Racconti di un uomo
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Un racconto continuo di un uomo combattuto tra lo sconcerto di vivere in un mondo dove tutti i valori in cui crede sembrano non esistere più e la voglia continue di combattere ancora per essi.
Le tre R
Robe serie
Robe nostre
Robe belle
Altro capolavoro di PeppOh
Fuori da pochi giorni.
Eccezionale 🩵🎧
CHI SI' (feat. Andres Balbucea) Provided to YouTube by DistroKidCHI SI' (feat. Andres Balbucea) · PeppOh · Ocra · Andres Balbucea · Giovanni "Blob" Roma · Paolo PetrellaCHI SI' (feat. Andre...
Chi di speranza vive... Disperato muore !
Un mondo allo specchio.
Affannoso si trucca la faccia.
Recita la sua parte.
Impegnato nel sembrare sano.
L'unica meta perseguita è quello di apparire, eccitare, convincere, raccontare costantemente ciò che serve a mostrarsi.
Perfetto.
Irraggiungibile.
Brillante.
Tutto questo però solo in facciata.
Una facciata tanto bella quanto vile e ingannevole, in quanto cela tutte le mancanze poste alle proprie spalle.
Ecco cosa siamo oggi... Facciata.
Facciata virtuale.
In un epoca in cui tutto è fittizio, trovo sia utile cercare di cambiare rotta.
Ad oggi, l'unico grande scopo della vita dovrebbe essere quello di ritrovare la realtà!
Un mondo allo specchio.
Affannoso si trucca la faccia.
Recita la sua parte.
Impegnato nel sembrare sano.
L'unica meta perseguita è quello di apparire, eccitare, convincere, raccontare costantemente ciò che serve a mostrarsi.
Perfetto.
Irraggiungibile.
Brillante.
Tutto questo però solo in facciata.
Una facciata tanto bella quanto vile e ingannevole, in quanto cela tutte le mancanze poste alle proprie spalle.
Ecco cosa siamo oggi... Facciata.
Facciata virtuale.
In un epoca in cui tutto è fittizio, trovo sia utile cercare di cambiare rotta.
Ad oggi, l'unico grande scopo della vita dovrebbe essere quello di ritrovare la realtà!
Io sono ateo e non per sfizio ma per scelta. Provengo da una famiglia fortemente cristiana e da piccolo ho vissuto nell' insegnamento alla fede, ho frequentato associazioni cattoliche e scuole fortemente tali. Ad un certo punto ho deciso di non appoggiare più il mio essere alla fede ma alla conoscenza e li mi si è aperto un mondo. Non giudico chi crede in Dio o nella parmigiana di melanzane, potete credere in chi volete, basta che detta credenza vi spinga ad esser persone migliori. Io per esempio credo nell'uomo ed in quello che ognuno di noi può fare per rendere migliore la propria vita e quella di chi incontra sulla propria strada. Resto però nella convinzione che il mio bene sia superiore a quello di un credente, a quello di un timorato di dio, perché come asseriva Margherita Hack:
"“L’etica di un non credente è piú pura e disinteressata di quella di un credente che si comporta bene perché spera nella ricompensa e teme la punizione nell’aldilà.”
, Carlo M.
Sapete una cosa? Io ho smesso di sperare!
Sperare vuol dire aspettare, attendere, spesso dimenarsi inutilmente mentre il tempo inesorabilmente scorre, ci sorpassa, ci lascia indietro... Soli!
Sperare non vuol dire altro che attendere ciò che non è!
Io amo essere, ed in tal senso sono sicuro che ciò che conta, che rende felici, che induce sicurezza e ci fa diventare propositivi, non è la speranza, bensì la certezza assoluta!
I più grandi drammi, le maggiori sofferenze personali nascono dalla speranza e se ci fate caso, nascono da questo assurdo stato di stasi che rende le persone immobili e poco attive.
La speranza è attesa, ma la vita è azione.
Smettete di sperare ed iniziate a fare...
Ad amare!
D'altronde un certo Friedrich Schiller asseriva con certezza che...
Racconti di un uomo , Carlo M.
FONTANA DELL’ACQUA “SUFFREGNA”
Ovvero la famosa acqua 'de mummarelle.
«Munastero ‘e Santa Chiara / tengo ‘o core scuro scuro… / Ma pecché, pecché ogne sera, / penzo a Napule comm’era, / penzo a Napule comm’è…». Questi sono i famosissimi versi dell’altrettanto famosissima canzone Munasterio ‘e Santa Chiara che introducono un’avvincente storia tutta napoletana, che non è di per sé il Monastero di Santa Chiara, ma ciò che era prima che diventasse un monastero. Infatti non tutti sanno che questo complesso sorse su uno molto più ampio che altro non era che un complesso termale! Infatti a Napoli vi è sempre stato questo connubio tra acqua delle terme e fuoco dei vulcani, una particolarità della natura napoletana che in una mano brandisce terremoti ed eruzioni portatori di sofferenze e dall’altra offre le sue miracolose acque termali che tanto hanno lenito e leniscono tutt’ora le sofferenze dei napoletani.
