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Photos from NAD's post 21/09/2022
Suicidi nelle carceri, l'avvocato Di Nanna: "Negati i diritti detenuti spinti a togliersi la vita" 04/08/2022

Suicidi nelle carceri, l'avvocato Di Nanna: "Negati i diritti detenuti spinti a togliersi la vita" Un lungo post in cui l'avvocato Leopoldo Di Nanna sfoga la sua ira riguardo le condizioni in cui spesso i detenuti sono costretti a vivere.

09/05/2022

NAD: la Differenza che si oppone all’Indifferenza

Le problematiche che sviliscono con disinvoltura, oramai, la professione forense, sono note, purtroppo, anche ai non addetti ai lavori.
Questo rende gli avvocati più deboli e spesso, anche chi vanta una clientela più “elitaria” si ritrova a invocare un rispetto che prima era doverosamente scontato.

Le lamentele sterili che si riducono a battute davanti a un caffè sono diventate noiose finanche per il collega che le pronuncia, come ritornello stonato di una canzone che un tempo era un successo.

La filosofia dell’”ormai” è entrata nel dna di troppi avvocati, incapaci di reagire ad abusi e violenze perpetuatesi per troppo tempo, è diventata la lama della ghigliottina che sta decapitando inevitabilmente tutti.

E così l’indifferenza dell’avvocato, accuratamente coltivata e nutrita dal boia, viene venduta come “distacco” nobile da chi la pratica.

Ma diciamo la verità: l’indifferenza altro non è che ignoranza.

L’Avvocato, per sua natura, non deve e non può essere indifferente alla violazione di un diritto.
L’insensata idea che l’inerzia possa determinare una sorta di “auto conservazione” è il principio dell’immobilismo propedeutico ad un suicidio di massa.

L’inutilità del fare, propria degli indifferenti, denuncia la mancanza di personalità, o meglio, di autonomia intellettuale.

Chi è indifferente non è capace di reagire.

Non tutti però sono indifferenti.
Non tutti sono disposti a questa mutazione genetica, non tutti accettano passivamente una storia scritta male da chi ha altri interessi piuttosto che quelli di una classe che si vuole “addomesticata” o, in alternativa, cancellata.

L’indifferenza dei molti si scontra con la differenza di quegli avvocati che non ci stanno ad essere violentati ad oltranza, che si oppongono fortemente ad un sistema che preferisce snaturare la professione forense relegandola a un “mestiere” che nulla ha più di dignitoso e di libero.

Non tutti gli avvocati sono indifferenti perché non tutti gli avvocati sono ignoranti.

NAD È DIFFERENTE
NAD È LA DIFFERENZA.

