sugli studi di McQuarrie

Buona lettura!

Stocks or bond for the long run? L'analisi di McQuarrie | Dedalo Invest McQuarrie sfida Siegel con nuovi dati storici. Analisi critica delle sue conclusioni su teoria del portafoglio e strategie d'investimento a lungo termine.

25/07/2024

Nell'ambito degli investimenti finanziari, è comune pensare che la gestione autonoma del proprio portafoglio richieda una vasta esperienza nel settore.

Questa percezione non rispecchia pienamente la realtà e può dissuadere molti potenziali investitori dall'intraprendere la gestione diretta dei propri risparmi.

Il successo nell'investimento fai-da-te, infatti, dipende più da una combinazione di elementi chiave che da conoscenze tecniche approfondite.

Quali sono questi elementi?

È essenziale avere una solida comprensione dei principi di funzionamento di base dei mercati e degli strumenti finanziari utilizzati. Una rigorosa disciplina e la volontà di apprendere costantemente aiuteranno molto in questo compito. Anzi, senza volontà di apprendere, potete scommettere che il fai-da-te non funzionerà.

Utilizzando semplici ma efficienti strategie di investimento passivo è possibile costruire portafogli ben diversificati ed efficienti. E, soprattutto, adatti a noi.

È fondamentale mantenere un approccio coerente nel tempo, resistendo agli impulsi emotivi durante i periodi di volatilità del mercato, che non tarderanno ad arrivare. Se il portafoglio iniziale è funzionale alla vostra propensione e capacità di rischio, meno operazioni farete, migliori saranno i risultati finali.

Per chi si avvicina a questo mondo, può aiutare molto iniziare il percorso affiancati da un consulente finanziario. Questo periodo di accompagnamento, la cui durata può variare in base alle caratteristiche di ciascuna persona, consente di acquisire competenze e fiducia in sé stessi.

Una volta consolidata una solida base di conoscenze e raggiunta la necessaria sicurezza, si potrà poi procedere autonomamente nella gestione dei propri investimenti.

Non bisogna avere fretta: la pazienza, prima e dopo aver investito, è la chiave del successo.

Come fronteggiare una crisi finanziaria? | Dedalo Invest 22/07/2024

La domanda non è banale e prima o poi se la pongono tutti gli investitori: che cosa si dovrebbe fare per limitare i danni causati da una crisi finanziaria?

La risposta è semplice ma controintuitiva...

Come fronteggiare una crisi finanziaria? | Dedalo Invest Scopri come affrontare efficacemente le crisi finanziarie mantenendo la strategia d'investimento a lungo termine. Consigli pratici per investitori consapevoli.

18/07/2024

Il fascino del trading online è innegabile. L'idea di generare un reddito sostanzioso comodamente seduti davanti al proprio computer è allettante per molti. In passato, lo è stato anche per me.

Purtroppo, la realtà dietro a questa apparente opportunità di guadagno facile è diversa da quello che sembra.

Molti aspiranti trader si entusiasmano per i risultati ottenuti su conti demo, convincendosi di avere le capacità necessarie per replicare tali successi nel mondo reale. Ma il passaggio da un conto demo a uno reale, con cifre non trascurabili, è paragonabile al salto che intercorre tra giocare al fantacalcio ed entrare effettivamente in campo in una partita di Serie A: nella migliore delle ipotesi, non riuscirete a vedere la palla. Avrete l'impressione che i giocatori, sia della vostra squadra che gli avversari, stiano volando anziché correndo, senza stancarsi mai. E, in breve tempo, rimarrete vittima di un infortunio muscolare.

Nel trading reale, la psicologia gioca un ruolo cruciale. La pressione di operare con denaro vero può paralizzare anche il trader dai nervi più saldi. I movimenti frenetici dei mercati, le transazioni in tempo reale e le continue fluttuazioni dei prezzi possono risultare ingestibili, portando a decisioni affrettate e potenzialmente disastrose.

Le statistiche sono chiare: la maggior parte dei trader perde denaro nei primi mesi di attività. Anche coloro che inizialmente ottengono qualche successo rischiano di cadere nella trappola dell'overconfidence, attribuendo le vincite al proprio talento anziché alla fortuna. Quando la sorte gira, le perdite non tardano ad arrivare. E, spesso, sono perdite pesanti.

