Ceas - Centro Ambrosiano di Solidarietà
Organizzazioni Senza Scopo Di Lucro nelle vicinanze
Via Marotta
Via Crescenzago/Via Passo Rolle/Via Pusiano/Via Orbetello/Via Feltre/Via Turchia/Via Folli/Via Casoria
Il CeAS - Centro Ambrosiano di Solidarietà è una Onlus attiva a Milano dal 1986.
Il Centro Ambrosiano di Solidarietà è una associazione ONLUS nata a Milano nel 1986 con sedi sul territorio milanese e comasco. Ha come obiettivo l’accoglienza e l’accompagnamento alla crescita, l’orientamento e il reinserimento nella società di persone con storie di disagio individuale, familiare e sociale, ed il sostegno nel raggiungere il miglior grado possibile di benessere e autonomia.
Anche questo Sabato ci siamo ritrovati in tanti a lavorare per ripulire tutti i nostri ambienti.
Il CeAS è una comunità di comunità: per i nostri ospiti le strutture al Parco Lambro sono la loro casa, temporanea, ma la la loro casa.
Vogliamo ringraziare ancora i volontari di Caritas Ambrosiana coordinato da Alberto, Lorenzo e Matteo, gli studenti di alcuni istituti superiori di Vimercate che in questi giorni sono venuti a darci una mano anche con i loro insegnanti e tanti amici, amici di amici che stanno rispondendo al nostro appello di aiuto e anche questa mattina sono venuti ad aiutarci: Pasquale, Marcello, Luca, Gabriele, don Giuseppe, Franca, Ilaria, Valentina, Matteo, Emanuele.
PER SOSTENERCI
Siamo al lavoro per riprendere quanto prima i nostri servizi al parco Lambro.
Abbiamo bisogno di Voi, anche un piccolo contributo può fare la differenza.
Per sostenere il CeAS: IBAN: IT 96 X 05018 01600 000000196920. È possibile donare anche tramite Paypal su: https://centroambrosianodisolidarieta.org/dona/
La nostra gratitudine a Caritas Ambrosiana che con i propri volontari ci sta dando un grande aiuto per sistemare e pulire la nostra sede alluvionati perché possa quanto prima ripartire ad accogliere donne, bambini, famiglie e ragazzi in difficoltà mentale e con problemi di dipendenze.
PER SOSTENERCI
Siamo al lavoro per riprendere quanto prima i nostri servizi al parco Lambro.
Abbiamo bisogno di Voi, anche un piccolo contributo può fare la differenza.
Per sostenere il CeAS: IBAN: IT 96 X 05018 01600 000000196920. È possibile donare anche tramite Paypal su: https://centroambrosianodisolidarieta.org/dona/
3 AIUTI CONCRETI PER RIPARTIRE
Vogliamo tornare quanto prima ad accogliere i nostri 70 ospiti nella nostra sede: donne, bambini, famiglie, ragazzi con difficoltà mentali e di dipendenze.
Vogliamo riprendere a giorni l'apertura e attività quotidiana del nostro Centro Mai Da Sole Ceas per tutte le donne che hanno bisogno.
Abbiamo bisogno di Voi e vi chiediamo 3 aiuti:
1. COMUNICAZIONE
Condividere i nostri post sulle Vostre pagine Facebook, tra i vostri contatti WhattApp. Ci serve molto passaparola perché non cada nel dimenticatoio la nostra condizione.
2. CONTRIBUTO
Alcuni esempi: abbiamo perso sicuramente una caldaia, 7 frigoriferi, 5 lavatrici. Abbiamo già buttato moltissimi mobili.
anche un piccolo contributo può fare la differenza. La nostra attività non si ferma e continuiamo a seguire i nostri ospiti dove li stiamo accogliendo temporaneamente in attesa di tornare stabilmente.
