Dr. Andrea Lappa Medico Oculista
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Oculista specializzato in chirurgia della cataratta, chirurgia refrattiva e patologie della cornea
🧐 L’occlusione venosa retinica è caratterizzata da una perdita improvvisa e indolore della vista, di grado da lieve a grave dovuta all’arresto di flusso ematico all’interno delle vene che drenano il sangue dalla retina causato da un trombo.
🧐 In generale si separano due grandi forme principali: occlusione venosa centrale, che coinvolge la vena centrale della retina, e occlusione venosa di branca, che si riferisce ad una diramazione del vaso venoso centrale.
Il blocco della circolazione determina aumento della pressione all’interno della rete capillare provocando emorragie, diffusione di liquido e materiale plasmatico nello spessore della retina potendo portare allo sviluppo di aree ischemiche (aree scarsamente irrorate) e/o di edema maculare.
🧐 Le complicanze più temute sono:
- l’edema della parte retinica centrale, deputata alla visione distinta (edema maculare);
- l’assenza di irrorazione della regione maculare;
- la proliferazione di vasi sanguigni anomali, che si formano in seguito all’ischemia retinica, che tendono facilmente a sanguinare e a portare a complicanze gravi.
🧐 L’Occlusione Venosa Retinica colpisce più frequentemente pazienti di età superiore ai 60 anni, ipertesi, con disturbi cardiocircolatori e diabete mellito.
Tra i fattori predisponenti vanno ricordati altresì il fumo, alcune anomalie della coagulazione (come la deficienza di proteine C e S e la presenza di anticorpi anti-fosfolipidi).
🧐 La diagnosi di occlusione venosa retinica viene posta principalmente mediante valutazione oftalmoscopica ma risultano particolarmente utili esami strumentali quali la fluorangiografia e la tomografia a coerenza ottica:
- fluorangiografia: permette di identificare con precisione l’estensione del segmento retinico coinvolto dall’occlusione venosa retinica, le zone di non perfusione capillare e l’eventuale esistenza di neovasi oculari.
- OCT: consente di individuare e quantificare l’edema maculare.
🧐 Lo pterigio è una malattia degenerativa che coinvolge la cornea e la congiuntiva. Si manifesta come una membrana triangolare bianco-giallastra che prende origine comunemente dalla congiuntiva nasale (lato interno dell’occhio) e tende a crescere verso la cornea.
🧐 Lo pterigio è molto più comune nelle popolazioni che vivono nelle zone equatoriali ed in coloro che lavorano all’aperto, soprattutto se l’attività si svolge vicino a superfici riflettenti. L’esposizione ai raggi ultravioletti ed alle radiazioni termiche può favorire l’alterazione delle cellule staminali dell’epitelio limbare e l’insorgenza dello pterigio.
🧐 Molte persone affette da questa malattia possono non avvertire alcun sintomo e non richiedono pertanto trattamento. Talvolta lo pterigio può ingrandirsi, diventare rosso e prominente, determinando un inestetismo ed una sensazione di corpo estraneo nell’occhio, lacrimazione e bruciore. Progredendo verso il centro della cornea lo pterigio può causare una distorsione della superficie corneale inducendo astigmatismo, o occupare direttamente la cornea prepupillare, causando visione sdoppiata e calo del visus.
🧐 La diagnosi di pterigio può avvenire semplicemente con l’osservazione alla lampada a fessura durante una visita oculistica.
Topografia corneale: permette l’esame accurato della curvatura della cornea, e può essere utile per monitorare la progressione dello pterigio e l’astigmatismo irregolare ad essa conseguente.
OCT della cornea: fornisce una scansione tomografica diretta dei tessuti coinvolti.
🧐 Quando lo pterigio aumenta di dimensioni e rischia di determinare, o determina un calo del visus, l’unico trattamento efficace è l’asportazione chirurgica.
L’intervento chirurgico si svolge in anestesia locale, ha una durata di circa 30 minuti e consiste nell’asportazione della testa e del corpo dello pterigio con una accurata ed estesa rimozione del tessuto fibrovascolare.
Allo scopo di ridurre l’elevato rischio di recidiva dopo l’intervento chirurgico si utilizza una tecnica di autotrapianto della congiuntiva, che viene prelevata da un altro settore dell’occhio del paziente e impiantata nella zona di sclera esposta.
