Il Drago fa ricerche sul wrestling italiano
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I. N. T
Wrestling italiano, wrestling in Italia, adesso ma soprattutto in passato.
Condivido le mie ricerche storiche, con foto e video inediti, cerco spunti interessanti con cadenza quotidiana
Sono arrivato alla fine della terza puntata e ci son troppe poche cose che non sapevo. Direi quasi nessuna. Probabilmente per tantissime persone è pieno di cose per loro nuove e quindi interessantissime, ma per me l'effetto è come quello del recente documentario su Paolo Villaggio, bello vedere una carrellata di immagini, qualcuna che magari non avevo mai visto o non rivedevo da tempo ma grandi scoperte non ce ne sono. Interessante anche fare la tara al grado di sincerità di molte dichiarazioni. Ma il problema è mio e di quelli nella mia posizione, proprio come con Villaggio; bisogna sempre pensare al grande pubblico, i numeri grossi sono lì, fai una cosa per la nicchia che sa già tutto e ti tarpi le ali da solo. Questo non andrebbe mai dimenticato, in nessun contesto
Un altro mondo movie italiano, "Inghilterra Nuda", con scena di wrestling! Cercheremo di risalire ai protagonisti del combattimento...
Facciamo le cose a Milano e giustamente qualcuno mi dirà che da casa sua è troppo lontano. Anche a Roma però fanno cose carine, magari vi viene più comodo
Michele Posa e "Il Godzilla" Luca Franchini da un quotidiano svizzero (Il Giornale del Popolo) del 2 giugno 2005, un bell'articolo mirato sullo spettacolo del PalaPenz, a Chiasso. Con tanto di locandina, le famose braccia grosse che convinsero migliaia di romani
E voi? Ci venite?
Milano Wrestling – Back To Business 2024 IL GRANDE WRESTLING TORNA A MILANO La Milano Wrestling riapre i battenti con Back To Business. La nuova stagione del Wrestling Italiano sarà come sempre all'insegna delle emozioni e del grande spettacolo con i migliori atleti Italiani ed Europei.
Michele Posa ecco qui l'articolo in versione leggibile, ci ho messo cinque minuti. Se ci voleva un'ora non lo facevo😄. Bei ricordi
Piccolo di Trieste, 26 ottobre 1956, i lettori si trovavano a sorpresa una bella foto di un back body drop! Nell'altra foto qualche nota sui protagonisti della serata, Antonio Fusero e "compagnia lottante"
Una mattina esce la serie su Dump Matsumoto e il giorno dopo mi dite che l'avete finita. Quella su Vince è fuori da meno di quindici ore ed è pieno di gente che l'ha già vista tutta. Ma che mi***ia fate nella vita?
Dal Giornale del Popolo (Svizzera) del 28 luglio 2005, due ritagli dalla stessa pagina, che se no non mi stavano in foto unica. Una bella foto grande dello spettacolo EWF del 3 giugno 2005 al PalaPenz di Chiasso, organizzato da Michele Posa, probabilmente non l'ha mai vista nemmeno lui. Nell'immagine si vede il granitico belga Cybernic Machine eseguire una hip toss sul più minuto tedesco Ahmed Chaer. A corredo, due articoli sul wrestling, molto più benevoli di quelli che erano soliti girare sui quotidiani italiani dell'epoca. E poi nell'altra foto c'è un'intervista a un giovanissimo Belthazar Luca Rusconi, ancora alle primissime armi, chissà che lui stesso non l'abbia rimossa, io stesso ricordo metà delle interviste che ho rilasciato negli anni
La serie su Vince McMahon è uscita meno di sei ore fa ma sta già facendo parlare molto gli appassionati. Uno degli argomenti più caldi è la pronuncia del soggetto del documentario; da insegnante d'inglese madrelingua mi sento in dovere di provare a far chiarezza.
Nella versione italiana dicono "MecMan", che suona subito brutto e molto diverso dalla "versione originale". Il problema però è che una pronuncia difficile, esistono diverse varianti e nessuna di queste è composta da suoni che esistono in italiano. Nello screenshot, preso da Wikitionary, vediamo come in inglese americano ci siano DUE versioni riconosciute, con poi una terza, diversa, in "received pronunciation", che è l'inglese "perfetto" che studiano gli speaker della BBC o in generale chi vuol lavorare in TV. Ed è anche l'inglese che insegnano nelle scuole private più esclusive del Regno Unito.
Tutte e tre le versioni contengono suoni che in italiano non ci sono.