Per avere una minima possibilità di successo nel trading, sono necessari un capitale iniziale consistente e molto tempo da dedicare all'apprendimento e all'esperienza sul campo. Non si tratta di un'attività part-time o di un modo rapido per arricchirsi, ma di una professione a tutti gli effetti che richiede dedizione, studio costante, tantissima pratica e una solida preparazione psicologica.

Certo, esistono trader di successo, ma sono una minoranza rispetto alla vasta platea di coloro che ci provano. Come nel calcio professionistico, solo pochissimi riescono a emergere e a mantenersi ai vertici.

Il trading online non è quello che sembra. È una delle attività più difficoltose al mondo. Non provateci nemmeno, perché quasi certamente sprecherete i vostri soldi e il vostro tempo.

Il benessere finanziario e la felicità: le idee di Meir Statman | Dedalo Invest 15/07/2024

Meir Statman, uno dei maggiori esperti di finanza comportamentale al mondo, è un professore di finanza presso l’Università di Santa Clara con numerose pubblicazioni in prestigiose riviste finanziarie.

Nel suo ultimo libro "A Wealth of Well-Being", Statman condivide la sua interpretazione sul complesso rapporto che lega ricchezza e benessere, proponendo un approccio olistico alla finanza comportamentale che va ben oltre i confini tradizionali dell'investimento.

L'articolo è strutturato nel modo seguente:

1. La visione olistica del benessere
2. Il ruolo del denaro nel benessere complessivo
3. L'approccio equilibrato agli investimenti
4. Differenze generazionali e tecnologia

Buona lettura!

Il benessere finanziario e la felicità: le idee di Meir Statman | Dedalo Invest Meir Statman esplora il legame tra ricchezza e benessere, sfidando le idee tradizionali sugli investimenti e proponendo un approccio olistico al benessere finanziario.

11/07/2024

Un recente studio di Samuel Hartzmark e David Solomon ha messo in luce una pratica diffusa nell'industria finanziaria che potrebbe aver “ingannato” gli investitori per anni: l'uso di indici Price Return invece di indici Total Return come benchmark per i fondi d'investimento.

Questa distinzione può sembrare tecnica, ma ha implicazioni profonde. Gli indici Price Return, ampiamente utilizzati, non tengono conto dei dividendi, sottostimando sistematicamente i rendimenti reali del mercato.

Il risultato? Molti fondi attivi, che già faticano a ba***re il mercato, si confrontano con un benchmark artificialmente basso, creando l'illusione di una performance superiore.

Immaginate un fondo che celebra il superamento dell'indice S&P 500 Price Return, attirando nuovi investitori entusiasti. Ma se confrontato con l'indice Total Return, che include i dividendi, quella stessa performance potrebbe rivelarsi mediocre o addirittura deludente.

Questa pratica non solo distorce la percezione delle performance dei fondi, ma influenza anche le decisioni degli investitori. Molti, infatti, potrebbero essere riluttanti a investire in azioni, credendo erroneamente che i rendimenti siano più bassi di quanto non siano in realtà.

La soluzione sarebbe semplice ma rivoluzionaria: adottare universalmente gli indici Total Return. Questo cambiamento potrebbe rivelare una realtà sorprendente: i mercati azionari potrebbero aver reso molto più di quanto la maggior parte degli investitori crede.

Riconsiderare i rendimenti: una nuova prospettiva per l'industria finanziaria | Dedalo Invest 08/07/2024

Negli ultimi anni, la comunità finanziaria sta riscoprendo l'importanza di utilizzare indici Total Return, anziché indici Price Return, per valutare i rendimenti dei mercati.

Un paper di Samuel Hartzmark e David Solomon, intitolato "Reconsidering Returns", ha messo in luce questa necessità, evidenziando come l'uso degli indici Price Return porti a una sistematica sottovalutazione dei rendimenti di mercato.

Il paper analizza le ragioni storiche dietro questa pratica, le sue implicazioni per gli investitori e le potenziali soluzioni per promuovere l'adozione degli indici Total Return.