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3. VOLONTARIO
Da Martedì 21 abbiamo bisogno di volontari che possano aiutarci a pulire uffici, seminterrari, e spostare mobili. Ci aiuterà con alcuni volontari e strumenti Caritas Ambrosiana che ringraziamo di cuore ma ogni aiuto in più è gradito e necessario. Scrivete nei commenti la Vs disponibilità oppure inviateci i vostri riferimenti a [email protected]
Il primo giorno di lavoro è concluso.
Siamo al lavoro con la testa e le mani per poter riprendere quanto prima I nostri servizi di accoglienza e accompagnamento educativo e sociale all'interno dei nostri spazi del Parco Lambro.
L'alluvione spazza via in poco tempo tanto di quel materiale con una velocità incredibile, ma non può spazzare via la nostra voglia di stare vicino con professionalità ed umanità alle oltre 70 persone a cui ogni giorno dedichiamo quello che la nostra mission ci indica come solidarieta' a 360° perché le donne, i ragazzi, le famiglie, i bambini, guardino al loro futuro con fiducia.
PER SOSTENERCI
Siamo al lavoro per riprendere quanto prima i nostri servizi al parco Lambro.
Abbiamo bisogno di Voi, anche un piccolo contributo può fare la differenza.
Per sostenere il CeAS: IBAN: IT 96 X 05018 01600 000000196920. È possibile donare anche tramite Paypal su: https://centroambrosianodisolidarieta.org/dona/
Il CeAS è un villaggio solidale: in un solo luogo accogliamo diverse comunità. Nella foto vedete una delle casette dove diamo una casa temporanea a chi non può ancora permettersi un diverso alloggio più definitivo.
In queste case vivono famiglie con bambini per un progetto e servizio che svolgiamo in collaborazione con Fondazione Casa della Ca**tà "A. Abriani"
PER SOSTENERCI
Siamo al lavoro per riprendere quanto prima i nostri servizi al parco Lambro.
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Siamo grati a Caterina Antola Presidente del Municipio 3 che ci ha mostrato la Sua personale vicinanza e quella dell'istituzione venendo questa mattina a salutare gli operatori e volontari al lavoro per riprendere quanto prima il lavoro presso la nostra sede del Parco Lambro.
PER SOSTENERCI
Siamo al lavoro per riprendere quanto prima i nostri servizi al parco Lambro.
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Siamo al lavoro per riprendere quanto prima i nostri servizi al parco Lambro.
Abbiamo bisogno di Voi, anche un piccolo contributo può fare la differenza.
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Siamo al lavoro per riprendere quanto prima i nostri servizi al parco Lambro.
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Il nostro centro Mai Da Sole Ceas è uno dei luoghi più colpiti della sede di viale marotta 8 dentro al Parco Lambro.
L'acqua ha fatto moltissimi danni, mobili, spazi per accoglienza, computer, materiali.
Vorremmo riaprire il prima possibile tutto, ma questo centro in particolare, perché possa tornare a breve ad ascoltare accogliere e accompagnare tutte quelle solitudini che le DONNE si ritrovano ad affrontare.
Questa mattina siamo a provare a sistemare il tutto, ma c'è molto da fare e occorre la generosità e contributo di tutti.
Per favore, donate, come noi non lasciamo sole le donne, Voi non lasciateci soli. Ci aiuterete a fare il nostro lavoro, perché nessuna donna si senta sola.
Per sostenere il CeAS: IBAN: IT 96 X 05018 01600 000000196920.
E' possibile donare anche tramite Paypal su: https://centroambrosianodisolidarieta.org/dona/
Ringraziamo il Portale della diocesi di Milano che raccoglie e racconta il nostro appello, con l'intervista a Benedetta Castelli, presidente della cooperativa Ceasoltreilpregiudizio
Esondazione del Lambro, evacuato il Ceas – Chiesa di Milano Il portale della Diocesi Ambrosiana
APPELLO ALLA SOLIDARIETA'
ANCORA UNA VOLTA PIU FORTI DELL'ACQUA, MILANO RISPONDI
Il CeAS - Centro Ambrosiano di Solidarietà, con sede nel Parco Lambro di Milano, è stato duramente colpito dall'alluvione del 15 maggio. Le 70 persone ospiti sono rimaste senza casa. Danni stimati in decine di migliaia di euro.
