Dolce Mente

Dolce Mente

Dolce Mente - Studio Psicologico -

Dott.ssa Gessica Borreca
Dott.ssa Alessandra Camporesi

Dolce Mente è un'associazione che nasce dall'unione di due psicologhe che da anni si occupano di relazioni d'aiuto �

� Ciò che più ci ha spinte ad intraprendere questa strada è stato il bisogno, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria, di rispondere in maniera efficace alla sofferenza psicologica, mettendo in campo tutte le nostre competenze in materia.

� Il nome Dolce Mente nasce

05/06/2024

SIAMO TORNATE CON UNA BELLISSIMA NOVITÀ 😊
In questi mesi abbiamo conosciuto delle professioniste che ci hanno letteralmente rapito il cuore e abbiamo deciso di avviare con loro una meravigliosa collaborazione per poterci occupare della salute psicologica a 360° .

Abbiamo deciso di presentarvele proponendovi solo per il mese di Giugno

✨I GIOVEDÌ DI DOLCE MENTE✨

‼️TRE SERATE DIVULGATIVE TOTALMENTE GRATUITE rivolte a tutti per parlare di sviluppo, di difficoltà di apprendimento e di coppia ‼️

VI ASPETTIAMO😎

Photos from Dolce Mente's post 03/01/2024

✨Nuovo anno, nuovi inizi ✨

‼️Dolce Mente si allarga 👐🏻‼️

Questi due anni sono stati magnifici in Via Cerchia, ora però abbiamo bisogno di uno spazio più grande per accogliere e garantire continuità ai nostri pazienti❤️

Vi presentiamo quindi la nostra stanza delle parole che a breve si LIBERERÀ!

‼️PER CHI FOSSE INTERESSATO ad uno studio/ufficio piccolo ma accogliente per svolgere la propria attività professionale individuale o da condividere con altri colleghi per dare avvio alla propria professione, lo studio di Via Cerchia è quello che fa al caso tuo😊

🚩Zona centralissima, ricca di servizi e facilmente raggiungibile dalla tangenziale!

🙃Siamo disponibili a farvelo vedere e a darvi tutte le informazioni necessarie e, qualora foste interessati, possiamo mettervi in contatto con i proprietari.

📞Vi lasciamo un nostro recapito telefonico 3407776574, vi aspettiamo!

08/11/2023

💧IL PIANTO DEL TERAPEUTA💧

Non mi era mai capitato prima di commuovermi di fronte ad un paziente e mi sono sempre preoccupata di trattenere e di regolare le mie emozioni, rimandando ad un secondo momento le riflessioni su queste, perché la sensazione è sempre stata quella di preoccuparmi di come si sarebbe sentito il mio paziente

E QUESTO CHISSÀ COSA DICE DI ME
‼️😱😅‼️
( io la risposta ce l'ho )

Eravamo in un momento della seduta molto profondo, la mia paziente stava condividendo una preoccupazione profonda, dolorosa e intima verso un suo membro fragile della famiglia. È proprio in questo momento che è successo. Non sono riuscita a trattenermi e ho deciso che dovevo condividere questo mio sentire e lasciare andare quello che provavo e sentivo. Poi ho deciso di dare voce al mio sentire e di condividere cosa stavo provando: "Questa cosa che mi hai detto sta commuovendo anche me".

Ho sentito imbarazzo, ma al contempo ho sentito una connessione profonda con la persona che avevo di fronte: è stato un momento di profondo ma empatico silenzio. Entrambe siamo state in quell'emozione poi abbiamo parlato di ciò che era appena accaduto.

Alla fine della giornata mi sono interrogata sul perché di quella mia reazione, mi sono interrogata su cosa mi richiamasse, mi sono interrogata su cosa avessi sentito in quel momento.
E la prima cosa che mi è venuta in mente:

"UN CONTO È ESSERE TERAPEUTI, UN CONTO È FARLO".