🤓 La chirurgia refrattiva con laser a eccimeri è una tecnica chirurgica sicura ed efficace grazie alla quale si possono correggere i difetti di vista (miopia, astigmatismo, ipermetropia). La capacità del laser di rimuovere parti microscopiche con estrema precisione viene sfruttata per “rimodellare” la curvatura corneale. Così facendo è possibile eliminare i difetti di refrazione, ossia quelle patologie visive che ci impediscono di mettere a fuoco correttamente gli oggetti intorno a noi e per cui si è costretti a fare ricorso a occhiali o lenti a contatto.
🤓Grazie all’energia creata dal laser si produce un’“evaporazione” del tessuto bersaglio senza danneggiare i tessuti circostanti. Il tessuto viene asportato con una precisione straordinaria, impossibile per la mano umana, nell’ordine di micron (millesimo di millimetro) per ogni colpo emesso e con una riproducibilità non raggiungibile a tutt’oggi da nessun altro mezzo. Il laser a eccimeri rimodella la cornea per correggere il difetto visivo con quella che possiamo definire una chirurgia “permanente”, poiché l’effetto non è transitorio ma stabile nel tempo. Il difetto refrattivo da trattare deve essere stabile da almeno un anno e l’età minima per accedere all’intervento coincide con la maggior età.
🤓 Le tecniche più frequentemente utilizzate sono:
- PRK: deriva dall’inglese Photo Refractive Keratectomy che in italiano significa fotocheratectomia refrattiva. L’intervento prevede l’asportazione meccanica di una parte della sottile membrana superficiale della cornea (epitelio) mediante uno strumento smusso e successivamente viene applicato il laser a eccimeri
- LASIK: il trattamento con il laser a eccimeri in questo caso non avviene sulla superficie della cornea, ma all’interno di essa sullo strato intermedio chiamato stroma. Perché ciò sia possibile è necessario praticare, prima del trattamento con il laser a eccimeri, un’incisione a lamella con uno strumento chirurgico. Si solleva il lembo di tessuto corneale così creato (flap), si applica il laser a eccimeri e successivamente si riposiziona il lembo
🤓 La presbiopia consiste nella progressiva e naturale incapacità dell’occhio di mettere a fuoco gli oggetti più vicini. Dipende da un difetto refrattivo del cristallino causato da una perdita di elasticità che si verifica con l’avanzare dell’età, generalmente dai 40 anni in su.
🤓 La presbiopia non rientra fra i difetti di refrazione, le cosiddette ametropie, a cui appartengono invece miopia, ipermetropia e astigmatismo. È, infatti, dovuta a una perdita della capacità accomodativa naturale dell’occhio, vale a dire la flessibilità del cristallino che modifica la sua forma per mettere a fuoco gli oggetti più vicini e più lontani. Con il passare degli anni la parte centrale del cristallino (nucleo) perde acqua, si indurisce e aumenta l’indice di rifrazione. Ciò comporta un’incapacità del cristallino di adattarsi con un allontanamento del punto prossimo, il punto di messa a fuoco più vicino.
🤓 L’età è il fattore di rischio più importante per la presbiopia. Generalmente la condizione si manifesta dopo i 45 anni e tende ad aggravarsi progressivamente con l’età.
Se la presbiopia si manifesta prima dei 40 anni, all’origine della malattia potrebbero esserci altre patologie come diabete, sclerosi multipla, malattie cardiovascolari, oppure l’uso di farmaci come diuretici, antistaminici, antidepressivi. Anche un trauma, la mancata correzione di un altro difetto della vista che ha portato il cristallino a fare un lavoro di compensazione, il fumo e l’esposizione a radiazioni possono provocare l’insorgenza di presbiopia.
🤓 La presbiopia si annuncia con un sintomo tipico, ovvero l’incapacità di leggere da vicino. La persona non riesce a mettere a fuoco la scrittura e tende ad allontanare il giornale o il libro che sta cercando di leggere. Nei miopi, per i quali la presbiopia si manifesta più tardi, si può manifestare un’apparente miglioramento della loro difficoltà a vedere da lontano.
🤓 Non è possibile prevenire la comparsa della presbiopia ma se ne possono curare gli effetti indesiderati con una correzione ottica adeguata o in alcuni casi con la chirurgia.