29/04/2022

A PENSAR MALE SI FA PECCATO…

C’era chi, non il sottoscritto, a seguito delle modifiche apportate alle regole di accesso agli Uffici del Tribunale, causate dalla pandemia COVID-19, aveva sottovoce previsto che, una volta introdotte, queste modifiche sarebbero state mantenute, trasformando discipline emergenziali in una nuova normalità.
Detto fatto.
A partire dal 4 aprile 2022 l’accesso alle cancellerie penali del Tribunale di Milano è consentito esclusivamente attraverso la prenotazione online effettuata mediante un’agenda informatica.
Il Provvedimento della dirigenza, a firma della Dirigente Ferraro, orgogliosamente annuncia una misura che consentirà di “migliorare le modalità di accesso ordinario alle cancellerie penali” ed avere una “gestione più ordinata ed efficiente”.
Tale modalità, lungi dal rappresentare innovazione e progresso tecnologico, due concetti accolti solitamente con grande difficoltà dalle istituzioni pubbliche, rappresenta un ulteriore aggravio di adempimenti a carico degli avvocati, né più né meno, e con buona pace di coloro che diversamente potrebbero pensarla.
Riflettendoci su, questa modalità non facilita, di per sé, il lavoro dei cancellieri: questi dovranno comunque recuperare materialmente i fascicoli, provvedere alle copie richieste (regola tra l’altro mai applicata a Milano, visto che le copie regolarmente vengono effettuate dagli avvocati), rimettere i fascicoli al loro posto; laddove la dirigenza pretendesse che le cancellerie preparino in anticipo tutti i fascicoli in visione o con richiesta di deposito prima dell’arrivo degli avvocati, onde risparmiare tempo, si avrebbe, verosimilmente, il completo caos degli uffici, considerato che un fascicolo può consistere di diversi faldoni.
Ma certamente non viene facilitato il lavoro dell’avvocato: questi dovrebbe, infatti, provvedere a fissare un appuntamento ad un certo orario, a prescindere dagli altri eventuali impegni della giornata, come ad esempio le udienze, che pure hanno un ruolo, seppur sempre più marginale, nella professione del penalista. Pertanto l’avvocato dovrà fissare un appuntamento, poniamo, alle ore 11.30 con almeno dieci giorni di anticipo, per i motivi che si diranno, e sperare di non avere altro da fare quel giorno, ovvero che l’udienza precedente non sia troppo lunga, ma a tal fine nessun problema, vista la svizzera puntualità dei ruoli di udienza.
Si diceva dieci giorni di anticipo, certamente. Un paio di settimane di prova di tale sistema hanno dimostrato come l’utenza eccede in modo esorbitante gli spazi resi disponibili dall’applicativo.
Il fatto che l’appuntamento sia singolo, pertanto un avvocato per ogni “slot”, si richiede che vi siano un massimo di sette avvocati per ogni giorno, numero che appare del tutto inadeguato a soddisfare le esigenze della domanda, e pertanto le code per le richieste di appuntamento non potranno che allungarsi; si consideri, inoltre, che laddove il fascicolo sia complesso o copioso, l’avvocato non avrà altra scelta se non occupare più slot nella giornata, ovvero di prenotare slot su più date, riducendo lo spazio per i colleghi.
Se poi il fascicolo richiesto, o il documento da copiare, ad esempio le trascrizioni, non fossero disponibili alla data prescelta, l’avvocato dovrà aspettare altri dieci giorni, verosimilmente, per poter nuovamente accedere agli atti, in una continua rincorsa che non considera minimamente il fatto che, quasi sempre, vi sono termini da rispettare per l’avvocato e che questi non possono essere messi a repentaglio dall’impossibilità di accedere alla cancelleria, laddove tale impossibilità non sia ragionevolmente giustificabile.
L’eventuale modalità più “intelligente” per l’avvocato che non sappia se il documento è già disponibile, sarebbe di prenotare in anticipo degli slot su date distanziate fra loro, così da verificare mano a mano il fascicolo; il problema è che, nel caso il collega dovesse effettivamente trovare il documento, gli slot successivi già prenotati dovranno da questi essere annullati onde evitare di perderli definitivamente.
La realtà di tale disposizione, sembra evidente, è quella di limitare l’accesso alle cancellerie da parte degli avvocati, per la felicità, si suppone, del personale di cancelleria, convinto probabilmente di poter lavorare meno avendo meno avvocati alla porta.
Inoltre, tale disciplina si applica anche ai depositi di atti di appello, i quali possono essere depositati senza prenotazione solo nell’ultimo giorno utile, decisione che rivela la trascuratezza nei confronti della categoria dei difensori, che non avrebbero nemmeno la possibilità di scegliere liberamente quando depositare un atto, ma accomodare gli impegni lavorativi intorno alle esigenze delle cancellerie.
Non è un caso che, al momento in cui si scrive, siano già pervenute delle prese di posizione contrarie, da parte ad esempio della sezione VIII penale, che consentono il deposito degli atti anche senza appuntamento.
Delineati, pertanto, i limiti di una soluzione solo apparentemente progressista e utile, e promettendo di verificare la soddisfazione dell’utenza nel corso dei prossimi mesi mediante sondaggi anonimi, non si può sottacere il fatto che, ancora una volta, decisioni che riguardano la vita professionale degli avvocati siano stati presi unilateralmente, senza alcun coinvolgimento dell’Ordine che, dal canto suo, si limita a prendere atto di quanto deciso dalla Dirigenza, neanche si fosse dei dipendenti come gli altri, o dei privati cittadini, e non dei difensori, parti del processo.
Nella totale assenza di segni di vita da parte del COA, così come della Camera Penale a dirla tutta, la sezione milanese di NAD si oppone con forza all'applicazione a tempo indeterminato di procedure limitative di accesso alle cancellerie, le quali restano uffici ove si esercita, fuori dall'udienza penale, il dovere di difesa dell'avvocato.

