The Cancer Magazine

The Cancer Magazine

Scopo della pag. è sensibilizzare l'opinione pubblica sui crimini che avvolgono il mondo della salute ATTENZIONE!

L'amministratore della pagina 'The Cancer Magazine' non esercita la professione medica, di conseguenza non è nella condizione di consigliare terapie. Il messaggio che si intende comunicare è quello di informarsi sempre, da più fonti, circa la decisione da prendere a un problema serio come lo è una qualsiasi malattia. Le notizie che questa pagina diffonde aiutano a eliminare, o quanto meno diminuir

12/10/2024

Vi sblocco un ricordo. 🤦‍♀️
Sembra impossibile che tutto ciò sia successo... ma è successo purtroppo. Non dobbiamo più permettere che accada ancora.

12/10/2024

IL GETTONE A CHI FA PIU' PUNTURE
Proprio come i venditori del Folletto 😆

Vaccino Covid consigliato dai 6 mesi E Giani dà soldi a chi fa più punture
Il ministero raccomanda tre dosi anche ai lattanti e la Toscana si attrezza: fino a 3.000 euro ai pediatri più efficienti. Mosse in linea con l’Oms, tornata alla carica con profilassi di massa e mascherine pure all’aperto.

■ Non ha insegnato nulla il brusco calo delle vaccinazioni in tutto il mondo, al minimo storico degli ultimi quindici anni dopo la travagliata gestione pandemica e la crescente diffidenza della popolazione a seguito degli obblighi diretti e indiretti all’inoculazione. L’ufficio europeo dell’organizzazione mondiale della Sanità, diretto da Hans Kluge, ha lanciato la nuova campagna contro i virus respiratori e tra questi, oltre all’influenza, è riapparso il Covid.

«Nessuno conosce i tuoi rischi meglio di te», è l’accativante slogan dell’operazione, che punta a rendere l’immunizzazione contro il Covid una «parte normalizzata della vita quotidiana». Colpa della «lunga transizione del Covid da emergenza acuta a rischio in corso», si legge sul sito dell’Oms che giustifica il lancio della nuova campagna parlando di «momento cruciale». In Italia corrisponde a 195 persone decedute «con Covid» negli ultimi trenta giorni e 39.245 casi in un mese, la maggioranza dei quali asintomatici (dati Epicentro/iss).

L’Oms ha inserito la «normalizzazione» della vaccinazione anti Covid in mezzo ad altre quattro «semplici azioni» da seguire, tra cui «restare a casa se si è malati, lavarsi le mani, areare i luoghi chiusi» ma anche, per l’appunto, «vaccinarsi» e «indossare una mascherina se si è all’aperto, in particolare se si appartiene a un gruppo a più alto rischio di Covid grave, per proteggere gli altri intorno a voi» (sic!).
Centinaia di migliaia di pagine vergate dai più autorevoli scienziati globali, che hanno chiarito una volta per tutte che non ci sono evidenze scientifiche che la mascherina protegga dal Covid - vieppiù all’aperto, vieppiù come protezione nei confronti del prossimo - non sono, insomma, servite a niente.

Gli obiettivi della campagna dell’Oms Europa sono anziani, donne in gravidanza e persone vulnerabili, i cosiddetti «fragili»: «Se appartieni a uno di questi gruppi, fai particolare attenzione a rimanere protetto», recita il comunicato dell’Organizzazione. La campagna di quest’anno - ha spiegato la funzionaria Oms Cristiana Salvi - incoraggia le persone a «fare scelte responsabili per se stessi e la loro comunità»: l’ennesimo richiamo di «protezione della collettività» nonostante l’ormai reiterata evidenza che la vaccinazione anti Covid non impedisca l’infezione e dunque - al netto degli effetti collaterali la sua utilità come misura pubblica collettiva sia pari a zero.

«Come parte della responsabilità condivisa, il ruolo delle autorità governative rimane cruciale», ha esortato l’Oms Europa. L’italia non se lo è fatto dire due volte: la circolare del ministero della Salute del 17 settembre, a firma del direttore generale Francesco Vaia, ha come oggetto proprio le «indicazioni e raccomandazioni per la campagna di vaccinazione autunnale/invernale 2024/2025 anti Covid» e raccoglie le raccomandazioni dell’Oms e dell’emergency Task force dell’Ema) sull’aggiornamento dei vaccini rispetto alla variante JN.1 «tenuto conto dell’attuale quadro epidemiologico», che è appunto quello sopra citato. Come noto, gli unici in commercio sono quelli dei vaccini Comirnaty, prodotti dalla Pfizer.
https://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?id=6110&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto

«È prevista singola dose di Comirnaty JN.1», si legge nel documento ministeriale, «anche per coloro che non sono mai stati vaccinati (ciclo primario). La distanza dalla dose di vaccino anti covid più recente deve essere di almeno tre mesi». Nonostante già ai tempi della pandemia la mortalità degli 0-19 anni fosse dello 0,0003 per cento, i bambini non sono risparmiati dalla campagna vaccinale anti covid, anzi: «Per i bambini dai 6 mesi ai 4 anni compresi che non hanno completato un ciclo primario di vaccinazione o senza storia di infezione Covid pregressa», si legge, la vaccinazione prevede nientemeno che «tre dosi (di cui la seconda a tre settimane dalla prima e la terza a otto settimane dalla seconda)».
Nella circolare del ministero è specificato che si raccomanda «la valutazione del rapporto benefici/rischi specifico per età e genere», oltre che «l’attenzione nel segnalare tempestivamente qualsiasi sospetta reazione avversa al sistema di farmacovigilanza dell’Aifa […], sia dagli operatori sanitari che da ogni cittadino».
Purtroppo, il format di segnalazione è lo stesso dei tempi pandemici, complicato e farraginoso.

Il dicastero guidato da Orazio Schillaci raccomanda alle Regioni di implementare le più opportune misure organizzative e invita alla «collaborazione operativa» i medici di base e i pediatri. La Regione Toscana ha accolto tempestivamente l’invito e ha promesso premi di produzione fino a 3.000 euro ai pediatri che vaccineranno più bambini, istituendo 28 squadre di pediatri vaccinatori. La delibera approvata dalla giunta del governatore toscano Eugenio Giani (Pd), a seguito dell’accordo con i pediatri locali, conferma il gettone a chi raggiungerà gli standard di copertura vaccinale per bambini e ragazzini: più bimbi saranno inoculati, più gli operatori guadagneranno.

L’iniziativa di normalizzazione della vaccinazione anticovid tra quelle annuali, anche e soprattutto tra i bambini, è stata rilanciata con entusiasmo dalle virostar dei tempi pandemici: «Sembra un raffreddore ma ti annienta: il Covid è ancora un rischio vita per i soggetti fragili e a rischio», ha dichiarato il virologo dell’università di Milano Fabrizio Pregliasco, «è importante la protezione offerta dalla vaccinazione».

La Verità 10 ott 2024
Di Maddalena Loy
https://www.laverita.info/vaccino-covid-dai-6-mesi-2669372454.html

Circolare del ministero della Salute del 17 settembre 2024 «indicazioni e raccomandazioni per la campagna di vaccinazione autunnale/invernale 2024/2025 anti Covid»
https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2024&codLeg=102602&parte=1%20&serie=null

12/10/2024
È morto Sammy Basso, era il malato di progeria più longevo al mondo: aveva 28 anni - Il Fatto Quotidiano 06/10/2024

Ciao Sammy, fai buon viaggio 🙏

È morto Sammy Basso, era il malato di progeria più longevo al mondo: aveva 28 anni - Il Fatto Quotidiano Basso si era laureato in Scienze naturali all'università di Padova nel 2018 con una tesi dedicata proprio alla sua patologia

06/10/2024

"ESPERIMENTI DI MASSA SUI BAMBINI”: BABY TRANS USATI COME CAVIE

Nell’ambito della medicina di genere, poche questioni hanno suscitato tante discussioni quanto l’uso della triptorelina nel trattamento della disforia di genere nei bambini e negli adolescenti. La disforia di genere, come descritto dall’Istituto Superiore di Sanità, rappresenta una condizione di profondo disagio dovuto alla discrepanza tra il sesso biologico e l’identità di genere percepita. Questa condizione può portare a gravi conseguenze psicologiche, inclusi ansia e depressione, oltre a difficoltà nell’inserimento sociale.
La disforia di genere è definita come una condizione di intensa sofferenza psicologica causata dalla percezione di una discrepanza tra il sesso assegnato alla nascita e l’identità di genere vissuta. Questa condizione può influenzare negativamente diversi aspetti della vita di una persona, portando a disagio psicologico, problemi di inserimento sociale e lavorativo, e necessita di un approccio terapeutico multidisciplinare.

