Occhio alla Coda

Occhio alla Coda

La coda è un prezioso barometro dello stato d'animo del nostro cane. Studio per diventare educatrice cinofila | DogSitter | DogWalker

Da qui parte la mia esplorazione nel vasto mondo della cinofilia e nella vita quotidiana a 6 zampe.

16/05/2024

E fu così che Bitto, mio Maestro, salì ufficialmente in cattedra conquistando la “cumpa” di 16enni del Mapelli

Felice e onorata di lavorare con i ragazzi per un po’ di insieme a due colleghe eccezionali .educatricecinofila

❤️ 💪🏻

26/03/2023

Il cane e il lupo.
Il padre e il figlio - eppure così diversi. Due facce della stessa medaglia. Tramite loro imparo a vedere il mondo da almeno altri due punti di vista. Compagni di viaggio inestimabili 🙏✨

21/10/2022

Giotto e i suoi fantasmi.
La vita di un cane diffidente è piena di mostri. Alla sola vista di una ruspa l’adrenalina entra in circolo, il pelo si rizza, parte l’abbaio.

Entro nel suo mondo e provo a concedergli il tempo e lo spazio per un’avvicinamento guardingo. Lo accompagno ad annusare questa paura e infine vincerla insieme.

Ci sono cani solidi e ci sono cani come Giotto che ogni giorno mi sottopongono la sfida a rimanere sensibile e aperta, a sforzarmi di vedere il mondo da un punto di vista diverso.

05/07/2022

Haru è un’akita tosta. Lei e la sua Persona vivono insieme da poco meno di due anni e sono proprio un bel binomio, di quelli in cui senti che si sono trovate due anime affini.

Il punto è quindi insegnare ad Haru che esistono anche altre persone che possono inserirsi nella loro routine senza sconvolgerla. E ci sono voluti 8 incontri in cui, con grande pazienza reciproca e con misurata gradualità, ci siamo incontrate, conosciute, studiate, ci siamo reciprocamente prese le misure letteralmente AL MILLIMETRO.

Oggi, al nono incontro, mi sono guadagnata la confidenza e la fiducia di Haru per girare le chiavi nella serratura, vestirla e guidarla non solo senza timore reciproco, ma anche con un fitto dialogo continuo. Con un akita. Mai avrei detto che saremmo riuscite a comunicare così tanto tra di noi 🥰💛

Mi hai messo alla prova e mi hai insegnato cosa vuol dire essere davvero presenti, assertivi senza scivolare nell’opposizione competitiva, uscire dagli schemi: tuoi quanto miei.

Forse qualcun altro ci avrebbe messo meno tempo, ma sento che io e te adesso abbiamo un terreno comune da cui partire per un dialogo che è solo appena iniziato 💛

18/05/2022

Modulo 11 del corso educatore cinofilo. Parco di Monza. Le lezioni con Ivano non deludono mai e regalano sempre delle perle, come questo incontro fortuito con un branco di cani conviventi: un CLC, un leonberger, un australian Shaperd, un akita americano. Ah e poi c’è anche un intruso: un cane da pastore dei villaggi dell’est (per noi semplicemente Boris 💛). I 4 cani conviventi sono tutti maschi. Frequentano regolarmente il parco e il semplice vederli camminare dietro la loro Persona (un tipo pazzesco che non si vede nel video purtroppo) ti fa capire tante cose dell’armonia che hanno costruito. Certo non è da tutti. Ci vogliono tanti fattori che permettono di giostrare continuamente gli equilibri. Nel mio piccolo, mi ha dato grande incoraggiamento: non c’è spazio per sterili dogmi, c’è solo l’essere presenti con sincerità nel ruolo di guida. E se i nostri cani vorranno accettarla con fiducia sia per noi tanto motivo di onore che un onere.

13/04/2022

Il ringhio mi sta a cuore. Sì, perché troppo spesso è bistrattato: o viene ignorato (es. proprietari di cagnetti piccoli che deridono il loro chihuahuino che ringhia 😑) o viene stigmatizzato (es. proprietari di cani più grossi che partono in quarta con la serie completa del “mi manchi di rispetto!” tirando in ballo sconclusionate questioni di dominanza 🤦🏻‍♀️).

