Anppia Milano
Organizzazioni Senza Scopo Di Lucro nelle vicinanze
Via San Vincenzo
20123
Via San Vincenzo
Piazzale Giulio Cesare
Via San Vincenzo
Via San Vincenzo
Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti - Federazione di Milano ๐๐๐ ๐ฆ๐๐๐ ๐ข
LโA.N.P.P.I.A. LโA.N.P.P.I.A. Aderire oggi allโA.N.P.P.I.A.
nasce nel 1946 per volontร di coloro che si opposero al regime fascista, dalla sua instaurazione fino alla caduta, sopportando la sorveglianza speciale, lโesilio, il confino, il carcere e la tortura. Sin dalla sua fondazione รจ unโassociazione unitaria, aperta a tutti gli Antifascisti di diverso orientamento politico e culturale. Primo Presidente fu Umberto Terracini, Presidente dellโAssemblea Cost
ORA E SEMPRE RESISTENZA
Oggi รจ lโottantesimo anniversario dellโeccidio fascista dei 15 Martiri di piazzale Loreto.
Commemorare questa ricorrenza significa ricordare la strada che รจ stata percorsa per arrivare ad una libertร che non รจ mai scontata e garantita per sempre.
Al governo c'รจ chi vuole dividere il paese e molti di loro non hanno mai abiurato a quella nefasta dittatura e proseguono con azioni e scelte contro la democrazia e i diritti, contro i principi e i valori presenti nella nostra Costituzione antifascista e repubblicana.
L'antifascismo non puรฒ essere mai messo in discussione !
Domenico Bravini, Giovanni Casiraghi, Renzo Del Riccio, Andrea Esposito, Domenico Fiorani, Umberto Fogagnolo, Giovanni Galimberti, Remo Gasperini, Enrico Mastrodomenico, Salvatore Principato, Angelo Potetti, Andrea Ragni, Eraldo Soncini, Libero Temolo e Vitale Vertemati
La loro colpa era di difendere gli impianti industriali milanesi che i nazisti volevano portare in Germania
PASTASCIUTTA ANTIFASCISTA
sabato 27 luglio ore 19,30 in via Conte Rosso 5 c/o ACLI di Lambrate si terrร la tradizionale pastasciutta antifascista per onorare la memoria della storica pastasciutta offerta da papร Cervi ai compaesani nel luglio del 1943 per festeggiare la caduta di Mussolini.
Verranno serviti, oltre alla tradizionale pastasciutta al b***o, anche roast-beef con patate - fetta d'anguria - acqua vino e caffรจ con un contributo richiesto di โฌ. 12,00
Prenotazione obbligatoria telefonando al 3393218965 o 3738924555 o al bar del Circolo di via Conte Rosso 5
Lโoccasione sarร opportuna per firmare a favore del referendum per abrogare la le legge Calderoli sullโautonomia differenziata delle regioni. Una legge che mina lโunitร del Paese peggiorando i servizi sociali, la forza dei contratti nazionali di lavoro aumentando le disuguaglianze tra le differenti regioni.
Tutto in palese contrasto con la Costituzione che sancisce che la Repubblica รจ una e indivisibile e persegue lโuguaglianza dei cittadini, favorendo la solidarietร .
MEMORIA E UDITO
Ottantesimo anniversario della "Strage del Cibeno": diffondere la memoria storica per ricordare dove affondano le radici della nostra democrazia e libertร .
Ma la memoria da sola non basta.
La memoria deve allenare l'udito per ascoltare i segni dei tempi, per cogliere quelle onde che si muovono nel profondo delle societร e che emergendo possono provocare nuovamente pericolose tempeste.
E nazionalismi, ingiustizie sociali e indifferenza stanno mettendo a serio rischio un futuro di pace e umanitร .
La mattina del 12 luglio 1944, 67 prigionieri politici del campo di internamento di Fossoli (MO), molti dei quali provenienti da Milano e dintorni, vennero prelevati dai nazifascisti e sbrigativamente fucilati al poligono di tiro di Cibeno, quartiere di Carpi.
RICORDANDO GIACOMO MATTEOTTI
Ricordato il sacrificio di Matteotti a cento anni esatti dal suo ultimo accorato discorso alla Camera che si concluse con la consapevolezza che le sue coraggiose denunce antifasciste lo avrebbero condannato: "Io, il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me"
Inaugurate nove Piazze (virtuali) a lui intestate per permettere la partecipazione di molti cittadini che hanno condiviso murales, letture e riflessioni.
