Genovavera
Vita in Liguria tra antichi e nuovi sapori
Non propriamente natalizia, ma mooolto genovese!
Torta cheescake con crema di prescinseua e gelatina al basilico coltivato da me...in serra! Vi piace?
Nell'entroterra in provincia di Savona troviamo un mondo incantato di nome Finalborgo. L'abitato si sviluppa verso l'interno di Finale Ligure per meglio difendersi dalle incursioni dei pirati Saraceni che a lungo minacciarono l'intera costa Ligure.
Cinto da mura medievali e due fiumi, racconta tutte le epoche della nostra civiltà, partendo dalla preistoria, attraverso preziosi ritrovamenti. I primi documenti riguardo Finalborgo risalgono al 900 d.c. Per molti secoli fu governato dalla potente famiglia feudale dei Del Carretto, per poi passare sotto dominio spagnolo, finché nel 1700 la Repubblica di Genova riuscì a prenderne possesso.
Quest’atto, molto deprecato dagli abitanti, segnò la fine dell’antica autonomia politica del Finale, ma certo non ne cancellò d’un colpo l’individualità, che ancora oggi si può leggere in molti segni presenti nel territorio.
Per "lavoro certosino" si intende un lavoro minuzioso, preciso, che richiede spesso molta pazienza. I monaci certosini dividevano la propria giornata all'interno dell'Abbazia tra preghiere e lavoro.
Mi è tornata in mente la Chiesa di S. Bartolomeo della Certosa nel quartiere di Rivarolo, mentre decorato questa torta.
Di fianco alla Chiesa si trova un Chiostro, sul pavimento, un rissêu lungo tutto il perimetro. È antichissimo, risale al 1500. Si tratta di una pavimentazione tipica della Liguria, è un mosaico realizzato con ciottoli, pietre di mare o fiume nere e bianche. Ringrazio Gabriele Gelatti per avermelo fatto conoscere! Gabriele si occupa del recupero e restauro di questo gioiello ancora troppo nascosto!
Domenica siamo tornati indietro di alcuni secoli visitando 32 ettari di giardino romantico ottocentesco a Voltri.
Villa Duchessa di Galliera!
Attraverso viali, laghetti, statue e grotte artificiali, abbiamo anche incontrato un bel parco giochi, le caprette, e anche i daini, apprezzatissimi dai bambini!
Il parco sconfinato si apre sulle colline dietro al Palazzo dei proprietari, la potente famiglia genovese Brignole Sale. All'interno di questo edificio oltre al Teatro privato, si trova anche la Sala delle Conchiglie, visibile solo in rare occasioni, le cui pareti sono interamente rivestite di conchiglie, porcellane, vetro e corallo.
Il Parco è dedicato a Maria Brignole Sale De Ferrari Duchessa di Galliera la quale, rimasta senza eredi e dovendo decidere il destino della sua immensa fortuna, destino' Palazzo Rosso e Palazzo Bianco al Comune di Genova. Dobbiamo a lei quindi la nascita dei primi musei genovesi, oltre alla fondazione dell'ospedale genovese che porta il suo titolo, l'Ospedale Galliera!
Ho pensato alla natura morta quando ho composto questa foto!
È una definizione incoerente con la natura stessa, che per sua definizione è viva. Il termine diventa noto intorno al 1500 soprattutto nell'Europa del Nord dove la religione protestante vietava la rappresentazione delle icone. Gli artisti dell'epoca si concentrano così su altri, temi, in particolare i fiamminghi tedeschi.
Cosa c'entra Genova in tutto questo?
Beh, gli scambi commerciali tra banchieri genovesi e Fiandre apportano alla nostra città svariate opere fiamminghi a partire dal XV sec.
Alcune si trovano ancora a Palazzo Bianco, altre alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola
In questa immagine compare la mia ciambella cotta con latte di cocco e vaniglia, assediata dalle fragole che sfida, come tutte le nature morte, il passare del tempo, il crudele destino di tutti i dolci preparati e divorati tra queste mura.
Ecco a voi i Biscotti al marmo per affilare i denti!
Il nome biscotto deriva dal latino "Panis biscoctus" letteralmente "pane cotto due volte".
Come spesso è accaduto, il biscotto sembra essere nato da un errore.
Racconta il mito che molti secoli fa, un cuoco si addormentò mentre cuoceva il pane, il prodotto, perso volume, divenne sottile, friabile e si conservò per lunghissimo tempo, al contrario del pane che ammuffiva facilmente.