Milano, 16 maggio 2024 - L'esondazione del Lambro verificatasi mercoledì 15 maggio ha duramente colpito il CeAS - Centro Ambrosiano di Solidarietà, che ha sede nel parco Lambro di Milano. La struttura si trova ora sommersa da oltre un metro d'acqua e le 70 persone ospitate hanno dovuto abbandonare le loro comunità di accoglienza.
«La situazione è gravissima e non ci consente al momento di quantificare precisamente i danni, ma da una prima ricognizione che è stata possibile, dobbiamo constatare danni per diverse decine di migliaia di euro», spiegano operatrici e operatori del CeAS.
Ad andare perduti sono stati elettrodomestici e arredi delle comunità residenziali, vestiti delle persone ospiti, attrezzature degli uffici, impianti.
Il CeAS, fondato dal Cardinal Martini nel 1986 e per anni guidato da don Virginio Colmegna, è un villaggio solidale che offre accoglienza e aiuto a 70 persone con diverse fragilità: mamme sole con i loro bambini, famiglie in emergenza abitativa, bambini e ragazzi, donne fragili, persone con disagio psichico e dipendenze.
Le persone ospiti del CeAS sono state tutte evacuate e sono temporaneamente accolte da una parrocchia del quartiere, ma non potranno rientrare nelle loro comunità per alcune settimane. Il Centro Ambrosiano di Solidarietà sta già cercando delle soluzioni alternative in vista dei lavori di ripristino delle strutture.
Già nel 2014 il Centro Ambrosiano di Solidarietà aveva subito i danni di una grave alluvione e ora si trova ancora una volta a dover ricominciare: «Facciamo appello alla solidarietà di tutti i milanesi, affinché le famiglie, i bambini, i giovani e le donne nostre ospiti possano al più presto rientrare nelle loro comunità, che sono la loro casa».
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Vogliamo ringraziare il negozio Decathlon di Segrate, in via Rinaldo Piaggio 5 per essere nostro partner nella fornitura di materiali importanti che servono alla nostra realtà, ai nostri ospiti.
Sabato 20 anche il nostro Centro è parte del Forum delle Politiche Sociali del Municipio 3.
In particolare condivideremo la nostra esperienza e lavoro con i minori non accompagnati con il coordinatore Graziano Valera.
Diamo a tutti appuntamento Sabato 20 ore 15 in sala galli in via Sansovino 9.
Ringraziamo di cuore Patrizia Toia per la condivisione del nostro appello.
La situazione richiede davvero l'impegno di tutte e tutti per chiediamo ancora un forte sostegno. L'aiuto di ciascuno può aiutarci a sostenere questo momento di difficoltà.
Vi chiedo di sostenere questa realtà e, per quello che potete, di farla conoscere ai vostri amici e amiche.
Ceas - Centro Ambrosiano di Solidarietà
Grazie per la solidarietà alla presidente di Municipio 3 - Comune di Milano Caterina Antola
Abbiamo bisogno di grande sostegno!!
SOLIDARIETA AL Ceas - Centro Ambrosiano di Solidarietà
Una Pasqua molto più difficile quest'anno per gli ospiti del Centro Ambrosiano di Solidarietà che vengono accolti nella sede del Parco Lambro: da ieri notte, viste le condizioni meteo e il rischio di esondazione del fiume Lambro sono stati evacuati .
Anche questa notte gli ospiti la passeranno fuori.
Tutto questo provoca un forte disagio logistico, umano ed economico.
Anche un piccolo aiuto può fare la differenza per dare un sostegno in questo momento così difficile ed impegnativo.
