Fabrizia ex studio Chiaro scuro

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Meravigliosa “Ragazza di Teheran”. Paragonato a Hosseini e Sparks, esce in Italia il bestseller mondiale di Marjan Kamali 27/08/2024

Meravigliosa “Ragazza di Teheran”. Paragonato a Hosseini e Sparks, esce in Italia il bestseller mondiale di Marjan Kamali “Non dimenticate le ragazze iraniane. Non distogliete lo sguardo. Gridano per le strade da generazioni e adesso è ora che il mondo le ascolti. Lo meritano: il loro coraggio è immenso. Meritano la loro libertà. Sono una narratrice e conosco il potere universale della parola. Con il mio romanzo h...

14/02/2024

Ascolta,
dico a te !
Si, proprio a te
si si,
a te che non vuoi sapere, che non vuoi sentire
Ventitremila?
È un numero come un altro, certo.
Non sono 23mila vite quando ascolti le notizie, 23000 persone, 23000 cuori fermi per sempre…e chissà attorno quanti cuori rotti, spezzati come vasi di terracotta lanciati in aria con rabbia e piombati a terra con dolore.
Tra un’ora non ti ricorderai… 23000, 2300 … boh chissà quanti erano.
E però…. Non esiste solo la morte. Eh no! C’è ancora un sacco di gente da curare, gente da salvare.
Si, da salvare.
E allora, se non vuoi sapere, se non vuoi sentire, ti racconterò una storia diversa.
Anzi farò di meglio, ti farò protagonista.

Ti basta ascoltare :

Immagina
di vivere con la paura costante di restare sotto una bomba
di contare ogni mattina i tuoi figli per sapere se sono ancora tutti vivi. Dove vanno non importa. Respirano.
di trovare uno di loro davvero davvero ferito.
Era nascosto sotto chissà quale sacco in chissà quale tenda di chissà quale uomo che come te respira solo ogni tanto, per non morire.
Ha una gamba spappolata da chissà quale dei fulmini della notte
Ed allora la corsa. Sei sempre un padre, malgrado tutto. La corsa f***e in ospedale.
Ospedale? Una tenda un po’ più grande della tua, solo un po’ più piena di posti per poter posare la… gente. Si, è gente. Sono persone. Tante persone. Troppe persone in quel buco di tenda.
Immagina
Di veder correre un medico vestito da barbiere, o forse un barbiere vestito da medico, a riparare la gamba destra di tuo figlio. Che si può fare? Il sangue è tanto. Il dolore ancora di più. La gamba c’è. Un pezzo si, c’è. Che si può fare? Non deve morire Che si può fare? Non si può cucire. No, non si può steccare. Non si può.…. Che si può fare subito? Il sangue ora è davvero troppo.
Operare, si può operare. Si per fortuna hai trovato un barbiere che sa operare. Subito. Bisogna farlo subito. Ed allora il medico barbiere pulisce una tavola di legno, ci posa sopra tuo figlio che urla, chiama i suoi parenti che hanno studiato da infermieri e chiama l’anestesista.
Ed arrivano tutti, miracolosamente tuo figlio è circondato da tutti.
Ci sono il medico, tre parenti e l’anestesista. Lui si che ha studiato. Ha studiato tanto, bene, è bravissimo.
Lui c’è. C’è sempre, sempre e comunque,
Ma il Pentobarbital no…. È finito da tre giorni.
Il Propofol nemmeno, quello non c’è mai stato.
Il Pentothal si, un poco c’è, ma è, come da bugiardino, indicato solo per procedure chirurgiche brevi
Dovrà fare presto! Molto presto!
Ed allora ti scappa da ridere, pensando ad un barbiere che taglia la gola ad un mafioso velocemente, e fa presto, molto presto.
Ti scappa da ridere. Capita, prima di una crisi di panico. Capita, quando stai per svenire. Capita, anziché vomitare, anziché portare via tuo figlio da lì con la gamba penzoloni. Capita.
Ed immagina
Ti dicono di non guardare. Ti dicono che l’effetto dell’anestesia finirà troppo presto. Ti dicono lo salveranno. Griderà ma lo salveranno.
Ti dicono di girarti dall’altra parte.
E tu…
Ti giri dall’altra parte
Del resto, lo fai sempre
Del resto, sei abituato
Del resto, si, basta cambiare canale sulla Smart TV
C’è di tutto ora in TV
Basta saper scegliere
Ti giri
Guardi davanti a te
Tanta gente
Tanta gente che sta male
Molto male ma…
Tutto bene, non c’è nessuno che conosci.
Ecco, perfetto resta così.
Non ti girare.
Non ti girare mai.
Non girarti, ora c’è silenzio.
Nessuno grida più
Non dovrai neppure più ascoltare
Lui è morto dal dolore

08/07/2023

Lei è la giornalista russa Elena Milashina, è stata aggredita in Cecenia da una decina di uomini incappucciati che hanno minacciato di tagliarle le dita poi colpito le mani con un bastone. Hanno distrutto telefonini e tablet, poi l’hanno rasata, pestata con calci e pugni, puntato la pi***la in faccia urlandole “ora non scriverai piú nulla, vai via dal paese, siete stati avvertiti” e infine l’hanno cosparsa di zelyonka, un antisettico simile alla tintura di iodio, diffusissimo in Russia e che i gruppi nazionalisti e populisti putiniani usano contro “gli oppositori”.