I pazienti hanno storie simili a quelle dei terapeuti e sono i pazienti stessi che ci inducono a riflettere su noi stessi.
Alla luce di ciò credo sia umano, sano, autentico, reale potersi commuovere ma la cosa importante è utilizzare quella sensazione come spunto per fermarsi ed interrogarsi, riflettere e lavorare su di sé.
(E vi confermo che ha richiamato una parte di me che in quel momento non ho riconosciuto in modo chiaro).

Al contempo condividere e parlarne con il paziente per capire come lui si è sentito, cosa ha provato e cosa ha pensato.

Questa è la RELAZIONE.🤍

Photos from Dolce Mente's post 07/11/2023

Nella teoria cognitivo- costruttivista il SINTOMO psicopatologico trova un senso all'interno del legame di attaccamento. in particolare, legami di attaccamento sicuri e sensibili permettono di sviluppare un'adeguata capacità di regolazione emotiva. Ciò conduce ad uno sviluppo sano e ad una buona regolazione emotiva: benessere psicologico

💡Il sintomo sorge laddove c'è una particolare area emotiva scarsamente riconosciuta e articolata:
💡 Sintomo come "metafora incompiuta" di tale area emotiva di cui la persona, bambino adolescente o adulto che sia, non ha adeguatamente elaborato nel corso della sua storia evolutiva e all'interno dei suoi legami di attaccamento.

🎀Non esiste adulto, adolescente o bambino a cui interessi conservare una posizione di controllo o di potere nella relazione se ciò non svolgesse per lui una funzione vitale nel gestire o riequilibrare uno sbilanciamento affettivo all'interno di una relazione significativa ( con un genitore, con un compagno/a ecc.)

Quindi...

‼️Il sintomo non è un incidente nel percorso evolutivo del soggetto ma ha una funzione regolatoria positiva permettendo di mantenere lo stato di relazione con una figura significativa e consente di conservare il proprio senso di sé stabile e coerente

🎀ELABORARE ADEGUATAMENTE LE EMOZIONI significa:

1. Riconoscere lo stato emotivo come uno stato corporeo che ha un inizio, un durante e una fine (cosa mi sta succedendo? Cosa sento nel corpo?)

2. Collegare lo stato emotivo ad un antecedente relazione ("perché mi sento così? Cosa è successo?)

3. Dare un nome all'attivazione corporea, definire l'emozione (come si chiama questa attivazione che sento?)

4. Capacità di distinguerla da altri stati emotivi (si tratta di... Perché...)

5. Esprimere quell'emozione attraverso indicatori espressivo-motori (come la esprimo?)

6. Condividere con l'altro la propria emozione (mi sento/mi sono sentito ....)

Voi ritenete di avere una buona regolazione emotiva. Scrivicelo in Dm o commenta il nostro post 👇

03/10/2023

L' ATTACCAMENTO È MODIFICABILE?

Li vedete anche voi i fantastici colori che emergono da quella porticina?
Mi immagino così il cambiamento nel proprio modo di stare e viversi le relazioni.

Prima è necessario:
🌟Comprendere i propri schemi interpersonali
🌟Comprendere il funzionamento di questi schemi interpersonali
🌟 Sperimentare le criticità di questi schemi interpersonali
🌟 osservare e auto osservarsi

E tutto ciò devo poterlo fare all'interno della RELAZIONE TERAPEUTICA che ha tra i vari scopi quello di "riparare".

In che modo la relazione terapeutica è riparativa?

🎈La relazione terapeutica funge da nuova base sicura, ovvero diventa una relazione in cui poter sperimentare fiducia nel legame con l'altro, è proprio all'interno di questo nuovo legame che posso imparare che le relazioni possono essere relazioni dove sperimentare serenità e non necessariamente paura, angoscia o imprevedibilità.