L’8 giugno 2021 a Fuori dal Coro su Rete 4, Mario Giordano ha parlato dei “baby trans”, ragazzi e ragazze che in giovane età decidono di cambiare sesso. «Oggi ci dicono che non ci sono maschi e femmine. Ci sono tanti generi. Per questo aumenta la confusione anche nei bambini e il rischio si traduce poi nell'aumento di domande di bambini che chiedono di cambiare sesso», ha spiegato il giornalista, che ha fatto riferimento a una forte inchiesta del Times di Londra che addirittura parla di "esperimento di massa su bambini vulnerabili”. [1]
In trasmissione viene raccontata la storia di Keira Bell, la prima donna ad aver portato davanti alla Corte.
Il Tavistock di Londra tra le cliniche del Gender Identity Development Service (Gids) del National Health Service (NHS), il servizio sanitario nazionale del Regno Unito, è l'unica clinica inglese specializzata in genere, che si occupa di seguire i minori che non si riconoscono nel sesso con cui sono nati. «E' dubbio che un bambino di 14 o 15 anni possa comprendere e valutare i rischi e le conseguenze a lungo termine della somministrazione di bloccanti della pubertà»: così si sono espressi i giudici sul caso. Arrivando alla conclusione che non è possibile somministrare questi trattamenti prima dei 16 anni.
I bloccanti della pubertà (vedi: triptorelina), sono farmaci usati per trattare la disforia di genere. Il farmaco blocca alcuni aspetti dello sviluppo puberale ed è utilizzato per accompagnare le esperienze di varianza di genere durante l’infanzia e l’adolescenza (serve cioè ad accompagnare chi non si sente a suo agio nel genere assegnato socialmente alla nascita sulla base degli organi genitali, oppure non si conforma alle regole sociali che quell’assegnazione implica). I bloccanti della pubertà erano originariamente autorizzati solo per il trattamento di alcune specifiche condizioni cliniche, tra cui il carcinoma della prostata in fase avanzata negli uomini, l’endometriosi e il tumore al seno nelle donne, la pubertà precoce, che avviene prima degli otto o nove anni.
Le prescrizioni “off-label” – al di fuori delle indicazioni autorizzate – li hanno resi più ampiamente utilizzati, anche nel trattamento della disforia di genere

«Sono arrivata in clinica a 15 anni e a 16 anni ho iniziato ad assumere i bloccanti della pubertà», ha raccontato Keira, che in età adolescenziale dopo tre sedute alla Tavistock ha ottenuto la possibilità di cambiare genere: così è iniziato il percorso di transizione da donna a uomo. Poi, però, Keira si è accorta di non averlo mai voluto davvero e ha deciso di tornare indietro, di tornare donna. Nei giorni precedenti la puntata, inoltre, Keira ha vinto in primo grado la causa contro la clinica. Secondo la Corte, infatti, per i minori dovrebbe essere necessaria l'autorizzazione del giudice. [2]

«In Italia nei primi mesi del 2021 c'è stato un boom delle richieste di minori che hanno chiesto di cambiare sesso: + 30% al Policlinico di Palermo, + 150% al San Camillo di Roma», ha spiegato Giordano. Che poi ha parlato della storia di Valentina in Italia, molto simile a quella di Keira in Inghilterra. Si tratta di una 29enne che a 18 anni ha iniziato il percorso per diventare uomo e che adesso sta cercando di tornare indietro. [2]

✦ Triptorelina, il farmaco bloccante della pubertà al centro del caso Careggi.

Dice lo scrittore americano Eric Hodgins: «Un medicinale miracoloso è qualsiasi medicina che faccia ciò che l'etichetta dice che farà». E sarebbe davvero un miracolo, oggi, trovare un farmaco di questo tipo: non perché ci siano dubbi sull’efficacia dei molti attualmente disponibili, ma per l’ampia trasversalità con cui da tempo essi vengono usati. Prendiamo come esempio la triptorelina, il farmaco definito “bloccante della pubertà”, in questi giorni al cento del caso – e possibile scandalo – dell’Ospedale Careggi di Firenze.
Il ministero della Salute ha reso noto l’esito dell’ispezione fatta a gennaio all’ospedale Careggi di Firenze per verificare le modalità di prescrizione di un farmaco per minorenni con disforia di genere: secondo la commissione ispettiva del ministero della Salute, dall’ispezione sono emersi «elementi di criticità molto significativi».
L’ispezione era stata avviata dopo un’interrogazione parlamentare del capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri, secondo cui nell’ospedale Careggi la triptorelina sarebbe stata somministrata senza rispettare le procedure individuate dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA).
L’ispezione ha rilevato il «non corretto recepimento della determina AIFA n. 21756/2019, con particolare riguardo all’obbligo di esigere necessariamente il supporto psichiatrico per l’avviamento al trattamento con triptorelina», la mancata trasmissione dei dati all’AIFA, e «ulteriori criticità, anche di carattere organizzativo» sul «ruolo del neuropsichiatra infantile nell’ambito del percorso di presa in carico e gestione del paziente». I problemi, secondo gli ispettori, riguardano quindi soprattutto il sostegno psicologico che dovrebbe essere fornito ai minori prima che inizino un trattamento con la triptorelina.
Nella determina dell’AIFA si parlava della triptorelina per «l’impiego in casi selezionati in cui la pubertà sia incongruente con l’identità di genere (disforia di genere), con diagnosi confermata da una équipe multidisciplinare e specialistica e in cui l’assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva». [3]

Fino al 2018 in Italia la triptorelina era utilizzata per la sospensione della pubertà in modalità off-label, cioè in modalità diverse dalle indicazioni di utilizzo di quel farmaco, e per questo era pagata dalle famiglie. Nell’aprile del 2018, a seguito della richiesta di alcune società scientifiche, l’AIFA aveva chiesto al Comitato nazionale per la bioetica (CNB) un parere sull’uso della triptorelina per il trattamento di adolescenti con disforia di genere.