E' una Pasqua molto più difficile quest'anno per gli ospiti del Centro Ambrosiano di Solidarietà che vengono accolti nella nostra sede del Parco Lambro: da ieri notte, viste le condizioni meteo e il rischio di esondazione del fiume Lambro abbiamo dovuto fare evacuare le nostre comunità.
Anche questa notte i nostri ospiti la passeranno fuori.
Tutto questo provoca un forte disagio logistico, umano ed economico.
Facciamo appello alla Vostra solidarietà e vi chiediamo un sostegno in questo momento così difficile ed impegnativo.
Un grazie in anticipo a chi diffonderà questo messaggio e anche con una piccola donazione deciderà di aiutarci in questo difficile momento.
IT 96 X 05018 01600 000000196920
Centro Ambrosiano di Solidarieta’
Questa settimana il CeAS ha avuto il piacere di accogliere in visita Simone Locatelli, Presidente del Municipio 2 di Milano.
Con Benedetta Castelli e Gabriele Destefani è stata l'occasione per presentare le attività della nostra realtà e condividere alcune riflessioni sui bisogni delle persone e le attenzioni e relazioni con il territorio.
Tra le aree in cui opera il CeAS vi è proprio il Municipio 2 dove siamo presenti con alcune forme di accoglienza e accompagnamento.
Dopo il successo della prima serata, vi aspettiamo domenica 25 febbraio al CeAS (viale Marotta 8, a Milano), per la seconda rappresentazione di "MURI", lo spettacolo/performance di e con Paui Galli, Beatrice Marzorati, Rossella Raimondi, che indaga il tema antico e sempre più presente dell’inclusione/esclusione.
L'ingresso è libero, vi aspettiamo!
Vi aspettiamo mercoledì 21 febbraio alle 19.30 per la prima di "MURI", spettacolo/performance di e con Paui Galli, Beatrice Marzorati, Rossella Raimondi, che indaga il tema antico e sempre più presente dell’inclusione/esclusione.
Immersi in un grande gioco surreale, guidato dai due vigilantes, gli spettatori scelti dovranno guadagnarsi, prova dopo prova, il diritto del privilegio di una vita al di qua del muro, privilegio ambito dagli stessi vigilantes.
Uno per tutti e tutti per uno, o tutti contro tutti? La regola del gioco lascia al pubblico il libero arbitrio, o forse sarebbe meglio dire la sua illusione.
MURI è un incontro attivo con il pubblico per scoprire e quali muri si celano attorno a noi, in noi, quali voler abbattere e come. E ora, fate il vostro gioco!
Oggi ricordiamo con particolare intenzione e gratitudine Carlo Maria Martini, nato il 15 Febbraio 1927 a Torino. Come ebbe modo di dire, il lungo servizio come Arcivescovo di Milano fu per Lui la cosa più bella. Nei ventidue anni di episcopato milanese è scritta anche la storia del nostro Centro, da Lui fondato nel 1986.
Lo ricordiamo con alcune parole che pronuncio' in Consiglio Comunale il 28 Giugno 2002 prima di congedarsi dalla città.
"...Ed è soprattutto ai deboli che va il nostro pensiero. È inutile illudersi: la storia insegna che quasi mai è stato il pane ad andare verso i poveri, ma i poveri ad andare dove c'è pane. "Scegliersi l'ospite è avvilire l'ospitalità", diceva Ambrogio. Ma ciò non significa un'accettazione passiva, subita e disennata, né l'accoglimento solo di quell'ospite che sia simile a noi: il magnanimo ospitante non teme il diverso perché è forte della propria identità.
Il vero problema è che le nostre città, al di là delle accellerazioni indotte da fatti contingenti, non sono più sicure della propria identità e del proprio ruolo umanizzatore, e scambiano questa loro insicurezza di fondo con una insicurezza di importazione. E invece il tarlo è già in esse ed è qui che lo si deve combattere con lucidità, vedendo la città come opportunità e non solo come difficoltà"
Carlo Maria Martini
I muri esistono? Dove sono? Quali sono? Chi merita di stare dentro e chi fuori? Perché? Chi decide chi sta dentro e chi sta fuori? Cosa si è dispost* a fare per rimanere dentro o fuori? Fino a che punto ci si può spingere?
