Mauro Congia

Mauro Congia

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No a Barbara D’Urso in politica
No a Barbara D’Urso in politica

Laurea in Medicina e Chirurgia. Specialista in Pediatria, lavora al Microcitemico. È stato ricercatore alla Stanford University California USA.

Candidato M5S alle politiche 2022 e al Consiglio regionale della Sardegna alle elezioni 2024 Sono un Medico Pediatra che da oltre 30 anni lavora nell’Ospedale Microcitemico di Cagliari dove ho ricoperto quasi tutti i ruoli; da Medico di reparto a Responsabile di Day Hospital di Gastroenterologia Pediatrica e Malattie Metaboliche, a sostituto prima e F.F. poi di Direttore della Clinica Pediatrica e

Photos from Mauro Congia's post 20/07/2024
19/07/2024

MAURO PILI IL DON CHISCOTTE DELL’EOLICO

Scava che ti scava, come sanno fare i buoni giornalisti, si scopre che l’impianto eolico che starebbe dando l’assalto alla basilica di Saccargia, venne approvato nel 2003 dallo stesso Don Chiscotte schierato contro l’eolico di oggi del 2024 e cioè lo stesso Mauro Pili.

Questo è quanto riportato da Mauro Lissia sul FattoQuotidiano di oggi 19 luglio (https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/07/19/sardegna-la-metamorfosi-del-berlusconiano-pili-da-giornalista-boccia-limpianto-eolico-approvato-20-anni-prima-come-governatore/7629682/ #)

Fu infatti Mauro Pili “in qualità di presidente berlusconiano della Regione ad approvare l’installazione delle due centrali eoliche progettate dalla Erg Wind non lontano dalla basilica medievale di Saccargia”.

Sempre dal FattoQuotidiano apprendiamo che “la revisione delle due centrali avviata dalla Erg Wind non può essere fermata: la delibera firmata da Pili nel 2003 vale ancora oggi e l’autorizzazione al repowering degli impianti ha ricevuto il via libera definitivo dei giudici amministrativi.

E la colpa dello “scempio di Saccargia” dovrebbe attribuirsi ad Alessandra Todde e alla sua giunta in carica da circa 3 mesi?

Mi sa che il nostro Don Chiscotte con queste credenziali continuerà a battersi e sb*****si contro i mulini a vento, meglio contro le pale eoliche che lui stesso ha consentito.

17/07/2024

L’ASSESSORE BARTOLAZZI PUÒ DORMIRE SONNI TRANQUILLI E I MAGISTRATI È MEGLIO SI OCCUPINO DI ISTANZE PIÙ RILEVANTI.

Caro prof. Maninchedda,
Ho letto con interesse il suo articolo - “Sanità: l’Assessore sbaglia ancora. Attenzione ai magistrati”- (https://www.sardegnaeliberta.it/sanita-lassessore-sbaglia-ancora-attenzione-ai-magistrati/).
Ho cercato dentro il suo articolo ma, disattendendo la curiosità del lettore, non si riesce a capire quali siano gli errori dell’assessore e perché dovrebbe stare attento ai giudici. Si parla di generiche indagini che dovrebbe fare la magistratura ma non si spiega per nulla perché l’assessore Armando Bartolazzi invocando l’articolo 7 del contratto tra la RAS e il DG dovrebbe stare accorto ai giudici.

Siccome sono una persona curiosa mi sono letto non solo i documenti che lei ha allegato (la nota assessoriale e la risposta del Dr. Tidore) ma anche il famoso articolo 7 che lei non ci ha fornito. Si tratta di contratti standard, quelli che la RAS stipula con i DG e quindi tutti gli articoli 7 sono uguali e facilmente reperibili sull’web.

Riporto quindi per intero l’articolo 7:
Il contratto è risolto, con conseguente decadenza dall’incarico, nei seguenti casi:
a) assenza o impedimento del Direttore Generale che si protragga oltre sei mesi
come previsto dall’art. 3, comma 6, del D. Lgs. 502/1992;
b) quando venga meno il rapporto fiduciario tra Amministrazione Regionale e Direttore Generale;
c) quando ricorrano gravi motivi o in caso di violazione di leggi o del principio di buon andamento e di imparzialità dell’amministrazione;
d) nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi individuati come essenziali
dagli atti di programmazione regionale.
e) nel caso in cui, anche successivamente alla nomina, vengano accertate cause di inconferibilità e/o incompatibilità con l’incarico ricoperto;
Nei casi di cui al primo comma, lettera b), c), d) ed e), la Giunta regionale, previa formale contestazione dell’addebito all’interessato e successiva verifica in contraddittorio, risolve il contratto dichiarandone la decadenza, previo parere della Conferenza territoriale sanitaria e socio sanitaria.
Nulla è dovuto, a titolo di indennità di recesso, al Direttore Generale nei casi di
cessazione dall’incarico per decadenza, mancata conferma, revoca, risoluzione del contratto, dimissioni.