Il ringhio è una forma di COMUNICAZIONE di ostilità. Non è buono e non è cattivo. È un segnale. Punto. Per capirne il significato va, come sempre, valutato il contesto. 🔎QUANDO il mio cane ringhia? A CHI? DOVE? COME (a bocca chiusa, mostrando i denti, prolungato/breve)? Cosa stava succedendo SUBITO PRIMA, cosa è successo SUBITO DOPO?🔍

Capita che Bitto ogni tanto faccia partire un micro ringhio sommesso quando è sul suo divano-cuccia e ci avviciniamo per fargli coccole che lui in quel momento non gradisce. Non c’è da scandalizzarsi. Il rispetto dell’altro inizia anche da qui. Mi chiedi distanza, ti lascio spazio. Poi ti tengo d’occhio prendendo nota di quanto scritto sopra e indagherò le cause🧐: mi tieni lontana perché hai una ferita e non vuoi farti toccare? Ti fa male il tuo dente rotto? 🤔 C’è una risorsa preziosa che stai difendendo? Semplicemente Giotto ti ha rotto le scatole tutto il giorno e mi stai dicendo ‘non-ti-ci-mettere-pure-tu-oggi-MOLLAMI’? 😅

Mi piace pensare che siamo immersi in una comunicazione continua con i nostri cani. Più è ricca di sfumature, più possiamo capirci. Non insegniamogli a non ringhiare del tutto con punizioni ripetute ogni volta che usa questo segnale. Altrimenti un domani rischiamo di arrivare al triste “è impazzito e mi ha morso senza avvisaglie” che racconta di un’esasperazione montata per infiniti momenti di comunicazione inascoltata.

07/04/2022

Nel mondo delle agenzie da cui provengo, “il creativo” è un personaggio del tutto particolare. Essere un vero creativo va ben oltre il semplice ruolo professionale, diventa una modalità intrinseca di interpretare la realtà e rielaborarla in forme nuove.

Per tanto tempo si è pensato che il cane apprendesse come fosse un robot: “carico a sistema” delle procedure, per lo più istruzioni motorie, da eseguire quando impartisco un comando. Poi abbiamo capito che il cane non apprende solo negli slot (per rimanere in gergo agenzia) che gli dedichiamo, ma impara costantemente, H24, dall’ambiente in cui è immerso. Da ogni situazione di vita che incontra. Non solo. Il cane RIELABORA. Quello che ha appreso ormai è suo e ne può fare ciò che vuole. Può combinare, scombinare e ricombinare a totale piacimento gli elementi che ha appreso.

Questo va tenuto in considerazione quando si progetta un percorso educativo. Nei mesi scorsi Bitto ho lavorato sull’attivazione mentale: ha imparato a scoperchiare con la bocca diversi tipi di contenitori per raggiungere il cibo nascoso sotto. E’ diventato molto efficiente nel farlo, quasi chirurgico. Con Giotto invece sto portando avanti un lavoro di segnalazione in ricerca olfattiva di sostanza nascosta sotto i conetti.
Ho voluto fare un esperimento e di proposito ho chiesto a Bitto di fare il lavoro di Giotto. La sua prima risposta è stata applicare esattamente quello che è diventato bravissimo a fare: sollevare i contenitori più strani.

Il contesto era evidentemente diverso dalle sessioni di allenamento per attivazione mentale, ma Bitto ha scelto liberamente di andare a pescare quella conoscenza lì perché gli pareva la più utile da applicare in quel momento. “Che caspita si è inventata oggi questa qui?… adesso addirittura 5 contenitori in contemporanea? Ah, ma ora la frego che io questo lo so fare benissimo, per chi mi ha preso…”

Quindi un consiglio pensateci bene prima di insegnare al vostro cane ad accendere gli interruttori della luce a comando, perché potreste trovarvi con le lampadine accese anche in piena notte 😜😎💡

03/04/2022

Verrebbe da dire che è proprio una domanda stupida, con il suo nome! come altro dovrei richiamare il mio cane? al massimo con un fischio, toh

Eppure se ci si ferma un attimo a pensare, possiamo facilmente accorgerci che ripetiamo il nome del nostro cane decine di volte al giorno. Per chiamarlo, per sgridarlo, per stopparlo, per fargli le coccole magari passando a qualche diminutivo o soprannome. Quello che cambia sarà il tono, il volume, l’espressione del viso, la postura del corpo ecc. Certo un bell’impegno per il cane decifrare ogni volta cosa c’è dentro il suo stesso nome.