🎈La relazione terapeutica è sufficientemente curativa e consente alla persona di integrare una nuova immagine di sé, amabile, sicura, autonoma rompendo lo schema disfunzionale attivato fino a quel momento. Da questo momento riconosco che sono degno di ricevere l'amore che merito

🎈La relazione terapeutica è quella relazione dove scopro che esistono legami privi di giudizio e dove mi accetto e mi sento accettato così come sono perché sono meravigliosamente unico e speciale

LA RELAZIONE TERAPEUTICA MI INSEGNA CHE AL DI LÀ DI QUELLA PORTICINA ESISTONO NUOVI MODI, SANI, AUTENTICI E SICURI DI VIVERE IL LEGAME CON L'ALTRO E CHE QUESTI NUOVI MODI NON MI FARANNO NECESSARIAMENTE SOFFRIRE 🤍

21/09/2023

🔥L'attaccamento è una cosa seria🔥

Ciascuno di noi è dotato di un'impalcatura biologica che prevede dei sistemi comportamentali o motivazionali che guidano il nostro comportamento interpersonale. Ovvero un'impalcatura che in qualche modo ci rende relazionali e che ci orienta verso l'altro significativo fin dai primissimi attimi di vita.

L'attaccamento è il sistemi motivazionale che riveste un'importanza fondamentale negli esseri umani: ha lo scopo di mantenere la prossimità fra il bambino e la figura di accudimento, assicurandogli sicurezza fisica del piccolo e il soddisfacimento dei suoi bisogni primari. Si attiva automaticamente in condizioni di pericolo reale o percepito, di vulnerabilità.

Il bambino viene al mondo predisposto per orientarsi verso la figura di riferimento sorriderle, piangere, aggrapparsi a lei. Ma il modo con cui lo farà sarà influenzato dall'ambiente, ovvero dalla capacità della figura di attaccamento di rispondere in modo sensibile e responsivo ai suoi bisogni.
Quando si crea il legame di attaccamento? durante il PRIMO ANNO DI VITA

L'attaccamento quindi:
- organizza la nostra identità, chi siamo
- determina il nostro modo di stare in relazione con il mondo: come mi relaziono agli altri e a me stesso
- regolazione emotiva: come regolo le emozioni (in eccesso o in difetto)
- agisce sullo sviluppo cerebrale soprattutto nei primi tre anni di vita. La qualità dei legami di attaccamento determina in modo massiccio le linee di maturazione del cervello del bambino soprattutto delle aree riguardanti il funzionamento sociale ed emotivo del bambino.

Bowbly diceva che il sistema di attaccamento dispiega la sua influenza "dalla culla alla tomba", ed è per questo che noi in terapia ci occupiamo dell'analisi delle dinamiche affettive lungo tutto il ciclo di vita: è nelle vicessitudini dei legami affettivi che abbiamo imparato a ricercare la salute e la patologia psichica 🤍

15/09/2023

Era partito così il nostro primo incontro
"Voglio stare da sola, io non voglio nessuno sto così bene per i fatti miei. Dai sono una tipa solitaria"

Poi è proseguita così...
" mi sto accorgendo che che quando esco con qualche amica, quando conosco persone nuove poi in realtà non sto così. Ma perché mi capita questo, cioè io ho sempre pensato di stare bene per i fatti miei. Che rabbia che mi fa questa cosa"

Poi nel corso del proprio lavoro si è giunti a questo:
" il non fidarmi è stato per me il mio ossigeno che respiravo quotidianamente, e questo mi portava a starmene per i fatti miei ma spesso tornavo a casa e alla fine neanche da sola mi sentivo bene. Pian piano mi sono accorta che mi arrabbiavo con gli altri per allontanarmi da loro, per trovare in loro un difetto, senza che mi avessero fatto nulla. Era TUTTO NELLA MIA TESTA "

Ma a cosa si riferisce Silvia quando ci parla di questo?

🌟 " penso di essere molto meno solitaria di quel che credevo, penso che in realtà il mio stare da sola nascondesse la paura dell'altro, la paura di rimanerci male, di sentirsi deluso, ferito. Mi sono sempre raccontata che stavo bene da sola, forse semplicemente avevo paura"

E ora come vanno le cose?
" ora penso di aver capito di aver bisogno di equilibrio, voglio stare con l'altro ma ho al contempo bisogno del mio spazio, voglio fidarmi dell' altro ma con i miei tempi, ho imparato che potrò rimanerci male ma che questo non cambierà la persona che sono. Ho imparato che nelle relazioni si sbaglia ma si può sempre recuperare"
🤍

12/09/2023

Qualche mese fa è arrivato Federico, 32anni con una richiesta che mi ha colpito molto:

"Dott.ssa io faccio fatica a lasciar andare le cose, a separarmi dalle persone, dai luoghi di lavoro, dalle abitudini. Insomma cambiare per me è faticoso" .