Marta Nava Marco Steiner Fondazione Anna Kuliscioff Walter Napoleone Contipelli ORTICANOODLES
Caterina Antola Valeria Borgese Municipio 3 - Comune di Milano Federica Merlo Marina Olivieri Giuseppe Argentino
MILANO DIVENTA โPIAZZA MATTEOTTIโ
Nove spazi della cittร , uno per ogni Municipio, celebreranno Giacomo Matteotti con interventi e opere artistiche, ricordando il suo ultimo discorso alla Camera dei Deputati e diventando luoghi dedicati alla sua Memoria.
Una memoria collettiva e condivisa intorno alla figura di Giacomo Matteotti nel centenario della sua uccisione per celebrare il deputato simbolo dellโantifascismo e dellโamore per la libertร .
Il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti pronunciรฒ il suo intervento alla Camera, a difesa della democrazia e del Parlamento, in cui denunciรฒ il clima di violenza e illegalitร in cui si erano svolte le elezioni dello stesso anno, chiedendone lโannullamento e sfidando apertamente il Governo di Mussolini.
Quella libertร di pensiero gli costerร la vita.
L'opera di street art, realizzata con materiali antinquinanti e con la tecnica dello stencil, creata da Walter Napoleone Contipelli di ORTICANOODLES nel Municipio 3 - Comune di Milano si terrรจ alle ore 12.30 di giovedรฌ 30 maggio in Via Cavriana-angolo Tucidide
Ideazione di Marta Nava Marco Steiner con la collaborazione di Caterina Antola Fondazione Anna Kuliscioff Valeria Borgese
Calendario altri Municipi
Municipio 1 Via Luchino Visconti (retro CAM)
ore 18.00
Municipio 2 Liceo Caravaggio, Via Prinetti 47
ore 9.30
Municipio 4 Biblioteca Calvairate- Piazzale Martini
ore 12.00
Municipio 5 Complesso scolastico Via U. Dini 7
ore 11.00
Municipio 6 Sede Municipio Via Legioni Romane 54
ore 16.30
Municipio 7 ASST S.Paolo e Carlo Via Forze Armate 381
ore 15.00
Municipio 8 Centro Civico Via Giacomo Quarenghi 21
ore 17.00
Municipio 9 Sede Municipio Via Guerzoni 38
ore 15.30
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30 / 04 / 1945
Caduta Del Reichstag
I reparti sovietici conquistano lโultimo baluardo nazista a Berlino.
Hi**er sceglie il suicidio.
1945 i sovietici conquistano . Alle 7 il generale Weidling dichiarรฒ il cessate il fuoco. Berlino era sotto il controllo dell'Armata Rossa, sancito dall'occupazione del Reichstag (sede del Parlamento) e dalla bandiera rossa issata sulla Porta di Brandeburgo.
L'8 maggio lโammiraglio Karl Dรถnitz firma la resa delle forze armate del Reich.
La Guerra in Europa รจ finita!
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Lโex e capo della Repubblica Sociale Italiana viene fermato e arrestato a Dongo da uomini della 52ยฐ Brigata Garibaldi, mentre tenta di fuggire in Svizzera travestito da caporale tedesco
Il giorno dopo verrร fucilato.
SABATO 29 aprile ORE 17:30
PRESIDIO IN PLE DATEO IN MEMORIA DEL COMPAGNO GAETANO AMOROSO accoltellato dai neofascisti il 27 aprile 1976 e deceduto il 30 aprile 1976 per le ferite subite.
IL LINK DELLโEVENTO:
https://fb.me/e/2wzRpCDMH
BUON 25 APRILE!
Festeggiamo la Liberazione dell'Italia dal nazifascismo!
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Nasceva oggi , 1889, a Firenze Piero Calamandrei, avvocato, giurista, docente universitario, antifascista limpido ed intransigente, dopo la Liberazione fu costituente e parlamentare, fondatore ed animatore della rivista "Il Ponte" impegnato nelle grandi lotte civili e del Partito d'Azione.
Lo ricordiamo con questa frase, con questo impegno.:
โLa nostra Costituzione รจ in parte una realtร , ma soltanto in parte รจ una realtร . In parte รจ ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere.โ
E la Costituzione รจ l'arma piรน potente per combattere ogni rinascita di nazifascismo, per difendere i valori della libertร , della pace e della democrazia.