Come potrà notare la lettera b recita: “quando venga meno il rapporto fiduciario tra Amministrazione Regionale e Direttore Generale”.

Dai documenti che ci ha fornito sembra che si contesti al Dr. Tidore l’assegnazione degli incarichi gestionali, che, come lei sicuramente saprà, non sono un obbligo di legge come quelli invece professionali. E quindi il non ottemperamento alla nota 3640 del 29/03/24 della stessa presidente Alessandra Todde non è un fattore trascurabile.

Il Dr Tidore risponde che lui sta applicando il piano aziendale e chiede quali violazioni dell’atto di indirizzo non sono state rispettate e dove il piano aziendale non debba essere applicato.

Come anche lei potrà facilmente intuire, il rispetto del piano aziendale, invocato dal Dr Tidore, potrebbe rispecchiare una visione opposta o comunque differente da quella che l’assessore vuole dare alla sanità sarda con delle nuove linee di indirizzo. Pertanto, il piano aziendale della ASL8 -che probabilmente andrà completamente rivisto tra qualche mese- risulterebbe non solo anacronistico ma determinerebbe ostacolo, per via degli incarichi gestionali che si vorrebbe conferire, rispetto alle nuove linee di indirizzo.

A questo punto è nello scontro tra visioni differenti su cosa ad esempio debba diventare il Microcitemico (il mio ospedale), l’ARNAS Brotzu e l’Oncologico (per ora fermiamoci qui per non complicare ulteriormente le visioni) che sta venendo meno il rapporto fiduciario tra l’ente politico e il DG.
E quindi contrariamente a quanto lei afferma dovrebbe potersi applicare l’articolo 7 alla lettera B con buona pace dei magistrati.

14/07/2024

SCEGLIRE IL GIUSTO PER L’INTERESSE DI TUTTI I SARDI

Condivido ed aggiungo un mio commento a questo post di Mario Guerrini (https://www.facebook.com/share/p/o5gHMWuG8AsAMyeA/).

Mario ha centrato il punto. Il tutto e subito è impossibile da realizzarsi. E chi dice di saperlo e poterlo fare è un imbroglione o, come è accaduto con il precedente presidente, un garbuglione.

Fa bene Mario Guerrini a ricordare a tutti noi che “la Todde ha vinto per miracolo sul Moloch della destra” e che “se dopo Solinas fosse arrivato Truzzu (FdI) per la Sardegna (lo dico con convinzione) si sarebbero aperti scenari nefasti”. E della vittoria “bisogna esserle profondamente riconoscenti”.

Questo rappresenta il passato prossimo, ma ora più che mai Alessandra Todde “va aiutata all'interno della coalizione. Non combattuta”.

Personalmente credo vada aiutata soprattutto nelle scelte degli uomini e delle donne che andranno a svolgere ruoli chiave nella macchina amministrativa e rappresentativa regionale.

Ad esempio nella sanità.

La sanità sarda, una volta scemato il battage sulle pale eoliche, sarà il prossimo terreno di attacco da parte dei giornali legati alla precedente amministrazione. La lotta sarà senza quartiere perché assai più trasversale.

Perché la sanità è da sempre dominata dai più svariati interessi, personalissimi di carriera, economici, massonici di potere ed elettorali.

Credo che la cura e presa in carico del paziente interessi solo noi operatori sanitari e non a coloro che nei ruoli chiave distribuiranno appalti e incarichi.
E per scegliere gli uomini e le donne giuste a svolgere gli interessi comuni per i cittadini dell’isola non basteranno i CV. CV spesso imbottiti di fuffa, dove solo un peer riesce a valutare a fondo, come accade per i peer reviewers dei lavori scientifici, la qualità della persona.