"MURI" è uno spettacolo/performance di e con Paui Galli, Beatrice Marzorati, Rossella Raimondi, che indaga il tema antico e sempre più presente dell’inclusione/esclusione, che sarà ospitato dal CeAS, nella sua sede di viale Marotta 8 a Milano, in due date: mercoledì 21 e domenica 25 febbraio alle 19.30. L’ingresso è libero.
Scopri di più 👇
https://centroambrosianodisolidarieta.org/2024/02/09/spettacolo-muri/
Conosci il – Attraverso Reti Territoriali Emersione di Situazioni di Violenza - che ha l'obiettivo di favorire l’emersione e la presa in carico delle donne e delle ragazze con disabilità, vittime di violenza 👇
https://centroambrosianodisolidarieta.org/2024/02/07/progetto-artemisia/
Il CeAS a Trieste con Graziano Valera
SESTA TAPPA. IL RITORNO – VENERDÌ 29 – IL CONCETTO DI HEIMAT
Ci siamo salutati con affetto, con l’impegno di saldare queste connessioni potenti e generative. Vorremmo invitare Lorena e Gian Andrea a Milano, magari con l’idea di promuovere il suo libro e costruire nuove relazioni.
Venerdì con Luca e Fiammetta l’idea era di fare tappa al castello di Miramare, per poi prendere l’autostrada. Ma avevo un bisogno di silenzio e solitudine, anche per sedimentare un po’ delle emozioni di questi giorni. Ci siamo abbracciati e sono partito alla volta di Milano. Ma sentivo che mancava una tappa.
Sono uscito al casello di Redipuglia. La giornata era piuttosto cupa, il cielo bianco e le colline grigie. A Redipuglia c’è il sacrario dei caduti della prima guerra mondiale. Una costruzione gigantesca, di pietra carsica, che occupa il fianco di una collina ospitando le salme di centomila soldati italiani. Sono entrato in punta di piedi, non c’erano visitatori se non qualche solitario. La retorica fascista del sacrario è odiosa e tracotante, non c’è spazio per la pena ma quasi solo per le virtù eroiche per la Patria. Centomila ragazzi che gli Stati-Nazione hanno mandato a combattere contro altri ragazzi nelle stesse condizioni: contadini, studenti, operai; corpi straziati nelle trincee dal cannone, dalla febbre, dal gas. Ragazzi che avevano nel cuore una propria casa, una ragazza, un mestiere.
Qui su questa collina sento che si chiude un cerchio, non posso non pensare ai morti ed ai corpi sofferenti di chi è costretto a cercare altrove il proprio “stare nel mondo”, la propria “Heimat”.
Concludo con una lunga citazione che mi ha fatto molto riflettere. Si tratta del lavoro di una giovane fumettista altoatesina (guarda un po’, un’altra zona “di confine”):
“Alcuni vocabolari specificano che Heimat è un luogo “wo man sich zuhause fulth”, dove ci si sente a casa. Quindi Heimat è un sentimento? Non devi essere nato nella Heimat, a volte puoi sceglierla, così come puoi scegliere di andartene. A differenza della patria, la Heimat non va difesa. Si può però custodire, come un pensiero, un ricordo condiviso, un piccolo segreto. È una confidenza sussurrata all’orecchio, non uno slogan sbraitato con rabbia. È una dolce voce che intona una ninna nanna. Non è il fumo che esce dalla canna di un fucile, ma quello che sale dalle pentole in cucina. Non è una divisa, ma un grembiule sporco di sugo e di terra. Non è un territorio da recintare, ma un orto da coltivare”. (Silvia Baccanti, da “Internazionale”, dicembre 2023)
Il CeAS a Trieste con Graziano Valera
QUINTA TAPPA: GIOVEDÌ 28 – SERA, SI TORNA IN PIAZZ
Si torna in piazza, e ancora ci colpiscono l’allegria, la voglia di giocare, il bisogno di parlare delle persone. Mi viene in mente Gian Andrea Franchi quando, nel suo bellissimo libro “Il diritto di Antigone. Appunti per una filosofia politica: a partire dai corpi migranti” (Ombre Corte 2022), sostiene che “il primo riferimento per definire la cura è l’infanzia. Nell’infanzia – la condizione di chi è ancora senza parola, ci chi senza cura non può né vivere né sopravvivere – si coglie appieno la radice relazionale della condizione corporea. Si comprende che da questa derivano la dipendenza, l’inermità, la precarietà”. Come se riconoscendosi reciprocamente nel bisogno di relazione si potesse finalmente liberare la gioia primordiale della libertà di gioco, di scambio. Gioia espressa nelle danze, negli abbracci, nei massaggi ai piedi, nei canti.