Nel luglio del 2018 il Comitato Nazionale di Bioetica (CNB) della Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva pubblicato un documento [4] concludendo che fosse opportuno giustificare l’utilizzo del farmaco «ispirandosi ad un approccio di prudenza, in situazioni accuratamente selezionate da valutare caso per caso» e tenendo conto di una serie di raccomandazioni: che la diagnosi e la proposta di trattamento provenissero da un’équipe multidisciplinare e specialistica, che il trattamento fosse limitato a casi dove gli altri interventi psichiatrici e psicoterapeutici erano risultati inefficaci, e che il trattamento prevedesse un consenso espresso in modo libero e volontario, con la consapevolezza delle informazioni ricevute.

In seguito al parere, nel febbraio del 2019 l’AIFA aveva inserito la triptorelina nell’elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale (determina n. 21756/2019), [5] suscitando molte critiche soprattutto da parte dei cattolici più conservatori. Nella determina dell’AIFA si parlava della triptorelina per «l’impiego in casi selezionati in cui la pubertà sia incongruente con l’identità di genere (disforia di genere), con diagnosi confermata da una équipe multidisciplinare e specialistica e in cui l’assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva».

Sarebbero queste le indicazioni che, secondo Gasparri, Careggi non rispetterebbe. Nella sua interrogazione Gasparri scrive che «ai bambini di età media di 11 anni» che si rivolgono alla struttura non viene «fornita assistenza psicoterapeutica e psichiatrica e che nello stesso ospedale il reparto di neuropsichiatria infantile proprio non esiste». Gasparri ha commentato l’esito dell’ispezione dicendo che «a Careggi non si sono rispettate le regole, non si è garantita l’adeguata assistenza neuropsichiatrica specializzata per l’infanzia a chi ha dovuto assumere questo farmaco che blocca la pubertà. La Regione ha sbagliato, Careggi ha violato le regole». [3]

✦ Ma cos’è La triptorelina?

La triptorelina agisce inducendo una sospensione temporanea dello sviluppo puberale, utilizzata principalmente per trattare la pubertà precoce, ovvero la comparsa dei segni di sviluppo puberale prima dell'età di 8 anni per le femmine e prima dei 9 anni nei maschi. Tuttavia, il suo impiego in contesti “off label”, come nel caso della disforia di genere, ha aperto un vivace dibattito tra le comunità mediche.

Il trattamento per la disforia di genere si fa in età puberale (cioè durante la transizione dall’infanzia all’età adulta che porta al conseguimento della maturazione sessuale) quando non si ha ancora certezza della propria identità di genere. Farmaci come la triptorelina sono detti bloccanti della pubertà e agiscono sul sistema endocrino: fermano lo sviluppo delle mestruazioni, la crescita delle t***e e dei peli, lo sviluppo dei testicoli e l’abbassamento della voce. Sono già ampiamente utilizzati per il trattamento della pubertà precoce, che avviene prima degli otto o nove anni, e anche contro il tumore al seno e alla prostata.

Potessimo leggere la relativa etichetta del farmaco, scopriremmo che si tratta di una sostanza alla base dei farmaci utilizzati nel trattamento dei sintomi del tumore alla prostata in fase avanzata di sviluppo. Viene utilizzata in questo modo perché è in grado di agire come inibitore della produzione di ormoni. Detto in modo ancora più semplice, fa diminuire il livello di testosterone. È infatti noto fin dal 1966 che quell’ormone rappresenta “la benzina” che alimenta il tumore alla prostata (oltre 35.000 diagnosi in Italia nel 2018): lasciare la neoplasia “a secco” fa quindi parte delle strategie, insieme alla chirurgia e alla radioterapia, per combattere un male che ancora oggi uccide circa 375mila persone al mondo ogni anno. E' però doveroso precisare che i bloccanti della pubertà causano spesso infertilità e che tutti gli effetti indesiderati sono irreversibili, ma ovviamente i fautori del gender e della transizione di genere per i minori tendono ad insabbiare e nascondere questi "dettagli" così fondamentali.