Credo sul serio che la presidente vada aiutata in queste scelte.
Infatti, ricordo a tutti che CDX e CSX quasi si equivalgono in termini elettorali. Quindi, ogni due tecnici-esperti-competenti uno ha probabilmente il cuore che batte dall’altra parte.

Non avrei dubbi, a parità di giudizio non basato unicamente sul CV, preferirei un uomo o una donna che si è speso/a per la vittoria di Alessandra Todde.

10/07/2024

Condivido questo post e aggiungo un mio commento enfatizzando una frase chiave della nostra presidente Alessandra Todde.
-“La decentralizzazione potrebbe creare 21 sistemi normativi diversi, causando caos e concorrenza fiscale e sociale tra le Regioni, causando ineguaglianza e danneggiando famiglie e imprese”-
Tutti noi abbiamo sotto gli occhi un esempio concreto di cosa ha già significato per l’Italia l’autonomia regionale per la sanità ottenuta con un referendum del 2001 che modificava il titolo V della costituzione.
A cosa è servito? A creare nel corso di questi 23 anni 21 sistemi sanitari differenti con una frattura consolidata tra il Nord ed il Sud Italia nel rispetto dei LEA. Ma ancora peggio a determinare una mobilità sanitaria passiva che nel 2021 ha trasferito dalle regioni del sud verso il nord Italia più di 4 miliardi di euro.
La nostra isola lo scorso anno ha speso 80 milioni di euro in mobilità sanitaria passiva. E questi soldi sono quelli che si vedono perché vengono rimborsati alle famiglie dalla RAS. Bisognerebbe calcolare anche i denari out of the pocket, quelli che i cittadini sardi spendono di tasca propria e che non verranno rimborsati. Si tratta in media di circa 1.111,44 euro all’anno, come rilavato dai dati registrati nel 2022 (https://www.lanuovasardegna.it/regione/2024/04/09/news/sanita-a-pezzi-e-cure-troppo-care-i-sardi-scelgono-di-farne-a-meno-1.100503852 #)
Grazie presidente Alessandra Todde per la tua iniziativa. Tutti i sardi staranno dalla tua parte che è poi la parte di tutti noi. La parte dei sardi.

🗞️ Notizia
✍🏻 Andrea Sparaciari

𝗣𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗧𝗼𝗱𝗱𝗲, 𝗹𝗮 𝗦𝗮𝗿𝗱𝗲𝗴𝗻𝗮 𝘀𝗮𝗿𝗮̀ 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝟱 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗶𝗴𝗹𝗶 𝗿𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗵𝗶𝗲𝗱𝗲𝗿𝗮̀ 𝗶𝗹 𝗿𝗲𝗳𝗲𝗿𝗲𝗻𝗱𝘂𝗺 𝘀𝘂𝗹𝗹’𝗮𝘂𝘁𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗮?
La Sardegna è una delle cinque Regioni che si è apertamente schierata contro questa legge che spacca l’Italia favorendo chi ha di più a discapito di chi ha di meno. Dal primo momento abbiamo fatto sentire la nostra voce e ci ba***remo con le altre Regioni progressiste per fermare la secessione dei ricchi.

𝗤𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘃𝗼𝘁𝗲𝗿𝗲𝘁𝗲?
Il consiglio regionale è stato convocato mercoledì 17 luglio

𝗤𝘂𝗮𝗹𝗶 𝗹𝗲 𝗿𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝗶 𝘀𝗽𝗶𝗻𝗴𝗼𝗻𝗼 𝗮 𝗯𝗼𝗰𝗰𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗿𝗶𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮?
Questa è una legge iniqua e ingiusta che peggiorerà ancora di più la sanità, l’istruzione, i trasporti e renderà più difficile la vita dei cittadini. È pericolosa e ha preso corpo attraverso una legge ordinaria con la quale si pretende di scardinare l'assetto costituzionale. Non possiamo permetterci il silenzio mentre la destra cerca nuovamente di dividere l’Italia in due. Meloni e Salvini prendono in giro anche i cittadini del Nord perché è evidente che la coesione nazionale ne uscirà indebolita. La decentralizzazione potrebbe creare 21 sistemi normativi diversi, causando caos e concorrenza fiscale e sociale tra le Regioni, causando ineguaglianza e danneggiando famiglie e imprese.

