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PERCORSI NUTRIZIONALI A 360°
Aristotele fù uno tra i primi a usare la parola dieta .Nella sua saggezza metafisica non ne parlò in termini di rinuncia , bensì di misura e metodo. Consigli nutrizionali finalizzati alla corretta applicazione degli alimenti e della nutrizione, indirizzate
alla diffusione di principi di alimentazione corretta tale da consentire il recupero e il mantenimento
di un buono stato di salute del singol
La scuola è quasi all'inizio e voglio chiedervi un favore. . Siediti con tuo figlio per 5 minuti e spiega che non c'è mai motivo di prendere in giro qualcuno per la sua altezza, il suo peso, il suo tono di pelle, la sua vita familiare o le cose che gli piacciono.
Spiega che non c'è niente di male a indossare le stesse scarpe tutti i giorni.
Spiega loro che uno zaino usato porta gli stessi sogni di uno nuovo.
Insegna loro a non escludere nessuno perché "essere diverso"
Spiegagli che le prese in giro fanno male e che la scuola serve per IMPARARE, NON per competere o diffondere negatività.
Ricorda loro che alcuni bambini non vanno a casa con famiglie amorevoli, quindi è importante essere gentili.
Tutto inizia a casa!
E tu, conosci la mindful eating?
Nell'articolo al link in bio approfondiamo la relazione fra il consumo distratto di cibo causato dalla quantità di stimoli che riceviamo dai nostri dispositivi elettronici vs. un consumo più consapevole dei pasti.
METABOLISMO PROTEICO. Incontro persone sopra i 60 anni senza vitalità, confuse, lente nella ideazione e nel movimento corporeo, talvolta assenti con la mente, con una postura corporea piegata in avanti, con difficoltà a camminare, a ricordare il nome delle persone. Insomma persone che hanno il loro metabolismo proteico compromesso. La sintesi delle proteine e’ la chiave della vitalità e del tono dell’umore, della voglia di vivere con slancio, dell’avere una sana massa muscolare e una efficiente memoria. Consiglio di verificare la dose giornaliera di proteine assunte con gli alimenti, proteine vegetali e proteine animali. Consiglio di eseguire queste analisi: protidogramma (contenuto di proteine nel sangue), azotemia e creatininemia (valutazione funzionalità renale). Valutato l’esito di queste tre analisi, iniziare una alimentazione basata su questa indicazione: assumere 1. 20 g x ogni kg corporeo. Esempio il mio peso e’ 72 kg . Per conoscere la mia dose giornaliera di proteine eseguo 72x 1.20 = 86.4 grammi di proteine al giorno, dose totale da ottenere da alimenti di origine vergate e animale. Non e’ facile arrivare a questa dose di proteine giornaliere. Occorre scegliere alimenti contenenti proteine magre cioè alimenti che hanno una buona dose di proteine senza essere accompagnate da eccessiva presenza di acidi grassi. Pesce e carne bianca hanno proteine magre. I formaggi e salumi hanno proteine grasse perche’ contengono alte dosi di grasso. Buona la combinazione tra cereali e legumi per chi vuole mangiare vegetale, attenzione però alle dosi di questi alimenti vegetali. I semi oleosi ( frutta secca) sono una buona fonte di proteine vegetali. Se non si introduce la personale dose giornaliera delle proteine il corpo umano “cannibalizza” se stesso tentando di ottenere le sue proteine riducendo la sua massa magra muscolare. Generando i sintomi e i segni citati all’inizio, creando l’aspetto di una persona avanti con gli anni. Occorre valutare l’integrazione con amminoacidi da assumere durante i pasti perché la sintesi delle proteine avviene nelle tre ore successive al pasto. La sintesi delle proteine e’ la fase anabolica del corpo umano, cioè la fase della costruzione della propria struttura corporea, che e’ dominante nella giovinezza. Quando si perde massa magra proteica con il passare degli anni si cade nella sarcopenia, condizione patologica da evitare perché porta alla morte metabolica. Buona vita in salute.