🤓 Che cos’è l’astigmatismo?
L’ astigmatismo è un difetto dell’occhio molto frequente che dipende dalla forma della cornea, che non è simile a quella di un pallone da calcio, ma è più simile a quella di un pallone da rugby e quindi la curvatura non è la medesima sui diversi meridiani. I raggi di luce non vengono messi a fuoco tutti nello stesso punto. Questo accade perché l’occhio non ha lo stesso potere di messa a fuoco lungo tutti i meridiani della cornea, provocando nei casi più lievi una minore nitidezza delle immagini. L’astigmatismo peggiora la vista sia da lontano che da vicino e non ha rapporti con l’età del paziente come la presbiopia.
🤓 Quali sono le cause dell’astigmatismo?
A causare l’astigmatismo può essere un’alterazione della curvatura della cornea che, anziché avere una forma normalmente sferica ha un profilo ellissoidale. In questo caso i raggi di luce provenienti dagli oggetti vengono proiettati in maniera disuguale nei vari punti della retina. L’occhio astigmatico vede male sia da lontano sia da vicino, gli oggetti possono apparire sfocati ma anche sdoppiati.
🤓 Quali sono i sintomi dell’astigmatismo?
Poiché gli oggetti non sono messi a fuoco in modo uguale in tutti i meridiani alcune parti di essi sono a fuoco, e altre fuori fuoco. Ad esempio una E può vedere la linea verticale a fuoco e le linee orizzontali fuori fuoco e viceversa. Il cristallino in alcuni casi può in parte compensare, mettendo a fuoco prima le linee verticali e poi orizzontali e lasciare poi al cervello il compito di elaborarle. Nei casi più gravi, gli oggetti possono apparire distorti in diversi modi: per esempio un cerchio viene percepito come una forma ovale. Lo sforzo visivo per compensare il difetto può provocare cefalea, affaticamento, bruciore e dolore che interessa i bulbi oculari e l’arcata ciliare, lacrimazione.
🤓 L'ipermetropia è un difetto di refrazione per il quale la vista degli oggetti vicini risulta maggiormente sfocata rispetto a quelli lontani; a volte è possibile vedere nitidamente gli oggetti molto distanti nelle ipermetropie lievi, ma nel caso delle ipermetropie elevate anche questi risultano sfocati. La luce proveniente dagli oggetti, sia da quelli lontani sia da quelli più prossimi, non viene messa a fuoco perfettamente sulla retina, ma su un piano posto dietro ad essa.
🤓 Nell'ipermetropia lieve, finché si è giovani, l'occhio riesce a compensare il proprio difetto con il meccanismo naturale dell'accomodazione (cioè il potere di mettere a fuoco che ha il cristallino modificando la sua forma all'interno dell'occhio), ma verso i 40 anni questa capacità inizia a diminuire e allora si rendono necessarie le lenti correttive. I pazienti hanno la sensazione di un peggioramento visivo che sembra progressivo, in effetti tale difetto è congenito e con l'età è solo la capacità di compensarlo che viene meno. Dunque con l'avanzare dell'età va corretta con gli occhiali.
🤓 Inoltre, il cristallino che tende a compensare il difetto è sottoposto a uno stress continuo del muscolo ciliare, che non è mai rilassato. Il passaggio naturale dalla visione di oggetti distanti e oggetti vicini determina, , un continuo aggiustamento. Non è raro che questo meccanismo dia vita a sintomi quali:
- bruciore
- lacrimazione dell'occhio
- dolori degli occhi e mal di testa, dopo la lettura, la scrittura, il lavoro al computer o lo svolgimento dei compiti con i bambini;
- ipersensibilità alla luce poiché i muscoli che governano lo spostamento del cristallino hanno la stessa inserzione di quelli che governano la regolazione della pupilla
🤓 È il difetto refrattivo più diffuso al mondo. In Italia riguarda 1 persona su 4. Parliamo della miopia, problema che impedisce di vedere bene gli oggetti a distanza.
🤓 La sua insorgenza dipende da una predisposizione genetica, ma anche fattori legati allo stile di vita, come trascorrere molte ore in luoghi chiusi e poco illuminati, tenendo gli occhi fissi sugli schermi di tv, computer, smartphone o tablet, inciderebbero sulla sua comparsa o peggioramento.