Quello che pochi sanno è che il testosterone circola anche nel corpo femminile, sebbene in proporzioni decisamente inferiori. Viene prodotto dalle ovaie e dalle ghiandole surrenali ed è utilizzato per rafforzare le ossa, contribuire a funzioni neuroprotettive, stabilizzare l’umore, i livelli di energia, il desiderio sessuale e altre importanti funzioni corporee. Nelle donne la triptorelina risulta utile per combattere lo sviluppo delle neoplasie al seno e ridurre le possibilità che un tumore in stadio iniziale si ripresenti nelle pazienti che non hanno ancora raggiunto l'età della menopausa. In questo caso, la triptorelina funziona da “ritardante” della menopausa stessa. Insomma, anche a voler leggere il foglietto illustrativo con uno sguardo generoso, potremmo tranquillamente sostenere che la triptorelina è un alleato prezioso degli uomini e delle donne per la lotta contro vari tipi di cancro che ancora mietono numerose vittime in tutto il mondo, Italia compresa.

Ma non è tutto. L’uso della triptorelina – da qualche anno – è stato ampliato e viene infatti, anche in Italia, utilizzata per fermare lo sviluppo della pubertà in soggetti con pubertà precoce, una casistica considerata tra le “malattie rare” e che infatti in Italia ha un’incidenza di 1 caso ogni 1.000. In quelle circostanze, viene prescritta a soggetti di età inferiore a 8 anni nelle bambine e inferiori a 10 anni nei bambini, previa diagnosi e piano terapeutico elaborato da centri specialistici e solo dietro prescrizione medica, con copertura del Sistema Sanitario Nazionale. Somministrabile tramite iniezione, la triptorelina agisce sulle attività delle gonadi e sull’ipofisi e un suo uso cronico porta alla soppressione del sistema ormonale collegato e delle funzioni testicolari o ovariche. Ed è un po’ qui che casca l’asino.

È infatti soprattutto questa capacità che ha reso la triptorelina uno di quei farmaci che, utilizzati al di fuori della loro funzione propria, riescono a non essere il farmaco miracoloso citato nella battuta di Hodgins, servendo essi a scopi ulteriori. Infatti, come si è chiesto qualcuno, se essa può agire per rallentare o fermare una condizione reale come la pubertà precoce, perché non la si può usare anche per condizioni di natura psicologica o psichiatrica, laddove un soggetto senta di avere una “identità sessuale” ancora non definita o opposta a quella biologica?

Ecco quindi che arriviamo all’ormai famosa “disforia di genere, un tipo di situazione in cui la pubertà sia incongruente con l’identità di genere. Situazione un tempo non molto frequente, che mai si era pensato di trattare assecondandone le manifestazioni. Ma, come si sa, da qualche decennio ha preso piede un nuovo approccio: di fronte all’indecisione sull’identità sessuale o all’autopercezione di sentirsi “nel corpo sbagliato”, la triptorelina viene considerata come una possibile soluzione, se non addirittura l’unica proposta.
Ecco allora che l’impiego negli adolescenti con asserita disforia di genere diventa pane quotidiano.
Il supporto a questo tipo di normalizzazione dell’anormale uso di un farmaco è stato così efficace che, con la determina n. 21756/2019, l’AIFA ha inserito la triptorelina nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Sistema Sanitario Nazionale, per l’impiego in casi “selezionati” di disforia di genere, con diagnosi confermata da un’équipe multidisciplinare e specialistica e in cui l'assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non risulti risolutiva. [5]
Condizioni, a parer nostro, formulate in modo generico, nebuloso e molto facilmente scavalcabili qui in Italia, pressoché inesistenti in altri paesi occidentali (come Canada, Stati Uniti, Gran Bretagna), dove la disforia di genere è letteralmente esplosa, insieme all’assunzione di bloccanti della pubertà, oltre che un’ansia aggiuntiva per genitori insicuri, disponibili a mettersi nelle mani delle più varie lobby non appena il proprio bimbo tocca una bambola o la propria bimba tocca un pallone.

Come ogni farmaco che si rispetti, la triptorelina ha anche una serie di effetti collaterali o indesiderati. Tanto per cominciare, sopprimendo il testosterone, si porta dietro e verso il basso anche gli estrogeni, cosa che può portare a una riduzione della densità minerale ossea, l’osteoporosi e a un aumentato rischio di fratture. Inoltre, si possono verificare: vampate di calore, impotenza, diminuzione della libido, nausea, disordini del sonno, spossatezza, riduzione della massa muscolare, dolore delle articolazioni, aumento di peso e alterazione dell'umore. L’insorgenza di tali effetti collaterali può ripercuotersi sullo stato di salute generale dei pazienti e sulla loro qualità di vita.

Infine, è stato osservato che circa il 50% di uomini con tumore della prostata sviluppa la sindrome metabolica, caratterizzata da un aumento dei livelli ematici di colesterolo LDL e trigliceridi, bassi livelli di colesterolo HDL, ipertensione arteriosa e ridotta tolleranza al glucosio. Detta in termini da comuni mortali: alto rischio di infarto e ictus per gli adulti e precursori di quegli eventi, come l’aumento di pressione arteriosa, per soggetti in età infantile.