C’è una parola che i profughi usano quando descrivono il loro viaggio: “the game” Un riferimento all’azzardo, al fatto che sai come comincia ma non puoi scommettere su come andrà a finire. Psicologicamente è una concezione che ti permette di affrontare le sfide, di non fermarti mai, perché ci sarà sempre un altro ostacolo da affrontare. Finché sei nel game, non ti puoi permettere di rilassarti.
La piazza di Trieste è sentire che si può anche solo per poco dimenticarsi del game per stare nel cerchio di un’umanità che canta con te, mangia, si cura, si ricorda di te.
È presente anche mons. Enrico Trevisi, vescovo di Trieste, intervistato da Graziano.
Il CeAS a Trieste con Graziano Valera
QUINTA TAPPA: GIOVEDÌ 28 DICEMBRE - L’ALTRA TRIESTE. LA STORIA, LE STORIE, LE ARTERIE PROFONDE DI QUESTO MONDO
Conosciamo Dario, un settantenne triestino che ha sempre lavorato in Jugoslavia e che spesso è in piazza a dare una mano. Ha voglia di raccontare di un mondo che non c’è più, di una città che ha sempre rappresentato la patria di moltitudini: ci sono gli ebrei, che fino al 1938 erano più di 5.000, possedevano importanti azioni nelle imprese assicurative e finanziarie. La sinagoga è una delle più grandi e importanti dell’occidente. Dopo il 1945 gli ebrei in città erano 500, la maggior parte deportati, gli altri emigrati in Israele. Ci sono i serbi, con la stupenda cattedrale serbo-ortodossa; ci sono i greci, ci sono stati gli sloveni bianchi e quelli rossi, ogni altura qui rappresenta un pezzo di appartenenza comune che in un istante può suscitare una pretesa di supremazia o rivendicazione. C’è naturalmente la Trieste austroungarica, ma anche quella di San Giusto e del suo quartiere medioevale. C’è l’anfiteatro romano. C’è la città del mare e dell’orizzonte di barche, marinai e pescatori, che immediatamente si fa città di montagna, con il Carso che cinge la città. La montagna separa e mette in comunicazione, con confini da sempre porosi e friabili.
C’è la Trieste fascista, della Piazza Unità d’Italia e del proclama delle leggi razziali del 1938. La mattina di giovedì 28 andiamo alla Risiera di San Sabba, Polizeihaftlager (campo di detenzione e polizia nazifascista, attivo per i prigionieri politici e gli ebrei dopo il 1943). È una tappa doverosa, siamo convinti che per comprendere e leggere le dinamiche di oggi sia necessario guardare nel buio del nostro passato. Oltre ai prigionieri destinati ad essere uccisi o deportati, vi furono imprigionati anche diversi civili catturati nei rastrellamenti o destinati al lavoro forzato. Le vittime (stimate fra le 3.000 e le 5.000, sulla scorta delle testimonianze raccolte) venivano fucilate, uccise con un colpo di mazza alla nuca, impiccate oppure avvelenate con i gas di scarico di furgoni appositamente attrezzati. Per la frequenza e finalità di tali pratiche nel campo, volte anche alla eliminazione dell’intera popolazione ebraica di Trieste, la risiera di San Sabba viene anche definita l’unico campo di sterminio istituito in Italia. Del lager faceva parte un forno crematorio, di concezione rudimentale, che veniva utilizzato per bruciare i cadaveri.