Federico riferisce di avere difficoltà nel lasciar andare il posto di lavoro in cui ultimamente si trova male, fatica a portare via le sue cose dalla casa della sua ex fidanzata nonostante la loro storia sia terminata da mesi.

E nell'approfondire tutte queste situazioni emerge una vera e propria paura del cambiamento, dell'ignoto.
Per Federico però non è solo paura del cambiamento, quello spaventa la maggior parte di noi ma c'è qualcosa di molto più profondo:
Nel lasciare quel posto di lavoro, quella persona e quella situazione specifica Federico, teme di lasciare il suo valore personale, proprio perché in quel luogo di lavoro fino a poco prima o in quella persona di cui si era innamorato aveva costruito il suo valore personale. Si nutriva dell'immagine di sé come di una persona brava, competente, amabile.

E ora che non sente di ricevere più quel nutrimenti che succede a Federico? Arriva la sua paura, il timore di non essere abbastanza per un nuovo posto di lavoro, per una nuova compagna e quindi di "non essere abbastanza" per decidere di cambiare.

Io e Federico abbiamo deciso di lavorare proprio su questa percezione del valore di sé, perché Federico sappiamo che vale al di là di quello che l'altro pensa di lui.
Federico deve imparare a riconoscere, proteggere e nutrire il suo valore personale.
Nel luogo di lavoro, nella relazione affettiva e in tutti gli altri contesti Federico sta imparando quindi, a distinguere il piacere all'altro dalla sensazione di stare bene con l'altro: Sta quindi pian piano imparando a scegliere di stare dove sta bene e non dove sa di piacere 🤍

E io provo ad accompagnarlo con un grande sorriso in questo meraviglioso ma faticoso cammino🙃

01/09/2023

WELCOME SEPTEMBER !! 🍇🍁🌅

Diamo il benvenuto al nuovo mese di settembre facendo entrare nello studio di Dolce Mente questi tre piccoli gioielli !

Amiamo gli albi illustrati, sono strumenti preziosi per lavorare con i più piccoli e non solo..spesso rappresentano una chiave di volta anche per i più grandi !
A noi è capitato di fare “salti evolutivi” leggendoli, è capitato di commuoverci, di comprendere e “curare” alcune parti di noi immergendoci nella lettura di libri per l’infanzia.

Qui abbiamo tre letture che trattano con estrema delicatezza e tatto tematiche come attaccamento nella relazione genitore-bambino, mutismo selettivo e… PAURE!
Del resto, chi non ne ha? 😉🙋🏼‍♀️🙋🏻‍♀️

28/08/2023

Una madre racconta..

“Matilde è sempre stata una bambina molto riservata. Non le è mai piaciuto essere al centro dell’attenzione. Al parco o al supermercato non dava confidenza alle persone o ai bambini che la salutavano o le domandavano “ciao, come ti chiami?”.  Lei non rispondeva mai, abbassava lo sguardo e si ripiegava su se stessa, con le spalle chiuse. Non sono mancati commenti del tipo “ti hanno mangiato la lingua?”, “forse è sorda” o ancora “che bambina maleducata”. Io e suo padre abbiamo sempre attribuito questi comportamenti alla timidezza, pensando che la cosa si sarebbe risolta da sola, con la crescita. Ai suoi compleanni, al momento della torta non ha mai voluto applausi, canzoncine o fotografie. Quando accadeva che qualcuno accennasse un applauso, lei scoppiava a piangere. Per noi era una reazione inspiegabile, ma pensavamo che sarebbe passata con il tempo. Arrivò l’ingresso alla scuola dell’infanzia: sapevo che non era tra le bambine più loquaci, ma non credevo che non riuscisse proprio a parlare. Anche perché, appena tornava a casa era una gran chiaccherona, mi faceva un resoconto dettagliato di quanto era successo durante la mattina, dall’abbigliamento della maestra alle attività svolte. Dopo qualche mese, però, mi accorsi che quando la andavo a prendere, fino a quando non eravamo in macchina , e quindi lontano dalla scuola, evitava di rispondere alle mie domande. A una riunione chiesi alle maestre come era il comportamento di Matilde e mi confermarono quanto sospettavo: mia figlia trascorreva tutto il tempo senza dire una parola. Sarà la timidezza, ci dicemmo, crescendo passerà…”