Insomma, non esattamente un toccasana, da assumere con estrema attenzione e solo nei casi previsti. Il bimbo che lascia macchinine e camioncini per giocare con una bambola non è sicuramente uno di essi.

✦ La scappatoia del farmaco al centro dello scandalo Tavistock

I bloccanti della pubertà erano originariamente autorizzati solo per il trattamento di condizioni rare. Eleanor Steafel indaga su come le prescrizioni off-label le abbiano rese più ampiamente utilizzate. [6]
Presso le cliniche del Gender Identity Development Service (GIDS) del National Health Service (NHS), il servizio sanitario nazionale del Regno Unito, tra cui il Tavistock di Londra, i bloccanti della pubertà sono stati prescritti "off-label" (lett. “fuori etichetta”). In parole povere, se un farmaco viene utilizzato "off-label", sarà stato originariamente autorizzato dall'Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari (MHRA) per altri utilizzi, ma ora viene utilizzato in modo diverso, per una condizione o un gruppo di pazienti diverso o a un dosaggio diverso. È una pratica comune in pediatria, poiché i farmaci non sono generalmente sperimentati sui bambini. Ma le linee guida del National Institute for Health and Care Excellence (Nice) affermano che gli operatori sanitari devono fornire informazioni sul trattamento e discutere i possibili benefici e danni in modo che la persona abbia informazioni sufficienti per decidere se sottoporsi o meno al trattamento. Questo si chiama dare il consenso informato.
L'MHRA (Medicines and Healthcare products Regulatory Agency), l’AIFA britannica, non ha autorizzato alcun farmaco per il trattamento della disforia di genere. Il fatto che il farmaco fosse già stato prescritto ai bambini ne ha legittimato l'uso nei giovani che soffrono di disforia di genere, con lo scopo di far guadagnare ai bambini il tempo di pensare.
Ashley Grossman, consulente endocrinologo e professore di endocrinologia a Oxford, afferma che se stava prescrivendo un farmaco “off-label”, lo avrebbe prima sottoposto a un gruppo multidisciplinare o a un comitato di farmacologia nel suo ospedale e avrebbe ottenuto le opinioni di altre persone. «Quasi certamente non è successo affatto alla GIDS e questo è stato il problema» «Penso che le persone siano arrivate a un punto secondo cui ogni bambino che dice 'Sono del sesso sbagliato' deve essere creduto automaticamente e deve fare la transizione».
«È stata l'affermazione di un cambiamento senza alcuna consulenza, nessuna discussione, alcuna considerazione di altre possibilità. E’ una mentalità che puntava in una direzione e in una sola direzione».
«Il risultato, dice, è stato che i bambini sono stati trattati essenzialmente con un farmaco completamente nuovo e sperimentale, nel senso che non era mai stato usato in questa situazione».
«Un'abitudine di pratica, e forse un'ideologia, ha portato i medici del GIDS a credere che stessero facendo la cosa giusta», dice il professor Anthony Cox, esperto di farmacia clinica e sicurezza dei farmaci presso l'Università di Birmingham. «Non credo che avessero le prove per dire che fosse sicuro ed efficace». »
Non ha aiutato il fatto che il Tavistock fosse visto come un hub esperto: «Se sei considerato un centro di eccellenza nazionale in qualsiasi condizione tu abbia a che fare, c'è una certa aspettativa che ci sarebbe un livello di professionalità, il che significherebbe che non potresti avere questo tipo di comportamento» afferma Cox.
«I farmaci off-label dovrebbero essere usati con il dovuto riguardo per la sicurezza e l'efficacia», afferma Cox. [6]

Maria Caulfield, il ministro della salute, afferma: «Non ci sono circostanze in cui a un bambino di età inferiore ai 18 anni dovrebbero essere prescritti bloccanti della pubertà off-label per la disforia di genere secondo le raccomandazioni della Cass Review. Stiamo lavorando per attuare tutte le raccomandazioni del dottor Cass, compresa la chiusura di eventuali scappatoie per impedire che questi trattamenti vengano somministrati ai bambini». [6]
L’azione dei farmaci bloccanti la pubertà è considerata generalmente temporanea e reversibile sulla base degli studi scientifici, che però non sono ancora così estesi. Proprio per questo il mese di marzo scorso (2024) il servizio sanitario nazionale inglese (NHS) ha deciso che non saranno più prescritti ai bambini e ai ragazzi coinvolti in percorsi di trattamento per la disforia di genere, ritenendo che «non ci sono ancora abbastanza prove a sostegno della loro sicurezza e della loro efficacia clinica». [7]
Faranno eccezione solo bambini e ragazzi che saranno coinvolti all’interno di studi sperimentali pensati proprio per ampliare le conoscenze sulla materia – uno dovrebbe cominciare entro la fine di quest’anno (2024).