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Qui l'ordine del giorno completo.
https://anppia.it/ordine-del-giorno-consiglio-anppia-nazionale/
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Il Forum delle Associazioni antifasciste e della Resistenza lancia un appello per un grande e partecipatissimo 25 aprile.
Un grande 25 Aprile per la democrazia e la Costituzione
Di seguito il testo.
Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI
ANED - Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti
Aicvas
ANFIM Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri
Anei Anei Anei
FIAP
ANPC
FIVL Federazione Italiana Volontari della Libertร
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IL PARTIGIANO AZIONISTA LUCIANO BOLIS โFABIOโ
Nasceva il del 1916 a Milano ,LUCIANO BOLIS. instancabile organizzatore dellโattivitร federalista e partigiano medaglia al valore.
Componente del movimento Giustizia e Libertร .
Arrestato nella primavera del 1942 per appartenenza ad organizzazione antifascista comprendente elementi di varie tendenze politiche, il 24.11.1942 viene condannato a 2 anni di reclusione e inviato a Castelfranco Emilia.
Liberato nellโagosto 1943, รจ tra gli organizzatori del Partito dโAzione Eโ costretto a riparare in Svizzera dopo le giornate del 9-10 settembre 1943 di Milano e viene internato nel Paese elvetico. Riacquisita la libertร , vuole ritornare in Italia e diventa comandante partigiano in Liguria: ispettore regionale delle formazioni Giustizia e Libertร .
Eโ arrestato a Genova nel febbraio 1945 e ferocemente torturato per piรน giorni tanto da tentare il suicidio per porre fine al supplizio.
Ricoverato e salvato in extremis, riesce a riprendersi e poco prima del 25 aprile un gruppo di audaci partigiani, camuffati da Brigate Nere, riescono a sottrarlo ai piantoni e a metterlo in salvo.
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Per saperne di piu':
https://anppia.it/antifascisti/bolis-luciano/
Mercoledรฌ 19 aprile, alle ore 20.30 spettacolo teatrale, in collaborazione con ANPPIA Milano:
AQUILE RANDAGIE. CREDERE DISOBBEDIRE RESISTERE.
Con Alex Cendron, musiche di Paolo Coletta e regia di Massimiliano Cividati (produzione Arca Azzurra).
Il 9 aprile 1928 Benito Mussolini firma un decreto che dichiara la soppressione totale dello scoutismo in Italia. A Milano alcuni giovani scout decidono di disobbedire a una legge che sentono ingiusta e iniziano un lungo periodo di attivitร clandestina, una vera e propria resistenza giovanile.
Lโavventura, non priva di rischi e lunga 17 anni, porterร il gruppo a mantenere acceso l'impegno dello scoutismo in Italia fino alla Liberazione e li farร diventare giovani uomini di pace: dopo lโ8 settembre 1943 saranno promotori di un gruppo di soccorso per i ricercati ebrei, prigionieri politici e renitenti alla leva, che sotto il nome di OSCAR salverร migliaia di persone.
Luogo: c/o Auditorium "Stefano Cerri" di Via Carlo Valvassori Peroni, 56 - MI
Ingresso gratuito fino a esaurimento posti
- Associazione Nazionale Partigiani Cristiani
Anpi Ortica
Milano Municipio 3
Arca Azzurra
Donne della Resistenza: Giovanna Marturano
Nasceva a Roma il 27 marzo1912, Giovanna Marturano, partigiana e antifascista italiana, nonchรฉ esponente di rilievo del movimento femminista
Minuta nel fisico, tenace nello spirito, alle parole preferisce lโazione.
La militanza attiva nel partito e nelle battaglie per lโemancipazione femminile ha orientato la sua intera lunga esistenza.
A lei รจ dedicato uno dei video del progetto dellโANPPIA โโVoci femminili nel buio della guerra nazifascistaโ una selezione di video testimonianze, racconti di Donne differenti per etร e contesto, che sono state protagoniste del loro destino e hanno compiuto una scelta o dovuto reagire agli eventi in tempi in cui il pericolo era tangibile, donne costrette a โcostruirsi un coraggioโ.
https://anppia.it/voci-femminili-nel-buio-della-guerra-nazifascista/
24 marzo 1944: come rappresaglia per l'attentato del giorno precedente di V.Rasella, i comandi tedeschi, con l'aiuto delle autoritร fasciste repubblicane, ordivano la fucilazione di 335 civili. Per ogni tedesco ucciso pagheranno con la vita di 10 italiani.