🤓 L’emergenza Covid19 ha costretto molti a rimanere a casa e a utilizzare più del solito i dispositivi elettronici, sia in smart working, sia in didattica a distanza con conseguenze negative anche sugli occhi.
🤓 Si tratta di un disturbo che insorge generalmente in età scolare, aumenta nel periodo dello sviluppo e tende a stabilizzarsi intorno ai 20-25 anni, aumentando solo lievemente dopo quell’età (se non sono presenti particolari patologie che la fanno peggiorare rapidamente)”.
🤓 I principali sintomi sono:
- visione sfuocata quando si guardano gli oggetti lontani. Quanto maggiore è il difetto visivo, tanto minore è la distanza alla quale si vede bene;
- necessità di strizzare gli occhi, per cercare di mettere a fuoco gli oggetti lontani. Il termine miopia deriva dal greco myo che significa “chiudere” e sta appunto a indicare l’abitudine delle persone miopi di socchiudere gli occhi per poter vedere meglio da lontano;
- affaticamento della vista e mal di testa per il continuo sforzo di messa a fuoco.
🧐 L’unica cura di comprovata efficacia per la cataratta è l’intervento chirurgico. Oggi l’intervento non è doloroso o invasivo ed ha un recupero estremamente rapido grazie all’ausilio delle tecnologie più innovative.
🧐 Durante l’intervento la Cataratta viene frammentata ed aspirata mediante un un sofisticato strumento ad ultrasuoni (Facoemulsificatore), eventualmente con l'ausilio di un laser al alta frequenza (Femtolaser). Al suo posto viene inserita all’interno dell’occhio una lente intraoculare detta anche cristallino artificiale o IOL (Intra-Ocular-Lens). La scelta della lente intraoculare più adatta a ciascun occhio è fondamentale per il buon risultato dell’intervento.
🧐 Il paziente arriva di solito circa un’ora prima dell’intervento e viene preparato con delle gocce per la dilatazione della pupilla. Quindi entra in sala operatoria dove viene fatto sdraiare su un lettino e dopo la disinfezione accurata dell’occhio da operare viene coperto da un telo per mantenere la sterilità del campo operatorio.
🧐 L’intervento che dura circa dieci minuti comincia con una micro-incisione sulla cornea di 1,8-2,2 millimetri. Successivamente si esegue la capsuloressi cioè la rimozione della capsula anteriore, la capsula sarebbe il sacchetto che contiene la cataratta. Attraverso la capsuloressi viene introdotto il il Facoemulsificatore che permette la frammentazione e aspirazione della cataratta. La fase successiva è l’introduzione all’interno della capsula di una lente intraoculare (IOL).
🧐 La nuova chirurgia mini-invasiva permette di liberarsi totalmente dagli occhiali mediante l’utilizzo di lenti intraoculari all’avanguardia che permettono di eliminare contemporaneamente la cataratta e gli altri eventuali difetti della vista: miopia, astigmatismo, presbiopia o ipermetropia.
🧐Che cos'è la cataratta?
La cataratta è un’opacizzazione del cristallino, la lente indispensabile per mettere a fuoco le immagini sulla retina che si trova dietro alla parte colorata dell’occhio, l’iride. È un problema tipicamente associato all’invecchiamento, che tende a insorgere dopo i 60 anni, ma che può colpire anche in giovane età e può essere risolto solo con un intervento chirurgico.
🧐Quali sono le cause della cataratta?
In genere l’opacizzazione è causata dall’aggregazione e dall’ossidazione delle proteine del cristallino, un processo noto e diffuso in tutto l’organismo che progredisce con l’invecchiamento. Per questo motivo il 90% degli individui di età superiore ai 75 anni soffre di cataratta. Altre possibili cause sono l’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti, il diabete e il fumo.
🧐Quali sono i sintomi della cataratta?
Il sintomo principale è l’annebbiamento progressivo, a volte con abbagliamento alla luce frontale, sdoppiamento delle immagini e talvolta un iniziale curioso miglioramento della vista. Pertanto è consigliata una visita oculistica periodica oltre i 60 anni di età, anche in assenza di sintomatologia specifica.
🧐Quali sono gli esami per diagnosticare la cataratta?