FONTI

[1] The Times 29 July 2022
Tavistock child gender clinic forced to close over safety fears
https://www.thetimes.com/article/tavistock-child-gender-clinic-forced-to-close-over-safety-fears-2gfj325lt

[2] Baby trans, la storia di Valentina, prima donna e poi uomo, ora vuole tornare donna
Fuori dal Coro su Rete 4 puntata dell’8 giugno 2021
https://www.facebook.com/watch/?v=557245015686514

[3] Il Post Lunedì 8 aprile 2024
L’esito dell’ispezione al Careggi di Firenze sui farmaci per minorenni con disforia di genere
Secondo il ministero della Salute ci sarebbero «elementi di criticità» su come vengono usati e sul sostegno psicologico ai pazienti
https://www.ilpost.it/2024/04/08/ispezione-ospedale-careggi-firenze-disforia-di-genere/

[4] IN MERITO ALLA RICHIESTA DI AIFA SULLA ETICITÀ DELL’USO DEL FARMACO TRIPTORELINA PER IL
TRATTAMENTO DI ADOLESCENTI CON DISFORIA DI GENERE
13 luglio 2018https://bioetica.governo.it/media/3739/p132_2018_triptorelina-per-adolescenti-con-disforia-di-genere_it.pdf

[5] AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
DETERMINA 25 febbraio 2019 : Inserimento del medicinale triptorelina nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale, ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 648, per l'impiego in casi selezionati in cui la puberta' sia incongruente con l'identita' di genere (disforia di genere), con diagnosi confermata da una equipe multidisciplinare e specialistica e in cui l'assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva. (Determina n. 21756/2019). (19A01426)
(GU Serie Generale n.52 del 02-03-2019)
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2019/03/02/19A01426/SG

[6] The drugs loophole at the heart of the Tavistock scandal
Puberty blockers were originally licensed only to treat rare conditions. Eleanor Steafel investigates how off-label prescriptions made them more widely used
19 apr 2024
https://www.pressreader.com/uk/features/20240419/281655375123059

[7] Children to stop getting puberty blockers at gender identity clinics, says NHS England
The Guardian
Denis Campbell Health policy editor
Tue 12 Mar 2024 21.03 CET
https://www.theguardian.com/society/2024/mar/12/children-to-stop-getting-puberty-blockers-at-gender-identity-clinics-says-nhs-england

05/10/2024

I GUARITI DAL C.O.V.I.D NON DEVONO FARE IL V.A.C.C.I.N.O

«Basta terze dosi a occhi chiusi», il grave rischio per i giovani».

14 febbraio 2022 - Qualche virologo (almeno quelli degni di tale nome) lo diceva che i guariti dal C.o.v.i.d. non dovevano fare il v.a.c.c.i.n.o, però hanno fatto orecchie da mercante e li hanno fatti vaccinare lo stesso...

«Si sta facendo una boosterizzazione ad occhi chiusi, mentre sarebbe più opportuno di valutare le reali condizioni del paziente». Francesco Broccolo, virologo dell’Università Bicocca di Milano, non le manda a dire e ancora una volta mette in discussione le scelte del governo e dei tecnici sulla gestione della pandemia e in particolar modo sulla campagna vaccinale. Il professore, lunedì 14 febbraio 2022, è stato ospite di Nicola Porro a "Quarta Repubblica", il programma di approfondimento di Rete 4.
Sotto la lente il pressing delle somministrazioni sui più giovani e il legame con l'obbligo di green pass in numerosi contesti.

«Nella fascia 12-39 anni si osserva che i boosterizzati, ossia le persone che hanno ricevuto tre dosi di v.a.c.c.i.n.o anti-Covid, si ospedalizzano di più rispetto ai v.a.c.c.i.n.a.t.i in doppia d.o.s.e» afferma Broccolo che cita alcuni recenti studi. In sintesi «i giovani hanno fatto dosi più ravvicina di v.a.c.c.i.n.o rispetto alle fasce di età superiori, che rischiano di essere controproducenti. La somministrazione di dosi ravvicinate potrebbe portare a un fenomeno di anergia del sistema immunitario, ossia a una mancanza di reazione da parte dei meccanismi di difesa dell'organismo».

Per Broccolo dunque la scelta di puntare su una terza dose generalizzata non era quella giusta. Sempre nella fascia di età tra 12 e 39 anni «forse avrei fatto il booster nei soggetti fragili, non l'avrei sicuramente fatta nei guariti» dice il professore.