L'articolo è strutturato nel modo seguente:
1. Il problema degli indici Price Return
2. Implicazioni per gli investitori
3. L'adozione degli indici Total Return

Buona lettura!

Riconsiderare i rendimenti: una nuova prospettiva per l'industria finanziaria | Dedalo Invest Analisi dell'importanza degli indici Total Return vs Price Return nella valutazione dei rendimenti di mercato. Impatto sugli investitori e soluzioni proposte.

Karl Marx: una nuova interpretazione del processo di accumulazione del capitale | Dedalo Invest 01/07/2024

Karl Marx si ispira alla distinzione aristotelica tra crematistica naturale e innaturale per illustrare come la logica del capitalismo si allontani profondamente dalla produzione di merce semplice.

Passando dalla logica di "vendere per comprare" a quella di "comprare per vendere", Marx conclude che il denaro non è più un semplice mezzo di scambio, ma diventa il fine ultimo dell'attività economica.

L'articolo procede esaminando la reinterpretazione marxiana del concetto di plusvalore, spiegando come questo si generi nella sfera della produzione. Inoltre, vengono approfonditi alcuni concetti chiave come la legge generale dell'accumulazione capitalistica e le sue connessioni con dinamiche economiche fondamentali: la competizione, la concentrazione del capitale, l'importanza della ricerca e sviluppo e l'emergere di strutture di mercato come il monopolio e l'oligopolio.

Buona lettura!

Karl Marx: una nuova interpretazione del processo di accumulazione del capitale | Dedalo Invest Nella sua reinterpretazione dell’accumulazione del capitale, Marx contrappone la logica capitalistica (denaro-merce-denaro, D-M-D') alla semplice produzione (vendere per comprare, M-D-M).

27/06/2024

Molti investitori tendono a sottostimare l'importanza del rischio di cambio negli investimenti a lungo termine, credendo erroneamente che le fluttuazioni valutarie si compensino nel tempo.

L'analisi presentata nell'articolo linkato nei commenti rivela che non è necessariamente vero e che l'impatto del rischio di cambio può essere sostanziale anche su orizzonti temporali di 20 o 30 anni.

Consideriamo, ad esempio, il rendimento dello S&P 500 Total Return su un periodo di circa 30 anni, dal 2 maggio 1985 al 14 luglio 2014. In questo arco temporale, l'indice ha registrato un impressionante rendimento del 1.902,89% in dollari.

Per un investitore dell'area euro, però, il rendimento effettivo è stato "solo" del 935,49%. La differenza, quasi il 1.000% di rendimento, è stata erosa dalle variazioni del tasso di cambio EUR/USD.

Questo esempio evidenzia come il rischio di cambio possa avere un impatto drammatico sui rendimenti a lungo termine. Non si tratta di un caso isolato: l'analisi dei rendimenti rolling a 20 e 30 anni dello S&P 500 TR mostra significative divergenze tra i rendimenti in dollari e in euro in molti periodi.

È importante notare che l'effetto del rischio di cambio non è sempre negativo. In alcuni periodi, il rendimento in euro ha superato quello in dollari, talvolta anche di percentuali superiori al 500%.

Il rischio di cambio ha una natura imprevedibile: all'inizio di un investimento, non possiamo prevedere né la direzione né l'entità del suo impatto.

È importante ricordarsi come il rischio di cambio non scompaia necessariamente nel lungo termine. Gli investitori dovrebbero essere consapevoli di questo rischio e considerarlo attentamente nella loro strategia di investimento.

Ciò non significa che si debba sempre cercare di eliminare completamente il rischio di cambio: piuttosto, si dovrebbe valutare attentamente quanto di questo rischio si è disposti ad accettare.

La comprensione e la gestione del rischio di cambio sono fondamentali per gli investitori, anche e soprattutto nel lungo termine. Solo con una piena consapevolezza dei suoi potenziali effetti, si possono prendere decisioni di investimento informate e allineate con i propri obiettivi finanziari.

Il rischio di cambio | Dedalo Invest 24/06/2024

Quando decido di investire in un asset denominato in una valuta diversa dall’euro e non utilizzo l’hedging, mi espongo al rischio di cambio. Questo rischio si combina con quello di mercato.