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80 anni fa: ๐ฆ๐๐ซ๐ณ๐จ ๐๐๐๐ ๐ข๐ง๐ข๐ณ๐ข๐๐ง๐จ ๐ ๐ฅ๐ข ๐ฌ๐๐ข๐จ๐ฉ๐๐ซ๐ข, ๐ฅ๐ ๐๐๐ฌ๐ข๐ฌ๐ญ๐๐ง๐ณ๐ ๐จ๐ฉ๐๐ซ๐๐ข๐
I primi atti importanti di Resistenza nelle grandi fabbriche del Nord avvengono ancor prima della firma dellโarmistizio dellโ8 Settembre 1943.
Il 5 marzo del 1943 alle 10 del mattino inizia lo sciopero degli operai della Fiat Mirafiori: aveva cosรฌ inizio il primo, grande e conclamato episodio di operaia al regime fascista.
In pochi giorni centomila lavoratori incrociano le braccia: รจ la prima grande ribellione operaia, un evento eccezionale, i primi scioperi sotto la dittatura nazifascista in tutta Europa .
Gli scioperi termineranno solo dopo tanti arresti e qualche concessione economica. In ogni caso il loro impatto fu molto importante nel determinare la caduta di Mussolini alcuni mesi dopo.
"Sempre sulle lapidi, a me basterร il mio nome, le due date che sole contano, e la qualifica di scrittore e partigiano."
Il 1922, nasce ad Alba, Beppe Fenoglio: una vita tra scrittura e resistenza.
Uno dei piรน grandi ed illustri scrittori della storia della letteratura italiana nonchรฉ partigiano antifascista, che ci regalรฒ imprescindibili classici come "Il partigiano Johnny.
LโAnppia Nazionale esprime piena solidarietร alla preside del liceo Leonardo da Vinci di Firenze Annalisa Savino, che di fronte al grave episodio di aggressione squadrista avvenuto a danno degli studenti del Liceo Michelangiolo si รจ rivolta ai suoi studenti invitandoli a non restare indifferenti di fronte alla prepotenza e alla violenza.
La critica e la velata minaccia del Ministro dellโIstruzione e del Merito appare del tutto fuori luogo nel metodo e nel merito.
Il ministro Valditara che non ha espresso una sola parola di condanna per quanto avvenuto, trova il tempo per attaccare una dirigente scolastica che ha difeso il ruolo della scuola come luogo di educazione e formazione civile ai valori costituzionali, contro la violenza e lโintolleranza e in difesa della democrazia, della Costituzione e della Repubblica.
Sabato 25 febbraio 2023 - ore 11:00 al Monumento al Deportato presso il Parco Nord di Milano
"Il fascismo in Italia non รจ nato con le grandi adunate da migliaia di persone. ร nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che รจ stata lasciata a sรฉ stessa da passanti indifferenti".
Pubblichiamo la bellissima lettera della dirigente scolastica Annalisa Savino ad alunni e ai genitori sul pestaggio degli alunni a Firenze.
Solidarietร ma anche giusto schieramento nella lettera del dirigente scolastico dell'istituto superiore Salvemini-Duca D'Aosta di Firenze, Luca Stefani, sui fatti del "Michelangelo":, indirizata indirizzata al liceo e all'intera cittร di
Firenze : "Non รจ stata una rissa, ma "
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Tutti noi dobbiamo schierarci contro il fascismo e la sua malsana ideologia basata sulla violenza.
Liceo Michelangelo : inaccettabile l'aggressione subita da studenti del Collettivo SUM da parte di militanti di estrema destra.
Sdegno da parte del Dirigente scolastico del LIceo Michelangelo (https://www.liceomichelangiolo.edu.it/comunicato-del-dirigente-scolastico/) e del comitato dei genitori.
"Il Comitato Genitori del Liceo Michelangiolo condanna con fermezza lโepisodio di violenza che ha coinvolto alcuni studenti del Michelangiolo davanti alla scuola.
La violenza, che deve essere stigmatizzata sempre, lo deve essere ancora di piรน in ambito scolastico luogo di formazione e di dialogo per eccellenza .
Si esprime Solidarietร e vicinanza ai ragazzi aggrediti e alle loro famiglie auspicando che i colpevoli e i loro mandanti siano presto individuati e rispondano del loro operato davanti alla legge.
Il Comitato chiede, inoltre, un intervento tempestivo della dirigenza finalizzato a garantire sicurezza e tranquillitร nella scuola.
Un ringraziamento particolare alla docente che รจ intervenuta tempestivamente in soccorso delle vittime.