Nei secoli ai fenomeni termali si accompagnarono anche quelli dovuti al “vivere” della terra in quelle zone. La terra infatti ha una sua vita e su muove costantemente. Ed ecco che ancora oggi a Pozzuoli, ma anche a Fuorigrotta, capo Posillipo etc… la terra si alza e si abbassa. Questo è il famoso fenomeno del bradisismo! Nel passato accadeva anche ad un paesino che fu poi inghiottito, come narra la leggenda, nel lago di Agnano, lago che poi fu prosciugato nel 1870 dal neonato Regno d’Italia. Ed infatti in seguito a tale episodio vennero a galla più di 75 fonti con acque tutte diverse ed ognuna era atta ad una terapia.
Fresca, naturalmente frizzante e con particolari qualità benefiche: stiamo parlando dell’acqua sulfurea (“suffregna” o “Acqua della sorgenti del Monte Echia”) della fonte di Santa Lucia di via Chiatamone che per secoli è stata venduta, cercata e bevuta in tutta la città di Napoli. Come ricordato da sito Wateronline, chiunque poteva visitare la sorgente naturale grazie ad una scalinata la quale conduceva il popolo in una oscura grotta che veniva occupata da venditori e raggiunta da innumerevoli persone provenienti anche da Caserta, Capua, Torre del Greco ed altre città limitrofe alla grande Partenope, pronte a far scorta di quell’acqua così preziosa, biologicamente pura e in grado di poter curare l’anemia e le carenze di ferro. E’ proprio l’acqua sulfurea di Santa Lucia, bevanda naturale preferita dai napoletani, che con il tempo ha rappresentato la principale fonte di guadagno per gli abitanti di via Chiatamone. Le giovani venditrici ambulanti, belle e avvenenti, giravano per la città vendendo l’acqua zuffregna a chi cercava refrigerio; mentre “l’acquaiuolo” nel suo chioschetto tra grappoli di limoni, arance, blocchi di ghiaccio e vari attrezzi, metteva in bella mostra “‘e mummarelle”, anfore in terracotta che riuscivano a conservare l’acqua zuffregna sempre fresca e frizzante che poteva essere servita anche con un pizzico di bicarbonato. E’ così che per le vie di Napoli, come recita la poesia “‘E mummarelle”, si potevano udire frasi gridate al popolo per incentivare a comprare e bere l’acqua della fonte di Santa Lucia.
Dunque oltre alle terme naturali di Ischia e Capri vi erano leterme napoletane doc, per intenderci, quelle situate in città tra Santa Chiara, Pizzofalcone e Santa Lucia; le famose cinque acque napoletane che venivano bevute nei chioschi nati ad hoc, ossia:
l’acqua Ferrata,
l‘acqua del Fontaniello,
l’acqua Sulfurea Antica,
l’acqua Sulfurea Nuova e l’acqua Acidula. Queste venivano versate nelle solite famose mummarelle, anfore di terracotta nelle quali l’acqua si conservava fresca. Purtroppo la storia di queste acque è andata perduta con tutti i documenti del Tribunale della Fortificazione Mattonata ed Acqua (istituzione di cui vi parlerò che fu il bene ma soprattutto il male, con la sua corruzione nei seggi o sedili di Napoli) nell’incendio dell’Archivio Storico Municipale del 1946. Ormai questa storia è stata cancellata prima dal fuoco e poi, per ironia della sorte, dall’acqua usata per spegnerlo. Ci restano, per fortuna, le testimonianze delle foto di queste fonti acquifere e, volendo chiudere con una battuta, chissà se quest’acqua non è la stessa che Totò usò per “sfamare” il cavallo in “Totò … 47 morto che parla.
Chest'è Napule
Buona giornata, Carlo Mattinale.
(Cit. Fonti varie)
La gente oggi imbroglia... dapprima se stessa.
Millanta possedimenti inesistenti!
Mostra ciò che non è!
Teme il giudizio altrui ed in funzione di esso costruisce un castello dorato di sola facciata.
Eppur sarebbe così bello essere se stessi sempre!
Eppur sarebbe così inebriante vivere senza barriere morali e sociali.
Ricordo, nei miei studi, uno scritto del Baricco, che recitava cosi:
"C’è una dignità immensa, nella gente, quando si porta addosso le proprie paure, senza barare, come medaglie della propria mediocrità.
(Alessandro Baricco)
Orbene... viviamo con dignità!
