Obesity/From
Racconto il mio vissuto da ex obesa attraverso un monologo teatrale
Espressioni di felicità
Obesity/From
Ph. Bruno Castobello
"E io mi sento sempre in bilico, tra un di qua e un di là. Un di qua che conosco poco, che mi è quasi del tutto sconosciuto e un di là che conosco fin troppo bene, che mi è fin troppo familiare, che mi attrae come una calamita, una strada battuta, una via che conosco alla perfezione".
❤Ringrazio chi ha voluto ascoltare ancora la mia piccola storia, chi l'ha ascoltata per la prima volta, chi l'ha sentita risuonare dentro di sé, chi si è posto delle domande e chi ha fatto il possibile perche ciò accadesse💥
Ph. Bruno Castobello
Centro di Diagnostica per Immagini Dott. Francesco Fiumara Amici Obesi Onlus INCO Istituto Nazionale per la Cura dell'Obesità Iris Zani Barbara Valenti Vanessa Triolo Daniela Emilia Consonni Cristina Rastelli Alessandro Giovanelli grazie ❤
Obesità: guarire è possibile
Part 3: e dopo
Ph: Bruno Castobello
Centro di Diagnostica per Immagini Dott. Francesco Fiumara Amici Obesi Onlus INCO Istituto Nazionale per la Cura dell'Obesità Barbara Valenti Iris Zani Cristina Rastelli Daniela Emilia Consonni Vanessa Triolo Alessandro Giovanelli
Obesità: guarire è possibile
Part 2: durante
Ph. Bruno Castobello
Centro di Diagnostica per Immagini Dott. Francesco Fiumara Amici Obesi Onlus INCO Istituto Nazionale per la Cura dell'Obesità Iris Zani Barbara Valenti Vanessa Triolo Daniela Emilia Consonni Cristina Rastelli Alessandro Giovanelli Lorenzo Bardarè
Obesità: guarire è possibile
Part 1: prima
Ph. Bruno Castobello
Centro di Diagnostica per Immagini Dott. Francesco Fiumara Amici Obesi Onlus INCO Istituto Nazionale per la Cura dell'Obesità Iris Zani Alessandro Giovanelli Daniela Emilia Consonni Cristina Rastelli Barbara Valenti Vanessa Triolo
Riflettersi nelle proprie ombre e creare nuove danze @chaste_and_beautiful @gisammargi @obesityfrom
Il 7 ottobre a Santa Teresa di Riva
con
Amici Obesi Onlus
Recensione
OBESITY / FROM – regia Margareta Pesendorfer L’obesità: la costruzione sociale di una malattia?
Villa Penna Scicli
Tecne99
Ph. Bruno Castobello
Codex Festival
Teatro Tina Di Lorenzo Noto
Ph. Bruno Castobello
Teatro Garibaldi Avola
Evento Donna
Sala Teatro Ridotto Catania
Mara Di Maura
Prove
Ragazzi❤
World Obesity Day
Milano, 4 marzo 23
Amici Obesi Onlus
ECPObesity
Iris Zani Daniela Emilia Consonni
Eccoci ❤
Secondo posto al Premio Sipario - Autori italiani - X edizione, sezione monologhi, per il mio Obesity/From!
Ricevere questa notizia a ridosso del mio debutto mi riempie di gioia!
Seguirà foto con targa appena mi arriverà.
Vi aspettiamo a Noto il 7 ottobre al Teatro Tina di Lorenzo alle 21.00 per Codex Festival!
Non c'è spazio in terra per i Poeti
solo danza nel fuoco, tra le ingiustizie
sopravviveremo sui ritagli di un colore.
Venti passi lunghi Vitamia
e siamo a Riva.
G. Mulas
Tra una prova e l'altra...
con Margareta Pesendorfer
Quando dico che voglio fare uno spettacolo sull'obesità tutti ridono. Non so perché, tutti ridono. Mi danno una pacca sulla spalla e ridono. Probabilmente se lo avessi detto da obesa non avrebbe riso nessuno. Per sensibilità. Ora questa delicatezza non c'è. Ora possiamo riderne apertamente. Ora che il peggio è passato. Ora che non ci sono più obesi tra noi. Come se non fossi io l'obesa. L'ex obesa. L'obesa per sempre? Dentro? Piango. Mi faccio un panino.
Obesita è non mangiare mai in pubblico. Obesità è sforzo immaginifico di volontà. Per non mangiare. Obesità è alzarsi la mattina e pensare al cibo e andare a letto pensando al cibo. È un pensiero che non ti abbandona mai. Digiuni o ti abbuffi non ti abbandona mai. Diventa il perno della tua esistenza. L'amico/nemico. Ti consola della tua diversità ma ti fa diventare sempre più diverso. Ti tenta. Resisti. Ma fino a quando? È sempre lì. Un'ossessione dolce come panna.