Il rischio di cambio può influenzare le performance di un investimento in tre modi:

--> Impatto sul rendimento.
--> Impatto sulla volatilità.
--> Impatto sulle altre misure di rischio (massimo drawdown, periodo di recupero, Ulcer Index, VaR e CVaR).

Abbiamo deciso di pubblicare l'intero sesto capitolo del libro "Il rischio di cambio negli investimenti finanziari" ("L’impatto del rischio di cambio sul rendimento"), con l'auspicio che possa aiutare a capire come questo importante rischio, spesso trascurato, possa influenzare la performance di un investimento.

Buona lettura!

Il rischio di cambio | Dedalo Invest Il rischio di cambio può influenzare sia il rendimento che la volatilità di un investimento. È fondamentale conoscerlo e, se necessario, mitigarlo.

20/06/2024

Negli ultimi decenni, gli indici di mercato sono diventati strumenti fondamentali per gli investitori, offrendo un modo semplice per ottenere un'esposizione diversificata ai mercati finanziari.

Nell’articolo linkato nei commenti, ho esplorato le performance di tre tipi di indici – Price Weighted, Equal Weighted e Market-Cap Weighted – utilizzando un campione di cinque società su due periodi storici.

Nel primo esempio, ho analizzato un ipotetico indice formato da Nvidia, Visa, McDonald’s, UnitedHealth Group e General Electric tra febbraio 2016 e maggio 2024. Per costruire l’indice, ho utilizzato le serie storiche mensili “Adjusted Return”.

Il risultato è stato controintuitivo, dato che l’esplosione di Nvidia ha impattato l’indice Equal Weighted in maniera maggiore degli altri due indici. Naturalmente, c’è una spiegazione, che viene condivisa nell’articolo.

Nel secondo esempio, l’ipotetico indice è stato costruito con Microsoft, 3M, IBM, Pfizer ed Exxon tra ottobre 2001 e dicembre 2009, un periodo caratterizzato da due gravi crisi finanziarie.

Le principali misure statistiche, come rendimento annualizzato, volatilità, indice di Sharpe e max drawdown, confermano che ogni metodologia di ribilanciamento ha punti di forza e di debolezza.

Gli indici Price Weighted riflettono meglio le variazioni di prezzo dei singoli titoli, gli indici Equal Weighted offrono maggiore diversificazione e riducono il rischio di concentrazione, mentre gli indici Market-Cap Weighted rispecchiano più fedelmente la capitalizzazione di mercato delle aziende, beneficiando maggiormente della crescita delle grandi capitalizzazioni ma risultando più vulnerabili ai cali significativi dei titoli di maggior peso.

Valutare le proprietà di ciascun metodo di ponderazione degli indici è indubbiamente importante, così come riconoscere che le performance e i comportamenti possono variare significativamente. L'investitore dovrebbe tuttavia sempre mettere al primo posto una qualità fondamentale: la pazienza.

Indipendentemente dal metodo di ribilanciamento degli indici che ha scelto di replicare, è il tempo la variabile più importante negli investimenti finanziari. Solo con una prospettiva a lungo termine si possono cogliere appieno i benefici delle strategie di investimento.

Confronto tra indici Price, Equal e Market-Cap Weighted | Dedalo Invest 17/06/2024

Negli ultimi decenni, gli indici di mercato sono diventati strumenti fondamentali per gli investitori, offrendo un modo semplice per ottenere un'esposizione diversificata ai mercati finanziari attraverso la loro replica.

Come abbiamo visto nel precedente articolo, non tutti gli indici sono creati allo stesso modo e le diverse metodologie di costruzione e ribilanciamento possono portare a risultati significativamente differenti.

In questo articolo esploreremo le performance di tre tipi di indici – Price Weighted, Equal Weighted e Market-Cap Weighted – utilizzando un campione di cinque società su due diversi periodi storici.

L'articolo è strutturato nel modo seguente:
1. L'andamento di un indice composto da Nvidia, Visa, McDonald's, UnitedHealth Group e General Electric tra febbraio 2016 e maggio 2024
2. L'andamento di un indice composto da Microsoft, 3M, IBM, Pfizer ed Exxon tra ottobre 2001 e dicembre 2009
3. Conclusioni

Buona lettura!