A Genova si fanno ancora oggi i biscotti di pane, anche detti "Del Lagaccio", ve ne parlerò presto, oggi ci siamo persi nella fantasia dei dinosauri e ci siamo divertiti a passare il tempo infornando!
E così, mentre guidi su una strada qualunque, appare improvvisamente un castello!
Che magnifico luogo, sembra incantato, mi chiama, e fermo la mia moto sul lato della strada spinta dal desiderio di entrare..sarà possibile farlo? Cosa si troverà dentro?
Avevo già letto che la proprietaria attuale è la Casa d'aste Cambi, mentre il creatore della struttura è stato Gino Coppedè, le cui manifestazioni si apprezzano ancora in molte zone della città.
A Genova si riconoscono qua e là palazzi concepiti come enormi oggetti d'arredamento i cui caratteri vengono esagerati, intagliati, come mobili in legno. Questo è il segnale di Coppedè.
Il Castello in cui mi appresto a entrare si chiama Mackenzie, si tratta della prima commissione ricevuta da questo architetto, scultore e decoratore.
Incredibilmente mi viene concesso l'accesso, dentro, mille suggestioni di epoche lontane create dal recupero di svariati stili che incredibilmente, fusi, restituiscono l'unità!
Colpiscono i particolari, le rifiniture, piuttosto dei quadri esposti.
Una fervida fantasia decorativa pervade i saloni, serpeggia lungo le finestre e mi accompagna in questa dimensione.
Ma che opere d'arte in miniatura questi Corzetti appena prodotti dalle mie mani!!!
Sono un tipo di pasta ligure molto personalizzabile, di solito si usa un timbro in legno per decorarli. Si tratta di un oggetto formato da una parte cilindrica con la faccia superiore piana e intagliata (incavata, “corrosa” termine da cui deriva la parola Corzetto) con un disegno e un'altra concava col bordo tagliente, o "taggiapasta" per ricavare le rondelle di pasta dalla sfoglia.
Senza timbro, ho tagliato i miei medaglioni con un bicchierino e poi li ho decorati con una semplice forchetta, in modo da trattenere meglio il condimento.
E' verp che ho impiegato una quantità di tempo maggiore rispetto a quella richiesta da un semplice pacco di spaghetti, però la soddisfazione finale è insuperabile!
In questa vigilia di zona arancione (si preannunciano almeno altre due settimane di restrizioni dovute alla pandemia qui in Liguria) consoliamoci con una sana attività, divertente, formativa e piena di gusto!
Sfruttiamo il mio mortaio per produrre una salsa costituita da pinoli e maggiorana fresca.
L'abbiamo terminata in pochi minuti, come potete vedere, l'erbetta era del supermercato però mi sto attrezzando per ospitare la maggiorana sul mio piccolo balcone, riprodurre le piante della collina dietro casa e disporre di questo freschissimo sapore ligure in tutte le mie preparazioni.
Se notate bene, il prodotto finale risulta ancora troppo denso, va quindi ulteriormente diluito nell'acqua di cottura della pasta.
Il sapore è risultato davvero delicato e aromatico, il mio piccolo aiutante lo ha apprezzato, ha imparato a pestare gli ingredienti e la soddisfazione di prepararsi del cibo sano e gustoso!
Indovinate un po' a quale pianta appartengono questi fiori stupendi che crescono sul mio piccolo balcone?
Non ci crederete mai, si tratta dell'ORTICA!!!!!!
L'erbaccia che più odiavo da bambina, la più temuta in campagna, quella che ti punge senza perdono...ora si è rivelata la regina delle coltivazioni del mio davanzale, e non solo per i magnifici fiori stellati viola, che sinceramente non avevo mai notato prima! (Pensavo che l'ortica non fiorisse) ma per le numerosissime proprietà contenute in una sola pianta.
È ricca di ferro, acido folico, tante vitamine, sali minerali...una vera e inaspettata forza della natura!!!!
Cresce ovunque in Liguria e in tutte le regioni a clima temperato, io la coltivo per usarla in infusione oppure faccio delle frittate, o delle zuppe
Evviva l'ortica!
Questa foto è stata scattata a LEVANTO, vicino ale Cinque Terre!
Mentre a Genova il mezzo di trasporto più usato è la moto (siamo la città con il più alto numero di scooter e moto in Europa!) in questo angolo di paradiso la gente del posto usa l'APE che permette di muoversi agilmente tra le stradine collinari gremite di ville e giardini.
Guardate qui, ci sono addirittura i parcheggi su misura per le api, questi curiosi veicoli a tre ruote che trasportano carichi elevatissimi rispetto al loro peso!
Evviva le api!
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