➡️L’esame biomicroscopico completo con lampada a fessura
➡️L’esame completo della refrazione e dell’acutezza visiva
Altre indagini in previsione di intervento:
➡️Ecobiometria (per valutare le caratteristiche delle lenti da inserire al posto del cristallino opacizzato)
➡️Biomicroscopia dell’endotelio corneale (per valutare le condizioni della cornea e individuare condizioni che possano aumentare i rischi legati all’intervento)
➡️Ecografia bulbare (per valutare la morfologia della retina laddove la cataratta sia talmente grave da non permettere l’esplorazione profonda delle strutture con altri esami)
➡️Eventuali esami retinici (fluorangiografia – tomografia OCT)
➡️Topografia corneale (per determinare lo spessore e la forma della cornea, la lente più importante dell’occhio)
Nel prossimo video parleremo dell'intervento chirurgico della cataratta
Estratto dall'intervista su Well TV sul tema del cheratocono, ringrazio la redazione dell'ospitalità ed i miei mentori Dr. Gianpaolo Gatta e Dr. Roberto Bellucci per aver avuto la possibilità di parteciparvi
Il Crosslinking corneale è un trattamento parachirurgico a bassa invasività che ha lo scopo di aumentare la rigidità e la resistenza del tessuto corneale in grado di bloccare l'evoluzione di patologie corneali progressive . Si basa sull'imbibizione della cornea effettuata con una soluzione di vitamina B2 (Riboflavina) e sul successivo irraggiamento con raggi UV. In questo modo si riesce ad aumentare il numero dei legami esistenti tra le fibre del collagene corneale e la cornea risulta più resistente allo sfiancamento (ectasia).
Il Crosslinking si effettua per stabilizzare le ectasie corneali, cioè tutte quelle patologie in cui la cornea subisce un progressivo sfiancamento, prima fra tutte il Cheratocono.
Esistono due modalità di trattamento con e senza rimozione dell'epitelio. L'intervento è ambulatoriale ed effettuato in anestesia topica (instillando solamente gocce oculari). Nella prima fase del trattamento si somministra al paziente il collirio a base di Riboflavina, nella seconda fase dell'intervento la cornea viene irraggiata con una sorgente di raggi UVA. I tempi di irraggiamento variano dai 5 ai 15 minuti in rapporto alla potenza di emissione del laser.
Iontoforesi: con questa nuova tecnica in soli 5 minuti si riesce ad ottenere una rapida penetrazione del farmaco all'interno della cornea mantenendo intatto l'epitelio corneale, attraverso la generazione di una minima corrente elettrica a basso voltaggio. Nella seconda fase dell'intervento la cornea viene irraggiata con una sorgente di raggi UVA. I tempi di irraggiamento variano dai 5 ai 15 minuti in rapporto alla potenza di emissione del laser.
Il paziente dopo l'intervento può rientrare a casa e deve sottoporsi a controllo il giorno successivo. Soprattutto dopo la tecnica tradizionale nei giorni successivi al trattamento è normale che il paziente avverta dolore intenso, lacrimazione, fastidio alla luce. Dopo iontoforesi i fastidi sono notevolmente ridotti e con la tecnica transepiteliale sono praticamente assenti.
Il cheratocono è una malattia degenerativa conseguente a una minore rigidità strutturale della cornea.
Consiste in un progressivo sfiancamento del tessuto che si assottiglia e si estroflette all’apice assumendo la forma di un cono. In genere colpisce entrambi gli occhi, anche se spesso in misura diversa. Si stima che ne sia affetto un abitante ogni 1.500, ma i casi di alterazioni riconducibili al cheratocono sono almeno il doppio. Si manifesta nell’infanzia o nella pubertà e progredisce in buona parte dei casi fino ai 35-40 anni.
Le cause del cheratocono sono in parte sconosciute, si ipotizza che alla sua base ci siano cause genetiche che ne condizionano l’insorgenza e fattori esterni come microtraumi da sfregamento o da allergie che ne condizionano l’evoluzione.
L’esordio e l’evoluzione della malattia sono molto variabili.
Il sintomo del cheratocono è la visione che con il progredire della malattia diviene progressivamente più sfuocata e scarsamente migliorabile con occhiali. Progressivamente il deficit visivo diviene fortemente invalidante e difficilmente correggibile anche con lenti a contatto. Nei casi più avanzati, quando l’assottigliamento estremo del tessuto corneale comporta la formazione di cicatrici corneali o un rischio imminente di perforazione, si pone l’indicazione al trapianto di cornea.