Con il tempo anche il nome si stratifica. Mettiamo una persona che ogni giorno porta il proprio cane all’area cani, lo sguinzaglia, mette la faccia nello smartphone (così se non vede dove ha sporcato si sente esente dal raccogliere…) e dopo un quarto d’ora: “Fuffi! vieni che è tardi e devo andare…”. Quanto tempo ci vuole prima che quel ‘Fuffi’ si carichi di fine-libertà? 

Non sarò certo io ad aggiungere elementi a quanto già detto e scritto da illustri luminari sul tema del richiamo. Quel che è certo è che è qualcosa di molto complesso. Non si insegna secondo me. Si costruisce ogni giorno. Perchè è strettamente legato alla relazione. Non si insegna una relazione, si coltiva.


#

17/03/2022

nell’ultimo weekend di corso ho focalizzato ancora meglio alcune intuizioni. A volte è disarmante constatare quanta strada si debba ancora fare per arrivare a un livello minimo di cultura cinofila di base diffusa fra la gente comune. Persone che non sanno leggere che uno scodinzolìo accompagnato da un ringhio prolungato forse non significa essere davanti un cane tipo creatura mitologica schizofrenica che nella metà anteriore “è cattivo” e in quella posteriore “vuole giocare”… 🙄

E il nome Occhio alla Coda è nato proprio pensando a questo. Un invito al fatto che tutti noi, io per prima, dobbiamo imparare a leggere sempre più finemente qualcosa che è altro da noi, qualcosa, simbolicamente la coda, che noi esseri umani non abbiamo, qualcosa che molti semplificando brutalmente pensano serva solo a dire “sono felice, giochiamo”.

La coda è un elemento molto distintivo, ma ovviamente non può prescindere dalla lettura dell’intero cane: orecchie, sguardo, postura, uso dello spazio, rigidità/fluidità del movimento, respirazione, distribuzione del peso, tensione muscolare delle dita delle zampe… un mondo di segnali che si possono registrare in un battito di ciglia!

Il cane nel logo è nella classica posizione di “inchino per gioco”. E’ un segnale stereotipato, ovvero varia poco nelle sue forme (con/senza abbaio e scondinzolìo). E’ un modo molto efficace per dire: “tutto quello che farò dopo questo segnale, non fraintendermi, non vuole essere aggressione, è solo un gioco!”. Inoltre è una posizione da cui prontamente scattare in tante altre, è utile per distendere i muscoli prima del gioco e consente di portare la testa sotto quella dell’altro, escludendo minaccia.

16/02/2022

Prove di ripartenza di socialità diffusa
(Ormai ovunque vado trovo un cane)

14/02/2022

Impossibile descrivere la densità di questo ottavo weekend di corso: pratica con Ivano Vitalini.

Bello vedere che qualche pezzo del puzzle comincia a mettersi insieme, pur restando ancora tantissimo occhio da allenare, ragionamento da affinare, set da saper costruire e azioni da saper pianificare con flessibilità.

Torno a casa piena di voglia di praticare le tecniche apprese, per farle mie, per costruirmi la manualità necessaria alla professione.

Sabato mi sono messa in gioco portando Giotto e Bitto, sfruttando la rara se non unica occasione del corso in cui si poteva lavorare con propri cani. Sapevo sarebbe stato faticoso, sapevo che mi sarei persa un pezzo di osservazione: se scendi in campo, non hai modo di osservare da fuori e avere la lucidità di chi non è coinvolto.

Sabato tutti e tre ci siamo spinti un po’ più in là. Abbiamo esplorato i nostri limiti, ci siamo dovuti misurare con esperienze nuove, mai fatte, testarci, scoprire noi stessi. Giotto ha superato più limiti suoi sabato che negli ultimi sei mesi. Ero quasi commossa quando alla fine della mattinata camminava al guinzaglio, ravvicinato, in gruppo con altri cani, o quando ha saputo aspettare tranquillo al guinzaglio con altri compagni, o masticare e addirittura dormire in gruppo con gente e cani sconosciuti fino a poche ore prima.