𝗤𝘂𝗮𝗹 𝗲̀ 𝗶𝗹 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗿𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲?
L’autonomia differenziata mina la specialità della Sardegna, le sottrae risorse essenziali per i servizi di base e va contro l’articolo 3 della Costituzione. Non c’è alcuna contraddizione nel volersi ba***re per difendere la nostra specificità e per tutelare i sardi. A chi dice che la Sardegna è al sicuro perché è una Regione a statuto speciale, ricordiamo che le risorse vengono dalla dimensione nazionale e che se queste si riducono saranno di meno anche per la Sardegna, come già è successo. Non accetteremo mai una legge che condanni il popolo sardo all’arretratezza.

𝗖𝗿𝗲𝗱𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗶 𝘀𝘂𝗼𝗶 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗲𝗴𝗶 𝗱𝗶 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼𝗱𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮 𝘀𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝗿𝗶? 𝗦𝗶 𝗲̀ 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗰𝗼𝗻 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗹𝗼𝗿𝗼?
Le interlocuzioni non si sono mai fermate, come non si sono mai interrotte con i tanti sindaci di città amministrate dal centrodestra che stanno criticando aspramente questa riforma.

𝗔𝗹𝗰𝘂𝗻𝗶, 𝗱𝗮 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮, 𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗹𝗲𝗶, 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮 𝘀𝘁𝗮𝘁𝘂𝘁𝗼 𝗮𝘂𝘁𝗼𝗻𝗼𝗺𝗼, 𝗱𝗼𝘃𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗮 𝘃𝗼𝗹𝗲𝗿𝗲 𝗹’𝗮𝘂𝘁𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗮, 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗼𝗻𝗱𝗲?
La Sardegna orgogliosamente difende la propria specialità. A chi critica la nostra posizione rispondo che le infrastrutture delle regioni che oggi sono locomotive d’Italia non sono state finanziate con tasse differenziate e coi soli soldi del Nord, ma anche con quelli dei sardi e della Sardegna. Non possiamo accettare una riforma che ci danneggia.

𝗖𝗿𝗲𝗱𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗲𝗳𝗲𝗿𝗲𝗻𝗱𝘂𝗺, 𝗴𝗹𝗶 𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗼𝗻𝗱𝗲𝗿𝗮𝗻𝗻𝗼?
Me lo auguro fortemente. Dobbiamo riuscire a far comprendere che in questa autonomia non ci sono benefici, se non per qualcuno che cerca di costruire il proprio consenso sulle spalle delle Regioni più povere. Interi mondi produttivi, i sindacati, le associazioni di categoria, si stanno dichiarando apertamente contrari a tutto ciò. Questa legge ha ricevuto una sonora bocciatura anche a livello europeo perché aumenta le diseguaglianze. Servirà una grande risposta dal basso contro chi teme la partecipazione popolare.

06/07/2024

UN’ALTRA LETTURA DELLA LETTERA “SEGRETA” DI ALESSANDRA TODDE
Anch’io ho letto per intero la lettera della Presidente Alessandra Todde che ha per oggetto il “Progetto Integrazione industriale degli aeroporti della Sardegna”.

Ho scavato fra le frasi e i paragrafi della lettera ma non vi ho trovato le interpretazioni pubblicate su L'Unione Sarda del 5 luglio da parte di Mauro Pili.

Anzi, vi ho letto tutt’altro che una supina accettazione della “privatizzazione” degli aeroporti Sardi. Le stesse rilevazioni sono state esposte anche dalle associazioni sindacali Filt Cgil
E Uil (https://www.rainews.it/.../aeroporti-sindacati...).

Infatti, al contrario di quanto riferito nell’articolo di Mauro Pili, Alessandra Todde ha dichiarato che intende "salire oltre il 5% per esercitare appieno il ruolo di controllo e stimolo" nei tre scali sardi (https://www.avionews.it/.../1259142-sardegna-unita-di...). La verità a dispetto di quanto riferito da L'Unione Sarda è che allo stato attuale non sono noti tempi e modalità della partecipazione pubblica.

Ancora, una interpretazione diametralmente opposta alla cosiddetta “privatizzazione” degli aeroporti sardi de L'Unione Sarda è stata offerta dal quotidiano economico MF-Milano Finanza che rileva " tale mossa racchiude un significato più profondo della semplice volontà di fare efficienza operativa", poiché "il controllo di Ligantia passerebbe da quello esclusivo di F2i a quello congiunto con la Camera di Commercio di Cagliari ed Oristano, che a loro volta si troverebbero "ad avere un peso anche negli scali di Alghero ed Olbia". Insomma, F2i Ligantia è stata costruita ad arte per accogliere i soci pubblici, evitando di creare un "ostacolo alla concorrenza" ed "una posizione dominante", come rilevato da Agcm.