Non è quindi affatto semplice per un italiano pronunciare questo nome "bene", qualunque tentativo con i nostri suoni è un adattamento, una scorciatoia se vogliamo. E ricordiamoci che i doppiatori e gli speaker tendono a non volere o addirittura non potere usare suoni "stranieri", come potrebbe confermarvi il mio caro amico Marco De Domenico (che non riesco a taggare ma allerterò).
E dunque, cos'avrei fatto io, con i suoni italiani? L'opzione più verosimile è forse dire "MecMèèn" allungando la "e". Oppure "MecMaan", ma allungando la "a", perché è proprio quella "a" corta che stona nel documentario. "MecMeon" o "MecMaon" ci possono stare solo a patto di accennare quella "o", perché in inglese sarebbe in realtà una "schwa", un suono neutro, come vedete nella prima delle due pronunce americane. Se invece quella "o" la calchiamo troppo diventa un adattamento italiano tipo "burgher" quando parlando di "Burger King", pronuncia diffusissima ma che non è né quella giusta americana (ˈbɜː.ɡər) ma nemmeno quella che dovrebbe essere la pronuncia italiana ("burger" con la g dolce)
Spero di esservi stato d'aiuto, la conclusione è che la versione Netflix è br**ta ma una versione "giusta", con suoni italiani, di fatto non esiste
Non so bene l'ora esatta, forse già fra mezz'ora, ma oggi esce il documentario su Vince McMahon (qui ritratto a Birmingham, nel 1997, in una foto che troverete solo qui), su Netflix. Dalle ultime notizie trapelate in questi giorni... no, non dovrebbe proprio essere un'ode alla sua persona...
Questa volta "catch" lo scrissero bene. Rosen era il multiforme Nino Equatore, che in vita usò per davvero tre nomi (originale, nuovo quando venne adottato, nome d'arte ma così importante da essere sulla tomba e forse anche sui documenti) e qui ne usa un quarto per essere venduto come svizzero. Chissà, forse scelsero lui in quanto madrelingua tedesco e quindi in grado di "fingere meglio". Pedros era Pederzolli, ma così suonava più sudamericano (era davvero argentino d'adozione). Walker era Jacovacci, Knudsen il milanese d'adozione Maschino, insomma era uno show quasi del tutto italiano ma spacciato come molto più internazionale. Erano comunque ottimi nomi, tra i migliori della pen*sola in quell'epoca, 1951, per questo show "di confine", a Chiasso
La pubblicità sulla stampa svizzera per lo spettacolo WWF del 1988 a Lugano! Da notare come scrissero i nomi di André the Giant e Koko B. Ware, nonché la presenza di Dan Peterson, sicuramente popolarissimo anche nel Canton Ticino. Ovviamente parliamo sempre delle tappe italiane, le elenchiamo, raccontiamo le nostre esperienze, ma per un milanese questa serata era molto più accessibile di Cesena e di Torino. Chissà se qualcuno fece la doppietta, supposto che esistesse il modo di sapere di questa data, abbiamo sempre saputo relativamente poco di quel che accadeva dietro l'angolo da casa mia (disto poco più di mezz'ora dal confine), soprattutto prima dell'arrivo di internet
Dall'inesauribile archivio di Ronald Großpietsch, il campionissimo bolognese Renato Gardini a Roma, nell'ottobre del 1937, insegna difesa personale ai poliziotti romani. Vi ricordo che Gardini impartì simili lezioni anche ai vigili urbani milanesi, i cosiddetti "ghisa", pubblicai una foto tempo fa. Dal giornale cileno "Diario La Nacion", dell'11 ottobre 1937
Articolo sullo spettacolo di Lugano del Primo aprile 1988! Da Libera Stampa, servizio sulla serata che ebbe luogo la sera prima di quella di Milano (che da Lugano dista meno di un'ora). Davvero interessante!
TUTTA COLPA DI CARNERA! Tre ritagli da Gazzetta Ticinese ed Eco di Locarno, fine novembre e inizio dicembre 1977. C'è l'annuncio di uno spettacolo di lì a poco, poi c'è il palinsesto della versione della Svizzera Italiana de "La Domenica Sportiva" con in programma un servizio dalla serata. Infine c'è un articolo più lungo, con foto di un lottatore e con un'intervista a un anonimo promoter francese. Leggetelo, dovrebbe riuscire a vedersi decorosamente ingrandendolo, ad ogni modo vi propongo il virgolettato in questione:
"Popolare in molti paesi d'Europa, il catch (venuto dall'America) non suscita stranamente interesse in Italia. La colpa, sembra, sia tutta di Primo Carnera. Il magnifico pugile. In conclusione di carriera, aveva accettato l'infelice riciclaggio in questo sport-spettacolo. Inadatto morfologicamente, tecnicamente impreparato. Aveva affrontato una disastrosa tournée in Italia con un duplice smacco: grande tristezza nel vederlo ridotto a recitare malamente una br**ta commedia e grande rabbia verso il catch, indirettamente colpevole d'aver umiliato un grande campione."