E' quindi fondamentale una diagnosi precoce al fine di arrestare la progressione della patologia con l'intervento di Cross-Linking, di cui parleremo nel video successivo
L'ambliopia, conosciuta anche come "occhio pigro", è una condizione che interessa il 4% della popolazione mondiale ed è caratterizzata da una riduzione più o meno marcata della capacità visiva di un occhio o, più raramente, di entrambi. In breve si può dire che dipende da un'alterata trasmissione del segnale nervoso tra l'occhio e il cervello per cui il cervello privilegia un occhio a causa della ridotta acuità visiva dell'altro.
Allo stato delle conoscenze attuali può essere trattata con possibilità di successo più o meno completo solo entro i primi 6-8 anni di vita.
Le cause più comuni dell'ambliopia sono:
- Lo strabismo, cioè un anomalo allineamento degli occhi, provocato da un difetto dei meccanismi neuro-muscolari che ne controllano i movimenti
- Cataratta congenita e ptosi palpebrale
- Anisometropia, cioè una differente refrazione tra i due occhi
I segnali e i sintomi dell'occhio pigro sono molto raramente riferiti dal paziente perché è spesso troppo piccolo per denunciare una vista inferiore in un occhio rispetto all'altro. E' per questo motivo che si raccomanda di effettuare una prima visita oculistica al bambino, anche in assenza di sintomi, entro i 3-4 anni di età.
Attualmente vi è la tendenza ad anticipare ulteriormente la prima visita così che venga effettuata entro il primo anno di vita.
La terapia anti-ambliopica va impostata il più presto possibile in stretta collaborazione con gli ortottisti. Il primo intervento, dopo una corretta valutazione e correzione dei difetti refrattivi e/o delle cause che anatomicamente impediscono la corretta proiezione sulla retina delle immagini provenienti dall'ambiente esterno (come cataratta o ptosi palpebrale), consiste nell'occlusione diretta con bende adesive applicate sull'occhio o sull'occhiale e/o con filtri semitrasparenti posti sugli occhiali.
Il glaucoma è una malattia dell’occhio che consiste in un danno cronico e progressivo del nervo ottico causato generalmente da un aumento della pressione intraoculare.
Il glaucoma è una malattia ad alto impatto sociale, essendo la seconda causa di cecità irreversibile nel mondo.
L’Oms stima che circa 60 milioni di persone ne sono affette nel mondo (dei quali circa 8 milioni sono ciechi assoluti) e questo numero salirà a circa 111.8 milioni nel 2040. In Italia circa un milione di persone ne soffrono.
Tuttavia, è difficile stabilire il numero esatto dei malati perché molti di essi non sanno di esserlo, non sottoponendosi a controlli periodici del fondo oculare, della pressione dell’occhio e del campo visivo.
L’aumento della pressione oculare alla base del glaucoma all’inizio non provoca sintomi particolari, non a caso il glaucoma viene chiamato “ladro silenzioso della vista”: per questo è bene effettuare controlli preventivi della vista con cadenza regolare, in particolar modo dopo i 40 anni.
In seguito, quando si iniziano a perdere porzioni laterali del campo visivo, il nervo ottico ha già cominciato a danneggiarsi. La perdita graduale della visione laterale, superiore o inferiore, può portare il paziente a urtare contro gli oggetti o ad avere difficoltà alla guida.
Tuttavia, la progressione dei sintomi non è lineare e, quando la malattia si aggrava, si arriva a perdere anche la visione centrale modo rapidamente. In questa fase terminale le possibilità terapeutiche sono ridotte ed è per questo che i controlli oculistici periodici preventivi sono molto importanti.
Vi è mai capitato di vedere dei puntini neri davanti agli occhi o delle mosche volanti? Bene, parliamo di miodesopsie: la comparsa di corpi mobili vitreali che determinano la visione da parte del paziente di piccoli corpuscoli o filamenti che si muovono quando il paziente muove gli occhi. Le miodesopsie possono comparire sotto forma di mosche volanti, ragnatele o filamenti e possono variare nelle dimensioni e nella quantità. La loro comparsa è più frequente durante la stagione estiva perché legata in parte alla disidratazione. La sintomatologia inoltre è più fastidiosa in condizioni di forte luminosità, ad esempio quando il paziente guarda il cielo o una parete bianca.
