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Jacovitti: “Sono orgoglioso di essere un clown”

Il 19 marzo del 1923 nasceva a Termoli, nel Molise, Benito Franco Giuseppe Jacovitti.
Per i più giovani diciamo che Jacovitti era un fumettista: inventava storie e le disegnava per poi vederle pubblicate sui giornali. Oggi, impropriamente, potremmo dire che creava “graphic novel” gioiose e ironiche.
Al Macte (Museo di Arte contemporanea) di Termoli e al MaXXi (Museo Nazionale delle arti del XXI secolo) di Roma dal mese di ottobre 2023 apriranno due mostre: “Tutte le follie di Jac!” a Termoli (Jac è la firma che usava Jacovitti) e “L'incontenibile arte dell'Umorismo” a Roma.
Spiegare quanto fosse apprezzato Jacovitti da tutti i ragazzi degli anni ‘60 e ’70 non è così semplice: il mondo era molto diverso.
I telefoni erano fissi, da tavolo o a muro; la televisione aveva un solo canale e le trasmissioni iniziavano alle 17; nessun computer; per ascoltare le canzoni si dovevano comprare i dischi oppure mettere 50 lire nel jukebox del bar (attività riservata ai maschietti). Erano i tempi in cui nascevano i “Baby Boomers”.
In questo scenario il “Corriere dei Piccoli”, su cui Jacovitti pubblicava le sue vignette e ancor di più il “DiarioVit” (ogni scolaro aveva il suo diario per segnare i compiti, ma quello di Jacovitti ogni giorno aveva una vignetta) erano divertimento puro.
Come tutte le personalità geniali, Jacovitti aveva uno stile tutto suo, che non assomigliava a nessun altro e che nessuno è riuscito a imitare. Il disegno è preciso, accurato, ben colorato.
I personaggi simpatici e surreali come Pippo, Pertica e Palla, Cocco Bill, Zorry Kid, Elviro il Vampiro, Microciccio Spaccavento e tanti altri. Nelle sue tavole compaiono salami, vermetti, serpentelli e oggetti di vario tipo nei posti più impensati.
Oltre a storie e avventure, Jacovitti disegnava delle grandi tavole gremite di personaggi e situazioni divertenti, tutte da leggere.
Nella cappa di conformismo dell’epoca la sua

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Jacovitti: “Sono orgoglioso di essere un clown” Il 19 marzo del 1923 nasceva a Termoli, nel Molise, Benito Franco Giuseppe Jacovitti. Per i più giovani diciamo che Jacovitti era un fumettista: inventava storie e le disegnava per poi vederle pubblicate sui giornali. Oggi, impropriamente, potremmo dire che creava “graphic novel” gioiose e ironiche. Al Macte (Museo di Arte contemporanea) di Termoli e al MaXXi (Museo Nazionale delle arti del XXI secolo) di Roma dal mese di ottobre 2023 apriranno due mostre: “Tutte le follie di Jac!” a Termoli (Jac è la firma che usava Jacovitti) e “L'incontenibile arte dell'Umorismo” a Roma. Spiegare quanto fosse apprezzato Jacovitti da tutti i ragazzi degli anni ‘60 e ’70 non è così semplice: il mondo era molto diverso. I telefoni erano fissi, da tavolo o a muro; la televisione aveva un solo canale e le trasmissioni iniziavano alle 17; nessun computer; per ascoltare le canzoni si dovevano comprare i dischi oppure mettere 50 lire nel jukebox del bar (attività riservata ai maschietti). Erano i tempi in cui nascevano i “Baby Boomers”. In questo scenario il “Corriere dei Piccoli”, su cui Jacovitti pubblicava le sue vignette e ancor di più il “DiarioVit” (ogni scolaro aveva il suo diario per segnare i compiti, ma quello di Jacovitti ogni giorno aveva una vignetta) erano divertimento puro. Come tutte le personalità geniali, Jacovitti aveva uno stile tutto suo, che non assomigliava a nessun altro e che nessuno è riuscito a imitare. Il disegno è preciso, accurato, ben colorato. I personaggi simpatici e surreali come Pippo, Pertica e Palla, Cocco Bill, Zorry Kid, Elviro il Vampiro, Microciccio Spaccavento e tanti altri. Nelle sue tavole compaiono salami, vermetti, serpentelli e oggetti di vario tipo nei posti più impensati. Oltre a storie e avventure, Jacovitti disegnava delle grandi tavole gremite di personaggi e situazioni divertenti, tutte da leggere. Nella cappa di conformismo dell’epoca la sua