Come opera l'𝗜𝗻𝘁𝗲𝗹𝗹𝗶𝗴𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗔𝗿𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 (AI) per creare un quadro completo della salute e del benessere di una persona?
Attraverso la combinazione di questi 4 fattori:
🔹𝘈𝘯𝘢𝘭𝘪𝘴𝘪 𝘥𝘦𝘪 𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘯𝘶𝘵𝘳𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘪
🔹𝘐𝘯𝘵𝘦𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘪𝘯𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘨𝘦𝘯𝘦𝘵𝘪𝘤𝘩𝘦
🔹𝘈𝘱𝘱𝘳𝘦𝘯𝘥𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘢𝘶𝘵𝘰𝘮𝘢𝘵𝘪𝘤𝘰 𝘦 𝘢𝘥𝘢𝘵𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘰
🔹𝘐𝘯𝘵𝘦𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘶𝘵𝘦𝘯𝘵𝘦-𝘪𝘯𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪𝘨𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘢𝘳𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘢𝘭𝘦
In sintesi, l'AI per le diete personalizzate del futuro offre un approccio innovativo e altamente efficace per ottimizzare la salute e il benessere individuali, mettendo al centro delle attenzioni le esigenze uniche di ogni persona e offrendo un supporto personalizzato per il raggiungimento degli obiettivi di salute a lungo termine.
👶 I primi mille giorni di vita sono cruciali per la crescita e lo sviluppo dei bambini!
Integratori alimentari a base di Vitamina K, Vitamina D, Ferro e Zinco giocano un ruolo chiave per assicurare un adeguato apporto di nutrienti essenziali durante questa fase fondamentale.
Lo confermano anche le linee guida che si sono affermate nella comunità scientifica che pongono al centro la Nutrizione Pediatrica e in particolare sulla supplementazione raccomandata per neonati e bambini 👶🍎🥦🥛
📢Insulina settimanale: Game Changer nel diabete
🌐 Approvata dalla Commissione Europea la prima formulazione al mondo che consente una singola iniezione di insulina alla settimana.
🚀Si tratta di una svolta che potrebbe cambiare per sempre la qualità della vita degli oltre 4 milioni di diabetici in Italia.
Si chiama insulina icodec e, coprendo il fabbisogno settimanale di insulina basale, ridurrebbe le iniezioni annuali per paziente da 365 a solo 52, con evidenti vantaggi dal punto di vista dell’aderenza terapeutica, oltre che di sostenibilità ambientale.
UPDATE LARN!
La nuova revisione dei LARN ribadisce i limiti per l'assunzione di semplici e per prevenire malattie cardiometaboliche.
Inoltre, è stato eliminato il limite di 300 mg/giorno per il , dato il suo minore impatto rispetto ai grassi saturi.
La "diabesity" è una combinazione di diabete e obesità che minaccia la salute globale.
Uno stile di vita sano, insieme a nutraceutici come omega-3, la berberina, la cannella e il succo di barbabietola, hanno dimostrato di poter migliorare diversi aspetti della sindrome metabolica, anche se sono necessarie ulteriori ricerche per confermarne l'efficacia cardiometabolica.
Chiamati xenomiRNA, ossia i microRNA provenienti da fonti alimentari, possono o incrementare il rischio di malattie croniche come i ! 🧬
🐷XenomiRNA provenienti dalla carne di maiale sembrano predisporre al rischio di disturbi .
🥦Quelli da fonti vegetali favoriscono una maggiore contro l’insorgenza di tumori.
Ci sono ancora nell'uso degli xenomiRNA, come la loro limitata e la scarsa conoscenza degli collaterali.
🔍 È essenziale approfondire la per massimizzare il potenziale benefico degli xenomiRNA nella nutrizione.
E se salvaguardare il benessere del microbioma dei genitori fosse fondamentale per la salute del neonato?
Le recenti scientifiche sottolineano il chiave della trasmissione del intestinale da parte dei genitori nella salute generale e intestinale dei bambini. Secondo uno studio pubblicato su Cell Host Microbe, le scelte nutrizionali dei possono influenzare la composizione del microbiota intestinale dei , con per la loro nel corso della vita.
Cosa succede se l’equilibrio del microbioma viene compromesso?