Si condanna altresรฌ il clima di odio che si sta registrando in Italia, un Paese sempre piรน diviso, dove la libera manifestazione del pensiero e delle opinioni politiche dovrebbe invece avvenire in maniera pacifica e democratica"
Solidarietร allโANPI di Roma delle Associazioni antifasciste e partigiane di Roma
Le Associazioni antifasciste e partigiane esprimono solidarietร allโANPI e condannano la vile aggressione fascista perpetrata ieri nelle sedi istituzionali del X Municipio di Roma durante un evento commemorativo del Giorno del Ricordo organizzato dallโANPI. Esprimono al contempo vicinanza ai rappresentanti delle forze politiche vittime dellโaggressione.
Un atto violento ed intimidatorio che rievoca situazioni giร vissute da questo Paese cento anni fa e che rappresenta un aggravamento del clima intimidatorio giร presente in molte zone della cittร .
Le Associazioni richiedono lโintervento urgente delle Autoritร competenti affinchรฉ vengano individuate le responsabilitร , anche politiche, e avviate le necessarie azioni giudiziarie nei confronti degli autori dellโinaccettabile azione.
Le Associazioni si appellano alle forze democratiche ed allโamministrazione del Municipio e di Roma Capitale perchรฉ si uniscano nella condanna e si adoperino per il rispetto delle regole democratiche e del civile confronto.
Roma, 10 febbraio 2023
ANED - Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti
Associazione Nazionale Partigiani Cristiani
FIAP - Federazione Italiana Associazioni Partigiane
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Sono passati diversi anni dall'introduzione nel calendario delle celebrazioni istituzionali del โGiorno del ricordoโ, in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo delle comunitร giuliano-dalmate e istriane, istituito con la legge 94 del 30 marzo 2004, approvata dalla quasi unanimitร del Parlamento. Eppure il 10 febbraio non ha ancora smesso di essere un anniversario carico di retorica e incapace di rendere conto della complessitร degli eventi cui si riferisce. Facciamo chiarezza. ร evidente come non si possa parlare delle tragedie delle foibe e dell'esodo senza inquadrarle nel piรน ampio contesto storico in cui esse avvennero. Il che non significa negare che le foibe, in particolare, furono un crimine grave che, naturalmente, merita la piรน dura condanna. Tuttavia, ha affermato lo storico Giovanni Sabbatucci, le foibe furono un episodio drammatico ma frutto di un contesto storico in cui ยซnon tutto il negativo era dalla parte degli jugoslavi e il positivo da quella degli italianiยป. Esiste, infatti, una storia di politiche anti-slave da parte italiana che comincia nel 1918, quando l'Italia per la prima volta nella storia conquista la sovranitร politica sulla Venezia-Giulia e l'Istria, per aver fatto parte della coalizione vincente nel primo conflitto mondiale. Ma fu con l'avvento del regime fascista che queste politiche si fecero piรน dure. Giร nel settembre 1920, a Pola, attuale Croazia, Mussolini aveva affermato ยซla superioritร della razza italiana su quella slava barbaricaยป. Tra gli anni Venti e Trenta poi, gli slavi residenti nei territori divenuti italiani persero il diritto di usare la propria lingua a scuola, sulla stampa, nelle prediche in chiesa e, financo, sulle iscrizioni tombali. I nomi di cittร , villaggi, famiglie e individui furono cambiati e piรน in generale gli slavi furono posti di fronte alla scelta tra l'essere โitalianizzatiโ o perseguitati e cacciati. Secondo lo scrittore e accademico Predrag Matvejeviฤ furono circa 80.000 gli esuli slavi che lasciarono le proprie case, mentre il regime fascista procedeva alla sostituzione di queste genti incoraggiando l'emigrazione in Venezia-Giulia e Istria da ogni parte d'Italia. In quegli anni le โfoibeโ - parola dialettale che deriva dal latino โfoveaโ e indica delle cavitร profonde anche decine di metri e particolarmente diffuse nei territori carsici โ fecero la loro prima apparizione nel discorso pubblico, usate come minaccia per quanti si opponevano alle politiche fasciste di โbonifica etnicaโ. Nel 1927, sulla rivista โGerarchiaโ, il ministro