Avv. Angelo Laratta
Segretario NAD Sezione Milano

29/04/2022

DEL PATROCINIO ET SIMILIA…. OVVERO “RUN4ROME” ATTO II: IL PRESIDENTE RISPONDE.

Il presidente del COA di Napoli, Antonio Tafuri, ha partecipato, insieme ad altri colleghi tra cui il consigliere Iacomino, alla maratona “RUN4ROME”, sfoggiando una divisa sulla quale campeggiava la scritta “ORDINE AVVOCATI NAPOLI”, che aveva lasciato intendere una qualche forma di partecipazione, economica o anche solo morale, del COA a quella manifestazione.

Nuova Avvocatura Democratica ha chiesto chiarimenti su tale partecipazione ed il Presidente del COA, invero con accenti piccati, ci ha scritto dell’”inesistenza di un qualsiasi coinvolgimento del Consiglio dell’Ordine nella manifestazione podistica alla quale, unitamente al Consigliere Iacomino e ad altri due avvocati” ha partecipato a titolo “personale e di svago”.

E, allora, perché le divise “griffate” COA? Una boutade o la moda del momento?
O, forse, il COA ha deliberato di avviare la vendita di un proprio merchandising?
Ci ritroveremo tutti, come nei campus universitari americani, agghindati con i colori ed i simboli del nostro COA?

La legge (art. 25, I co., l. 247 del 31.12.2012) attribuisce al consiglio circondariale “in via esclusiva la rappresentanza istituzionale dell’avvocatura a livello locale” ed il suo presidente, a mente dell’art 26, II co., della stessa legge, “rappresenta l’ordine circondariale”, con le evidenti e ben note conseguenze a livello giuridico, politico-istituzionale ed anche deontologico.

Ogni scelta del Presidente riguarda, allora, il Consiglio, soprattutto quando ne usa nome e simboli ed ogni decisione inerente il patrocinio del COA ad una qualsiasi manifestazione, sia esso economico o morale, non può prescindere dalla volontà consiliare, a nulla rilevando le sue personali “sensazioni ed intuizioni”.

Siamo al cospetto di una raro caso di “patrocinio apparente”, deliberato con atto monocratico e simbolo di una concezione privatistica e personalistica del ruolo consiliare?

Stupisce davvero che gli iscritti si siano interrogati sul perché, ad libitum, sia stato utilizzato il nome dell’ordine secondo la personalissima visione di singoli consiglieri in contesti di puro “svago” ed impegno “personale”?

Non possiamo che rallegrarci, allora, che per i Consiglieri dell’Ordine residuino tempo ed energie per la vita privata; non altrettanto che lo facciano sotto l’ombrello del Consiglio.

Una domanda, infine: quale sarà il prossimo hobby griffato COA di Napoli?

Avv. Luca Panico
Segretario NAD sezione Napoli

19/04/2022

IL SISTEMA ELETTORALE: STRUMENTO DI CONSERVAZIONE DELLO STATUS QUO E REPRESSIONE DEL PLURALISMO

Uno degli strumenti, attraverso i quali gli attuali comitati di gestione del potere alla guida dell’avvocatura italiana occupano ad oltranza e senza possibilità concreta di alternanza i posti di comando, è il sistema elettorale.

Il sistema elettorale per l’elezione dei delegati al Congresso, identico a quello previsto per i consigli dell’ordine, favorisce i grandi ammassi di individualità accomunate solo dall’utilità di scambio, a fini moltiplicatori, del voto.

È un sistema, ideale per gruppi di gestione del potere tenuti insieme solo dal comune scopo di occupare le istituzioni forensi e caratterizzati dalla totale assenza di proposta politica, finalizzato alla creazione di un assetto volto ad impedire qualsivoglia alterazione degli equilibri correnti.

Potenzialmente, conservando all’infinito gli attuali gruppi di potere al comando della categoria e reprimendo sul nascere qualsivoglia possibilità per una proposta politica alternativa.