Le possono aumentare il rischio di , durante e dopo la , come basso peso alla nascita o ritardi nella crescita del bambino.
Pertanto, ripristinare il microbiota nei genitori, prima del concepimento, sembra poter attenuare questi effetti negativi.
La giusta integrazione di magnesio e potassio nella è fondamentale per la salute!
Il magnesio (Mg++) è importante per la costruzione , la regolazione della e della sanguigna, mentre il Potassio (K+) è essenziale per la muscolare, i ritmi cardiaci e l'equilibrio dei fluidi. L'assunzione di entrambi in contemporanea potrebbe prevenire diverse condizioni come il in seguito a trapianto di rene in quanto tra loro possono potenziare il loro effetto.
Ma attenzione! Un di magnesio può portare a gravi come debolezza muscolare e alterazioni del ritmo cardiaco, mentre un eccesso di potassio può causare l' .
Pertanto, per garantire il mantenimento di livelli ottimali di salute è essenziale l’assunzione di entrambi!
Oggi parliamo di e dei suoi impatti e sociali.
La discriminazione basata sul corporeo alimenta e diffonde ideali di bellezza, spesso dannosi. Va ben oltre la questione , avendo gravi ripercussioni sull'intera vita delle persone che ne sono vittime, compromettendo sia la fisica che quella mentale. Affrontare la grassofobia richiede una maggiore e per promuovere l' e la diversità corporea. Il professionista della salute dovrebbe sottolineare l'importanza di stili di vita attivi e sani, promuovere l'accettazione corporea e combattere i .
INTESTINO e MUSCOLO PSOAS. Vedo molte persone di età diverse, anche al bar o al ristorante o in altri luoghi, che per alzarsi da seduti in piedi si devono aiutare con le braccia e fare diversi movimenti. E penso al loro muscolo ileo-psoas infiammato. Penso allo stato del loro intestino irritato e infiammato. Ho il desiderio come medico di andare a parlare con loro. Ma non lo faccio per riservatezza. Così oggi scrivo sul rapporto tra ileo- poas ed intestino. Consiglio innanzi tutto di eseguire questo esercizio: passare da seduti in piedi solo con la forza delle gambe,tenendo alzate le braccia. In 15 secondi fare più di 10 alzate. Non riuscire ad eseguire questo esercizio vuol dire perdita di muscolo nelle gambe e ileo psoas compromesso. Muscolo psoas: che cos'è? Il muscolo si estende da ogni lato delle vertebre lombari fino alla parte anteriore della coscia. E' l'unico muscolo che collega le gambe alla colonna vertebrale. Quando infiammato oppure ridotto nella sua struttura muscolare si ha dolore alla schiena, si può avere lombosciatalgia, dolore all’anca, dolore all’inguine. Si può avere una alterazione della postura con compromissione della stazione eretta. Si tende ad andare avanti con il tronco: postura senile. Si può anche respirare male perché esiste un collegamento anatomico tra muscolo ileo-psoas e il diaframma il principale muscolo respiratorio. Lo stato di salute dell’intestino agisce sullo psoas che e’ in contatto diretto con le anse intestinali del colon.
SINDROME INTESTINO IRRITABILE
(IBS Irritable Bowel Syndrome) E’ una patologia più diffusa tra le donne che tra gli uomini e si verifica più spesso al di sotto dei 50 anni: è la sindrome dell’intestino irritato, impropriamente chiamata colite.
Interessa l’intestino tenue e il colon con alterazioni delle funzioni motorie, della sensibilità dolorosa e della secrezione di liquidi.
È il dolore il sintomo principale nell’intestino irritato.