fascista Giuseppe Cobolli Gigli le definรฌ ยซla degna sepoltura per quelli che nella provincia dell'Istria danneggiano le caratteristiche nazionali italianeยป. Non รจ un caso che in quel contesto nacque, nel 1924, il TIGR (acronimo slavo di Trieste-Istria-Gorizia-Fiume), la prima organizzazione antifascista attiva in Europa. La repressione si fece ancora piรน dura a partire dal 1941, durante il secondo conflitto mondiale, quando l'Italia fascista e la Germania nazista invasero la Jugoslavia e instaurarono il terrore contro la popolazione e i partigiani jugoslavi guidati da Tito. Furono incendiati paesi e villaggi; si tennero fucilazioni individuali e di massa; e s'internarono in condizioni disumane migliaia di civili, donne, vecchi e bambini, nei campi di concentramento di Rab, Molat e Gonars. Cosรฌ, dopo l'8 settembre 1943, con il crollo del potere politico e militare italiano, l'Istria fu scenario di una ondata di violenze ispirate, in larga parte, da un senso di vendetta e di rivalsa nei confronti del fascismo. Diverse vittime finirono con l'essere occultate nelle foibe, ma fu un episodio breve perchรฉ i nazisti tedeschi ripresero rapidamente il controllo della zona. Nella primavera del 1945, alla fine della guerra, una seconda ondata di vendette e giustizia sommaria coinvolse tutti i territori da quel momento occupati dai partigiani jugoslavi. Queste violenze non furono un caso unico in Europa, piuttosto un drammatico corollario del conflitto in linea con quanto avvenne nel resto dei paesi liberati dal nazifascismo. Tuttavia va sottolineata una peculiaritร : nella Venezia Giulia, nell'Istria e a Trieste, alle istanze giustizialiste e di rivalsa sociale, tipiche dei movimenti di liberazione, si sovrapposero fenomeni caratteristici di un movimento rivoluzionario che si fa Stato. ร stato lo storico Elio Apih tra i primi a evidenziare come parte dellโatteggiamento jugoslavo nella primavera del 1945, fu una volontร politica concretizzatasi nellโยซeliminazione fisica dellโoppositore e nemico (di forze armate giudicate collaborazioniste)ยป, ma anche ยซnella formazione violenta di un nuovo potereยป per mezzo dell'intimidazione e del giustizialismo sommario. Ha scritto Apih che in quei giorni sul confine orientale ยซgoverna uno Stato che attua una rivoluzione ed esso si afferma con modi propri delle rivoluzioniยป, attraverso una politica repressiva contro tutti i possibili oppositori. In quel contesto gli italiani, non in quanto tali, ma in quanto criminali di guerra, fascisti, gente comune vittima di delazioni o vendette personali, antifascisti non comunisti, comunisti non โtitiniโ o antifascisti con il โsenno di poiโ, erano un obiettivo: perchรฉ oppressori del passato, nemici del presente โ se si opponevano allโannessione di quei territori alla Jugoslavia โ ma anche nemici del futuro, se i territori fossero rimasti sotto la sfera dโinfluenza occidentale. Le intuizioni di Apih hanno ispirato l'operato della Commissione storico-culturale italo-slovena, istituita nel 1993 con lo scopo di fare luce sulla storia dei conflitti verificatisi in quei territori di confine a partire dalla fine dellโOttocento. In riferimento ai fatti del secondo dopoguerra, nella relazione finale di questa Commissione, datata luglio 2000, si afferma che gli โinfoibamentiโ della primavera del 1945 โ intendendo con questo termine, con un certo grado di forzatura, qualunque tipo di esecuzione sommaria realizzata in quel contesto storico โ ยซsi verificarono in un clima di resa dei conti per la violenza fascista e di guerra e appaiono in larga misura il frutto di un progetto politico preordinato, in cui confluivano diverse spinte: lโimpegno a eliminare soggetti e strutture ricollegabili (anche al di lร delle responsabilitร personali) al fascismo, alla dominazione nazista, al collaborazionismo e allo Stato italiano, assieme a un disegno di epurazione preventiva di oppositori reali, potenziali o presunti tali, in funzione dellโavvento del regime comunista, e dellโannessione della Venezia Giulia al nuovo Stato jugoslavoยป. Le foibe dunque โ e, come vedremo, anche l'esodo - vanno interpretate