Uno degli obiettivi primari, quindi, per consentire alla rappresentanza politica dell’avvocatura di divenire plurale e formarsi sulla base di visioni e proposte diverse e concorrenti è l’attuazione di un sistema elettorale, che premi la rappresentatività, il pluralismo e la capacità di elaborare ed attuare proposte politiche utili a migliorare la condizione dell’avvocatura italiana.

Un radicale miglioramento conseguirebbe dall’applicazione, alle elezioni per i delegati congressuali, del metodo D’Hondt, sistema matematico utilizzato per l'attribuzione dei seggi nei sistemi elettorali che utilizzano il proporzionale, come avviene per le elezioni di Cassa Forense.

Rispetto al sistema in vigore per la Cassa, si potrebbe prevedere la possibilità di esprimere fino a due preferenze nel rispetto della parità di genere, senza liste bloccate.

Una modifica del genere costituirebbe una rivoluzione in termini di concorrenza delle proposte politiche attraverso un confronto che metta al centro e valorizzi le reali scelte di merito e non la mera capacità di “ammasso” di individualità, spesso accomunate da nulla se non da un interesse elettorale momentaneo, in gruppi destinati quasi sempre all’impossibilità di esprimere una posizione per la loro estrema eterogeneità.

Più plurale.
Più democratica.
Più rappresentativa.
Più meritocratica.

Un’altra Avvocatura è possibile

Avv. Rosaria Elefante
Segretario Nazionale NAD

17/04/2022

E finalmente … Buona Pasqua.
In ognuno di noi è vivo e presente il desiderio di pace, serenità e rinascita, un anelito che unisce tutti dopo gli ultimi due anni.

Un periodo lungo, duro e buio, che ha messo a durissima prova un’Avvocatura già agonizzante.

E proprio in questo frangente si aprono le “danze” per il rinnovo delle rappresentanze forensi.

Ci sarà una rinascita anche lì?
Forse… noi ce lo auguriamo.

Si comincia con le elezioni dei delegati al Congresso Nazionale, da sempre ma a torto, considerate “di poco valore”.
Del resto, il Congresso Nazionale è solo la massima assise dell’Avvocatura.

Ma, nonostante la poca considerazione, tantissimi sono i colleghi che hanno deciso di “misurarsi”, candidandosi.

Fioccano, così, liste figlie di connubi e alleanze impensabili, con slogan accattivanti, ma di contenuti e proposte neanche a parlarne.

Molti hanno etichettato queste elezioni come delle “primarie”, perché ciò che conta non è lavorare con attenzione in ottica del Congresso Nazionale, ma, piuttosto, cogliere l’occasione per fare le prove generali per quelle che più di uno definisce le “elezioni vere”, quelle per Cassa Forense e per i COA.

Quelle che assegnano le “poltrone” più ambite.

La tristezza supera la ripugnanza, ma non spegne la speranza.

Nuova Avvocatura Democratica crede che un’Altra Avvocatura sia possibile, un’Avvocatura che abbia come rappresentanti Colleghi che servono i Colleghi e non se ne servano.

NAD ha dimostrato e dimostra che questo è fattibile, grazie ai propri Consiglieri COA, ai propri Delegati Congressuali e al proprio Presidente Nazionale, delegato Cassa.

L’augurio, allora, è proprio questo: che l’Avvocatura, finalmente, abbia degni rappresentanti che curino gli interessi dell’intera classe e non i propri.

SERENA PASQUA AVVOCATI

Avv. Rosaria Elefante
Segretario Nazionale
Nuova Avvocatura Democratica

10/04/2022

LA SCINTILLA DEL CAMBIAMENTO

L’elezione di Sergio Paparo a terzo coordinatore dell’OCF dimostra una volta di più come il sistema ordinistico, che domina incontrastato le istituzioni forensi, non intenda in alcun modo fare un passo indietro, consentendo un rinnovamento in senso democratico del sistema della rappresentanza forense.

Se a Lecce la base elettorale dell’OCF - la platea dei delegati congressuali che nelle prossime settimane sarà eletta in tutti i circondari - non sarà ontologicamente diversa da quella che, a Rimini ed a Catania ha consentito che si partorisse questa mostruosità, allora le speranze per una rinascita politica e culturale della categoria sono davvero prossime allo zero.