Un altro sintomo molto comune è il gonfiore della pancia, ovvero una sgradevole sensazione di pienezza di gas al giro vita. La sindrome dell’intestino irritato (IBS Irritable Bowel Syndrome) si può associare alla infiammazione del muscolo ileo-psoas. Che fare: 1- riposo intestinale con una alimentazione priva di alimenti contenenti glutine, lattosio e ridurre nettamente alimenti con acidi grassi saturi a catena lunga contenuti in cibo di derivazione animale: formaggi, salumi, panna e crema, carni grasse, incrementare alimenti vegetali con fibra alimentare. 2- esercizi di rilassamento, per allenare il muscolo ileo-psoas possiamo affidarci allo Yoga, al Pilates. Stretching. Affidarsi ad un bravo osteopata, fisioterapista. Chi desidera approfondire la conoscenza della sindrome dell’intestino irritabile può entrare nel profilo Nutriziobe Molecolare Academy
Le uova sono state criticate per il loro contenuto in colesterolo. Tuttavia, le uova sono fonte di nutrienti essenziali preziosi; inoltre, tudi recenti hanno dimostrato che non è il singolo alimento a compromettere la bontà della nostra alimentazione, quando la dieta nel suo complesso.
Le uova, dunque, sono state riabilitate: da 1 a 4 alla settimana, associate ad una dieta equilibrata ed a tanta attività fisica!
I dolcificanti non nutritivi come la stevia, l'aspartame e il sucralosio sono spesso visti come alleati contro lo zucchero. Tuttavia, un recente studio del Weizmann Institute of Science ci ricorda che non è tutto oro quello che luccica! I dolcificanti possono infatti influenzare il nostro microbioma e la risposta glicemica.
Il digiuno è una pratica millenaria con radici profonde nelle tradizioni culturali e religiose. Il digiuno intermittente (IF) alterna periodi di digiuno e alimentazione, non solo per perdere peso, ma anche per migliorare la salute metabolica.
Un recente studio in Arabia Saudita ha dimostrato che l'IF può portare a risultati straordinari, anche in sole poche settimane. I partecipanti dello studio hanno sperimentato una notevole perdita di peso e una migliorata qualità della vita.
Nonostante gli incredibili benefici, è importante essere consapevoli dei possibili effetti collaterali come vertigini, nausea e insonnia, che solitamente diminuiscono nel primo mese.
Uno studio del St. Michael's Hospital di Toronto ha scoperto che il consumo di latte intero durante la crescita è associato a un rischio inferiore di sovrappeso e obesità rispetto al latte scremato.
Infatti, i bambini che bevono latte intero avrebbero fino al 40% in meno di probabilità di essere sovrappeso. La maggiore sazietà offerta dal latte intero potrebbe aiutare a ridurre l'introito calorico e il consumo di bevande zuccherate.
La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è un disturbo gastrointestinale complesso che colpisce il 10-20% della popolazione, con una prevalenza doppia nelle donne.
Per una gestione efficace, si raccomandano pasti regolari e frequenti, con un’attenzione particolare al bere molta acqua 💧 e alla limitazione di alcolici e bevande gassate.
È preferibile prediligere fibre solubili e viscose per la costipazione, evitando quelle insolubili e l’amido resistente. In caso di diarrea, è consigliabile evitare il sorbitolo.
L’approccio nutrizionale deve essere altamente personalizzato e basato su una valutazione approfondita dei sintomi del paziente. La dieta LOW-FODMAP può essere molto utile, ma va seguita con l’aiuto di esperti.
KEFIR. Ve lo consiglio. Fatelo in casa vostra. Serve per la salute e l’igiene intestinale. Da prendere ogni giorno. Serve per avere un sano microbiota intestinale. E’ un alimento probiotico, composto da batteri e microrganismi.