Racconti di un uomo , Carlo M.
Una delle perdite maggiori della nostra epoca "libera" è la perdita della gratificazione "sensuale" a scapito della gratificazione "sessuale"
Torniamo ad attrarci con uno sguardo
Torniamo a regalare una carezza inaspettata
Torniamo a promettere emozioni indicibili
Torniamo a donare un bacio inaspettato
Un attimo di calore umano
Un istante di tenerezza
Insomma... Torniamo a viverci completamente!
Chi possiede spessore umano ed intellettuale aiuta, tende la mano... fa!
Chi invece, non avendo nulla o quasi, non riesce a farsi riconoscere nel mondo, giudica... aggredisce!
Trovare lo scopo della propria vita, individuare la propria posizione in questa terra, aiuta a fare la pace e non la guerra!
Racconti di un uomo, Carlo M.
Ciò che conta non è non litigare.
Scontrarsi e dire ciò che si pensa è sinonimo di rispetto.
Ciò che conta è capirsi ed essere sempre onesti e leali.
L'onestà rende liberi!
Felice serata a tutti 💙
Tanto mi era dovuto, Carlo M.
Se si potesse ritrarre la passione essa avrebbe le sembianze di una ragnatela, elastica; cedevole; quasi invisibile; estesa e forte ma capace di darti la possibilità di muoverti, senza però rompersi mai. Una sorta di trappola dolce, calda ed accogliente al punto da farti sudare; emozionare; desiderare; gioire di ogni suo istante.
Non vi sono assenze, lontananze o silenzi capaci di distruggerla, perché essa trova nell' attesa il motivo principale di crescita.
Non esiste via di uscita se non quello di assecondarla, viverla, fino a capire che la stessa si conclude in pochi attimi, resi meravigliosi proprio grazie alla paziente e mai doma voglia d'incontrarsi in un inferno di emozioni.
Apuleio asseriva che “forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi la passione.”
Sotto questo punto di vista, l'inferno... è un gran bel posto!
Racconti di un uomo, Carlo M.
Bisogna amare ma pur sempre pensare.
Bisogna sentire con il cuore ma anche con la mente.
Bisogna insomma sapersi governare, perché l'intelletto non soccomba mai al mero istinto emozionale.
Anzi, spesso chi vive di mere passioni potrebbe farlo proprio per sopperire alla scarsa intelligenza.
Amate sempre, amate incondizionatamente ordunque, ma non usate mai la scusa dell' amore per giustificare le vostre mancanze di spessore e personalità!
A tal proposito, Alessandro Morandotti, nel 1979 asseriva:
"Talvolta sorge il sospetto che la sovrabbondanza di sentimento supplisca alla scarsità di intelletto."
Racconti di un uomo, Carlo M.
Dovremmo sempre evitare di sparlare, millantare, asserire cose tese al male e non al bene.
Dovremmo insomma imparare a tributare applausi a chi fa del bene e limitare il giudizio negativo.
A tale scopo vi propongo la storiella di Socrate.
"Nell’antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza.
Un giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse:
- Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?
- Un momento – rispose Socrate. – Prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci.
- I tre setacci?
- Ma sì, – continuò Socrate. – Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero?
- No… ne ho solo sentito parlare…
- Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono?
- Ah no! Al contrario
- Dunque, – continuò Socrate, – vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell’utilità. E’ utile che io sappia cosa mi avrebbe fatto questo amico?
- No, davvero.
- Allora, – concluse Socrate, – quello che volevi raccontarmi non è né vero, né buono, né utile; perché volevi dirmelo?
Se ciascuno di noi potesse meditare e metter in pratica questo piccolo test… forse il mondo sarebbe migliore."
Dovremmo smetterla di vantarci, di credere di aver migliorato il mondo, di aver contribuito a cambiare qualcosa, se tutto questo nasce da una voglia di mostrarsi immensa, che supera gli intenti benevoli per forma e sostanza. Noi non vinciamo ne perdiamo, semplicemente viviamo, ed in questo vivere quotidiano dobbiamo mettere quante piu cose possibili, per riempire i vuoti altrimenti ritenuti male, ma che male non sono in quanto risultano essere semplici luoghi vacanti colmabili con il nostro amore.
Mario Pomilio, eminente scrittore, giornalista e saggista Italiano, così asseriva in una delle sue opere "l' uc***lo nella cupola":
"Ecco, pensò, sono ancora come prima: ecco, ancora me stesso e il mio orgoglio, ancora la presunzione che possa essere una vittoria mia, e l'errore di pensare al male come ad una sostanza che va annientata, quand'esso è il contrario, è un'assenza, l'assenza d'amore che va riempita d'amore, il vuoto che va colmato"
Apparenza o sostanza?
Ovvero essere o apparire?