E senza questo auspicato ma non prevedibile rinascimento del pensiero, non potrà mai esservi quella ripresa economica, che costituisce il nodo gordiano della politica forense.

La classe, negli ultimi venticinque anni, si è progressivamente impoverita e le sue istituzioni nulla hanno saputo, voluto o potuto fare per porre un freno a questo stato di cose.

Nuova Avvocatura Democratica è convinta, sin dalla sua costituzione, di poter contribuire fattivamente a dar vita al cambiamento che la base dell’avvocatura invoca invano da tempo e, per questo, parteciperò in prima persona alle elezioni per il rinnovo della delegazione congressuale del circondario di Napoli, che si terranno il 10 ed 11 maggio prossimi.

Sarà una campagna elettorale senza esclusione di colpi, che i gruppi vicini al COA hanno iniziato ben prima della convocazione dell’assemblea elettorale, dimostrando la correttezza e la trasparenza, che, come al solito, guidano alcuni rappresentanti istituzionali nel governo della cosa comune.

Se questo è l’avvio della competizione, posso solo immaginare il prosieguo.

Ma io ci credo e non mi arrendo, perché un’altra Avvocatura è possibile.

Avv. Rosaria Elefante
Segretario Nazionale NAD

09/04/2022

NAD CANDIDA NAD:
LE RAGIONI DI UNA SCELTA

Le vicende che hanno coinvolto OCF negli ultimi mesi, persino nelle ultime ore, dimostrano inequivocabilmente che il luogo centrale della politica forense deve essere il Congresso Nazionale, troppe volte sfruttato come mera passerella per volti più o meno noti del panorama istituzionale.

È, troppo spesso, mancata la politica e le associazioni hanno in troppe occasioni dimostrato tutto il loro disinteresse tanto per l’assise congressuale quanto per l’organismo che ne trae origine.

E, invece, proprio il disfacimento dell’ufficio di coordinamento guidato da Giovanni Malinconico ha reso indispensabile che le realtà più marcatamente politiche assumano su di sé il ruolo di guida di un cambiamento che, oggi, sembra improcrastinabile.

Nuova Avvocatura Democratica ha sempre guardato al Congresso come luogo del naturale confronto delle idee sul futuro della categoria; l’occasione in cui fosse possibile portare la propria radicalità a scontrarsi anche con le forze del più oscuro conservatorismo nell’ambito del confronto democratico, dal quale soltanto può nascere quella unità della categoria, troppo spesso sminuita quale “sordina” per le idee e mai davvero praticata come metodo di costruzione politica.

Nuova Avvocatura Democratica oggi più di ieri lotta per una rappresentanza che “serva” gli Avvocati e non se ne serva!

Per questo, in qualità di Segretario Nazionale dell’associazione forense Nuova Avvocatura Democratica, ritengo di dover portare il mio contributo partecipando in prima persona alle elezioni per formazione della nuova assemblea.

Annuncio, pertanto, la mia candidatura al Congresso Nazionale Forense.
Credo che un’altra Avvocatura sia doverosa e possibile.

Avv. Rosaria Elefante
Segretario Nazionale NAD

27/03/2022

IN HOC SIGNO VINCES

Si avvicina inesorabile l’assemblea dell’8 aprile e non si hanno ancora notizie di eventuali dimissioni degli ormai ex componenti dell’Ufficio di Coordinamento dell’OCF dall’assemblea, così che vengono di continuo alimentate le voci di desideri di rielezione e brame di inciucio.

Vorrei suggerire a quei signori, anche in vista di un intenso anno di elezioni forensi, la costituzione di un vero partito interno all’avvocatura, con il quale presentare liste in tutto il Paese e candidarsi al controllo anche formale della categoria.

Se vogliono, ho già pronto il logo.