Una prossima volta l’amico Mathias Souchu, con cui pranziamo e che conosce lati segreti della città, ci condurrà a vedere la Trieste dell’antipsichiatria, dell’ex ospedale rivoluzionato da Basaglia a scoprire inquietanti similitudini (anche architettoniche): quando si concentra in un non luogo la sofferenza, la maggior parte delle persone non vede e non si fa carico.
Alla fine dello scorso anno Graziano Valera – responsabile di “Radici”, la struttura del Centro Ambrosiano di Solidarietà dedicata ai minori stranieri non accompagnati – ha raggiunto Trieste, punto di arrivo della cosiddetta “rotta balcanica” dei migranti.
Qui, in piazza Libertà, opera Linea d'Ombra ODV organizzazione di volontariato che supporta le persone in movimento a Trieste e sulle rotte balcaniche dal 2019.
Il CeAS a Trieste con Graziano Valera
QUARTA TAPPA: TRIESTE, MERCOLEDÌ 27 DICEMBRE, LA PIAZZA
Piazza Libertà a Trieste, da alcuni anni soprannominata "piazza del mondo", è una vera sorpresa: da un lato si gioca a pallavolo, si ascolta musica e si parla. Sull’altro lato le panchine sono occupate da chi si occupa della distribuzione di cibo e bevande calde (coadiuvati da un gruppo scout e volontari), da chi svolge visite mediche (medici ed infermieri volontari), da chi si occupa di distribuire vestiti, tende, zaini e coperte.
Qui Fiammetta, che di professione fa la dentista, assiste chi lamenta mal di denti e necessita cure. Naturalmente è molto difficile con un “kit da campo” offrire prestazioni risolutive ma, come ci ricorda Lorena Fornasir di Linea d'Ombra è il gesto di cura che fa sentire le persone accolte, ascoltate, pensate in quanto esseri umani. La prescrizione di un antibiotico, due righe al collega che approfondirà diagnosi e cure adeguate, sono il simbolo di un’attenzione e dell’incoraggiamento ad affrontare insieme i problemi.
Le persone sono i loro corpi: i gesti di cura rimettono al centro la prossimità tra esseri umani al di là dei confini degli Stati, delle ideologie, delle differenze di provenienza o destinazione.
La sera di mercoledì 27 andiamo a dormire stanchissimi nei nostri furgoni; dal Silos fino a tarda ora si sentono voci, rumori di chi si sistema per la notte, un ragazzo ascolta la lettura del Corano.
Il CeAS a Trieste con Graziano Valera
QUARTA TAPPA: TRIESTE, MERCOLEDÌ 27 DICEMBRE, LINEA D'OMBRA
A Trieste abbiamo appuntamento con i fondatori di Linea d'Ombra ODV Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi, i due coniugi che nel 2019 hanno iniziato questo vero e proprio rito di solidarietà, aggregando in questa azione le energie migliori della città e scatenando ostilità e disprezzo nella gran parte che decide di rimanere chiusa, sorda e cieca.
Lorena viene da Pordenone, è psicologa psicoterapeuta con una lunga storia di servizio a Bologna con le donne vittime di violenza. Gian Andrea è un professore di italiano e storia in pensione, scrittore e saggista. Graziano lo ha intervistato
Il CeAS a Trieste con Graziano Valera
QUARTA TAPPA: TRIESTE, MERCOLEDÌ 27 DICEMBRE, IL SILOS
Arriviamo a Trieste la sera, scarichiamo i due furgoni presso la sede di Rifondazione Comunista aiutati dal Clan di un gruppo scout triestino.