Ho vissuto una quantità di emozioni che mi porterò sempre impresse e mi sembra di aver fatto un nuovo scatto nell’evoluzione della relazione con i miei cani. [continua nei commenti]

01/02/2022

Oggi Zeus quando è venuto alla porta al mio arrivo si capiva lontano un miglio che se la stava ronfando della grossa 😴 (buon segno, la solitudine in casa non sembra essere un problema💪).

Non è subito entusiasta di uscire e allora approfitto del suo momento di pigrizia per un po’ di esercizio di calma: mi siedo qualche minuto a terra con lui che nel frattempo si è già spaparanzato pancia all’aria in attesa di coccole. Con delicatezza e lentamente passo la mano su tutto il suo corpo, come a fare un inventario delle parti anatomiche: ci sono tutte le dita delle zampe? 🐾 contiamole un po’, va’ per sicurezza non si sa mai 😜 
Orecchie, coda, ventre, muso, bocca… lievemente e per pochissimo tempo, ma sufficiente, se fatto spesso, per abituare i cani fin da cuccioli ad essere manipolati. Cosa che tornerà molto utile quando capiterà di dover togliere una spina, una zecca, pulire una ferita o semplicemente pulirsi o farsi visitare dal veterinario! 👨‍⚕️🩺

Adesso fine della pausa relax, usciamo ad esplorare il mondo! 🤩

30/01/2022

Più studio e imparo, più mi rendo conto di quanto sono ignorante, il che mi inibisce un po’. Quindi scrivo e posto poco, in modo incostante. Ma quando lo faccio è perché ho davvero voglia di condividere qualcosa che sento rilevante e potenzialmente (spero) utile anche agli altri. Comunicare letteralmente è mettere in comune, no?

Questa foto riassume bene l’ultimo periodo. Essere in relazione con il proprio cane vuol dire avere un dialogo costantemente in corso, fatto di gesti, di silenzi, abitudini, esplorazioni, scoperte e confronti. Siamo due soggetti in crescita e ogni giorno dialogando scopriamo qualcosa di noi stessi come individui e di come possiamo essere insieme.

E’ difficile lavorare per migliorare senza però cadere in certe dinamiche malsane di obiettivi e aspettative. Crescere non è un percorso lineare. A volte si torna indietro, a volte ci sono deviazioni inaspettate e può salire la marea dello sconforto. Giotto al guinzaglio quando incontra altri cani trasfigura. E così alcune situazioni diventano difficili, faticose, mi generano giudizi interni sulle mie incapacità. 

Prima di tutto (facendomi aiutare da esperti) ho cercato di capirlo, di capire i suoi motivi e mi sono rimboccata le maniche per lavorare sul problema. Ma non bastano le tecniche. Sono solo una parte del lavoro. E’ un percorso molto più complesso, articolato, stratificato.

C’è il piano del mio pensiero: pulire. Pulire dalle aspettative, dalle tensioni, dai giudizi. Radicarsi nel momento presente, esserci con sincerità e lucidità, senza permettere al pensiero di formulare frasi tipo “non riusciremo mai”, “ecco, sarà sempre così”.

C’è il piano dell’altro: che è un soggetto complesso e impara h24. Nel tempo può essere che quella dormita insieme, quel gioco, quella scoperta o esperienza particolare fatta insieme porti a maturazione la risoluzione del “problema”. Problema che nel frattempo non si chiama più nemmeno così, ma si è trasformato in un’occasione preziosa.

Quindi ringrazio Giotto che a volte mi metta alla prova spronandomi ad essere una guida e una compagna di viaggio più ricca e completa.

Photos from Occhio alla Coda's post 27/12/2021

Ho ricevuto in dono una poesia illustrata. Un libro evocativo, potente, che ad ogni rilettura si rinnova e ti sorprende perché un nuovo pezzettino di te emerge in superficie catturato dall’amo di quel dettaglio di disegno finora sfuggito o proprio adesso reinterpretato. Essenziale e sterminato, come solo certe poesie sanno essere.