Confronto tra indici Price, Equal e Market-Cap Weighted | Dedalo Invest Scopri le differenze tra gli indici di mercato Price, Equal e Market-Cap Weighted, e quale strategia offre la migliore performance in diversi periodi storici.

14/06/2024

La ponderazione per capitalizzazione di mercato, inclusa quella basata sul flottante, presenta il vantaggio di quantificare il peso delle società che compongono l’indice proporzionalmente alla loro capitalizzazione di mercato.

Ha però l’inconveniente di far sì che le società il cui prezzo è cresciuto di più (o calato di più) assumano un peso maggiore (o minore) nell’indice. In pratica, se il prezzo di una società aumenta rispetto alle altre, il suo peso nell’indice cresce; se il suo prezzo diminuisce, il suo peso cala.

Questo metodo tende a favorire le azioni il cui prezzo è aumentato, potenzialmente sopravvalutate, e a penalizzare quelle in calo, potenzialmente sottovalutate.

Di fatto, questa tecnica di ponderazione ricorda una strategia di investimento basata sul momentum, per cui, nel tempo, le società che hanno registrato i maggiori incrementi di prezzo occupano le posizioni di maggior peso nell’indice.

D’altra parte, un indice fundamental weighted, ovvero ponderato in base a misure dei fondamentali aziendali come utili, dividendi e altri parametri finanziari, presenta rapporti tra queste misure e quelle aggregate di mercato solitamente superiori a quelli di un indice ponderato per capitalizzazione.

A differenza dell’effetto momentum tipico degli indici ponderati per capitalizzazione, quelli ponderati in base ai fondamentali tendono ad avere un effetto contrarian. Ogni volta che l’indice viene ribilanciato, i pesi si spostano dai titoli che hanno avuto un aumento di valore relativo a quelli che hanno subito una diminuzione.

Per esempio, consideriamo due società: la società A, con una capitalizzazione di mercato di 100 milioni di euro, e la società B con una capitalizzazione di 500 milioni di euro, per un totale di 600 milioni di euro. Se entrambe le società generano utili pari a 20 milioni di euro (utili aggregati uguali a 40 milioni di euro), la società A avrà un rendimento degli utili del 20% (20/100) e la società B del 4% (20/500).

Di conseguenza, le società A e B avranno entrambe un peso del 50% sugli utili (20 milioni di euro su un utile totale di 40): rispetto al peso che avrebbero in base alla loro capitalizzazione di mercato, A sarà sovrappesata (50% invece del 16,7%), mentre B sarà sottopesata (50% invece dell’83,3%).

La caratteristica distintiva della ponderazione fondamentale è la sua tendenza a favorire il “valore”, ridistribuendo periodicamente i pesi a favore delle società con fondamentali più forti, indipendentemente dalla loro capitalizzazione di mercato, adottando quindi un approccio contrarian rispetto alle fluttuazioni di mercato.

Metodi di ponderazione degli indici | Dedalo Invest 10/06/2024

La decisione sulla ponderazione dei titoli all'interno di un indice di mercato, ovvero il peso attribuito a ciascun titolo componente, è di fondamentale importanza poiché influisce notevolmente sul valore dell'indice stesso.

Ogni metodo ha implicazioni diverse per gli investitori e può influenzare il rendimento e il rischio dell'indice di mercato.

L'articolo è strutturato nel modo seguente:

1. Price Weighting
2. Equal Weighting
3. Market-Capitalization Weighting
4. Float-Adjusted Market-Capitalization Weighting
5. Fundamental Weighting
6. Gestione dell'indice: Ribilanciamento e Ricostituzione

Buona lettura!

Metodi di ponderazione degli indici | Dedalo Invest Le diverse metodologie di ribilanciamento degli indici di mercato: pro e contro di ciascuna e come influenzano le performance degli indici finanziari.

06/06/2024

La costruzione e la gestione di un indice di mercato finanziario implicano processi simili a quelli della gestione di un portafoglio di titoli.

I gestori degli indici devono affrontare diverse decisioni chiave:

1. Definizione del mercato target: determinare quale segmento o area del mercato l’indice intende rappresentare. Questa scelta definisce l’ambito e l’orientamento dell’indice.