Perché questo antisettico verde? Perché il colore ti resta addosso per molto tempo, ti marchia. Viene scelto perchè è il colore che si vede sui corpi feriti degli ucraini vittime dei bombardamenti russi.

Una traccia semantica che indica il segno delle persone bombardate dai russi. Perché hanno ridotto così Elena Milashina? Perchè hanno accoltellato l’avvocato che era con lei, Alexander Nemov?

Elena Milashina è giornalista russa, una delle decane del giornalismo d’inchiesta, scrive per la Novaja Gazeta, il giornale di Anna Politovskaja che Putin ha censurato sia nella versione web che cartacea. Accompagnava Nemov a Grozny, nella Repubblica cecena, per l'annuncio del verdetto del Tribunale distrettuale di Akhmat sul caso della prigioniera politica Zarema Musayeva, il 4 luglio 2023. Sono stati pestati perché non parlassero al mondo di quanto stanno facendo a Zarema Musaeva, madre dell'importante avvocato e attivista ceceno per i diritti umani Abubakar Yangulbaev, che è stata condannata a 5 anni e mezzo di carcere, colpevole di “aggressione alle autorità e di frode”. Menzogne che il regime putiniano usa nei suoi tribunali per perseguitare i familiari dei difensori dei diritti civili.

Il regime di Putin, sostenuto in Italia per anni dalla Lega di Salvini e da Meloni, che ha combattuto le sanzioni e definito la Russia putiniana nella sua biografia “paese che difende i valori europei e l’identità cristiana”. Da sempre Putin perseguita giornalisti e oppositori, ma l’estrema destra italiana ha taciuto, salvo poi “cambiare opinione” per la necessità di avere aiuti economici dall’Europa.

19/04/2023

Il 16 aprile 1995 venne ucciso, a soli 12 anni, Iqbal Masih, un giovanissimo attivista pakistano, diventato un simbolo della lotta contro il lavoro infantile. In sua memoria venne instaurata la Giornata contro la schiavitù infantile che ricorre proprio oggi. Questa è la sua coraggiosa storia.

A soli 4 anni, il piccolo Iqbal fu venduto dal padre a una fabbrica di tappeti nel Punjab perché alla sua famiglia servivano i soldi per pagare il matrimonio del figlio maggiore. Così fu costretto a lavorare insieme ad altri bambini per più di 12 ore al giorno. Privato di ogni libertà e spesso incatenato al suo telaio, subì continui maltrattamenti e al minimo tentativo di ribellione, una severa punizione.

A 10 anni lui e altri bambini riuscirono a fuggire della fabbrica per partecipare a una celebrazione del giorno della libertà organizzata dal Bonded Labour Liberation Front (BLLF). In un discorso improvvisato ed eloquente raccontò la sua sofferenza e quella degli altri che come lui vivevano in condizioni di schiavitù. La sua storia ebbe eco e fu stampata sui giornali locali.

Decise di non tornare più in quella fabbrica e con l’aiuto di un avvocato della BLLF, ottenne la libertà. Non solo, il “proprietario” di Iqbal, Hussain Khan, fu condannato e la sua fabbrica chiusa. Da quel momento divenne un giovane attivista per i diritti dei bambini vittime della schiavitù riuscendo a chiudere le aziende in cui i minori venivano sfruttati.

Purtroppo aver alzato la voce gli è costato la vita. Le cause della sua morte non sono mai state chiarite. Per la maggioranza, fu assassinato per aver difeso quello che gli era dovuto.

Sembra impossibile immaginare che la schiavitù minorile esista ancora. Purtroppo però è una terribile e vergognosa realtà che colpisce più di 160 milioni di bambini e bambine nel mondo.

16/11/2022
03/04/2022

Chi chiede aiuto non ha un colore soltanto.
Chi offre aiuto neppure.
Il mondo, con buona pace dei monotoni, degli apatici, dei monocolore, dei monocorde.... è variopinto.
Basta guardarsi attorno un attimo per rendersene conto. Chi non vede, a prescindere dal danno possibile all'apparato visivo, dovrebbe farsi due domande. Almeno due... una non basta, appunto 😅

06/04/2021

Una donna di primati, Margaret Bourke White. La prima ad arrampicarsi sulle colate di ferro delle fonderie e ad affrontare il calore intenso delle fornaci pur di realizzare fotografie industriali nuove, insolite, visionarie. La prima ad affrontare la fotografia aerea a sprezzo del pericolo. “Se ti trovi a trecento metri di altezza, fingi che siano solo tre, rilassati e lavora con calma”, questo il suo motto.⁣⁣
⁣⁣
Nel giorno dedicato alle donne, ripercorriamo la straordinaria storia di Margaret Bourke-White sfogliando le pagine di 𝙋𝙧𝙞𝙢𝙖, 𝙙𝙤𝙣𝙣𝙖, in attesa di poter visitare nuovamente la mostra a Palazzo Reale Milano.
⁣⁣
📷Credit photo: Margaret Bourke-White al lavoro in cima al grattacielo Chrysler, New York City, 1934 © Oscar Graubner Courtesy Estate of Margaret Bourke White ⁣⁣
Fondazione Forma per la Fotografia Comune di Milano - Cultura Canon ItaliaI Talenti delle Donne

06/04/2021

Ridere senza motivo, viaggiare senza limiti, mangiare senza ingrassare. Proprio vero: la felicità sta nelle piccole cose 🙂
In attesa delle grandi avventure, festeggiamo la , stampando i nostri happy moments.

06/04/2021

Photo Credit : Paola Spencer

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