Ecco perché al contrario delle opinioni del quotidiano L'Unione Sarda sono importanti le posizioni assunte dalla Regione che entrando a far parte di F2i Ligantia rafforzerebbe insieme alla Camera di Commercio di Cagliari la parte pubblica nella gestione dei tre scali sardi.

Concludo riportando per intero un paragrafo della lettera “segreta” della Presidente Alessandra Todde omesso ad arte dall’articolo di Mauro Pili e che contrariamente a quanto riferito da L'Unione Sarda riflette una posizione tutt’altro che secondaria e supina della Regione e della sua Presidente nei confronti di F2i Ligantia:
- “Appare, per converso, di ogni evidenza, che l’amministrazione regionale non potrà tollerare nessuna iniziativa funzionale a deviare l’interesse pubblico dalle sopra descritte finalità con la logica conseguenza che con altrettanta fermezza verrà promosso ogni strumento giuridico e istituzionale a tutela della Regione e della Collettività che essa rappresenta -”.

A buon inteditore……

02/07/2024

LE IMPRECISIONI DELL’ L'Unione Sarda

L’articolo di oggi sull’ L'Unione Sarda a proposito delle Case della Comunità ci informa che ci sono 73 milioni del PNRR + 3 milioni della RAS per istituire 50 case della Comunità in Sardegna. L’articolo riporta anche che per ora ci sono solo i progetti per realizzarle. E che probabilmente nel 2026 quando saranno realizzate rischiano di restare vuote.

Mi auguro che questo non accada anche perché l’attuale giunta presieduta da Alessandra Todde ha fatto della programmazione un cavallo di battaglia e ci sono 2 anni di tempo per cercare di progettare su come riempirle.

I toni dell’articolo sono apprensivi ma forse sono più imprecisi che allarmistici.

Si fa infatti una gran confusione mischiando i compiti di quelli che saranno i 13 Ospedali di Comunità con quelli delle 50 Case della Comunità. Senza mai citare gli Ospedali di Comunità.

Alla fine della lettura persino il lettore esperto (un medico ospedaliero) resta confuso. Il colmo si raggiunge quando si parla delle Case della Comunità come risolutive per ridurre i ricoveri impropri. Un garbuglio.

Cerco quindi di fare chiarezza.

I tre pilastri della sanità territoriale del DM77 sono la creazione degli Ospedali di Comunità, delle Case della Comunità e delle Centrali Operative Territoriali (COT). Siccome non tutti conoscono la distinzione e interazione di questi 3 pilastri in poche parole cerco di riassumerla.

Gli Ospedali di Comunità: Strutture sanitarie di ricovero di cure intermedie, destinate a ricoveri brevi per pazienti che hanno bisogno di interventi sanitari a bassa intensità clinica. Dovrebbero quindi contribuire a fornire le cure appropriate riducendo gli accessi impropri al pronto soccorso o ad altri servizi sanitari. Inoltre consentirebbe di facilitare il trasferimento dei pazienti dalle strutture ospedaliere dove l’acuzie è stata superata ma il paziente non può ancora essere trasferito al proprio domicilio in sicurezza. Questo ruolo è particolarmente importante perché se espletato consentirebbe di liberare in tempi più brevi i posti letto per acuti incrementandone l’efficacia e efficienza. Quelli previsti per la Sardegna sono 13.

Le Case di Comunità dovrebbero essere delle strutture polivalenti che garantiscono: funzioni d’assistenza sanitaria primaria e attività di prevenzione. Ecco perché all’interno di queste strutture dovrebbero essere presenti equipe di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, infermieri e altri professionisti della salute (tecnici di laboratorio, ostetriche, psicologi, ecc.) che operano in raccordo anche con la rete delle farmacie territoriali.
In queste strutture è prevista la presenza di area prelievi e vaccinazioni, cure primarie e continuità assistenziale (MMG, PLS e Guardie Mediche), area ambulatori specialistici (sostituirebbero quindi la specialistica poliambulatoriale), area dei programmi di prevenzione e di promozione della salute, attività consultoriali, area servizi sociali del Comune. Il DM77 prevede due tipi di case di comunità, quelle hub (con servizi sanitari multi-disciplinari) e quelle spoke, che altro non sono che studi aggregati di medici di famiglia.