I furgoni li parcheggiamo poi proprio di fianco al Silos, dove si rifugiano decine di persone migranti arrivate a Trieste. Sono perlopiù giovani maschi dal Pakistan, Afghanistan, Iraq. Ma anche di famiglie curde, nepalesi, mongole… Un grande pezzo di umanità in transito: i piedi distrutti dal cammino, la fame e il freddo nel corpo, tanta paura e stress accumulati e il grandissimo bisogno di riposare e sentirsi almeno per un momento accolti.
Al Silos – un’antica struttura nata come magazzino accanto alla stazione; nel 1943 durante l’occupazione nazista era anche un luogo di concentramento (Sammellager) per le persone destinate ai campi di sterminio di Aushwitz e Buchenwald – i migranti vivono in condizioni orribili. A 200 metri da lì, in piazza Libertà, ogni sera alle 19 i volontari dell’associazione Linea d'Ombra ODV distribuiscono vestiti e cibo e offrono cure mediche...
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CeAS - Centro Ambrosiano di Solidarietà
Il Centro Ambrosiano di Solidarietà è un’associazione Onlus nata a Milano nel 1986, per volere del cardinale Carlo Maria Martini.
Oggi ospita e accompagna verso un nuovo inizio persone con diverse fragilità: mamme sole con i loro bambini, famiglie in difficoltà, bambini e ragazzi, donne vittime di violenza, persone con disagio psichico e dipendenze. Il Centro Ambrosiano di Solidarietà è un “villaggio solidale”, che ha il suo cuore nel Parco Lambro e che realizza i suoi progetti in rete con gli enti locali, i servizi territoriali e le associazioni del privato sociale anche in diverse zone di Milano e in Lombardia.
In 30 anni, grazie al lavoro di educatori professionali, medici, psichiatri e psicologi, infermieri e avvocati e con l’aiuto prezioso dei volontari che li affiancano, il Centro Ambrosiano di Solidarietà ha aiutato migliaia di persone a ritrovare benessere e autonomia.
Fin dalla nascita, il Centro Ambrosiano di Solidarietà è affiancato dall’Associazione Volontari CeAS, che ne supporta le attività.
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Indirizzo
Viale Giuseppe Marotta, 8
Milan
20134
Via Brusuglio 70
Milan, 20131
Circolo di Milano dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti
Piazza Ospedale Maggiore, 3
Milan, 20162
Centro Clinico per la presa in carico di persone affette da patologie neuromuscolari quali la distrofia muscolare, la SMA, la SLA. ONLUS con sede presso l'AO Niguarda di Milano. Pe...
Milan
La Fondazione Maimeri e’ nata nel 1997 in nome di Gianni Maimeri La Fondazione organizza mostre ed eventi per divulgare l’opera di artisti nazionali ed internazionali
Via Marsala 9
Milan, 20121
DESTINA IL 5 x 1000 ALL'ANA indicando nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale 97329810150
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Milan, 20158
Recuperiamo eccedenze dalla filiera alimentare e le ridistribuiamo gratuitamente a strutture caritative in Italia.
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Da più di cent'anni siamo al Gonzaga per aiutare chi ne ha bisogno con viveri, vestiti e ascolto. o
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Fondata nel 2004 con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita di bambini ed adolescenti in difficoltà, sia in Italia che all’estero, in particolare in Romania. Ufficio virtu...
Via Boccaccio 32
Milan, 20123
Tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale della Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli. www.fondazionecarlocolla.it
Corso Magenta, 46
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Fonte di Speranza è attiva nei paesi più poveri del mondo con progetti a favore di donne e bambini.
Via Andrea Salaino, 7
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Dal 1979 accogliamo e curiamo minori vittime di abusi e maltrattamenti e offriamo un importante sostegno alle loro famiglie in crisi.