Il kèfir contiene una comunità microbiche, più completa dello yogurt. La parola Kefir deriva dal turco kefir che significa benessere. Il kèfir viene preparato utilizzando latte fresco con i fermenti o granuli di kèfir, formati da un polisaccaride chiamato kèfir che ospita batteri e lieviti utili alla igiene e benessere intestinale. I granuli di kefir possono essere acquistati in farmacia, in erboristeria, in negozi bio. Il kefir è un alimento probiotico (contiene oltre 15 specie di microrganismi vivi e vitali) con una composizione davvero interessante e migliore del solito yogurt della pubblicità, ha caratteristiche nutrizionali valide per il suo contenuto in minerali (Calcio, Fosforo, Magnesio, Zinco), aminoacidi (leucina, treonina, prolina, lisina e triptofano in particolare) e vitamine (gruppo 😎 e vitamina D. Non contiene lattosio. Le comunità microbiche del kefir competono contro batteri aggressivi e reagiscono contro microrganismi “cattivi” all’interno dell’intestino. La tradizione e lo sviluppo delle ricerche scientifiche attribuiscono al kefir proprietà nutrizionali e funzionali accertare, Un consumo quotidiano di kefir può aiutare a:
– regolarizzare le funzioni intestinali
– contrastare l’insediamento di germi pericolosi
– stimolare il sistema immunitario del tratto digerente
KEFIR DI LATTE
Il Kefir può essere preparato in casa propria partendo dall’uso di granuli specifici di Kefir, diversi dai fermenti. I granuli di kefir possono essere acquistati in farmacia. Esiste anche la reale possibilità di avere granuli di Kefir da persone che già lo fanno in casa propria.
Il Kefir di latte è ottenuto con granuli aggiunti al latte freddo. Il latte può essere intero o parzialmente scremato. I batteri per crescere e moltiplicarsi utilizzano il lattosio e pertanto nel Kefir non c’è lattosio o una dose limitata. Il Kefir può essere assunto anche da chi ha intolleranza al lattosio. Il Kefir può essere acquistato al supermercato, ma e’ manipolato per la sua conservazione. Può contenere olio di girasole. Consiglio di prepararlo in casa propria per migliore valore nutrizionale e per riprendere a produrre cibo vivo nella nostra casa. Se non viene consumato subito, il kefir deve essere messo in frigorifero, dove si conserva per oltre una settimana. Il Kefir domiciliare ha un valore nutrizionale nettamente superiore allo yogurt. E’ un cibo con batteri vivi. Per millenni il genere umano ha mangiato alimenti vivi, fermentati ottenendo un sano microbiota intestinale. Nei popoli mediterranei gli alimenti batterici vivi sono stati sempre presenti. Nella mentalità delle popolazioni del nord Europa e’ diffusa ostilità e diffidenza verso alimenti con batteri vivi.
Nel caso avessi bisogno di un promemoria…
Se vedi una ragazza minuta indossare un bikini, fatti i fatti tuoi.
Se vedi una ragazza formosa con un top corto, fatti i fatti tuoi.
Se vedi una ragazza senza reggiseno, fatti i fatti tuoi.
Se una ragazza, di qualsiasi taglia, non corrisponde alla tua idea di bellezza o sensualità perché è troppo "magra" o troppo "grossa"… tieni per te i tuoi commenti tossici e maleducati. ✌🏼
Non hai il diritto di far sentire qualcuno inferiore per la sua taglia.
Semplicemente ✨fatti i fatti tuoi✨
Ogni corpo, indipendentemente dalla forma o dalla taglia, è bello e merita amore. ❤️
È risaputo come la comunità di batteri intestinali, virus, funghi e protozoi che vivono nel nostro intestino, il , svolga un ruolo fondamentale per mantenere il nostro corpo in salute.
💡 Mantenere un sano di batteri intestinali, ovvero l' , può aiutare a prevenire come obesità, malattie infiammatorie intestinali e molte altre.
𝘌 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘢𝘯𝘵𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘮𝘪𝘤𝘳𝘰𝘣𝘪𝘰𝘵𝘢 𝘴𝘢𝘯𝘰?
🥦🍎 Innanzitutto scegliendo una dieta ricca di e sostanze vegetali fondamentali per favorire la crescita di batteri benefici per il nostro intestino.
Nella V revisione dei vedremo un aggiornamento dell'elenco degli alimenti, inclusi quelli di diverse culture, entrati ormai nelle abitudini alimentari degli Italiani!
Nutrisanità si impegna per voi sempre a 360 gradi.L’obbiettivo è quello di superare le vs
Paure e paure per riuscire a vivere bene e in piena salute. Vi Aspetto!!!
La serenità, non s'invidia, si conquista con il coraggio di spogliarsi dalle abitudini nocive.