Per molti anni il MUTISMO SELETTIVO è stato erroneamente definito come un “persistente rifiuto di parlare”, come se alla base vi fosse un’intenzionalità da parte della persona.
Grazie alla ricerca, la comunità scientifica ha compreso che i bambini, gli adolescenti ma anche gli adulti che soffrono di questo disturbo, vorrebbero parlare, ma non ci riescono. Le parole vorrebbero uscire, ma restano bloccate in gola, come congelate. Non si tratta di un atteggiamento di rifiuto o di sfida..continua nei commenti ⤵️

08/06/2023

Quando nasce un bambino non bisogna mai dimenticarsi della madre...

Il tema dell'allattamento al seno sta diventando uno dei temi principali di sofferenza nel post -partum, spesso causa insieme ad altri fattori, dell'insorgenza della depressione post-partum.

Non ci addentriamo su cosa sia meglio se latte naturale o latte artificiale ma vogliamo affermare a gran voce che ciò di cui il bambino, in termini di sviluppo, ha davvero bisogno è...
UNA MAMMA SERENA🤍

Il senso di colpa, il senso di inadeguatezza, il sentirsi una mamma in difetto, il sentire di non riuscire ad essere in grado di soddisfare i bisogni del piccolo sono solo alcune delle emozioni, delle sensazioni che le neomamme riportano nel momento dell'allattamento.

L'attenzione al pre parto è impeccabile ma quando si ritorna a casa spesso si ha la sensazione di sentirsi sole, abbandonate a se stesse e con un carico di responsabilità non indifferente, e ci si dimentica delle fatiche legate al post parto.

Ma proviamo a capire i modi differenti di vivere l'allattamento:

Ci sono madri che devono dimostrare all'esterno anche attraverso l'allattamento che sono capaci, che sono brave e che riescono a soddisfare tutti i bisogni del proprio bambino, possiamo definirle le "madri performance ". Spesso poi, dentro le mura domestiche si presentano crolli emotivi importanti.

Poi ci sono, le madri che vivono l'allattamento come "costrittivo", come se si sentissero limitate nelle proprie libertà, autonomie, temono il pensiero di avere sempre il piccolo attaccato al seno, di non avere orari precisi o sentono un forte bisogno di riprendere in mano la propria vita. sentono che il piccolo è completamente dipendente da loro e non possono concedersi di "staccarsi" anche solo per pochissimo tempo.

Poi abbiamo le madri "del giusto e dello sbagliato" quelle che credono e sono fermamente convinte che l'allattamento naturale sia l'unica via da percorrere perché l'unica cosa giusta da fare sacrificando talvolta il proprio benessere.

(CONTINUA NEI COMMENTI 😎👇)

04/04/2023

Sonia, in terapia 04/04/2023

"Dottoressa, ho partorito da circa due mesi ma ho sempre paura di sbagliare di non fare le cose giuste"

"In che senso Sonia mi spieghi meglio"

" Ogni volta che prendo una decisione, come vestirlo per uscire, se fargli il bagnetto, provare a capire se sta bene o male. Non so mai se ciò che scelgo sia giusto o sbagliato "

" E cosa fa per trovare questa risposta"

" Ah in genere chiamo mia mamma, chiedo consigli e puntualmente mi sento poi inadeguata perché sembra sempre che la mia scelta sia peggiore di quella degli altri"

"E quando si sente così inadeguata che cosa prova?"