❤️

15/12/2021

15/12/2021

Ivan Petrovič Pavlov, prete mancato, alla fine degli studi in seminario decide che seguire le orme del padre con una carriera ecclesiastica non fa proprio per lui, meglio la facoltà di Medicina di San Pietroburgo. 🩺

Instancabile nei suoi studi ed esperimenti, Pavlov questa volta si era messo in testa di studiare gli enzimi salivari: recupera quindi dei cani e nel suo bel laboratorio costruisce tutto un set atto allo scopo (vedi disegno). Per i più sensibili: ricordiamoci che siamo all’inizio del ‘900 nella Russia dello Zar Nicola II 👑 , la prima rivoluzione doveva ancora ve**re e gli animali erano considerati macchine prive di mente ⚙️ (lo aveva detto anche Cartesio, quindi poche domande e sonni sereni proprio!)

Pavlov però è scienziato inside, quindi sa osservare bene. 👀 Osserva anche quello che va al di là del suo obiettivo di ricerca contingente: si accorge che i cani, dopo un po’ di ripetizioni, non iniziano a produrre saliva quando gli si presenta la ciotola, ma ben prima! basta il suono del campanello con cui Pavlov avvisava i suoi inservienti di portare il cibo. 🔔 E da lì gli si apre un mondo! inizia a studiare l’apprendimento: stimolo, risposta, associazione, discriminazione, generalizzazione…

C’è chi prima di Pavlov ha fatto studi sull’apprendimento, ma lui è sicuramente il primo che lo fa in modo sistematico e scientifico. Così arrivò ad ottenere il massimo riconoscimento: il premio Nobel nel 1904 per la teoria del condizionamento classico, o pavloviano, appunto.

10/12/2021

Aiuto, ora la mangia! 😱 direte vedendo il video
In effetti fa un po’ impressione vedere un cane di taglia grande interagire con uno di taglia piccola, in ogni momento sembra che con quelle zampone finirà per schiacciarla o per fagocitarla 😅
Ma Giotto e Meggy sono amici fin da quando Giotto era un cicciolo e lei sarebbe andata avanti a giocare all’infinito l’altra mattina.

Avere occasione di imparare a gestirsi anche con cani di taglia molto diversa è importante.
Aggiunge competenze comunicative al cane che impara anche a calibrare i movimenti, la forza in ogni gesto, sperimentare che il limite del gioco è diverso per ogni soggetto che si incontra… non è banale. 💡

Avendo negli occhi le scatenate lotte giocose quotidiane tra Bitto e Giotto, mi ha piacevolmente stupito vedere che questo mio lupoide, seppur con ancora tanto da affinare 🤦🏻‍♀️ , si è saputo adattare alla compagnia del momento.

08/12/2021

Studiando Povinelli e la sua teoria secondo cui l’autoconsapevolezza è un funzione cinestesica, mi si sono innescate tante riflessioni. 🤔Semplificando malamente all’osso, dice che l’autoconsapevolezza in tutti gli animali si sviluppa attraverso il movimento all’interno del proprio ambiente naturale di vita. In pratica mi viene da riassumerla, impropriamente lo so, più o meno così: più mi muovo, vivo esperienze, faccio cose e vedo gente, più affinerò il mio grado di autoconsapevolezza. Più saprò chi sono io, insomma. 🪞

Che il movimento sia fondamentale per i nostri cani è chiaro, o dovrebbe esserlo, per molte persone. 
Ma che permettere loro di muoversi liberi in spazi aperti non sia solo un “farli sfogare”, ma qualcosa di mooolto più profondo non penso sia immediata riflessioni dei più.

Così mentre mi infango le scarpe nei campi dietro casa, penso che un altro tassello per mantenere l’equilibrio tra Bitto e Giotto, padre e figlio, ogni giorno, in un appartamento anche piuttosto piccolo, sia permettere loro di confrontarsi, esprimersi, comunicare liberamente in uno spazio adeguato. 🤸🏻‍♀️

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E’ un po’ che non scrivo niente. A volte penso che sia salutare un po’ di #silenzio . C’è fin troppa gente che parla e i...
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Giocare con le farfalle 💛#cuccioli #cucciolo #rincorrerelabellezza #rincorrerefarfalle #cani #dogsofinstagram #ilmiocane
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