Il loro compito è quindi cruciale perché dovrebbero costituire un luogo di governo continuo della salute dei cittadini che opera in stretto contatto con le Centrali operative territoriali (COT). Le Case della Comunità da realizzare entro il 2026 in Sardegna sono 50. Sono quelle di cui parla l’articolo dell’ L'Unione Sarda di oggi, attribuendogli però i compiti degli Ospedali di Comunità.

Le COT dovrebbero svolgere una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e di raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi percorsi assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e che dovrebbero dialogare con la rete dell’emergenza-urgenza. Le COT da realizzare in Sardegna sono 16.

Ripeto, l’articolo ha confuso le 50 Case della Comunità con i compiti dei 13 Ospedali della Comunità.

A questo proposito credo che anche l’affermazione sull’ L'Unione Sarda di ieri, che ci sarebbe stato un sondaggio tra i medici dell’ARNAS Brotzu e quelli del policlinico universitario che avrebbe già bocciato l’accorpamento delle due aziende previsto dal DDL Bartolazzi, sia priva di qualsiasi fondamento.

25/06/2024

L’IRCCS DELLA SARDEGNA PER LA GENETICA DEI SARDI

La creazione di un IRCCS per la Sardegna è prevista nel programma della coalizione di CSX con il quale Alessandra Todde ha vinto le elezioni. Infatti, a pagina 18 del programma definitivo leggiamo: “In Sardegna, una sanità moderna si realizza anche attraverso la creazione di un Polo Sanitario (Microcitemico, Oncologico, San Michele e AOU-CA, ecc.) di valenza nazionale, connesso con la rete ospedaliera, verso la costituzione di un Istituto di Ricovero e Cure a Carattere Scientifico (IRCCS)”.

Ma cosa è un IRCCS e perché sarebbe importante per la Sardegna?

IRCCS sta per Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Si tratta di ospedali di eccellenza che perseguono finalità di ricerca nel campo biomedico ed in quello della organizzazione e gestione dei servizi sanitari e quindi delle cure. Per questa ragione, il Ministero della Salute garantisce che la ricerca degli IRCCS sia finalizzata all’interesse pubblico con una diretta ricaduta sull'assistenza del malato. Il "riconoscimento del carattere scientifico" è la procedura attraverso cui questi ospedali, specializzati in specifiche patologie di rilievo nazionale, vengono qualificati come IRCCS.

La Sardegna non ha e non ha mai avuto un IRCCS, a dispetto di alcune eccellenze mediche e di ricerca per le quali è stata ed è tuttora conosciuta nel mondo, come ad esempio per la ricerca genetica, la prevenzione e la cura con terapie innovative della talassemia.

Oggi la ricerca che sta destando interesse internazionale sulla nostra isola è quella sulla genetica dei sardi e sui risultati che questa può generare per la medicina traslazionale combinando discipline, risorse, competenze e tecniche innovative incluso l’uso dell’AI.

I dati genetici ottenuti promuoveranno la prevenzione, la diagnosi precoce e cura sia di malattie monogeniche che di malattie complesse inclusi i tumori. Per alcune di queste, come il diabete insulino-dipendente del bambino, che per la sua frequenza potremmo definire una malattia sociale, esistono oggi terapie innovative che - se attuate precocemente - sono capaci di ritardare o persino di prevenirne l’insorgenza.

L’IRCCS potrebbe essere lo “spazio” dove molteplici sinergie tra il settore pubblico, con il coinvolgimento dei principali enti di ricerca del territorio e della stessa RAS e del suo sistema sanitario regionale che garantisce il quadro istituzionale adeguato, e il settore produttivo privato che assicura, automazione, tracciabilità e conservazione sicura ed efficace dei dati, si incontrano.

Credo che l’occasione offerta dalla giunta presieduta da Alessandra Todde, che ha fatto dell’innovazione e programmazione la sua bandiera elettorale, per creare un IRCCS con queste caratteristiche sia unica e irripetibile.

15/06/2024

IL TUTOR È PREVISTO DAL CCNL, RENDIAMOLO OPERATIVO!

Il riconoscimento della figura del “tutor” si trova all’interno dell’art. 7 del Contratto collettivo nazionale di lavoro dell’area sanità - Triennio 2019-2021.