"Frustrazione, imbarazzo cioè mi vergogno non sono una brava mamma non so mai quello che è giusto per mio figlio "

" E cosa fa per stare meglio?"

"Ah seguo i consigli di mia mamma in fondo lei sa meglio di me come si cresce un bambino"

" Quindi Sonia, gli altri sanno meglio di lei cosa è giusto per suo figlio e per lei? "

"Sì esatto"

" Ma lei Sonia ha mai provato ad ascoltare cosa le dicono le sue sensazioni e cosa le comunica suo figlio piuttosto che ricercare risposte al di fuori di voi?"

" No"

" Pensa che potremmo iniziare da qui?"

# gravidanza

30/03/2023

Livia, in terapia:

"Dottoressa mi sento l' unica mamma al mondo spaventata da questa gravidanza. Io non so se ce la farò"

"Livia cosa la spaventa?"

"Tutto, cioè cambierà la mia vita non potrò tornare indietro, un bambino non è come un lavoro non si cambia"

"E come la fa sentire?"

"Mi sento soffocare, come se mi mancasse l'aria e se io poi non lo volessi più, è follia lo so ma ho paura"

"E che immagine ha di lei, come si vede?"

" Io mi vedo una cattiva mamma, una di quelle mamme che non vorrà stare con il proprio bambino notte e giorno. Sono diversa e gli altri non lo capiscono.

"Diversa in che senso?"

"Io voglio essere libera e le mamme non sono libere, stanno a casa, accudiscono i figli. Io voglio tornare al lavoro, andare in palestra vedere le amiche e queste due cose non sono compatibili"

"Insomma Livia le mamme sono come delle carcerate, limitate della propria libertà dico bene?"

"Esattamente "

" E se una mamma dovesse semplicemente essere SUFFICIENTEMENTE BUONA, ovvero autentica e vera, con le proprie fragilità in grado di prendersi cura del suo piccolo e di SE STESSA dosando in maniera corretta cura e senso di frustrazione.

Se prendersi il suo spazio le può servire a stare meglio con se stessa e con il proprio bambino chi può dirle che ciò non sia corretto???"

31/01/2023

🖋️31 Gennaio 2023
Ore 14

"Dottoressa io ho capito questa mia insofferenza continua nelle relazioni cosa sia"

"Ah sì? E mi dica cos'ha scoperto?"

"Ho paura della vicinanza... (momento di pausa) all'idea di iniziare una relazione mi sento terrorizzata".

"Che cosa la terrorizza?"

"Sono terrorizzata dal fatto he l'altro possa leggere dentro la mia anima, capire le mie debolezze vedere le mie fragilità".

"E poi, cosa potrebbe succedere?"

"Eh...forse io a quel punto perderei tutte le mie difese, tutto il controllo di me stessa e l'altro potrebbe usare tutto ciò contro di me. Potrebbe distruggermi!!!"

"E cosa fa quando le accade di sentire questa paura?"

"Scappo!! poi la paura passa e inizio a pensare ma perché faccio così? E se stessi sprecando un' occasione"

Ho provato un'estrema tenerezza per questa "paura della vicinanza", perché se ci pensiamo in natura cerchiamo la vicinanza dell'altro proprio quando sentiamo di essere in pericolo, di avere paura. L'altro è fonte di protezione.

Qui, nel pezzetto di terapia di oggi, invece è l'altro che funge da pericolo per sé __ "mi sento di perdere il controllo di me che l'altro mi possa distruggere".

Cosa possiamo dire di questa paura della vicinanza per questa persona specifica?