Onestamente mi sembrano parole fin troppo forti, atte anche a metter in luce l'indubbia preparazione tecnica dei francesi, dei veri maestri. Il catch andò avanti ad attrarre migliaia di spettatori per alcuni anni dopo il ritiro di Carnera, ma tutto sommato nemmeno troppi. Io credo che ci sia un fondo di verità, molti italiani reagirono male ad alcuni spettacoli e lo vediamo nei toni forti usati spesso nei confronti della sua carriera da lottatore. Sicuramente la testimonianza rimane molto preziosa.
Gazzetta Ticinese del 12 ottobre 1985, sinossi dell'episodio della settimana di Drive In, nella storia portante (ce n'era una nuova ogni volta) Enrico Beruschi cerca di riciclarsi come impresario di catch! Avevo sentito parlare di questa puntata, ma qui ci sono molti più dettagli. Sarebbe davvero carino recuperare qualche immagine, anche se non saprei come, dubito ci fossero scene di lotta quantomeno dignitose, ma vai a saperlo, magari ingaggiarono qualcuno della vecchia scuola, preso dal cinema, quantomeno per coreografare il tutto.
Ci dimentichiamo di quanto il Canton Ticino segua da vicino il nostro paese, da sempre, chissà quante altre cose ci sono da scoprire, nei loro archivi
Sospettavo che l'archivio svizzero avrebbe potuto regalare chicche. In un articolo c'è un promoter francese che spiega perché secondo lui il wrestling in Italia sparì, o comunque ebbe poca presa negli anni '60'70, quando nel resto d'Europa andava forte. Non so se aveva ragione ma non mi sembra nemmeno così campata in aria. Più tardi ve la posto per benino, con screenshot e tutto quanto
Il leggendario programma Saturday Night Main Event (ne vedevamo spesso delle fasi salienti anche su Italia Uno, negli anni '80) fa il suo atteso ritorno il 14 dicembre e i biglietti (non molti per la verità, la capienza è piuttosto limitata) sono già quasi esauriti. Biglietti che costano dai 100 dollari in su (credo). Ormai è la consuetudine per la WWE dal vivo, un po' come i grandi concerti estivi anche qui da noi, con biglietti che arrivano spesso a tre cifre. Non piace a me (ai concerti infatti non ci vado quasi più), non piace a nessuno, se un PLE arriverà finalmente in Italia la questione diventerà tema di grandi dibattiti. Purtroppo finché tantissima gente sarà pronta a pagata quei prezzi sarà sempre così, è un business e non beneficienza. Viviamo in un'era in cui costa pochissimo telefonare, prendere l'aereo (almeno rispetto a trent'anni fa), ascoltare musica, altre cose invece costano due o tre volte tanto. Vorrà dire che se volete vedere wrestling dal vivo, a costi contenuti, potrete sempre sostenere il prodotto italiano 😎
"Io amo, tu ami" (1961), film-documentario, come andava di moda ai tempi, antesignano dei vari "mondo movie" ma senza i caratteristici eccessi di questo genere. Produzione italiana, regista italiano (il leggendario Blasetti), cast italiano (Giuliano Gemma) ma essendo una pellicola itinerante i fatti avvengono per lo più fuori dall'Italia, con comparse e figuranti del popolo. Come vedete dalla locandina, c'è anche una scena di lotta, come succederà anche nel successivo "Il mondo di notte", ma probabilmente gli atleti non sono italiani. Mi piacerebbe poter trovare questo titolo online, studiare la scena "incriminata", di solito su YouTube o Daily Motion si trovano, ma non in questo caso. Come consuetudine dell'epoca, i film avevano tante locandine, diverse fra loro, quasi sempre molto affascinanti
Fabio Ferrari Wrestling contro Tom La Ruffa, tutto quanto, match intero, da Pescara Comix!
Milano, 25 aprile 1993, Tito Santana ha appena colpito Doink con un dropkick, o almeno così pare. Le foto le scattò a suo tempo Massimo Perasso e questa è l'ultima della serie (credo) fra quelle sufficientemente chiare da essere pubblicabili. Si vedono spalti non pieni ma nel '93 di gente ce ne fu, nulla a che vedere col fiasco dell'anno dopo
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