LE MANDORLE
Le mandorle sono tra gli alimenti più ricchi in proteine vegetali, ma soprattutto in acidi grassi insaturi, in particolare omega 3. Le mandorle contengono una dose limitata di carboidrati glicemici, quindi sono indicate a chi ha il diabete mellito tipo 2.
Contengono anche una dose elevata di fibra alimentare idrosolubile, attiva nell'intestino per il controllo della glicemia dopo ogni pasto. Sono indicate a chi soffre di pressione arteriosa elevata per il loro contenuto dei suoi minerali adatti al controllo dei valori pressori elevati.
Contengono inoltre minerali come calcio, magnesio, potassio, rame, fosforo e zinco. Con le mandorle possiamo ottenere il “latte”, evanda altamente energetica. Si prepara con mandorle dolci. Ha proprietà antidepressive, antinfiammatorie, rinfrescanti e riequilibranti dell'umore. Il latte di mandorle è indicato in inverno per la sua azione protettiva sulle vie respiratorie e contro la tosse!
La ricetta per fare il latte di mandorle in casa propria:
Ingredienti
100 g di mandorle
1 litro di acqua
Dotatevi di: un frullatore, bottiglie in vetro, canovaccio pulito, scolapasta o colino, una ciotola, un imbuto, un mestolo. Iniziamo
1 - acquistare le mandorle; le mandorle con la loro membrana marrone sono più nutrienti.
2 – prendere le mandorle con o senza la membrana marrone e porle in acqua per alcune ore
3 – prelevare ed asciugare le mandorle,spezzettarle e porle all’interno di un frullatore con aggiunta di un volume limitato di acqua, frullare fino ad ottenere un liquido bianco
4 – preparare una ciotola ed un canovaccio pulito, mettere il liquido del frullatore sul canovaccio e filtrare il liquido bianco, aggiungendo un litro di acqua (circa) al liquido bianco ottenuto nel frullatore. Si ottiene così il latte di mandorle; consumatelo oppure imbottigliate e conservate in frigorifero, per 24-48 ore, per uso durante la giornata.
La polpa del latte di mandorle che resta nel canovaccio si chiama okara, può essere utilizzata come fibra nel Kefir ( fatto in casa, se possibile) o in altri alimenti.
Riscopriamo il gusto e la salute del cibo ottenuto in casa nostra.
Rischio ictus e declino cognitivo con cibo ultra-trasformato
Si allunga la lista dei danni degli alimenti ultra-trasformati. Uno studio pubblicato sulla rivista Neurology mostra, infatti, che il consumo di questi alimenti è legato a un aumento del rischio di deterioramento cognitivo e di ictus, anche quando il loro consumo è inserito in un regime alimentare sano come la dieta Mediterranea.
I cibi ultra-trasformati sono quei prodotti alimentari e bevande di origine industriale che hanno subito una complessa lavorazione: merendine, cibi precotti, snack, bevande gassate. “Gli alimenti ultra-trasformati sono collegati a malattie cardiometaboliche e ad esiti neurologici”, spiegano i ricercatori. “Tuttavia, non è chiaro se la lavorazione degli alimenti conferisca un rischio indipendentemente dal modello alimentare”, spiegano i ricercatori. Lo studio ha analizzato i dati di oltre 20 mila persone, tenendo in considerazione non solo il consumo di cibi ultra-trasformati ma anche il regime alimentare complessivo.
È emerso che per ogni 10% di aumento nei consumi di alimenti ultra-trasformati si registrava una crescita del 16% del rischio di declino cognitivo e dell’8% del rischio di ictus. Al contrario, a una riduzione del consumo di alimenti industriali, corrispondeva una riduzione, rispettivamente del 12% e del 9%. Ciò avveniva anche nei partecipanti che aderivano alla dieta Mediterranea, a quella Dash (un modello alimentare pensato per controllare la pressione), o a quella Mind (un regime alimentare per prevenire il declino cognitivo).
Demenza, scoperti 3 fattori che ne aumentano il rischio: i consigli per proteggere la propria salute mentale
I ricercatori hanno anche identificato un “punto debole” nel cervello, il primo a degenerare durante l'invecchiamento rispetto alle altre zone dell'encefalo.