Ci vuol coraggio a mostrarsi totalmente, visto che il mondo chiede bontà, onestà, gratitudine, solidarietà, accettazione, condivisione. Tutte peculiarità che appartengono a poche anime belle.
In pratica, almeno superficialmente, indossiamo maschere con su inciso i valori a noi richiesti. Siamo ciò che bisogna essere non certo ciò che realmente siamo.
Improvvisamente poi, la vera natura prende il sopravvento ed arrivano le delusioni, si intravede il marcio coperto d'oro.
Ecco perché non amo la famosa frase che recita "si fa quel che si puo"
E no...
Si fa quel che si è!
Inutile dilungarsi in un discorso con chi nega la realtà dei fatti.
A Napoli si dice che a lavà 'a capa 'o ciuccio se perde tiemp' acqua e sapone.
Un antico Brocardo latino viene in nostro aiuto e cita "Contra principia negantem non est disputandum":
Non ci si può confrontare con chi nega i principi della discussione.
(Brocardo, sintetica massima giuridica, chiara e concisa.La funzione del brocardo consiste nell'enucleare dalle leggi princìpi, chiamati generalia)
Tanto mi era dovuto, cordiali saluti.
Ps. La cultura ha la virtù di abbellire un volto più che il trucco e i cosmetici
Il problema non è "La Meloni", ma voi che avete votato il concetto di esclusione che lei propone.
Nel 2022 ancora con le menzogne che giustificano nefandezze comportamentali in nome della Patria, del Sesso, della Famiglia, di Dio, del credo politico.
Già vi vedo rinchiusi nella vostra cristiana famiglia, dove il "nero" non può entrare, fatta di uomo e donna altrimenti "è male".
Dove l' ab**to è deciso dalle leggi del peccato divino.
Dove altri decidono per altri esseri umani solo perché avete stabilito che quell' azione è buona e l'altra no.
Dove non posso decidere nemmeno di morire.
Dove se la donna mette la minigonna ha chiesto di essere violentata.
Dove puoi essere picchiato perché sei uno "sporco negro" piuttosto che "uno sporco ebreo" oppure "uno sporco gay"!
Dove praticamente vivete schiavi e ghettizzati dalle vostre assurde e bieche regole, che puntano a dividere, a dire cosa sarebbe buono e cosa no, solo in base ad una educazione che affonda le proprie radici nel paleolitico.
Fieri dei vostri confini politici, culturali, razziali, sessuali, che alzate con fermezza e difendete come fossero roccaforti di giustizia, ma che di fatto sono tutto ciò che di più errato possa esistere.
Castelli di pregiudizi che risultano gabbie... dalle quali è sempre più difficile uscire.
Mi fate paura, più della Meloni!
Alcune volte, quando veniva la sera, la sua voglia di urlare diveniva talmente forte che lo sforzo fatto per trattenerla gli sembrava sovrumano.
Erano sere figlie di giornate in cui il menefreghismo altrui sembrava aver battuto la fiducia e la speranza in un mondo piu "onesto", la sua voglia di continuare a combattere per quello in cui credeva sembrava pian piano sgretolarsi, assottigliarsi pericolosamente. Come una lastra di ghiaccio su di un lago, parea poter improvvisamente cedere sotto il peso delle delusioni , dei fallimenti e delle cadute che l' infame vita gli aveva preservato.
Quelle sere lo catapultavano improvvisamente in un mondo in cui il vociferio degli uomini si azzerrava, dove si ritrovava solo con se stesso, dove tutto era vuoto, dove non vedeva null' altro che una strana e solitaria ombra.
Era li, immensa, quasi spaventosa, invisibile a tutti tranne che a lui stesso, era deforme e sproporzionata in quanto non era certo ombra del suo corpo ma della grandezza della sua anima.
Quell' ombra era importantissima poiché doveva palesare a quell' uomo quanto grande fosse la sua interioritá, quanto fosse importante difenderla dagli attacchi esterni.
Un ombra atipica, non aveva bisogno di luce per proiettarsi in quanto era lei stessa luce....e si....un ombra fatta di luce, inconcepibile per chi materialmente campa ma cosi chiara e reale per chi vive dentro ancor prima di cercare la vita al di fuori di se.
Quell' ombra, dunque, non era altro che il suo complesso mondo interiore messo li apposta per ricordargli di non mollare, di non cedere agli attacchi di chi non ama ma, piuttosto, di combatter ancor piu forte per far si che sempre piu corpi iniziassero a proiettarla.
Era tutto cosi chiaro, cosi semplice, egli doveva reagire e non lasciarsi andare, doveva sollevare e non lasciarsi trascinare, doveva insegnare ad amare e non certo imparate ad odiare
Egli doveva "essere" e non "diventare" .
, Carlo M.
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