Avv. Luca Panico
Segretario NAD sezione Napoli

16/03/2022

MEGLIO UN GIORNO DA LEONI...AH, NO
Questo il comunicato di Ulof, l'Unione Lombarda degli Ordini Forensi dopo i gravi fatti che hanno visto coinvolto il tesoriere di Ocf, il massimo organo di rappresentanza politica dell'Avvocatura.
Dopo che si è accertata una gestione almeno disinvolta dei denari dell'organismo, Ulof non riesce a scrivere, nel proprio comunicato, la parola dimissioni. Non si può dire. Si bacchetta un po', si chiede chiarezza ma tutti devono restare al proprio posto. Di più. Si chiede una linea e una guida chiara in vista del Congresso autunnale di Lecce. Ora, davvero vogliamo che siano questi i rappresentanti che guideranno l'Avvocatura verso l'appuntamento più importante?
Perché i membri di Ulof che sono anche membri dell'assemblea di Ocf (ne abbiamo più di uno) non ci raccontano quale posizione abbiano assunto nel dibattito conseguente ai gravi fatti emersi nella gestione dei conti dell'organismo? Perché non ci spiegano la ragione per la quale hanno ritenuto di non appoggiare la mozione di sfiducia nei confronti del tesoriere? Forse, nelle risposte a queste domande, troveremmo anche la ragione della debolezza del comunicato di Ulof.
Siamo nelle mani di Dio. Speriamo che non applauda (cit.)

Avv. Claudia Testa
Dirigente Nazionale NAD

13/03/2022

Nad è Forte perché si nutre di Verità, vive di Verità, pretende Verità!
Basta con le bugie! Basta con le illusioni! Basta con i puerili raggiri che fanno spaventare anche il meno informato degli avvocati!
È vero...se siamo ridotti in questo stato è colpa nostra, di noi Avvocati, della nostra Classe...
Le cose le lasci andare per tantissimi motivi, sei preso da mille impegni, quasi sempre più importanti di te, assorbito dai tuoi clienti e, per chi è fortunato, anche dalla famiglia.
Pensi sempre che tanto anche se ti agiti, non cambierà nulla... ma piano piano quella passione che avevi il giorno del giuramento, quelli della sala bottoni riescono a scardinarla lentamente...in Tribunale quel l'Orgoglio di affiancare il cliente proteggendolo, per amore di Verità, è messo a dura prova, quando ti senti spremuto dall'alto, dagli dei di un Olimpo vinto per scaltrezza e non certo per altro!
I tuoi rappresentanti, quelli che dovrebbero avere l'Onore di rappresentarti, da Roma ti guardano con alterigia, a volte con sdegno, e mentre vagano, sempre in assise, con incedere papale, lontano dalla prossemica da clochard assunta quando ti chiedevano il voto, scatenano in te un senso di nausea, ma non reagisci... hai troppo da fare e lasci correre, li lasci fare, ma questo significa che mortifichi te stesso e la tua Professione, ti lasci andare per la tua inadeguatezza, inadeguatezza a personaggi simili. Ti lasci andare per insicurezza, per paura di rischiare , o per non affrontare la fatica che comporta il dire:"No, Basta! Non dovreste servirvi di me, ma io di voi! "
Certo, ci vuole Coraggio! Ci vuole Forza! Ci vuole Unione!
Sì, anche per pretendere la Verità ci vuole Forza e Coraggio e Unione!
Nad è Forza,Unione e Coraggio!
Avvocati siate liberi di abbracciare la Verità perché vi rende Forti, Forti in un presente di ipocriti codardi, protetti e incollati a poltrone e a interessi che non vogliono mollare, ma pur sempre deboli perché compromessi, geneticamente fallaci, come chiunque fondi il suo essere sulla menzogna!

Avv.Rosaria Elefante
Segretario Nazionale
Nuova Avvocatura Democratica

12/03/2022

NON C’È DUE SENZA TRE

Il gruppo Politica Forense si segnala, ancora una volta, per la libertà di espressione che consente a tutti al suo interno.

Tranne, così pare, che a Nuova Avvocatura Democratica ed ai suoi esponenti e dirigenti.

Dopo aver silenziato il Collega Cantelmo per un commento dai toni assolutamente pacati - m***a tra adulti si potrà pur dire - oggi ha censurato anche il comunicato con il quale segnalavamo l’accaduto.