In particolare l’art. 7 tratta del - Confronto regionale –
“le regioni entro novanta giorni dall’entrata in vigore del presente contratto, previo confronto con le organizzazioni sindacali firmatarie dello stesso, possono emanare LINEE GENERALI DI INDIRIZZO AGLI ENTI O AZIENDE” - (si chiama promozione del governo clinico e come abbiamo segnalato in un altro post, per ora nella RAS la posizione del direttore È VACANTE) - .............nelle seguenti materie:
punto g) indirizzi in materia di riconoscimenti connessi allo svolgimento dell’attività didattica e di tutoraggio nell’ambito della formazione specialistica del personale destinatario del presente CCNL, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 368/1999 e successive modificazioni ed integrazioni;

ancora più avanti
all’ Art. 86. Assunzioni a tempo determinato ai sensi della legge 30 dicembre 2018, n. 145
al punto 10: Le aziende sanitarie presso le quali gli specializzandi sono assunti ne garantiscono il tutoraggio, ai sensi del decreto legislativo n. 368/1999 e successive modificazioni ed integrazioni, svolto rispettivamente dai dirigenti medici, medici veterinari e sanitari della struttura nominati dalla scuola, nelle forme indicate dall’Università d’intesa con la direzione sanitaria e con i dirigenti responsabili delle strutture stesse. Il tutor nel corso dell’incarico stabilisce, sulla base delle competenze acquisite dallo specializzando e certificate secondo le modalità stabilite dalla scuola, le attività assistenziali che lo specializzando può via via svolgere in autonomia secondo quanto in questo senso attestato dalla scuola stessa, ferma restando la necessità per il tutor stesso di intervenire tempestivamente in caso di necessità.

Segnalo che nulla di tutto questo è stato nè discusso nè realizzato. Nonostante molti di noi svolgano una intensa attività di tutoraggio anche nei confronti degli specializzandi non assunti (lezioni, esercitazioni al letto del malato, tesi di specializzazione, discussione di casi clinici), non vi è e non vi è stato alcun riconoscimento per questo tipo di attività.

Credo fermamente che un modo per trattenere su base volontaria ancora in attività fino ai 70 anni colleghi prossimi alla pensione possa essere il RICONOSCIMENTO dell’attività di tutor nei confronti sia degli specializzandi in formazione che di quelli che saranno neo assunti per far fronte alla carenza di medici.

La RAS e l’Università hanno una occasione straordinaria di fattiva collaborazione per sopperire allo stesso tempo sia alla carenza di medici, riconoscendo la figura del tutor (prevista dal CCNL), che di contribuire attivamente alla formazione sia degli specializzandi che di quelli neo-assunti.

08/06/2024

LISTE D’ATTESA:
DIRITTO ALLE PRESTAZIONI O DIRITTO ALLE CURE

Il governo sta approntando delle misure per cercare di ridurre le liste d’attesa per le prestazioni specialistiche in tutta Italia (https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=6577) .

Si tratta di iniziative attese da anni. Il governo ha deciso di dividere il piano in un decreto legge, operativo da subito e che non dovrebbe costare, e in un successivo disegno di legge (Ddl). Il Ddl più complesso includerà provvedimenti che necessitano di maggiori risorse e tempi di approvazione più lunghi.