nel duplice contesto delle politiche di italianizzazione forzata dei territori slavi messe in atto da parte del regime fascista prima della guerra, e della rivoluzione comunista che si stava realizzando in Jugoslavia durante e dopo la guerra. Sicuramente non sono state un genocidio di italiani innocenti tout court, cosรฌ come รจ esagerato presentarle come un puro atto di giustizia, perchรฉ eliminazione scientifica e infallibile di fascisti oppressori. D'altronde le certezze granitiche sono nemiche della Storia e proprio sull'argomento foibe l'incertezza รจ sovrana. Neanche sul numero dei morti ammazzati, infatti, disponiamo di cifre precise. Non sono state mai condotte indagini accurate e i numeri che circolano si fondano su documenti diversi e, spesso, in contraddizione tra loro. Le stime piรน basse parlano di circa 2.000 vittime, quelle piรน alte di circa 12.000, quest'ultima cifra mutuata dai documenti presentati dagli italiani al tavolo della pace di Parigi nel 1946, ma verosimilmente arrotondata per eccesso nel tentativo di ottenere un maggiore margine negoziale. Una cifra considerata ragionevole รจ quella che parla di circa 4.000 vittime e include nel computo delle vittime i morti nei campi di prigionia jugoslavi, con buona pace di chi afferma che ci furono ยซmilioni di infoibatiยป. Proprio contro queste inesattezze diffuse in malafede sarebbe necessario ristabilire una veritร , attraverso un approccio storico obiettivo al problema, un rinnovato studio delle fonti e nuove ricerche sul campo โ dentro le foibe, ora che l'avanzamento della tecnologia lo consente โ per provare a fondare una stima su dati concreti. Anche per quanto riguarda l'esodo le cifre oscillano, mentre note sono le cause. Nel 1948 la Jugoslavia si trovรฒ in una condizione di isolamento internazionale, stretta tra lโinimicizia con Stalin e l'Occidente. L'instabilitร politica ed economica rese il regime poliziesco, paranoico e invadente. A farne le spese furono le minoranze nazionali presenti nei territori sotto il controllo jugoslavo. La comunitร italiana fu vittima di intimidazioni, danneggiamenti e pestaggi, in due occasioni particolari: durante le elezioni del 1950 e dopo che lo Stato italiano riprese, nel 1954, il controllo di Trieste e della zona A del TLT. Quelle del 1950 ยซerano le prime elezioni dacchรฉ era finita la guerra e si era istituito il nuovo regimeยป - fa raccontare lo scrittore Fulvio Tomizza ad uno dei protagonisti del suo racconto โMateradaโ - ยซnaturalmente c'era una lista unica, e andare alle urne significava giร votare per il nuovo regime. Perciรฒ in quei giorni si vedevano per i paesi facce del tutto sconosciute: uomini con cappotti di cuoio, biondi, i capelli lunghi passavano davanti le case battendo forte sui vetri e gridando in slavo: โA morte i fascisti! Chi non vota รจ un fascista! Noi ammazziamo tutti i fascisti!โยป. Tra gli italiani rimasti oltre confine era diffusa la sensazione di essere stati lasciati soli e fu allora che ebbe inizio l'esodo verso Trieste, possibilitร prevista dai trattati stipulati. Pertanto, la scelta di emigrare fu per alcuni unโopzione obbligata, a causa di intimidazioni e minacce, per altri una scelta, seppur sofferta. Le stime piรน basse indicano gli esuli nel numero di 200.000, quelle piรน alte di 350.000. Anche in questo caso ci sono difficoltร a stabilire una cifra esatta anche perchรฉ non furono solo gli italiani ad andare via. Diversi furono gli slavi che colsero l'occasione per lasciare la Jugoslavia comunista. Inoltre non si puรฒ tagliare con l'accetta e affermare una precisa identitร etnica di esuli in fuga da terre meticce, da millenni soggette a continue migrazioni, sia in entrata che in uscita. Certo รจ che l'esodo non fu una fuga improvvisa e disordinata dall'orrore e dalla morte nell'abisso delle foibe, come spesso lo si dipinge abusando impropriamente dellโimmaginario biblico, quanto piuttosto un drammatico fenomeno migratorio, in alcuni casi fuga, prolungatosi per piรน di un decennio. Questi i fatti. Eppure, nonostante tutte queste acquisizioni, non รจ raro imbattersi ancora in disarmanti luoghi comuni