I due terzi posteriori dell’occhio sono occupati da una sostanza gelatinosa che è il corpo vitreo che in seguito a diverse cause può andare incontro a cambiamenti della sua struttura e densità che perde appunto la sua naturale trasparenza. Le cause principali sono dunque l’invecchiamento del vitreo stesso, la disidratazione, la miopia ma anche traumi e dopo la chirurgia della cataratta.
Quando le miodesopsie compaiono è necessario sottoporsi ad una visita oftalmologica perché va sempre controllato il fondo dell’occhio. Questo perché molto spesso, specialmente nei pazienti anziani e nei pazienti miopi, la comparsa di miodesopsie può essere il primo sintomo di un distacco posteriore di vitreo. Il distacco posteriore di vitreo è un evento molto comune che nella maggior parte dei casi non determina condizioni patologiche, ovvero il vitreo si distacca dalla retina e rimane fluttuante all’interno della cavità vitreale senza causare danni ulteriori. Tuttavia durante questo processo si possono determinare delle lesioni sulla retina oppure delle emorragie per cui l’esame del fondo dell’occhio è di fondamentale importanza.
La degenerazione maculare senile è una malattia che si sviluppa a causa dell’invecchiamento e che colpisce la macula, che è la porzione più centrale della retina.
È considerata la principale causa di perdita grave della visione centrale dopo i 60 anni: in caso di progressione il paziente manifesta:
- riduzione della visione centrale,
- presenza di area scura al centro del campo visivo (scotoma)
- visione sfuocata delle parole nella lettura
- distorsione delle linee dritte (metamorfopsie)
Si può sviluppare in due forme differenti:
-non essudativa o “secca”, nella quale compaiono lesioni che vengono chiamate drusen e che sono accumuli di scorie cellulari che si possono riassorbire o calcificare
-essudativa o “umida” che presenta, oltre alle lesioni, la formazione di nuovi vasi sotto la retina che sono responsabili dell’evoluzione essudativa della degenerazione maculare.
La retinopatia diabetica è una grave complicanza del diabete: colpisce la retina e, in età lavorativa, è la prima causa d’ipovisione e cecità nei Paesi sviluppati.
Si calcola che venga diagnosticata una retinopatia a circa un terzo dei diabetici.
Nelle sue fasi iniziali, la retinopatia diabetica è asintomatica: il soggetto, quindi, si accorge della malattia solo quando questa è già in fase avanzata.
Con il progredire della patologia, i sintomi correlati a retinopatia diabetica sono:
- Miodesopsie (mosche volanti) o corpuscoli della visione
- Vista offuscata
- Scarsa visione notturna
- Macchie scure nel campo visivo
- Colori sbiaditi
- Riduzione improvvisa dell’acuità visiva
In seguito alla diagnosi di diabete è consigliabile prenotare una visita oculistica, in modo da valutare le condizioni visive e lo stato di salute della retina per ridurre al minimo il rischio di danni alla retina.
L’occhio secco è una patologia molto invalidante e sempre più diffusa a causa del massivo utilizzo di smartphone, videoterminali, condizionatori e termoconvettori. Si sviluppa quando gli occhi non sono in grado di mantenere una adeguata lubrificazione della superficie. Scopriamo insieme le principali cause e perchè è importante effettuare una valutazione quantitativa e qualitativa della lacrimazione
E' terminata la mia prima esperienza umanitaria in Camerun con Amoa, Associazione Medici Oculisti per l'Africa, Onlus che da anni organizza campagne chirurgiche, invia strumentazione e favorisce la formazione di personale locale sempre più autosufficiente.
E' stato un viaggio in un'Africa autentica e lontana dagli itinerari turistici, che si è rivelato "impattante" sia da un un punto di vista fisico che mentale.
Ho avuto il privilegio di condividere questa esperienza con Francesco Martelli, presidente di Amoa, che non si è solo dimostrato un eccellente chirurgo ma anche un compagno di viaggio in grado di farmi immergere nella cultura del posto e riflettere sulle tante contraddizioni di questo popolo, così lontano ma insospettabilmente vicino al nostro...
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