La demenza è una malattia contro la quale, nella maggior parte dei casi, c'è davvero poco da fare, se non assumere dei farmaci che ne rallentino il decorso. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, invece, ha svelato tre accorgimenti che possono ridurre le possibilità di una veloce degenerazione delle funzioni cognitive: bere meno alcol, non frequentare strade molto trafficate e smettere di assumere tanto zucchero. I ricercatori hanno anche identificato un “punto debole” nel cervello, il primo a degenerare durante l'invecchiamento rispetto alle altre zone dell'encefalo.
Un nuovo studio, coordinato dalla professoressa Gwenaelle Douaud, ha messo in evidenza tre fattori di rischio “modificabili” (su cui il singolo può intervenire per correggerli), che sembrerebbero avere direttamente effetto su questa zona del cervello definita più “vulnerabile”. Un team dell'Università di Oxford ha esaminato 161 fattori di rischio per la demenza e li ha classificati in base al loro impatto, esaminando le scansioni cerebrali di 40 mila persone nel Regno Unito di età superiore ai 45 anni. Gli scienziati hanno classificato questi fattori di rischio, tutti modificabili nel corso della propria vita, in 15 categorie: pressione sanguigna, colesterolo, diabete, peso, consumo di alcol, fumo, depressione, infiammazioni, inquinamento, udito, sonno, interazione sociale, dieta, attività fisica e istruzione.
I risultati
Questa zona più debole del cervello sembrerebbe essere vulnerabile, in primo luogo, all’alcol, al diabete e all’inquinamento legato al traffico. È ovvio che la prima causa di degenerazione delle cellule cerebrali è l'invecchiamento, ma questi fattori possono contribuire a velocizzare il processo.
Il professor Anderson Winkler, professore associato del National Institutes of Health e dell'Università del Texas Rio Grande Valley negli Stati Uniti, ha dichiarato: «È con questo tipo di approccio globale e olistico che è stato possibile arrivare ai tre fattori più dannosi per il nostro cervello: il diabete, l'inquinamento atmosferico e l'alcol». Ciò che emerge, dunque, è che è possibile prevenire la demenza, almeno in parte, agendo direttamente sul proprio stile di vita e imponendosi qualche limitazione.
La demenza
La demenza è in crescente aumento nella popolazione generale ed è stata definita dall'Oms e dall'Alzheimer Disease International una priorità mondiale di salute pubblica. Attualmente si stima che nel mondo oltre 55 milioni di persone convivono con una demenza. I numeri sono destinati a crescere: 75 milioni entro il 2030 e 132 milioni entro il 2050, con circa 10 milioni di nuovi casi all'anno. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Malattia di Alzheimer e le altre demenze rappresentano la 7° causa di morte nel mondo. In Italia, attualmente il numero totale dei pazienti con demenza è stimato in oltre 1 milione (di cui circa 600 mila con demenza di Alzheimer). Di questa malattia, ultimamente, si è parlato molto visto che è stata diagnosticata a due importanti personaggi dello spettacolo: alla conduttrice statunitense Wendy Williams è stato accertato un tipo aggressivo di demenza all'età di 59 anni (che la sua famiglia, tra l'altro, sostiene sia stato causato dall'abuso di alcol) e alla star di Hollywood Bruce Willis (68 anni), costretto a lasciare le scene per via di una demenza frontotemporale (FTD).
Diabete, programmi di gestione riducono del 28% il rischio di demenza: lo studio pubblicato su JAMA Network Open.
Ai numerosi vantaggi del controllo glicemico nelle persone con diabete di tipo2, oggi si aggiunge anche un effetto protettivo in termini di riduzione del rischio di sviluppare demenza. Sono i risultati di una ricerca apparsa su Jama Network Open, condotta su un periodo di 8 anni a Hong Kong, e che ha coinvolto 55.618 partecipanti: la ricerca ha evidenziato come la buona gestione dei pazienti affetti da diabete è in grado di mitigare il rischio di demenza nei i pazienti con T2D.