Il Collega Antonello Salce, Consigliere OA di Pescara e Segretario della corrispondente sezione NAD, ha provato a postare nel gruppo lo scritto già apparso sulla pagina dell’associazione, ma la censura preventiva di recente attivata dagli amministratori si è abbattuta anche su di lui.

Stesso destino è toccato in sorte, qualche ora dopo, è toccato alla Collega bergamasca Claudia Testa, Dirigente Nazionale di Nuova Avvocatura Democratica, che ha nuovamente provato a condividere in quel gruppo il link alla pagina NAD.

Il gruppo, che rivendica ogni giorno la sua centralità nel dibattito politico forense, pratica la censura, non sul merito o sulle forme, ma per autore.

E, poi, i cattivi siamo noi ….

Direttivo Nazionale NAD

09/03/2022

Il DIAVOLO, LE PENTOLE E POCHI COPERCHI...

Una notizia devastante dalle conseguenze potenzialmente gravissime
L’ammanco c’è ma, scusate, è stata “solo” una “leggerezza”.
Pare che dal conto corrente di OCF siano magicamente scomparsi 215.000 euro, scivolati per puro caso nel conto corrente del Tesoriere del medesimo OCF.

Pare, poi, che, altrettanto magicamente, a pizzichi e bocconi, una parte sia in qualche modo rientrata.

Con le scuse più varie e, probabilmente, incredibili.

Pare che nell’ultima assemblea OCF, casualmente - ma non troppo - non trasmessa in streaming, si sia affrontato il tema, ma con l’intento di far passare l’intera vicenda in sordina.

Del resto, se i soldini stanno rientrando, quale è il problema?

Pare.

Pare, poi, che pochi ed isolati delegati abbiano presentato una mozione di sfiducia nei confronti del tesoriere, che nel frattempo, pare, abbia presentato le sue dimissioni.

Insomma, tutto appare chiaro o, almeno, così dovrebbe essere.

In realtà, siamo profondamente confusi e preoccupati.

Se i “pare” dovessero diventare certezze, la cosa sarebbe gravissima e ingiustificabile.

Come altrettanto grave è che solo pochissimi delegati abbiano ritenuto necessario assumere iniziative.

In realtà le dimissioni sono doverose, ma non soltanto per il tesoriere.

Nuova Avvocatura Democratica, se tutto questo dovesse essere vero, auspica un passo in dietro di tutti i componenti dell’Ufficio di Coordinamento di OCF, che ancora una volta si dimostra non solo inutile, ma anche dannoso.

Il Direttivo

19/02/2022

QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DE VIA ARENULA

Sospensione dall'esercizio dell'attività per gli avvocati che sono entrati a far parte dell'Ufficio del processo. È questa la direzione scelta dal Ministero per risolvere la questione della compatibilità o meno tra l'incarico pubblico presso l'ufficio del processo (che ha visto molti colleghi fra i vincitori e che aveva proprio nell'abilitazione alla professione un requisito preferenziale) e l'esercizio della professione. Le limitazioni previste dalla legge professionale sembravano cozzare contro la previsione della disciplina attuativa dell'ufficio del processo che escludeva espressamente la cancellazione dagli albi in caso di presa di servizio. Restava, tuttavia, irrisolto, il nodo della incompatibilità che ora si vorrebbe affrontare con una "sospensione". Al di là del merito della questione (non certo secondario), è evidente a tutti come il risultato della legislazione alluvionale tipicamente italiana abbia causato un danno enorme. In primis ai Colleghi che, confidando nella possibilità di poter comunque esercitare, a fronte di un incarico pubblico a tempo determinato hanno investito tempo e risorse nella preparazione di un concorso. In secundis per il funzionamento dell'ufficio che, crediamo, possa essere seriamente compromesso nel caso in cui venisse effettivamente introdotta la sospensione dall'esercizio della professione per gli assunti. Immaginiamo, infatti, che non pochi Colleghi rinuncerebbero, in tal caso, alla presa di servizio.
Forse una semplice incompatibilità a livello distrettuale avrebbe potuto essere la soluzione. Resterebbe certo il nodo della legge professionale che, ancora una volta, si dimostra essere pensata più in danno che a favore degli avvocati.

Avv. Claudia Testa
Dirigente Nazionale NAD

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