“Ho smesso di contare le volte in cui, arrivata alla seconda riga, ho cancellato e riscritto tutto nuovamente. Cercavo un inizio ad effetto, qualcosa di poetico e vero allo stesso tempo, qualcosa di grandioso, ma agli occhi. Non ci sono riuscita. Poi ho capito, ricordando ciò che non avevo mai saputo: che per i grandi cuori che muoiono nel corpo ma che continuano a ba***re nel respiro della notte, non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza.”
Frida Kahlo
Obesity/From è un viaggio d'amore/odio alla scoperta della propria identità attraverso l'immagine di sé e l'immagine sociale. L'autrice e interprete del testo, nel passaggio da obesità a semplice sovrappeso grazie ad un intervento di chirurgia bariatrica, si chiede se non abbia in parte tradito la bambina, che felice era e bella si vedeva, nonostante la diversità, cedendo infine a conformare la propria immagine a quella dettata dalla società e dalla moda imperante. E' stata una scelta giusta? O si dovrebbe avere il coraggio di vivere fino in fondo la propria peculiarità? E quanto influiscono le discriminazioni sul sovrappeso, la costante ansia e paura del rifiuto, nel creare un circolo vizioso che porta a rifugiarsi nel cibo e a diventare obesi sempre più obesi? Quanto l'obesità è una malattia sociale e quanto è responsabilità del singolo individuo? Nella regia di Margareta Pesendorfer il dialogo costante tra bambina, felice prima e spaurita poi, e adulta, obesa prima e quasi normopeso poi, è dialettico, ironico e drammatico. Ed è il nodo cruciale della performance che sviluppa, nella scena nuda e in un intenso parossismo musicale, i movimenti coreografici, curati da Lisa-Katrina Mayer, ora di terrore ora di scoperta ora di dolcezza infinita. In una ricerca continua e mai conclusa, (e come potrebbe esserlo il rapporto col proprio corpo?) l'autrice/attrice occupa finalmente tutto lo spazio consapevole di essere sempre in bilico tra “un di qua che conosco poco e un di là che mi attrae come una calamita, una strada battuta, una via che conosco alla perfezione”.
“Non sono più quella di ieri,
non so come sarò domani.
Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri”
(A. Merini)
"Avere fame, mangiare poco e non sfamarsi mai. Ma meno mangio e più aumentano le energie. Fare fare fare. Tutto quello che non si è fatto in una vita. Recuperare è la parola d'ordine. Recuperare è la forza che ti spinge fin dove non hai mai osato. Recuperare il tempo. Recuperare lo spazio. E pezzi di cuore di orgoglio e di dignità perduti per strada e non raccolti. Vedo le vene del braccio. Vedo le vene della mano. Vedo il naso troppo grande di mio padre sul mio volto. Anche gli occhi non sono mai stati così grandi cosi aperti così cattivi così malinconici. E pelle. Vedo pelle dappertutto. Pelle lassa pelle moscia pelle cadente."
(Obesity/From, di e con Donatella Liotta, regia di Margareta Pesendorfer, coreografie di Lisa Katrina Mayer, musiche di Luca Pesendorfer)
Obesity/From è un viaggio d'amore/odio alla scoperta della propria identità attraverso l'immagine di sé e l'immagine sociale. L'autrice e interprete del testo, nel passaggio da obesità a semplice sovrappeso grazie ad un intervento di chirurgia bariatrica, si chiede se non abbia in parte tradito la bambina, che felice era e bella si vedeva, nonostante la diversità, cedendo infine a conformare la propria immagine a quella dettata dalla società e dalla moda imperante. E' stata una scelta giusta? O si dovrebbe avere il coraggio di vivere fino in fondo la propria peculiarità? E quanto influiscono le discriminazioni sul sovrappeso, la costante ansia e paura del rifiuto, nel creare un circolo vizioso che porta a rifugiarsi nel cibo e a diventare obesi sempre più obesi? Quanto l'obesità è una malattia sociale e quanto è responsabilità del singolo individuo? Nella regia di Margareta Pesendorfer il dialogo costante tra bambina, felice prima e spaurita poi, e adulta, obesa prima e quasi normopeso poi, è dialettico, ironico e drammatico. Ed è il nodo cruciale della performance che sviluppa, nella scena nuda e in un intenso parossismo musicale, i movimenti coreografici, curati da Lisa-Katrina Mayer, ora di terrore ora di scoperta ora di dolcezza infinita. In una ricerca continua e mai conclusa, (e come potrebbe esserlo il rapporto col proprio corpo?) l'autrice/attrice occupa finalmente tutto lo spazio consapevole di essere sempre in bilico tra “un di qua che conosco poco e un di là che mi attrae come una calamita, una strada battuta, una via che conosco alla perfezione”.
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Ma posso dirti come sono oggi, con i miei ieri”
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