Lo studio
I partecipanti iscritti a RAMP-DM hanno sperimentato una riduzione del 28% nel rischio di demenza per tutte le cause, una diminuzione del 15% nel rischio di malattia di Alzheimer, un significativo calo del 39% nel rischio di demenza vascolare e una riduzione del 29% nel rischio di demenze di altro tipo o non specificate, rispetto a coloro che ricevevano cure standard. In particolare, i partecipanti con livelli più elevati di Emoglobina A1C (HbA1C) presentavano un rischio significativamente aumentato di demenza, che variava dal 17% al 54%, sottolineando il ruolo critico del mantenimento di livelli ottimali di glucosio nel sangue.
Questo studio evidenzia anche l'efficacia dei programmi multidisciplinari di gestione del diabete nel modificare la traiettoria del declino cognitivo. Oltre 27.809 pazienti con T2D che ricevevano servizi di assistenza primaria sono stati accuratamente abbinati in rapporto 1:1 con individui sottoposti a trattamento standard, garantendo la robustezza e l'affidabilità dei risultati dello studio.
“La SID considera questi risultati come un passo fondamentale nella lotta contro lo sviluppo precoce di malattie neurodegenerative, tra la popolazione diabetica. Questo studio aggiunge un ulteriore tassello ai vantaggi del controllo accurato dei livelli glicemici e aumenta la consapevolezza della connessione tra la gestione del diabete e la salute cognitiva. Dando priorità e migliorando l'assistenza del diabete, possiamo compiere passi significativi nel ridurre l'onere della demenza, migliorando la qualità della vita per milioni di persone in tutto il mondo” ha dichiarato il Professor Angelo Avogaro, Presidente SID. L'eccesso di zuccheri nel sangue, una caratteristica del diabete non ben gestito, può influenzare lo sviluppo della demenza attraverso diversi meccanismi fisiopatologici che coinvolgono varie vie metaboliche, infiammatorie e vascolari. I meccanismi vanno dalla formazione di prodotti finali di glicazione avanzata (AGEs) che possono alterare la funzione delle proteine e promuovere lo stress ossidativo e l'infiammazione, contribuendo alla patogenesi della demenza. L'iperglicemia cronica aumenta lo stress ossidativo, cioè la produzione di radicali liberi che possono danneggiare le cellule cerebrali. Ciò può portare a un'aterosclerosi accelerata e aumentare il rischio di demenza vascolare. Il diabete di tipo 2, inoltre è comunemente associato alla resistenza all'insulina, che non solo influisce sul metabolismo del glucosio ma può anche avere effetti diretti sul cervello. L'insulina ha ruoli importanti nella neurotrasmissione, nella plasticità sinaptica e nella sopravvivenza neuronale. La resistenza all'insulina può perturbare questi processi e contribuire alla neuro degenerazione. Tali meccanismi non agiscono isolatamente ma si influenzano reciprocamente, contribuendo alla complessità della relazione tra diabete e demenza. La ricerca continua a esplorare questi collegamenti per sviluppare strategie preventive e terapeutiche più efficaci.
Il diabete in Italia
L'Italia presenta una prevalenza stimata intorno al 6-7% della popolazione adulta, con una maggiore incidenza nella popolazione anziana. Incidenza: L'incidenza del diabete di tipo 2, che rappresenta la forma più comune, è in aumento, in parte a causa dell'invecchiamento della popolazione e dei cambiamenti nello stile di vita, inclusi alimentazione e attività fisica. Demenza in Italia: Prevalenza: La prevalenza della demenza in Italia è in linea con altri paesi ad alto reddito, con stime che indicano circa il 6-7% della popolazione oltre i 65 anni affetta da qualche forma di demenza. Questo numero tende ad aumentare con l'invecchiamento della popolazione. Tipi di demenza: La malattia di Alzheimer rappresenta la causa più comune di demenza in Italia, seguita dalla demenza vascolare e da altre forme di demenza. Le ricerche indicano che il diabete di tipo 2 è un fattore di rischio significativo per lo sviluppo di diversi tipi di demenza, inclusa la malattia di Alzheimer e la demenza vascolare.
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