2. Selezione dei titoli: scegliere quali titoli includere nell’indice a partire dal mercato target. Questa selezione deve riflettere fedelmente le caratteristiche del segmento di mercato che l’indice mira a rappresentare.

3. Allocazione dei pesi: decidere quanto peso assegnare a ciascun titolo all’interno dell’indice.

4. Ribilanciamento dell’indice: stabilire la frequenza con cui l’indice deve essere aggiornato o ribilanciato per riflettere i cambiamenti nei prezzi dei titoli o nella composizione del mercato.

5. Riesame delle decisioni: definire quando e come riesaminare le decisioni relative alla selezione dei titoli e alla loro ponderazione per assicurare che l’indice continui a rappresentare accuratamente il mercato di riferimento.

La prima fase nella creazione di un indice di mercato è la definizione del mercato target, cioè il segmento di mercato o l’asset class che l’indice intende rappresentare.

Il mercato target può essere delineato in termini molto ampi o specifici, e la scelta può basarsi su diverse categorie, tra cui:

--> Asset class: azioni, obbligazioni, ecc.
--> Regione geografica: Stati Uniti, Europa, Giappone, ecc.
--> Borsa di scambio: New York, Tokyo, ecc.
--> Altre caratteristiche: settore economico, dimensioni della società, stile di investimento, ecc.

Il mercato target definisce l’universo di investimento e i titoli che possono essere inclusi nell’indice. Una volta stabilito questo universo, è necessario decidere quanti e quali titoli specifici includere: possono essere tutti quelli presenti nel mercato target o un campione rappresentativo.

Alcuni indici, come l’S&P 500 o il FTSE 100, definiscono il numero dei titoli inclusi. Altri, come il TOPIX (Tokyo Price Index), variano il numero dei titoli per riflettere cambiamenti nel mercato target o per mantenere una rappresentatività del mercato.

Per essere inclusi nel TOPIX, i titoli devono soddisfare specifici requisiti, come il numero di azioni in circolazione e la capitalizzazione di mercato, e possono essere esclusi se non soddisfano più questi criteri.

La scelta dei titoli costituenti segue solitamente regole oggettive e meccaniche, ma alcuni indici come lo S&P 500, si avvalgono di un comitato di selezione che utilizza regole più soggettive per determinare la composizione dell’indice.

Si tratta di un processo che assicura che l’indice continui a riflettere con precisione le caratteristiche e le dinamiche del mercato target.

Nei commenti, il link all’articolo completo.

Definizione e calcolo degli indici di mercato | Dedalo Invest 03/06/2024

Nel mondo degli investimenti finanziari, gli indici di mercato sono strumenti fondamentali per comprendere l’andamento dei mercati e delle varie asset class.

In questo articolo esploriamo come vengono creati e calcolati. In particolare, saranno analizzate le differenze nelle formule tra gli indici Price Return e Total Return.

L'articolo è strutturato nel modo seguente:
1. Definizione di indice di mercato
2. Calcolo dei rendimenti per singolo periodo
3. Calcolo dei valori dell'indice su più periodi
4. Costruzione e gestione degli indici: mercato target e selezione dei titoli

Buona lettura!

Definizione e calcolo degli indici di mercato | Dedalo Invest Formule ed esempi di calcolo, su uno o più periodi, del valore e dei rendimenti degli indici di mercato Price Return e Total Return. Mercato target e selezione dei titoli.

30/05/2024

Una delle critiche più diffuse, ma anche più infondate, all'investimento passivo è l'accusa di aver gonfiato una bolla nelle grandi aziende tecnologiche statunitensi, rendendo il mercato azionario più concentrato e fragile.

Questa critica si basa sull'idea che, poiché i titoli dei principali indici azionari sono Market-Cap weighted (ponderati per la capitalizzazione di mercato), le società più grandi, crescendo, fanno crescere sempre di più anche gli indici.

Di conseguenza, gli indici sono costretti a inseguire le performance, facendo salire ulteriormente le quotazioni delle azioni.