«È uscito un lavoro che dimostra che il booster non ha senso fatto nei guariti, non solo in quelli v.a.c.c.i.n.a.t.i. Non se ne parla mai. L'infezione naturale, ossia quella dopo la guarigione, può durare fino a 15 mesi. Il guarito va selezionato per la dose booster - conclude il virologo - non si può boosterizzare a occhi chiusi. Va valutato il paziente, caso per caso». (1)

«Professore, se lei continua a dire queste cose la cacciano dall’Università» interviene Nicola Porro.

«Che mi caccino» risponde il Prof. Broccolo.

-----------------------------

Il 30 APRILE 2020 (all'epoca non c'era ancora il v.a.c.c.i.n.o) apparse su Nature Medicine – una delle più prestigiose riviste scientifiche al mondo – un articolo in cui si mostrava che il 100% dei pazienti con C.O.V.I.D-1.9 sviluppavano anticorpi IgG contro S.A.R.S-C.o.V-2 entro 19 giorni dall’inizio dei sintomi clinici. Lo studio conferma che il nostro sistema immunitario m***a una risposta anticorpale contro il v.i.r.u.s – risposta che con tutta probabilità, basandosi sui precedenti c.o.r.o.n.a.v.i.r.u.s di S.A.R.S-1 e MERS – protegge dalla reinfezione o almeno dal ritorno della malattia. I precedenti con v.i.r.u.s simili suggeriscono che questa risposta dovrebbe durare almeno 12-24 mesi. Un’infezione naturale da S.A.R.S-C.o.V-2 aumenta in modo molto significativo la capacità di neutralizzare non soltanto la variante dalla quale si è stati infettati, ma anche le altre, con uno spettro di protezione molto più ampio e robusto. Eppure dissero che sarebbe stato necessario vaccinarsi anche dopo aver contratto l’infezione da S.A.R.S-C.o.V-2. Anzi, prevedettero addirittura un obbligo, pena la sospensione dal lavoro, togliendo il pane di bocca dalle famiglie, maledetti criminali! 🤦‍♀️
👇
https://www.facebook.com/photo/?fbid=1467650097520383&set=pb.100028262216582.-2207520000

(1) FONTE:
"Quarta Repubblica", il programma di approfondimento di Rete 4. Puntata di lunedì 14 febbraio 2022.

THE CANCER MAGAZINE

Tutto quello che le case farmaceutiche non vogliono che tu sappia.

Le corporazioni farmaceutiche continuano ad alimentare una serie di miti sui costi di ricerca e sviluppo dei farmaci e di altri prodotti farmaceutici per proteggere le loro pratiche di massimizzazione del profitto a spese della vita delle persone.

Un rapporto degli investitori finanziari in campo farmaceutico arriva a chiedersi: “Curare i pazienti è un modello di business sostenibile?”.

Ecco alcuni dei loro segreti, che preferirebbero che tu non sapessi:

Videos (show all)

"ESPERIMENTI DI MASSA SUI BAMBINI”: BABY TRANS USATI COME CAVIENell’ambito della medicina di genere, poche questioni han...
I GUARITI DAL C.O.V.I.D NON DEVONO FARE IL V.A.C.C.I.N.O «Basta terze dosi a occhi chiusi», il grave rischio per i giova...
RIFLESSIONI SUI FIGLIDagli anni 50 sono passati ben 74 anni e allora usavano già una specie di monopattino... Straordina...
L’esame del sangue che non si fa mai. «Ancora una volta mi tocca parlare dell’importanza di questo esame ematochimico pe...
RAFFAELLA REGOLI*: TORNA IL VACCINO ANTI-COVIDNonostante il ritardo, il Ministero della Salute ha inviato la tanta attes...
IL MIRACOLO DELLA VITA!Mentre la mamma crea il bambino, il bambino cura la mamma. Ed è per questo che molto spesso si gu...
“V PER VENDETTA” -  ESTRATTO“Una storia puo’ essere vera o falsa. Questo lo lascio giudicare a lei…” “V per Vendetta” è ...
L’OLIO ESSENZIALE DI ORIGANOSapevi che l’olio essenziale di origano è uno dei più potenti antibiotici presenti in natura...
CAMBIA IL CODICE DEONTOLOGICO DEI MEDICI: "TAPPANO LA BOCCA A TUTTI SUL BUSINESS DEI FARMACI"Il Codice di Deontologia Me...
SUPERBATTERI: LA NUOVA PANDEMIA DI CUI NON SI PARLAChi va in ospedale ci va per curarsi, ma ogni tanto succede il contra...
Draghi: "Green pass misura che dà garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiose" 😆“Il Green pass è una misura con i ...
C.O.V.I.D E V.A.C.C.I.N.I : SAPEVANO TUTTO MA HANNO MENTITO! Ma quante balle ci hanno raccontato in tre anni di pandemia...

Website