❤️Ho paura della vicinanza= ho paura di amare/di essere amato/a❤️

👉 Quello che questa persona teme è il lasciarsi andare, il mostrare le proprie debolezze e ciò che le/gli "costa meno" è rimanere sola/o perché il senso di vuoto che si avverte nello stare da solo (situazione in cui si percepisce più forte) è meno doloroso del senso di vuoto lasciato dalla possibile perdita dell'altro (situazione in cui si percepisce estremamente vulnerabile)

🥁Come fare?! 🥁
1.STARE NELLA PAURA
2.SENTIRE IL PROPRIO SENSO DI FRAGILITÀ (perdita, abbandono), starci a contatto
3.IMPAPARE A TOLLERARE IL SENSO DI PERDITA LEGATO ALLA POSSIBILITÀ DI AMARE

Pezzi di terapia che lasciano il segno...

31/12/2022

"Hai mai provato la sensazione di essere lì, a bordo di un precipizio e non sapere che fare? Tra fare un passo indietro e lasciarti andare, scegli di lasciarti andare, se non ti è dato di trovare un solido terreno, credimi, imparerai a volare".
(Paulo Coelho)

Il nostro augurio per questa fine e per questo nuovo inizio
✨Sandra e Ge ✨

23/12/2022

A due giorni dal Natale ci sentiamo di condividere una piccola riflessione

✨Ognuno ha la propria percezione del Natale e delle festività, ognuno di noi esprime tramite le proprie modalità le sensazioni e i propri stati d'animo ciò che sente del Natale.

Non vi è nessun obbligo
Non vi è nessun dovere
Non vi è nessun modo giusto o sbagliato di viversi questo momento

✨Ma vi è il PROPRIO modo di attraversare le festività e ciò che conta davvero è concentrarsi su ciò che sentite sia più utile per la vostra serenità ❤️

🙍🏻‍♀️🙍🏼‍♀️ Noi nel nostro piccolo, vi auguriamo di poter trascorrere non necessariamente un Natale felice ma il VOSTRO Natale ✨

🎅🎄🎁💐🎊🍾

19/12/2022

"Dottoressa mi sento di non aver concluso nulla?"

"Cosa intende per non ho concluso nulla"

"Ho 30 anni, tutte le mie amiche o vanno a convivere o si sposano o fanno figli e io sono qui che ancora non ho concluso nulla, ho un lavoro precario, ho trascorso tutto il tempo a studiare e cosa mi ritrovo? Nulla!"

"E cosa prova nel dirsi tutte queste cose?"

"Una profonda tristezza e una paura grande di non essere in tempo"

"In tempo per?"

"Eh per fare tutte le cose che devo fare"

"E quali sarebbero le cose che DEVE fare?"

"Sposarmi, fare dei figli, costruirmi casa avere un lavoro, tutte quelle cose che gli altri si aspettano che una ragazza di 30 anni faccia"

"Ecco, è proprio questo il punto, ma lei cosa vorrebbe in questo momento per sé? Quale sente che sia la sua priorità? "

"Penso che vorrei stabilizzarmi con il lavoro e sì mi piacerebbe trovare un compagno, avere una famiglia ma perché esistono scadenze per questo."

"Non esiste nessuna scadenza esiste il nostro tempo, e ognuno ha il proprio ed unico tempo per fare ciò che desidera. L'importante è pensare a ciò che si vuole per sé e non per gli altri."

ESISTE IL TUO TEMPO 🤍 ABBINE CURA🤍

01/12/2022

1 Dicembre 2022 Giornata Mondiale per la lotta contro l'AIDS, una malattia infettiva causata dal virus HIV.

Dai primi casi documentati in letteratura per la prima volta nel 1981 a oggi, la ricerca ha fatto passi notevoli.
‼️ L’aspettativa di vita si è allungata e le attuali strategie terapeutiche permettono di tenere sotto controllo l’infezione. Una persona con HIV in trattamento corretto e continuo ha una speranza di vita sovrapponibile o quasi a quella di una persona non contagiata. ♥️

‼️Quello che ancora manca, però, è una corretta informazione e una consapevolezza diffusa.