su foibe ed esodo. Si sente dire spesso che queste tragedie furono colpevolmente e strumentalmente dimenticate. ร vero che in seguito alla rottura tra Tito e Stalin, avvenuta nel 1948, e per lungo tempo, a livello nazionale, la questione delle foibe e dell'esodo fu messa in sordina per motivi di opportunitร politica dai governi italiani: non si volevano turbare gli equilibri geopolitici del mondo bipolare nel quale la Jugoslavia aveva assunto il ruolo di paese cuscinetto tra la NATO e il Patto di Varsavia. Inoltre, distogliere l'attenzione dal confine orientale sollevava l'Italia dal dover farsi carico dell'accertamento delle responsabilitร sui crimini di guerra compiuti durante il secondo conflitto mondiale dal proprio esercito. Tuttavia, รจ altresรฌ vero che, a livello locale, quello che veniva definito โil genocidio delle genti giulianeโ - come a voler suggerire un ardito accostamento tra foibe e olocausto degli ebrei - รจ sempre stato una efficace arma di consenso brandita in chiave anticomunista in occasione di elezioni e cerimonie pubbliche. Nรฉ si puรฒ affermare che il tema delle foibe e dell'esodo sia completamente sparito dal dibattito nazionale, perchรฉ giornali e settimanali ne scrissero spesso. Inoltre, nel 1959 tale tema fu oggetto di due interrogazioni parlamentari per iniziativa del MSI; nel 1983 fu affrontato dalla rivista di divulgazione โLa Storia illustrataโ; nel 1987 fu oggetto di un lungo approfondimento radiofonico della Rai; e nel 1991 di una celebre puntata televisiva di โMixerโ condotto da Giovanni Minoli. Negli anni Novanta poi, foibe ed esodo divennero sempre piรน presenti nel dibattito pubblico italiano, anche a causa della fine delle relazioni di interesse con la Jugoslavia post socialista e dilaniata dalle guerre. Fu perรฒ a partire dal 2004, con l'istituzione del โGiorno del ricordoโ, che si registrรฒ un boom di attenzione mediatica e istituzionale su questo tema, che ha generato una imbarazzante escalation di errori e semplificazioni, frasi fatte e stereotipi discutibili, cifre sballate e narrazioni ambigue. Si ricordino le gaffe fotografiche di Bruno Vespa, in due diverse puntate televisive di Porta a Porta dedicate al โGiorno del ricordoโ. Il 13 febbraio 2012 una foto, che ritraeva dei soldati italiani nell'atto di fucilare dei contadini sloveni, fu presentata, rovesciandone il significato, come prova della repressione anti-italiana messa in atto dai titini in quel frangente storico. Ancora, il 4 febbraio 2015, fu mostrata una foto come prova delle esecuzioni sommarie compiute dai partigiani jugoslavi, ma in realtร ritraeva le vittime di una esecuzione sommaria compiuta dai nazisti ai danni di partigiani. Pur tacendo di queste grossolane inesattezze (equivoci che si ripresentano ancora spesso, nelle diverse occasioni in cui si parla di foibe), รจ desolante prendere atto del fatto che anche le piรน alte cariche dello Stato nelle proprie esternazioni pubbliche non abbiano, spesso e volentieri, tenuto conto dei notevoli progressi storiografici sul tema. Controverse furono, nel 2007, le dichiarazioni del presidente Giorgio Napolitano, che si riferรฌ alle foibe definendole ยซun moto d'odio e furia sanguinaria che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnicaยป, suscitando l'ira dell'allora presidente croato Stipe Mesiฤ che rimproverava al nostro capo dello Stato di non avere menzionato nel suo discorso i crimini compiuti dai fascisti ai danni degli slavi. Il problema รจ la natura del โGiorno del ricordoโ, la cui istituzione รจ avvenuta senza che si fosse giunti a una ricostruzione veritiera e definitiva dei fatti. La mancanza di chiarezza ha fatto il gioco di quella destra italiana che anno dopo anno ha approfittato dell'anniversario in chiave politica, nostalgica del fascismo e revanscista; mentre la sinistra, per sganciarsi dalla scomoda etichetta post-comunista, ha finito per mostrarsi impreparata e arrendevole sul tema.
๐๐ฆ๐ญ๐ญ๐ข ๐ง๐ฐ๐ต๐ฐ ๐ด๐ฐ๐ญ๐ฅ๐ข๐ต๐ช ๐ช๐ต๐ข๐ญ๐ช๐ข๐ฏ๐ช ๐ง๐ถ๐ค๐ช๐ญ๐ข๐ฏ๐ฐ ๐ค๐ฐ๐ฏ๐ต๐ข๐ฅ๐ช๐ฏ๐ช ๐ด๐ญ๐ฐ๐ท๐ฆ๐ฏ๐ช ๐ช๐ญ 31 ๐ญ๐ถ๐จ๐ญ๐ช๐ฐ ๐ฅ๐ฆ๐ญ 1942
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