Questa argomentazione ignora la meccanica di base di un indice Market-Cap weighted. Un indice di questo tipo non ha bisogno di comprare più azioni di Microsoft o Nvidia solo perché il loro prezzo è salito: queste azioni sono già in portafoglio.

Semplificando, se il valore delle azioni di Nvidia raddoppia, il peso di Nvidia nell’ETF raddoppia, mantenendosi in equilibrio senza necessità di acquistare ulteriori azioni per rimanere bilanciato.

Perché, allora, i prezzi di alcune azioni come Microsoft, Apple o Nvidia sono cresciuti così tanto?

Perché c’è una forte domanda di azioni di queste società che ne fa aumentare il prezzo.

È vero che le grandi aziende tecnologiche rappresentano una parte significativa dei principali indici di mercato, ma il motivo è, probabilmente, legato ai loro solidi fondamentali e ai capitali investiti in ricerca e sviluppo, che permettono loro di generare incredibili innovazioni.

Il loro peso negli indici di mercato è in gran parte un riflesso della loro performance economica e non un effetto diretto dell'investimento passivo.

La concentrazione del mercato, tra l’altro, non è un fenomeno nuovo. In passato, altri settori hanno dominato gli indici di mercato, come il settore energetico negli anni '80 o il settore finanziario prima della crisi del 2008.

La concentrazione di mercato riflette le dinamiche economiche e di mercato specifiche di ciascun periodo.

Karl Marx: la sua filosofia di pensiero | Dedalo Invest 27/05/2024

L'opera di Karl Marx occupa un posto speciale nella storia del pensiero economico. Questa unicità è dovuta principalmente alla natura inclassificabile della sua dottrina, che emerge simultaneamente dall'economia, dalla filosofia, dalla storia e dalla sociologia.

Discutere di Marx senza parlare di politica è quasi impossibile, ma proveremo a farlo: “Quel che ci interessa in questa sede è soltanto la sua scienza economica o economia politica” (J.K. Galbraith, Storia dell'economia, BUR, 2007, p. 145).

L'articolo è strutturato nel modo seguente:

1. Il movimento operaio nel XIX secolo e il marxismo.
2. Filosofia, economia, storia.

Buona lettura!

Karl Marx: la sua filosofia di pensiero | Dedalo Invest Il pensiero di Karl Marx è una sintesi di molte discipline: economia, filosofia, storia e sociologia. Come nasce l’idea sostituire il capitalismo con il comunismo.

23/05/2024

Perché si legge spesso che, grazie a Markowitz, i benefici della diversificazione sono stati dimostrati anche da un punto di vista matematico?

Come è noto, il rendimento di un portafoglio è dato dalla media ponderata dei rendimenti degli strumenti che lo compongono.

Per quanto riguarda la volatilità – una delle principali misure utilizzate per quantificare il rischio di un portafoglio – le cose funzionano diversamente.

Consideriamo un portafoglio composto da due soli asset.

Sappiamo che quando gli strumenti sono molto correlati positivamente, i benefici della diversificazione diminuiscono. Si annullano, però, solo quando c’è perfetta correlazione positiva e l’indice che la misura è pari a 1.

La correlazione tra i due strumenti, però, non sarà quasi mai esattamente 1: anche se di poco, sarà inferiore. Quanto più è inferiore, tanto maggiore sarà il beneficio della diversificazione, poiché la volatilità del portafoglio sarà inferiore alla media ponderata delle volatilità dei due strumenti che lo compongono.

Se la correlazione si avvicina a 0, i benefici della diversificazione crescono enormemente: esistono numerose combinazioni di pesi dei due strumenti che riducono significativamente la volatilità del portafoglio, spesso rendendola più bassa rispetto a quella dello strumento meno volatile preso singolarmente.

Questo vale ancora di più in caso di correlazione negativa: quanto più la correlazione è negativa e si avvicina a –1, tanto minore sarà la volatilità del portafoglio.

Nel caso limite in cui l’indice di correlazione fosse proprio –1 – un'eventualità più teorica che pratica – esiste una combinazione di pesi tra i due strumenti che annulla completamente la volatilità, creando una situazione di assenza di rischio, o risk-free.

Insomma, la diversificazione riduce il rischio, anche quando la correlazione lineare è positiva ed è lontana dai valori che vorremmo.