“La differenza tra HIV e AIDS è rappresentata dal fatto che l’HIV è il virus che si può contrarre perlopiù attraverso rapporti sessuali non protetti. Una volta contratto e quindi una volta entrato nel nostro organismo, se la persona non è consapevole e non ha accesso alle opportune terapie, questo virus in modo silenzioso inizia anno dopo anno a nutrirsi, a mangiare il nostro sistema immunitario. Questo determina un abbassamento del nostro sistema immunitario e un indebolimento dello stesso, che risulta più vulnerabile e più sensibile a contrarre malattie determinate da altri virus o da altri a batteri.
Questa fase è chiamata AIDS, che è il peggioramento clinico determinato dal virus dell’HIV all’interno del nostro organismo”.

Presso il Ser.t (servizio dipendenze patologiche, che nella nostra città è situato in Via Orto del Fuoco) è possibile effettuare il test hiv totalmente gratuito da oggi al 3 dicembre. APPROFITTATENE‼️

25/11/2022

"RIDAMMI IL ROSA"

Un abbraccio tutt’altro che amore
mi hai dato forte
e ho provato un dolore profondo,
dell’anima.
Mi hai levato un po’ tutti i colori.
Compreso il rosa.
Son scomparsi i sapori vitali,
le favole.
Il mio sole è ormai freddo e oscurato,
vita gelata,
per l’istante rubato furtivo,
nell’intimo.
I tuoi segni lasciati flagranti,
stigma perpetua,
non nel corpo ma giù dentro al cuore,
eternità.
Troppo tempo è trascorso in silenzio,
pioggia dagli occhi,
per il bene di chi ci sta intorno,
più piccoli.
Oggi è tempo di uscir dalla nebbia,

quiete violata,
rivedere le stelle del cielo
che brillano.
Basta spalle voltate e silenzi,
porte serrate,
è un’orchestra che cerca strumenti,
incantesimo.
Non mi sento più sola e ferita,
stammi vicino,
anche tu coi tuoi mille da fare
ascoltami.

Pietro Ferrara
👠

09/11/2022

Illustrarvi i fattori di rischio legati ai social ci sembra alquanto banale, parlarvi dell'impatto che questi hanno sulla vita delle persone (come isolamento sociale, dipendenza, ansia, depressione ecc.) può essere ormai scontato...

Il CATFISHING sapete cos'è?
È una truffa psicologica molto diffusa sul web e consiste nel dare informazioni false su di sé per piacere agli altri
Termine inglese che significa costruire una falsa identità online per apparire migliori, ottenere vantaggi, sedurre.
È un fenomeno molto diffuso che può rivelarsi traumatico per chi ne è vittima e scopre che la persona che stava conoscendo, in realtà, è totalmente diversa da ciò che credeva. Ma non solo, può essere estremamente pericoloso anche per il carnefice. Vediamo perché

Dietro al catfisher abbiamo strutture di personalità complesse, disfunzionali che spesso manifestano uno scarso senso di amabilità: ad esempio, possono sentirsi non amabili, sì vergognano di come sono, non si piacciono, trovano piacere e gratificazione in un mondo finto perché in quello reale vivono un'estrema condizione di solitudine, manifestano difficoltà relazionali, forte senso di solitudine.
Possono essere presenti anche difficoltà legate allo stare in relazione, al mostrarsi per quello che si è...e il filtro dei social permette per certi versi di mostrare la parte che si crede migliore ma non autentica di sé: il cosiddetto falso sé ➡️ se io mostro la parte di me in cui mi sento piacevole, amorevole, desiderato quanto realmente sento la tristezza e la solitudine che sta alla base del mio stato emotivo?! 🤔

‼️I social permettono di fantasticare, di sognare un mondo che non è quello reale e che mi permette per un certo momento di mettere in pausa ciò che provo realmente.

Qui le vittime sono due, perché entrambe, per motivi diversi e con modalità diverse nascondono dietro al mondo digitale il proprio stato di sofferenza profonda

(Siamo rimaste profondamente colpite da quanto accaduto recentemente nel nostro territorio, il servizio Le Iene è stato forse l'esempio di come l'impatto mediatico può avere effetti devastanti per chi ha già una struttura di sofferenza alle spalle.
Per noi le vittime rimangono due)

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Il lavoro terapeutico....

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