Per ora elencherò le iniziative del Decreto legge con il relativo COMMENTO

Decreto legge
1) Art. 1 Creazione di una piattaforma di monitoraggio delle prestazioni gestita da Agenas per il monitoraggio puntuale e reale dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie. COMMENTO: Il provvedimento è stato accolto con sorpresa dagli assessorati regionali alla sanità per totale mancanza di comunicazione in merito
2) Art.2 Istituzione di un meccanismo di controllo presso il ministero della sanità con rafforzamento del Sistema Nazionale di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria SIVeAS. COMMENTO: Il provvedimento è stato accolto con sorpresa dagli assessorati regionali alla sanità per totale mancanza di comunicazione in merito
3) Art. 3 -Cup regionale o interregionale unico dove confluiranno non solo le agende della specialistica ambulatoriale e ospedaliera, ma anche quelle del privato convenzionato, che dovrà mettere a disposizione le prestazioni. COMMENTO: Il privato convenzionato già lavora al massimo e esaurisce il budget per le prestazioni in convenzione durante la prima settimana del mese. Se non vengono immessi finanziamenti per aumentare quel budget tutto rimarrà come prima
-I Cup entro due giorni dalla data in calendario per la prestazione dovranno richiamare i cittadini per la conferma o l’eventuale disdetta. COMMENTO: Il provvedimento è volto a ridurre il numero di pazienti NON PRESENTATI che si aggira intorno al 20-30%. Presenta delle criticità. Infatti, il CUP non sa nulla di quello che succede nel centro erogatore delle prestazioni e non può tenere conto di eventuali urgenze emergenze che hanno la priorità e che possono determinare una riorganizzazione delle visite. Capita anche a me di fare la visita programmata dal CUP in una altra data per una riorganizzazione interna. Sarebbe stato più razionale far chiamare per la conferma in centro erogatore piuttosto che il CUP.
-Ancora, in riferimento alle malattie croniche e ai tumori saranno previste agende dedicate. COMMENTO: Forse questo tra tutti è il provvedimento più sensato. Tuttavia, può funzionare a patto che il paziente venga preso in carico dal centro che eroga, non solo la prestazione ma un PACCHETTO di prestazioni, utili al follow-up della malattia cronica e al monitoraggio delle sue complicanze. Questo ovviamente prevede la presa in carico del paziente da parte del centro erogatore. Dove è necessaria la presenza di un CASE MANAGER che alla fine delle prestazioni tirerà le conclusioni. Sfortunatamente nel decreto non si fa alcuna menzione né di pacchetti di esami specifici per patologia cronica né di un case manager.
-Ancora, se la prestazione non sarà eseguita nel rispetto delle priorità indicate dal medico prescrittore, la Asl di competenza dovrà intervenire, fornendo al cittadino interessato il permesso di “saltare la coda” e ricevere la prestazione sanitaria in regime libero professionale da parte di professionisti che lavorano in ospedale o nel privato accreditato. COMMENTO: il provvedimento presuppone un livello elevato nel funzionamento dei sistemi informatici che dovrebbero essere capaci di interfacciarsi con le prestazioni per attività intramoenia di ASL differenti e dei differenti privati accreditati. Prevedo solo una gran confusione.
4) Art. 4 Estensione degli orari per visite ed esami anche nei weekend. COMMENTO: Questa è una iniziativa irrealizzabile. Almeno per il personale Ospedaliero. Siamo infatti pochi e dovendo coprire le 38 ore settimanali con turni che ricomprendono anche weekend dubito fortemente che ci possano essere ore in più proprio durante l’weekend.
La specialistica ambulatoriale ha anch’essa dei limiti orari ben precisi. In alcuni poliambulatori si lavora già anche di sabato. Per aumentare le attività devono essere aumentate il numero delle ore disponibili. E quindi non a costo zero. Per la cronaca, ci tentò nel lontano 2010-2012 la giornalista Simona De Francisci, prestata a fare l’assessore alla sanità, ad estendere le prestazioni al sabato e alla domenica per risolvere il problema delle liste d’attesa. (https://www.sardegnasalute.it/documenti/9_275_20120314102620.pdf) Come tutti noi ricordiamo l’iniziativa fallì miseramente.
5) Art. 5 Abolizione del tetto di spesa per l’assunzione di personale del Servizio sanitario nazionale a partire da gennaio 2025 ma con la possibilità per le Regioni di innalzarlo dal 10% attuale al 15% già nel 2024. Saranno AGENAS, MEF e con l’intesa stato regioni ad elaborare una metodologia che stabilirà il fabbisogno di ogni singola struttura. COMMENTO: solo positivo. Cercare di aumentare il personale sanitario non può che essere un bene.
6) Art. 6 riguarda il rafforzamento dei centri di salute mentale.
7) Art. 7 tassazione agevolata al 15% per le prestazioni dei sanitari (straordinari e prestazioni aggiuntive) deputate all’abbattimento delle liste d’attesa. COMMENTO: positivo

COMMENTO FINALE

È improbabile che con questi provvedimenti del decreto illustrato il 4 giugno dal ministro Schillaci, ad un paio di giorni dalle elezioni, si riesca ad aumentare l’erogazione delle prestazioni. E quindi a ridurre un po’ le liste d’attesa.

Oltretutto il punto critico più importante, la mancanza di un piano generale per la reale presa in carico del paziente (adulto o bambino) affetto da malattia cronica, non è stato minimamente affrontato.

Infatti, se manca la presa in carico il paziente vedrà rispettato (forse) il diritto alle prestazioni ma non quello del diritto alle cure.

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